","Fedez, l’Eni e il DDL Zan","post",1620142615,[61,62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/ddl-zan/","http://radioblackout.org/tag/fedez/","http://radioblackout.org/tag/lgbtiq/","http://radioblackout.org/tag/omofobia/","http://radioblackout.org/tag/pinkwashing/","http://radioblackout.org/tag/smalto-per-le-unghie/","http://radioblackout.org/tag/transfobia/",[69,20,15,70,71,32,72],"ddl zan","omofobia","Pinkwashing","transfobia",{"post_content":74,"tags":78},{"matched_tokens":75,"snippet":76,"value":77},[15],"le vite concrete delle persone \u003Cmark>lgbtiq\u003C/mark>, che ogni giorno devono fare","Il palco del concertone del primo maggio, il cui principale sponsor quest’anno era l’ENI, il gigante energetico italiano, che orienta le politiche neocoloniali dell’Italia in Africa e non solo, ha puntato per la propria operazione di pinkwashing su Fedez, abile comunicatore, che si è fatto promotore del DDL Zan, suscitando l’indignazione ad orologeria di Salvini, dell’immancabile Pillon, e una polemica sulle ingerenze censorie della RAI.\r\nUn bel polpettone che ha animato l’intero settimana ed ha trasformato Fedez in nuovo eroe di certa sinistra perbene a caccia di voti per la competizione elettorale di settembre.\r\nCuriosa l’ingenuità dei dirigenti RAI nel gestire Fedez nella telefonata di pressioni private, divenuta un tormentone sui social, dove si è scatenato un tifo da stadio. Come non immaginare che uno che vive in diretta continua sui social avrebbe filmato e registrato ogni parola? Fedez ha regalato ai propri sponsor anche l’occasione per tentare un rimpasto in RAI, che il governo giallo-verde aveva colonizzato, senza neppure concedere qualche poltrona ai perdenti.\r\nQuesta vicenda ci interroga sulla politica all’epoca del marketing, quando per “vendere” un prodotto serve un testimonial efficace, che – non casualmente - passa in due giorni dal DDL Zan allo smalto per le unghie. I pubblicitari che gestiscono queste operazioni hanno in mano statistiche ricavate dai dati che tanti di noi mettono a disposizione gratuitamente. Il cerchio si chiude.\r\nSullo sfondo, remote, ancora una volta invisibilizzate, le vite concrete delle persone \u003Cmark>lgbtiq\u003C/mark>, che ogni giorno devono fare i conti con l’omotransfobia, con gli insulti, la violenza, le discriminazioni.\r\nUna ragione in più per dare forza ai percorsi di autonomia politica, di sottrazione conflittuale dai teatri della politica e del marketing.\r\nAbbiamo commentato la notizia con Sbrock, conduttore di Malormone\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-04-fedez-sbrock.mp3\"][/audio]",[79,81,83,86,88,90,92],{"matched_tokens":80,"snippet":69},[],{"matched_tokens":82,"snippet":20},[],{"matched_tokens":84,"snippet":85},[15],"\u003Cmark>lgbtiq\u003C/mark>",{"matched_tokens":87,"snippet":70},[],{"matched_tokens":89,"snippet":71},[],{"matched_tokens":91,"snippet":32},[],{"matched_tokens":93,"snippet":72},[],[95,101],{"field":35,"indices":96,"matched_tokens":98,"snippets":100},[97],2,[99],[15],[85],{"field":102,"matched_tokens":103,"snippet":76,"value":77},"post_content",[15],578730123365712000,{"best_field_score":106,"best_field_weight":107,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":47,"score":108,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":110,"highlight":128,"highlights":143,"text_match":104,"text_match_info":151},{"cat_link":111,"category":112,"comment_count":47,"id":113,"is_sticky":47,"permalink":114,"post_author":50,"post_content":115,"post_date":116,"post_excerpt":53,"post_id":113,"post_modified":117,"post_thumbnail":118,"post_thumbnail_html":119,"post_title":120,"post_type":58,"sort_by_date":121,"tag_links":122,"tags":126},[44],[46],"54574","http://radioblackout.org/2019/06/love-is-the-theme-un-viaggio-nel-xxii-pride-di-bulgaria/","Nonostante una recente reazione conservatrice e omofobica, la comunità LGBTIQ bulgara ha celebrato sabato scorso il \"trionfo dell'amore\". Il Pride 2019 è il dodicesimo in Bulgaria, dove ha attirato diverse migliaia di partecipanti. Tra resistenza e ipotesi di pink washing istituzionale, in un contesto ancora fortemente tradizionalista dove restano grandi differenze di pensiero tra le \"campagne\" e la città, ci siamo fatti raccontare dal nostro inviato cosa è successo in quella parte poco conosciuta dell'Europa, osservando come le diffrerenze con l'Italia si stiano assottigliando, specie se si considera che il partito nazionalista VMRO ha affermato: \"gli obiettivi politici del gay pride sono un problema per tutta la società bulgara\", definendo il Orgoglio \"propaganda di fascisti rosa\".\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nascolta la diretta\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/gay_BG.mp3\"][/audio]","12 Giugno 2019","2019-06-15 11:44:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/000375c6-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/000375c6-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/000375c6-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/000375c6-768x511.