","Slitta la riforma sulla legge 185 in materia di export di armi","post",1739461531,[62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/export-armi/","http://radioblackout.org/tag/legge-185-1990/","http://radioblackout.org/tag/rete-pace-e-disarmo/",[66,15,67],"export armi","rete pace e disarmo",{"post_content":69,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":70,"snippet":73,"value":74},[71,72],"legge","185","ha promosso una riforma della \u003Cmark>legge\u003C/mark> \u003Cmark>185\u003C/mark> sull'export di armi e sui","Il governo italiano ha promosso una riforma della \u003Cmark>legge\u003C/mark> \u003Cmark>185\u003C/mark> sull'export di armi e sui criteri previsti per vagliare i paesi nei quali l'Italia esporta armamenti. Già passata in Senato, oggi slitta a marzo la decisione sulla modifica a fronte di una quarantina di emendamenti proposti in aula.\r\n\r\nNonostante sia chiaro che la \u003Cmark>legge\u003C/mark> di per sé non sia stato un argine effettivo all'esportazione di armi in paesi in guerra e considerati paesi che violano i diritti umani, come nel caso di Israele, è importante sottolineare il fatto che la \u003Cmark>legge\u003C/mark> venga rimaneggiata proprio in questa precisa congiuntura, dove da un lato l'amministrazione Trump sollecita all'aumento della spesa militare e, dall'altra l'UE, esclusa dalla gestione dei negoziati relativamente allo scenario ucraino, punta alla militarizzazione come garanzia di sicurezza.\r\n\r\nInoltre, la modifica di \u003Cmark>legge\u003C/mark> creerebbe le condizioni per rendere ancora più opache le transazioni e i flussi di armi, oltre alla ricaduta dei benefici. In particolare, va sottolineato il ruolo della banche come principali finanziatrici dell'azienda bellica in cui primeggiano UniCredit e Intesa San Paolo, secondo i dati forniti dalla relazione del governo al Parlamento, lista che in caso di modifica della \u003Cmark>legge\u003C/mark> non esisterebbe più.\r\n\r\nApprofondiamo con Francesco Vignarca, Rete Pace e Disarmo\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Rete-pace-e-disarmo-2025_02_13_2025.02.13-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":77},[71,72],"Slitta la riforma sulla \u003Cmark>legge\u003C/mark> \u003Cmark>185\u003C/mark> in materia di export di armi",[79,81,85],{"matched_tokens":80,"snippet":66},[],{"matched_tokens":82,"snippet":84},[71,72,83],"1990","\u003Cmark>legge\u003C/mark> \u003Cmark>185\u003C/mark> \u003Cmark>1990\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":67},[],[88,93,96],{"field":36,"indices":89,"matched_tokens":90,"snippets":92},[22],[91],[71,72,83],[84],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":77,"value":77},"post_title",[71,72],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":73,"value":74},"post_content",[71,72],1736172819517538300,{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":103,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":105,"highlight":121,"highlights":131,"text_match":99,"text_match_info":139},{"cat_link":106,"category":107,"comment_count":48,"id":108,"is_sticky":48,"permalink":109,"post_author":51,"post_content":110,"post_date":111,"post_excerpt":54,"post_id":108,"post_modified":112,"post_thumbnail":113,"post_thumbnail_html":114,"post_title":115,"post_type":59,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":119},[45],[47],"87744","http://radioblackout.org/2024/03/armi-verso-il-libero-mercato/","L’intento è ben celato, ma evidente: smantellare la legge n. 185 del 1990, quella che introdusse in Italia “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”.\r\nPrima, per cinquant’anni, era rimasta in vigore la legge fascista promulgata col Regio Decreto n. 1161 dell’11 luglio 1941, firmato da Mussolini, Ciano, Teruzzi e Grandi, con cui l’intera materia delle esportazioni di armamenti era stata sottoposta al “segreto di Stato”: niente passaggio parlamentare, nessuna trasparenza.\r\nIl comparto militare-industriale non ha mai mancato occasione per lamentarsi dei lacci e lacciuoli imposti dalla nuova legge e non vedeva l’ora di potersene sbarazzare.\r\n\r\nLa 185 è figlia dello scandalo suscitato dalla ditta Valsella che vendeva armi sia all’Iran che all’Iraq.\r\nÉ bene precisare che, dopo un anno in cui venne applicata con estrema trasparenza e seguendo criteri guida rigidi, è stata nei fatti resa sempre meno trasparente, per consentire di aggirarli.\r\nOggi stiamo arrivando all’epilogo.\r\nIl disegno di legge approvato dal Senato ed presto in discussione alla Camera, sebbene prometta meri aggiustamenti formali, in realtà porterà alla cancellazione di ogni forma di controllo e trasparenza sul commercio di armi.\r\nIl disegno di legge del governo, infatti, ripristina presso la presidenza del Consiglio dei ministri il Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (Cisd), composto dal presidente del Consiglio dei ministri, che lo presiede, e dai ministri degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, dell’Interno, della Difesa, dell’Economia e delle finanze e delle imprese e del Made in Italy. Questo comitato, previsto inizialmente dalla legge del 1990, ma subito cancellato, ha un’unica funzione e un unico scopo: porre il veto ai divieti alle esportazione di armi che il ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale (Maeci), su proposta dell’Autorità nazionale Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento), può decidere in applicazione delle norme stabilite dalla legge e delle decisioni votate dal Parlamento.