","Uno sguardo sulle barricate studentesche in Francia","post",1715010413,[58,59,60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/lotta/","http://radioblackout.org/tag/sciences-po/",[64,65,66,67,68],"francia","Gaza","guerra","lotta","sciences po",{"post_content":70},{"matched_tokens":71,"snippet":74,"value":75},[72,72,73],"liberazione","totale","\u003Cmark>liberazione\u003C/mark> palestinese come aspetto della \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> \u003Cmark>totale\u003C/mark>. Dovremmo valutare ogni tattica in","Da quando gli studenti hanno occupato la Columbia University in solidarietà con i palestinesi, le occupazioni e gli accampamenti studenteschi contro il genocidio a Gaza si sono diffusi a macchia d'olio, oltre cento università sono state occupate in tutto il mondo, un vasto movimento che richiama alla memoria le mobilitazioni contro la guerra in Vietnam. Ben oltre duemila studenti sono stati arrestati, ma se la repressione si è intensificata, si è intensificata anche la resistenza e l'invenzione di nuove tattiche di attacco. Il terreno in gioco è molto più ampio delle università. Come si legge in un articolo comparso su CrimethInc, \"Il nostro obiettivo non dovrebbe essere quello di ottenere promesse, o comitati, o anche disinvestimento, di per sé; il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di realizzare la \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> palestinese come aspetto della \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> \u003Cmark>totale\u003C/mark>. Dovremmo valutare ogni tattica in base al fatto che possa consentirci di avanzare verso tali obiettivi, comprendendo che la \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> palestinese si vericherà solo come risultato di una crisi politica su vasta scala negli Stati Uniti.\"\r\n\r\nChe lorsignori abbiano paura del dilagare di queste proteste è evidente tanto negli Stati Uniti quanto in Italia, dove Leonardo Spa sospende le visite in Università per motivi di sicurezza.\"Anche ieri in un'altra università italiana i nostri tecnici e ingegneri sono stati attaccati fisicamente da gruppi di manifestanti, quindi abbiamo deciso come Leonardo di sospendere le visite in centri accademici perchè non è sicuro\" ha dichiarato Cingolani.\r\n\r\nIn Francia, dopo il secondo sgombero dell'occupazione studentesca di Sciences Po, università fondata dopo la Comune di Parigi con l'obiettivo esplicito di formare le future élites della borghesia e in cui ha studiato un terzo del governo in carica, lo Stato francese ha fatto sapere che \"la fermezza è \u003Cmark>totale\u003C/mark> e continuerà ad esserlo\": CRS e proiettili di gomma dentro alle facoltà, denunce a pioggia, intimidazioni da parte delle amministrazioni universitarie, accuse di antisemitismo. Dilagante è l'utilizzo statale del reato di \"apologia del terrorismo\", che in Francia ha le sue origini nel reato di stampa che permise di reprimere il movimento anarchico alla fine del XIX secolo.\r\n\r\nLa repressione in ogni caso non ferma le barricate, che anzi si intensificano. Oggi alla mobilitazione si uniranno anche gli studenti delle scuole superiori francesi.\r\n\r\nAbbiamo ricevuto un contributo audio, in cui si traccia anche un quadro generale del contesto repressivo interno all'Hexagone alla vigilia dei Giochi Olimpici, da un compagno ex studente di Sciences Po Paris:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/franciagaza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[77],{"field":78,"matched_tokens":79,"snippet":74,"value":75},"post_content",[72,72,73],1157451471441100800,{"best_field_score":82,"best_field_weight":83,"fields_matched":16,"num_tokens_dropped":44,"score":84,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":44},"2211897868288",14,"1157451471441100913",{"document":86,"highlight":106,"highlights":111,"text_match":80,"text_match_info":114},{"cat_link":87,"category":88,"comment_count":44,"id":89,"is_sticky":44,"permalink":90,"post_author":47,"post_content":91,"post_date":92,"post_excerpt":50,"post_id":89,"post_modified":93,"post_thumbnail":94,"post_thumbnail_html":95,"post_title":96,"post_type":55,"sort_by_date":97,"tag_links":98,"tags":102},[41],[43],"89047","http://radioblackout.org/2024/04/sabato-27-aprile-presidio-al-carcere-delle-vallette/","Presentiamo l'appuntamento di Sabato 27 Aprile sotto le mura del Carcere \"Lorusso e Cutugno\" delle Vallette di Torino.\r\n\r\nUn modo per legare le celebrazioni e il ricordo del 25 Aprile al carcere, che da luogo di morte e tortura, è anche spazio di coraggio, fratture, rivolta e resistenza. Un momento importante per non dimenticarsi della popolazione detenuta e delle rivolte che avvengono all'interno dei luoghi di detenzione, come modi per esistere e resistere alle costanti e continue prevaricazioni e violenze da parte di agenti penitenziari e dirigenze dei vari istituti detentivi che, a dispetto di quanto viene ripetuto sui giornali come un mantra, non sono \"male marce\" ma rappresentano il carattere distintivo e strutturale dell'istituzione carceraria.\r\n\r\nUn appuntamento anche per entrare in contatto e comunicazione col quartiere Vallette che il carcere lo vive e lo conosce bene da tempo. Ne parliamo con un compagno della Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali:\r\n\r\nSABATO 27 APRILE – MOBILITAZIONE REGIONALE\r\n\r\nPRESIDIO AL CARCERE DELLE VALLETTE (TORINO)\r\n\r\nh 16 ritrovo al capolinea del tram 3\r\n\r\nh 18.30 musica materiale informativo e aperitivo in Piazza Montale\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/carceri_vallette.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui di seguito il comunicato dell'iniziativa:\r\n\r\nl carcere, fin dalle origini un luogo di morte, tortura e umiliazione, è anche spazio di fratture, azioni di coraggio, rivolta e resistenza. Nei giorni del 25 Aprile vogliamo tornare fuori le mura delle prigioni, innanzitutto per portare la nostra solidarietà a chi è recluso e per continuare a parlare di tutte le sfaccettature di questo dispositivo totale e di come si traduce nella società. La galera ha diverse funzioni: recludere chi non può o non vuole sottostare ai dogmi imposti dal potere e disciplinare il mondo attorno a sé incutendo terrore tramite le atrocità che accadono al suo interno. Dove il carcere non riesce a controllare, separa e divide tramite differenziazioni e premialità, che come in ogni sistema totalitario premiano e promuovono l’autodisciplinamento, condannando e reprimendo progressivamente qualsiasi germe di resistenza e ribellione.