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/000375c6-1024x682.jpeg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Love is the theme? un viaggio nel XXII Pride di Bulgaria",1560351901,[123,124,63,125],"http://radioblackout.org/tag/bulgaria/","http://radioblackout.org/tag/gay-pride/","http://radioblackout.org/tag/love/",[127,22,15,18],"Bulgaria",{"post_content":129,"tags":134},{"matched_tokens":130,"snippet":132,"value":133},[131],"LGBTIQ","conservatrice e omofobica, la comunità \u003Cmark>LGBTIQ\u003C/mark> bulgara ha celebrato sabato scorso ","Nonostante una recente reazione conservatrice e omofobica, la comunità \u003Cmark>LGBTIQ\u003C/mark> bulgara ha celebrato sabato scorso il \"trionfo dell'amore\". 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Torna quindi al centro del Pride torinese il corpo, in particolare il corpo/i corpi di quei soggetti che rappresentano probabilmente il \"margine\" da sempre più colpito dalla violenza del potere psichiatrico e medico, dal lavoro di costante invisibilizzazione da parte dei media, dall'intenzionale lentezza del sistema giuridico e normativo vigente che di fatto continua a discriminare le persone transessuali.\r\n\r\nAscolta di contributo di Maurizio\r\n\r\nmaurizio","16 Giugno 2014","2014-06-23 13:44:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/06/yeswefuck-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/06/yeswefuck.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/06/yeswefuck.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/06/yeswefuck-150x150.png 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/06/yeswefuck-170x170.png 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Verso il Torino Pride 2014",1402925195,[208,209,210,211],"http://radioblackout.org/tag/patologizzazione-persone-transessuali/","http://radioblackout.org/tag/sessualita-e-disabilita/","http://radioblackout.org/tag/torino-pride/","http://radioblackout.org/tag/transessualismo/",[213,34,26,28],"patologizzazione persone transessuali",{"post_content":215},{"matched_tokens":216,"snippet":217,"value":218},[15],"ciò che accade alle persone \u003Cmark>lgbtiq\u003C/mark>, nella patologizzazione del corpo disabile","\"Cosa accomuna disabilità, intersessualità, omosessualità e transessualismo? 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Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nNo alla città dell’aerospazio!\r\nLo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aerospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rioluzionario\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Marzo 2025","2025-05-28 17:14:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/REArm-Europe-200x110.jpeg","Anarres del 14 marzo. Economia di guerra. Le parole proibite di Trump. Antimilitarist al cantiere della città dell’Aerospazio…","podcast",1742041410,[],[],{"post_content":293},{"matched_tokens":294,"snippet":296,"value":297},[295],"LGBTQ","la prima sollevazione del movimento \u003Cmark>LGBTQ\u003C/mark>+ contro la repressione delle forze","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-03-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nEconomia di guerra\r\nSpesa militare, dazi, dinamiche inflattive, impoverimento e i guerrafondai del 15 marzo\r\nLa scorsa settimana abbiamo cominciato a ragionare sulle implicazioni del programma di riarmo europeo che il parlamento UE ha approvato l’altro ieri.\r\nOggi proveremo ad approfondire l’effetto devastante che il ciclone von der Leyen, sommandosi al ciclone Trump, avrà sulle vite di chi vive in Europa.\r\nNel frattempo la sinistra istituzionale italiana si è sfracellata sul ReArm Europe. La manifestazione in difesa dell’Europa, cui si erano accodati tutt proprio perché sottilmente ambigua sulla guerra, ha finito con l’imbarazzare alcuni. Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento \u003Cmark>LGBTQ\u003C/mark>+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla \u003Cmark>LGBTQ\u003C/mark>+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nNo alla città dell’aerospazio!\r\nLo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aerospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. 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Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/2024-12-13-anarres-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nTransfemminismo. Percorsi e prospettive per un approccio libertario alle questioni di genere\r\nI percorsi di libertà tracciati dalle soggettività tenute ai margini dalla cultura patriarcale hanno scosso dalle fondamenta un ordine che pareva immutabile arrivando a spezzarne la logica binaria ed essenzialista. (...)\r\nLa critica all’essenzialismo si nutre della decostruzione delle identità di genere. Concepire l’identità, ogni identità, come costruzione sociale, confine mobile tra inclusione ed esclusione, è un approdo teorico che si alimenta della rottura operata dal femminismo e dai movimenti lgbtqia+.\r\nLa sfida è su più fronti. Sfida allo Stato (etico), al patriarcato reattivo e al capitalismo. Una sfida che non è mera astrazione o suggestione filosofica, ma si attua nel convergere delle lotte, delle prospettive e degli immaginari capaci di dar vita ad una prospettiva inedita.