","Stati Uniti. Guerra ai neri, guerra di classe","post",1468359900,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-poveri/","http://radioblackout.org/tag/leggi-razziste/","http://radioblackout.org/tag/patrioct-act/","http://radioblackout.org/tag/racial-profile/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[68,15,69,70,71],"guerra ai poveri","patrioct act","racial profile","Stati Uniti",{"post_content":73,"tags":78},{"matched_tokens":74,"snippet":76,"value":77},[75],"leggi","qualità grazie al corpus di \u003Cmark>leggi\u003C/mark> che va sotto il nome","Negli ultimi decenni l’ordinamento liberale statunitense è stato sistematicamente eroso, imponendo meccanismi sempre più restrittivi delle libertà degli individui. È un processo iniziato con la war on drugs che, nei fatti, è war on poors, un paradigma che si sposta su codici culturali maggiormente accettabili la costante del razzismo strutturale. \r\nSe all’epoca delle Jim Crow Laws si era ufficialmente discriminati in quanto neri, o con strumenti differenti in quanto latini o nativi, ora si è ufficialmente discriminati in quanto poveri e potenzialmente pericolosi. A partire dallo stesso periodo c'è stata una costante militarizzazione delle forze di polizia e la crescita smisurata dell’apparato burocratico e giudiziario a livello federale.\r\nA rendere il piatto più succoso i business della gestione privata dei centri di detenzione di stato e di contea, le agenzie di sicurezza privata e, nell’ultimo decennio, la neoburocrazia semiprivata della sorveglianza telematica. Affari da miliardi di dollari annui.\r\nDopo l’11 settembre 2001 c'è stato un ulteriore salto di qualità grazie al corpus di \u003Cmark>leggi\u003C/mark> che va sotto il nome di Patriot Act: estensione capillare della sorveglianza, detenzione amministrativa senza limite di tempo, creazione di liste di persone che vengono interdette nella loro libertà di spostamento in base a procedure amministrative su criteri secretati. Alle persone “sospette” viene vietato l'utilizzo di mezzi aerei per spostamenti in quanto “potenzialmente” pericolose: i criteri in base a quali si viene iscritti in questa no fly list non sono mai stati rivelati. Un abuso e una rottura di quello che dal punto di vista liberale è riconosciuto come diritto naturale.\r\nDopo la strage di Orlando in Florida abbiamo assistito ad uno squallido teatrino: parte della componente democratica eletta al senato si è messa in mostra con un bel sit-in di diversi giorni dentro l’edificio del potere legislativo federale per chiedere che venisse calendarizzata la discussione parlamentare su una proposta di legge del Democratic Party che, se approvata, vieterebbe a certe persone l’acquisto e la detenzione di armi, diritto riconosciuto come inviolabile dal secondo emendamento. Queste liste, secondo la proposta dei democratici, dovrebbero riprendere i criteri delle no fly list. In base a liste fatte con criteri segreti e da funzionari amministrativi federali, su non si sa quali segnalazioni, si restringerebbe un’altra libertà ed un diritto costituzionalmente riconosciuto negli Stati Uniti.\r\nQuesta pericolosa proposta di legge ha ottenuto anche l’appoggio di certi settori del Republican Party e si vocifera di un possibile endorsment da parte non solo di Trump, candidato ufficiale del GOP per le presidenziali di novembre, ma addirittura della NRA, la National Rifle Association, l’associazione dei possessori di armi, per lo più della middle e upper class conservatrice bianca.\r\nGià dagli anni sessanta la NRA si era distinta per l’appoggio a proposte restrittive del secondo emendamento purché queste colpissero settorialmente il movimento di emancipazione dei neri, dei latini e dei nativi americani. Non dobbiamo dimenticare che all’epoca la stragrande maggioranza dei movimenti per l’emancipazione dalla discriminazione razziale, da quelli più radicali come le Black Panther o le organizzazioni armate dei nativi a quelli più pacifici come il movimento del reverendo King, ponevano, pur con diverse sfumature, la questione dell’autodifesa dagli attacchi criminali dei vari gruppi reazionari razzisti, spesso appoggiati dalle strutture locali, e non solo, dell’organizzazione statale.\r\nDi acqua sotto i ponti ne è passata: per quanto non vi siano più quei grandi movimenti di massa e le azioni contro il razzismo strutturale siano divenute meno incisive e più sporadiche, anche se il movimento Black Lives Matter sta innescando una nuova fase di lotte, il conflitto sociale fa sempre paura. Anzi: in una fase di imponente ristrutturazione economica fa ancora più paura. E allora ecco scendere in campo i peggiori attrezzi della repressione: sospensione in base a criteri amministrativi di diritti costituzionali, sorveglianza sempre maggiore nei confronti degli attivisti, repressione preventiva. Il tutto sotto l’egida della war on terror e la spinta emotiva data da episodi di mass shooting, per quando questi, a vedere i dati, siano in calo.\r\nOvviamente queste proposte vengono presentate come \u003Cmark>leggi\u003C/mark> atte a tutelare tutti. Ma colpiranno in maniera molto selettiva coloro che agiscono per un cambiamento radicale della società e coloro che sono strutturalmente oppressi. Se sommiamo queste proposte di legge con la pratica del racial profiling attuato con sempre maggiore intensità dalle forze dell’ordine e con le proposte di estendere il sistema di background checks il quadro è completo.\r\nLa propaganda politica utilizza l’emotività e un certo perverso senso comune per imporre un’agenda politica autoritaria che riprodurrà e peggiorerà l’attuale sistema di dominio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo, autore dell'articolo da cui abbiamo liberamente tratto la nostra introduzione alla diretta su Stati Uniti, violenza poliziesca, guerra ai poveri.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-07-12-lorenzo-statiuniti",[79,81,85,87,89],{"matched_tokens":80,"snippet":68},[],{"matched_tokens":82,"snippet":84},[75,83],"razziste","\u003Cmark>leggi\u003C/mark> \u003Cmark>razziste\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":69},[],{"matched_tokens":88,"snippet":70},[],{"matched_tokens":90,"snippet":71},[],[92,97],{"field":36,"indices":93,"matched_tokens":94,"snippets":96},[28],[95],[75,83],[84],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":76,"value":77},"post_content",[75],1157451471441625000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":104,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":106,"highlight":127,"highlights":143,"text_match":100,"text_match_info":151},{"cat_link":107,"category":108,"comment_count":48,"id":109,"is_sticky":48,"permalink":110,"post_author":51,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":113,"post_id":109,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":59,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":124},[45],[47],"5613","http://radioblackout.org/2011/12/pogrom-di-torino-alle-radici-del-razzism/","Il rogo razzista al campo rom della Continassa, nel popolare quartiere delle Vallette, la strage fascista di Firenze, sono la punta di un iceberg. Nella parte sommersa ma imponente un cocktail micidiale fatto di politiche e leggi razziste, campagne mediatiche sempre più feroci, ben mescolate con gli effetti dirompenti della crisi per i lavoratori e i poveri .\r\nNe abbiamo parlato con Karim Metref, del CIAO - Collettivo Immigrati AutoOrganizzati.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/karim_campo_rom.mp3\"]\r\n\r\nScarica il file","14 Dicembre 2011","Il rogo razzista al campo rom della Continassa, nel popolare quartiere delle Vallette, la strage fascista di Firenze, sono la punta di un iceberg. 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A bordo 88 naufraghi, compresi alcuni bambini, ripescati in mare lontanissimo dalla Toscana, ma obbligati dal governo a svariati giorni di navigazione.\r\nPer evitare che queste politiche scellerate divengano “normali”, scontate, ovvie e per dare il benvenuto ai migranti e profughi questa mattina c’è stato un presidio al porto.\r\nNe abbiamo parlato con Dario\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/2023-05-30-nave-ong-liv-dario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci dal comunicato di indizione dell’iniziativa al Porto:\r\n\r\n“Livorno solidale e antirazzista dà il benvenuto ai naufraghi che sbarcano nella mattina del 30 maggio e all'equipaggio della nave che li ha soccorsi.","31 Maggio 2023","2023-05-31 12:49:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/347234437_1007633843745642_1220189370941156291_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/347234437_1007633843745642_1220189370941156291_n-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/347234437_1007633843745642_1220189370941156291_n-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/347234437_1007633843745642_1220189370941156291_n-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/347234437_1007633843745642_1220189370941156291_n-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/347234437_1007633843745642_1220189370941156291_n-1536x864.