\r\n\r\nOggi più che mai - in un periodo post pandemico e di guerra - sembra evidente che si venda un’idea di libertà parziale, indotta al consumo e alla produzione, dove anche la dissidenza deve rientrare dentro le regole imposte. La celebrazione del 25 Aprile non fa eccezione. La liberazione dal fascismo fu una liberazione parziale, come è dimostrato - anche banalmente - dal fatto che molti fra magistrati, agenti del Potere e carcerieri di fatto mantennero le loro poltrone. Contro questa idea di falsa libertà, non possiamo che anelare ad una liberazione totale, che include l’abbattimento del sistema carcere, intesa come istituzione totale che rispecchia la società che la genera, la sostiene e se ne nutre.\r\n\r\nIl carcere si fa società, la società si fa carcere. Se da un lato quest’ultimo si allarga progressivamente a fasce più ampie della popolazione, dall’altro la società viene permeata sempre più dalle dinamiche tipiche della detenzione carceraria: il controllo delle devianze sociali, caratteristica fondante dell’istituzione carceraria, diventa sempre più capillare; le forme di detenzione alternative tendono sempre di più all’auto carcerazione all’interno della quotidianità; le scuole esprimono sempre maggiormente il loro carattere coercitivo.\r\n\r\nPortare quindi la critica al carcere anche nei giorni del 25 Aprile vuole sottolineare come, per chi non accetta il patto sociale imposto, di liberarsi è sempre l'ora e che anche nei luoghi dove si esercita il maggior livello di repressione e controllo continuano a generarsi momenti di resistenza.\r\n\r\nTra gli anni 60 e 80 sono state tante le rivolte all’interno delle Cayenne d’Italia, ma le azioni di ribellione continuano tuttora e vengono però silenziate nel migliore dei casi, represse nel sangue nel peggiore. Quotidianamente avvengono scioperi della fame, dell’aria e del carrello, ma quasi nulla trapela fuori delle mura di cinta. Nel Marzo del 2020 i prigionieri e le prigioniere per non morire come topi in gabbia hanno incendiato le carceri del Paese: la repressione è stata violentissima e sono state uccise quattordici persone. Crediamo sia importante ricordare anche il coraggio di chi ha deciso di alzare la testa e ribellarsi e di chi ha raccontato la verità sulla strage nel carcere di Modena.\r\n\r\nPer rilanciare ancora una volta la presenza di chi lotta nelle strade a fianco di chi si ribella nei luoghi di reclusione, in Piemonte sono già previste due iniziative anticarcerarie a ridosso del 25 Aprile: un presidio al carcere di Ivrea sabato 20 Aprile pomeriggio e un saluto solidale al carcere di Quarto d’Asti per il 25 Aprile mattina.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","23 Aprile 2024","2024-04-23 13:08:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/f7cb27304e7c3e70ec41fe0c0cef973f-e1713870525615-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"295\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/f7cb27304e7c3e70ec41fe0c0cef973f-e1713870525615-300x295.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/f7cb27304e7c3e70ec41fe0c0cef973f-e1713870525615-300x295.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/f7cb27304e7c3e70ec41fe0c0cef973f-e1713870525615-1024x1006.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/f7cb27304e7c3e70ec41fe0c0cef973f-e1713870525615-768x755.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/f7cb27304e7c3e70ec41fe0c0cef973f-e1713870525615.jpg 1198w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","SABATO 27 APRILE PRESIDIO AL CARCERE DELLE VALLETTE",1713877737,[99,100,101],"http://radioblackout.org/tag/25-aprile/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/vallette/",[103,104,105],"25 aprile","carcere","vallette",{"post_content":107},{"matched_tokens":108,"snippet":109,"value":110},[72,73],"possiamo che anelare ad una \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> \u003Cmark>totale\u003C/mark>, che include l’abbattimento del sistema","Presentiamo l'appuntamento di Sabato 27 Aprile sotto le mura del Carcere \"Lorusso e Cutugno\" delle Vallette di Torino.\r\n\r\nUn modo per legare le celebrazioni e il ricordo del 25 Aprile al carcere, che da luogo di morte e tortura, è anche spazio di coraggio, fratture, rivolta e resistenza. 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Marcia che quest'anno è partita da Lussemburgo ed è diretta verso Metz. Dall'Alsazia si ripartirà verso Losanna in Svizzera, da li la marcia proseguirà verso Ginevra dove il 16 Febbraio è previsto un corteo europeo per denunciare l'offensiva turca in territorio Kurdo. In continuità vi è poi la chiamata sempre a livello europeo a Strasburgo prevista per il 17 Febbraio, nella stessa giornata per la medesima istanza si terrà anche una manifestazione a Roma.\r\n\r\nkurdi\r\n\r\nIntanto ricordiamo l'appuntamento torinese previsto per questa Domenica 11 Febbrai, a seguito il testo di lancio della manifestazione e il concentramento:\r\n\r\nDa ormai diversi giorni una città siriana, Afrin, si trova sotto i bombardamenti dell'aviazione turca assieme alle campagne circostanti, con esiti umanitari e sanitari disastrosi. Centinaia tra morti e feriti, case e distrutte, persino i campi profughi e le loro strutture sanitarie bombardati. Quel che è peggio è che l'offensiva portata avanti dalla Turchia utilizza milizie di jihadisti siriani simili a quelli dell'Isis (appartenenti ad Al-Qaeda o a gruppi analoghi), ed è rivolta contro un cantone che aderisce alla Federazione Democratica della Siria del Nord, l'unica esperienza di pace, femminismo e autogoverno uscita dall'orrore siriani di sette anni di guerra civile.\r\n\r\nNon solo: la popolazione di Afrin, assieme a quelle di Kobane e di altre zone del Rojava (il Kurdistan siriano) ha lottato duramente contro l'Isis in questi ultimi tre anni, decretandone la sconfitta totale in Siria. Di Afrin era la combattente delle Unità di protezione delle donne - Ypj che nel 2014 si sacrificò per uccidere i miliziani dell'Isis che occupavano la collina Mishtenur, a Kobane. Di Afrin sono migliaia di giovani e meno giovani, donne e uomini, curdi, arabi, ezidi e cristiani che hanno combattuto l'Isis a Gre Spi, Manbij, Tabqa, Raqqa e Deir El Zor, decretandone la sconfitta anche nell'interesse delle popolazioni europee più volte attaccate da quell'organizzazione nelle loro metropoli.