","Onde indopacifiche #05","post",1611513721,[61,62,63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/anchan-preelert/","http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/jack-ma/","http://radioblackout.org/tag/lesa-maesta/","http://radioblackout.org/tag/rama-x/","http://radioblackout.org/tag/soft-power-vaccine-diplomacy/","http://radioblackout.org/tag/thailandia/","http://radioblackout.org/tag/xingiang/",[70,15,71,72,73,74,17,22],"Anchan Preelert","Jack Ma","lesa maestà","Rama X","Soft Power Vaccine Diplomacy",{"post_content":76,"tags":82},{"matched_tokens":77,"snippet":80,"value":81},[78,79],"lesa","maestà","gennaio con la condanna per \u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark> a 43 anni di carcere","In Thailandia in discussione è l'istituzione della monarchia, ma perché una rivoluzione è già stata compiuta, ma dall'attuale sovrano, che ha preteso di gestire come proprio il tesoro dello stato, poi ha assunto il diritto di nominare le alte cariche religiose e infine ha assunto il controllo delle forze militari di Bangkok. Dal paragone tra i due monarchi si è sollevata una sorta di Rivoluzione Culturale. Ecco, cominciamo la puntata di oggi 21 gennaio con la condanna per \u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark> a 43 anni di carcere a una 65enne, Anchan Preelert, rea di aver insultato la famiglia reale su Facebook e YouTube nei giorni del colpo di stato di Prayuth nel 2014; aveva già patito la carcerazione dal 2015 al 2018 per lo stesso reato e la pena a 87 anni di galera è stata dimezzata, perché si è dichiarata colpevole. Quella legge simbolo del retaggio dell'antico regno del Siam, che ci ricorda che la Thailandia è ancora una monarchia assoluta, è tra gli obiettivi del Free Youth Movement che ha portato in piazza migliaia di giovani il cui mondo di riferimento è completamente avulso da quello della monarchia, pur vivendo la cultura e i ritmi tailandesi. Sabrina Moles ce ne parla anche alla luce dell'aumento del numero di arresti e con nelle cuffie i pezzi dei Rap Against Dictatorship.\r\n\r\nSempre sull’onda dei sovrani siamo passati all’impero del sol levante per affrontare la modalità nipponica di reazione al Covid: il ministro incaricato a occuparsi del piano vaccinale non è quello della Sanità, ma quello delle Riforme, Kono Taro, perché è uno di cui i giapponesi si fidano, perché ha un significato relativo alal considerazione della pandemia che evidentemente viene considerata un’occasione per applicare riforme del sistema socio-sanitario e poi soprattutto perché... Kono Taro è un lobbysta con molti agganci all’estero e nella corsa al vaccino innescata tra i paesi più potenti – e l’ingresso prepotente nella competizione per accaparrarsi più vaccini si è inserita l’America di Biden... Dal Giappone proviene anche la questione nucleare e lo studio di fonti rinnovabili sullo sfondo di Fukushima.\r\n\r\nMa anche la politica cinese guarda al proprio vaccino come potenziale Soft Power Vaccine Diplomacy che può far entrare definitivamente nell’orbita cinese molti paesi più poveri che non vengono considerati da Pfizer o Astra Zeneca che intendono trarre il massimo profitto e quindi privilegiano la distribuzione presso chi può pagare. Dunque il vaccino cinese si va diffondendo come profeta di politica e accordi commerciali futuri nei paesi vicini del Sudest asiatico e in Africa; anche sottraendo dosi al fabbisogno interno. Intanto è in corso una campagna di sensibilizzazione dei cittadini cinesi a evitare spostamenti per il Capodanno cinese (la luna nuova tra l’11 e il 12 febbraio) che l’anno scorso aveva contribuito a diffondere il contagio.\r\n\r\n[caption id=\"attachment_66183\" align=\"alignright\" width=\"300\"] A livestreamer promotes personal hygiene products at a livestreaming base during Alibaba Group Holding Ltd.'s annual November 11 Singles' Day online shopping event in Hangzhou, China, on Wednesday, Nov. 11, 2020. Alibaba kicked off the world’s biggest shopping binge on Wednesday, an annual frenzy of consumption for hundreds of millions of people that this year will also serve as the best barometer so far of China’s post-pandemic recovery.