","Città dell’aerospazio: antimilitarist* contestano l’avvio dei lavori / Aggiornato","post",1741723312,[60,61],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/guerra/",[27,30],{"post_content":64,"post_title":69},{"matched_tokens":65,"snippet":67,"value":68},[66],"lavori","di protesta contro l'inizio dei \u003Cmark>lavori\u003C/mark> preliminari alla costruzione dell'area del","Questa mattina a Torino, in corso Marche, davanti alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, c'è stata un'iniziativa di protesta contro l'inizio dei \u003Cmark>lavori\u003C/mark> preliminari alla costruzione dell'area del Politecnico della Cittadella dell'aerospazio. Con striscioni e volantini distribuiti ai passanti e agli automobilisti, e una lunga battitura dei cancelli con mestoli e pentole, alcunx antimilitartistx, studentx del Poli e abitantx del quartiere hanno manifestato contro la costruzione di un polo per la ricerca bellica all'interno della fabbrica di morte Leonardo, in cui si progettano e realizzano droni, cacciabombardieri e altre tecnologie destinate agli scenari di guerra. Ci siamo messi in collegamento con il presidio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/antimiliatristx.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n“Lunedì 10 marzo. 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Continueremo a metterci di mezzo.”\r\nQuesto l’incipit del comunicato diffuso dal “Coordinamento contro la guerra e chi la arma”.\r\n\r\nDopo la veloce diretta di ieri abbiamo registrato un’intervista con Marco Meotto, uno dei partecipanti.\r\n\r\nAscolta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/2025-03-10-meotto-città-aerospazio.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":70,"snippet":71,"value":71},[66],"Città dell’aerospazio: antimilitarist* contestano l’avvio dei \u003Cmark>lavori\u003C/mark> / Aggiornato",[73,76],{"field":74,"matched_tokens":75,"snippet":71,"value":71},"post_title",[66],{"field":77,"matched_tokens":78,"snippet":67,"value":68},"post_content",[66],578730123365187700,{"best_field_score":81,"best_field_weight":82,"fields_matched":83,"num_tokens_dropped":47,"score":84,"tokens_matched":85,"typo_prefix_score":47},"1108091338752",15,2,"578730123365187706",1,{"document":87,"highlight":109,"highlights":117,"text_match":79,"text_match_info":122},{"cat_link":88,"category":89,"comment_count":47,"id":90,"is_sticky":47,"permalink":91,"post_author":21,"post_content":92,"post_date":93,"post_excerpt":52,"post_id":90,"post_modified":94,"post_thumbnail":95,"post_thumbnail_html":96,"post_title":97,"post_type":57,"sort_by_date":98,"tag_links":99,"tags":104},[44],[46],"91794","http://radioblackout.org/2024/09/difendere-il-parco-fermare-il-cantiere-le-mobilitazioni-per-difendere-il-meisino-a-dieci-giorni-dallinizio-dei-lavori/","Da circa dieci giorni sono cominciati i lavori al parco del Meisino, in borgata Sassi, dove il Comune vorrebbe costruire una nuova \"Cittadella dello Sport\" con i fondi del PNRR, fondi \"a perdere\" dell’Unione Europea - da spendere assolutamente entro il 2026 - con investimenti calati dall’alto che cementificano ulteriori pezzi di verde pubblico metropolitano sacrificandoli al profitto di pochi. Da tempo il Comitato Salviamo il Meisino aveva denunciato il progetto e da giovedì scorso, data di inizio dei lavori, comitati e solidali si ritrovano tutte le mattine al parco per impedire l’avanzamento del cantiere. Città e questura hanno risposto sin da subito con la militarizzazione del parco e il massiccio intervento della polizia che però non scoraggia i solidali.\r\n\r\nCon un compagno facciamo un aggiornamento dal blocco dei lavori di stamattina, un rilancio delle iniziative del weekend e una riflessione sui progetti di cementificazione e messa a valore degli spazi verdi urbani e sui numerosi tentativi di opporvisi che a macchia di leopardo si stanno espandendo in tutta Italia.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Meisino-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRicordiamo i prossimi appuntamenti già fissati:\r\n\r\nsabato 14 settembre, ore 15.00 manifestazione al Meisino per controllare insieme lo stato dei lavori e contro la devastazione del parco\r\n\r\ndomenica 15 settembre dalle h 14.30 presidio artistico al parco, alla spiaggieta con la possibilità di disegnare alberi che verranno successivamente esposti in una mostra allo Sporting Dora.\r\n\r\nsabato 21 settembre biciclettata Future Parade\r\n\r\ndomenica 29 settembre biciclettata Bici e Dintorni con partenza da piazza Castello alle ore 9.45 con tappa al parco (indicativamente verso le 10.30) e momento di autofinanziamento\r\n\r\nVi invitiamo a seguire il canale Telegram \"Salviamo il Meisino\" per ulteriori informazioni\r\n\r\n ","13 Settembre 2024","2024-09-13 16:16:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/images-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/images.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Difendere il parco, fermare il cantiere. 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A seguire polenta e concerto dei Fak'it Nabbie alle 15.\r\n\r\nIl progetto Farmacia Viva è nato un anno fa sui alcuni terreni che rischieranno di essere devastati per la costruzione della TAV, lungo la cosiddetta interconnessione Bussoleno-Susa. Gli appezzamenti, di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana sono state ripulite e coltivate con piante medicinali, restituendole così alla comunità, rilanciando inoltre un'idea diversa di medicina.