","Conflitto RDC-Rwanda: prove di pacificazione","post",1750440218,[63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/conflitto/","http://radioblackout.org/tag/congo/","http://radioblackout.org/tag/kivu/","http://radioblackout.org/tag/ruanda/",[68,15,69,18],"conflitto","kivu",{"tags":71},[72,74,76,79],{"matched_tokens":73,"snippet":68},[],{"matched_tokens":75,"snippet":15},[],{"matched_tokens":77,"snippet":78},[69],"\u003Cmark>kivu\u003C/mark>",{"matched_tokens":80,"snippet":18},[],[82],{"field":37,"indices":83,"matched_tokens":84,"snippets":86},[20],[85],[69],[78],578730123365712000,{"best_field_score":89,"best_field_weight":90,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":49,"score":91,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711977",{"document":93,"highlight":109,"highlights":118,"text_match":125,"text_match_info":126},{"cat_link":94,"category":95,"comment_count":49,"id":96,"is_sticky":49,"permalink":97,"post_author":52,"post_content":98,"post_date":99,"post_excerpt":55,"post_id":96,"post_modified":100,"post_thumbnail":101,"post_thumbnail_html":102,"post_title":103,"post_type":60,"sort_by_date":104,"tag_links":105,"tags":108},[46],[48],"95276","http://radioblackout.org/2025/01/repubblica-democratica-del-congo-lesportazione-di-coltan-alla-base-del-conflitto-in-kivu/","Nei giorni scorsi il movimento armato M23 ha conquistato la provincia del Kivu e la sua capitale Goma dalle forze governative congolesi, che si sono ritirate disordinatamente davanti all'avanzata di un gruppo ribelle che, sebbene combatta da 30 anni, si è presentato questa volta con armamenti moderni e massicciamente equipaggiato di tecnologia di ultima generazione. Ad armare e dirigere l'M23 è risaputamente il Rwanda, il cui governo (o forse sarebbe meglio dire regime, dato che riassume tutti i tratti tipici di un'autocrazia) guidato sin dalla fine del genocidio del 1994 dal presidente Paul Kagame è da sempre intenzionato ad accaparrarsi i territori vicini del Congo. La stampa italiana ne parla, in larga maggioranza, con le lenti tipicamente essenzialiste riservati ai conflitti in Africa centrale: guerre interminabili tra tribù ed etnie che poggiano su un antico, incomprensibile e primitivo odio irriducibile e che hanno a che fare con la predazione di risorse naturali.\r\n\r\nAd un'analisi più attenta, il conflitto tra Congo, M23 e Rwanda si presenta invece con i caratteri molto ben leggibili di un'operazione di rapina e di estrazione di una risorsa minerale in particolare, il coltan, essenziale nella produzione di batterie per telefoni, radio e apparecchi elettronici. Il Rwanda è un paese a capitalismo ed industrializzazione avanzati, anche grazie ai massicci investimenti per la ricostruzione che hanno permesso al paese di risorgere dopo il genocidio del 1994 - genocidio nella cui costruzione diversi paesi europei, Belgio e Francia in testa, hanno una larga fetta di responsabilità mai indagata e analizzata a sufficienza. Un paese in grado di raffinare ed esportare il coltan sui circuiti commerciali globali (principalmente europei e cinesi), ma privo di giacimenti naturali sufficienti: proprio in questo senso va letta la scelta di Kagame di armare ed equipaggiare il movimento M23 per potersi garantire l'accesso all'estrazione del coltan dalle miniere del Kivu congolese. Se finalmente si rinuncia alle narrazioni stereotipate sulla violenza tribale, la realtà è che a premere i grilletti in Africa centrale sono - come ovunque - le catene del valore globali.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Spinelli, fondatore di Slow News\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/ANDREASPINELLIinfo.mp3\"][/audio]","31 Gennaio 2025","2025-01-31 15:14:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/w980-p16x9-2025-01-28T141632Z_1102107792_RC21JCADGW61_RTRMADP_3_CONGO-SECURITY-MINERALS-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/w980-p16x9-2025-01-28T141632Z_1102107792_RC21JCADGW61_RTRMADP_3_CONGO-SECURITY-MINERALS-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/w980-p16x9-2025-01-28T141632Z_1102107792_RC21JCADGW61_RTRMADP_3_CONGO-SECURITY-MINERALS-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/w980-p16x9-2025-01-28T141632Z_1102107792_RC21JCADGW61_RTRMADP_3_CONGO-SECURITY-MINERALS-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/w980-p16x9-2025-01-28T141632Z_1102107792_RC21JCADGW61_RTRMADP_3_CONGO-SECURITY-MINERALS.jpg 980w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Repubblica Democratica del Congo: l'esportazione di Coltan alla base del conflitto in Kivu",1738336491,[106,64,107],"http://radioblackout.org/tag/coltan/","http://radioblackout.org/tag/rwanda/",[21,15,23],{"post_content":110,"post_title":115},{"matched_tokens":111,"snippet":113,"value":114},[112],"Kivu","ha conquistato la provincia del \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> e la sua capitale Goma","Nei giorni scorsi il movimento armato M23 ha conquistato la provincia del \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> e la sua capitale Goma dalle forze governative congolesi, che si sono ritirate disordinatamente davanti all'avanzata di un gruppo ribelle che, sebbene combatta da 30 anni, si è presentato questa volta con armamenti moderni e massicciamente equipaggiato di tecnologia di ultima generazione. 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Il cuore dell’intero pacchetto però sono i negoziati bilaterali paralleli per l’accesso privilegiato degli Usa alle miniere del Kivu. Tuttavia, la \"pax americana\" voluta da Washington - che prevede garanzie di sicurezza in cambio dell’accesso ai minerali strategici - non convince. «La pace è l’unico orizzonte possibile, ma esistono diverse vie per raggiungerla», scrivono in una lettera aperta 43 intellettuali ed esponenti della società civile, tra i quali il Premio Nobel per la pace Denis Mukwege. Un compromesso insufficiente di fronte a un conflitto profondamente radicato, internazionalizzato, segnato da crimini gravi, milioni di vittime e una delle peggiori crisi umanitarie al mondo,emerge inoltre l’assenza quasi totale del protagonismo africano nel processo. Né il processo di Luanda né quello di Nairobi sono riusciti a imporsi, segno delle difficoltà dell’Africa nel risolvere autonomamente i propri conflitti , a dimostrazione della sovradeterminazione degli interessi americani rispetto alle soluzioni proposte dagli africani. I problemi di fondo non vengono affrontati con un approccio multidimensionale, qualsiasi soluzione minima appare precaria e di breve durata. Le questioni che vengono evitate sono: la fine dell'interventismo militare degli stati confinanti, la fine dell'economia rentier e della predazione a vantaggio di un'élite corrotta e delle multinazionali, la ricostruzione dello stato, la riforma del settore della sicurezza, la fine del regno dell'impunità, la considerazione delle legittime richieste della popolazione congolese .