[/caption]\r\n\r\nQuando si comincia ad affrontare la politica cinese si deve mettere in relazione al rapporto con gli Usa. L’ultimo gesto dell’amministrazione Trump è stato quello di accusare di “genocidio” i sistemi applicati dal regime di Xi nei confronti delle popolazioni dello Xingiang. Ma anche i primi gesti di Biden sono risultati altrettanto muscolari: Avril Haines, ex vicedirettrice della Cia, candidata alla guida della National Intelligence, ha rilasciato un discorso che lascia presagire il proseguimento di una linea dura nei confronti di Pechino. «Il nostro approccio deve evolvere e sostanzialmente adattarsi alla realtà che oggi vede la Cina particolarmente assertiva e aggressiva», ha inoltre sottolineato la necessità di stanziare più risorse per fronteggiare la superpotenza soprattutto in riferimento agli attacchi informatici. E questo ci porta a riprendere la questione delle piattaforme social così diffuse in Cina e attraverso le quali passa ogni gesto quotidiano: lavoro, svago, spostamenti, informazione, accordi, relazioni... come se si trattasse autenticamente di un paese socialista è stata avanzata la proposta di tassare i proventi pubblicitari dei social e ridistribuirli agli utenti che li producono con il loro uso delle piattaforme. E forse non è un caso che sia riapparso Jack Ma, però anche come testimonial di come e quanto è ammessa l’esposizione pubblica (e quindi politica) di un tycoon a Pechino.\r\n\r\nDa ultimo affrontiamo il fenomeno dell’Hanfu, cioè il recupero dei costumi delal tradizione classica dell’era Han, che al di là del folklore ha un valore nazionalista, di appartenenza etnica han e soprattutto di... business\r\n\r\nQui come sono stati sviluppati questi argomenti da Sabrina Moles:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/OrientePress05.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[83,85,87,89,92,94,96,98],{"matched_tokens":84,"snippet":70},[],{"matched_tokens":86,"snippet":15},[],{"matched_tokens":88,"snippet":71},[],{"matched_tokens":90,"snippet":91},[78,79],"\u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark>",{"matched_tokens":93,"snippet":73},[],{"matched_tokens":95,"snippet":74},[],{"matched_tokens":97,"snippet":17},[],{"matched_tokens":99,"snippet":22},[],[101,107],{"field":35,"indices":102,"matched_tokens":104,"snippets":106},[103],3,[105],[78,79],[91],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":80,"value":81},"post_content",[78,79],1157451471441625000,{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":114,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":116,"highlight":140,"highlights":145,"text_match":148,"text_match_info":149},{"cat_link":117,"category":118,"comment_count":47,"id":119,"is_sticky":47,"permalink":120,"post_author":50,"post_content":121,"post_date":122,"post_excerpt":123,"post_id":119,"post_modified":124,"post_thumbnail":125,"post_thumbnail_html":126,"post_title":127,"post_type":58,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":135},[44],[46],"82120","http://radioblackout.org/2023/05/asia-elezioni-in-thailandia-litalia-abbandona-la-via-della-seta-il-ciclone-mocha-colpisce-i-campi-profughi-dei-rohingyai/","Con Sabrina Moles di China Files parliamo dell'esito delle elezioni in Thailandia, dove ha vinto il Move Forward Party di orientamento progressista, sostenuto da un elettorato giovane che si propone di cambiare la legge sulla lesa maestà che è stata utilizzata per reprimere l'opposizione politica e critica apertamente l'istituto monarchico. A seguire, il partito della figlia di Shinawatra, potente oligarca populista fuggito in Montenegro, mentre il partito dei militari ha perso decisamente consensi anche se la composizione del Parlamento - che discende dalla Costituzione imposta con un golpe militare - potrebbe garantire ancora il potere alle èlite monarchiche e militari.\r\n\r\nParliamo anche dell'imminente scadedenza dell'accordo tra Italia e Cina sottoscritto dal governo Conte che prevede l'adesione, unico paese del G7, al progetto della \"Belt and Road Initiative\" cinese, soprannominato \"Via della Seta\".\r\n\r\nL'accordo, a seguito delle pressioni di Washington, non sarà rinnovato dal governo Meloni che trova la sua legittimazione negli ambienti internazionali proprio in virtu' della sua fedeltà atlantica.\r\n\r\nInfine raccontiamo del devastante ciclone Mocha che ha colpito il Bangladesh e la Birmania domenica. Le dimensioni di questa catastrofe sono distruttive per la regione e desta preoccupazione soprattutto la zona di Cox Bazar, il campo profughi più grande al mondo, che ospita un milione di profughi Rohingya.