\r\n\r\nLa Turchia agisce contro Afrin perché il suo governo è un governo islamista, e lo stato stesso è presieduto da un islamista, il sanguinario e brutale Tayyp Erdogan. Erdogan non può tollerare di avere un cantone femminista, socialista e democratico a ridosso dei suoi confini: pur essendo un fazzoletto di terra, grande un terzo della provincia di Torino, potrebbe ispirare idee di apertura e cambiamento anche in Turchia! Ciò che aggrava la situazione è che i carri armati e gli aerei turchi, così come i jihadisti che ne costituiscono la fantera, agiscono per conto dell'alleanza Nato di cui fa parte anche l'Italia e con armi molto spesso italiane.\r\n\r\nL'esperienza rivoluzionaria di Afrin è sotto attacco e assedio da parte di tutto e tutti, dagli islamisti jihadisti alla Turchia, dagli Stati Uniti che cinicamente stanno a guardare dopo aver approfittato del valore delle Unità di protezione popolare - Ypg e delle Forze Siriane Democratiche curdo-arabe, che ora difendono Afrin con grande dedizione e valore, per sconfiggere l'Isis, fino alla Russia dell'infido Putin che ha ritirato i suoi militari d'interposizione nella zona per far spazio ai bombardamenti di Erdogan.\r\n\r\nFermiamo il massacro di Afrin!\r\nScendiamo in piazza per la Siria del Nord e per la sua rivoluzione\r\nSosteniamo la resistenza delle Ypj-Ypg e delle Forze Siriane Democratiche\r\n\r\nConcentramento in piazza Carlo Felice h 14\r\nDomenica 11 febbraio 2018","9 Febbraio 2018","2018-02-10 21:46:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/kurdi-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/kurdi-300x225.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/kurdi-300x225.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/kurdi.png 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Marcia europea per la liberazione di Öcalan",1518185551,[],[],{"post_content":131,"post_title":135},{"matched_tokens":132,"snippet":133,"value":134},[72],"trova nella Marcia per la \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> di Ocalan e dei prigionieri","Raggiungiamo telefonicamente un compagno che si trova nella Marcia per la \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> di Ocalan e dei prigionieri Kurdi. 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Su ciascuno di questi temi il papa ha mantenuto la chiesa in una posizione di totale immobilità . L’infatuazione di certa sinistra verso il papa si spiega con l’enfatizzazione di certe posizioni di Bergoglio su poveri, migranti, guerra, ambiente –peraltro in perfetta continuità con la dottrina sociale della Chiesa, – mentre i suoi fan di sinistra hanno sistematicamente minimizzato le posizioni di Francesco su tutta una serie di altri temi quali il ruolo delle donne nella Chiesa, la questione del celibato e della formazione dei preti nei seminari (che riveste un ruolo cruciale relativamente al fenomeno della pedofilia ecclesiastica), il tema delle persone LGBT , ha definito l'aborto un omicidio e chi lo esegue un sicario ,un papa su questi temi estremamente conservatore . La deriva di certa sinistra che ha perso i suoi riferimenti ideologici la conduce ad aggrapparsi alla tonaca del papa subendo l'egemonia del potere ecclesiastico e rivelando il vuoto ideologico e la carenza di strumenti analitici .\r\nLo scrittore spagnolo Javier Cercas si è chiesto se Bergoglio sia stato «alla fine un papa di sinistra o di destra». La sua risposta è stata che «la cosa più giusta sarebbe dire che Francesco è un radicale del Vangelo che dà priorità assoluta ai poveri. Negli anni Sessanta e Settanta, in piena effervescenza rivoluzionaria, in Argentina lo si considerava un conservatore (o perfino un uomo di estrema destra), mentre oggi, in pieno riflusso rivoluzionario, in Occidente lo si ritiene un uomo di sinistra (o perfino un comunista)».Bergoglio ha fatto il papa e svolto un ruolo di continimento rispetto alla perdita di consensi della chiesa nel mondo . In quanto latinoamericano ,oltre alle ombre sui suoi rapporti con la giunta Videla , è centrale il confronto con la teologia della liberazione . Francesco auspicava una teologia della liberazione senza marxismo, in lui non ci sono richiami alla lotta di classe, alla teoria della dipendenza, al peccato strutturale e sociale. La sua è una lettura meramente evangelica ,la Chiesa dopo la caduta del muro ha dimenticato la dottrina sociale, la stessa che il Papa oggi ha riproposto e che tanta reazione provoca in un mondo cattolico abituato, da sempre, a magnificare una teologia del benessere materiale e la connivenza con i potenti.\r\n\r\nNe parliamo con Marco Marzano , professore ordinario di sociologia all'Università di Bergamo. Indaga e riflette sulla chiesa cattolica e scrive su Micromega.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-28042025-MARZANO.mp3\"][/audio]","28 Aprile 2025","LA SINISTRA ORFANA DI FRANCESCO.","2025-04-28 19:11:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-28042025-MARZANO-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"265\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-28042025-MARZANO-265x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-28042025-MARZANO-265x300.jpg 265w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-28042025-MARZANO.jpg 397w\" sizes=\"auto, (max-width: 265px) 100vw, 265px\" />","BERGOGLIO IL FALSO RIFORMATORE CHE RIEMPIE IL VUOTO DI UNA SINISTRA ALLO SBANDO.",1745867501,[163,164,165,166],"http://radioblackout.org/tag/clericalismo/","http://radioblackout.org/tag/jorge-bergoglio/","http://radioblackout.org/tag/papa-francesco/","http://radioblackout.org/tag/sinistra/",[168,169,170,171],"CLERICALISMO","jorge bergoglio","papa francesco","sinistra",{"post_content":173},{"matched_tokens":174,"snippet":175,"value":176},[73],"chiesa in una posizione di \u003Cmark>totale\u003C/mark> immobilità . 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Si è trattato di un incontro internazionalista organizzato da collettivi e realtà vicine al movimento di liberazione curdo con l'obiettivo di creare uno spazio che permettesse la convergenza di quante più forze «democratiche», anti-stataliste, femministe e rivoluzionarie possibili di fronte ad un contesto internazionale che vede una generale avanzata delle forze di destra e reazionarie e una virata sempre più esplicita verso una guerra mondiale dispiegata. Tre giorni di iniziative e dibattiti che funzionassero, da una parte, da terreno di incontro per permettere la conoscenza e la messa in comune dei propri percorsi di militanza e delle proprie traiettorie di lotta e, dall'altra, come luogo di organizzazione per progettare già strategie per mettere in crisi il discorso reazionario oggi egemonico in molti settori - dalla comunicazione mediale, all'educazione, alle strade.