\r\nNon solo. L’elenco delle banche che finanziano il commercio d’armi, non sarà più reso pubblico ogni anno.\r\nNe abbiamo parlato con Carlo Tombola, tra i fondatori di Weapon Watch.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-05-tombola-185-armi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","5 Marzo 2024","2024-03-05 13:28:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/18-novembre-grafica-mercanti-1274x640-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"151\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/18-novembre-grafica-mercanti-1274x640-1-300x151.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/18-novembre-grafica-mercanti-1274x640-1-300x151.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/18-novembre-grafica-mercanti-1274x640-1-1024x514.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/18-novembre-grafica-mercanti-1274x640-1-768x386.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/18-novembre-grafica-mercanti-1274x640-1.jpg 1274w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Armi. 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Abdalaty con i suoi figli è scappato da Gaza e si è rifugiato in Egitto per scampare alle bombe, alle aggressioni armate, alla carestia e alla mancanza dei mezzi minimi di sussistenza conseguenti alle operazioni militari israeliane. Diversi membri della sua famiglia tra i quali sua madre, suo fratello, sua sorella e sua nipote di 2 anni sono stati uccisi dai raid israeliani.\r\nCon l’assistenza di un pool di quattro colleghi – Stefano Bertone, Marco Bona, Gianluca Vitale ed Emanuele D’Amico – del Foro di Torino, ha depositato al tribunale di Roma un ricorso con cui, richiamandosi a una serie di norme nazionali e internazionali, chiede un intervento urgente della magistratura che vieti al governo italiano di essere complice delle violazioni di diritti umani dell’esercito israeliano a Gaza, in primis ulteriori trasporti e vendita di armi. Nel solo mese di dicembre 2023 c’è stata vendita e trasporto di armi e munizioni per un valore di 1,3 milioni di euro.\r\nNe abbiamo parlato con Gianluca Vitale, uno degli avvocati del pool che segue Abdalaty nella sua causa.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2023-04-09-avvocato-gazawi-vitale.mp3\"][/audio]","9 Aprile 2024","2024-04-09 13:52:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/gaza-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/gaza-1-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/gaza-1-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/gaza-1-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/gaza-1.jpg 774w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Avvocato gazawi fa causa al governo italiano",1712670728,[155,156,157,158,159,160,63,161],"http://radioblackout.org/tag/avvocato-gazawi/","http://radioblackout.org/tag/causa-al-governo-italiano/","http://radioblackout.org/tag/diritti-umani/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/giancluca-vitale/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/salahaldin-abdalaty/",[163,164,165,166,167,20,15,168],"avvocato gazawi","causa al governo italiano","diritti umani","Gaza","giancluca vitale","salahaldin abdalaty",{"tags":170},[171,173,175,177,179,181,183,185],{"matched_tokens":172,"snippet":163},[],{"matched_tokens":174,"snippet":164},[],{"matched_tokens":176,"snippet":165},[],{"matched_tokens":178,"snippet":166},[],{"matched_tokens":180,"snippet":167},[],{"matched_tokens":182,"snippet":20},[],{"matched_tokens":184,"snippet":84},[71,72,83],{"matched_tokens":186,"snippet":168},[],[188],{"field":36,"indices":189,"matched_tokens":190,"snippets":192},[40],[191],[71,72,83],[84],{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":194,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1736172819517538409",{"document":196,"highlight":220,"highlights":225,"text_match":228,"text_match_info":229},{"cat_link":197,"category":198,"comment_count":48,"id":199,"is_sticky":48,"permalink":200,"post_author":51,"post_content":201,"post_date":202,"post_excerpt":203,"post_id":199,"post_modified":204,"post_thumbnail":205,"post_thumbnail_html":206,"post_title":207,"post_type":59,"sort_by_date":208,"tag_links":209,"tags":215},[45],[47],"99011","http://radioblackout.org/2025/07/materiali-per-esplosivi-e-armi-nucleari-dallitalia-per-israele/","L' Italia ha fornito materiali per esplosivi nonché per lo sviluppo di bombe termonucleari a Israele , classificati come esportazioni di forniture civili e dunque non soggette al controllo come da legge 185 del 1990 e quindi all’approvazione del Parlamento. L’inchiesta di Elisa Brunelli per Altreconomia rivela la fornitura da parte di aziende italiane a Tel Aviv di prodotti cosiddetti dual use, destinati a fini civili, ma impiegabili in ambito militare. Per la precisione, secondo i dati rintracciati nel database del commercio mondiale Comotrade, nel 2024 l’italia ha iniziato a esportare cordoni detonanti verso Israele, inviando complessivamente 140 tonnellate di materiale per un valore di 2.078.458 euro. Un “quantitativo superiore persino a quello fornito dagli Usa. Questo mentre a Gaza gli esplosivi servono a finire il lavoro iniziato da bombe e bulldozer per radere al suolo la Striscia e renderla non più abitabile dai gazawi.