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una delle compagne di Farmacia Viva:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Farmaciavia.181023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPer maggiori informazioni su Farmacia Viva:\r\n\r\nhttps://bachecavalsusa.noblogs.org/post/2022/11/26/progetto-farmacia-viva/","18 Ottobre 2023","2023-10-18 15:18:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/IMG_20231018_141306_466-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/IMG_20231018_141306_466-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/IMG_20231018_141306_466-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/IMG_20231018_141306_466-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/IMG_20231018_141306_466-768x1086.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/IMG_20231018_141306_466.jpg 905w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Giornata di lavori collettivi a Farmacia Viva",1697642327,[137],"http://radioblackout.org/tag/farmacia-viva/",[139],"Farmacia viva",{"post_content":141,"post_title":145},{"matched_tokens":142,"snippet":143,"value":144},[66],"ci sarà una giornata di \u003Cmark>lavori\u003C/mark> collettivi presso i terreni occupati","A San Gal (che era ieri)\r\nsëmna ’l brich e ’dcò la val ...\r\n\r\n\r\n\r\nSabato 21 ottobre, dalle 9,30 del mattino, ci sarà una giornata di \u003Cmark>lavori\u003C/mark> collettivi presso i terreni occupati di Farmacia Viva, in bassa Valle di Susa, al km 48,800 della statale 24. 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Il primo è sulle nicchie in costruzione nella galleria \"geognostica\" di Chiomonte, necessarie per far muovere i mezzi che, dal cuore della montagna cominceranno a portare lo smarino degli scavi.\r\nIl secondo è sullo svincolo autostradale che la Sitaf, la società che gestisce l'autostrada a 32 e il tunnel del Brennero sta preparandosi a costruire per il movimento e l'ingresso dei mezzi pesanti.\r\nIl terzo ed ultimo audio è dedicato all'area di San Didero, dove dovrebbero partire i lavori per la costruzione del nuovo autoporto, che sostituirà quello di Susa, che verrà demolito per consentire i lavori per il Tav.\r\nAscolta i tre audio:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-22-franchino-nicchie-01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-22-franchino-svincolo-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-22-sandidero-franchino-03.mp3\"][/audio]","23 Febbraio 2021","2021-02-23 15:03:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel-1536x1024.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/chiomonte-tunnel.jpg 1900w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Dalla Clarea a San Didero: il punto su lavori ed appalti",1614092549,[168,169,170,171,172,173,174,175,176],"http://radioblackout.org/tag/a32/","http://radioblackout.org/tag/autoporto/","http://radioblackout.org/tag/cantiere-di-chiomonte/","http://radioblackout.org/tag/clarea/","http://radioblackout.org/tag/nicchie/","http://radioblackout.org/tag/san-didero/","http://radioblackout.org/tag/sitaf/","http://radioblackout.org/tag/svincolo-autostradale-di-chiomonte/","http://radioblackout.org/tag/tav/",[178,179,180,181,182,183,184,185,18],"a32","autoporto","cantiere di chiomonte","clarea","nicchie","san didero","sitaf","svincolo autostradale di chiomonte",{"post_content":187,"post_title":191},{"matched_tokens":188,"snippet":189,"value":190},[66],"approfondimento tecnico sullo stato dei \u003Cmark>lavori\u003C/mark> e degli appalti nel tre","Vi proponiamo un veloce approfondimento tecnico sullo stato dei \u003Cmark>lavori\u003C/mark> e degli appalti nel tre zone calde per la realizzazione della nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.\r\nIeri sono cominciate le procedure di esproprio degli oltre mille comproprietari No Tav di alcuni appezzamenti nell'area destinata a cantiere a Chiomonte.\r\nSimone Franchino, tecnico No Tav, ci ha inviato tre audio. 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Sentiamo in diretta una compagna dal presidio resistente dei mulini:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/notav-12-12.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nVenerdì 11 alle 18 è stato convocato un presidio sul lato di Chiomonte, mentre Domenicasarà il giorno di una manifestazione a Giaglione dalle 11, portate scarponi e pranzo al sacco. Per chiunque può il movimento no-tav rinnova l’invito a raggiungere i Mulini per supportare i resistenti nei prossimi giorni.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSu quanto avvenuto ieri a Giaglione si esprime così Nicoletta Dosio:\r\n\r\nAnche questa sera si torna a casa con la nausea ed i polmoni in fiamme. Non è il Covid: sono almeno un centinaio i lacrimogeni lanciati dal posto di blocco fatto di centinaia e centinaia di agenti in assetto antisommossa, schierati contro di noi giovani e anziani NO TAV.\r\n\r\nFinisce così una giornata che ha avuto inizio nel cuore della notte, con l’occupazione militare e le ruspe che abbattono alberi e, per allargare il cantiere TAV devastano il sottobosco dei Mulini, là dove, protette da foglie ed erba secca, dormono le larve della Zerinthia, la farfalla meravigliosa e rarissima per la quale l’Università di Torino ha vantato un progetto di protezione.