\r\n\r\nLe rivendicazioni della popolazione congolese travolta da una guerra trentennale che ha fatto milioni di vittime sono ignorate e vengono espresse dalla società civile che si organizza nonostante la guerra e la repressione congiunta delle milizie e del governo di Kinshasa.\r\n\r\nNe parliamo con Marinella Correggia giornalista ,scrittrice e attivista.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-05052025-MARINELLA.mp3\"][/audio]","5 Maggio 2025","Lo sfruttamento delle risorse minerarie e l'accordo tra Rdc e Ruanda.","2025-05-05 16:18:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CONGO-INFO-05052025-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"129\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CONGO-INFO-05052025-1-300x129.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CONGO-INFO-05052025-1-300x129.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CONGO-INFO-05052025-1-1024x439.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CONGO-INFO-05052025-1-768x329.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CONGO-INFO-05052025-1-1536x658.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CONGO-INFO-05052025-1-2048x878.jpg 2048w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CONGO-INFO-05052025-1-100x44.jpg 100w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","TRA RDC E RUANDA UN COMPROMESSO INSUFFICIENTE SPONSORIZZATO DALL'AMMINISTRAZIONE TRUMP.",1746461915,[145,146,147,66,148],"http://radioblackout.org/tag/miniere/","http://radioblackout.org/tag/nord-kivu/","http://radioblackout.org/tag/rdc/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[150,29,151,18,152],"miniere","RDC","Trump",{"post_content":154,"tags":158},{"matched_tokens":155,"snippet":156,"value":157},[112],"degli Usa alle miniere del \u003Cmark>Kivu\u003C/mark>. 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In realtà la guerra mondiale africana che spazza il paese dura da decenni ed ha fatto oltre cinque milioni di morti. La posta in palio sono le ricchezze minerarie dell’area: oro, coltan, uranio, petrolio...\r\nMolti quotidiani hanno descritto l’assassionio dell’ambasciatore italiano come un tentativo fallito di sequestro, ma fonti congolesi accreditano invece l’ipotesi di un assassinio mirato. Sullo sfondo i recenti accordi tra l’ENI e il governo di Kinshasa, sicuramente invisi ad una fetta delle milizie che si contendono la ricca regione del Nord Kivu. I feroci guerriglieri locali, spesso predoni senza reali schieramenti politici, operano però al servizio di compagnie russe o kazake, infastidite che l’ENI potesse mangiare nel loro piatto.\r\nCe ne ha parlato Massimo Alberizzi di Africa ExPress\r\n\r\nNe abbiamo profittato per fare il punto sui massacri, torture e stupri nel Tigray. Dalla regione nord dell’Etiopia arrivano le testimonianze delle terribili violenze inflitte alla popolazione civile dalle truppe governative. Alla mattanza hanno partecipato anche militari eritrei, che ne hanno profittato per rispedire in Eritrea buona parte dei 96.000 esuli, fuggiti dal regime di Asmara.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-23-congo-tigray-alberizzi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","23 Febbraio 2021","2021-02-23 15:18:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/congo-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/congo-1-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/congo-1-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/congo-1-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/congo-1.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Congo. 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Il deterioramento della situazione nella parte orientale della RDC e l'assenza di strumenti efficaci per controllarla hanno nel tempo attratto un numero crescente di attori locali e stranieri che traggono profitto dal caos e lo mantengono ,l'estensione del conflitto è un rischio reale e puo' coinvolgere gli stati confinanti come avvenne dal 1997 al 2003. Le radici del conflitto risalgono perlomeno al 1994 quando in Ruanda il regime dell'Hutu power scatenò il massacro dei tutsi e degli hutu moderati , in seguito alla conquista di Kigali da parte delle forze tutsi sconfinarono in Congo centinaia di miliziani hutu destabilizzando ulteriormente le ricche regioni minerarie del Kivu e dell'Ituri. La distruzione del tessuto economico nell’est del Congo a seguito della guerra ha lasciato alla popolazione abbandonata poche vie di fuga se non lo sfruttamento artigianale del coltan (il minerale da cui si estrae il tantalio), un economia militarizzata nelle mani della miriade di gruppi armati presenti nella regione, molti dei quali lavorano per o sono protetti da potenti figure politiche o militari legate al potere. In questo contesto il Ruanda paese piccolo e sovrapopolato trova nell'espansione territoriale il proprio spazio vitale sostenendo la comunità tutsi congolese e combattendo le milizie hutu tollerate dal governo di Kinshasa. Il Ruanda è diventato un grande fornitore di materiali strategici pur non possedendoli poichè anche attraverso il controllo delle milizie M23 beneficia dello sfruttamento delle miniere artigianali congolesi.\r\nNe parliamo con Giovanni Gugg di Focus on Africa\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-GIOVANNI-GUGG.mp3\"][/audio]","10 Marzo 2025","Guerra in Congo orientale .","2025-03-10 17:51:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-CONGO-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-CONGO-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-CONGO-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-CONGO.jpg 620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","LA GUERRA NEL CONGO ORIENTALE RISCHIA DI ESTENDERSI A TUTTA LA REGIONE.",1741629075,[106,64,260,66],"http://radioblackout.org/tag/contro-la-guerra/",[21,15,262,18],"contro la guerra",{"post_content":264},{"matched_tokens":265,"snippet":266,"value":267},[112],"le ricche regioni minerarie del \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> e dell'Ituri. 