","Le strade libere le fanno le donne che le attraversano","post",1511276252,[52,53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/cacerolata-femminista/","http://radioblackout.org/tag/femminicidio/","http://radioblackout.org/tag/femminismo/","http://radioblackout.org/tag/guerra-alle-donne/","http://radioblackout.org/tag/non-una-di-meno-torino/","http://radioblackout.org/tag/patriarcato/","http://radioblackout.org/tag/s-conferenza-stampa/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[24,18,14,20,26,16,22,12],{"post_content":62,"tags":68},{"matched_tokens":63,"snippet":66,"value":67},[64,64,65],"di","l’ombrello","normalità. 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Tra interventi, stancil, cartelli, manifesti, scritte e sangue a terra la manifestazione ha avuto una forte impronta comunicativa.\r\n\r\n\r\nUna enorme scritta è stata fatta per le 26 ragazze nigeriane uccise dalle frontiere\r\n\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> seguito il testo \u003Cmark>di\u003C/mark> presentazione della s-conferenza.\r\n\"Cos’è una S-conferenza stampa: è una conferenza stampa al contrario, invece \u003Cmark>di\u003C/mark> “chiedere” alla stampa \u003Cmark>di\u003C/mark> venire a darci parola e diffonderla, andiamo noi dalla stampa a dire quali sono le nostre parole.\r\nVogliamo essere artefici delle narrazioni che riguardano i nostri corpi e le nostre vite.\r\nNon vogliamo essere sempre e solo l'oggetto del discorso della cronaca nera, ma vogliamo raccontare le violenze che quotidianamente subiamo come conseguenze \u003Cmark>di\u003C/mark> un sistema economico, sociale, culturale che quelle violenze legittima e alimenta.\r\n\r\n \r\n\r\nL'assemblea della Rete Non Una \u003Cmark>di\u003C/mark> Meno \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino ha deciso \u003Cmark>di\u003C/mark> non fare una conferenza stampa per presentare la manifestazione nazionale del 25 novembre a Roma, ma \u003Cmark>di\u003C/mark> fare un presidio nel centro della città, \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte alla Rai, per proporre una narrazione della violenza \u003Cmark>di\u003C/mark> genere diversa da quella \u003Cmark>di\u003C/mark> gran parte dei media nazionali ed internazionali.\r\n\r\nLa violenza \u003Cmark>di\u003C/mark> genere è confinata nelle pagine della cronaca nera, una collocazione che ne nega la valenza politica, trasformando pestaggi, stupri, omicidi, molestie in episodi \u003Cmark>di\u003C/mark> delinquenza comune, in questioni private. La libertà che le donne si sono conquistate ha incrinato e a volte spezzato le relazioni gerarchiche tra i sessi, rompendo l'ordine simbolico e materiale, che le voleva sottomesse ed ubbidienti. Il moltiplicarsi su scala mondiale dei femminicidi dimostra che la strada della libertà e dell'autonomia femminile è ancora molto lunga. E in salita. La narrazione della violenza proposta da tanti media rende questa salita più ripida.\r\n\r\nI media \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte al dispiegarsi violento della reazione patriarcale tentano \u003Cmark>di\u003C/mark> privatizzare, familizzare, domesticare lo scontro. Le donne sono vittime indifese, gli uomini sono violenti perché folli. La follia sottrae alla responsabilità, nascondendo l’esplicita intenzione disciplinante e punitiva.\r\n\r\nLa violenza maschile sulle donne è un fatto quotidiano, che i media ci raccontano come rottura momentanea della normalità. Raptus \u003Cmark>di\u003C/mark> follia, eccessi \u003Cmark>di\u003C/mark> sentimento nascondono sotto \u003Cmark>l’ombrello\u003C/mark> della patologia una violenza che esprime a pieno la tensione diffusa a riaffermare l’ordine patriarcale.