\r\n Classificato e spedito sotto la categoria “concimi”, un quantitativo senza precedenti di nitrato di ammonio non in soluzione acquosa, con tenore di azoto, in peso, superiore al 34% cioè precursore di esplosivo usata nella produzione di fertilizzanti ma anche di mine e miscele detonanti. L’italia ne ha esportato verso Israele da novembre 2023 a marzo 2025 5.980 tonnellate , per avere un'idea di che cosa si parla basta pensare che per far saltare in aria nel 2020 il porto di Beirut ne era bastata la metà. Se a questo si aggiunge che queste vendite sono andate di pari passo con quelle dei cordoni detonanti, tutto è molto sospetto. Che non si tratti di semplici fertilizzanti lo esclude, la crisi dell’agricoltura israeliana da inizio guerra, con oltre il 30% di aree coltivate in meno e l’aumento di import di frutta e verdura.\r\n\r\nCome se non bastasse, Altreconomia lancia un altro dato ancora più allarmante: l’invio a Israele in modo massiccio e continuo di trizio, isotopo radioattivo dell’idrogeno prodotto principalmente nei reattori nucleari o negli acceleratori ad alta energia. Anche questo classificato come materiale a duplice uso, che in ambito militare si utilizza per la produzione di armi strategiche e nelle bombe termonucleari può essere utilizzato come iniziatore della reazione di fissione, mentre negli ordigni potenziati ne aumenta l’efficacia esplosiva. In questo caso l’italia avrebbe fatto prima la triangolazione da Germania, Regno Unito e Corea del Sud, e poi proprio da ottobre 2023, ha iniziato a inviare trizio a Israele di cui risulta attualmente il principale fornitore per un valore del 2024 di 1.485.587 euro e 288 chilogrammi. Si registra un incremento del 276% delle esportazioni nel 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024 che difficilmente puo'corrispondere ad una crescita della richiesta di trizio da parte israeliana per scopi medico diagnostici .\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con Elisa Brunelli autrice dell'inchiesta.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-ELISA-BRUNELLI.mp3\"][/audio]","7 Luglio 2025","L'Italia fornisce materiali per esplosivi e trizio ad Israele .","2025-07-07 14:49:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-GAZA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-GAZA-300x183.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-GAZA-300x183.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-GAZA-768x468.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-GAZA.jpg 862w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","MATERIALI PER ESPLOSIVI E ARMI NUCLEARI DALL'ITALIA PER ISRAELE.",1751899794,[210,211,160,212,213,214],"http://radioblackout.org/tag/altreconomia/","http://radioblackout.org/tag/armi/","http://radioblackout.org/tag/materiali-per-esplosivi/","http://radioblackout.org/tag/traffico-armi/","http://radioblackout.org/tag/trizio/",[216,18,20,217,218,219],"altreconomia","materiali per esplosivi","traffico armi","trizio",{"post_content":221},{"matched_tokens":222,"snippet":223,"value":224},[71,72,83],"soggette al controllo come da \u003Cmark>legge\u003C/mark> \u003Cmark>185\u003C/mark> del \u003Cmark>1990\u003C/mark> e quindi all’approvazione del Parlamento.","L' Italia ha fornito materiali per esplosivi nonché per lo sviluppo di bombe termonucleari a Israele , classificati come esportazioni di forniture civili e dunque non soggette al controllo come da \u003Cmark>legge\u003C/mark> \u003Cmark>185\u003C/mark> del \u003Cmark>1990\u003C/mark> e quindi all’approvazione del Parlamento. 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Si registra un incremento del 276% delle esportazioni nel 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024 che difficilmente puo'corrispondere ad una crescita della richiesta di trizio da parte israeliana per scopi medico diagnostici .\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con Elisa Brunelli autrice dell'inchiesta.