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La distruzione del tessuto economico nell’est del Congo a seguito della guerra ha lasciato alla popolazione abbandonata poche vie di fuga se non lo sfruttamento artigianale del coltan (il minerale da cui si estrae il tantalio), un economia militarizzata nelle mani della miriade di gruppi armati presenti nella regione, molti dei quali lavorano per o sono protetti da potenti figure politiche o militari legate al potere. In questo contesto il Ruanda paese piccolo e sovrapopolato trova nell'espansione territoriale il proprio spazio vitale sostenendo la comunità tutsi congolese e combattendo le milizie hutu tollerate dal governo di Kinshasa. 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La situazione critica comprende vari aspetti tra cui quasi 7 milioni di persone sfollate, malnutrizione diffusa e combattimenti per il controllo del territorio che sono ripresi nel Nord Kivu (nell’est del paese). In questo scenario a dir poco complesso, si preparano le prossime elezioni (20 dicembre) che vedono affrontarsi nuovamente Félix Tshisekedi, che inizierebbe un secondo mandato, e il suo sfidante alle elezioni del 2018, Martin Fayulu. Ma ci sono anche nuove sorprese, in particolare la candidatura di Denis Mukwege, il ginecologo congolese Nobel per la pace 2018. Ne abbiamo parlato con Andrea Spinelli Barrile, giornalista per Africa Rivista e co-fondatore di Slow News. Insieme ad Andrea, tentiamo anche di inquadrare le elezioni in un ragionamento più ampio sull’interesse delle grandi potenze globali per le risorse del paese e nuovi colonialismi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Congo-elezioni-2023-2023_11_02_2023.11.02-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","2 Novembre 2023","2023-11-02 21:49:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"151\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y-300x151.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y-300x151.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y-1024x517.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y-768x388.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/photo_5918011269833670516_y.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","In Repubblica Democratica del Congo si avvicinano le elezioni.",1698961773,[64,287,288],"http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/onu/",[15,290,291],"elezioni","ONU",{"post_content":293},{"matched_tokens":294,"snippet":295,"value":296},[112],"che sono ripresi nel Nord \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> (nell’est del paese). 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C’è un mondo di giorno dove comandano apparentemente i soldati, il remoto governo di Kinshasa, i caschi blu, insabbiati qui da vent’anni per far la guardia, sentinelle metafisiche e frustrate, a una pace che non c’è. E poi c’è il mondo della notte dove comandano gli altri: i ribelli, le bande dei guerrieri bambini, le milizie comandate da stregoni che garantiscono l’invulnerabilità con pozioni e formule magiche, il mondo degli spiriti dei fantasmi degli incubi. Uomini cenciosi, ma con i kalashnikov, emergono dalle foreste, occupano per qualche ora città, saccheggiano miniere, distruggono basi di soldati affamati e senza scarpe che vivono di elemosine, portandosi dietro le famiglie e le bestie. Poi, all’alba, la luce li ricaccia nel buio del baldacchino arboreo. La foresta è come un muro, tanto è spessa e fitta. Ciascuno lì è piccolo, questa terra non sembra fatta per gli uomini. Sopravvivere è una lotta continua, non sai mai cosa ti assalirà, una fiera, un serpente, un altro uomo.\r\n(...)\r\nLe guerre, qui, sono legate a nomi misteriosi, alla tavola di Mendeleev: il tantalio per esempio, un metallo che resiste alla corrosione. Lo scavano qui in queste foreste uomini disperati, con la vanga, le mani, impastati di sudore. Tante piccole mani stanno distruggendo la grande foresta. E la cassiterite? Chi l’ha mai sentita nominare? Serve per leghe speciali e per saldare: anche questa si nasconde in questa terra nera come il sangue raggrumato. 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Può apparire forzata o arzigogolata e viene contestualizzato più facilmente l'apporto della petromonarchia nel discorso sviluppato da Laura Silvia Battaglia, perché il territorio che ospitava la base americana bombardata per scherzo telefonato dai pasdaran era ospitata nel sultanato di Al-Thani, e non solo perché l'argomento era adiacente alla analisi della messinscena tra grandi potenze per far accettare al resto del mondo il nuovo assetto del Sudovest asiatico voluto dagli Accordi di Abramo, escludendo l'Iran e i suoi proxy e la Turchia per creare una supply chain alternativa alla Belt Road Initiative; però anche in ambito centrafricano – come ci racconta Massimo Zaurrini – Doha ha ospitato i negoziati tra Repubblica democratica del Congo (Rdc) e Alleanza del fiume Congo (Afc-M23), ed è il terminale delle transazioni finanziarie derivanti dallo sfruttamento delle risorse dei Grandi Laghi, che ora vedranno gli Usa di Trump ergersi a gestori diretti delle miniere di cobalto e terre rare, che prima erano rubate alla lontana Kinshasa solo da Kagame, alleato delle potenze occidentali, attraverso le sue milizie antihutu. Peraltro anche Tsishekedi è un fiancheggiatore e grande amico di Israele, i cui imprenditori più spregiudicati hanno già operato in Rdc. Insomma affari tra autocrati, piazzisti, teocrati e fascisti in genere che pagano le popolazioni malauguratamente abitanti territori contesi tra potenti.\r\nQuindi ci troviamo di fronte a due Corridoi di merci, il cui progetto faraonico intende variare l'asse commerciale impostato da decenni, spostando i flussi che tagliano l'Africa a metà, congiungendo il porto angolano di Lobito con Beira in Mozambico o Dar es Salaam in Tanzania, Oceano Atlantico con Oceano Indiano; ma anche spostando le direttrici commerciali tra Oriente e Mediterraneo all'interno della Penisola arabica aggirando i flussi impostati un po' più a nord da Pechino e inserendo i territori controllati da Israele. 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La causa scatenante – il nucleare iraniano – sembra poco o nulla interessante persino nei suoi risultati (basta la narrazione presidenziale attraverso Truth, che non può essere messa in discussione), perché forse l’obiettivo vero è probabilmente un altro (magari Teheran uscirà dalla non proliferazione nucleare e non ci saranno più controlli).\r\nIl primo elemento che salta agli occhi è la centralità del Qatar, per la sua vicinanza all’Iran, per il suo coinvolgimento in ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… Kivu), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e con la potenza mediatica sul mondo arabo, eppure è stato emblematicamente il primo a essere colpito dalla rappresaglia teatrale dei Turbanti. Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. Benché esista una fronda interna, che però forse non è controllabile dall’esterno, o non ha ancora i mezzi e la mentalità per mettere in atto una rivolta. Solo se le forze di sicurezza solidarizzano con i rivoltosi si potrà avere un successo per il cambiamento. La stretta repressiva svilupperà nuove proteste?\r\nForse in questa tabula rasa dei paesi nemici di Israele e antagonisti dei sauditi la Turchia si può affrancare perché è un paese Nato e per l’abilità a fungere da cerniera tra mondi, appartenendo sia al mondo Brics che alla Nato, proponendosi come mediatore e mantenendo relazioni con tutti i protagonisti.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4PFSoUBf2ZZ8hb79FwbPk0?si=4fbc4626a1f247f9\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TrumpShowStayTuneOnMiddleEast.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrecedenti trasmissioni attinenti a questo argomento si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini, direttore di “Africa&Affari”, affrontiamo lo spostamento dell’asse commerciale dell’Africa centrale in seguito al nuovo interesse statunitense per le risorse africane in funzione anticinese.\r\nIn questo quadro si inserisce l’ennesima sceneggiata dell’amministrazione Trump che pretende di imporre una pace nel Nordest del Congo su basi e impegni uguali a quelli che da 20 anni sono divenuti carta straccia nel breve volgere di tempo, l’unica differenza è che Tshisekedi – molto legato alla finanza israeliana – ha “svenduto” il controllo delle risorse del territorio dei Grandi Laghi agli Usa in cambio della risoluzione della guerra con l’M23 e l’Alleanza del Fiume Congo, emanazione del Ruanda, alleato e partner degli anglo-americani. 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Salta all’occhio quel corridoio che, adoperando come terminal il porto angolano di Lobito, ambisce a tracciare supply chain che uniscono Oceano Indiano e Atlantico, fulcro della disputa Cina/Usa sulle merci africane, che il 26 giugno ha appena ricevuto 250 milioni ulteriori per la sua creazione da parte della UE, dopo il mezzo miliardo stanziato da Biden nel suo ultimo viaggio da presidente. Il corridoio di Lobito è bloccato dalla disputa nel Kivu migliaia di chilometri a nord del confine congoloese con lo Zambia, per cui si è operata una variante al progetto iniziale che coinvolgeva il Katanga.\r\nDella strategia fa parte anche il taglio agli USAid, alla Banca africana di sviluppo… il tutto per incentivare gli accordi bilaterali in cui Trump, il mercante, può ricattare, strappare il miglior prezzo, taglieggiare, smaramaldeggiare… gettare fumo negli occhi con la promessa di sviluppo attraverso la Dfc (U.S. Development Finance Corporation); e se si dovesse finalmente spuntare la possibilità di lavorare in loco i materiali grezzi, la devastazione ambientale sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Lobito-Katanga_corridoi-infrastrutturali-spostano-assi-regionali.mp3\"][/audio]\r\n\r\nI precedenti appuntamenti con la geopolitica africana si trovano qui","28 Giugno 2025","2025-06-28 17:52:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 26/06/2025 - COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI LOBITO CON LA TREGUA IN KIVU FIRMATA A WASHINGTON E COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI ABRAMO CON IL NUCLEARE IRANIANO?",1751129989,[380],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[317],{"post_content":383,"post_title":387},{"matched_tokens":384,"snippet":385,"value":386},[112],"ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… \u003Cmark>Kivu\u003C/mark>), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e","Può apparire strano, ma la risposta alla domanda del titolo è Qatar. Può apparire forzata o arzigogolata e viene contestualizzato più facilmente l'apporto della petromonarchia nel discorso sviluppato da Laura Silvia Battaglia, perché il territorio che ospitava la base americana bombardata per scherzo telefonato dai pasdaran era ospitata nel sultanato di Al-Thani, e non solo perché l'argomento era adiacente alla analisi della messinscena tra grandi potenze per far accettare al resto del mondo il nuovo assetto del Sudovest asiatico voluto dagli Accordi di Abramo, escludendo l'Iran e i suoi proxy e la Turchia per creare una supply chain alternativa alla Belt Road Initiative; però anche in ambito centrafricano – come ci racconta Massimo Zaurrini – Doha ha ospitato i negoziati tra Repubblica democratica del Congo (Rdc) e Alleanza del fiume Congo (Afc-M23), ed è il terminale delle transazioni finanziarie derivanti dallo sfruttamento delle risorse dei Grandi Laghi, che ora vedranno gli Usa di Trump ergersi a gestori diretti delle miniere di cobalto e terre rare, che prima erano rubate alla lontana Kinshasa solo da Kagame, alleato delle potenze occidentali, attraverso le sue milizie antihutu. Peraltro anche Tsishekedi è un fiancheggiatore e grande amico di Israele, i cui imprenditori più spregiudicati hanno già operato in Rdc. Insomma affari tra autocrati, piazzisti, teocrati e fascisti in genere che pagano le popolazioni malauguratamente abitanti territori contesi tra potenti.\r\nQuindi ci troviamo di fronte a due Corridoi di merci, il cui progetto faraonico intende variare l'asse commerciale impostato da decenni, spostando i flussi che tagliano l'Africa a metà, congiungendo il porto angolano di Lobito con Beira in Mozambico o Dar es Salaam in Tanzania, Oceano Atlantico con Oceano Indiano; ma anche spostando le direttrici commerciali tra Oriente e Mediterraneo all'interno della Penisola arabica aggirando i flussi impostati un po' più a nord da Pechino e inserendo i territori controllati da Israele. A tanto ci ha portato aprire il vaso di Pandora della Guerra dei 12 giorni da un lato e la sbandierata tregua (supposta) tra Congo e Ruanda...\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nA Laura Silvia Battaglia, voce di \"Radio3Mondo\" e raffinata esperta della cultura dei paesi del Sudovest asiatico, abbiamo chiesto di inquadrare nell’ottica dei Paesi del Golfo il giudizio sulla strategia che ispira il rivolgimento dell’equilibrio nell’area: l’escalation sionista mette in scena un superamento del Diritto internazionale e del concetto di democrazia per imporre una configurazione del Vicino Oriente e dei suoi corridoi commerciali alternativi alla Bri cinese come illustrato tempo fa dallo stesso Netanyahu: annientamento dei proxy iraniani e ridimensionamento della Repubblica islamica stessa a favore della penisola arabica, alleata e complice con gli accordi di Abramo, con regimi autoritari e in funzione anticinese. La causa scatenante – il nucleare iraniano – sembra poco o nulla interessante persino nei suoi risultati (basta la narrazione presidenziale attraverso Truth, che non può essere messa in discussione), perché forse l’obiettivo vero è probabilmente un altro (magari Teheran uscirà dalla non proliferazione nucleare e non ci saranno più controlli).