\r\n\r\nCompagn_ di Radio Blackout e di Radio Onda Rossa hanno raccolto alcune valutazioni e analisi sulla 3 giorni in un'intervista con Jacopo dell'Accademia della Modernità Democratica e con una compagna di Jineolojî.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/PPE-podcast.mp3\"][/audio]","17 Febbraio 2025","2025-02-17 20:45:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/vlcsnap-2024-09-02-10h41m01s471-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/vlcsnap-2024-09-02-10h41m01s471-300x169.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/vlcsnap-2024-09-02-10h41m01s471-300x169.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/vlcsnap-2024-09-02-10h41m01s471.png 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","150 realtà politiche e sociali si incontrano a Vienna per la People's Platform: alcune valutazioni sulla 3 giorni",1739825104,[196,197,198],"http://radioblackout.org/tag/curdi/","http://radioblackout.org/tag/european-peoples-platform/","http://radioblackout.org/tag/internazionalismo/",[12,200,201],"European Peoples Platform","internazionalismo",{"post_content":203},{"matched_tokens":204,"snippet":205,"value":206},[73],"politiche e sociali, per un \u003Cmark>totale\u003C/mark> di 800 delegati/e, si sono","Centinaia di organizzazioni politiche e sociali, per un \u003Cmark>totale\u003C/mark> di 800 delegati/e, si sono incontrate a Vienna tra il 14 ed il 16 febbraio in occasione della People's Platform Europe. 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Parallelamente portano avanti richieste legate al Campus:\r\n- fine della repressione verso gli studenti palestinesi, ovvero fine dei processi disciplinari, di targeting, e di espulsione dalle residenze che l'amministrazione universitaria ha portato avanti dall'inizio dell'occupazione\r\n- un controllo comunitario sul processo di land grabbing - o gentrificazione - operato dalla Columbia nella zona di Harlem, fermando l'espansione dell'Università nel quartiere e lasciando spazio ai residenti.\r\n\r\nVenerdì 19 aprile l'accampamento viene sgomberato da un ingente gruppo di forze dell'ordine e vengono arrestatx più di 100 attivistx.\r\n\r\nNonostante il primo sgombero, gli arresti e le sospensioni, il South Lawn viene rioccupato, ottenendo il favore di molti membri delle facoltà e personale docente.\r\nIl clima di tensione interno al Campus - soprattutto date le pressioni politiche degli investitori esterni sulla rettrice Shafik - ha portato alla reintegrazione della didattica a distanza. Nel frattempo la protesta si è estesa a varie università americane (NYU, Harvard, Yale, Mit etc).\r\n\r\nQUI VI PRESENTIAMO UN PODCAST REGISTRATO E PRODOTTO DA UN REDATTORE DELL'INFO E PERITO SONORO - ING. SOLLAZZI - INSIEME AD ANNA GIOVANNA.\r\n\r\nEntrambi si trovano al momento sul luogo delle proteste e ci informano che l'accampamento della Columbia è accessibile solo per chi ha la tessera della Columbia o addetti Press. Per questo le registrazioni del podcast sono state fatte all'esterno, seguendo i vari rally e sit-in che si svolgono ogni giorno di fronte ai cancelli dell'Università e le dirette della radio del campus WKCR che segue la situazione in diretta.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/CU-x-infovene-rbo-04.2024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nTrascrizione e traduzione delle interviste\r\n\r\nNell'ordine:\r\n- notizia in diretta di sgombero del primo encampent su WKCR\r\n- ragazzo al rally di fronte ai cancelli - statements + intervista\r\n- lettura della mail mandata dalla rettrice Shafik agli studenti/studentesse della Columbia per motivare l'invio dell'NYPD all'interno del Campus e gli arresti\r\n\r\nSpeaker 1 00:00:00.900\r\n«Just to let listeners know if they're just tuning in now. There is currently NYPD presence on Columbia's campus. It's currently 1:18 p.m. the presence began around 1:13 p.m. so about five minutes. And we have, upwards of 100 NYPD officers, both on campus and also, entering the encampment. It seems that the occupants are currently in a circle seated around, um, the sort of central area of the lawn. There seems to be some interaction with NYPD so far, but it doesn't seem like there is much, communication verbally. but they are, um, approaching the encampment in, uh, the encampment members who are in a circle there.»\r\n\r\nPer chi si è appena sintonizzato - la polizia di New York è entrata nel campus della Columbia circa cinque minuti fa: ci sono +100 agenti, gli occupanti siedono in cerchio intorno all'accampamento, ci sono scarse interazioni verbali con la polizia.\r\n\r\nSpeaker 2 00:01:04.290\r\n«Okay. We therefore declare this institution illegitimate, and we have created a liberated autonomous zone on the southwest lawn in solidarity with our Palestinian brothers and sisters, and in solidarity with all the free people of planet Earth. This university will divest from all military industry. This university will grant amnesty to all the students involved in this and in other pro-Palestinian demonstrations. And this university will, in all future incidents, keep the NYPD off of our campus. These things will come to pass through our hard work, through Our determination, through our solidarity and our love. All human beings on planet Earth, and so we therefore invite you Be a part of this historic success in the liberation of the Palestinian people. The liberation of all free human beings planet Earth. We love you so much. Thank you for being out here. This is welcome not only to the people that are entering the building, but are welcome to the people of Earth to come in and see what's happening and to understand that this is a multi vectored movement. That includes each independent struggle. So we've had excellent programming throughout the entire Event, throughout the entire occupation. It's been truly wonderful. Like we've had teachings, from professors. We've had teachings from Occupy Wall Street members. We've had just a fantastic education, far better than the imperial education handed to us by the forces that be within the university. Yes. The professors, I believe, have voted to wildcat strike. In support of the students and I believe, and I would call upon Serene Jones and Reverend Doctor Cornel West of Union Theological Seminary to please join us students here on the lawn to make sure that students have amnesty, that Columbia divests from all military industry and that the NYPD are kept forever off of our campus.»