\r\nSiamo un centinaio di persone, giovani ed anziani. Dopo una breve assemblea al presidio di Venaus, ci siamo messi in cammino verso il posto di blocco che impedisce l’accesso al Comune di Giaglione.\r\nLontano, molto lontano, al fondo della strada che serpeggia da frazione a frazione e si fa sentiero in mezzo ai boschi, resiste il presidio dei Mulini, un pugno di giovani sotto assedio.\r\nDopo il bivio dei Passeggeri, scendiamo per un breve tratto, lungo la statale che scende a Susa: un piccolo striscione portato dai ragazzi, qualche fiaccola sopravvissuta ad altre manifestazioni, slogan che ci danno coraggio contro il freddo e la notte .\r\n\r\nLa strada che sale dal bivio di Giaglione è tutta un lampeggiante blu.\r\nI lacrimogeni ci piovono addosso all’improvviso, a freddo, in risposta a quattro slogan. Ne sono investite pure le case al bivio (vediamo facce spaventate alle finestre). I bossoli lasciano segni anche sulle carrozzerie delle macchine che transitano sulla statale verso casa.\r\nPer sfuggire alla nuvola di veleno cerchiamo di ritornare verso il bivio di Venaus, ma altri lampeggianti blu ci respingono indietro, verso Susa.\r\nParte un’altra sparatoria di lacrimogeni. Siamo presi da tutte le parti, chiusi tra barriere di fumo che ci impediscono di respirare. Altri lacrimogeni sparati sopra di noi colpiscono la parete di roccia che delimita la strada a nord. Il fumo investe la parte alta di Susa, in direzione della casa di riposo protetta da giardini che nulla possono contro il fumo mortifero.\r\nIntorno tutti tossiscono; c’è chi vomita; le mascherine anticovid, lungi dall’essere una protezione, aumentano il senso di soffocamento, intrappolano l’odore e il bruciore.\r\nDopo un tempo che sembra infinito, riusciamo a metterci in cammino verso Venaus. Nonostante la situazione difficile, nessuno si è defilato, nessuno ha cercato scampo da solo: anche questa volta, come sempre, si parte e si torna insieme.\r\n\r\nCome sono lontani i palazzi del potere, dove, tra arroganza, menzogna e viltà si decide sulla vita e sulla morte di popolazioni e territori… Ma noi sappiamo che nulla potranno contro la testarda determinazione di una collettività che non dimentica il passato e lotta per il diritto alla vita e alla dignità, per tutti\r\nI popoli in rivolta scrivono la storia. NO TAV, fino alla vittoria!","11 Dicembre 2020","2020-12-11 11:23:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/09/notav-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"217\" height=\"164\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/09/notav.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Tav: Iniziano i lavori di allargamento",1607685828,[256,257],"http://radioblackout.org/tag/mulini-di-clarea/","http://radioblackout.org/tag/notav/",[259,23],"mulini di clarea",{"post_content":261,"post_title":265},{"matched_tokens":262,"snippet":263,"value":264},[66],"e Giovedì sono incominciati i \u003Cmark>lavori\u003C/mark> di allargamento del cantiere del","Nella notte tra Mercoledì e Giovedì sono incominciati i \u003Cmark>lavori\u003C/mark> di allargamento del cantiere del Tav da Chiomonte su Giaglione. 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Questo quadro strategico vede il Vecchio Continente come Hub logistico dell’esercito statunitense in vista di una guerra senza confini contro Russia e Cina, oltre all’ormai martoriato Medio Oriente.\r\n\r\nAttraverso l’analisi di Michael Klare “Foreign Policy in Focus” possiamo capire, attraverso le parole dei generali del Pentagono, le strategie militari che coinvolgono tutto il globo, infatti terminata la “guerra al terrorismo” durata più di 15 anni ci si appresta ad entrare in una “guerra lunga” dove le superpotenze economico-militari si affronteranno a colpi di dazi e hacker intanto che gli eserciti creano avamposti e linee di tensione. Dal Mar Baltico al Mar Cinese meridionale, dalla Siria alla Corea del Nord, ogni angolo del mondo è compromesso e minacciato dal giogo di una guerra che potrebbe scoppiare da un giorno all’altro.\r\n\r\n\r\n\r\nper ascoltare il podcast premi qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/podcast-26-sett.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","4 Ottobre 2018","2018-11-02 19:27:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/no-camp-752x440-200x110.jpg","inizio lavori al Camp Derby e Guerra Lunga - puntata del 26 settembre","podcast",1538678544,[348,349,61],"http://radioblackout.org/tag/camp-derby/","http://radioblackout.org/tag/geopolitica/",[351,352,30],"camp derby","geopolitica",{"post_content":354,"post_title":358},{"matched_tokens":355,"snippet":356,"value":357},[66],"Sono incominciati i \u003Cmark>lavori\u003C/mark> di taglio degli alberi nella","Sono incominciati i \u003Cmark>lavori\u003C/mark> di taglio degli alberi nella pineta del Tombolo tra Pisa e Livorno per la costruzione della ferrovia che andrà a collegare la base americana di Camp Derby al Porto di Livorno e all’aeroporto di Pisa.\r\n\r\nCostruita nel 1951 la base di Camp Derby è oggi la più ampia base statunitense al di fuori del territorio nazionale e fa risparmiare all’esercito a stelle e strisce una buona parte di tempo per rifornirsi di artiglieria leggera e pesante. Nell’ultimo quinquennio le armi depositate a Pisa hanno alimentato le guerre in Siria, Iraq e Yemen, mentre i vari amministratori locali e regionali spianavano la strada per la realizzazione di queste migliorie logistiche: la ferrovia nella pineta e il ponte girevole sul canale dei Navicelli.