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/347234437_1007633843745642_1220189370941156291_n.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Livorno. Presidio per l’arrivo della SOS Humanity",1685537354,[63,166,167,168,169,170],"http://radioblackout.org/tag/livorno/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/porto-sicuro/","http://radioblackout.org/tag/presidio-solidale/","http://radioblackout.org/tag/sos-humanity/",[15,172,22,173,174,175],"livorno","porto sicuro","presidio solidale","sos humanity",{"tags":177},[178,180,182,184,186,188],{"matched_tokens":179,"snippet":84},[75,83],{"matched_tokens":181,"snippet":172},[],{"matched_tokens":183,"snippet":22},[],{"matched_tokens":185,"snippet":173},[],{"matched_tokens":187,"snippet":174},[],{"matched_tokens":189,"snippet":175},[],[191],{"field":36,"indices":192,"matched_tokens":193,"snippets":195},[48],[194],[75,83],[84],{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":197,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},"1157451471441625193",{"document":199,"highlight":219,"highlights":224,"text_match":227,"text_match_info":228},{"cat_link":200,"category":201,"comment_count":48,"id":202,"is_sticky":48,"permalink":203,"post_author":51,"post_content":204,"post_date":205,"post_excerpt":54,"post_id":202,"post_modified":206,"post_thumbnail":207,"post_thumbnail_html":208,"post_title":209,"post_type":59,"sort_by_date":210,"tag_links":211,"tags":215},[45],[47],"89705","http://radioblackout.org/2024/05/dentro-le-proteste-contro-netanyahu-e-le-loro-contraddizioni/","Dal 7 Ottobre in poi, le proteste che da mesi mobilitano migliaia di persone cittadine israeliane contro l’esecutivo guidato da Bibi Netanyahu sono state dense, partecipate, continuative e addirittura conflittuali. Uno dei fulcri delle proteste, è ed è stato la questione degli ostaggi israeliani a Gaza da riportare a casa, obiettivo che molti israeliani non ritengono prioritario dall'esecutivo di governo. Tali proteste hanno una composizione sociale e politica varia, da ultraortodossi a forze sioniste liberali fino ad esponenti della sinistra moderata israeliana.\r\n\r\nC'è però un elemento che delinea queste proteste: l'assenza di una critica strutturale verso le politiche di occupazione e coloniali verso i territori palestinesi, e la fine della guerra e del genocidio a Gaza, intesa come fine dello sterminio del popolo palestinese. Paradossale, per esempio, la difesa della Corte Suprema Israeliana da parte dei manifestanti, la stessa che legittima l’espropriazione delle terre palestinesi e le demolizioni delle case, oltre che permettere leggi razziste e sioniste verso la componente palestinese ed araba, anche quella all'interno dello stato Israeliano stesso.\r\n\r\nCi facciamo raccontare le piazze israeliane e le sue contraddizioni estremamente problematiche da Lidia Ginestra Giuffrida, autrice di un reportage sulle manifestazioni degli ultimi mesi. Ascolta la diretta su RadioBlackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/proteste_israeliane.mp3\"][/audio]","16 Maggio 2024","2024-05-16 11:19:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"171\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento-300x171.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento-300x171.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento-1024x584.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento-768x438.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento.jpg 1217w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Dentro le proteste contro Netanyahu e le loro contraddizioni",1715858273,[212,213,214],"http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/netanyahu/","http://radioblackout.org/tag/proteste/",[216,217,218],"Israele","netanyahu","proteste",{"post_content":220},{"matched_tokens":221,"snippet":222,"value":223},[75,83],"delle case, oltre che permettere \u003Cmark>leggi\u003C/mark> \u003Cmark>razziste\u003C/mark> e sioniste verso la componente","Dal 7 Ottobre in poi, le proteste che da mesi mobilitano migliaia di persone cittadine israeliane contro l’esecutivo guidato da Bibi Netanyahu sono state dense, partecipate, continuative e addirittura conflittuali. 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Gli eredi della dittatura oggi sono al governo e, giorno dopo giorno, moltiplicano la stretta repressiva nei confronti di pover* e oppositor* politic* e social*.\r\nIl governo Meloni fa un lieve lifting ma, giorno dopo giorno, rivendica le proprie origini, mentre occupa militarmente tutte le istituzioni culturali, i media e le posizioni cruciali per il controllo del territorio e delle coscienze. Meloni mira alla costruzione di una visione del passato, che riabiliti il fascismo. Criminalizzano le resistenza: le parole del ministro Lollobrigida sui morti fatti dall’antifascismo sono del tutto esplicite.\r\nHanno cominciato con il revisionismo sulle foibe, che seppelliscono definitivamente la memoria della ferocia dell’occupazione italiana e del regio esercito in Jugoslavia e in corno d’Africa. La sordina l’ha messa per prima la sinistra, ansiosa di chiudere con le fasi insurrezionali della Resistenza per costruire uno stato solido, secondo quando deciso da Stalin, Churchill e Roosvelt a Yalta. Togliatti, ministro comunista della giustizia decretò l’amnistia per i fascisti, lasciando in galera tanti che avevano combattuto il fascismo sin dagli anni Venti. I criminali di guerra italiani non sono mai stati perseguiti. É solo grazie a ricercatori come Del Boca se la storia della enorme violenza del colonialismo italiano non è finita come polvere sotto il tappeto. La sinistra ha arato il terreno ai fascisti oggi al governo.\r\nIl fascismo, apparentemente sconfitto dall’insurrezione armata della Resistenza, non ha mai smesso di operare, sotto varie vesti, dall’immediato dopoguerra ad oggi, a volte come semplice supporto alla destra politica ed economica, a volte come elemento di punta dell'offensiva reazionaria e conservatrice: lo testimonia la lunga scia di sangue e di violenza che ha attraversato questo paese (come non ricordare le stragi di P.zza Fontana, di Brescia, ai treni, alla stazione di Bologna...).\r\nOggi con il diffondersi di un clima generale di intolleranza, razzismo e sessismo – che ha modificato i rapporti sociali, i comportamenti collettivi e le dimensioni individuali, basato com'è sul disprezzo e l’odio per le presunte “diversità” – si ripropone come sbocco “naturale” di una mentalità autoritaria e di una strutturazione gerarchica della vita sociale. Le politiche suicide della sinistra hanno fatto il resto con la precarizzazione del lavoro, l’adesione al neo liberismo, l’attacco alle conquiste sociali del ciclo di lotta precedente, l’ossessione per la legalità dimenticando che la legge è sempre frutto dei rapporti di forza sociali. Il risultato lo vediamo con Meloni e la sua cricca al potere. Oggi c’è il rafforzamento di una vasta rete di alleanze di fatto, che va dalle destre istituzionali alla criminalità organizzata e ad ampi settori dell’apparato statale, fino ai gruppuscoli dell’estremismo più becero. Al di là dei linguaggi, i loro obiettivi sono identici (migranti, realtà anarchiche e comuniste, centri sociali, sindacati di base, comportamenti giovanili, etc.) e fatti propri anche da quei sedicenti “moderati” che vorrebbero più polizia e più repressione, rafforzando quell’apparato statale che, tramite magistratura e polizia, arresta, denuncia e persegue penalmente l’attivismo antifascista, criminalizzando le manifestazioni di piazza con il principio della responsabilità collettiva e dilatando l’applicazione degli articoli sull’associazione sovversiva. Quello stesso apparato che, tra le file delle forze di repressione interna ed esterna, dell’esercito, arruola e mantiene in servizio individui dichiaratamente fascisti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un compagno di Milano, Massimo Varengo\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-24-25-aprile-guerra-revisionismo-vareng.mp3\"][/audio]","24 Aprile 2024","2024-04-24 16:37:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"290\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà-300x290.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà-300x290.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà-1024x990.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà-768x742.