","9 novembre: Alba VS Ferrero","post",1573125286,[63,64,65,66,67,68,69,70,71,72],"http://radioblackout.org/tag/alba/","http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/chabas/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/ferrero/","http://radioblackout.org/tag/laboratorio/","http://radioblackout.org/tag/nocciole/","http://radioblackout.org/tag/piemonte/","http://radioblackout.org/tag/rojava/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[74,75,76,77,78,79,80,81,82,83],"Alba","autogestione","chabas","Erdogan","ferrero","laboratorio","nocciole","piemonte","rojava","Turchia",{"post_content":85,"tags":90},{"matched_tokens":86,"snippet":88,"value":89},[87],"Laboratorio","Ne parliamo con Federico del \u003Cmark>Laboratorio\u003C/mark> Sociale Chabas, dal quale partirà","Alba scende in piazza contro la Ferrero, contro il suo modello di sviluppo fondato su rapporti importanti con la Turchia di Erdogan.\r\n\r\nNe parliamo con Federico del \u003Cmark>Laboratorio\u003C/mark> Sociale Chabas, dal quale partirà il corteo di sabato. Online tutte le info\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/Alba-VS-Ferrero.mp3\"][/audio]",[91,93,95,97,99,101,104,106,108,110],{"matched_tokens":92,"snippet":74},[],{"matched_tokens":94,"snippet":75},[],{"matched_tokens":96,"snippet":76},[],{"matched_tokens":98,"snippet":77},[],{"matched_tokens":100,"snippet":78},[],{"matched_tokens":102,"snippet":103},[79],"\u003Cmark>laboratorio\u003C/mark>",{"matched_tokens":105,"snippet":80},[],{"matched_tokens":107,"snippet":81},[],{"matched_tokens":109,"snippet":82},[],{"matched_tokens":111,"snippet":83},[],[113,118],{"field":38,"indices":114,"matched_tokens":115,"snippets":117},[27],[116],[79],[103],{"field":119,"matched_tokens":120,"snippet":88,"value":89},"post_content",[87],578730123365712000,{"best_field_score":123,"best_field_weight":124,"fields_matched":125,"num_tokens_dropped":50,"score":126,"tokens_matched":127,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",1,{"document":129,"highlight":150,"highlights":158,"text_match":164,"text_match_info":165},{"cat_link":130,"category":131,"comment_count":50,"id":132,"is_sticky":50,"permalink":133,"post_author":20,"post_content":134,"post_date":135,"post_excerpt":55,"post_id":132,"post_modified":136,"post_thumbnail":137,"post_thumbnail_html":138,"post_title":139,"post_type":60,"sort_by_date":140,"tag_links":141,"tags":146},[47],[49],"98752","http://radioblackout.org/2025/06/barriera-di-milano-laboratorio-di-repressione-via-i-militari/","Barriera, non da oggi, è un laboratorio di controllo e repressione sociale, dove retate, pestaggi, occupazione militare del territorio si intrecciano con l’azione coordinata e precisa di cooperative del Terzo settore, associazioni, Fondazioni di Comunità che attuano politiche volte a prevenire le insorgenze sociali. Temono le proteste spontanee di chi, giorno dopo giorno, subisce profilazione razziale e violenza poliziesca.\r\nIl bastone e la carota apparentemente distanti, in realtà sono complementari.\r\nUn’analisi accorta di queste dinamiche dimostra la diretta complicità e cooperazione tra le forze repressive e il composito ed ambiguo magma del Terzo Settore.\r\nCon Francesco Migliaccio, che su questi temi ha indagato e scritto con attenzione, proveremo a fare una prima, provvisoria mappa in cui si intrecciano le azioni degli specialisti del bastone e di quelli della carota in salsa sinistra.\r\n\r\nPer una Barriera Libera e solidale: via i militari!\r\nSabato 28 giugno\r\ndalle 10 alle 13\r\nin corso Palermo angolo via Sesia, dove da un anno e mezzo ci sono i militari dell’operazione “Strade sicure” e forze dell’ordine ci saranno anche antimilitarist*\r\n\r\nAscolta la diretta con Francesco:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/2025-06-25-migliaccio-barriera.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Giugno 2025","2025-06-26 20:45:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"178\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1-300x178.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1-300x178.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1-1024x607.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1-768x455.