\r\n\r\nAscolta e scarica l'approfondimento:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/elezionithailandia3.mp3\"][/audio]","15 Maggio 2023","Notizie dall'Asia ","2023-05-16 00:24:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI-1024x767.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI-768x575.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/THAILANDIA-ELEZIONI.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","ASIA: ELEZIONI IN THAILANDIA, L'ITALIA ABBANDONA LA VIA DELLA SETA, IL CICLONE MOCHA COLPISCE I CAMPI PROFUGHI DEI ROHINGYAI",1684186360,[130,62,131,132,133,67,134],"http://radioblackout.org/tag/ciclone/","http://radioblackout.org/tag/cox-bazar/","http://radioblackout.org/tag/meloni/","http://radioblackout.org/tag/profughi/","http://radioblackout.org/tag/usa/",[136,15,24,137,138,17,139],"ciclone","meloni","profughi","USA",{"post_content":141},{"matched_tokens":142,"snippet":143,"value":144},[78,79],"di cambiare la legge sulla \u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark> che è stata utilizzata per","Con Sabrina Moles di China Files parliamo dell'esito delle elezioni in Thailandia, dove ha vinto il Move Forward Party di orientamento progressista, sostenuto da un elettorato giovane che si propone di cambiare la legge sulla \u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark> che è stata utilizzata per reprimere l'opposizione politica e critica apertamente l'istituto monarchico. 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Qualche sospetto può sorgere che non si tratti di suicidio?\r\n\r\nUn pezzo particolare anche per il futuro – visto che le rivelazioni fanno parte di una serie vera e propria – è il racconto che Murat ci segnala della serie curata da una sorta di mafioso (Sedat Peker), da decenni centrale per l'assegnazione di appalti, per la conoscenza di segreti, per il coinvolgimento di sezioni di società alla greppia del presidente... insomma conosce tutti i segreti e certi atteggiamenti lo hanno indotto a vuotare il sacco e lo sta facendo in forma molto televisiva e accattivante: milioni di turchi si abbeverano alle sue parole che dischiudono – dall'estero, al sicuro – un sistema di corruzione e criminalità che governa la Turchia.\r\n\r\nAltro aspetto del mondo dorato del presidente è il fatto che la Turchia è la capitale europea dei rifiuti... non in senso positivo, è piuttosto la discarica del pattume continentale.\r\n\r\nIn coda alcune considerazioni sugli intrecci tra interessi comuni (le pallottole italiane arrivate in Myanmar attraverso la Turchia) e conflitti pretestuosi (i pescherecci italiani presi a sassate nel Mediterraneo orientale) per proseguire la rivalità tra i due paesi con interessi contrastanti in paesi terzi da colonizzare.\r\n\r\nMurat Cinar ha approfondito tutte queste notizie – e anche altro, come l'anniversario del 13 maggio 2014 del'esplosione della miniera di Soma\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021_05_13_Murat01.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIl pezzo finale è cantato da un Gastarbaiter turco, che è anche un famoso cantante e che ha interpretato l'emigrazione anatolica in Germania, usando la lingua tedesca e le immagini di mezzo secolo fa.\r\n\r\nhttps://youtu.be/UDfIeLwMzvA\r\n\r\n ","16 Maggio 2021","2021-05-16 00:40:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/Sedat-Peker-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/Sedat-Peker-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/Sedat-Peker-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/Sedat-Peker-1024x576.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/Sedat-Peker-768x432.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/Sedat-Peker.jpeg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Caffè turco di Murat: Sedat Peker racconta il sistema Erdoǧan",1621125584,[167,168,169,170],"http://radioblackout.org/tag/aliyev/","http://radioblackout.org/tag/bayram-mammadov/","http://radioblackout.org/tag/recep-tayyip-erdogan/","http://radioblackout.org/tag/sedat-peker/",[20,32,172,28],"Recep Tayyip Erdoğan",{"post_content":174},{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":177},[78,79],"Mammadov, anarchico azero condannato per \u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark> della dinastia Aliyev (torturato, calunniato,","https://youtu.be/2OKablvfWPs?t=46\r\n\r\nIl pezzo musicale è evidente omaggio alla sofferenza delle persone coinvolte dalle guerre imposte dal desiderio di potere di chi non può farne a meno e così scatena guerre esiziali: una cantante turca che interpreta una canzone d'amore palestinese che segue una ninna nanna sefardita.