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà.jpeg 1194w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","25 aprile tra revisionismo e guerra",1713975838,[246,247,248,120,249,250,251],"http://radioblackout.org/tag/25-aprile-2024/","http://radioblackout.org/tag/amnistia-di-togliatti/","http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/governo-meloni/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/revisionismo/",[253,254,255,24,256,257,258],"25 aprile 2024","amnistia di togliatti","antifascismo","governo meloni","guerra","revisionismo",{"post_content":260},{"matched_tokens":261,"snippet":262,"value":263},[75,83],"e pericolosi, morti in mare, \u003Cmark>leggi\u003C/mark> \u003Cmark>razziste\u003C/mark>, militari per le strade, guerra,","Tra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, \u003Cmark>leggi\u003C/mark> \u003Cmark>razziste\u003C/mark>, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo. Gli eredi della dittatura oggi sono al governo e, giorno dopo giorno, moltiplicano la stretta repressiva nei confronti di pover* e oppositor* politic* e social*.\r\nIl governo Meloni fa un lieve lifting ma, giorno dopo giorno, rivendica le proprie origini, mentre occupa militarmente tutte le istituzioni culturali, i media e le posizioni cruciali per il controllo del territorio e delle coscienze. Meloni mira alla costruzione di una visione del passato, che riabiliti il fascismo. Criminalizzano le resistenza: le parole del ministro Lollobrigida sui morti fatti dall’antifascismo sono del tutto esplicite.\r\nHanno cominciato con il revisionismo sulle foibe, che seppelliscono definitivamente la memoria della ferocia dell’occupazione italiana e del regio esercito in Jugoslavia e in corno d’Africa. La sordina l’ha messa per prima la sinistra, ansiosa di chiudere con le fasi insurrezionali della Resistenza per costruire uno stato solido, secondo quando deciso da Stalin, Churchill e Roosvelt a Yalta. Togliatti, ministro comunista della giustizia decretò l’amnistia per i fascisti, lasciando in galera tanti che avevano combattuto il fascismo sin dagli anni Venti. I criminali di guerra italiani non sono mai stati perseguiti. É solo grazie a ricercatori come Del Boca se la storia della enorme violenza del colonialismo italiano non è finita come polvere sotto il tappeto. La sinistra ha arato il terreno ai fascisti oggi al governo.\r\nIl fascismo, apparentemente sconfitto dall’insurrezione armata della Resistenza, non ha mai smesso di operare, sotto varie vesti, dall’immediato dopoguerra ad oggi, a volte come semplice supporto alla destra politica ed economica, a volte come elemento di punta dell'offensiva reazionaria e conservatrice: lo testimonia la lunga scia di sangue e di violenza che ha attraversato questo paese (come non ricordare le stragi di P.zza Fontana, di Brescia, ai treni, alla stazione di Bologna...).\r\nOggi con il diffondersi di un clima generale di intolleranza, razzismo e sessismo – che ha modificato i rapporti sociali, i comportamenti collettivi e le dimensioni individuali, basato com'è sul disprezzo e l’odio per le presunte “diversità” – si ripropone come sbocco “naturale” di una mentalità autoritaria e di una strutturazione gerarchica della vita sociale. Le politiche suicide della sinistra hanno fatto il resto con la precarizzazione del lavoro, l’adesione al neo liberismo, l’attacco alle conquiste sociali del ciclo di lotta precedente, l’ossessione per la legalità dimenticando che la legge è sempre frutto dei rapporti di forza sociali. Il risultato lo vediamo con Meloni e la sua cricca al potere. Oggi c’è il rafforzamento di una vasta rete di alleanze di fatto, che va dalle destre istituzionali alla criminalità organizzata e ad ampi settori dell’apparato statale, fino ai gruppuscoli dell’estremismo più becero. Al di là dei linguaggi, i loro obiettivi sono identici (migranti, realtà anarchiche e comuniste, centri sociali, sindacati di base, comportamenti giovanili, etc.) e fatti propri anche da quei sedicenti “moderati” che vorrebbero più polizia e più repressione, rafforzando quell’apparato statale che, tramite magistratura e polizia, arresta, denuncia e persegue penalmente l’attivismo antifascista, criminalizzando le manifestazioni di piazza con il principio della responsabilità collettiva e dilatando l’applicazione degli articoli sull’associazione sovversiva. Quello stesso apparato che, tra le file delle forze di repressione interna ed esterna, dell’esercito, arruola e mantiene in servizio individui dichiaratamente fascisti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un compagno di Milano, Massimo Varengo\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-24-25-aprile-guerra-revisionismo-vareng.mp3\"][/audio]",[265],{"field":98,"matched_tokens":266,"snippet":262,"value":263},[75,83],{"best_field_score":229,"best_field_weight":230,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":231,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":269,"highlight":292,"highlights":297,"text_match":227,"text_match_info":300},{"cat_link":270,"category":271,"comment_count":48,"id":272,"is_sticky":48,"permalink":273,"post_author":274,"post_content":275,"post_date":276,"post_excerpt":54,"post_id":272,"post_modified":277,"post_thumbnail":278,"post_thumbnail_html":279,"post_title":280,"post_type":59,"sort_by_date":281,"tag_links":282,"tags":287},[45],[47],"54439","http://radioblackout.org/2019/06/gradisca-corteo-contro-i-cpr-e-le-frontiere/","info2","Domenica 9 giugno a Gradisca ci sarà una manifestazione contro la riapertura del CPR, chiuso cinque anni fa con il ferro e con il fuoco dai migranti reclusi che lo hanno distrutto pezzo a pezzo.\r\nLa prigione per migranti avrebbe dovuto entrare in funzione a giugno: probabilmente l'inaugurazione slitterà a settembre. in questi mesi si sono susseguite le iniziative per impedirne l'apertura.\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell'assemblea regionale No CPR No Frontiere.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-04-cpr-gradisca-fede.mp3\"][/audio]\r\nDi seguito l'appello:\r\nUna terra segnata dal confine, ma da sempre meticcia e multiculturale, rischia nuovamente di ospitare una galera etnica.\r\n\r\nLa prefettura di Gorizia, in ottemperanza al decreto Minniti-Orlando varato dal Governo Renzi, ha pubblicato il bando per aggiudicare la gestione di un CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio, ex CIE e ancora prima CPT) presso all’ex caserma Polonio di Gradisca d’Isonzo (GO). La prima data di apertura possibile è il 1° giugno 2019.\r\n\r\nA partire dall’apertura del CPT nel 2006, l’ex caserma Polonio è stata al centro di polemiche, inchieste giudiziarie, presidi e manifestazioni organizzate dalle reti antirazziste e solidali. Le persone detenute hanno messo in atto negli anni varie pratiche di resistenza, anche sotto forma di autolesionismo, e hanno dato vita a molte rivolte, determinando così la chiusura del centro nel 2013, dopo la morte di Majid El Kodra.\r\n\r\nIl CPR è di fatto una prigione dalla quale i ‘trattenuti’ (non detenuti, perché l’internamento nei CPR è determinato da un provvedimento amministrativo, non da una sentenza penale) non possono uscire. La struttura di Gradisca è nota in particolare per la sua somiglianza ai carceri di massima sicurezza, evidente nella parcellizzazione di tutti gli spazi, nella presenza di grate a coprire anche i cortili interni, nel fissaggio dei suppellettili alle pareti e ai pavimenti. Il Gip presso il Tribunale di Gorizia definì nel 2014 «alienanti» le condizioni di vita del CPR e «disumano» il contesto quotidiano al suo interno.\r\n\r\nIl CPR è un’istituzione totale e un dispositivo di controllo che instaura una gerarchia tra cittadine/i e non cittadine/i basata su razzializzazione, classe, passaporto. È un luogo di segregazione dove si può essere rinchiusi fino 180 giorni (secondo il nuovo limite fissato nel Decreto Sicurezza) anche semplicemente a causa del possesso di un permesso di soggiorno scaduto. Si tratta di un abominio giuridico che non garantisce alla persona trattenuta nemmeno le tutele che l’ordinamento italiano riconosce alle carcerate e ai carcerati.\r\n\r\nIl CPR è solo l’ultimo anello di una catena che inizia con lo sfruttamento economico neocoloniale dei cosiddetti “Paesi in via di sviluppo”, anche attraverso gli interventi militari, diretti o per procura, che generano eterne zone ‘destabilizzate’, facili da saccheggiare. Questo sistema costringe milioni di persone a migrare, cercando di raggiungere l’Europa. Nell’impossibilità di ottenere i visti necessari per attraversare le frontiere legalmente, esse si vedono costrette a muoversi illegalmente, pagando i trafficanti di esseri umani e affrontando viaggi massacranti e pericolosissimi.