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Non poteva essere più chiara la Pm Emanuela Pedrotta nell'introdurre oggi una delle ultime udienze del maxiprocesso che vede a giudizio 53 attivisti imputati per gli scontri dell'estate 2011 alla Maddalena di Chiomonte.\r\nE se l'inizio tradisce già un'impronta, questa non può che confermarsi nel prosieguo della requisitoria. La Pm dismette i panni giuridici per sconfinare nel giudizio etico quando non nell'insulto vero e proprio: se agli imputati viene inizialmente contestato l'uso di una \"violenza estrema e ingiustificata\", in un passaggio successivo viene stigmatizzato \"atteggiamento di scherno e arroganza che hanno in quest'aula\", per poi liquidare i comportamenti dei notav a giudizio come in preda a \"istinti primordiali\".\r\nLa presenza in aula degli imputati e del pubblico accorso in solidarietà non poteva tollerare questo atteggiamento di scherno e disprezzo e hanno quindi protestato con slogan e fischi. 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Successivamente agli imputati e al pubblico è stato addirittura imposto di abbandonare il cortile antistante l'aula-bunker.\r\nUn'ascoltatrice presente ci racconta il clima di questa mattinata surreale\r\nnotav_tribunale","7 Ottobre 2014","2014-11-03 22:44:59","Maxiprocesso Notav: l'udienza è a porte 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neanche una settimana di distanza dalla sentenza della cassazione di Roma riguardante i fatti di Genova 2001, abbiamo approfondito le vicende che hanno portato alla condanna di 10 attivisti per il reato di Devastazione e Saccheggio.\r\n\r\nNella telefonata con l'avvocato Laura Tartarini abbiamo cercato di parlare del processo che ha portato al 13 luglio 2012, del reato in sè e della sentenza di cassazione per i fatti della Diaz.\r\n\r\nAscolta la diretta","19 Luglio 2012","2012-08-05 12:12:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/07/g8-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"219\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/07/g8-300x219.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/07/g8-300x219.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/07/g8.jpg 450w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un approfondimento sulla cassazione per i 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Un anno e 4 mesi per Sabrina, Luca ed Emanja. Un anno per Miriam. Non è stata concessa la condizionale a Sabrina ed Ermanja: per loro due il giudice ha anche disposto il divieto di dimora in Alto Adige.\r\nIl pm di Bolzano Giancarlo Bramante aveva chiesto condanne da 2 anni e 4 a 2 anni e 6.\r\nDopo la sentenza sono stati tutti scarcerati.\r\n\r\nIn carcere i compagni hanno avuto un'accoglienza calorosa dai detenuti, che conoscono l'impegno degli anarchici contro le galere, perché tante volte li hanno sentiti nei presidi solidali sotto alle mura.\r\n\r\nAbbiamo chiesto una cronaca ed una prima valutazione a caldo a Massimo di Rovereto.\r\n\r\nNe è scaturito un ragionamento sulle possibilità e le prospettive di crescita di un movimento contro le frontiere, che abbia la possibilità di abbattere i muri e le barriere, che si stanno moltiplicando ovunque. Si è discusso del ruolo delle minoranze, la necessità dell'allargamento del fronte di lotta, le crepe che le stesse politiche governative offrono all'azione diretta, alla pratica della solidarietà, al sostegno ai migranti e ai profughi, nel bucare le frontiere.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-05-10-sentenzabrennero-massimo","10 Maggio 2016","2016-05-14 02:47:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/brennero-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/brennero-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/brennero-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/brennero.jpg 414w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Brennero. 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Si è svolto pochi giorni fa il Riesame che ha liberato tutti i compagni mentre restano sotto sequestro i locali assegnati all'associazione culturale N. Pasian e i computer e la strumentazione di RadiAzione. Queste liberazioni mettono in evidenza come quest'accusa di associazione a delinquere poggi di fatto sul nulla aprendo alla possibilità che tale accusa cada poi in sede processuale. I reati specifici contestati sono una quarantina di picchetti antisfratto davanti ai portoni e una decina di occupazioni a scopo abitativo. Non è la prima volta in Italia che sotto l'occhio degli inquirenti finiscano pratiche come il picchetto, punito con misure cautelari che arrivano fino alla custodia in carcere, di cui la lotta per la casa non può privarsi.