\r\n\r\n \r\n\r\nBayram Mammadov, anarchico azero condannato per \u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark> della dinastia Aliyev (torturato, calunniato, imprigionato, esiliato), è stato ritrovato cadavere nel Bosforo. 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Questo ritorno all'antico internazionalismo rievocativo della Prima guerra mondiale fa il paio con lo spettro dell'eccidio armeno di un secolo fa, tanto citato in questo frangente che vede l'attivismo turco imperversare e gli armeni sui teleschermi impauriti dalla strapotenza azera\r\n\r\nEcco il sottile percorso che ci ha condotto dai social di Gezi alle cantine bombardate di Stepanakert\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020_10_08_Caffè-di-Murat-03.mp3\"][/audio]\r\n\r\nE infine il caffè salato della domanda di fidanzamento patriarcale... da ultimo un ricordo personale di Murat: la sua prima diretta in rbo a proposito di Pinar Selek","10 Ottobre 2020","2020-10-10 01:19:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/ChiusuraTwitter_Turchia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/ChiusuraTwitter_Turchia-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/ChiusuraTwitter_Turchia-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/ChiusuraTwitter_Turchia.jpg 650w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il caffè turco con Murat: lo strozzamento dei social e l'internazionalismo caucasico",1602288580,[196,197,198,199,200,201],"http://radioblackout.org/tag/armenia/","http://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","http://radioblackout.org/tag/censura-social/","http://radioblackout.org/tag/internazionalismo/","http://radioblackout.org/tag/nagorno-karabach/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[203,26,30,204,34,205],"armenia","internazionalismo","Turchia",{"post_content":207},{"matched_tokens":208,"snippet":209,"value":210},[78,79],"ai social viene direttamente dalla \u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark> nei confronti della figlia di","Stavolta con Murat cominciamo da un rap che risale alla rivolta di Gezi Park, dove i social furono essenziali per chiamare in piazza Taksim e cerchiamo quindi di capire in che modo si può guarire dal condizionamento dei social: semplicemente potendo contare su una banda ridottissima a disposizione di quei social che non pongono sedi in Turchia, oppure si reclutano eserciti di troll.\r\n\r\nIl problema legato ai social viene direttamente dalla \u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark> nei confronti della figlia di Erdoğan, bullizzata a giugno, e lo stesso reato di scarsa condiscendenza verso uno stato fratello è stato applicato a chi ha avuto l'improntitudine di minimizzare l'importanza della nazione azera e questo ha introdotto l'altro argomento della settimana: lo scontro in Caucaso tra uguali ma contrapposti amor di patria; noi abbiamo preferito le posizioni di giovani compagni che non si sentono più azeri o più armeni e non intendono spararsi addosso. 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Le cose stanno davvero così? Abbiamo parlato provato a vederci più chiaro con Lele, del Movimento No Tav con cui abbiamo anche discusso delle prossime iniziative del movimento per la smilitarizzazione dell'area intorno all'ex-cantiere e per l'amnistia per tutti coloro che sono stati inquisiti in questi anni di lotta contro il super treno\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/lele.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","21 Febbraio 2019","2019-02-21 12:01:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/164938416-cd2a5015-d02f-4184-9d84-321744010009-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/164938416-cd2a5015-d02f-4184-9d84-321744010009.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/164938416-cd2a5015-d02f-4184-9d84-321744010009.