\r\nIl sommarsi di diverse cesure identitarie, che spesso coincidono con varie forme di esclusione, permette una contestazione permanente del privilegio nei confronti delle gerarchie di potere.\r\n\r\nLe “identità sessuali”, anche nel loro farsi storico, non sono un conglomerato concettuale da cui partire, ma semmai la questione stessa. Oltrepassarle per cancellarle è un percorso complesso, perché investe una dimensione del sé che, pur squisitamente culturale, è tanto forte ed introiettata sin dalla nascita da parerci naturale. Al punto che gli stereotipi di genere finiscono con l’essere fatti propri persino da chi rifiuta quello che gli/le è stato assegnato alla nascita.\r\nIl costruzionismo queer attua la strategia di decostruire le identità che passano come naturali considerandole invece come complesse formazioni socio-culturali in cui si intrecciano discorsi diversi.\r\nUn approccio libertario deve e può andare oltre la decostruzione delle narrazioni che costituiscono le identità di genere, perché vi innesta l’elemento di rottura rappresentato dall’agire politico e sociale di soggetti, che si costituiscono a partire dalle proprie molteplici alterità, rivendicate ed esperite sul piano della lotta. 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Il primo è il fulcro della narrazione pubblica, il secondo viene occultato tra satelliti ed esplorazioni spaziali.\r\nLa lenta ma inesorabile fuga della Fiat, ormai solo più un marchio per le auto, ha decretato la decadenza e l’impoverimento della città. Sulle macerie di quella storia le amministrazioni comunali degli ultimi vent’anni, hanno provato a costruire, con alterna fortuna, “la città vetrina per i grandi eventi”, una scelta dalle conseguenze politiche e sociali devastanti, perché si è basata su violente dinamiche di controllo sociale ed interventi di riqualificazione escludente, una sempre più netta dinamica di gentrification.\r\nIl 13 dicembre vi abbiamo proposto una lettura ragionata della parte dedicata alla città vetrina, in questa puntata ci siamo occupati di città delle armi.\r\n\r\nLe case popolari e chi le occupa\r\nFrancesco Migliaccio conserva un piccolo archivio di articoli dalle pagine cittadine di La Stampa e la Repubblica. Non è sistematico, eppure contiene numerose cronache sugli sgomberi di appartamenti occupati in palazzine di edilizia residenziale pubblica.\r\nLa sinistra che governa la città (buona e inclusiva) e la destra a capo della regione (cinica e cattiva) sono complementari e collaborano nella guerra contro i nemici pubblici degli ultimi mesi: gli occupanti di case, i disperati nei camper parcheggiati in angoli d’asfalto.\r\nIl linguaggio di giornalisti e rappresentanti delle istituzioni è sempre approssimativo, abile ad alternare l’ipocrisia al razzismo. Di certo dai loro discorsi sono rimosse le cause materiali, e storiche, che costringono le persone a occupare le case popolari lasciate vuote e abbandonate.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco, autore di un articolo uscito su Monitor\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 8 gennaio riaprono (A)distro e SeriRiot\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nSiamo in pausa per fine anno\r\nCi rivediamo il 7 gennaio. \r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","29 Dicembre 2024","2024-12-29 01:31:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/hannah-hoch-modenschau-200x110.png","Anarres del 20 dicembre. 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Di certo dai loro discorsi sono rimosse le cause materiali, e storiche, che costringono le persone a occupare le case popolari lasciate vuote e abbandonate.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco, autore di un articolo uscito su Monitor\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 8 gennaio riaprono (A)distro e SeriRiot\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nSiamo in pausa per fine anno\r\nCi rivediamo il 7 gennaio. \r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[325],{"field":102,"matched_tokens":326,"snippet":322,"value":323},[321],{"best_field_score":303,"best_field_weight":225,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":304,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":97},{"document":329,"highlight":344,"highlights":350,"text_match":301,"text_match_info":353},{"comment_count":47,"id":330,"is_sticky":47,"permalink":331,"podcastfilter":332,"post_author":333,"post_content":334,"post_date":335,"post_excerpt":53,"post_id":330,"post_modified":336,"post_thumbnail":337,"post_title":338,"post_type":288,"sort_by_date":339,"tag_links":340,"tags":342},"81071","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-23-03-2023-iran-la-rivolta-continua-le-opposizioni-divergono-sul-futuro-del-paese-africa-fra-potenziale-sviluppo-e-venti-di-guerra/",[240],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata fa il punto sullo stato dell'opposizione in Iran ,in particolare su quella della diaspora con Giulia della Michelina studiosa e conoscitrice della regione . Parliamo della figura del figlio dello sha Pahlevi che cerca di egemonizzare l'opposizione al di fuori del paese con un progetto neomonarchico ,che trova il sostegno e il riconoscimento degli Stati Uniti e dell'occidente ,ma esiste anche un altra piattaforma di opposizione formata da sindacati ,lavoratori ,studenti ,femministe che prefigura una altro Iran.Ci si chiede quanto sianmo distanti i giovani iraniani dalle suggestioni della monarchia e del riformismo ,si fa strada una soluzione radicale che mette in discussione la repubblica islamica ,affrontiamo il ruolo dei Pasdaran e il loro controllo su ampie fette dell'economia del paese e la sistuazione delle centinaia di giovani rinchiusi nelle carceri del regime.