\r\nIl primo elemento che salta agli occhi è la centralità del Qatar, per la sua vicinanza all’Iran, per il suo coinvolgimento in ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… \u003Cmark>Kivu\u003C/mark>), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e con la potenza mediatica sul mondo arabo, eppure è stato emblematicamente il primo a essere colpito dalla rappresaglia teatrale dei Turbanti. Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. Benché esista una fronda interna, che però forse non è controllabile dall’esterno, o non ha ancora i mezzi e la mentalità per mettere in atto una rivolta. Solo se le forze di sicurezza solidarizzano con i rivoltosi si potrà avere un successo per il cambiamento. La stretta repressiva svilupperà nuove proteste?\r\nForse in questa tabula rasa dei paesi nemici di Israele e antagonisti dei sauditi la Turchia si può affrancare perché è un paese Nato e per l’abilità a fungere da cerniera tra mondi, appartenendo sia al mondo Brics che alla Nato, proponendosi come mediatore e mantenendo relazioni con tutti i protagonisti.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4PFSoUBf2ZZ8hb79FwbPk0?si=4fbc4626a1f247f9\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TrumpShowStayTuneOnMiddleEast.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrecedenti trasmissioni attinenti a questo argomento si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini, direttore di “Africa&Affari”, affrontiamo lo spostamento dell’asse commerciale dell’Africa centrale in seguito al nuovo interesse statunitense per le risorse africane in funzione anticinese.\r\nIn questo quadro si inserisce l’ennesima sceneggiata dell’amministrazione Trump che pretende di imporre una pace nel Nordest del Congo su basi e impegni uguali a quelli che da 20 anni sono divenuti carta straccia nel breve volgere di tempo, l’unica differenza è che Tshisekedi – molto legato alla finanza israeliana – ha “svenduto” il controllo delle risorse del territorio dei Grandi Laghi agli Usa in cambio della risoluzione della guerra con l’M23 e l’Alleanza del Fiume Congo, emanazione del Ruanda, alleato e partner degli anglo-americani. Quindi agli americani interessa in particolare poter sfruttare le miniere in qualche modo e dunque hanno scelto di mettere in sicurezza… i loro investimenti nella regione. Il Qatar è l'hub di arrivo delle merci e degli investimenti e per questo è coinvolto in questo quadro di tregua, essendo ormai Doha la capitale di qualunque accordo internazionale da quello siglato dal Trump.01 con i talebani.\r\nAttorno alla Repubblica democratica del Congo e alle sue ricchezze si sviluppano nuove infrastrutture utili alle nazioni africane che stano tentando di innescare uno sviluppo pieno di promesse e anche pericoli innanzitutto ambientali, ma quanto è l’interesse per gli affari occidentali? Salta all’occhio quel corridoio che, adoperando come terminal il porto angolano di Lobito, ambisce a tracciare supply chain che uniscono Oceano Indiano e Atlantico, fulcro della disputa Cina/Usa sulle merci africane, che il 26 giugno ha appena ricevuto 250 milioni ulteriori per la sua creazione da parte della UE, dopo il mezzo miliardo stanziato da Biden nel suo ultimo viaggio da presidente. Il corridoio di Lobito è bloccato dalla disputa nel \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> migliaia di chilometri a nord del confine congoloese con lo Zambia, per cui si è operata una variante al progetto iniziale che coinvolgeva il Katanga.\r\nDella strategia fa parte anche il taglio agli USAid, alla Banca africana di sviluppo… il tutto per incentivare gli accordi bilaterali in cui Trump, il mercante, può ricattare, strappare il miglior prezzo, taglieggiare, smaramaldeggiare… gettare fumo negli occhi con la promessa di sviluppo attraverso la Dfc (U.S. Development Finance Corporation); e se si dovesse finalmente spuntare la possibilità di lavorare in loco i materiali grezzi, la devastazione ambientale sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Lobito-Katanga_corridoi-infrastrutturali-spostano-assi-regionali.mp3\"][/audio]\r\n\r\nI precedenti appuntamenti con la geopolitica africana si trovano qui",{"matched_tokens":388,"snippet":390,"value":390},[389],"KIVU","BASTIONI DI ORIONE 26/06/2025 - COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI LOBITO CON LA TREGUA IN \u003Cmark>KIVU\u003C/mark> FIRMATA A WASHINGTON E COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI ABRAMO CON IL NUCLEARE IRANIANO?",[392,394],{"field":120,"matched_tokens":393,"snippet":390,"value":390},[389],{"field":123,"matched_tokens":395,"snippet":385,"value":386},[112],{"best_field_score":127,"best_field_weight":128,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":129,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":49},{"document":398,"highlight":411,"highlights":420,"text_match":125,"text_match_info":425},{"comment_count":49,"id":399,"is_sticky":49,"permalink":400,"podcastfilter":401,"post_author":402,"post_content":403,"post_date":404,"post_excerpt":55,"post_id":399,"post_modified":405,"post_thumbnail":406,"post_title":407,"post_type":337,"sort_by_date":408,"tag_links":409,"tags":410},"95974","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-20-02-2025-ci-sono-dei-decenni-in-cui-non-accade-nulla-e-poi-delle-settimane-in-cui-accadono-decenni-america-latina-i-trumpisti-a-sud-del-rio-grande-kivu-la-lontananza-di-kinsha/",[309],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata cerca di trovare gli strumenti per leggere l'accelerazione degli eventi che stanno destrutturando il paradigma euroatlantico sul quale si era fondato dal 1945 l'equilibrio di potere in Europa . La constatazione da parte dell'amministrazione Trump e dei poteri che rappresenta dell'ininfluenza dell'Europa all'interno della contesa per l'egemonia globale e il conseguente disimpegno nella guerra in Ucraina ,ha disarticolato il progetto dei neocon liberaldemocratici che perseguiva una vittoria strategica contro la Russia a guisa di continuazione vittoriosa della guerra fredda. L'allargamento della Nato ad est ,il sostegno al golpe di Maidan ,l'arruolamento subalterno degli europei faceva parte di questo progetto delle amministrazioni democratiche che vedeva il fronte europeo come centrale , mentre ora nello scenario attuale si delinea una saldatura tra l'amministrazione Trump e i fascismi europei nella costruzione di un ordine mondiale in cui l'Europa non è più centrale nel pensiero strategico americano . Corollario di questa visione è che la Russia perde il ruolo di nemico strategico, finiscono il loro ciclo i vecchi arnesi della guerra fredda, anche per questioni anagrafiche ,mentre le classi dirigenti europee incuranti della realtà continuano a mettere in campo una strategia bellicista perdente . Una classe dirigente non legittimata ,totalmente supina agli interessi d'oltre Atlantico ,collussa con l'apparato militare industriale ,incapace di accettare il ridimensionamento dell'Europa nel contesto globale si agita come impazzita di fronte al cambiamento di prospettiva imposto dal frontman arancione , implorando un posto nelle trattative per la spartizione dell'Ucraina .