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/164938416-cd2a5015-d02f-4184-9d84-321744010009-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/164938416-cd2a5015-d02f-4184-9d84-321744010009-170x170.jpg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Mozione sul Tav: è davvero pietra tombale sull'opera?",1550750319,[229],"http://radioblackout.org/tag/notav/",[231],"notav",{"post_content":233},{"matched_tokens":234,"snippet":235,"value":236},[78,79],"sui giornali si grida alla \u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark>, all'attentato al corpo sacro del","Davanti alla mozione depositata da Lega e Movimento 5 stelle sulla seconda Torino-Lione che ricopia quanto detto nel contratto di governo, sui giornali si grida alla \u003Cmark>lesa\u003C/mark> \u003Cmark>maestà\u003C/mark>, all'attentato al corpo sacro del TAV, Chiamparino addirittura parla di \"pietra tombale sull'opera\". 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Ogni lavoro commentato ha avuto il suo recensore, ogni titolo è un link ma soprattutto, ogni scarrafone è bello a mamma sua. Per insulti, prese di posizione in disaccordo, denunce per diffamazione fare riferimento al TDM. Sommersi e salvati, fallimenti, recuperi e altre improbabili leggende di questo 2014. Iniziamo dai migliori....cosa salvare?\r\nPER LA SECONDA PARTE, CLICCA QUI!\r\nPER JAZZ, FUNK E BLACKNESS, CLICCA QUI!\r\nPER SAPERE CHI SONO I PEGGIORI, CLICCA QUI!\r\n \r\nHans Hassler – Hassler (Intakt)\r\nJazz e musiche da camera compresse in una stuba alpina dove il folklore diventa canzone (anche grazie alla grappa). Questo è l’altro mondo di Mr. Hassler, raffinato e ubriacone, melanconico e sguaiato, dolcissimo e stonato. Dalla baita nei grigioni guardano l’Europa dall’alto: Hans Hassler allo schwarzerorgeli è una bevuta in compagnia, qualcuno che conosci da sempre. 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Se Sakata è uno dei migliori “urlatori” del temibile manipoli free-jazz giapponese, è anche vero che il suo rovescio è sui clarinetti, nella voce (nel canto) e nella comunione ordinata degli opposti. Materia cullante ma mai assopita, viene scolpita da Sakata, un maestro assoluto, un uomo fatto di carne e spirito. (9)\r\nSe nel duo abbiamo scherzato, questo temibile trio ricorda molto da vicino la combo di Sakata dei tardi 70, una creatura free degli abissi marini che aveva il suo Berthling in Hideaki Mochizuki, e Nillsen-Love era Shota Koyama. Precisione chirurgica, razionalità del caos, il sax di Sakata che fa l’anguilla elettrica in un mare ritmicamente in tempesta, elevandosi come un mostro degli abissi profondi. Se pensate che ci sia qualcosa di sgraziato nelle urla, non avete mai avuto occasione di apprezzare da vicino i lavori di questo piccolo grande uomo (9)\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=X9KXeg5eP_c[/embed]\r\n\r\n ","9 Dicembre 2014","2018-10-17 22:09:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/R-5504109-1395076939-4244.jpeg-200x110.jpg","Il meglio di impro, avant, outsiderismi e crooners...parte 1","podcast",1418130998,[],[],{"post_content":282},{"matched_tokens":283,"snippet":285,"value":286},[284],"less","la batteria. Con una estetica \u003Cmark>less\u003C/mark> is more, che tra l’altro","Quest'anno per la prima volta, il cervello nero di Blackout ha radunato la sua redazione musicale in una località segreta, dove sono stati squadernati vari dischi. Ogni lavoro commentato ha avuto il suo recensore, ogni titolo è un link ma soprattutto, ogni scarrafone è bello a mamma sua. 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La voce di Noura, la chitarra di suo marito, la glitterbeat dietro questa operazione ci mette il giusto di pulizia sonora, soffiando via un po’ della polvere che il vento spinge sull’immenso tavoliere dell’hammada. Desertico, melodico, ritmico, sprizza vita. Sono usciti troppi dischi “etno” che non sapevano veramente di nulla. Qui si studia la vita, tra urla di gioia e momenti di pura psichedelia del deserto. (9)\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=jENMcnDs5yo[/embed]\r\nKhun Narin – Khun Narin’s Electric Phin Band (Innovative Leisure)\r\nIl Phin è una specie di chitarra elettrica della giungla thailandese che viene sparata attraverso un soundsystem pieno di riverbero. Gli amici della tribe si dedicano alla sezione ritmica di questo blues dell’estremo oriente, troppo diverso eppure troppo uguale. Caracolla, per carità, perchè qui non ci sono professionisti della musica. Solo gente che la veicola direttamente, acida come succo di mango e alcolica come whiskey di riso. 