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-ELISA-BRUNELLI.mp3\"][/audio]",[226],{"field":97,"matched_tokens":227,"snippet":223,"value":224},[71,72,83],1736172819382796300,{"best_field_score":230,"best_field_weight":231,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":232,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704332288",14,"1736172819382796401",{"document":234,"highlight":256,"highlights":261,"text_match":228,"text_match_info":264},{"cat_link":235,"category":236,"comment_count":48,"id":237,"is_sticky":48,"permalink":238,"post_author":51,"post_content":239,"post_date":240,"post_excerpt":54,"post_id":237,"post_modified":241,"post_thumbnail":242,"post_thumbnail_html":243,"post_title":244,"post_type":59,"sort_by_date":245,"tag_links":246,"tags":253},[45],[47],"73987","http://radioblackout.org/2022/03/stato-di-emergenza-bellico/","Il 28 febbraio il governo ha proclamato lo stato di emergenza per \"motivi umanitari\". Questa decisione conferisce poteri straordinari al governo, che ha mano libera nella gestione dell’impegno dell’Italia nel conflitto in Ucraina. Già sono scattate misure straordinarie relative all'aumento della spesa militare e l’invio di armi in Ucraina. In particolare è già stato emanato un decreto-legge che contiene “una norma abilitante che, dopo una preventiva risoluzione delle Camere, consente al Ministro della difesa di adottare un decreto interministeriale per la cessione alle autorità governative dell’Ucraina di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari, anche in deroga specifica ad alcune disposizioni vigenti”. Le leggi che vieterebbero l’invio di armi a paesi in guerra – in primis la legge 185 del 1990 - da sempre aggirate dall’industria armiera italiana con abili giochi di triangolazione, vengono saltate con sol balzo dal governo, che la sospende per “emergenza”.\r\nIl decreto-legge si occupa anche “del livello di rischio imprevisto per il normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale. Per questo si autorizza l’anticipo, anche a scopo preventivo, dell’adozione delle misure di aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza.” In altre parole il governo affida a TERNA, l’Ente gestore della rete, la facoltà di chiudere i rubinetti o aumentare ancora la spesa per il gas.\r\n“Il provvedimento prevede il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri. Inoltre, si dispone che i cittadini ucraini vengano ospitati nei CAS anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale.” I rifugiati ucraini godranno di un trattamento sistematicamente negato a chi arriva da altri fronti di guerra.\r\nLo Stato di emergenza è previsto dalla legge numero 225 del 24 febbraio del 1992. Questa legge è stata pensata per dare maggiori poteri alla protezione civile in caso di calamità, come terremoti, alluvioni, incendi di vasta portata, epidemie. Il suo utilizzo per la guerra in Ucraina è, anche dal punto di vista strettamente giuridico, del tutto abnorme.\r\nQuesto esecutivo la sta utilizzando per esautorare parte delle funzioni attribuite al parlamento e rafforzare i poteri dell'esecutivo, senza neppure l’esile filtro del voto delle camere.\r\nPotrebbero parere questioni di scarso interesse dal punto di vista della critica radicale allo Stato e alle dinamiche delle democrazie liberali, ma nei fatti potrebbe essere l’ombrello che consentirà all’esecutivo di limitare la possibilità di contestazione attiva delle scelte guerrafondaie del governo Draghi. Durante lo stato di emergenza pandemico, che, forse, terminerà il 31 marzo è stata fortemente limitata la libertà di manifestare. Una miriade di divieti è ancora utilizzata per impedire i cortei o per limitarne i percorsi, nonostante tutte le altre attività produttive, ricreative, commerciali e culturali siano state riaperte.\r\nDi fronte ad una guerra, in cui l’informazione è già pienamente schiacciata sulle posizioni governative, la proclamazione dello stato di emergenza, potrebbe preludere a nuove, inedite strette disciplinari.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/2022-03-08-losco-stato-di-energenza.mp3\"][/audio]","8 Marzo 2022","2022-03-08 20:09:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/The-Awakening-Washington-638x336-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"158\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/The-Awakening-Washington-638x336-1-300x158.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/The-Awakening-Washington-638x336-1-300x158.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/The-Awakening-Washington-638x336-1.jpg 638w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Stato di emergenza bellico",1646770192,[247,248,249,250,251,252],"http://radioblackout.org/tag/emergenza-permanente/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/guerra-in-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/profughi-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/rafforzamento-dellesecutivo/","http://radioblackout.org/tag/stato-di-emergenza/",[31,254,255,29,35,27],"guerra","guerra in ucraina",{"post_content":257},{"matched_tokens":258,"snippet":259,"value":260},[71,72,83],"in guerra – in primis la \u003Cmark>legge\u003C/mark> \u003Cmark>185\u003C/mark> del \u003Cmark>1990\u003C/mark> - da sempre aggirate dall’industria armiera","Il 28 febbraio il governo ha proclamato lo stato di emergenza per \"motivi umanitari\". 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E questo è ciò che l'osservatorio sulle armi leggere e la rete italiana pace e disarmo fanno, diffondendo dati e informazioni. Contribuisce ad animarle Giorgio Beretta che abbiamo sentito per illustrare come certe teorie geostrategiche giustifichino la vendita di ogni tipo di armi in qualsiasi contingenza aggirando geopoliticamente le leggi in vigore. Un'economia che vale l'1% del pil, ma che viene spacciata come centrale delle finanze italiane. L'esportazione degli armamenti sono diventati un modo di implementare l'importanza dell'Italia nel mondo.