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Barriera di Milano, laboratorio di repressione: via i militari!",1750970335,[142,143,144,145],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/barriera-di-milano/","http://radioblackout.org/tag/operazione-strade-sicure/","http://radioblackout.org/tag/terzo-settore/",[37,147,148,149],"barriera di milano","operazione strade sicure","terzo settore",{"post_content":151,"post_title":155},{"matched_tokens":152,"snippet":153,"value":154},[79],"non da oggi, è un \u003Cmark>laboratorio\u003C/mark> di controllo e repressione sociale,","Barriera, non da oggi, è un \u003Cmark>laboratorio\u003C/mark> di controllo e repressione sociale, dove retate, pestaggi, occupazione militare del territorio si intrecciano con l’azione coordinata e precisa di cooperative del Terzo settore, associazioni, Fondazioni di Comunità che attuano politiche volte a prevenire le insorgenze sociali. 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In precedenza Manituana si trovava in via Sant'Ottavio, in uno spazio di proprietà dell'Università di fronte a Palazzo Nuovo che era stato lasciato in seguito all'annuncio da parte dell'ateneo di voler procedere allo sgombero per realizzare dei lavori di messa a norma di quei locali.\r\n\r\nLa polizia si è presentata in forze in via Cagliari e sta tuttora presidiando la zona per mettere i sigilli allo spazio. Gli occupanti si sono radunati nella mattinata per portare via i materiali che si trovavano all'interno di Manituana e hanno poi dato vita a un presidio spontaneo. Altri aggiornamenti e appuntamenti di risposta potrebbero arrivare lungo la giornata.\r\n\r\nIl collegamento dallo sgombero con Jacopo di Manituana:\r\n\r\nsgomberomanituana","16 Maggio 2018","2018-05-21 12:22:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/32742791_1076669225814354_7989448183484776448_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/32742791_1076669225814354_7989448183484776448_n-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/32742791_1076669225814354_7989448183484776448_n-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/32742791_1076669225814354_7989448183484776448_n-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/32742791_1076669225814354_7989448183484776448_n.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sgomberato Manituana, laboratorio culturale autogestito",1526474196,[183,184,185],"http://radioblackout.org/tag/manituana/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[187,188,31],"manituana","sgombero",{"post_content":190,"post_title":194},{"matched_tokens":191,"snippet":192,"value":193},[87],"lo sgombero di Manituana, il \u003Cmark>Laboratorio\u003C/mark> culturale autogestito sede di diverse","E' iniziato nelle prime ore di questa mattina lo sgombero di Manituana, il \u003Cmark>Laboratorio\u003C/mark> culturale autogestito sede di diverse attività che dallo scorso 30 ottobre aveva trovato casa in via Cagliari, nei locali vuoti dello stabile che ospita la sede della Torino Film Commission. 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Per ora si tratta di un accordo appena ratificato e non si sa ancora come potrà dipanarsi questo flusso e cosa significa la semplificazione doganale e l’estensione a servizi, investimenti, e-commerce di quello che però non si configura solo come un libero scambio tradizionale, inserendosi nell’idea del multilateralismo abbandonata dalla politica aggressiva dei dazi suprematisti, che ha affossato il Tpp di Bush e Obama che poteva contrastare lo strapotere cinese sull’oceano. Se Biden probabilmente cercherà di ritessere la trama del vecchio Tpp, è un dato di fatto che ormai i firmatari del Rcep (che hanno lasciato comunque aperto l’uscio per un ingresso anche dell’India) sono tali che ne fanno un interlocutore imprescindibile per tutte le economie. Anche se non è ancora un’area regolamentata come l’Unione Europea, si propone come una potenza con cui bisogna fare i conti.\r\n\r\n\r\n\r\nL’oltraggio all’inno e la guerra tecnologica in funzione politica\r\n\r\nLeggi sempre più liberticide si impongono in particolare per ridurre alla ragione Hong Kong, manifestazioni sono state disperse, parlamentari sospesi o autodimissionari; si è giunti a una calma apparente a HK, perché si è imposto il timore continentale. Una linea dura che intende sbarazzarsi dell’opposizione. La strategia è brutale e complessa nella sua elementare applicazione.