\r\n\r\nI media descrivono le donne come vittime da tutelare, ottenendo l’effetto paradossale \u003Cmark>di\u003C/mark> rinforzare l’opinione che le donne siano intrinsecamente deboli. Noi non siamo vittime, non accettiamo che la libertà e la sicurezza delle donne possa divenire alibi per moltiplicare la pressione disciplinare, i dispositivi securitari e repressivi, il crescere del controllo poliziesco sul territorio.\r\n\r\nLe donne libere stanno creando reti solidali, che le rendono più forti individualmente e collettivamente. Disprezziamo la violenza e chi la usa contro \u003Cmark>di\u003C/mark> noi, ma quando è necessario sappiamo difenderci da chi ci attacca, nella consapevolezza che chi tocca una, tocca tutte.\r\n\r\nI media usano la violenza sulle donne come strumento per rinforzare il razzismo nei confronti dei migranti: la violenza \u003Cmark>di\u003C/mark> genere è raccontata in modo molto diverso se i protagonisti sono nati qui o altrove. La violenza verso le donne migranti viene spesso minimizzata, perché considerata “intrinseca” alla loro cultura. Parimenti se il violento è uno straniero la stessa argomentazione viene usata per invocare la chiusura delle frontiere ed espulsioni \u003Cmark>di\u003C/mark> massa. Il moltiplicarsi dei femminicidi agiti da uomini italiani verso donne italiane dimostra che la violenza \u003Cmark>di\u003C/mark> genere è senza frontiere. Come lo sciopero femminista del prossimo otto marzo.\r\n\r\nI media colpevolizzano chi subisce violenza, scandagliandone le vite, i comportamenti, le scelte \u003Cmark>di\u003C/mark> libertà, per giustificare la violenza maschile, per annullare la libertà delle donne, colpevoli \u003Cmark>di\u003C/mark> non essere prudenti, \u003Cmark>di\u003C/mark> non accettare come “normale” il rischio della violenza che le colpisce in quanto donne. Lo stereotipo \u003Cmark>di\u003C/mark> “quelle che se la cercano”, che si tratti \u003Cmark>di\u003C/mark> sex worker o \u003Cmark>di\u003C/mark> donne che non vestono abiti simili a gabbie \u003Cmark>di\u003C/mark> stoffa, è una costante del racconto dei media. Decenni \u003Cmark>di\u003C/mark> femminismo e \u003Cmark>di\u003C/mark> storia della libertà femminile vengono deliberatamente ignorati.\r\n\r\nI media negano identità e dignità alle persone, quando scrivono \u003Cmark>di\u003C/mark> “trans uccisi”, senza nulla sapere delle loro vite. Il genere non è un destino, né una condanna, ma un percorso che ciascun* attraversa per trovare se stess*, fuori da stereotipi e ruoli imposti.\r\nI media sono responsabili del perpetuarsi \u003Cmark>di\u003C/mark> un immaginario, che giustifica ed alimenta la violenza contro le donne, la violenza \u003Cmark>di\u003C/mark> genere.\"\r\n\r\n \r\n\r\nSulla pagina facebook \u003Cmark>di\u003C/mark> non una \u003Cmark>di\u003C/mark> meno Torino trovate foto, video, resoconti della giornata.\r\n\r\nAscolta la diretta con Bia:\r\n2017 11 21 bia corteo e sconferenza\r\n\r\n*****************************************************************************************************\r\n\r\nOgni giorno, in ogni dove, una donna viene uccisa, stuprata, molestata. Una violenza continua, diffusa, che permea ogni ambito sociale. Una violenza “normale”, quotidiana.\r\nMa media, istituzioni, magistratura, ci impongono una storia diversa. Le tante violenze agite in casa sono descritte come momenti \u003Cmark>di\u003C/mark> “follia”, drammi personali, uomini impazziti. Il folle sfugge alle regole della comunità, perché il suo agire è privo \u003Cmark>di\u003C/mark> ragione e, quindi, non rappresenta una rottura del patto sociale.\r\nSe le violenze avvengono in strada, sui posti \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro, o nei luoghi \u003Cmark>di\u003C/mark> divertimento, stupri e molestie cambiano \u003Cmark>di\u003C/mark> segno in base alla personalità, al mestiere, alla nazionalità delle persone coinvolte. Se lo stupratore indossa la divisa prevale il garantismo e si fruga nella vita delle donne per screditarle.