\r\nSono disponibili due documenti utilissimi, uno è fornito per legge (la 185 del 1990: “Tutto deve essere conforme alle necessità di difesa italiane”) ed è previsto che al parlamento venga fornita la Relazione governativa annuale sull'export degli armamenti, un report che regola la vendita estera dei sistemi militari italiani; da questo si desumono alcuni dati importanti, quello che urla vendetta immediatamente è che il cliente più grosso per le casse italiane delle armi è l'Egitto, seguito dal Qatar, dal Turkmenistan... dall'Arabia saudita. Quest'ultima fin dai tempi in cui aveva già iniziato l'avventura yemenita. Giorgio Beretta, il nostro interlocutore, ricorda questa particolarità e viene spontaneo chiedersi se sarebbe possibile preconizzare nuovi conflitti e preparazioni di orizzonti bellici seguendo le indicazioni statistiche che si evincono da queste relazioni... considerando le leggi di mercato, per cui è ovvio che per passar a nuove tranche di consegne vanno smaltite le forniture precedenti.\r\nUn dato è chiaro: con i quasi 15 miliardi del 2016 si prosegue a strascico, con una scia che arriva fino al 2021, portando con sé una serie di clientele e forniture fidelizzate per trascinamento che pongono il posizionamento italiano su un livello medio più alto.\r\nL'altro documento a cura di Transparency International è uscito in questo scorcio di fine aprile. Si tratta dell'Analisi dell’industria della difesa sull’agenda politica italiana, un rapporto redatto a livello europeo sulle influenze che condizionano l'industria della difesa in Italia, le indebite influenze nella politica in materia di difesa. Germania e Italia sono state scelte come casi di studio per le caratteristiche della governance della difesa, con le potenziali influenze, i meccanismi messi in atto, il coinvolgimento delle fondazioni politiche, il fenomeno delle sliding doors, i sistemi di suddivisione della cifra totale e la difficoltà dunque di tracciare la somma totale destinata a “scopi di difesa”.\r\n«le esportazioni di armi sono direttamente collegate alle strategie di capacità di difesa nazionale, poiché è la somma della produzione per le Forze Armate e per le esportazioni che rende la produzione di armi economicamente sostenibile. Questo crea nei Governi una dipendenza dalla promozione delle esportazioni di armi dell’industria in cambio di migliore capacità di difesa nazionale e maggiore capacità di produzione interna», Giorgio Beretta sintetizza e analizza con precisione i meccanismi e i dati in nostro possesso su quale sia la struttura del business, scoperchiando i traffici illeciti di armi e facendo nomi e cognomi dei responsabili, filiere complete di ordigni e poi protesi per “aggiustare” i danni prodotti.\r\nL'intervento di Giorgio Beretta è integralmente contenuto in questo podcast:\r\n\r\n\"Il traffico d’armi segue solo criteri di mercato, ma si può tracciare\".","30 Aprile 2021","2021-04-30 12:02:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/armi-italiane-nel-mondo-03-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/armi-italiane-nel-mondo-03-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/armi-italiane-nel-mondo-03-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/armi-italiane-nel-mondo-03-1024x684.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/armi-italiane-nel-mondo-03-768x513.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/armi-italiane-nel-mondo-03-1536x1025.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/armi-italiane-nel-mondo-03.jpeg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'abbraccio esiziale tra mercanti d'armi e politica italiana",1619784125,[279,280,281,282,283,284,285,211,286,287,288,289],"http://radioblackout.org/tag/armamenti/","http://radioblackout.org/tag/costiarmati/","http://radioblackout.org/tag/moratoriaarmi2021/","http://radioblackout.org/tag/noeumoney4arms/","http://radioblackout.org/tag/spesemilitari/","http://radioblackout.org/tag/transparencyinternational/","http://radioblackout.org/tag/turkmenistan/","http://radioblackout.org/tag/egitto/","http://radioblackout.org/tag/leonardo/","http://radioblackout.org/tag/qatar/","http://radioblackout.org/tag/yemen/",[291,292,293,294,25,33,23,18,295,296,297,298],"#armamenti","#costiarmati","#moratoriaarmi2021","#noeumoney4arms","Egitto","leonardo","qatar","yemen",{"post_content":300},{"matched_tokens":301,"snippet":302,"value":303},[71,72,83],"utilissimi, uno è fornito per \u003Cmark>legge\u003C/mark> (la \u003Cmark>185\u003C/mark> del \u003Cmark>1990\u003C/mark>: “Tutto deve essere conforme alle","Il traffico d’armi segue solo criteri di mercato, ma si può tracciare. 