\r\n\r\nSu entrambi gli argomenti abbiamo sentito da Hong Kong Ilaria Maria Sala (sua la foto del luogo da cui si è tenuta la corrispondenza)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_19-Rcep-e-sospensione-libertà-a-HK.mp3\"][/audio]","20 Novembre 2020","2020-11-20 01:29:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-19_rcep-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-19_rcep-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-19_rcep-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-19_rcep-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-19_rcep-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-19_rcep.jpg 1410w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Hong Kong, sguardo privilegiato su accordi indo-pacifici e laboratorio “patriottico”",1605831249,[217,218,219],"http://radioblackout.org/tag/hong-kong/","http://radioblackout.org/tag/indo-pacifico/","http://radioblackout.org/tag/rcep/",[221,222,223],"Hong Kong","indo-pacifico","Rcep",{"post_title":225},{"matched_tokens":226,"snippet":227,"value":227},[79],"Hong Kong, sguardo privilegiato su accordi indo-pacifici e \u003Cmark>laboratorio\u003C/mark> “patriottico”",[229],{"field":160,"matched_tokens":230,"snippet":227,"value":227},[79],{"best_field_score":166,"best_field_weight":167,"fields_matched":127,"num_tokens_dropped":50,"score":232,"tokens_matched":127,"typo_prefix_score":50},"578730123365187705",{"document":234,"highlight":260,"highlights":264,"text_match":164,"text_match_info":267},{"cat_link":235,"category":236,"comment_count":50,"id":237,"is_sticky":50,"permalink":238,"post_author":20,"post_content":239,"post_date":240,"post_excerpt":55,"post_id":237,"post_modified":241,"post_thumbnail":242,"post_thumbnail_html":243,"post_title":244,"post_type":60,"sort_by_date":245,"tag_links":246,"tags":253},[47],[49],"33649","http://radioblackout.org/2016/01/ceuta-melilla-laboratorio-per-esternalizzare-i-respingimenti/","\"Ceuta e Melilla, centri di identificazione a cielo aperto alle porte dell’Africa\" è il titolo del nuovo rapporto congiunto dell’associazione marocchina Gadem (Groupe antiraciste d’accompagnement et de défense des étrangers et migrants) in collaborazione con APDHA (Associazione per i Diritti Umani dell’Andalusia, Spagna), Cimade (Francia) e Migreurop (Rete euro-africana), elaborato sulla base delle informazioni raccolte durante le missioni sul campo condotte nel 2015 alle frontiere di Ceuta e Melilla. Le 64 pagine di cui si compone si possono scaricare dal sito di melting pot \"Questa pubblicazione\", scrivono le ONG nell’introduzione del rapporto, \"esce in un momento caratterizzato dall’intensificazione della repressione verso i migranti africani nel nord del Marocco. I raid delle forze di sicurezza hanno luogo quotidianamente nei quartieri di Tangeri e nelle foreste intorno Fnideq e Nador. Queste operazioni, spesso violente, sfociano in arresti collettivi seguiti da sgomberi forzati\".\r\n\r\nMelilla e Ceuta sono laboratori delle politiche migratorie dell’Unione europea (UE), poiché presentano l’unica frontiera terrestre fra il territorio comunitario e i paesi africani. Questa è fra le conclusioni emerse dal rapporto. Le organizzazioni che hanno analizzato informazioni provenienti da migranti ma anche dalla Guardia Civil e associazioni cattoliche o laiche, avvocati, visite nei centri stessi; sostengono che i meccanismi noti quali “devoluciones en caliente” (rimpatri immediati), violano i diritti fondamentali dell’uomo e vengono eseguiti in queste città al fine di provarne l’efficienza. Inoltre il documento espone che le “autorità marocchine e spagnole” godono apparentemente dell’impunità nel momento in cui applicano politiche al fine di contrastare l’immigrazione clandestina. Inoltre si aggiunge razzismo a razzismo: sono luoghi in cui le autorità determinano se si tratti di un “rifugiato buono” o di un “immigrante cattivo”. Difatti gli uffici di asilo sono inaccessibili per alcuni potenziali richiedenti , infatti queste strutture sono usate maggiormente per i siriani e anche per algerini e palestinesi di origine siriana, tralasciando chi proviene da paesi subsahariani.\r\n\r\nSono state anche create nuove forme di contenzione: i Centri di Soggiorno Temporaneo di Immigrati (CETI) che rappresentano la seconda fase di questo processo di “identificazione” degli stranieri svolto in città e alle frontiere; tali centri tengono in condizioni di “arresto” le persone fino a determinare se abbiano diritto a rimanere nel paese.\r\n\r\nInfine ci potrebbe essere un accordo non scritto tra la Spagna e il Marocco al fine di regolare l’arrivo di rifugiati siriani. Questo documento dimostra che, mentre all’inizio arrivavano sino a 70 siriani al giorno a Melilla, dopo una visita del Ministro dell’Interno, Jorge Fernández Díaz, a Rabat, il numero è sceso tra 20 e 25. Di fronte a queste circostanze, il rapporto ci porta a formulare due ipotesi: da una parte asserisce con sicurezza che gli alberghi, i taxi e i ristoranti di Nador non si erano mai visti così pieni, soprattutto quando più siriani erano obbligati a viaggiare sino alle frontiere di Beni Ensar per cercare di superarle; dall’altra parte si segnala la presenza di mafie che sostengono di arrivare a riscuotere fino a 3.000€ per facilitare l’ingresso a Melilla.