\r\n\r\nQuesti interventi del Pentagono non si limitano all’Italia, ma trovano terreno fertile in tutta Europa, soprattutto nei paesi che condividono i confini con la Russia, la Polonia in particolar modo. Questo quadro strategico vede il Vecchio Continente come Hub logistico dell’esercito statunitense in vista di una guerra senza confini contro Russia e Cina, oltre all’ormai martoriato Medio Oriente.\r\n\r\nAttraverso l’analisi di Michael Klare “Foreign Policy in Focus” possiamo capire, attraverso le parole dei generali del Pentagono, le strategie militari che coinvolgono tutto il globo, infatti terminata la “guerra al terrorismo” durata più di 15 anni ci si appresta ad entrare in una “guerra lunga” dove le superpotenze economico-militari si affronteranno a colpi di dazi e hacker intanto che gli eserciti creano avamposti e linee di tensione. Dal Mar Baltico al Mar Cinese meridionale, dalla Siria alla Corea del Nord, ogni angolo del mondo è compromesso e minacciato dal giogo di una guerra che potrebbe scoppiare da un giorno all’altro.\r\n\r\n\r\n\r\nper ascoltare il podcast premi qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/podcast-26-sett.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":359,"snippet":360,"value":360},[66],"inizio \u003Cmark>lavori\u003C/mark> al Camp Derby e Guerra Lunga - puntata del 26 settembre",[362,364],{"field":74,"matched_tokens":363,"snippet":360,"value":360},[66],{"field":77,"matched_tokens":365,"snippet":356,"value":357},[66],{"best_field_score":81,"best_field_weight":82,"fields_matched":83,"num_tokens_dropped":47,"score":84,"tokens_matched":85,"typo_prefix_score":47},{"document":368,"highlight":417,"highlights":460,"text_match":79,"text_match_info":469},{"comment_count":47,"id":369,"is_sticky":47,"permalink":370,"podcastfilter":371,"post_author":372,"post_content":373,"post_date":374,"post_excerpt":52,"post_id":369,"post_modified":375,"post_thumbnail":376,"post_title":377,"post_type":345,"sort_by_date":378,"tag_links":379,"tags":398},"27979","http://radioblackout.org/podcast/le-esposizioni-universali-ed-expo-milano-2015-il-colpo-della-strega-19febbraio2015/",[302],"dj","Puntata dedicata ad alcuni approfondimenti sull'Expo 2015 di Milano.\r\n***Un lungo excursus sulla storia delle esposizioni universali, a partire dall'\"Atlante delle grandi esposizioni universali. Storia e geografia del medium espositivo\", di Luca Massidda, edito dalla Franco Angeli.\r\nNegli ultimi vent'anni il dispositivo dell'esposizione universale è tornato ad assumere una nuova centralità, a causa delle modificazioni dell'economia globale e della presenza massiccia e diffusa dei media. Mega eventi attraverso i quali il capitale si autorappresenta, si conferma e si giustifica, anche alla luce del fatto che i valori che le vecchie esposizioni universali mettevano in campo, non esistono più: l'allora nascente società di massa, l'autorappresentazione identitaria degli stati nazione, il modo di produzione industriale, la metropoli moderna, l'ideologia modernista, la giovane industria culturale.\r\nQual è dunque il ruolo di un expo in un sistema profondamente trasformato, globalizzato e di urbanità transnazionale? Quale il senso di un expo in un sistema capitalistico fortemente connotato dall'immaterialità e da una produzione che è sempre più produzione di bisogni?\r\nL'Expo 2015 si pone al centro di qualcosa che è chiamata \"crisi\", in nome della quale si impongono misure restrittive ai paesi deboli, ma che in realtà rappresenta una fase di profondo reengeneering del capitale, del rapporto capitale-lavoro, e del rapporto tra capitali e territori e la fine definitiva del modello di welfare invalso almeno nella nostra parte di mondo. C'è bisogno intanto di spacciatori di svaghi e di puntare se non sui consumi, dato l'impoverimento, perlomeno sull'implemento della coazione a consumare, che si presenta come l'unico modello possibile di esistenza individuale e generale. Ecco perchè, date tutte le trasformazioni storiche conosciute dal dispositivo espositivo in quanto in relazione alle modificazioni del sistema capitalistico, l'appeal spettacolare, l'atmosfera di grande orgia feticistica, non smette di aleggiare anche intorno ai lavori dell'expo milanese, trabocca dalle pagine del sito, in cui una donna giovane e mulatta, a pubblicizzare la transizione verso una società interculturale fondata sull'universale eguaglianza dei consumatori e delle consumatrici di tutto il mondo uniti.\r\n***\r\nExpo non è “solo” un cantiere di speculazioni e un banco di prova delle nuove riforme strutturali del lavoro (all'insegna del self-management, della gratuità e della flessibilità), ma si configura anche come spazio di produzione di discorso, di simboli, di miti e di pratiche che vanno ad alimentare un'idea di mondo nata nella notte dei tempi. Uno dei campi discorsivi e simbolici attorno a cui si costruisce l'Esposizione Universale del terzo millennio è appunto quello della femminilità come insieme di attributi salvifici e creativi della donna e quello della vita come terreno di sfida politica ed economica.