\r\n\r\nDichiariamo illegittima questa istituzione, abbiamo creato una zona autonoma liberata sul prato a sud-ovest in solidarietà con i nostri fratelli e sorelle palestinesi. Questa università si distaccherà da tutte le industrie militari; concederà l'amnistia a tutti gli studenti coinvolti in questa e in altre manifestazioni pro-palestinesi; e in tutti gli incidenti futuri, terrà la polizia fuori dal nostro campus. Queste cose si realizzeranno grazie al nostro duro lavoro, alla nostra determinazione, alla nostra solidarietà e al nostro amore e per questo vi invitiamo a partecipare questo storico successo x liberazione del popolo palestinese. (...)\r\n\r\nQuesto è un benvenuto non solo per chi sta entrando, ma x per chi viene a vedere cosa sta accadendo e a comprendere che questo è un movimento multi-vettoriale che include ogni lotta indipendente.\r\nAbbiamo avuto un'eccellente programmazione per tutta l'occupazione, abbiamo avuto lezioni da parte di professori e membri di Occupy Wall Street. Abbiamo avuto un'educazione fantastica, molto migliore dell'educazione imperialista che ci è stata impartita dall'università. E questi professori hanno supportato lo sciopero selvaggio a sostegno degli studenti e li invito a unirsi a noi sul prato per assicurarsi che gli studenti abbiano l'amnistia, che la Columbia si ritiri da tutte le industrie militari e che la polizia di New York sia tenuta per sempre fuori dal nostro campus.\r\n\r\nSpeaker 1 00:03:59.960\r\n«Um. All right. Thank you for that. We are also hearing news that they are actively recording the encampment, uh, individuals in there. Um, I this is this is breaking news. We've just received a message from my peers that they have received a message from Nemat Shafik addressing the Columbia community. This was sent literally minutes ago at 1:17 p.m. on Thursday, April 18th, 2024. It's currently 1:23 pm. This is the email. It is addressed to the Columbia community. again, this was sent at 1:17. I want to make note that police presence began on Columbia's campus at 1:13 p.m. This is again a message from Columbia President Shafiq. I'm reading this morning. I had to make a decision that I hoped would never be necessary. I have always said that the safety of our community was my top priority, and that we needed to preserve an environment where everyone could learn in a supportive context out of an abundance of concern for the safety of [...]»\r\n\r\nSappiamo che la polizia sta registrando il campo e chi è dentro. Ora abbiamo una breaking news, abbiamo appena ricevuto il messaggio da alcuni colleghi che hanno ricevuto una mail da Nemat Shafik rivolta alla community della Columbia. Pochi minuti fa, il 18 apprile, pochi minuti dopo l'ingresso della polizia nel campus. questo è il messaggio: \"Questa mattina ho dovuto prendere una decisione che speravo non fosse necessaria. Ho sempre detto che la sicurezza della nostra comunità è la mia priorità e che dobbiamo preservare un ambiente dove ognuno può imparare in un contesto supportive. Per questo ho autorizzato il dipartimento di Polizia di New York a sgomberare l'accampento nel South Lawen che era stato allestito mercoledì mattina dagli studenti. Ho preso questa scelta straordinaria perché le circostanze sono straordinarie. Gli individui che hanno realizzato l'accampamento violano una lunga lista di regole, per le quali sono stati avvisati direttamente con varie notifiche, incluso un avviso scritto che li informava della sospensione nel caso in cui fossero rimasti nell'accampamento. Abbiamo anche proposto di continuare a discutere e farci carico delle loro preoccupazioni se avessero acconsentito a disperdersi.\r\nSono rammaricata che ogni tentativo di risoluzione è stato respinto dagli studenti coinvolti. Come risultato, la polizia è ora nel campo per sgomberare l'accampamento.\r\nLe proteste sono un componente essenziale nella storia della Columbia e della libertà di parola in America e nei nostri campus. Lavoriamo duro per mantenere un equilibrio tra il diritto degli studenti di esprimere le loro idee politiche e la necessità di proteggere gli altri studenti dalla retorica che diventa aggressione e discriminazione. Abbiamo aggiornato i regolamenti sulle proteste per permettere manifestazioni all'ultimo minuto permettendo comunque agli studenti di seguire i corsi e ai laboratori e biblioteche di rimanere attive. L'attuale accampamento viola tutte questi nuovi regolamenti, disturba seriamente la vita del campus e crea un ambiente aggressivo e intimidatorio per molti dei nostri studenti.\r\nLa Columbia si impegna nella libertà accademica e di espressione politica, ma all'interno di regole stabilite e con il rispetto della sicurezza di tutti. Le regole che abbiamo per le manifestazioni servono per rispettare sia il diritto d'espressione che la sicurezza il funzionamento dell'università. Abbiamo capito che la polizia stava entrando nel Campus e ci siamo seduti per terra, cantando inni e canzoni di rivoluzione - continuando fino al commissariato. 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Parallelamente portano avanti richieste legate al Campus:\r\n- fine della repressione verso gli studenti palestinesi, ovvero fine dei processi disciplinari, di targeting, e di espulsione dalle residenze che l'amministrazione universitaria ha portato avanti dall'inizio dell'occupazione\r\n- un controllo comunitario sul processo di land grabbing - o gentrificazione - operato dalla Columbia nella zona di Harlem, fermando l'espansione dell'Università nel quartiere e lasciando spazio ai residenti.\r\n\r\nVenerdì 19 aprile l'accampamento viene sgomberato da un ingente gruppo di forze dell'ordine e vengono arrestatx più di 100 attivistx.\r\n\r\nNonostante il primo sgombero, gli arresti e le sospensioni, il South Lawn viene rioccupato, ottenendo il favore di molti membri delle facoltà e personale docente.\r\nIl clima di tensione interno al Campus - soprattutto date le pressioni politiche degli investitori esterni sulla rettrice Shafik - ha portato alla reintegrazione della didattica a distanza. Nel frattempo la protesta si è estesa a varie università americane (NYU, Harvard, Yale, Mit etc).\r\n\r\nQUI VI PRESENTIAMO UN PODCAST REGISTRATO E PRODOTTO DA UN REDATTORE DELL'INFO E PERITO SONORO - ING. SOLLAZZI - INSIEME AD ANNA GIOVANNA.