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandra Capodanno di Migreurop\r\n\r\nUnknown","22 Gennaio 2016","2016-01-27 13:10:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/2016-01-22_ceuta-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"284\" height=\"178\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/2016-01-22_ceuta.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Ceuta-Melilla: laboratorio per esternalizzare i 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partitici, spaventati dal consenso raccolto.\r\n\r\nVengono ripresi alcuni punti delineati dal libro Un Grillo qualunque (Castelvecchi Editore) di Giuliano Santoro e vengo aggiunte ulteriori importanti riflessioni sul bacino di consenso del movimento-partito, la struttura organizzativa e gli elementi di ambiguità e di consenso che caratterizzano il programma politico del M5S.\r\n\r\nNicola Casali 22.01.2013\r\n\r\n\r\n ","22 Gennaio 2013","2013-01-24 21:45:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/beppe-grillo-4-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/beppe-grillo-4.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/beppe-grillo-4.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/beppe-grillo-4-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/beppe-grillo-4-170x170.jpg 170w\" 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Il duplice uso della Ricerca” e tra i promotori dell’appello contro il bando MAECI firmato da oltre 2500 tra docenti e ricercatori, che nelle scorse settimane ha in cassato il sostegno delle Università di Torino e della Normale di Pisa, nonché l’impegno del CNR a no promuovere collaborazioni in ambito militare o “dual use”. La mobilitazione ha riguardato e continua a riguardare decine di atenei in tutta Italia ma per quanto una certa narrazione mediatica abbia voluto raccontare le Università ostaggio di pochi studenti facinorosi, è stato invece il corpo docenti e ricercatori a prendere l’iniziativa. Ovviamente l’iniziativa non ha nulla a che vedere con la collaborazione tra singoli professori nell’ambito della ricerca o della didattica ma cerca di evidenziare come il sapere scientifico non abbia nulla di neutro e le Università possono rendersi strumento di oppressione e aggressione non solo in tempo di guerra, come testimonia la massiccia presenza di Leonardo S.P.A. all’interno dei nostri programmi di ricerca.\r\n\r\nProseguiamo presentando un libro, “Laboratorio Palestina. Come Israele esporta la tecnologia dell’occupazione in tutto il mondo”, di Antony Loewenstein, ebreo australiano, che esce in inglese nel 2023 qualche mese prima degli attacchi del 7 ottobre. \r\n\r\nSi tratta di un libro divulgativo che possiamo inserire nel solco del giornalismo d’inchiesta di matrice liberale. Il focus del libro è dimostrare come Israele abbia fornito le sue tecnologie militari in sprezzo di qualunque considerazione sull’utilizzo che ne sarebbe stato fatto da regimi criminali o anche a stati democratici che hanno affrontato situazioni interne particolarmente difficili. Il nesso è chiaro: «L’alternativa è tra i diritti civili in qualche paese e il diritto di Israele a esistere (…) vorrei vedere uno qualsiasi di voi che, di fronte a questo dilemma, dica: “No, sosterremo i diritti umani in quest’altro paese”. Signori, non funziona così» (Eli Pinko, ex capo dell’Agenzia per il Controllo delle Esportazioni della Difesa di Israele).\r\n\r\nLa tesi più rilevante del libro è che la Palestina sia il vero laboratorio dentro il quale Israele ha costruito la sua supremazia globale in tema di oppressione, di sicurezza interna, di cybersicurezza, di controllo. Sulla pelle dei Palestinesi e sulle loro sofferenze è stata costruita un’immagine globale che viene venduta alle fiere specializzate del settore da una Paese che si è costruito in questo campo come una vera “Startup Nation” in salsa etnonazionalista senza che in realtà Israele sia in grado di mantenere questa promessa globale che anzi, si alimenta della sua stessa irrealizzabilità. Perché quello dell’insicurezza è un business senza fine. Al punto che non si capisce più se il rapporto coloniale con la Palestina sia la causa o l’effetto della mission economica diIsraele. 