\r\nUn “femminile” tanto negato e oppresso nello spazio del biologico e del riproduttivo, quanto sacralizzato in veste di principio materno, generativo e vitale. Questo mito non ha smesso di esistere nell'epoca della religione del denaro e anzi, negli ultimi quarantanni, ha avuto un ruolo preminente all'interno di quel passaggio storico in cui un nuovo paradigma economico ha tentato di recuperare la forza dirompente delle lotte femministe degli anni Settanta. Ha stabilito, cioè, quel differenziale femminile da poter valorizzare sul mercato che prende il nome di diversity management: maggior capacità di cura delle relazioni, di creatività e di pragmatismo che richiamerebbero gli attributi tipici del lavoro domestico come luogo - in fondo e sempre - riservato alle donne. Expo conferma questa narrazione e ne mostra i paradossi, rilancia la sfida internazionale in difesa della vita e in nome delle donne ma ne svela il nesso indissolubile con le logiche di accumulazione di profitto e con le politiche della morte dell'attuale governance globale.\r\nLa politica sulle donne che Expo sta portando avanti attraverso la campagna \"Women for expo\", offre un'immagine della donna che è quella della cura, della nutrizione; La donna al servizio della casa, della famiglia, e alla fine anche del pianeta; depositaria di un sapere culinario, regina del focolare domestico. Da un lato si promuove la donna imprenditrice e di potere, sfruttatrice di altre donne e di altri uomini, e dall’altro si accentua l’oppressione di tutte le altre donne, giustificandola con la “vocazione” alla maternità e alla cura, per impedire qualsiasi rivendicazione di libertà e parità, del resto impossibile in una società che divide per sfruttare meglio.\r\ndal blog de le Lucciole di Milano:\r\nLa quota rosa di Expo e la GayStreet risultano essere dispositivi di normalizzazione e di reclusione all’interno di spazi fisici e politici, che, vantandosi di essere progetti progressisti, tentano di nascondere lo stato dell’arte dei percorsi di smantellamento dei diritti nel mondo del lavoro, della scuola, della sanità e del welfare, e l’assenza di ogni tipo di diritto per i soggetti lgbit*. Sebbene i due progetti abbiano consistenze diverse, sono entrambi accomunati dall’utilizzare le nostre identità e i nostri corpi in nome del profitto, e propongono la sussunzione delle nostre rivendicazioni e delle nostre lotte all’interno di un processo sociale e politico, sempre più escludente, maschile e razzista.\r\n***Abbiamo consigliato anche la lettura del testo \"Senza donne non c'è sovranità alimentare\", di Esther Vivas, che analizza l'impatto delle politiche agro-industriali sulle donne e il ruolo chiave che le donne contadine giocano nel nord come nel sud del mondo nella produzione e distribuzione del cibo. L'articolo inoltre analizza se e come il modello di agricoltura dominante può incorporare una prospettiva femminista e come, invece, i movimenti sociali che si occupano di sovranità alimentare possono incorporare una prospettiva femminista.\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n il colpo della strega_16febbr_primaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_secondaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_terzaparte","25 Febbraio 2015","2018-10-24 17:35:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/adesivo-il-colpo-della-strega-new-copy-e1413229678451-200x110.jpg","Le esposizioni universali ed Expo Milano 2015 (Il colpo della strega, 19febbraio2015)",1424861385,[380,381,382,383,384,385,386,387,388,389,390,391,392,393,394,395,396,397],"http://radioblackout.org/tag/campesinas/","http://radioblackout.org/tag/diversity-management/","http://radioblackout.org/tag/esposizioni-universali/","http://radioblackout.org/tag/expo-2015/","http://radioblackout.org/tag/femminilizzazione-del-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/gay-street/","http://radioblackout.org/tag/glbtq/","http://radioblackout.org/tag/lavori-di-cura/","http://radioblackout.org/tag/maternita/","http://radioblackout.org/tag/migrazioni/","http://radioblackout.org/tag/nutrimento/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/","http://radioblackout.org/tag/sovranita-alimentare/","http://radioblackout.org/tag/speculazioni/","http://radioblackout.org/tag/terra/","http://radioblackout.org/tag/territori/","http://radioblackout.org/tag/via-campesina/","http://radioblackout.org/tag/women-for-expo/",[399,400,401,402,403,404,405,406,407,408,409,410,411,412,413,414,415,416],"campesinas","diversity management","esposizioni universali","expo 2015","femminilizzazione del lavoro","gay street","glbtq","lavori di cura","maternità","migrazioni","nutrimento","precarietà","sovranità alimentare","speculazioni","terra","territori","via campesina","women for expo",{"post_content":418,"tags":422},{"matched_tokens":419,"snippet":420,"value":421},[66],"di aleggiare anche intorno ai \u003Cmark>lavori\u003C/mark> dell'expo milanese, trabocca dalle pagine","Puntata dedicata ad alcuni approfondimenti sull'Expo 2015 di Milano.\r\n***Un lungo excursus sulla storia delle esposizioni universali, a partire dall'\"Atlante delle grandi esposizioni universali. 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Uno dei campi discorsivi e simbolici attorno a cui si costruisce l'Esposizione Universale del terzo millennio è appunto quello della femminilità come insieme di attributi salvifici e creativi della donna e quello della vita come terreno di sfida politica ed economica.