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Di questo trasferimento di risorse dalla spesa sociale all'industria degli armamenti beneficeranno i grandi fondi d'investimento nordamericani Blackrock, Vanguard e State street che controllano i grandi gruppi industriali che producono armamenti. Questo piano di riarmo comporterà anche un aumento dell'indebitamento pubblico con conseguente taglio delle risorse per il welfare già colpito dalle rigide regole dell'austerità e dell'equilibrio di bilancio che però non valgono per le armi. Con il nostro interlocutore affrontiamo anche la questione dei dazi legata all'enorme indebitamento statunitense con la conseguente perdita progressiva della centralità del dollaro e la frattura fra l'amministrazione Trump e il sistema finanziario dei grandi fondi che non gradiscono l'instabilità finanziaria innescata dalle politiche economiche della Casa Bianca.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/44BEIjQ7l2iM5NHxtM4fmd?si=gG5NZYTeSHStQnCPboTYmw\r\n\r\n \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-VOLPI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDuccio Facchini, direttore di “Altraeconomia”, parla delle importazioni di armi israeliane da parte italiana, la prima provincia per importazioni è Parma mentre leader per esportazioni – sia pur di armi destinate ai civili – è la provincia di Lecco. Queste armi arrivano in mano anche ai coloni che colpiscono i residenti palestinesi in Cisgiordania, anche le munizioni prodotte dalla Fiocchi. A proposito della guerra israeliana ci si domanda chi siano i gestori di fondi d'investimento e banche che hanno nei loro portafogli i titoli debito israeliani emessi proprio allo scopo di sostenere lo sforzo bellico sionista. Uno di questi istituti di credito è la BPER che in un primo momento ha negato per poi ammettere, dopo la pubblicazione di alcuni dati, di avere in pancia titoli pubblici israeliani.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/armi-italiane-ai-coloni-israeliani--65861778\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Bastioni-01052025-_Duccio-Facchini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Tombola di \"the weapons watch\", l'osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, parliamo della necessità della costruzione di una informazione oggettiva sul complesso militare industriale che non comunica i dati reali del volume di affari, la legge 185 ha dei limiti per i quali non consente il reale controllo sul movimenti delle armi che vengono vendute anche a paesi sotto embargo o in guerra. Con il trucco delle triangolazioni vengono aggirate le limitazioni legali ed anche i codici che caratterizzano le merci sono falsati per occultare la vera natura del commercio di armi. Le servitù militari che in base a trattati segreti hanno concesso pezzi di territorio italiano agli Stati Uniti contribuiscono all'opacità del sistema, sono stoccate nelle basi americani che godono di extraterritorialità armi di enorme potenza distruttiva che non sono controllate dalle autorità italiane.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/5fs0jgcJAyKEM6vUeH4ml0?si=f3tfovaAS4uxm_CGzI9MYQ\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-TOMBOLA-COMALA.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti dell'Escalation bellica in corso si trovano qui:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","2 Maggio 2025","2025-05-05 09:20:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-3-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 01/05/2025-IL CAPITALE CHE SI PREPARA ALLA GUERRA CERCA STRUMENTI FINANZIARI E CARNE DA CANNONE .","podcast",1746226163,[343],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[326],{"post_content":346},{"matched_tokens":347,"snippet":348,"value":349},[71,72],"del volume di affari, la \u003Cmark>legge\u003C/mark> \u003Cmark>185\u003C/mark> ha dei limiti per i","Continua la ricerca di Bastioni di Orione dei meccanismi che si mettono in atto per la preparazione della guerra prossima ventura, guerra che inizia dal nostro territorio, nel processo costante di militarizzazione della società che trova il suo campo d'elezione nella formazione scolastica, intossicata dalla presenza dei militari come ci racconta Antonio Mazzeo nel suo intervento. La ricerca di strumenti finanziari per mobilitare le risorse per il riarmo è un altro tassello di questo percorso verso la guerra e il coinvolgimento inconsapevole dei risparmiatori diventa un espediente per reperire ulteriori risorse come ci racconta Alessandro Volpi , mentre il complesso militare industriale s'ingrassa con l'esportazione di armi verso paesi in guerra come Israele che sta perseguendo l'eliminazione del popolo palestinese con la complicità del sistema finanziario; ci racconta questo aspetto Duccio Facchini, mentre Carlo Tombola espone le triangolazioni usate dai mercanti d'armi per nascondere le vere destinazioni finali del commercio di armamenti.\r\n\r\n\r\n\r\nAntonio Mazzeo insegnante impegnato nel movimento antimilitarista ci parla del processo di militarizzazione all'interno degli istituti scolastici con la presenza sempre più pervasiva dei militari che scelgono la scuola come luogo di promozione della carriera militare e di reclutamento. Si esercita la retorica patriottarda per irretire le coscienze e cercare potenziale carne da cannone da gettare nel tritacarne della prossima guerra, fortunatamente tra i giovani studenti ci sono degli anticorpi che si oppongono a questa narrativa edulcorata che descrive l'esercito come una soluzione per il futuro lavorativo.