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Se Sakata è uno dei migliori “urlatori” del temibile manipoli free-jazz giapponese, è anche vero che il suo rovescio è sui clarinetti, nella voce (nel canto) e nella comunione ordinata degli opposti. Materia cullante ma mai assopita, viene scolpita da Sakata, un \u003Cmark>maestro\u003C/mark> assoluto, un uomo fatto di carne e spirito. (9)\r\nSe nel duo abbiamo scherzato, questo temibile trio ricorda molto da vicino la combo di Sakata dei tardi 70, una creatura free degli abissi marini che aveva il suo Berthling in Hideaki Mochizuki, e Nillsen-Love era Shota Koyama. Precisione chirurgica, razionalità del caos, il sax di Sakata che fa l’anguilla elettrica in un mare ritmicamente in tempesta, elevandosi come un mostro degli abissi profondi. Se pensate che ci sia qualcosa di sgraziato nelle urla, non avete mai avuto occasione di apprezzare da vicino i lavori di questo piccolo grande uomo (9)\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=X9KXeg5eP_c[/embed]\r\n\r\n ",[288],{"field":108,"matched_tokens":289,"snippet":285,"value":286},[284],1155199534322679800,{"best_field_score":292,"best_field_weight":151,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":293,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":294},"1112319197184","1155199534322679921",4,{"document":296,"highlight":313,"highlights":319,"text_match":290,"text_match_info":322},{"comment_count":47,"id":297,"is_sticky":47,"permalink":298,"podcastfilter":299,"post_author":249,"post_content":300,"post_date":301,"post_excerpt":53,"post_id":297,"post_modified":302,"post_thumbnail":303,"post_title":304,"post_type":277,"sort_by_date":305,"tag_links":306,"tags":312},"21410","http://radioblackout.org/podcast/droghe-e-castagne/",[249],"L’abolizione per un vizio nelle modalità di approvazione della legge sulle droghe in vigore da ormai otto anni, la dice lunga sul ruolo suppletivo del potere giudiziario rispetto a quello politico.\r\nQuesta decisione, come già quella sul porcellum elettorale, toglie le castagne dal fuoco sia al parlamento che all’esecutivo, incapaci di prendere decisioni su questioni di grande importanza come la legge che definisce le regole per la delega elettorale.\r\nSe la cancellazione della Fini Giovanardi dovesse avere l’effetto sperato di svuotare un poco le carceri, forse l’Italia scamperebbe le sanzioni imposte dalla corte europea di giustizia per trattamenti inumani e degradanti nelle sovraffollate carceri italiane.\r\nAl tempo stesso il governo di turno non dovrebbe fare i conti con il Nuovo Centro Destra di Alfano e Giovanardi, ben poco disponibili a fare passi indietro nelle politiche proibizioniste.\r\nDue piccioni con una sola fava.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Robertino Barbieri, storico esponente del movimento antiproibizionista, tra gli animatori di CanaPisa.\r\n\r\nAscolta l’intervista:\r\n\r\n2014 02 14 robertino fini giovanardi\r\n\r\nDi seguito un articolo di Robertino uscito sul numero di questa settimana di Umanità Nova\r\n\r\nDal gennaio 2006 in Italia era in vigore sulle droghe la cosiddetta \"legge Fini-Giovanardi\" che aveva inserito nella stessa tabella droghe leggere e droghe pesanti (coll'unico risultato di affollare le carceri di consumatori e coltivatori di ganja, mentre le strade e le piazze sono state invase da eroina e cocaina ai prezzi più bassi di sempre in valori assoluti) e che aveva stabilito la presunzione di reato di spaccio anche per la semplice detenzione di sostanze proibite oltre certi quantitativi stabiliti dal Governo.\r\nDa mercoledì 12 febbraio, la Fini-Giovanardi non c'è più. La Corte Costituzionale la ha abolita, con una nota in cui la Consulta afferma di aver \"dichiarato l'illegittimità costituzionale - per violazione dell'art. 77, secondo comma, della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti-legge (.) rimuovendo le modifiche apportate con le norme dichiarate illegittime agli articoli 73, 13 e 14 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico in materia di stupefacenti)\".