\r\n\r\nIntanto Ater, l'azienda che si occupa delle case popolari a Padova, per non fare brutta figura ha immediatamente tolto la concessione dei locali all'associazione N. 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Delle Olimpiadi restano le inutili cattedrali di cemento e tanti debiti. Resta il grattacielo di Intesa/San Paolo, costruito su terreni pubblici ceduti per un tozzo di pane dall’amministrazione Chiamparino alla banca, che l’aveva salvato dalla bancarotta pochi giorni prima della sua trionfale rielezione a sindaco. Alla fine di qual mandato Chiamparino divenne presidente della Compagnia di San Paolo, oggi è il candidato del PD per la Regione Piemonte.\r\nA far le spese delle politiche del PD di governo, a Torino come nel resto del paese, i lavoratori, che i provvedimenti del primo ministro Renzi condannano alla precarietà a vita e salari da fame senza tutele, senza futuro.\r\nIn questi anni di cemento le scuole della città sono andate a pezzi: i soldi destinati all’edilizia scolastica sono stati usati per il Tav, i piccoli, preziosi ospedali sono stati chiusi, continui sono stati i tagli al trasporto locale.\r\nTorino è diventata la capitale degli sfratti, perché tra disoccupazione e precarietà tanti, troppi, non ce la fanno più a pagare il fitto o il mutuo.\r\nTanti, sempre più, non sono più disposti a subire, alzano la testa, scelgono di lottare per riprendersi gli spazi, per contrastare le politiche dei padroni di una città che ha cambiato pelle, ma dove lo sfruttamento è sempre più duro, la precarietà è la norma.\r\n\r\nLe ragioni di chi non intende subire la schiavitù salariata come destino, le ragioni di chi lotta contro il razzismo, la violenza poliziesca, il Tav, di chi non accetta che si spendano milioni per costruire e comperare cacciabombardieri, di chi occupa le case vuote, di chi non china la testa hanno dilagato nella piazza del Primo Maggio torinese.\r\nL’altra Torino, quella degli anarchici, degli antagonisti, del No Tav, dei lavoratori ribelli, ha riempito piazza Vittorio, soverchiando con la forza dei numeri e delle proprie ragioni, la piazza istituzionale.\r\n\r\nQui una piccola galleria di foto dello spezzone rosso e nero\r\n\r\nAscolta il riassunto della giornata curato da Anarres:\r\n\r\n2014 05 02 primomaggio mar torino\r\n\r\nSin dal giorno precedente i due quotidiani torinesi, La Stampa e Repubblica, avevano annunciato un dispiegamento straordinario di polizia. Nel mirino gli antagonisti, ma soprattutto gli anarchici che avevano promosso uno spezzone contro la guerra interna e quella esterna, contro la repressione e le fabbriche d’armi, uno spezzone che portasse in piazza le regioni di chi pensa che di padroni e governanti si possa e si debba fare a meno.\r\nChe aria tirava era sin troppo evidente.\r\nIl Partito Democratico, che in questi anni aveva fatto fatica ad entrare in piazza, nonostante il servizio d’ordine di picchiatori professionisti, nonostante la tutela della polizia, è stato circondato completamente. C’erano gli attivisti politici, c’erano i No Tav e gli occupanti di case, c’era tanta, tanta gente senza bandiere ma con le idee chiare. Non c’è posto nel corteo del Primo Maggio per il Partito Democratico, non c’è posto per chi sta dalla parte dei padroni.\r\nQuando in piazza è comparso il senatore/questurino Stefano Esposito, fanatico del Tav, sempre in prima fila nel benedire le operazioni repressive contro i No Tav, sono partiti slogan e qualche spinta con i picchiatori professionisti del PD. La polizia ha caricato più volte, ferendo numerosi manifestanti, travolgendo anziani e banchetti, ma non è riuscita a fermarci.\r\nLa gente sotto i portici si è unita alla resistenza: sono volate sedie tra le gambe dei celerini che manganellavano, insultati da tutti, mentre l’indignazione diveniva rabbia.\r\n\r\nI celerini hanno provato a strappare dal furgone degli anarchici lo striscione con la scritta “Chiara, Claudio, Mattia, Nicolò liberi. Terrorista è il Tav”, ma i compagni e le compagne dello spezzone rosso e nero se lo sono ripreso. Con i segni delle manganellate sul corpo ma sempre più determinati ad andare avanti, ad non farci chiudere nella piazza, dopo una seconda carica, siamo finalmente partiti.\r\nIn testa allo spezzone anarchico lo striscione “Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime”.