\r\n\r\nI Paesi europei delegano il contrasto alle migrazioni a diversi agenti senza scrupoli: ai signori della guerra libici (attraverso, ad esempio, gli accordi firmati dall’ex ministro Minniti e rinnovati dal governo Lega-M5S); a Erdoğan, cui l’UE ha per questo versato 3 miliardi di euro; alle polizie di Croazia, Serbia e Ungheria, che sono da tempo sotto accusa per le violenze perpetrate contro i e le migranti lungo la rotta balcanica.\r\n\r\nA dispetto della propaganda, questo contrasto non ha lo scopo di bloccare un fenomeno per sua natura inarrestabile, bensì di rendere quelle frontiere dei tritacarne, dei dispositivi idonei a trasformare chi riesce a superarli in soggetti deboli, disposti a ogni ricatto per conservare il premio di un viaggio difficile. Proprio per questa ragione la legge Bossi-Fini lega dal 2002 contratto di lavoro e rinnovo del permesso di soggiorno, costringendo chi arriva senza visto ad accettare condizioni lavorative spesso inimmaginabili per i cittadini comunitari, pur di non rischiare di essere rimpatriata/o.\r\n\r\nI CPR sono l’ultimo deterrente da brandire contro chi pensa di ribellarsi a questo meccanismo infernale.\r\n\r\nSi tratta di un sistema che cerca di rendere la manodopera straniera più sfruttabile dalle imprese italiane, che crea divisioni e concorrenza al ribasso tra gli stessi lavoratori, che permette alle forze reazionarie e razziste di costruire le proprie fortune politiche speculando sulla guerra tra poveri scatenata da questi stessi potenti.\r\n\r\nRompere questa catena è di fondamentale importanza per iniziare a costruire una società inclusiva aperta, accogliente e solidale.\r\n\r\nIniziamo da una anello: iniziamo dal CPR di Gradisca!\r\n\r\nDomenica 9 giugno\r\nh 15 Piazza Unità, Gradisca d’Isonzo (GO)\r\nSiamo un’assemblea larga e plurale che non si riunisce sotto nessuna bandiera. Chiediamo perciò che nei primi spezzoni non ci siano simboli di nessuna organizzazione, per evitare che chiunque metta il proprio cappello sul corteo. Informiamo inoltre che non tollereremo simboli di forze politiche responsabili delle leggi razziste presenti in Italia.","4 Giugno 2019","2019-06-04 15:01:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Ceuta-e-Melilla-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Ceuta-e-Melilla-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Ceuta-e-Melilla-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Ceuta-e-Melilla-768x513.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Ceuta-e-Melilla-1024x684.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Ceuta-e-Melilla.jpg 1498w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Gradisca. 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Il Gip presso il Tribunale di Gorizia definì nel 2014 «alienanti» le condizioni di vita del CPR e «disumano» il contesto quotidiano al suo interno.\r\n\r\nIl CPR è un’istituzione totale e un dispositivo di controllo che instaura una gerarchia tra cittadine/i e non cittadine/i basata su razzializzazione, classe, passaporto. È un luogo di segregazione dove si può essere rinchiusi fino 180 giorni (secondo il nuovo limite fissato nel Decreto Sicurezza) anche semplicemente a causa del possesso di un permesso di soggiorno scaduto. Si tratta di un abominio giuridico che non garantisce alla persona trattenuta nemmeno le tutele che l’ordinamento italiano riconosce alle carcerate e ai carcerati.\r\n\r\nIl CPR è solo l’ultimo anello di una catena che inizia con lo sfruttamento economico neocoloniale dei cosiddetti “Paesi in via di sviluppo”, anche attraverso gli interventi militari, diretti o per procura, che generano eterne zone ‘destabilizzate’, facili da saccheggiare. 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Gli/le imputatx del processo in questione saranno Annalisa Spataro, la direttrice del tempo per conto di GEPSA - multinazionale della detenzione che per anni ha lucrato sul centro di Corso Brunelleschi – e il medico Fulvio Pitanti che destinò Moussa al confinamento sanitario.Ma – come sempre succede – lo Stato torturatore e assassino ri-assolve sé stesso e le proprie leggi razziste in un palcoscenico fittizio. Mentre processa due dei tanti tasselli della macchina di morte, riapre proprio quel CPR in cui Moussa fu – come tanti altri – rinchiuso, torturato e sottoposto a ogni sorta di violenza e manipolazione sistemica.\r\nChi sono i colpevoli di tutto questo lo sappiamo già e nessun tribunale lo dovrà scoprire: è la lunga lista di responsabili e complici di un sistematico impianto razzista e classista che sfrutta sul lavoro, tortura nei CPR e deporta coattamente negli aerei di linea e nei charter.Sappiamo anche bene che la Storia ci ha insegnato che solo il fuoco dei ribelli, la rabbia di chi subisce quella violenza, chiude i CPR, da dentro e con la lotta.\r\nNel Febbraio 2023 il fuoco della rivolta ha illuminato le notti fredde di un qualsiasi inverno torinese e - a due anni da quelle settimane di coraggio - la controparte riaffila le sue lame e tenta la riapertura di Corso Brunelleschi, mentre costruisce la pantomima del “giudizio” sui supposti “unici” responsabili di una delle tanti morti di Stato.\r\nTra i vari morti di CPR e di razzismo c’è Ousmane Sylla, morto il 4 Febbraio 2024, pochi giorni dopo che il coraggio dei reclusi aveva distrutto il CPR punitivo di Trapani Milo. Ousamane veniva dallo stesso paese della Guinea di Moussa Balde. A Ponte Galeria – il lager in cui si tolse la vita - arrivò a seguito di un trasferimento dopo le rivolte di uno dei CPR siciliani. Sappiamo bene cosa sono i trasferimenti dopo la lotta: sono la punizione coercitiva, umiliante e violenta, sono la vendetta dello Stato contro chi si ribella.\r\nOusmane e Moussa sono due tra i tanti morti di Stato, silenziati e invisibilizzati. Le loro storie incontrano il dispositivo della frontiera, i fascisti aggressori nelle strade, i reparti antisommossa a sedare le rivolte nei CPR, le leggi clandestinizzanti che impediscono l’accesso al permesso di soggiorno, la retorica razzista diffusa, le prigioni, i lager, gli psicofarmaci coatti e il vuoto umano e politico attorno. Le loro storie sono costruite attorno alla violenza sistemica e solo con uno sguardo complessivo possiamo provare a raccontarle; con nel cuore i giorni in cui il CPR di Torino bruciò.\r\nAi microfoni di Radio Blackout durante la trasmissione Harraga - nel tentativo di restituire un pezzo di questo complesso mosaico di razzismo sistemico e slanci di lotta contro esso - una compagna di Ventimiglia ci parla dell’imminente arrivo in Italia delle famiglie di Moussa e Ousmane e dell’importanza della decisione di venire a seguire il processo, esprimersi chiaramente, protestare e prendere posizione rispetto ai dispositivi razzisti che hanno ucciso i loro cari (e tantx altrx). Nonché ci racconta gli ultimi aggiornamenti da una delle frontiere più mediatizzate sulla linea franco-italiana.\r\n\r\n\r\nAscolta qui il podcast: \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/podcast-ventimiglia-e-processo-balde.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nPer aggiornamenti visitare il sito Parole sul Confine - Testimonianze, storie e resistenze.\r\nPer contribuire al crowfounding: https://www.papayoux-solidarite.com/fr/collecte/contro-il-cpr-per-moussa-balde","28 Dicembre 2024","2024-12-28 15:54:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/162204-md-200x110.jpg","DI FRONTIERE E CPR: sulla morte di Moussa Balde e Ousmane Sylla, con aggiornamenti dalla frontiera ligure","podcast",1735400796,[284,362],"http://radioblackout.org/tag/frontiera/",[289,364],"frontiera",{"post_content":366},{"matched_tokens":367,"snippet":368,"value":369},[75,83],"sé stesso e le proprie \u003Cmark>leggi\u003C/mark> \u003Cmark>razziste\u003C/mark> in un palcoscenico fittizio. Mentre","Il 12 Febbraio 2024 inizierà – a Torino - il processo in merito ai fatti che condussero Moussa Balde a suicidarsi all’interno dell’area di isolamento “sanitario” del CPR di Corso Brunelleschi, durante la primavera del 2021. Gli/le imputatx del processo in questione saranno Annalisa Spataro, la direttrice del tempo per conto di GEPSA - multinazionale della detenzione che per anni ha lucrato sul centro di Corso Brunelleschi – e il medico Fulvio Pitanti che destinò Moussa al confinamento sanitario.Ma – come sempre succede – lo Stato torturatore e assassino ri-assolve sé stesso e le proprie \u003Cmark>leggi\u003C/mark> \u003Cmark>razziste\u003C/mark> in un palcoscenico fittizio. Mentre processa due dei tanti tasselli della macchina di morte, riapre proprio quel CPR in cui Moussa fu – come tanti altri – rinchiuso, torturato e sottoposto a ogni sorta di violenza e manipolazione sistemica.