\r\nTra i motivi che avevano spinto diversi tribunali (tra cui la Corte di Cassazione, la Corte d’Appello di Torino e il Gup di Roma) a fare ricorso alla Consulta vi era la convinzione che quella legge fosse nata “in modo invalido”. Quella legge fu, infatti, approvata con una sorta di colpo di mano dell'allora governo Berlusconi. Mentre era all’esame del Parlamento il decreto legge del Governo sulla sicurezza alle Olimpiadi invernali di Torino (che includeva una sola piccola norma diretta a rendere meno difficoltoso l’accesso all’affidamento terapeutico ai servizi sociali per i tossicodipendenti recidivi, cancellato due mesi prima dalla famigerata legge Cirielli), il Governo durante la discussione parlamentare in sede di conversione presentò un emendamento composto da decine e decine di articoli che andarono a cambiare radicalmente la legge precedente sulle droghe. Un decreto legge per potere essere emanato dal Capo dello Stato richiede la verifica della sussistenza dei requisiti di urgenza e necessità. Entra immediatamente in vigore. Se nei sessanta giorni successivi il Parlamento dovesse introdurre norme che c’entrano poco con il testo originario compie un’opera illegittima in quanto produce un aggiramento dei vincoli costituzionali. Sulla base di questa unica motivazione procedurale, la Consulta ha deciso di abrogare la Fini-Giovanardi, mentre sembrerebbe che non siano state accolte le altre motivazioni dei ricorsi sulle cosiddette questioni “di merito”, a partire da quella della proporzionalità delle pene (per la semplice detenzione di sostanze proibite erano previste pene da 6 a 20 anni, più alte di quelle per stupro o tentato omicidio). \r\nCon la decisione della Corte, comunque, si torna alla normativa precedente, ovvero alla legge Iervolino-Vassalli, la 162/1990. In generale tornerebbe in vigore la Jervolino-Vassalli modificata dal referendum del 1993 che aveva depenalizzato la detenzione per uso personale. In pratica torneranno ad esserci pene più lievi per lo spaccio di droghe leggere come la cannabis, cioè da 2 a 6 anni di carcere (e da 6 mesi a due anni per “i fatti di lieve entità”), anziché da 6 a 20 anni (e da 1 a 6 anni per la”lieve entità”) come previsto dalla normativa abolita.\r\nLa legge precedente ora tornata in vigore, infatti, prevedeva una differenziazione di trattamento in base alle sostanze e per lo spaccio di droghe pesanti, come cocaina e eroina, anche pene più severe con un minimo di 8 anni di carcere, anziché i 6 della Fini-Giovanardi. In attesa che vengano rese note le motivazioni della sentenza e i dispositivi tecnici che la accompagnano, è difficile sapere quante saranno le persone che potranno beneficiare degli effetti dell'abolizione della Fini-Giovanardi. Prima che fosse resa nota la decisione della Consulta, la Società della Ragione aveva spiegato che la bocciatura della Fini-Giovanardi avrebbe avuto conseguenze pressoché immediate su circa 10mila detenuti, perché \"gli arrestati per droghe leggere sono il 40% degli arrestati per reati in materia di stupefacenti\". \r\nAbolendo la Fini-Giovanardi, la Consulta ha sicuramente tolto una bella castagna dal fuoco dello Stato italiano: l'effetto combinato con quello del cosiddetto decreto “svuotarceri” potrebbe far ridurre la popolazione carceraria di 15-20mila e l'Italia potrebbe forse evitare le sanzioni per il sovraffollamento carcerario stabilite dalle Corte di Strasburgo che vigila sull'applicazione della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo.\r\nL'abolizione della Fini-Giovanardi, però, è anche merito dei movimenti antiproibizionisti che, pur privi di sostegni istituzionali e oscurati dai media di regime, hanno continuato in questi lunghi otto anni a mobilitarsi contro le norme liberticide, fino ad arrivare al corteo-street parade di sabato 8 febbraio a Roma che ha visto sfilare alcune decine di migliaia di persone in una manifestazione totalmente autoorganizzata e autofinanziata, finita all'onore delle cronache perché al guru radicale Giacinto Pannnella detto Marco è stato detto, in modo peraltro relativamente gentile, di andare altrove a fare il suo lurido mestiere di sciacallo. \r\nCon l'abolizione della Fini-Giovanardi, la mobilitazione antiproibizionista non si ferma. Come ha scritto in un suo comunicato l'ASCIA (un'associazione