\r\nUn “femminile” tanto negato e oppresso nello spazio del biologico e del riproduttivo, quanto sacralizzato in veste di principio materno, generativo e vitale. Questo mito non ha smesso di esistere nell'epoca della religione del denaro e anzi, negli ultimi quarantanni, ha avuto un ruolo preminente all'interno di quel passaggio storico in cui un nuovo paradigma economico ha tentato di recuperare la forza dirompente delle lotte femministe degli anni Settanta. 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Infatti, dopo 10 anni di lotte portate avanti con forza e determinazione, i disoccupati erano riusciti a conquistarsi varie interlocuzioni con istituzioni locali e nazionali per cercare delle soluzioni che non fossero solo un temporaneo paliativo, ma che dessero veramente formazione e occupazione a chi cerca da anni di sottrarsi al ricatto lavoro in cambio di voti o al lavoro nero e grigio. Attivisti* e sindacalist* però, stavano già prendendo consapevolezza del fatto, che le promesse ricevute non avrebbero facilmente trovato un seguito, infatti, per assegnare questi posti, erano stati studiati percorsi di inserimento lavorativo tramite programma GOL del centro per l'impiego, ma col tempo le cose si sono trasformate e si è arrivati alla data del 10 luglio con un click day come modalità di entrata, pratica che sconsiderava tutto il percorso già svolto da disoccupati e disoccupate, oltre ad essere facile da raggirare con sistemi tecnologici ad hoc.\r\n\r\nA confermare il fatto che avere un'esercito di lavoratori ricattabili è un elemento cardine per la vita stessa del nostro Stato e della nostra economia, il click day è stato un fallimento, con la piattaforma che di fatto non ha mai funzionato. La reazione de* disoccupat* è stata giustamente carica di rabbia, si è partit* in corteo per le strade di Napoli e in presidio sotto le varie sedi istituzionali, i quali esponenti invece di prendersi le loro responsabilità, hanno preferito letteralmente barricarsi dietro a barriere fisiche e difesi da agenti della digos. Il tutto è culminato con un'efferata carica della polizia e con due arresti tra cui quello di Mimì, che ai nostri microfoni ci racconta più nel dettaglio tutto il percorso di lotta del movimento e le mosse agite in tutta Italia per portare solidarietà a chi vorrebbe solo vivere una vita decente e come unica risposta riceve manganellate.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_15_07_Mimi-SiCobas-Napoli-su-ultime-mobilitazioni-e-repressione-movimento-di-lotta-disoccupati-7-novembre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Ernesto Slai Cobas Taranto sul destino della ex ILVA Taranto. 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Ernesto ci ha motivato perché lo slai cobas dice no a tutto questo è respinge i ricatti di stampo fascista e padronale del governo meloni urso \"noi siamo per la piattaforma operaia -nessun esubero / nessun licenziamento/nessuna chiusura ne’ dello stabilimento ne delle ditte di appalto e indotto - integrazione salariale della cassa integrazione per tutti gli operai acciaieria appalto - utilizzo pieno di tutti gli operai per lavorare alla ambientalizzazione della fabbrica e del territorio / contratto unico nelle ditte d’appalto con eliminazione del contratto multiservizi e altre forme di contratti precari / tutela rigida salute e sicurezza in fabbrica e territorio / si a misure risarcitorie di prepensionamenti amianto lavori usuranti\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_15_07_Ernesto-SLAI-COBAS-aggiornamenti-ILVA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nContinuiamo con la serie podcast \"Dietro alla lavagna\", realizzata da Radio Blackout e dal Sindacato Sociale di Base, per andare a sondare le trasformazioni avvenute e tutt'ora in atto nel mondo della scuola. 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Ernesto ci ha motivato perché lo slai cobas dice no a tutto questo è respinge i ricatti di stampo fascista e padronale del governo meloni urso \"noi siamo per la piattaforma operaia -nessun esubero / nessun licenziamento/nessuna chiusura ne’ dello stabilimento ne delle ditte di appalto e indotto - integrazione salariale della cassa integrazione per tutti gli operai acciaieria appalto - utilizzo pieno di tutti gli operai per lavorare alla ambientalizzazione della fabbrica e del territorio / contratto unico nelle ditte d’appalto con eliminazione del contratto multiservizi e altre forme di contratti precari / tutela rigida salute e sicurezza in fabbrica e territorio / si a misure risarcitorie di prepensionamenti amianto \u003Cmark>lavori\u003C/mark> usuranti\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_15_07_Ernesto-SLAI-COBAS-aggiornamenti-ILVA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nContinuiamo con la serie podcast \"Dietro alla lavagna\", realizzata da Radio Blackout e dal Sindacato Sociale di Base, per andare a sondare le trasformazioni avvenute e tutt'ora in atto nel mondo della scuola. In questa quinta puntata Serena Tusini, intervista Mario Sanguinetti sulla precarietà endemica dei lavoratori nella scuola italiana.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/Dietro-alla-lavagna-pt.5.