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/militarizzazione-della-scuola--65859014\r\n\r\n \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Alessandro Volpi ,docente di storia contemporanea all'Università di Pisa e autore di varie pubblicazioni ci concentriamo sugli aspetti finanziari della corsa al riarmo e del tentativo dell'Unione Europea di dirottare i risparmi privati per finanziare l'apparato militare industriale. Di questo trasferimento di risorse dalla spesa sociale all'industria degli armamenti beneficeranno i grandi fondi d'investimento nordamericani Blackrock, Vanguard e State street che controllano i grandi gruppi industriali che producono armamenti. Questo piano di riarmo comporterà anche un aumento dell'indebitamento pubblico con conseguente taglio delle risorse per il welfare già colpito dalle rigide regole dell'austerità e dell'equilibrio di bilancio che però non valgono per le armi. Con il nostro interlocutore affrontiamo anche la questione dei dazi legata all'enorme indebitamento statunitense con la conseguente perdita progressiva della centralità del dollaro e la frattura fra l'amministrazione Trump e il sistema finanziario dei grandi fondi che non gradiscono l'instabilità finanziaria innescata dalle politiche economiche della Casa Bianca.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/44BEIjQ7l2iM5NHxtM4fmd?si=gG5NZYTeSHStQnCPboTYmw\r\n\r\n \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-VOLPI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDuccio Facchini, direttore di “Altraeconomia”, parla delle importazioni di armi israeliane da parte italiana, la prima provincia per importazioni è Parma mentre leader per esportazioni – sia pur di armi destinate ai civili – è la provincia di Lecco. Queste armi arrivano in mano anche ai coloni che colpiscono i residenti palestinesi in Cisgiordania, anche le munizioni prodotte dalla Fiocchi. A proposito della guerra israeliana ci si domanda chi siano i gestori di fondi d'investimento e banche che hanno nei loro portafogli i titoli debito israeliani emessi proprio allo scopo di sostenere lo sforzo bellico sionista. Uno di questi istituti di credito è la BPER che in un primo momento ha negato per poi ammettere, dopo la pubblicazione di alcuni dati, di avere in pancia titoli pubblici israeliani.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/armi-italiane-ai-coloni-israeliani--65861778\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Bastioni-01052025-_Duccio-Facchini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Tombola di \"the weapons watch\", l'osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, parliamo della necessità della costruzione di una informazione oggettiva sul complesso militare industriale che non comunica i dati reali del volume di affari, la \u003Cmark>legge\u003C/mark> \u003Cmark>185\u003C/mark> ha dei limiti per i quali non consente il reale controllo sul movimenti delle armi che vengono vendute anche a paesi sotto embargo o in guerra. 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Infatti abbiamo stabilito il collegamento con uno di loro , Hosam, mentre era in presidio davanti al Burger King di Pianezza. Nonostante gli introiti da capogiro dei colossi delle catene di ristorazione mondiale, chi ci lavora per farci le pulizie si ritrova a lavorare per 30 giorni al mese per 8 fino a 12 ore al giorno, senza alcuna pausa o ferie e con le paghe che arrivano sempre in ritardo. Quando alcuni di loro hanno deciso di alzare la testa, l'azienda li ha puniti riducendogli drasticamente le ore di impiego, così si sono ritrovati da un'eccesso all'altro, senza la possibilità di sostentarsi. Questi lavoratori si sono rivelati particolarmente determinati e combattivi, infatti la loro risposta è stata quella di organizzare delle sorta di presidi permanenti davanti ai vari Mc Donald's, Roadhouse e Burger King per informare gli avventori quanto questi ristoranti in franchise siano squallidi come datori (diretti o indiretti che siano) di lavoro.\r\n\r\nVi invitiamo quindi oltre a boicottare queste catene, a portare solidarietà diretta a questa lotta che continuerà ad andare avanti ad oltranza con i presidi, finchè Gado non darà risposte concrete ai suoi dipendenti, dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 22 davanti al Burger King di Pianezza e il sabato e la domenica sempre al Burger King di Beinasco e di Moncalieri.