\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Dall'Aglio\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-20022025-DALL-AGLIO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Alfredo Somoza guardiamo dall'America Latina le conseguenze dell'aggressiva politica commerciale di Trump ,che dopo anni di disinteresse cerca di prendere il controllo dei nodi strategici come Panama cercando di ostacolare la penetrazione cinese in un area che la dottina Monroe definiva ad esclusivo appannaggio degli Stati uniti . Non sarà impresa facile perchè la presenza commerciale cinese è molto ramificata in America Latina e al netto delle rodomontate trumpiane sarà complesso riprendere l'influenza totale anche perchè i suoi alleati si contano sulle dita di una mano . La politica economica di Milei in Argentina ,scivolato sulla truffa della criptrovaluta \"Libre\" ,sta provocando un impoverimento progressivo della classe media che lo ha sostenuto e una dollarizzazione dell'economia che avrà come sbocco la recessione.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-20022025-SOMOZA-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Massimo Zaurrini direttore di \"Africa e affari\" parliamo della situazione della guerra nel Congo orientale che continua da decenni e che ha subito un accelerazione con la conquista di Goma e Bukavu da parte delle milizie filoruandesi M23 . La guerra s'inserisce in uno scenario globale di ridefinizione degli equilibri che induce ad abbandonare il concetto dell'intangibilità dei confini ,architrave della costruzione dell'Africa post coloniale . Questo contesto mutato fa aumentare i rischi di allargamento del conflitto che comunque si sviluppa sostanzialmente su dinamiche locali ma articolandosi in stratificazioni che coinvolgono anche soggetti statuali terzi e internazionali . La distanza tra Kinshasa ,la capitale del Congo, e Goma ,capoluogo del Kivu, è di 2667 km mentre quella con Kigali,la capitale del Ruanda è di 160 km . Questa lontananza spiega la difficoltà da parte dello stato congolese di affermare la sua presenza in quelle regioni,dove peraltro è presente una popolazione che parla il kinyarwanda ed è molto più affine ai tutsi ruandesi . Kigali punta al controllo delle imponenti risorse minerarie della regione attraverso il sostegno alle milizie M23 contando sulla benevolenza della cosiddetta comunità internazionale. Il rischio è un'estesione del conflitto verso la regione del ricco Katanga ,vero cuore minerario del paese dove sono presenti importanti investimenti e permane un desiderio indipendentista. Al confine con questa regione passerà un opera infrastrutturale molto importante che collegherà le regioni minerarie dello Zambia con i porti angolani e tanzaniani ,il corridoio di Lobito, su cui gli Stati Uniti hanno investito molto per contrastare l'influenza cinese in Africa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-20022025-ZAURRINI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","25 Febbraio 2025","2025-02-25 21:28:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 20/02/2025-CI SONO DEI DECENNI IN CUI NON ACCADE NULLA E POI DELLE SETTIMANE IN CUI ACCADONO DECENNI -AMERICA LATINA : I TRUMPISTI A SUD DEL RIO GRANDE -KIVU LA LONTANANZA DI KINSHASA E LA VICINANZA DI KIGALI.",1740518907,[380],[317],{"post_content":412,"post_title":416},{"matched_tokens":413,"snippet":414,"value":415},[112],"Congo, e Goma ,capoluogo del \u003Cmark>Kivu\u003C/mark>, è di 2667 km mentre","Bastioni di Orione in questa puntata cerca di trovare gli strumenti per leggere l'accelerazione degli eventi che stanno destrutturando il paradigma euroatlantico sul quale si era fondato dal 1945 l'equilibrio di potere in Europa . La constatazione da parte dell'amministrazione Trump e dei poteri che rappresenta dell'ininfluenza dell'Europa all'interno della contesa per l'egemonia globale e il conseguente disimpegno nella guerra in Ucraina ,ha disarticolato il progetto dei neocon liberaldemocratici che perseguiva una vittoria strategica contro la Russia a guisa di continuazione vittoriosa della guerra fredda. L'allargamento della Nato ad est ,il sostegno al golpe di Maidan ,l'arruolamento subalterno degli europei faceva parte di questo progetto delle amministrazioni democratiche che vedeva il fronte europeo come centrale , mentre ora nello scenario attuale si delinea una saldatura tra l'amministrazione Trump e i fascismi europei nella costruzione di un ordine mondiale in cui l'Europa non è più centrale nel pensiero strategico americano . Corollario di questa visione è che la Russia perde il ruolo di nemico strategico, finiscono il loro ciclo i vecchi arnesi della guerra fredda, anche per questioni anagrafiche ,mentre le classi dirigenti europee incuranti della realtà continuano a mettere in campo una strategia bellicista perdente . Una classe dirigente non legittimata ,totalmente supina agli interessi d'oltre Atlantico ,collussa con l'apparato militare industriale ,incapace di accettare il ridimensionamento dell'Europa nel contesto globale si agita come impazzita di fronte al cambiamento di prospettiva imposto dal frontman arancione , implorando un posto nelle trattative per la spartizione dell'Ucraina .\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Dall'Aglio\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-20022025-DALL-AGLIO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Alfredo Somoza guardiamo dall'America Latina le conseguenze dell'aggressiva politica commerciale di Trump ,che dopo anni di disinteresse cerca di prendere il controllo dei nodi strategici come Panama cercando di ostacolare la penetrazione cinese in un area che la dottina Monroe definiva ad esclusivo appannaggio degli Stati uniti . Non sarà impresa facile perchè la presenza commerciale cinese è molto ramificata in America Latina e al netto delle rodomontate trumpiane sarà complesso riprendere l'influenza totale anche perchè i suoi alleati si contano sulle dita di una mano . La politica economica di Milei in Argentina ,scivolato sulla truffa della criptrovaluta \"Libre\" ,sta provocando un impoverimento progressivo della classe media che lo ha sostenuto e una dollarizzazione dell'economia che avrà come sbocco la recessione.