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[492],{"field":77,"matched_tokens":493,"snippet":489,"value":490},[66],{"best_field_score":81,"best_field_weight":287,"fields_matched":85,"num_tokens_dropped":47,"score":495,"tokens_matched":85,"typo_prefix_score":47},"578730123365187697",{"document":497,"highlight":509,"highlights":514,"text_match":79,"text_match_info":517},{"comment_count":47,"id":498,"is_sticky":47,"permalink":499,"podcastfilter":500,"post_author":476,"post_content":501,"post_date":502,"post_excerpt":52,"post_id":498,"post_modified":503,"post_thumbnail":504,"post_title":505,"post_type":345,"sort_by_date":506,"tag_links":507,"tags":508},"98260","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-27-05-2025/",[285],"Il primo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Ernesto Slai Cobas Taranto sulla offerta che il governo stava trattando, ovvero quella degli azeri di Baku Steel che sembra sia naufragata durante l'incontro di martedì scorso. Ernesto ci ha spiegato che alla trattativa di martedì diverse centinaia di opera* si sono concentrati sotto la direzione dove si doveva seguire in diretta dell’incontro a roma con governo e sindacati che non è mai partita. La reazione operaia non ha fatto attenersi infatti tutti i presenti hanno occupato la via appia antistante. Qui potete ascoltare le reazioni concitate operaie registrate durante l'occupazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/AUD-20250521-WA0006.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’incontro é stato sospeso e rinviato a questa settimana, mostra le difficoltà evidenti di governo e sindacati su cui pesa anche la mobilitazione che hanno messo in campo a Taranto gli opera* una\r\nricetta/dinamica su cui bisogna insistere e su cui si lavorerà cavalcando il momento di cessione di classe.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento ha riguardato il referendum dell' 8 e 9 giugno. In particolare abbiamo approfondito i quattro quesiti riguardati il lavoro, grazie all' analisi di Mattia Solari della Cub di Milano. È emersa un'analisi interessante che seppur ponendo la valenza di un avanzamento dei diritti dei lavoratori, pone delle critiche sia nel merito dei quesiti, sia nel metodo contestuale di questo referendum. Il primo quesito, seppur abolendo il job act, non riattiva le tutele dell' art.18, ma quelle delle tutele flessibili della Fornero. Il secondo quesito rimette all' arbitrio dei giudici l'indennizzo per l'eventuale licenziamento per le aziende al di sotto dei 15 dipendenti. Il terzo quesito, eliminerebbe il sistema dei contratti a termine “acausali”, ma li rimanda alle fattispecie della CCNL. Ricordiamo che al momento esistono centinaia di contratti \"pirata\" e filo aziendali tali da porre una ulteriore giungla per questa materia. Sul quarto quesito invece ci si trova d'accordo in quanto finalmente estende la responsabilità del committente, appaltante lavori o servizi, per i danni derivanti dagli infortuni e malattie professionali. Infine esiste una questione di metodo politico. In una fase in cui le promesse di rivolta sindacale della CGIL non hanno prodotto nessun reale conflitto nei luoghi di lavoro, questo referendum rischia solo di normalizzare le lotte. La speranza rimane in un uso tattico del referendum per porre ulteriori rivendicazioni nei luoghi di lavoro.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Alberto Russo dell’ ANLM (Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione) manutentore che lavora in RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sullo sciopero del 3 giugno 2025:\r\nSCIOPERO della Manutenzione Infrastruttura contro l’Accordo del 10 Gennaio e contro la Privatizzazione. In un comunicato dell'assemblea si legge:\r\n\"Dopo l’illusione che il rinnovo del CCNL potesse correggere il tiro rispetto al peso di una riorganizzazione che sta schiacciando i manutentori oramai da un anno, per capirlo basta leggerlo, occorre ribadire che non basterà un pessimo rinnovo contrattuale a normalizzarci. Da tutte le parti ci spiegano in tutti i modi possibili che ci conviene rassegnarci, che accettare questo processo distruttivo è l’unica cosa da fare, e questo sta generando molta confusione. Per questo occorre ripartire dai fatti. Il 3 Giugno, in occasione dello sciopero, anziché un presidio abbiamo\r\nritenuto più utile che i manutentori delle DOIT firmatarie e non, si confrontino sugli effetti della riorganizzazione. Sgomberiamo il campo dalle menzogne che ci rifilano tutti i giorni, perché sarà il modo migliore per farci sentire. Abbiamo ancora molto da fare, e siamo determinati a farlo, convinti che tutti insieme possiamo farcela.\r\nCi vediamo il 3 giugno alle ore 10, alla Sala Gialla del DLF di Bologna. Faremo circolare una piantina (nel PDF da scaricare qui sotto) con tutte le indicazioni necessarie. Sarà un momento importante. Adesso tocca a noi!\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","30 Maggio 2025","2025-06-04 00:00:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/IMG_2826-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 27/05/2025",1748628293,[484],[316],{"post_content":510},{"matched_tokens":511,"snippet":512,"value":513},[66],"la responsabilità del committente, appaltante \u003Cmark>lavori\u003C/mark> o servizi, per i danni","Il primo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Ernesto Slai Cobas Taranto sulla offerta che il governo stava trattando, ovvero quella degli azeri di Baku Steel che sembra sia naufragata durante l'incontro di martedì scorso. Ernesto ci ha spiegato che alla trattativa di martedì diverse centinaia di opera* si sono concentrati sotto la direzione dove si doveva seguire in diretta dell’incontro a roma con governo e sindacati che non è mai partita. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2024-04-04-anarrest.