\r\nSe i violenti sono uomini stranieri o marginali allora tutto cambia. Vengono \u003Cmark>paragonati\u003C/mark> a belve feroci fuori controllo. Aggressioni e femminicidi hanno enormi eco mediatiche, vengono diffusi con dovizia i particolari più crudi per suscitare orrore, paura, disprezzo.\r\n\r\n \r\n\r\nI corpi e le vite delle donne vengono usati per moltiplicare i militari nelle strade, per criminalizzare gli immigrati, per aumentare i controlli e promuovere nuove leggi più repressive.\r\n\r\n \r\n\r\nSui corpi delle donne si giocano continue battaglie \u003Cmark>di\u003C/mark> civiltà. Sia che le si voglia “tutelare”, sia che le si voglia “asservire” la logica \u003Cmark>di\u003C/mark> fondo è la stessa. Resta al “tuo” posto. Torna al “tuo” posto. Penso io a te, penso io a proteggerti, a punirti, a disciplinarti.\r\nLa narrazione della violenza come follia o criminalità agita da pochi soggetti estranei, rende invisibile la guerra contro le donne per la ri-affermazione \u003Cmark>di\u003C/mark> una relazione \u003Cmark>di\u003C/mark> tipo patriarcale.\r\n\r\n \r\n\r\nLe donne sfidano il patriarcato. In ogni dove.\r\n\r\nNegare questa sfida, considerare la lotta delle donne contro il patriarcato un retaggio residuale \u003Cmark>di\u003C/mark> un passato che non torna, è una falsificazione, che nasconde la caratteristica reattiva \u003Cmark>di\u003C/mark> tanta parte della violenza maschile sulle donne. A tutte le latitudini.\r\n\r\n \r\n\r\nLa violenza \u003Cmark>di\u003C/mark> genere è intrisecamente politica. Non solo per i numeri impressionanti ma, soprattutto, per i mille dispositivi messi in campo, per nascondere, privare \u003Cmark>di\u003C/mark> senso, sminuire la portata sistemica dell’attacco.\r\n\r\nLa violenza colpisce anche quelle che non la subiscono. La minaccia stessa, il pericolo \u003Cmark>di\u003C/mark> attraversare liberamente i luoghi delle nostre vite sono parte \u003Cmark>di\u003C/mark> un dispositivo che prova a tenerci sotto scacco, nell’auspicio \u003Cmark>di\u003C/mark> disciplinarci con la paura.\r\n\r\nLe femministe lottano perché la paura cambi \u003Cmark>di\u003C/mark> campo. Non c’è libertà se non nel rischio e nella lotta. Chi cade nel cammino non è una vittima ma una donna colpita perché libera. Chi ci uccide compie un atto politico. Sfidare assassini e stupratori è un atto politico.\r\nLe strade libere le fanno le donne che le attraversano.\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> violenza \u003Cmark>di\u003C/mark> genere e delle tante iniziative torinesi verso il corteo femminista del 25 novembre a Roma, abbiamo parlato con Chiara della rete Non Una \u003Cmark>di\u003C/mark> Meno \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 11 15 cacerolata chiara nudm\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> seguito i principali appuntamenti:\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 novembre\r\n\r\n\r\nore 21\r\n\r\n\r\npiazza Castello\r\n\r\n\r\nCorteo con cacerolata rumorosa contro la violenza patriarcale\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 novembre cena benefit per il pullman per il corteo del 25 a Roma. Poi karaoke e djset\r\n\r\nOre 20 al Gabrio \u003Cmark>di\u003C/mark> via Millio 42\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 21 novembre ore 17,30 s-conferenza stampa \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte alla Rai in via Verdi contro la narrazione dei media che nega il senso intrinsecamente politico della violenza \u003Cmark>di\u003C/mark> genere.",[69,71,73,75,77,80,82,84],{"matched_tokens":70,"snippet":24},[],{"matched_tokens":72,"snippet":18},[],{"matched_tokens":74,"snippet":14},[],{"matched_tokens":76,"snippet":20},[],{"matched_tokens":78,"snippet":79},[64],"non una \u003Cmark>di\u003C/mark> meno torino",{"matched_tokens":81,"snippet":16},[],{"matched_tokens":83,"snippet":22},[],{"matched_tokens":85,"snippet":12},[],[87,90],{"field":88,"matched_tokens":89,"snippet":66,"value":67},"post_content",[64,64,65],{"field":27,"indices":91,"matched_tokens":93,"snippets":95},[92],4,[94],[64],[79],1733920881995939800,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":38,"score":101,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":92},"2216125530112",14,2,"1733920881995939954",3,6681,{"collection_name":49,"first_q":105,"per_page":106,"q":105},"l'ombrello di maradona",6,{"facet_counts":108,"found":11,"hits":123,"out_of":170,"page":11,"request_params":171,"search_cutoff":28,"search_time_ms":11},[109,115],{"counts":110,"field_name":113,"sampled":28,"stats":114},[111],{"count":11,"highlighted":112,"value":112},"teste-di-minchia-scio","podcastfilter",{"total_values":11},{"counts":116,"field_name":27,"sampled":28,"stats":122},[117,119,121],{"count":11,"highlighted":118,"value":118},"tdm-scio",{"count":11,"highlighted":120,"value":120},"skizzo capotreno",{"count":11,"highlighted":105,"value":105},{"total_values":102},[124],{"document":125,"highlight":142,"highlights":156,"text_match":165,"text_match_info":166},{"comment_count":38,"id":126,"is_sticky":38,"permalink":127,"podcastfilter":128,"post_author":129,"post_content":130,"post_date":131,"post_excerpt":44,"post_id":126,"post_modified":132,"post_thumbnail":133,"post_title":134,"post_type":135,"sort_by_date":136,"tag_links":137,"tags":141},"19089","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-del-tdm-24-ottobre-2013/",[112],"dj","Teste di Minchia sciò – Puntata del 24 ottobre 2013\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPer consigli, critiche o commenti deliranti: tdmblackout@gmail.com\r\n\r\nAscolta la prima parte\r\n\r\ntdm.1\r\n\r\nAscolta la seconda parte\r\n\r\ntdm.2","26 Ottobre 2013","2018-10-28 23:15:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/trio-222x1601-200x110.gif","I podcast del TDM, 24 ottobre 2013","podcast",1382793512,[138,139,140],"http://radioblackout.org/tag/lombrello-di-maradona/","http://radioblackout.org/tag/skizzo-capotreno/","http://radioblackout.org/tag/tdm-scio/",[105,120,118],{"post_content":143,"tags":146},{"matched_tokens":144,"snippet":145,"value":145},[64],"Teste \u003Cmark>di\u003C/mark> Minchia sciò – Puntata del 24 ottobre 2013\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPer consigli, critiche o commenti deliranti: tdmblackout@gmail.com\r\n\r\nAscolta la prima parte\r\n\r\ntdm.1\r\n\r\nAscolta la seconda parte\r\n\r\ntdm.2",[147,152,154],{"matched_tokens":148,"snippet":151,"value":151},[149,64,150],"l'ombrello","maradona","\u003Cmark>l'ombrello\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>maradona\u003C/mark>",{"matched_tokens":153,"snippet":120,"value":120},[],{"matched_tokens":155,"snippet":118,"value":118},[],[157,163],{"field":27,"indices":158,"matched_tokens":159,"snippets":161,"values":162},[38],[160],[149,64,150],[151],[151],{"field":88,"matched_tokens":164,"snippet":145,"value":145},[64],1736172819517538300,{"best_field_score":167,"best_field_weight":168,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":38,"score":169,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":38},"3315704398080",13,"1736172819517538410",6679,{"collection_name":135,"first_q":105,"per_page":106,"q":105},{"title":173,"slug":174,"exerpt":175,"link":176,"featured_media":177,"slot":178},"Riot on Sunset Strip","riot-on-sunset-strip","La macchina del tempo e dello spazio blackoutiana, a zonzo per gli anni ’60, in particolare il periodo 66-68; ma con uno sguardo anche al revival psichedelico degli anni ’80 e nuove proposte in tema, in viaggio con Paul Magoo, Maurizio e DJ Arpon. 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