\r\nChi sono i colpevoli di tutto questo lo sappiamo già e nessun tribunale lo dovrà scoprire: è la lunga lista di responsabili e complici di un sistematico impianto razzista e classista che sfrutta sul lavoro, tortura nei CPR e deporta coattamente negli aerei di linea e nei charter.Sappiamo anche bene che la Storia ci ha insegnato che solo il fuoco dei ribelli, la rabbia di chi subisce quella violenza, chiude i CPR, da dentro e con la lotta.\r\nNel Febbraio 2023 il fuoco della rivolta ha illuminato le notti fredde di un qualsiasi inverno torinese e - a due anni da quelle settimane di coraggio - la controparte riaffila le sue lame e tenta la riapertura di Corso Brunelleschi, mentre costruisce la pantomima del “giudizio” sui supposti “unici” responsabili di una delle tanti morti di Stato.\r\nTra i vari morti di CPR e di razzismo c’è Ousmane Sylla, morto il 4 Febbraio 2024, pochi giorni dopo che il coraggio dei reclusi aveva distrutto il CPR punitivo di Trapani Milo. Ousamane veniva dallo stesso paese della Guinea di Moussa Balde. A Ponte Galeria – il lager in cui si tolse la vita - arrivò a seguito di un trasferimento dopo le rivolte di uno dei CPR siciliani. Sappiamo bene cosa sono i trasferimenti dopo la lotta: sono la punizione coercitiva, umiliante e violenta, sono la vendetta dello Stato contro chi si ribella.\r\nOusmane e Moussa sono due tra i tanti morti di Stato, silenziati e invisibilizzati. Le loro storie incontrano il dispositivo della frontiera, i fascisti aggressori nelle strade, i reparti antisommossa a sedare le rivolte nei CPR, le \u003Cmark>leggi\u003C/mark> clandestinizzanti che impediscono l’accesso al permesso di soggiorno, la retorica razzista diffusa, le prigioni, i lager, gli psicofarmaci coatti e il vuoto umano e politico attorno. Le loro storie sono costruite attorno alla violenza sistemica e solo con uno sguardo complessivo possiamo provare a raccontarle; con nel cuore i giorni in cui il CPR di Torino bruciò.\r\nAi microfoni di Radio Blackout durante la trasmissione Harraga - nel tentativo di restituire un pezzo di questo complesso mosaico di razzismo sistemico e slanci di lotta contro esso - una compagna di Ventimiglia ci parla dell’imminente arrivo in Italia delle famiglie di Moussa e Ousmane e dell’importanza della decisione di venire a seguire il processo, esprimersi chiaramente, protestare e prendere posizione rispetto ai dispositivi razzisti che hanno ucciso i loro cari (e tantx altrx). Nonché ci racconta gli ultimi aggiornamenti da una delle frontiere più mediatizzate sulla linea franco-italiana.\r\n\r\n\r\nAscolta qui il podcast: \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/podcast-ventimiglia-e-processo-balde.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nPer aggiornamenti visitare il sito Parole sul Confine - Testimonianze, storie e resistenze.\r\nPer contribuire al crowfounding: https://www.papayoux-solidarite.com/fr/collecte/contro-il-cpr-per-moussa-balde",[371],{"field":98,"matched_tokens":372,"snippet":368,"value":369},[75,83],{"best_field_score":229,"best_field_weight":230,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":231,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":375,"highlight":387,"highlights":391,"text_match":227,"text_match_info":394},{"comment_count":48,"id":376,"is_sticky":48,"permalink":377,"podcastfilter":378,"post_author":310,"post_content":379,"post_date":380,"post_excerpt":54,"post_id":376,"post_modified":381,"post_thumbnail":382,"post_title":383,"post_type":359,"sort_by_date":384,"tag_links":385,"tags":386},"89057","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-19-aprile-25-aprile-in-barriera-stati-uniti-polizia-e-strage-di-neri-da-haifa-lotte-contro-la-guerra-religioni-e-millenarismi-contro-il-g7-energia-ed-ambiente-eni-sangue-petrolio/",[310],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-19-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n25 aprile in Barriera di Milano\r\nOggi come ieri. Via fascisti e militari dai quartieri!\r\nCome ogni anno ci ritroviamo alla lapide che ricorda Ilio Baroni, partigiano anarchico.\r\nOggi più che mai ritrovarci in quell’angolo di periferia, dove cadde combattendo Baroni, non è mero esercizio di memoria, ma occasione per intrecciare i fili delle lotte, perché il testimone lasciato da chi non c’è più è ora nelle nostre mani.\r\nTra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo. Gli eredi della dittatura oggi sono al governo e, giorno dopo giorno, moltiplicano la stretta repressiva nei confronti di pover* e oppositor* politic* e social*.\r\nLa gente di Barriera ha volti e storie diverse ma la stessa condizione di sfruttamento e oppressione di chi combatté il fascismo perché voleva una società senza stato né padroni.\r\n\r\nStati Uniti. Polizia e strage di neri\r\nL’ultimo assassinio di un afrodiscendente statunitense per mano della polizia è rimbalzato agli onori delle cronache grazie al video che mostra un uomo inerme freddato da 96 colpi sparati in meno di un minuto. La polizia di Chicago è dotata di armi da guerra, uno dei tanti segnali del rinforzamento delle polizie negli States.\r\nNon solo. L’enorme sommovimento generato dal “Balck lives matter” ha prodotto una potente ondata reattiva: il numero di afroamericani freddati durante controlli e posti di blocco è sensibilmente aumentato.\r\nAbbiamo provato a a capirne di più con Robertino Barbieri che segue gli States su Umanità Nova\r\n\r\nSono Gaia Dan. Ho 23 anni, sono di Haifa e sono un attivista contro l'occupazione e contro la guerra. Vorrei condividere con voi un messaggio sul movimento di resistenza qui in Israele/Palestina.\r\n\r\nReligioni e millenarismi. La grande sniffata dei popoli\r\nIl ritorno delle religioni, dopo un lungo periodo di laicizzazione diffusa a livello planetario, parte da lontano ed approda fragorosamente ai giorni nostri.\r\nLa nostra analisi si dipanerà dalla seconda metà degli anni Settanta con il revival cristiano negli Stati Uniti, il rafforzarsi dell'islamismo nei paesi arabi e la controrivoluzione islamista in Iran, per approdare all'affermarsi del cristianesimo evangelico nei paesi centro africani e in Sud America.\r\nAffronteremo l'emergere del millenarismo come tentativo di dare una risposta a una crisi sentita ma non capita nelle sue dinamiche materiali e simboliche. Tanti i tasselli che contribuiscono a costruire il mosaico complesso che emerge a diverse latitudini ed in differenti culture religiose. Il contesto è quello in cui la chiesa cattolica decreta la fine della teologia della liberazione sino alla restaurazione teologico/populista di Ratzinger/Bergoglio e si delinea in modo sempre più forte la sottomissione degli stati post coloniali all'ordine neo-coloniale, ma anche la ristrutturazione in chiave neoliberista delle società occidentali. Poi sulla scena mondiale appaiono in sequenza Al Quaeda e poi l’Isis.\r\nI millenarismi hanno un ruolo importante nelle narrazioni che accompagnano il conflitto in Israele e Palestina.\r\nAbbiamo provato a capire meglio quali siano le tendenze millenariste che attraversano pericolosamente sia l’ebraismo che l’islam.\r\nCe ne ha parlato Lollo\r\n\r\nContro il G7 energia ed ambiente. Eni. Sangue, petrolio, guerra\r\nQuest’anno il G7, la rete che unisce i sette paesi più industrializzati, è presieduta dal governo italiano. Il summit finale, cui parteciperanno i capi di Stato, si terrà a Bari in giugno.\r\nDal 28 al 30 aprile si svolgerà nella reggia di Venaria il vertice dedicato ad energia ed ambiente.\r\nLa scelta di mettere insieme queste due tematiche, facendo convergere a Venaria i ministri e i loro sherpa, è in se indicativa della volontà di considerare la tutela ambientale una variabile dipendente dagli orientamenti in materia di energia, con un ben chiaro rapporto gerarchico.\r\nLa diplomazia in armi del governo per garantire i profitti della multinazionale petrolifera va dalla Libia al Sahel al Golfo di Guinea. Queste aree hanno un’importanza strategica per gli interessi dell’ENI, perché vi si trovano i maggiori produttori africani di gas e petrolio. L’obiettivo è la protezione delle piattaforme offshore e degli impianti di estrazione.\r\nL’ENI rappresenta oggi la punta di diamante del colonialismo italiano in Africa.\r\nLa bandiera con il cane a sei zampe dell'ENI sventola a fianco di quella tricolore in luoghi in cui la desertificazione e la predazione delle risorse macinano le vite di tanta parte di chi ci vive.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 25 aprile ore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni, in corso Giulio Cesare angolo corso Novara dove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, Alba&carenza503 e il Cor'occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n\r\nDomenica 28 aprile\r\nCorteo No G7 a Venaria\r\nGiardini Galileo Galilei\r\nore 10 banchetti informativi\r\nore 14 manifestazione sino alla Reggia dove i ministri dei sette paesi più industrializzati discuteranno di Ambiente ed Energia. \r\nAntimilitarist* contro il G7 energia e ambiente, contro l'ENI, la logica estrattivista, le missioni militari neocoloniali dell'Italia\r\n\r\nMercoledì 1 maggio\r\nSpezzone antimilitarista\r\nore 9 piazza Vittorio\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","23 Aprile 2024","2024-04-23 14:55:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/g7-immagine-200x110.jpeg","Anarres del 19 aprile. 