\r\n\r\nIl corteo si è infine dispiegato lungo via Po. La fotografia dei numeri era impietosa: un piccolo corteo istituzionale, difeso passo a passo dalla polizia era seguito, circondato, assediato dalla Torino che il prossimo 25 maggio diserterà le urne, perché riempie, ogni giorno le piazze, perché non è più disposta a delegare la propria vita a chi bombarda, sfrutta, opprime.\r\n\r\nUna sfida intollerabile per il PD. In via Roma, quando ormai il corteo aveva assunto le caratteristiche di ogni Primo Maggio, con famiglie, bambini, anziani e disabili, la polizia ha nuovamente caricato più volte per impedire l’ingresso in piazza San Carlo.\r\n\r\nDurante le cariche la gente ai lati plaudiva chi resisteva. Nonostante la violenza della polizia, che si accaniva anche sotto i portici, il corteo non si è scomposto.\r\nUna giovane mamma ci ha allungato la sua bambina perché la facessimo salire sul furgone, ma non è fuggita.\r\nIn via Roma la polizia ha fatto il proprio bottino, fermando tre manifestanti. Per uno di loro, Marco, “Boba”, anarchico e redattore di radio Blackout, è scattato l’arresto.\r\nPoi il corteo è entrato in piazza San Carlo, da dove sindacati di Stato e PD se ne erano andati via in fretta e furia.\r\nGli ultimi comizi. Un po’ di ghiaccio per i feriti e poi via. Il pranzo anarchico, che come ogni anno ha riempito la sede della Federazione Anarchica in corso Palermo 46, non ha chiuso la giornata di lotta.\r\n\r\nDavanti a Eataly, il supermercato del gusto di Oscar Farinetti, l’uomo che Renzi avrebbe voluto al dicastero dell’economia, c’erano due camionette della guardia di finanza e un folto nugolo di digos della “squadra anarchici”. Poliziotti dell’antisommossa presidiavano il retro dell’edificio.\r\nSulla porta a braccia incrociate gli uomini della security del supermercato. Sulla schiena lo slogan Italy is Eataly, che trovava un’eco nello striscione aperto davanti al supermercato “Fruttamento e precarietà made in Eataly”.\r\n\r\nEataly è il simbolo dell’Italia ai tempi di Renzi, un luogo dove si lavora 365 giorni l’anno, dove la precarietà è la norma e la disciplina durissima.\r\nI lavoratori, tutti italiani, del supermercato più eco, green e costoso d’Italia, vengono pagati 8 euro (lordi) l’ora. I pochi con contratto a tempo indeterminato sono tutti part time a 30 ore, ma di ore ne fanno molte di più. Sempre.\r\nIn media chi lavora dietro ai banchi o nei ristorantini dove si affacciano anche facoltosi turisti stranieri, porta a casa 800 euro al mese. Niente domeniche, niente festività, niente 25 aprile, niente Primo Maggio\r\n\r\nLa gente che passava ascoltava con attenzione, si fermava, chiedeva notizie, voleva sapere. Numerosi gli interventi, tra cui vogliamo segnalare quelli di Pino Larobina, operaio dell’Iveco licenziato per la propria attività sindacale nell’USB, e quello di Marco, un giovane compagno torinese, che per fuggire la disoccupazione da cinque anni è emigrato in Polonia.\r\nAbbiamo intrecciato i fili delle lotte, nella comune consapevolezza, che viviamo tempi duri ma sempre più gente si sta disintossicando dalle illusioni istituzionali e sceglie la lotta.\r\n\r\nSolidarietà a Marco, “Boba” arrestato nella Piazza del Primo Maggio. Una piazza di lotta.\r\nLo vogliamo libero, vogliamo liberi tutti e tutte!\r\n\r\nVogliamo liberi Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò.\r\nSabato 10 maggio marcia popolare No Tav a Torino\r\n\r\nAppuntamento alle 14 in piazza Adriano.\r\n\r\nAggiornamento. Torino. 3 maggio\r\nNel tardo pomeriggio duecento solidali si sono raccolti nel pratone limitrofo al blocco C del carcere delle Vallette.\r\nMusica, interventi, slogan e qualche fumogeno, per farsi vedere e sentire oltre le sbarre.\r\nIl presidio era stato indetto in solidarietà a Marco, \"Boba\", anarchico e redattore di radio Blackout, arrestato il Primo Maggio mentre provava a liberare una ragazza strattonata e trascinata da numerosi agenti della Digos.\r\nCon con il collare prescrittole al pronto soccorso dopo la brutale stretta di un poliziotto, è intervenuta anche lei, per ringraziare Marco della solidarietà attiva dimostratale.\r\nMentre il presidio si avviava alla conclusione è arrivata la notizia che il GIP aveva convalidato l'arresto, inviando ai domiciliari senza restrizioni Marco.\r\nLa notizia dell'attenuazione delle misure di custodia cautelare è stata accolta con gioia da tutt*.\r\n\r\n ","4 Maggio 2014","2018-10-17 22:59:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/2014-05-01-primo-maggio-a-torino-8-200x110.jpg","Torino. 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Resta il grattacielo di Intesa/San Paolo, costruito su terreni pubblici ceduti per un tozzo di pane dall’amministrazione Chiamparino alla banca, che l’aveva salvato dalla bancarotta pochi giorni prima della sua trionfale rielezione a sindaco. Alla fine di qual mandato Chiamparino divenne presidente della Compagnia di San Paolo, oggi è il candidato del PD per la Regione Piemonte.