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L'abbiamo intervistato sulle caratteristiche delle guerre in corso e sulle tendenze di medio periodo dello scontro imperialista/multipolarista in atto, con un focus sui limiti e le contraddizioni che travagliano la sinistra anti-capitalista sul tema guerra/imperialismo.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/la-fine-21.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nMichele Lancione, Università e Militarizzazione. Il duplice uso della Ricerca, Eris, 2023\r\n\r\nAntony Loewenstein, Laboratorio Palestina. Come Israele esporta la tecnologia dell’occupazione in tutto il mondo, Fazi, 2024\r\n\r\nL'inchiesta di Yuval Abraham: lavender-ai-israeli-army-gaz\r\n\r\nFrancesca Mannocchi - Yagil Levy: \"L'esercito israeliano è disintegrato. 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Nordafrica,l'esempio egiziano ed algerino,la crisi economica che si avvita sempre di piu' ,il rifiuto delle condizionalità imposte dagli organismi finanziari internazionali per concedere un prestito di quasi 2 miliardi di dollari, la fragile alternativa del ricorso alle pratiche estrattiviste relative alle risorse di fosfati presenti in Tunisia ,il richiamo ideologico all'eredità di Bourghiba ,la torsione autoritaria che si manifesta con la censura di un libro alla Fiera Internazionale del libro di Tunisi, dove alcuni agenti della sicurezza hanno sequestrato un saggio politico che lo raffigura come Frankestein.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BASTIONI-040523-TUNISIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo a Mayotte per raccontare con Giovanni Gugg della redazione di Focus on Africa della situazione dell'isola,territorio metropolitano francese, che si trova tra il Mozambico e il Madagascar dove è scattata una violenta operazione repressiva contro gli insediamenti dei migranti provenienti dalle Comore .\r\n\r\nIn questa operazione chiamata Wuambushu (“ripresa”),sono impiegati piu' di un migliaio di poliziotti fatti venire dalla Francia,operazione che doveva rimanere segreta ma che è stata svelata dal giornale “Le Canard Enchaîné” un paio di mesi fa ,condannata dalle organizazzioni per la tutela dei diritti umani e che assomiglia per le modalità brutali allo sgombero degli insediamenti di migranti a Calais nel 2016 e nel 2020.Parliamo anche della condizione sociale di Mayotte ,della sua controversa appartenenza al territorio metropolitano francese ,i suoi rapporti con le Comore a cui naturalmente appartiene se non fosse stata separata con una forzatura dopo il referendum del 1975.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BASTIONI-040523-MAYOTTE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://www.focusonafrica.info/mayotte-tensioni-per-loperazione-wuambushu-nel-dipartimento-doltremare-francese/\r\n\r\n ",{"matched_tokens":437,"snippet":438,"value":438},[377],"BASTIONI DI ORIONE 04/05/2023- TUNISIA \u003Cmark>LABORATORIO\u003C/mark> POLITICO DI UN SOVRANISMO NORDAFRICANO-MAYOTTE LA MANO PESANTE DI DARMANIN SUI 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I Centri sono ancora la punta dell’iceberg legislativo costruito per mantenere sotto costante ricatto gli immigrati nel nostro paese, tuttavia rappresentano sempre di più un problema sia economico che di immagine per i governi di turno.\r\nChi lotta viene duramente represso: i prigionieri che protestano possono essere arrestati, rinchiusi in isolamento, espulsi immediatamente o semplicemente obbligati a dormire in terra.\r\nIn questi stessi anni è cambiato, complice l’obbligatorio recepimento della direttiva europea sui rimpatri, entrata in vigore il 24 dicembre 2011, ma recepita in modo parziale e restrittivo dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, anche il quadro legislativo. La reclusione massima dentro ai centri è passata da sei mesi ad un anno e mezzo, nel contempo avrebbero dovuto applicare la prigionia come estrema ratio, ma di fatto le norme che tutelano chi ha parenti o problemi di salute sono rimaste in buona parte inapplicate.\r\nIn questo contesto sono mutate le forme di resistenza dei reclusi: le lotte hanno perso il carattere rivendicativo rispetto alle condizioni di vita nei Centri, per trasformarsi in rivolte miranti alla fuga collettiva.\r\nIl governo sta puntando a colpire i prigionieri più attivi, isolandoli dagli altri in celle di punizione.