\r\n\r\nl 16 febbraio una ventina di sindacati, associazioni studentesche e gruppi femministi hanno pubblicato un documento contenente le richieste minime per «costruire una nuova, moderna e più umana società». Tra queste ci sono il rilascio incondizionato dei prigionieri politici, la separazione della religione dalla sfera pubblica, la libertà d’opinione e di espressione, la parità tra uomini e donne, il rispetto dei diritti della comunità Lgbtqia + e delle minoranze etniche e religiose.\r\n\r\nhttps://iranwire.com/en/politics/113866-iranian-trade-unions-civic-groups-issue-charter-of-minimum-demands/\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/BASTIONI-230323-IRAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini direttore di Africa e affari facciamo un giro d'orizzonte in particolare sull'area del Kenya,Tanzania,Uganda e Congo ,valutando le potenzialità economiche della Tanzania ,l'influenza cinese e la storica presenza russa nel paese retaggio del regime di Nyerere , la legge contro gli omosessuali approvata dal parlamento ugandese e la pervicace resistenza dell'attitudine omofoba frutto di un vero e proprio tabu' diffuso anche fra gli strati popolari,gli effetti dello sblocco dei lavori per le dighe dopo il viaggio di Mattarella in Kenya, progetto che era stato bloccato in seguito a elargizioni poco chiare di denaro ,la situazione in Congo dove si sono dispiegati anche i soldati angolani ,con un rischio sempre piu' alto di ripetizione di uno scenario drammatico che il nord del Congo ha già vissuto.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/BASTIONI-23032023-ZAURRINI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","25 Marzo 2023","2023-03-25 12:19:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 23/03/2023- IRAN LA RIVOLTA CONTINUA , LE OPPOSIZIONI DIVERGONO SUL FUTURO DEL PAESE- AFRICA FRA POTENZIALE SVILUPPO E VENTI DI GUERRA .",1679746773,[341],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[343],"Bastioni di Orione",{"post_content":345},{"matched_tokens":346,"snippet":348,"value":349},[347],"Lgbtqia","rispetto dei diritti della comunità \u003Cmark>Lgbtqia\u003C/mark> + e delle minoranze etniche e","Bastioni di Orione in questa puntata fa il punto sullo stato dell'opposizione in Iran ,in particolare su quella della diaspora con Giulia della Michelina studiosa e conoscitrice della regione . 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-11-18-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nQatar. Calcio, sangue, armi, gas \r\nTra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022 si disputerà in Qatar la FIFA World Cup 2022. La squadra italiana non parteciperà a questi mondiali perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei. Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. Ma la missione Orice va ben oltre i mondiali di calcio: non per caso non ha un termine di scadenza predeterminato, nonostante i mondiali terminino il 18 dicembre. In effetti i confini di questa operazione vanno ben oltre quelli del mesetto legato ai mondiali di calcio, così come le finalità generali superano di gran lunga quelle ufficialmente dichiarate e legate alla sicurezza di un evento sportivo. \r\nLe motivazioni di questa ulteriore missione militare rispondono a un’esigenza ben evidenziata nella delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, laddove si fa riferimento al “rafforzamento della sicurezza del Golfo Persico e alla valorizzazione degli interessi nazionali in un’area di importanza strategica”.\r\nDi cosa parliamo? Di armi e gas. Ma non solo, perché questi mondiali sono costati la vita a quasi seimila lavoratori immigrati dai paesi più poveri dell’Asia, trattati come schiavi, senza alcuna tutela, attratti dalla prospettiva del guadagno ma pagati una miseria. Sul loro sudore e sul loro sangue sono state costruite le piramidi di questo campionato, giocato in un paese dove le donne vivono in condizioni di subordinazione totale e le persone Lgbtq sono considerate abomini da cancellare. Questo mondiale rappresenta un’operazione di sportwashing. Per difendere le piramidi dell’emiro (oltre agli interessi della propria industria armiera e energetica) l’Italia ha inviato le proprie truppe. \r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti, autrice di un approfondimento uscito su Umanità Nova\r\n\r\nCollins Aerospace. Quando l’industria lavora per la guerra atomica. \r\n\r\nLa politica economica del governo tra colate di cemento, caos sul bonus 110, ponte sullo stretto e crepe nella maggioranza.