\r\n\r\nEntrambi si trovano al momento sul luogo delle proteste e ci informano che l'accampamento della Columbia è accessibile solo per chi ha la tessera della Columbia o addetti Press. Per questo le registrazioni del podcast sono state fatte all'esterno, seguendo i vari rally e sit-in che si svolgono ogni giorno di fronte ai cancelli dell'Università e le dirette della radio del campus WKCR che segue la situazione in diretta.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/CU-x-infovene-rbo-04.2024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nTrascrizione e traduzione delle interviste\r\n\r\nNell'ordine:\r\n- notizia in diretta di sgombero del primo encampent su WKCR\r\n- ragazzo al rally di fronte ai cancelli - statements + intervista\r\n- lettura della mail mandata dalla rettrice Shafik agli studenti/studentesse della Columbia per motivare l'invio dell'NYPD all'interno del Campus e gli arresti\r\n\r\nSpeaker 1 00:00:00.900\r\n«Just to let listeners know if they're just tuning in now. There is currently NYPD presence on Columbia's campus. It's currently 1:18 p.m. the presence began around 1:13 p.m. so about five minutes. 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This university will divest from all military industry. This university will grant amnesty to all the students involved in this and in other pro-Palestinian demonstrations. And this university will, in all future incidents, keep the NYPD off of our campus. These things will come to pass through our hard work, through Our determination, through our solidarity and our love. All human beings on planet Earth, and so we therefore invite you Be a part of this historic success in the liberation of the Palestinian people. The liberation of all free human beings planet Earth. We love you so much. Thank you for being out here. This is welcome not only to the people that are entering the building, but are welcome to the people of Earth to come in and see what's happening and to understand that this is a multi vectored movement. That includes each independent struggle. So we've had excellent programming throughout the entire Event, throughout the entire occupation. It's been truly wonderful. 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Questa università si distaccherà da tutte le industrie militari; concederà l'amnistia a tutti gli studenti coinvolti in questa e in altre manifestazioni pro-palestinesi; e in tutti gli incidenti futuri, terrà la polizia fuori dal nostro campus. Queste cose si realizzeranno grazie al nostro duro lavoro, alla nostra determinazione, alla nostra solidarietà e al nostro amore e per questo vi invitiamo a partecipare questo storico successo x \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> del popolo palestinese. (...)\r\n\r\nQuesto è un benvenuto non solo per chi sta entrando, ma x per chi viene a vedere cosa sta accadendo e a comprendere che questo è un movimento multi-vettoriale che include ogni lotta indipendente.\r\nAbbiamo avuto un'eccellente programmazione per tutta l'occupazione, abbiamo avuto lezioni da parte di professori e membri di Occupy Wall Street. Abbiamo avuto un'educazione fantastica, molto migliore dell'educazione imperialista che ci è stata impartita dall'università. 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Lavoriamo duro per mantenere un equilibrio tra il diritto degli studenti di esprimere le loro idee politiche e la necessità di proteggere gli altri studenti dalla retorica che diventa aggressione e discriminazione. Abbiamo aggiornato i regolamenti sulle proteste per permettere manifestazioni all'ultimo minuto permettendo comunque agli studenti di seguire i corsi e ai laboratori e biblioteche di rimanere attive. L'attuale accampamento viola tutte questi nuovi regolamenti, disturba seriamente la vita del campus e crea un ambiente aggressivo e intimidatorio per molti dei nostri studenti.\r\nLa Columbia si impegna nella libertà accademica e di espressione politica, ma all'interno di regole stabilite e con il rispetto della sicurezza di tutti. Le regole che abbiamo per le manifestazioni servono per rispettare sia il diritto d'espressione che la sicurezza il funzionamento dell'università. 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Ora, a febbraio 2020, il tribunale ha condannato a 3 mesi di reclusione e 22.500 euro il rappresentante legale di una società controllata da Amadori e al pagamento di 1600 euro il custode dell’allevamento in questione per i reati di “uccisione, maltrattamento e abbandono di animali”.\r\n\r\nE’ una notizia che sicuramente viene celebrata dalle associazioni animaliste come una vittoria, eppure lascia qualche perplessità nella mente di chi nella liberazione animale vede qualcosa di più di una vendetta giuridica. Se liberazione animale significa liberazione totale, è chiaro che gli strumenti utilizzati per raggiungerla non potranno essere tribunali, magistrati, galere e tutti gli altri apparati di repressione che quotidianamente vengono usati contro gli sfruttati e ribelli di ogni genere. Inoltre, come non trovare ridicola una singola condanna per uccisione, maltrattamento ed abbandono nei confronti di un’azienda che ogni giorno incatena, maltratta ed uccide un numero spropositato di animali? Non è esattamente questo il lavoro che svolge quotidianamente per portare sulle nostre tavole i suoi “prodotti alimentari”? L’ipocrisia del sistema industriale e di chi lo legittima (Stato, leggi, giudici…) è in questo caso palese, ma tanto basta per far esultare le associazioni animaliste.\r\n\r\nDi questa notizia ci siamo serviti per parlare più in generale della condizione di sfruttamento dei polli, che sono tra gli animali più sfruttati e uccisi al mondo, tanto che ne vengono macellati oltre 500 milioni all’anno solo in Italia. Un vero e proprio sterminio, che è solo il culmine di un esistenza trascorsa sotto tortura, prigionia, condizioni igieniche pessime e psicologiche ancora peggiori. Eppure c’è chi, come la rivista professionale La France Agricole riesce ad affermare che “dopo lunghi anni di studi relativamente sofisticati” su diversi polli d’allevamento, alcuni scienziati hanno osservato che chi tra questi animali si trovasse in condizione di semi-libertà manifestava verso gli altri suoi simili dei comportamenti aggressivi molto più violenti di quelli manifestati dai soggetti mantenuti in prigionia, che tendevano piuttosto ad un moderato e più accettabile autolesionismo. La conclusione di questo esperimento è stato insomma far intendere che “i polli preferiscono le gabbie”.