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_Hosam-lavoratore-Gado-in-diretta-dal-presidio-a-Pianezza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Pietro Cusimano, USB pubblico impiego lombardia, sulla grottesca perquisizione in una sede del sindacato a Roma il giorno 6/04/2022. Sul sito del sindacato si legge:\r\nUna denuncia telefonica, una perquisizione a colpo sicuro, una pistola che salta fuori dallo scarico di un water. È la sintesi dell’operazione da film dei carabinieri andata in scena questa mattina contro l’Unione Sindacale di Base. Poco prima delle 11 i militari si presentano nella sede nazionale di USB, in via dell’Aeroporto 129 a Roma, pretendendo di operare un’ispezione alla ricerca di armi, segnalate telefonicamente da un anonimo al mattino presto. I dirigenti USB attivano lo staff legale del sindacato e i parlamentari di ManifestA. Si chiede ai militari presenti, che invocano la\r\nprocedibilità senza mandato in forza dell’articolo 4 della legge 152/1975, un provvedimento scritto dell’autorità giudiziaria.\r\nLe forze dell’ordine vanno a colpo sicuro. L’anonimo segnalatore ha indicato dove trovare “le armi”: lo scarico di un water, “quello” scarico di “quel” water nei bagni riservati al pubblico maschile.\r\nSalta così fuori una pistola malamente avvolta nel cellophane e immersa nell’acqua, depositata lì da mani premurose. USB denuncia la chiara ed evidente macchinazione contro un sindacato\r\nconflittuale, una messa in scena che fa comodo a molti, troppi. I locali di via dell’Aeroporto sono quotidianamente aperti al pubblico, come tutte le sedi USB. Di certo l’ultimo posto in cui nascondere qualcosa, figurarsi delle armi. Di certo il primo posto in cui tentare il colpo di mano per screditare un’intera organizzazione e le moltitudini di lavoratori, di disoccupati,\r\ndi precari, di senza casa che la supportano. Le uniche armi che USB usa sono gli scioperi, le rivendicazioni, le manifestazioni, le lotte. Le pistole le lasciamo a chi le ama, a cominciare dalla compatta maggioranza che alimenta la guerra in Ucraina.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_USB-su-ritrovamento-pistola-nella-sede-nazionale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni, nostro inviato dalla Francia, sulle elezioni presidenziali in Francia del 2022 tenutesi il 10 aprile per il primo turno di votazione; il ballottaggio è fissato per il 24 aprile. Hanno avuto accesso al secondo turno il Presidente della Repubblica uscente Emmanuel Macron (LREM), arrivato al 27,84% dei voti, e Marine LePen (RN), al 23,15%. Al terzo posto si è piazzato Jean-Luc Mélenchon (LFI) col 21,95%, seguito da Éric Zemmour (Reconquête) col 7,07%; tutti gli altri candidati non hanno superato il 5% dei voti. Marginale è stata la consistenza elettorale dei candidati sostenuti dalle forze politiche tradizionali: Valérie Pécresse (LR) si è fermata al 4,78% e Anne Hidalgo (PS) all'1,75%.\r\nAlle precedenti elezioni presidenziali del 2017 Macron aveva ottenuto il 24,01% e Le Pen il 21,30%; Mélenchon era giunto quarto col 19,58%, mentre al terzo posto era arrivato il gollista François Fillon col 20,01%. Macron ha così visto aumentare i suoi consensi di 3,83 punti percentuale (+1.129.232 voti), Le Pen di 1,85 (+457.878) e Mélenchon di 2,37 (+654.998).\r\nAl primo turno l'affluenza si è attestata al 73,69%, contro il 77,77% delle precedenti. Abbiamo chiesto al nostro inviato un commento politico dal punto di vista di classe sulla tendenza di questo voto.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_Enrico-Riboni-su-elezioni-francesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","16 Aprile 2022","2022-04-16 11:08:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/gado-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 12/04/2022",1650107312,[],[],{"post_content":372},{"matched_tokens":373,"snippet":374,"value":375},[71],"Sul sito del sindacato si \u003Cmark>legge\u003C/mark>:\r\nUna denuncia telefonica, una perquisizione","Il primo collegamento lo abbiamo fatto nel vivo della protesta dei lavoratori della Gado, società multiservizi che fornisce personale alle principali catene di fast food di Torino e cintura, per quanto riguarda i servizi di pulizia. Infatti abbiamo stabilito il collegamento con uno di loro , Hosam, mentre era in presidio davanti al Burger King di Pianezza. 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Questi lavoratori si sono rivelati particolarmente determinati e combattivi, infatti la loro risposta è stata quella di organizzare delle sorta di presidi permanenti davanti ai vari Mc Donald's, Roadhouse e Burger King per informare gli avventori quanto questi ristoranti in franchise siano squallidi come datori (diretti o indiretti che siano) di lavoro.\r\n\r\nVi invitiamo quindi oltre a boicottare queste catene, a portare solidarietà diretta a questa lotta che continuerà ad andare avanti ad oltranza con i presidi, finchè Gado non darà risposte concrete ai suoi dipendenti, dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 22 davanti al Burger King di Pianezza e il sabato e la domenica sempre al Burger King di Beinasco e di Moncalieri.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_Hosam-lavoratore-Gado-in-diretta-dal-presidio-a-Pianezza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Pietro Cusimano, USB pubblico impiego lombardia, sulla grottesca perquisizione in una sede del sindacato a Roma il giorno 6/04/2022. 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