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-20022025-SOMOZA-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Massimo Zaurrini direttore di \"Africa e affari\" parliamo della situazione della guerra nel Congo orientale che continua da decenni e che ha subito un accelerazione con la conquista di Goma e Bukavu da parte delle milizie filoruandesi M23 . 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Kigali punta al controllo delle imponenti risorse minerarie della regione attraverso il sostegno alle milizie M23 contando sulla benevolenza della cosiddetta comunità internazionale. Il rischio è un'estesione del conflitto verso la regione del ricco Katanga ,vero cuore minerario del paese dove sono presenti importanti investimenti e permane un desiderio indipendentista. Al confine con questa regione passerà un opera infrastrutturale molto importante che collegherà le regioni minerarie dello Zambia con i porti angolani e tanzaniani ,il corridoio di Lobito, su cui gli Stati Uniti hanno investito molto per contrastare l'influenza cinese in Africa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-20022025-ZAURRINI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":417,"snippet":418,"value":419},[389],"A SUD DEL RIO GRANDE -\u003Cmark>KIVU\u003C/mark> LA LONTANANZA DI KINSHASA E","BASTIONI DI ORIONE 20/02/2025-CI SONO DEI DECENNI IN CUI NON ACCADE NULLA E POI DELLE SETTIMANE IN CUI ACCADONO DECENNI -AMERICA LATINA : I TRUMPISTI A SUD DEL RIO GRANDE -\u003Cmark>KIVU\u003C/mark> LA LONTANANZA DI KINSHASA E LA VICINANZA DI KIGALI.",[421,423],{"field":120,"matched_tokens":422,"snippet":418,"value":419},[389],{"field":123,"matched_tokens":424,"snippet":414,"value":415},[112],{"best_field_score":127,"best_field_weight":128,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":129,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":49},{"document":427,"highlight":439,"highlights":448,"text_match":125,"text_match_info":453},{"comment_count":49,"id":428,"is_sticky":49,"permalink":429,"podcastfilter":430,"post_author":402,"post_content":431,"post_date":432,"post_excerpt":55,"post_id":428,"post_modified":433,"post_thumbnail":434,"post_title":435,"post_type":337,"sort_by_date":436,"tag_links":437,"tags":438},"82240","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-18-05-2023-thailandia-con-la-vittoria-del-move-forward-si-affaccia-una-nuova-generazione-che-reclama-una-rivoluzione-dei-costumi-congo-nelle-regioni-del-kivu-proliferano-le-ag/",[309],"Bastioni di Orione racconta con Massimo Morello collaboratore di varie testate giornalistiche e che vive in Thailandia da un decennio, le conseguenze del risultato delle elezioni thailandesi ,che hanno registrato la vittoria del partito del \"Move forward\" guidato da Pita Limjaroenrat ,finora all'opposizione. Morello ci racconta il sottotesto di questo risultato che rappresenta un cambiamento epocale nella struttura della società thai, molto legata ad una visione tradizionale e gerarchica che ora si trova a subire gli strattoni di una generazione che vuole liberarsi ,anche nei costumi di questa visione tradizionale e affermare la propria partecipazione al processo di mutamento sociale da sempre interrotto dall'opprimente presenza dei militari e loro ingerenze nello spazio pubblico , nonchè dal populismo del tycoon miliardario Shinawatra che fuggito all'estero, a queste elezioni ha candidato la figlia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BASTIONI-MORELLO-180523-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Rocco Bellantone che scrive su Nigrizia ,parliamo della situazione nel Kivu e della presenza di svariate agenzie di sicurezza private fra cui anche la Wagner ,che fanno capo a ex esponenti della Legione straniera o contractors al soldo di innominabili interessi ,in un contesto, quello dell'Est del Congo, in cui da anni si verifica una corsa all' appropriazione selvaggia delle sconfinante risorse minerarie.\r\n\r\nI famelici appetiti di multinazionali, warlords, stati limitrofi impongono alla popolazione uno stato di guerra permanente con conseguenze devastanti sulle condizioni di vita ,lo stravolgimento delle strutture sociali preesistenti , la moltiplicazione del numero di profughi costretti alla fuga, il tutto di fronte all'inane indifferenza della costosa e inutile missione Onu della Monusco .\r\n\r\nApprofondiamo anche il ruolo di opache ONG come la \"Mahoro peace association\" che finanziano illegalmente le forze ribelli vicine alla guerriglia M23 ,una delle centinaia che si spartiscono il controllo di questo territorio cosi' ricco e cosi' lontano dalla capitale Kinshasa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BASTIONI-180523-ROCCO-BELLANTONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Luca Gaballo giornalista di Rainews 24 esperto di economia ,continuiamo il nostro cantiere di riflessioni sulla crisi dell'egemonia del dollaro e sui processi finanziari che fanno intravedere una dedollarizzazione prossima ventura ma ancora lontana dal divenire .Partiamo da questo tema ma si arriva ad una discussione piu'ampia che investe la crisi della globalizzazione ,le politiche della Federal reserve americana sui tassi ,la finanziarizzazione dell'economia ,la crisi dell'egemonia del modello americano ,i riflessi sul debito globale del rafforzamento del dollaro.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BASTIONI-180523-GABALLO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","20 Maggio 2023","2023-05-20 11:34:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 18/05/2023-THAILANDIA CON LA VITTORIA DEL \"MOVE FORWARD\" SI AFFACCIA UNA NUOVA GENERAZIONE CHE RECLAMA UNA RIVOLUZIONE DEI COSTUMI- CONGO NELLE REGIONI DEL KIVU PROLIFERANO LE AGENZIE DI SICUREZZA PRIVATE AL SOLDO DI FAMELICI E INNOMINABILI INTERESSI -CRISI DELLA GLOBALIZZAZIONE ED EGEMONIA DEL DOLLARO.",1684582457,[380],[317],{"post_content":440,"post_title":444},{"matched_tokens":441,"snippet":442,"value":443},[112],"Nigrizia ,parliamo della situazione nel \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> e della presenza di svariate","Bastioni di Orione racconta con Massimo Morello collaboratore di varie testate giornalistiche e che vive in Thailandia da un decennio, le conseguenze del risultato delle elezioni thailandesi ,che hanno registrato la vittoria del partito del \"Move forward\" guidato da Pita Limjaroenrat ,finora all'opposizione. 