\r\n\r\nE’ questo il titolo dell’articolo apparso su https://finimondo.org/node/2434 da cui abbiamo tratto alcune riflessioni. Prima di tutto evidenziamo che ancora una volta in nome di una pretesa oggettività scientifica si punta a screditare tutto ciò che potremmo definire empatia o conoscenza intuitiva di cui continuamente facciamo esperienza nella nostra vita. Si tratta di quella conoscenza “di pancia” che, ad esempio, nel vedere un animale rinchiuso in gabbia una vita intera, senza poter vedere la luce del sole né camminare sull’erba o soddisfare autonomamente alcun tipo di proprio desiderio, ci fa intendere che quell’animale sta soffrendo, senza aver bisogno che ce lo confermi l’etologo di turno.\r\n\r\nInoltre se “i polli preferiscono le gabbie”, nulla vieta di estendere per analogia il ragionamento a tutte le altre categorie oppresse, in modo da poter giustificare lo stato di assoggettamento in cui sono confinate. Come dice l’articolo: “con un po’ di applicazione, si potrebbe provare altrettanto facilmente che le otarie preferiscono i circhi […], gli indiani preferiscono vivere nelle riserve, che gli ebrei o gli zingari preferiscono i campi di concentramento, che i neri preferiscono viaggiare nella stiva delle navi, con i ferri alle caviglie e la palla al collo”.\r\n\r\nNon è una novità che la ricerca scientifica, spesso prontamente finanziata da chi ha degli interessi nei risultati ricercati, sia uno strumento in mano del potere per giustificare l’oppressione e lo sfruttamento della società mortifera in cui viviamo, ancora più utile quando, ad esempio, per giustificare lo Stato e le sue leggi, ci riempie la testa di “verità” su come senza queste strutture l’essere umano non sarebbe capace di vivere e di relazionarsi. Come i polli preferiscono le gabbie, l’uomo preferisce le proprie catene perché lo proteggono da una vita di barbarie che deriverebbe da una maggiore (o totale) libertà.\r\n\r\nUn studio simile a quello sui polli è stato condotto sui delfini condannati a vivere negli acquari e nei parchi acquatici: si è arrivati a sostenere (sempre da parte di rispettosi scienziati) che questi animali provano un maggior benessere quando in queste galere acquatiche si trovano a contatto con l’uomo. Insomma, non c’è bisogno di arrivare a pensare a fare a meno di questi luoghi e di lasciare che i delfini conducano un’esistenza libera in natura, per farli star bene basta dar loro una palla gonfiabile ed un addestratore…!\r\n\r\nAscolta l’approfondimento qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/polli-gabbie.mp3\"][/audio]","13 Marzo 2020","2020-03-13 19:24:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/polli-in-gabbia-abbattuti-200x110.png","\"I polli preferiscono le gabbie\", ovvero come giustificare (scientificamente) l'oppressione",1584127482,[],[],{"post_content":460},{"matched_tokens":461,"snippet":462,"value":463},[72,72,73],"giuridica. 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Da sempre la poesia ha accompagnato i moti di rivolta dei popoli e i desideri di libertà degli individui, ma solo con l'Urlo di Ginsberg, e la rottura della metrica chiusa, la poesia diviene accessibile a tutti. Nella seconda metà del secolo la poesia sociale si dirama in due tronchi, uno legato alle istanze civili che trova in Neruda la sua penna più rappresentativa, mentre l'altro si sviluppa pari passo alle lotte sociali e di liberazione.\r\n\r\n\r\n\r\nla poesia sociale è un mezzo d'espressione in seno alle lotte e può combaciare con tutte le altre forme artistiche e d'azione, così, in egual misura, anche i movimenti dovrebbero riuscire a intersecarsi, a trovare punti comuni per la liberazione totale. L'antispecismo, come le varie istanze di liberazione, non devono ghettizzarsi ma convergere senza per questo snaturarsi. La poesia di liberazione totale le abbraccia tutte trovando nel capitalismo e nello Stato i nemici comuni contro cui scagliarsi.\r\n\r\nOggi nuovi movimenti, soprattutto ambientalisti, godono di una forza globale, ma continuano ad appellarsi ai governi per chiedere leggi risolutive. Ma nuovi diritti sanciscono un rinnovato compromesso con chi ci governa, mentre la liberazione totale pone il disaddomesticamento di noi stessi e la ricerca dello sviluppo delle individualità, poichè solo l'autodeterminazione dell'individuo è la base di una società senza padroni.\r\n\r\nL'individuo che cerca la sua libertà nello sguardo verso l'altro, perchè comprendendo le difficoltà e le differenze altrui comprende se stesso e scopre il suo significato di libertà. Una parola, Libertà, che non ha dogmi ne giustezza, essa è calibrata dall'esperienza individuale e non può essere predeterminata da un gruppo nè tanto meno dalla legge.\r\n\r\nOltre a tutto quel che si può scrivere c'è l'indicibile, ossia l'esperienza reale, carne e sangue, la forza dirompente dell'emozioni. Ciò che è reale difficilmente lo si può raccontare. E gli anarchici sono strettamente legati alla realtà, alla concretezza, ed chi più li taccia di utopismo più li teme.\r\n\r\nQueste ed altre riflessioni nascono dalla lettura di \"Poesie dell'Olmo\" (editions du monde libertarie), ne parliamo con l'autore Olmo\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/intervista-olmo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","25 Ottobre 2019","2019-10-25 18:14:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/poesie-olmo-200x110.jpeg","le poesie dell'olmo",1572027295,[],[],{"post_content":482},{"matched_tokens":483,"snippet":484,"value":485},[72,73],"trovare punti comuni per la \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> \u003Cmark>totale\u003C/mark>. L'antispecismo, come le varie istanze","La poesia sociale nasce a cavallo del 1900 in seno alla miseria e alle lotte che il sistema industriale stava creando in ogni parte del mondo, e trova in Pietro Gori il suo massimo esponente. 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Oggi gli allevamenti di pecore da lana si concentrano in Australia, Cina e Argentina, e la razza “favorita” è la Merino perché non perde il pelo. Questa, come tante altre razze, è frutto di selezioni genetiche durate decenni, ma la sovrapproduzione di lana spesso costa la vita agli animali che muoiono di caldo se non vengono tosate regolarmente.\r\n\r\nE' questo un caso esemplare di come l'addomesticamento, le selezioni e modificazioni genetiche che seguono i ritmi e i bisogni del profitto le hanno rese dipendenti dal'uomo. Dalla mortalità per gli shock termici alle malattie dovute al degrado degli allevamenti, alle pratiche di tosatura violente e alle medicazioni barbare come il mulesing, ci immergiamo nell'ambiente degli allevamenti di ovini, con le sue pratiche e abusi quotidiani.