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nBiden, Trump e le elezioni di Mid Term. Trump fallisce la scalata al senato ma resta in pista in un paese che appare sempre più spaccato in due.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre \r\nsciopero generale lanciato dai sindacati di base\r\nore 10 corteo da piazza Carlo Felice\r\nSpezzone antimilitarista\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree del confederalismo democratico in Rojava - Siria del Nord - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Dicembre 2022","2022-12-01 11:34:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-11-29-sciopero-spezz-antimili-col-200x110.jpg","Anarres del 18 novembre. 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Ha pubblicato una foto dei suoi capelli tagliati, appena tinti di verde, su Instagram per il suo 30esimo compleanno scrivendo\"Nuovo anno, nuovo decennio, nuova vita...\" In quanto giornalista queer, l'identità sessuale e professionale di Asal l'hanno messa a rischio in Iran, dove ha lavorato per diverse pubblicazioni tra cui Shargh Daily , il quotidiano Donya-e-Eqtesad e la rivista Chelcheragh .\r\n\r\nL'anno scorso, il potente Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) l'ha ripetutamente convocata per interrogarla sui suoi rapporti sulla nuova amministrazione presidenziale per il riformista Shargh Daily . Ha detto che i suoi interrogatori hanno spesso sollevato il suo orientamento sessuale, definendola \"indegna\". (Le minoranze sessuali subiscono persecuzioni legali in Iran) così Asal è fuggita dal paese nell'ottobre 2021, lasciando una lettera ai suoi genitori dicendo loro che credeva che si sarebbero rivisti.\r\n\r\n \r\n\r\nApprofondimenti:\r\n\r\nL'appello che leggiamo nel profilo instagram standwithwomenofiran_turkey:\r\n\r\nCari amici, noi, donne registe dalla Turchia, siamo solidali con le nostre sorelle in Iran e realizziamo video per supportarle nell'aiutare le loro voci a risuonare in tutto il mondo. Indipendentemente dalla tua età, occupazione e nazionalità, ti chiediamo di unirti a noi condividendo i tuoi video verticali che includono una breve introduzione su di te: il tuo nome, occupazione e luogo di residenza. Puoi citare @StandwithWomenofIran_Turkey nel tuo post o inviare il video direttamente all'indirizzo email iranlikadinlarlayanyana@gmail.com. Per favore guarda la telecamera e pronuncia il loro nome: Jina/Mahsa Amini e/o altre persone che stanno ancora resistendo per le strade dell'Iran, o coloro che stanno affrontando attacchi mortali o coloro che sono stati assassinati. Per favore includi anche uno slogan che sostiene la lotta delle persone per la giustizia e la libertà, in qualsiasi lingua a tua scelta: turco, curdo, armeno, farsi, inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano… (ad esempio: inadına isyan, inadına özgürlük , jin jiyan azadi, woman life freedom, زن زندگی آزادی). Se lo desideri, puoi anche aggiungere la traduzione turco/inglese dello slogan, nel caso non sia in turco o inglese. Diciamo alle donne e alle persone LGBTQ+ dell'Iran che non sono sole e lasciamo che le nostre voci viaggino per il mondo. Con solidarietà...\r\nwomanlifefreedom#\r\ndonnalibertàvita#\r\n\r\n \r\n\r\nRiportiamo qui una intervista di Asal che ha rilasciato tempo fa. Si tratta di una rara intervista telefonica; pochi giornalisti iraniani in esilio sono disposti a registrarsi per paura di ritorsioni.\r\n\r\nCome sono iniziate le tue molestie per mano dell'IRGC?\r\n\r\nSono stata interrogata per la prima volta a settembre 2020. All'inizio il loro problema principale erano le mie attività e i miei post sui miei account Twitter e Instagram . Soprattutto i miei post sul prigioniero politico Navid Afkari [un wrestler iraniano giustiziato nel settembre 2020 per presunto omicidio di un agente di sicurezza]; gruppi per i diritti umani hanno affermato di aver confessato sotto tortura. Ma secondo me quei miei post erano in linea con i miei diritti sia di cittadino che di giornalista. Successivamente, ho ricevuto telefonate spaventose e minacciose da diversi numeri sconosciuti.\r\n\r\nDopo le elezioni presidenziali del giugno 2021, gli agenti di sicurezza dell'IRGC mi hanno nuovamente portata in una nuova località segreta vicino alla prigione di Evin, dove ho subito ore di molestie verbali spudorate, in particolare incentrate sul mio orientamento sessuale. Stavano cercando di dimostrare che per quello che sono sono indegna, corrotta, senza identità e non qualificata per lavorare come giornalista.\r\n\r\nMi hanno detto che sono consapevoli della mia identità queer e delle mie attività di femminista queer e che mi avrebbero impedito di lavorare come giornalista. La quantità di minacce, insulti e il vocabolario che usavano contro di me era così duro che praticamente non potevo più continuare a lavorare. Non c'era alcun ordine ufficiale o giudiziario al mio capo o al caporedattore di licenziarmi, ma ero abbastanza certo che se avessi continuato il mio giornalismo mi avrebbero imprigionato o ferita gravemente.