\r\nLe lotte nei CIE non sono mai venute meno, ma la vita della gran parte degli immigrati è altrove: il lavoro, il pezzo di carta, la casa. Su questi terreni lotte anche molto radicali si sono moltiplicate, segnando un'inversione di tendenza rispetto al recente passato.\r\nNei legami di solidarietà che si creano nelle lotte cominciano ad aprirsi delle possibilità di creare un terreno di conflitto comune tra sfruttati, che pareva impossibile sino a pochi anni fa.\r\nIl CIE resta sullo sfondo: è un rischio che ogni immigrato senza carte corre ma è meno assillante dei mille inghippi della vita quotidiana.\r\nLe lotte degli antirazzisti non hanno saputo essere abbastanza incisive da bucare il silenzio che circonda questi luoghi. L'indignazione che attraversa settori della società civile non sa farsi azione: l'azione è ancora patrimonio di pochi attivisti.\r\nLa scommessa è quella di allargare il fronte, portando la realtà del CIE per le strade e per le piazze delle nostre città. \r\nOggi più che mai la lotta contro i Centri investe direttamente soprattutto gli italiani. E' un'urgenza morale non chiudere gli occhi di fronte a uomini e donne rinchiusi solo perché privi di un documento.\r\nMa non solo.\r\nI CIE sono sempre più una sorta di laboratorio dove si sperimentano forme di reclusione diverse dal carcere e molto più simile al manicomio criminale. Luoghi dove si entra per un arbitrio che può essere prolungato con la semplice firma di uno psichiatra o di un giudice di pace.\r\nNei CIE si sperimentano forme di controllo sociale che presto potrebbero essere applicate anche ad altri, sul modello dei vecchi ospizi per i poveri. Luoghi dove rinchiudere chi ha perso nella routette russa della vita sotto il capitalismo.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Federico, un compagno di Trieste molto attivo nella lotta contro il CIE di Gradisca.\r\nAscolta il suo intervento\r\n2013 04 19 federico CIE\r\n\r\nAscolta anche la chiacchierata fatta con Simone sulla rivolta e le fughe dal CIE di Modena\r\n\r\n2013 04 12 simone CIE Modena","19 Aprile 2013","2018-10-17 23:00:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/Prigione-200x110.jpg","CIE. 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Sul sito di progettato interramento, è già stato costruito un laboratorio sperimentale ed un archivio, pedine strategiche sul campo che, vestendo il camice bianco della ricerca, intendono portare ulteriormente la morte nucleare nel territorio ed a tutti i suoi viventi.\r\nQui il pieghevole scaricabile che presenta il campo che si oppone al nucleare ed al suo mondo incontro-internazionale\r\nI contatti: vmc@riseup.net http://campvmc.noblogs.org/\r\n\r\nAscolta il contributo\r\nBure_primaparte\r\n\r\nBure_secondaparte","11 Maggio 2015","2018-10-17 22:09:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/vieuxcailloux-200x110.jpg","Bure, Francia: campo internazionale contro il nucleare ed il suo mondo",1431378069,[495,496,497,498,499,500,501,502,503,504,505,506,507,508],"http://radioblackout.org/tag/1-10-agosto-2015/","http://radioblackout.org/tag/bure/","http://radioblackout.org/tag/campo-antiautoritario-ed-anticapitalista/","http://radioblackout.org/tag/deposito-scorie-nucleari/","http://radioblackout.org/tag/devastazione-ambientale/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/interramento-scorie/","http://radioblackout.org/tag/laboratorio-sperimentale/","http://radioblackout.org/tag/liberazione-della-terra/","http://radioblackout.org/tag/no-nucleare/","http://radioblackout.org/tag/nocivita/","http://radioblackout.org/tag/ricerca/","http://radioblackout.org/tag/ricerca-nucleare/","http://radioblackout.org/tag/societa-nucleare/",[510,511,512,513,514,515,516,517,518,519,520,521,522,523],"1-10 agosto 2015","Bure","campo antiautoritario ed anticapitalista","deposito scorie nucleari","devastazione ambientale","francia","interramento scorie","laboratorio sperimentale","liberazione della terra","no nucleare","nocività","ricerca","ricerca nucleare","società nucleare",{"post_content":525,"tags":529},{"matched_tokens":526,"snippet":527,"value":528},[79],"è già stato costruito un \u003Cmark>laboratorio\u003C/mark> sperimentale ed un archivio, pedine","Nella puntata di domenica 10 maggio 2015, è andato in onda un contributo realizzato con chi sta partecipando all'organizzazione di un campo antiautoritario ed anticapitalista che si terrà dal primo al 10 agosto 2015 nella Francia orientale, a Bure, sito che è stato scelto come deposito permanente delle scorie nucleari già create e di quelle a venire. 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