25 aprile in Barriera. 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La grande sniffata dei popoli\r\nIl ritorno delle religioni, dopo un lungo periodo di laicizzazione diffusa a livello planetario, parte da lontano ed approda fragorosamente ai giorni nostri.\r\nLa nostra analisi si dipanerà dalla seconda metà degli anni Settanta con il revival cristiano negli Stati Uniti, il rafforzarsi dell'islamismo nei paesi arabi e la controrivoluzione islamista in Iran, per approdare all'affermarsi del cristianesimo evangelico nei paesi centro africani e in Sud America.\r\nAffronteremo l'emergere del millenarismo come tentativo di dare una risposta a una crisi sentita ma non capita nelle sue dinamiche materiali e simboliche. Tanti i tasselli che contribuiscono a costruire il mosaico complesso che emerge a diverse latitudini ed in differenti culture religiose. 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Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco. È il 26 aprile.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\nTra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo.\r\nNe abbiamo parlato con Tobia Imperato, autore di un libro sugli anarchici nella Resistenza a Torino\r\n\r\nPierre Clastres, un antropologo contro lo stato\r\nLa società contro lo Stato è il titolo di uno dei testi più celebri dell’antropologo francese Pierre Clastres. Editato nel 1974 questo testo mantiene grande attualità.\r\nLe società primitive, ci dice Clastres, non sono affatto società senza Stato – come afferma un'antropologia classica pericolosamente evoluzionista – ma società contro lo Stato. Il pensiero “selvaggio” ci mostra lo sforzo permanente messo in atto per impedire che il potere si trasformi in dominio, che il prestigio si trasformi in autorità e che la parola del capo senza potere si trasformi in comando.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Boni, antropologo e docente all’Università di Modena e Reggio\r\n\r\nBarriera di Milano. Tra gentrification e violenza poliziesca\r\nIl fronte della guerra interna nel cuore della periferia torinese\r\n\r\nIl 5 per mille a polizia, carabinieri, guardia di finanza e secondini\r\nL’ultima trovata del governo Draghi è di immettere ulteriori risorse per le forze dell’ordine, modificando la legge che consente di destinarlo alle associazioni.\r\nUn segnale dell’infittirsi del sostegno alle strutture di controllo e repressione in un contesto politico e sociale di guerra.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nore 9\r\nDisertiamo la guerra!\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n* No alla guerra e a chi la arma!\r\n* No alle spese militari! Vogliamo case, scuole, ospedali, trasporti per tutt*\r\n* Contro la guerra ai poveri e la militarizzazione delle periferie\r\n* No alla città dell'aerospazio! Chiudere e riconvertire le fabbriche d’armi!\r\n* No alla Nato a Torino\r\n* Stop all'invio di armi in Ucraina, ritiro di tutte le missioni militari all'estero\r\n* Solidarietà ed accoglienza ai profughi di tutte le guerre\r\n* Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nDopo il corteo \r\npranzo benefit lotte contro la guerra alla tettoia dei contadini a Porta Palazzo\r\nper prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n#disertiamolaguerra\r\n\r\nSabato 7 maggio a Pisa\r\ncorteo\r\nRicordare e lottare nel 2022 come nel 1972 contro il fascismo e contro la guerra\r\na 50 anni dalla morte di Franco Serantini, ucciso dalla polizia durante un corteo antifascista\r\nAppuntamento alle ore 15 in piazza XX settembre. \r\n\r\nDomenica 8 maggio a Livorno\r\nAssemblea antimilitarista\r\nore 10 presso l’ex Caserma Occupata, via Adriana 16\r\n\r\nVenerdì 20 maggio \r\nsciopero generale contro la guerra\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","28 Aprile 2022","2022-04-28 15:16:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/stillhiring-bis-col-200x110.jpg","Anarres del 22 aprile. Clastres, la società contro lo stato. Anarchici nella resistenza a Torino. Barriera di Milano tra violenza poliziesca e gentrification. Il 5 per mille alla polizia...",1651158866,[],[],{"post_content":409},{"matched_tokens":410,"snippet":262,"value":411},[75,83],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-22-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nGli anarchici nella Resistenza a Torino. Ilio e gli altr*\r\nIlio Baroni, operaio toscano emigrato a Torino negli anni venti, era comandante della VII brigata Sap delle Ferriere.\r\nLe Sap, Squadre di Azione Patriottica sabotavano la produzione, diffondevano clandestinamente volantini antifascisti e si preparavano all’insurrezione. Ilio, nome di battaglia ”il Moro”, è protagonista di azioni di guerriglia.\r\nIl 25 aprile a Torino la città è paralizzata dallo sciopero generale, scoppia l’insurrezione, la città diventa a breve un campo di battaglia.\r\nBaroni e i suoi attaccano la stazione Dora e si guadagnano un successo. Giunge una richiesta d’aiuto dalla Grandi Motori. Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco. È il 26 aprile.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\nTra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, \u003Cmark>leggi\u003C/mark> \u003Cmark>razziste\u003C/mark>, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo.\r\nNe abbiamo parlato con Tobia Imperato, autore di un libro sugli anarchici nella Resistenza a Torino\r\n\r\nPierre Clastres, un antropologo contro lo stato\r\nLa società contro lo Stato è il titolo di uno dei testi più celebri dell’antropologo francese Pierre Clastres. Editato nel 1974 questo testo mantiene grande attualità.\r\nLe società primitive, ci dice Clastres, non sono affatto società senza Stato – come afferma un'antropologia classica pericolosamente evoluzionista – ma società contro lo Stato. Il pensiero “selvaggio” ci mostra lo sforzo permanente messo in atto per impedire che il potere si trasformi in dominio, che il prestigio si trasformi in autorità e che la parola del capo senza potere si trasformi in comando.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Boni, antropologo e docente all’Università di Modena e Reggio\r\n\r\nBarriera di Milano. Tra gentrification e violenza poliziesca\r\nIl fronte della guerra interna nel cuore della periferia torinese\r\n\r\nIl 5 per mille a polizia, carabinieri, guardia di finanza e secondini\r\nL’ultima trovata del governo Draghi è di immettere ulteriori risorse per le forze dell’ordine, modificando la legge che consente di destinarlo alle associazioni.\r\nUn segnale dell’infittirsi del sostegno alle strutture di controllo e repressione in un contesto politico e sociale di guerra.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nore 9\r\nDisertiamo la guerra!\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n* No alla guerra e a chi la arma!\r\n* No alle spese militari! Vogliamo case, scuole, ospedali, trasporti per tutt*\r\n* Contro la guerra ai poveri e la militarizzazione delle periferie\r\n* No alla città dell'aerospazio! Chiudere e riconvertire le fabbriche d’armi!\r\n* No alla Nato a Torino\r\n* Stop all'invio di armi in Ucraina, ritiro di tutte le missioni militari all'estero\r\n* Solidarietà ed accoglienza ai profughi di tutte le guerre\r\n* Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nDopo il corteo \r\npranzo benefit lotte contro la guerra alla tettoia dei contadini a Porta Palazzo\r\nper prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n#disertiamolaguerra\r\n\r\nSabato 7 maggio a Pisa\r\ncorteo\r\nRicordare e lottare nel 2022 come nel 1972 contro il fascismo e contro la guerra\r\na 50 anni dalla morte di Franco Serantini, ucciso dalla polizia durante un corteo antifascista\r\nAppuntamento alle ore 15 in piazza XX settembre. \r\n\r\nDomenica 8 maggio a Livorno\r\nAssemblea antimilitarista\r\nore 10 presso l’ex Caserma Occupata, via Adriana 16\r\n\r\nVenerdì 20 maggio \r\nsciopero generale contro la guerra\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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Ci raccontano le favole e pretendono che ci crediamo. Intanto piovono pietre. \r\nNelle nostre periferie tanti non ce la fanno a pagare il fitto e il mutuo e finiscono in strada. A Torino si moltiplicano gli sfratti, mentre ci sono migliaia di appartamenti vuoti.\r\n\r\nIl governo dice che non ci sono soldi. Mente. \r\nI soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li trovano sempre. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole. \r\nNon vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono investire in telecamere e polizia. 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Chi si fa ricco sul lavoro altrui non bada al colore della pelle ma a quello dei soldi. \r\n\r\nLo scorso anno EXPO ha messo in scena l’Italia ai tempi di Renzi, tra cantieri miliardari e morti di lavoro, agro business e green economy, lavoro gratuito e servitù volontaria, sfratti e polizia, gentrification e colate di cemento.\r\nUn mostro che affama il pianeta, lo desertifica, lo trasforma in una discarica. \r\nCinque mesi dopo le cifre ci dicono che Expo è stato un flop: restano solo grandi baracconi vuoti in una periferia fatta di nulla. \r\n\r\nChi si fa ricco con il lavoro altrui non guarda in faccia nessuno. Chi governa racconta la favola che sfruttati e sfruttatori stanno sulla stessa barca ed elargisce continui regali ai padroni. \r\nI padroni si sentono forti e sono passati all’incasso. \r\nRenzi vuole la fine delle lotta di classe, la resa senza condizioni dei lavoratori. Non gli serve più la complicità dei sindacati di Stato, cui ha tagliato distacchi e prebende, offrendo in cambio il monopolio sulla rappresentanza. I sindacati di base, i più combattivi, ne sono stati tagliati fuori, perché non firmano senza discutere accordi scritti dai padroni e benedetti da Cgil, Cisl e Uil.\r\n\r\nC’è chi non ci sta, chi si ribella ad un destino già scritto, chi vuole riprendersi il futuro.\r\nContro chi lotta si scatenano la polizia e la magistratura. Non si contano più i procedimenti giudiziari, cariche e pestaggi di polizia. \r\nSono i No Tav, che resistono all’occupazione militare, allo sperpero di risorse pubbliche, alla devastazione dell’ambiente. Sono i prigionieri dei CIE che bruciano le celle e scavalcano i muri. Sono gli sfrattati che non si rassegnano alla strada ed occupano le case vuote. Sono i lavoratori vogliono riprendersi un po’ della loro vita. \r\n\r\nCambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano efficaci gli scioperi.\r\nIl 18 marzo i sindacati che non hanno firmato l’accordo sulla rappresentanza hanno indetto sciopero generale. Purtroppo sappiamo bene che si tratta di uno sciopero di minoranza. In questi anni i sindacati di base non hanno saputo spezzare il consenso intorno alla narrazione dei governi e dei padroni.\r\n\r\nLa lotta di classe che oggi i padroni e il governo ci fanno merita risposte forti, scioperi capaci di bloccare tutto, di durare nel tempo, di fermare la macchina della produzione, della distribuzione, la circolazione delle merci e delle persone.\r\nFacciamola finita con la schiavitù salariata!\r\nUn mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile. \r\nTocca a noi costruirlo. \r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nCorso Palermo 46 – riunioni – aperte agli interessati - ogni giovedì alle 21","5 Aprile 2016","2018-10-17 22:59:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/sciopero-200x110.jpg","18 marzo. 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Accusato di questo stupro e tentato omicidio è Francesco Tuccia, un militare in servizio all’Aquila per l’operazione “ Aquila sicura” partita dopo il terremoto. Il 18 ottobre all’Aquila si terrà la prima udienza del processo.\r\nQuel giorno GIOVEDI’ 18 OTTOBRE alle ore 08.30 ci sarà un presidio sotto il Tribunale de L’Aquila a dire che:\r\nCI RIGUARDA TUTTE…l’animalità, l’efferatezza e la viltà degli uomini che in una notte di febbraio hanno massacrato il corpo e la vita di una donna lasciata sul selciato a morire.\r\nCI RIGUARDA TUTTE…l’uso che si fa dei nostri corpi in nome di una sicurezza che non ci tutela ma , anzi, ci usa per emettere leggi razziste e repressive.\r\nCI RIGUARDA TUTTE…perché non vogliamo più doverci difendere da padri, fidanzati, amici, datori di lavoro, medici, maestri, militari.\r\nUn presidio per affermare la voglia e il diritto di autodeterminare le nostre vite.","21 Ottobre 2012","2018-10-17 22:11:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/vita-breve-e-sofferta1-200x110.jpg","L'Aquila: processo per stupro",1350845057,[],[],{"post_content":463},{"matched_tokens":464,"snippet":465,"value":466},[75,83],"anzi, ci usa per emettere \u003Cmark>leggi\u003C/mark> \u003Cmark>razziste\u003C/mark> e repressive.\r\nCI RIGUARDA TUTTE…perché","Sul blog www.medea.noblogs.org potete riascoltare la trasmissione andata in onda su Radio Blackout giovedì 18 ottobre a cura del Collettivo femminista MeDeA in occasione dell’apertura a L’Aquila del processo per stupro e tentato omicidio a carico di Francesco Tuccia, militare attivo nell’operazione “Aquila Sicura”.\r\n\r\nQui l'audio dell'avvocata della ragazza che definisce i contorni della vicenda e presenta la situazione processuale.\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/avvocata_aquila1.mp3|titles=avvocata_aquila(1)]\r\n\r\nA breve pubblicheremo anche i singoli audio e i vari contributi contenuti nello speciale che abbiamo curato. \r\n\r\nQui sotto l'appello con cui è stata lanciata la mobilitazione di solidarietà\r\nIl 12 febbraio 2012, in una discoteca de L’Aquila, una giovane donna di 20 anni è stata stuprata e ridotta in fin di vita. Accusato di questo stupro e tentato omicidio è Francesco Tuccia, un militare in servizio all’Aquila per l’operazione “ Aquila sicura” partita dopo il terremoto. Il 18 ottobre all’Aquila si terrà la prima udienza del processo.\r\nQuel giorno GIOVEDI’ 18 OTTOBRE alle ore 08.30 ci sarà un presidio sotto il Tribunale de L’Aquila a dire che:\r\nCI RIGUARDA TUTTE…l’animalità, l’efferatezza e la viltà degli uomini che in una notte di febbraio hanno massacrato il corpo e la vita di una donna lasciata sul selciato a morire.\r\nCI RIGUARDA TUTTE…l’uso che si fa dei nostri corpi in nome di una sicurezza che non ci tutela ma , anzi, ci usa per emettere \u003Cmark>leggi\u003C/mark> \u003Cmark>razziste\u003C/mark> e repressive.\r\nCI RIGUARDA TUTTE…perché non vogliamo più doverci difendere da padri, fidanzati, amici, datori di lavoro, medici, maestri, militari.\r\nUn presidio per affermare la voglia e il diritto di autodeterminare le nostre vite.",[468],{"field":98,"matched_tokens":469,"snippet":465,"value":466},[75,83],{"best_field_score":229,"best_field_weight":230,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":231,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":472,"highlight":495,"highlights":500,"text_match":227,"text_match_info":503},{"comment_count":48,"id":473,"is_sticky":48,"permalink":474,"podcastfilter":475,"post_author":310,"post_content":476,"post_date":477,"post_excerpt":478,"post_id":473,"post_modified":479,"post_thumbnail":480,"post_title":481,"post_type":359,"sort_by_date":482,"tag_links":483,"tags":490},"8352","http://radioblackout.org/podcast/torino-25-aprile-presidio-antifascista-alla-lapide-del-partigiano-anarchico-baroni/",[310],"Mercoledì 25 aprile\r\nore 15\r\npresidio alla lapide al partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio è morto combattendo i nazifascisti\r\n\r\nRicordo, deposizione di fiori, musica – banchetti informativi antifascisti e antirazzisti – volantinaggio in quartiere – bicchierata in ricordo delle tante vittime del fascismo di ieri e di oggi.\r\nInterverranno Roberto Prato e Tobia Imperato\r\n\r\nSugli anarchici nella resistenza a Torino ascolta l’intervista a Tobia: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/2012-04-22-Tobia-su-Baroni.mp3|titles=2012 04 22 Tobia su Baroni]\r\n\r\nscarica l’audio\r\n\r\nDi seguito la presentazione dell'iniziativa, promossa, come ormai ogni anno, dalla Federazione Anarchica Torinese\r\n\r\n“Baroni sa di rischiare tutto, ma come nel passato mette a repentaglio la sua vita per proteggere quella degli altri.\r\nEcco Baritono che cerca di recuperare l’automezzo del suo distaccamento; Baroni è ora completamente allo scoperto e lo protegge, ma una raffica colpisce in pieno Baritono; Baroni continua a sparare, poi, d’un tratto, tutto tace; la sua arma non canta più; Baroni è morto; si è accasciato sulla sua arma; è caduto da eroe.” (Fabbri).\r\n\r\nIlio Baroni (1902-1945), nome di battaglia “il Moro”, era un anarchico di Massa Marittima (Gr) che come tanti era giunto a Torino per trovare lavoro come operaio alla Fiat Ferriere. Diviene subito un personaggio di spicco negli ambienti sovversivi e antifascisti ed organizza attorno a sé un nutrito gruppo di compagni. Sfumato il tentativo di raggiungere la Spagna rivoluzionaria nel ’36, si dedica in tutto e per tutto alla resistenza antifascista a Torino.\r\nCondannato per attività antifascista e propaganda anarchica e trascorsi alcuni anni di carcere e confino, diventa il comandante della VII brigata Sap delle Ferriere.