\r\n\r\nCosa ti ha spinto alla fine a fuggire dall'Iran?\r\n\r\nIl profondo e teso sentimento di insicurezza è stato il motivo principale per lasciare l'Iran. Se fossi rimasto e alla fine mi avessero condannato, prima non avrei potuto permettermi la cauzione. Secondo, non volevo mettere in pericolo la mia famiglia e i miei cari a causa di quello che ero e di quello che ho fatto. Il motivo più importante per andarmene era che gli agenti di sicurezza volevano costringermi a collaborare con loro e non avrei mai potuto immaginarmi in una situazione del genere.\r\n\r\nIn questo momento, sono sfollata, ma non sono costretta a collaborare con il sistema di repressione della Repubblica Islamica. Ovviamente, affronterò l'incertezza e l'insicurezza professionale, ma è importante che, a un certo punto, sarò in grado di scrivere per i media gratuiti senza censura.\r\n\r\nCome descriveresti le condizioni per la libertà di stampa in Iran?\r\n\r\nOvviamente terribile! C'è una battuta tra i giornalisti iraniani: \"Abbiamo libertà di espressione ma non abbiamo libertà dopo l'espressione\". Il che significa che potresti essere in grado di dire quello che vuoi ma non farla franca liberamente con quello che hai detto dopo averlo detto. Ci sono decisamente oscure conseguenze per ciò che esprimi.\r\n\r\nCom'è stato lavorare nelle redazioni in Iran da donna?\r\n\r\nL'ambiente della redazione è molto patriarcale e misogino. Come donna sei sempre destinata a essere seconda. Pensi sempre a come metterti alla prova in modo che i tuoi colleghi maschi ti prendano sul serio. Se sei una femminista queer come me, devi nascondere completamente la tua vera identità. Il nostro capo ci interrogherebbe se pubblicassimo foto di noi stessi senza hijab sui nostri account di social media personali. Inoltre, le unità di sicurezza ci farebbero pressione e ci minaccerebbero casualmente. Se non avessimo indossato il nostro hijab come volevano le autorità, nel modo in cui sembrava loro appropriato, non era chiaro che avremmo avuto un futuro professionale.\r\n\r\nIl tuo orientamento sessuale ha influenzato il tuo lavoro di giornalista?\r\n\r\nLe unità di sicurezza mi hanno sottoposto a un attento esame per questo motivo. Inoltre, ero sempre preoccupata per il giudizio negativo e costoso che avrei ricevuto nella società. In quanto donna omosessuale, dovevo nascondere il mio aspetto e la mia identità, perché se ciò fosse stato rivelato sarei stata cacciata dal mio lavoro.\r\n\r\nIn che modo la migrazione in Turchia ha influito finora sul tuo senso di libertà personale?\r\n\r\nNon ho più paura degli arresti e delle pressioni della sicurezza. Ho una vita libera e spero di non sperimentare gli stessi livelli di misoginia nell'ambiente professionale. Questo è uno sviluppo così grande che, considerando tutti i problemi futuri, mi dà speranza di continuare ad andare avanti.\r\n\r\nÈ innegabile che il governo iraniano nel corso degli anni abbia messo a tacere giornalisti critici oltre i suoi confini in altri paesi come la Turchia. Sono sicuro che ricordi il destino di Roohollah Zam. [Zam, un giornalista, è stato giustiziato in Iran dopo essere stato arrestato in Iraq, dove ha viaggiato mentre viveva in esilio in Francia]. Quindi non mi sento al sicuro nemmeno in Turchia e a volte sono molto preoccupata.\r\n\r\n \r\n\r\nLinkS:\r\narticolo internazionale da radio Zamaneh: https://www.internazionale.it/magazine/2022/10/20/dopo-un-mese-di-proteste-nessun-passo-indietro\r\n\r\nhttps://www.radiozamaneh.com/","25 Ottobre 2022","2022-11-16 00:25:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/iranManif-e1666691715419-200x110.jpg","Viaggio verso l'Iran / Zhen, Zhian, Azadi !",1666664739,[390],"http://radioblackout.org/tag/notripforcats/",[382],{"post_content":393},{"matched_tokens":394,"snippet":395,"value":396},[295],"alle donne e alle persone \u003Cmark>LGBTQ\u003C/mark>+ dell'Iran che non sono sole","Qui trovate il podcast della puntata di domenica 23 ottobre: un viaggio intenSo verso l'Iran in cui NoTripForCats, grazie al prezioso contributo di Masoudeh, Selda e Asal, cerca di ripercorrere l'ultimo mese di proteste dall'uccisione di Masha Amini.\r\n\r\nLe compagne di viaggio ci trasportano verso l'Iran, da Torino, passando dalla Turchia e dall'Isola di Lesbo, raccontando il grido da tutto il mondo\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/vita.donna_.libertà.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n*Le nostre Special Guests ...\r\n\r\nMasoudeh è una pittrice architetta iraniana da 13 anni in Italia\r\n\r\n\r\nSelda si occupa di editing, è una montatrice turca in collegamento dall'Isola di Lesbo che ha editato il primo video virale pubblicato su instagram StandwithWomenofIran_Turkey\r\n\r\nil video: https://www.instagram.com/tv/CjD98WjDk2C/?igshid=YmMyMTA2M2Y=\r\n\r\n\r\nAsal è una giornalista fuggita dall'Iran per la Turchia l'anno scorso. Ha pubblicato una foto dei suoi capelli tagliati, appena tinti di verde, su Instagram per il suo 30esimo compleanno scrivendo\"Nuovo anno, nuovo decennio, nuova vita...