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Battistessa le questioni aperte dall'assalto dei bolsonaristi ai palazzi presidenziali in Brasile , le complicità degli apparati dello stato profondo brasiliano ,i settori agropecuari e latifondisti che hanno finanziato gli assalitori ,la reazione di Lula e le difficoltà che si troverà ad affrontare per ricomporre questa frattufra profonda nella società brasiliana e il compito di far uscire dalla miseria trenta milioni di concittadini ,le ripercussioni internazionali e la persistenza del bolsonarismo alimentato da un apparato informativo distorto e poi guardiamo anche agli avvenimenti del Perù dove dilaga la protesta dopo la destituzione del presidente Castillo sopratutto nelle città dell'interno ,con una brutale repressione che ha fatto decine di morti.Il movimento richiede nuove elezioni e segna il permanere delle fratture sociali che nel paese andino passano fra la costa e la sierra ,fra i creoli e bianchi e i mestizos accentuate da un modello di sviluppo dipendente e ineguale .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-120123-DIEGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Michele Giorgio parliamo della Palestina dove continua la strage di palestinesi da parte dell'esercito israeliano e delle cupe prospettive dopo l'insediamento del nuovo governo imbottito di estremisti sionisti fanatici che occupano posti di rilievo come Ben Gvir , ministro della sicurezza,noto fascistoide e ammiratore di rabbini stragisti, Bezalel Smotrich ,leader di Sionismo religioso ,che sarà ministro delle finanze con lo scopo di strangolare dal punto di vista finanziario l'ANP ,mentre continua lo stillicidio quotidiano di omicidi contro i palestinesi ben 9 dall'inizio dell'anno ,220 nel 2022 fra cui 48 bambini.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-120123-MICHELE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Massimo Zaurrini direttore della rivista Africa e affari e conoscitore del continente parliamo della crisi del Nord Kivu in Congo ,le accuse reciproche fra Congo e Ruanda per il sostegno alle milizie M23 ,il rischio di espansione regionale del conflitto,il rifiuto da parte del presidente ruandese Paul Kagame di accogliere altri profughi provenienti dall scenario di guerra (circa 70000 finora ) ,la contesa continentale per il controllo delle terre rare che coinvolge Cina ,USA e Unione europea ,la scelta dello Zimbabwe di limitare l'esportazione del litio e i contraccolpi sul mercato di questa decisione .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-120123-MASSIMO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","15 Gennaio 2023","2023-01-15 12:38:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-3-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/01/2023 - BRASILE E PERU' LE VENE APERTE DELL'AMERICA LATINA CONTINUANO A SANGUINARE- ISRAELE IL NUOVO GOVERNO ESTREMISTA FOMENTA L'APARTHEID CONTRO I PALESTINESI-LA CRISI DEL NORD 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raggiunto a Pretoria fra Etiopia e TPLF per un cessate il fuoco definitivo e un percorso di disarmo ,sostenuto dall'Unione Africana .Commenti a caldo in attesa di un ulteriore approfondimento nella prossima puntata ,luci e ombre di un accordo che non coinvolge un attore molto importante del conflitto l'Eritrea di Afewerki ed anche le varie milizie che hanno imperversato sul fronte di guerra.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/BASTIONI-ETIOPIA-10112022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nParliamo con Massimo Zaurrini redattore di Africa rivista della situazione del Nord Kivu in Congo che si fa sempre piu' tesa dopo la ripresa dell'offensiva del movimento armato M23 ,con accuse reciproche fra Congo e Ruanda e l'intervento dei militari ugandesi e kenyani . Il presidente angolano sta tentando una mediazione al fine di scongiurare un conflitto regionale che sembra riportare indietro l'orologio della storia ai tempi della prima guerra mondiale africana alla fine degli anni 90,con la crisi dei grandi Laghi ,la caduta di Mobutu e l'instabilità permanente nella regione .Le enormi ricchezze di quell'area distante dalla capitale Kinshasa piu' di 2000 km fanno gola ai vicini ruandesi e ugandesi e innescano una serie di guerriglie che mirano alla spartizione delle risorse del sottosuolo con effetti devastanti per la popolazione civile .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/BASTIONI-DI-ORIONE-10222022-CONGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Giorgio Fruscione ricercatore e studioso dei Balcani parliamo della crisi fra Serbia e Kosovo ,innestata dalla polemica per l'uso delle targhe ma che rivela le contraddizioni e le tensioni di una \" pax occidentale \" che non ha risanato le ferite della guerra fra le due comunità ,il nazionalismo rampante e i riflessi della guerra in Ucraina agitano quelle regioni in cui la normalizzazione che passa attraverso l'adesione all'Unione europea stenta a realizzarsi stante la mancanza di un progetto inclusivo che coinvolga le varie comunità.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/bastioni-serbia.mp3\"][/audio]","17 Novembre 2022","2022-11-17 23:09:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 10/11/2022- ETIOPIA TIGRAY ACCORDO MA SENZA IL CONVITATO DI PIETRA ERITREO - NORD KIVU RIPARTE IL SACCHEGGIO E I RUMORI DI NUOVA GUERRA MONDIALE AFRICANA-SERBIA E KOSOVO OLTRE LA CONTESA PER LE TARGHE S'INTRAVEDONO NUOVI EQUILIBRI PER I BALCANI.",1668726541,[380],[317],{"post_content":496,"post_title":500},{"matched_tokens":497,"snippet":498,"value":499},[112],"rivista della situazione del Nord \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> in Congo che si fa sempre","Bastioni di Orione in questa puntata facciamo il punto sull'accordo raggiunto a Pretoria fra Etiopia e TPLF per un cessate il fuoco definitivo e un percorso di disarmo ,sostenuto dall'Unione Africana .Commenti a caldo in attesa di un ulteriore approfondimento nella prossima puntata ,luci e ombre di un accordo che non coinvolge un attore molto importante del conflitto l'Eritrea di Afewerki ed anche le varie milizie che hanno imperversato sul fronte di guerra.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/BASTIONI-ETIOPIA-10112022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nParliamo con Massimo Zaurrini redattore di Africa rivista della situazione del Nord \u003Cmark>Kivu\u003C/mark> in Congo che si fa sempre piu' tesa dopo la ripresa dell'offensiva del movimento armato M23 ,con accuse reciproche fra Congo e Ruanda e l'intervento dei militari ugandesi e kenyani . 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