\r\nIl compito delle Squadre di Azione Patriottica (Sap), che vedevano affiancati partigiani provenienti da diverse realtà politiche, era di difendere industrie e macchinari, sabotare la produzione, rafforzare la coscienza antifascista con la propaganda e prepararsi militarmente all’insurrezione. \r\nIl Moro, al comando della squadra di manovra Sap, sarà protagonista di vere e proprie azioni di guerra in stile gappista, fino a quando, nel fatidico aprile del ’45, troverà la morte in battaglia.\r\nIl 25 aprile a Torino la città è paralizzata dallo sciopero generale, scoppia l’insurrezione, e la città diventa a breve un campo di battaglia. Baroni e i suoi attaccano la stazione Dora e si guadagnano un successo, ma giunge una richiesta d’aiuto dalla Grandi Motori. Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco tedesco. È il 26 aprile. Il giorno dopo la città sarà completamente liberata dai fascisti, senza dover nemmeno aspettare l’arrivo delle formazioni esterne.\r\nIl 28 aprile i Volontari della libertà di tutte le formazioni percorrono le vie di Torino cantando le loro canzoni.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\n\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\n\r\nStiamo scivolando verso un baratro. È il baratro del fascismo che ritorna, che ritorna nelle strade, che ritorna nelle leggi sempre più razziste e liberticide.\r\nNon si contano più le aggressioni di fascisti e polizia contro immigrati e rom. Dal pogrom della Continassa agli omicidi fascisti di Firenze, dal sudamericano ucciso a Milano dalla polizia al ragazzo tunisino ammazzato a Ravenna dai carabinieri.\r\nUn vero bollettino di guerra. Una guerra aperta, una guerra scritta nel nostro stesso ordinamento giuridico, che sancisce che qualcuno può essere perseguito per quello che è, non per quello che fa. Come nella Germania nazista, come nell’Italia fascista. Sei rinchiuso, perseguitato, discriminato perché sei ebreo, rom, asociale, omosessuale, oppositore politico.\r\nSei escluso dai diritti umani, perché non sei davvero umano, sei inferiore e, quindi, pericoloso.\r\nDal 1988 sono 18.244 gli immigrati morti nel tentativo di attraversare la frontiera con la fortezza Europa.\r\nUna lunga strage, non diversa da quelle delle truppe coloniali di Mussolini in Libia e nel Corno d’Africa.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nChi ce la fa ad arrivare trova lavoro nero, salari infimi, paura, discriminazione, leggi razziste.\r\nChi viene pescato senza documenti sale gratis sulla macchina delle espulsioni: reclusione amministrativa sino a diciotto mesi e poi il ritorno con comodo volo di linea. A testa china e in silenzio. Se parli, se gridi che non vuoi andare via, se ti agiti per suscitare l’attenzione ti stringono i polsi con le fascette da elettricista, che fermano il sangue, incidono le carni e ti impacchettano la bocca con lo scotch. Perché questa pratica venisse alla luce c’è voluto un passeggero con un briciolo di umanità, mentre gli altri restavano in silenzio, infastiditi dall’indignazione di quell’unico che non riusciva a tollerare l’intollerabile.\r\nIn questo silenzio complice si annida il fascismo.\r\n\r\nIl processo di disumanizzazione dell’immigrato, rinchiuso nella gabbia semantica della clandestinità, che lo rende sospetto, probabilmente delinquente, sicuramente pericoloso, equiparabile ad una bestia feroce è parte integrante nella costruzione del consenso alle pratiche più indecenti.\r\nL’immigrato cui serrano le labbra a forza è come il cane cui viene imposta la museruola, come la tigre rinchiusa in gabbia, come il serpente cui viene tolto il veleno.\r\nMuseruole, gabbie, psicofarmaci narrano la bestialità di chi li usa.\r\nUna bestialità pervasiva, che rischia di farsi lessico comune, aberrante normalità, giudiziosa condotta. Un anestetico morale, un alibi collettivo.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nStiamo scivolando in un baratro: occorre fare barriera contro la barbarie che avanza, con l’azione diretta, senza deleghe, in prima persona.\r\nIn questo 25 aprile vogliamo ricordare le ragioni di tanti di quelli che combatterono e morirono, le ragioni di chi combatteva il fascismo perché portava in se il sogno di un’umanità senza stati né frontiere, solidale, dove l’uguaglianza reale si accompagnasse al rispetto ed alla salvaguardia delle differenze.\r\nQueste ragioni sono state dimenticate o gettate nel fango.\r\nSpetta a noi raccoglierle e farne una bandiera.\r\nSpetta a noi riprendere il cammino dei nostri padri e dei nostri nonni. Spetta a noi conquistare un nuovo aprile.\r\nA Torino la Resistenza continua, ogni giorno.","23 Aprile 2012","Mercoledì 25 aprile\r\nore 15\r\npresidio alla lapide al partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio è morto combattendo i nazifascisti\r\n\r\nRicordo, deposizione di fiori, musica – banchetti informativi antifascisti e antirazzisti – volantinaggio in quartiere – bicchierata in ricordo delle tante vittime del fascismo di ieri e di oggi.\r\nInterverranno Roberto Prato e Tobia Imperato\r\n\r\nSugli anarchici nella resistenza a Torino Ascolta l’intervista a Tobia:\r\n\r\n","2018-10-17 23:26:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/2012-04-23-manif-fat-25-aprile-copy-200x110.jpg","Torino 25 aprile. 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Baroni e i suoi attaccano la stazione Dora e si guadagnano un successo, ma giunge una richiesta d’aiuto dalla Grandi Motori. Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco tedesco. È il 26 aprile. Il giorno dopo la città sarà completamente liberata dai fascisti, senza dover nemmeno aspettare l’arrivo delle formazioni esterne.\r\nIl 28 aprile i Volontari della libertà di tutte le formazioni percorrono le vie di Torino cantando le loro canzoni.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\n\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\n\r\nStiamo scivolando verso un baratro. È il baratro del fascismo che ritorna, che ritorna nelle strade, che ritorna nelle \u003Cmark>leggi\u003C/mark> sempre più \u003Cmark>razziste\u003C/mark> e liberticide.\r\nNon si contano più le aggressioni di fascisti e polizia contro immigrati e rom. 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Sei rinchiuso, perseguitato, discriminato perché sei ebreo, rom, asociale, omosessuale, oppositore politico.\r\nSei escluso dai diritti umani, perché non sei davvero umano, sei inferiore e, quindi, pericoloso.\r\nDal 1988 sono 18.244 gli immigrati morti nel tentativo di attraversare la frontiera con la fortezza Europa.\r\nUna lunga strage, non diversa da quelle delle truppe coloniali di Mussolini in Libia e nel Corno d’Africa.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nChi ce la fa ad arrivare trova lavoro nero, salari infimi, paura, discriminazione, \u003Cmark>leggi\u003C/mark> \u003Cmark>razziste\u003C/mark>.\r\nChi viene pescato senza documenti sale gratis sulla macchina delle espulsioni: reclusione amministrativa sino a diciotto mesi e poi il ritorno con comodo volo di linea. A testa china e in silenzio. 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Perché questa pratica venisse alla luce c’è voluto un passeggero con un briciolo di umanità, mentre gli altri restavano in silenzio, infastiditi dall’indignazione di quell’unico che non riusciva a tollerare l’intollerabile.\r\nIn questo silenzio complice si annida il fascismo.\r\n\r\nIl processo di disumanizzazione dell’immigrato, rinchiuso nella gabbia semantica della clandestinità, che lo rende sospetto, probabilmente delinquente, sicuramente pericoloso, equiparabile ad una bestia feroce è parte integrante nella costruzione del consenso alle pratiche più indecenti.\r\nL’immigrato cui serrano le labbra a forza è come il cane cui viene imposta la museruola, come la tigre rinchiusa in gabbia, come il serpente cui viene tolto il veleno.\r\nMuseruole, gabbie, psicofarmaci narrano la bestialità di chi li usa.\r\nUna bestialità pervasiva, che rischia di farsi lessico comune, aberrante normalità, giudiziosa condotta. Un anestetico morale, un alibi collettivo.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nStiamo scivolando in un baratro: occorre fare barriera contro la barbarie che avanza, con l’azione diretta, senza deleghe, in prima persona.\r\nIn questo 25 aprile vogliamo ricordare le ragioni di tanti di quelli che combatterono e morirono, le ragioni di chi combatteva il fascismo perché portava in se il sogno di un’umanità senza stati né frontiere, solidale, dove l’uguaglianza reale si accompagnasse al rispetto ed alla salvaguardia delle differenze.\r\nQueste ragioni sono state dimenticate o gettate nel fango.\r\nSpetta a noi raccoglierle e farne una bandiera.\r\nSpetta a noi riprendere il cammino dei nostri padri e dei nostri nonni. 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