\" In quanto giornalista queer, l'identità sessuale e professionale di Asal l'hanno messa a rischio in Iran, dove ha lavorato per diverse pubblicazioni tra cui Shargh Daily , il quotidiano Donya-e-Eqtesad e la rivista Chelcheragh .\r\n\r\nL'anno scorso, il potente Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) l'ha ripetutamente convocata per interrogarla sui suoi rapporti sulla nuova amministrazione presidenziale per il riformista Shargh Daily . Ha detto che i suoi interrogatori hanno spesso sollevato il suo orientamento sessuale, definendola \"indegna\". (Le minoranze sessuali subiscono persecuzioni legali in Iran) così Asal è fuggita dal paese nell'ottobre 2021, lasciando una lettera ai suoi genitori dicendo loro che credeva che si sarebbero rivisti.\r\n\r\n \r\n\r\nApprofondimenti:\r\n\r\nL'appello che leggiamo nel profilo instagram standwithwomenofiran_turkey:\r\n\r\nCari amici, noi, donne registe dalla Turchia, siamo solidali con le nostre sorelle in Iran e realizziamo video per supportarle nell'aiutare le loro voci a risuonare in tutto il mondo. Indipendentemente dalla tua età, occupazione e nazionalità, ti chiediamo di unirti a noi condividendo i tuoi video verticali che includono una breve introduzione su di te: il tuo nome, occupazione e luogo di residenza. Puoi citare @StandwithWomenofIran_Turkey nel tuo post o inviare il video direttamente all'indirizzo email iranlikadinlarlayanyana@gmail.com. Per favore guarda la telecamera e pronuncia il loro nome: Jina/Mahsa Amini e/o altre persone che stanno ancora resistendo per le strade dell'Iran, o coloro che stanno affrontando attacchi mortali o coloro che sono stati assassinati. Per favore includi anche uno slogan che sostiene la lotta delle persone per la giustizia e la libertà, in qualsiasi lingua a tua scelta: turco, curdo, armeno, farsi, inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano… (ad esempio: inadına isyan, inadına özgürlük , jin jiyan azadi, woman life freedom, زن زندگی آزادی). Se lo desideri, puoi anche aggiungere la traduzione turco/inglese dello slogan, nel caso non sia in turco o inglese. Diciamo alle donne e alle persone \u003Cmark>LGBTQ\u003C/mark>+ dell'Iran che non sono sole e lasciamo che le nostre voci viaggino per il mondo. Con solidarietà...\r\nwomanlifefreedom#\r\ndonnalibertàvita#\r\n\r\n \r\n\r\nRiportiamo qui una intervista di Asal che ha rilasciato tempo fa. Si tratta di una rara intervista telefonica; pochi giornalisti iraniani in esilio sono disposti a registrarsi per paura di ritorsioni.\r\n\r\nCome sono iniziate le tue molestie per mano dell'IRGC?\r\n\r\nSono stata interrogata per la prima volta a settembre 2020. All'inizio il loro problema principale erano le mie attività e i miei post sui miei account Twitter e Instagram . Soprattutto i miei post sul prigioniero politico Navid Afkari [un wrestler iraniano giustiziato nel settembre 2020 per presunto omicidio di un agente di sicurezza]; gruppi per i diritti umani hanno affermato di aver confessato sotto tortura. Ma secondo me quei miei post erano in linea con i miei diritti sia di cittadino che di giornalista. Successivamente, ho ricevuto telefonate spaventose e minacciose da diversi numeri sconosciuti.\r\n\r\nDopo le elezioni presidenziali del giugno 2021, gli agenti di sicurezza dell'IRGC mi hanno nuovamente portata in una nuova località segreta vicino alla prigione di Evin, dove ho subito ore di molestie verbali spudorate, in particolare incentrate sul mio orientamento sessuale. Stavano cercando di dimostrare che per quello che sono sono indegna, corrotta, senza identità e non qualificata per lavorare come giornalista.\r\n\r\nMi hanno detto che sono consapevoli della mia identità queer e delle mie attività di femminista queer e che mi avrebbero impedito di lavorare come giornalista. La quantità di minacce, insulti e il vocabolario che usavano contro di me era così duro che praticamente non potevo più continuare a lavorare. Non c'era alcun ordine ufficiale o giudiziario al mio capo o al caporedattore di licenziarmi, ma ero abbastanza certo che se avessi continuato il mio giornalismo mi avrebbero imprigionato o ferita gravemente.\r\n\r\nCosa ti ha spinto alla fine a fuggire dall'Iran?\r\n\r\nIl profondo e teso sentimento di insicurezza è stato il motivo principale per lasciare l'Iran. Se fossi rimasto e alla fine mi avessero condannato, prima non avrei potuto permettermi la cauzione. Secondo, non volevo mettere in pericolo la mia famiglia e i miei cari a causa di quello che ero e di quello che ho fatto. Il motivo più importante per andarmene era che gli agenti di sicurezza volevano costringermi a collaborare con loro e non avrei mai potuto immaginarmi in una situazione del genere.\r\n\r\nIn questo momento, sono sfollata, ma non sono costretta a collaborare con il sistema di repressione della Repubblica Islamica. Ovviamente, affronterò l'incertezza e l'insicurezza professionale, ma è importante che, a un certo punto, sarò in grado di scrivere per i media gratuiti senza censura.\r\n\r\nCome descriveresti le condizioni per la libertà di stampa in Iran?