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nIl punto sui CPR: da Torino all’Albania da Macomer a Gradisca da Trapani a Bari Palese\r\nI CPR sono uno degli ingranaggi della macchina delle espulsioni. Un ingranaggio che, dal 1998, è stato costantemente inceppato dai reclusi, che hanno dato vita ad infiniti atti di protesta, ribellione, arrivando ripetutamente a distruggere le gabbie in cui venivano imprigionati.\r\nI CPR sono alcuni dei luoghi dove passa il confine tra chi ha pochi diritti e chi non ne ha affatto. Chi nasce nel posto giusto non rischia la libertà se lavora in nero o perde un’occupazione regolare, chi viene dai posti sbagliati – oggi il governo ha anche le liste – rischia ogni momento di restarvi impigliati. Non tutti quelli che finiscono in un centro per il rimpatrio vengono poi deportati, ma sono comunque derubati di un anno e mezzo di vita.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nDisarmiamo la guerra! Antimilitaristi contro la Città dell'Aerospazio\r\nIl 23 marzo. Visita a sorpresa al cantiere della Città dell'Aerospazio in corso Marche, dove, da circa un mese sono cominciati i lavori di demolizione della palazzina 27 della ex Alenia - Aermacchi.\r\nUn manichino insanguinato, scritte, fumogeni, cartelli che ci ricordano le vite rubate dalle bombe, dalle armi, dalle guerre. Guerre tra potenti che si contendono risorse, potere, indifferenti alla distruzione di città, alla contaminazione dell'ambiente, al futuro negato di tanta parte di chi vive sul pianeta.\r\nLe macerie sono solo buoni affari per un capitalismo vorace e distruttivo che ha una sola logica, quella del profitto ad ogni costo. Uomini, donne, bambine e bambini sono solo pedine sacrificabili in un gioco terribile, che non ha altro limite se non quello imposto dalla forza di oppress e sfruttat, che si ribellano ad un ordine del mondo intollerabile.\r\nLa guerra è a due passi dalle nostre case: fermiamola!\r\n\r\nIl manifesto strappato\r\nL’attacco di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene nel corso del dibattito alla Camera sul tema del piano di riarmo europeo ha avuto il merito di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica su un documento politico che, probabilmente, non sono in molti a conoscere.\r\n«Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto» – questo il titolo originale – è, in realtà, un testo profondamente incompreso. Tanto incompreso quanto strumentalmente utilizzato, nel corso dei decenni, per finalità che poco o nulla hanno a che fare con la visione ideale e politica dei suoi estensori: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. Tre antifascisti di diversa estrazione ma tutti e tre accomunati da una postura radicalmente eterodossa e originale rispetto alle grandi narrazioni ideologiche del loro tempo e alle rispettive famiglie politiche di riferimento. È per questo che il loro Manifesto viene spesso definito come un documento visionario: concepire ed elaborare nelle sofferenze del confino, in piena guerra e in un momento in cui le sorti del conflitto sembravano arridere al nazismo e al fascismo, l’idea di un’Europa unita e federale che superasse e archiviasse per sempre la centralità degli stati-nazione, fu un atto estremamente coraggioso e lungimirante. 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Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rivoluzionario contro le guerre promosse dai “nostri” governi e sosteniamo chi, in ogni dove, diserta, sabota, inceppa gli ingranaggi della guerra\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","5 Aprile 2025","2025-05-27 07:30:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/02-200x110.jpg","Anarres del 4 aprile. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-03-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nEconomia di guerra\r\nSpesa militare, dazi, dinamiche inflattive, impoverimento e i guerrafondai del 15 marzo\r\nLa scorsa settimana abbiamo cominciato a ragionare sulle implicazioni del programma di riarmo europeo che il parlamento UE ha approvato l’altro ieri.\r\nOggi proveremo ad approfondire l’effetto devastante che il ciclone von der Leyen, sommandosi al ciclone Trump, avrà sulle vite di chi vive in Europa.\r\nNel frattempo la sinistra istituzionale italiana si è sfracellata sul ReArm Europe. La manifestazione in difesa dell’Europa, cui si erano accodati tutt proprio perché sottilmente ambigua sulla guerra, ha finito con l’imbarazzare alcuni. Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nNo alla città dell’aerospazio!\r\nLo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aerospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. 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Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. 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La selezione musicale può allegerire i temi informativi o dare luce a producer emergenti,artiste underground o collettivi. Condotto da Astrovulgina a.k.a. Eka sempre disponibile ad invitare ai microfoni chi ha voglia di raccontare o esplorare […]","https://radioblackout.org/shows/mala-femme/","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Logo-Malafemme_Trasparente-01.png",{"day":572,"start":573,"end":574},"giovedi","11:00","13:00",["Reactive",576],{},["Set"],["ShallowReactive",579],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$fTdqm4Utgc3wtN2C9NCnzNIjrQghzy-C4Oucf_c8b1JM":-1},true,"/search?query=lavori"]