\r\n\r\nNonostante la millenaria attività di pastorizia e transumanza che riguarda gli ovini, questi non sono esenti dai processi di modernizzazione e sperimentazione genetica che attanagliano ogni aspetto della vita in questo secolo. Infatti con la clonazione e la modificazione transgenica, le pecore divengono sempre più animali da laboratorio, mentre lo sviluppo tecnologico ambisce a ovili hi-tech dove le pecore verranno seguite e monitorate ogni attimo della loro esistenza. Anche per gli allevatori è oramai impossibile non piegarsi ai nuovi metodi di chippatura e controllo del bestiame, che peraltro potrebbero avere inquietanti risvolti anche nella società umana e nella gestione delle masse. Per quanto legittime siano le lotte contro il controllo tecnologico anche in questo contesto, non si intende difendere la pratica dell'allevamento in sé, in quanto, coerentemente con una visione antispecista e di liberazione totale, rappresenta una delle tante forme di dominio sul vivente.\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/pec.mp3\"][/audio]","4 Maggio 2018","2018-10-24 18:39:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/Lana-300x225-200x110.jpg","Un approfondimento sull'industria della lana",1525452920,[502,503,504],"http://radioblackout.org/tag/industria-tessile/","http://radioblackout.org/tag/lana/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento-animale/",[506,507,508],"Industria tessile","lana","sfruttamento animale",{"post_content":510},{"matched_tokens":511,"snippet":512,"value":513},[72,73],"una visione antispecista e di \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> \u003Cmark>totale\u003C/mark>, rappresenta una delle tante forme"," \r\n\r\nIn questa puntata di Liberation Front parliamo della lana, iniziando con una panoramica sulla storia della sua produzione, dalle sue origini antichissime, passando per la rivoluzione tessile, fino all'attuale mercato globale. Oggi gli allevamenti di pecore da lana si concentrano in Australia, Cina e Argentina, e la razza “favorita” è la Merino perché non perde il pelo. Questa, come tante altre razze, è frutto di selezioni genetiche durate decenni, ma la sovrapproduzione di lana spesso costa la vita agli animali che muoiono di caldo se non vengono tosate regolarmente.\r\n\r\nE' questo un caso esemplare di come l'addomesticamento, le selezioni e modificazioni genetiche che seguono i ritmi e i bisogni del profitto le hanno rese dipendenti dal'uomo. Dalla mortalità per gli shock termici alle malattie dovute al degrado degli allevamenti, alle pratiche di tosatura violente e alle medicazioni barbare come il mulesing, ci immergiamo nell'ambiente degli allevamenti di ovini, con le sue pratiche e abusi quotidiani.\r\n\r\nNonostante la millenaria attività di pastorizia e transumanza che riguarda gli ovini, questi non sono esenti dai processi di modernizzazione e sperimentazione genetica che attanagliano ogni aspetto della vita in questo secolo. Infatti con la clonazione e la modificazione transgenica, le pecore divengono sempre più animali da laboratorio, mentre lo sviluppo tecnologico ambisce a ovili hi-tech dove le pecore verranno seguite e monitorate ogni attimo della loro esistenza. Anche per gli allevatori è oramai impossibile non piegarsi ai nuovi metodi di chippatura e controllo del bestiame, che peraltro potrebbero avere inquietanti risvolti anche nella società umana e nella gestione delle masse. Per quanto legittime siano le lotte contro il controllo tecnologico anche in questo contesto, non si intende difendere la pratica dell'allevamento in sé, in quanto, coerentemente con una visione antispecista e di \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> \u003Cmark>totale\u003C/mark>, rappresenta una delle tante forme di dominio sul vivente.\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/pec.mp3\"][/audio]",[515],{"field":78,"matched_tokens":516,"snippet":512,"value":513},[72,73],{"best_field_score":82,"best_field_weight":83,"fields_matched":16,"num_tokens_dropped":44,"score":84,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":44},{"document":519,"highlight":539,"highlights":544,"text_match":80,"text_match_info":547},{"comment_count":44,"id":520,"is_sticky":44,"permalink":521,"podcastfilter":522,"post_author":395,"post_content":523,"post_date":524,"post_excerpt":50,"post_id":520,"post_modified":525,"post_thumbnail":526,"post_title":527,"post_type":317,"sort_by_date":528,"tag_links":529,"tags":534},"41670","http://radioblackout.org/podcast/sulle-questione-dei-diritti-animali/",[257],"Nella puntata di liberation front del 19 aprile abbiamo parlato della famosa notizia della liberazione di Cecilia (primate prigioniero dello zoo di Mendoza, Argentina) per mezzo dell'applicazione dell'habeas corpus, ovvero il principio giuridico che tutela l'inviolabilità della persona, stabilendo di fatto che Cecilia è un soggetto di diritto e non un oggetto. E' stata un'occasione per riflettere sulla questione dei \"diritti animali\" e per chiederci se seguire l'inglobamento di altre specie animali all'interno della sfera del diritto umano sia una strada adatta a puntare verso una liberazione totale del vivente, o se non comporti piuttosto un semplice \"aggiustamento\" delle gerarchie antropocentriche.\r\nAscolta la puntata qui:\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/dirittiprimo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/dirittisecondo.mp3\"][/audio]","28 Aprile 2017","2019-01-31 12:51:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/scimmia-200x110.jpg","Sulla questione dei \"diritti animali\"",1493399295,[530,531,532,533],"http://radioblackout.org/tag/animalismo/","http://radioblackout.org/tag/diritti-animali/","http://radioblackout.org/tag/habeas-corpus/","http://radioblackout.org/tag/primati/",[535,536,537,538],"Animalismo","diritti animali","habeas corpus","primati",{"post_content":540},{"matched_tokens":541,"snippet":542,"value":543},[72,73],"adatta a puntare verso una \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> \u003Cmark>totale\u003C/mark> del vivente, o se non","Nella puntata di liberation front del 19 aprile abbiamo parlato della famosa notizia della \u003Cmark>liberazione\u003C/mark> di Cecilia (primate prigioniero dello zoo di Mendoza, Argentina) per mezzo dell'applicazione dell'habeas corpus, ovvero il principio giuridico che tutela l'inviolabilità della persona, stabilendo di fatto che Cecilia è un soggetto di diritto e non un oggetto. 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