\r\n\r\nOvviamente terribile! C'è una battuta tra i giornalisti iraniani: \"Abbiamo libertà di espressione ma non abbiamo libertà dopo l'espressione\". Il che significa che potresti essere in grado di dire quello che vuoi ma non farla franca liberamente con quello che hai detto dopo averlo detto. Ci sono decisamente oscure conseguenze per ciò che esprimi.\r\n\r\nCom'è stato lavorare nelle redazioni in Iran da donna?\r\n\r\nL'ambiente della redazione è molto patriarcale e misogino. Come donna sei sempre destinata a essere seconda. Pensi sempre a come metterti alla prova in modo che i tuoi colleghi maschi ti prendano sul serio. Se sei una femminista queer come me, devi nascondere completamente la tua vera identità. Il nostro capo ci interrogherebbe se pubblicassimo foto di noi stessi senza hijab sui nostri account di social media personali. Inoltre, le unità di sicurezza ci farebbero pressione e ci minaccerebbero casualmente. Se non avessimo indossato il nostro hijab come volevano le autorità, nel modo in cui sembrava loro appropriato, non era chiaro che avremmo avuto un futuro professionale.\r\n\r\nIl tuo orientamento sessuale ha influenzato il tuo lavoro di giornalista?\r\n\r\nLe unità di sicurezza mi hanno sottoposto a un attento esame per questo motivo. Inoltre, ero sempre preoccupata per il giudizio negativo e costoso che avrei ricevuto nella società. In quanto donna omosessuale, dovevo nascondere il mio aspetto e la mia identità, perché se ciò fosse stato rivelato sarei stata cacciata dal mio lavoro.\r\n\r\nIn che modo la migrazione in Turchia ha influito finora sul tuo senso di libertà personale?\r\n\r\nNon ho più paura degli arresti e delle pressioni della sicurezza. Ho una vita libera e spero di non sperimentare gli stessi livelli di misoginia nell'ambiente professionale. Questo è uno sviluppo così grande che, considerando tutti i problemi futuri, mi dà speranza di continuare ad andare avanti.\r\n\r\nÈ innegabile che il governo iraniano nel corso degli anni abbia messo a tacere giornalisti critici oltre i suoi confini in altri paesi come la Turchia. Sono sicuro che ricordi il destino di Roohollah Zam. [Zam, un giornalista, è stato giustiziato in Iran dopo essere stato arrestato in Iraq, dove ha viaggiato mentre viveva in esilio in Francia]. Quindi non mi sento al sicuro nemmeno in Turchia e a volte sono molto preoccupata.\r\n\r\n \r\n\r\nLinkS:\r\narticolo internazionale da radio Zamaneh: https://www.internazionale.it/magazine/2022/10/20/dopo-un-mese-di-proteste-nessun-passo-indietro\r\n\r\nhttps://www.radiozamaneh.com/",[398],{"field":102,"matched_tokens":399,"snippet":395,"value":396},[295],{"best_field_score":303,"best_field_weight":225,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":304,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":97},{"document":402,"highlight":414,"highlights":419,"text_match":301,"text_match_info":422},{"comment_count":47,"id":403,"is_sticky":47,"permalink":404,"podcastfilter":405,"post_author":236,"post_content":406,"post_date":407,"post_excerpt":53,"post_id":403,"post_modified":408,"post_thumbnail":409,"post_title":410,"post_type":288,"sort_by_date":411,"tag_links":412,"tags":413},"77760","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-14-ottobre-con-lacqua-alla-gola-diritto-penale-del-nemico-e-gli-anarchici-freek-pride/",[236],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Si passa infatti dai 425litri al giorno per abitante negli USA ai 10litri giornalieri nel Madagascar.\r\nL’incremento demografico, l’urbanizzazione e la crescita dei consumi energetici hanno dato una spinta fortissima all’incremento del consumo d’acqua. Ne consegue che l’acqua è divenuta sempre più una merce preziosa, intorno alla quale si condensano interessi enormi. 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Ogni anno il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria”, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro. Sul solo fronte nord est della penisola ci furono 600.000 morti. \r\nIn memoria dei disertori e dei senzapatria di allora, in solidarietà a chi oggi rifiuta l’arruolamento in Russia come in Ucraina una giornata di lotta per la cancellazione di tutte le frontiere, per l’accoglienza di chi fugge l’arruolamento forzato, per il ritiro delle missioni militari all’estero.\r\n\r\nVenerdì 11 novembre\r\nore 21 corso Palermo 46\r\nL’urgenza dell’autogestione\r\nL’attualità di Landauer per i movimenti post novecenteschi\r\nNe parleremo con Gianfranco Ragona dell’Università di Torino, autore, tra gli altri, di “Gustav Landauer. Anarchico, ebreo, tedesco”, curatore dell’antologia “La comunità anarchica. 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Si passa infatti dai 425litri al giorno per abitante negli USA ai 10litri giornalieri nel Madagascar.\r\nL’incremento demografico, l’urbanizzazione e la crescita dei consumi energetici hanno dato una spinta fortissima all’incremento del consumo d’acqua. Ne consegue che l’acqua è divenuta sempre più una merce preziosa, intorno alla quale si condensano interessi enormi. 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