di consumatori di cannabis autoorganizzati, molto attiva soprattutto sul web), “ritorniamo quindi alla Jervolino-Vassalli, la cannabis torna in tabella II come “droga leggera” e in virtù di questo molti ospiti delle Comunità di Recupero, trattenuti solo perché assuntori di cannabis, potrebbero lasciare il loro stato coatto e molti pazienti potrebbero trovare un facile accesso alle terapie a base di cannabinoidi nel sistema sanitario nazionale, scompare la “presunzione di reato” e quindi lo spaccio va provato e non solo ipotizzato e tutte le condanne e i processi relativi alla Fini-Giovanardi andranno rivisti e ridimensionati. Ma con la Jervolino-Vassalli è ancora vietata la coltivazione e sono ancora applicate sanzioni amministrative per gli assuntori, per questo, se possiamo festeggiare per aver vinto la prima e forse più importante battaglia, é pur vero che dobbiamo rimanere consapevoli che la guerra è ancora in corso”. A dimostrazione che la guerra è sempre in corso, proprio mentre veniva abolita la Legge Fini Giovanardi, la vicenda della canapa medica nella Toscana amministrata dal PD ha registrato un passo indietro. Nel maggio 2012, dopo una lunga concertazione con le associazioni dei pazienti, fu approvata la Legge toscana sulla Cannabis terapeutica che non faceva elenchi di patologie ammesse all'utilizzo del farmaco, né poneva limiti e paletti alla prescrizione della cannabis terapeutica per qualsiasi indicazione la scienza medica dovesse trovare applicazione. Qualche giorno fa è stato reso noto il regolamento attuativo che dovrebbe rendere finalmente utilizzabile questa legge, ma che in effetti restringe l'applicazione della legge a due soli sintomi di due sole patologie, spasmi nella sclerosi multipla e dolore oncologico.\r\nEd anche tra i media il fronte degli adepti dell'eterna crociata contro l'erba proibita si sta riorganizzando. Due pagine di pornografia parascientifica (con tanto di dati terrorizzanti presi da ricerche non citate e che non si trovano coi motori di ricerca per le pubblicazioni scientifiche) contro la cannabis sono addirittura apparsi sul primo inserto settimanale di Pagina99, il nuovo quotidiano fondato da alcuni ex giornalisti del Manifesto, che evidentemente si sono dimenticati di quando, sul giornale in cui lavoravano da giovani, scriveva Giancarlo Arnao, compianto maestro di antiproibizionismo ragionato, che faceva a pezzi le bufale della propaganda della War On Drugs.\r\nSe l'abolizione della Fini-Giovanardi è stata sicuramente una vittoria, nel movimento antiproibizionista c'è comunque la consapevolezza che la strada da fare è ancora molta e tutta in salita e in tutta la penisola si organizzano incontri e iniziative, in attesa delle prossime mobilitazioni di piazza, tra cui la Million Marijuana March (che si terrà a Roma all'inizio di maggio) e Canapisa (che si terrà a Pisa sabato 31 maggio).\r\n\r\nrobertino","19 Febbraio 2014","2018-10-17 22:59:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/02/antiproibizionismo1-200x110.jpg","Droghe e castagne",1392779565,[307,308,309,310,311],"http://radioblackout.org/tag/carceri/","http://radioblackout.org/tag/droga/","http://radioblackout.org/tag/fini-giovanardi/","http://radioblackout.org/tag/proibizionismo/","http://radioblackout.org/tag/vassalli-jervolino/",[257,255,261,259,263],{"post_content":314},{"matched_tokens":315,"snippet":317,"value":318},[316],"resa","della Fini-Giovanardi. 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In pratica torneranno ad esserci pene più lievi per lo spaccio di droghe leggere come la cannabis, cioè da 2 a 6 anni di carcere (e da 6 mesi a due anni per “i fatti di lieve entità”), anziché da 6 a 20 anni (e da 1 a 6 anni per la”lieve entità”) come previsto dalla normativa abolita.\r\nLa legge precedente ora tornata in vigore, infatti, prevedeva una differenziazione di trattamento in base alle sostanze e per lo spaccio di droghe pesanti, come cocaina e eroina, anche pene più severe con un minimo di 8 anni di carcere, anziché i 6 della Fini-Giovanardi. In attesa che vengano rese note le motivazioni della sentenza e i dispositivi tecnici che la accompagnano, è difficile sapere quante saranno le persone che potranno beneficiare degli effetti dell'abolizione della Fini-Giovanardi. 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