\r\nA far le spese delle politiche del PD di governo, a Torino come nel resto del paese, i lavoratori, che i provvedimenti del primo ministro Renzi condannano alla precarietà a vita e salari da fame senza tutele, senza futuro.\r\nIn questi anni di cemento le scuole della città sono andate a pezzi: i soldi destinati all’edilizia scolastica sono stati usati per il Tav, i piccoli, preziosi ospedali sono stati chiusi, continui sono stati i tagli al trasporto locale.\r\nTorino è diventata la capitale degli sfratti, perché tra disoccupazione e precarietà tanti, troppi, non ce la fanno più a pagare il fitto o il mutuo.\r\nTanti, sempre più, non sono più disposti a subire, alzano la testa, scelgono di lottare per riprendersi gli spazi, per contrastare le politiche dei padroni di una città che ha cambiato pelle, ma dove lo sfruttamento è sempre più duro, la precarietà è la norma.\r\n\r\nLe ragioni di chi non intende subire la schiavitù salariata come destino, le ragioni di chi lotta contro il razzismo, la violenza poliziesca, il Tav, di chi non accetta che si spendano milioni per costruire e comperare cacciabombardieri, di chi occupa le case vuote, di chi non china la testa hanno dilagato nella piazza del Primo Maggio torinese.\r\nL’altra Torino, quella degli anarchici, degli antagonisti, del No Tav, dei lavoratori ribelli, ha riempito piazza Vittorio, soverchiando con la forza dei numeri e delle proprie ragioni, la piazza istituzionale.\r\n\r\nQui una piccola galleria di foto dello spezzone rosso e nero\r\n\r\nAscolta il riassunto della giornata curato da Anarres:\r\n\r\n2014 05 02 primomaggio mar torino\r\n\r\nSin dal giorno precedente i due quotidiani torinesi, La Stampa e Repubblica, avevano annunciato un dispiegamento straordinario di polizia. Nel mirino gli antagonisti, ma soprattutto gli anarchici che avevano promosso uno spezzone contro la guerra interna e quella esterna, contro la repressione e le fabbriche d’armi, uno spezzone che portasse in piazza le regioni di chi pensa che di padroni e governanti si possa e si debba fare a meno.\r\nChe aria tirava era sin troppo evidente.\r\nIl Partito Democratico, che in questi anni aveva fatto fatica ad entrare in piazza, nonostante il servizio d’ordine di picchiatori professionisti, nonostante la tutela della polizia, è stato circondato completamente. C’erano gli attivisti politici, c’erano i No Tav e gli occupanti di case, c’era tanta, tanta gente senza bandiere ma con le idee chiare. Non c’è posto nel corteo del Primo Maggio per il Partito Democratico, non c’è posto per chi sta dalla parte dei padroni.\r\nQuando in piazza è comparso il senatore/questurino Stefano Esposito, fanatico del Tav, sempre in prima fila nel benedire le operazioni repressive contro i No Tav, sono partiti slogan e qualche spinta con i picchiatori professionisti del PD. La polizia ha caricato più volte, ferendo numerosi manifestanti, travolgendo anziani e banchetti, ma non è riuscita a fermarci.\r\nLa gente sotto i portici si è unita alla resistenza: sono volate sedie tra le gambe dei celerini che manganellavano, insultati da \u003Cmark>tutti\u003C/mark>, mentre l’indignazione diveniva rabbia.\r\n\r\nI celerini hanno provato a strappare dal furgone degli anarchici lo striscione con la scritta “Chiara, Claudio, Mattia, Nicolò \u003Cmark>liberi\u003C/mark>. Terrorista è il Tav”, ma i compagni e le compagne dello spezzone rosso e nero se lo sono ripreso. 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Nonostante la violenza della polizia, che si accaniva anche sotto i portici, il corteo non si è scomposto.\r\nUna giovane mamma ci ha allungato la sua bambina perché la facessimo salire sul furgone, ma non è fuggita.\r\nIn via Roma la polizia ha fatto il proprio bottino, fermando tre manifestanti. Per uno di loro, Marco, “Boba”, anarchico e redattore di radio Blackout, è scattato l’arresto.\r\nPoi il corteo è entrato in piazza San Carlo, da dove sindacati di Stato e PD se ne erano andati via in fretta e furia.\r\nGli ultimi comizi. Un po’ di ghiaccio per i feriti e poi via. Il pranzo anarchico, che come ogni anno ha riempito la sede della Federazione Anarchica in corso Palermo 46, non ha chiuso la giornata di lotta.\r\n\r\nDavanti a Eataly, il supermercato del gusto di Oscar Farinetti, l’uomo che Renzi avrebbe voluto al dicastero dell’economia, c’erano due camionette della guardia di finanza e un folto nugolo di digos della “squadra anarchici”. Poliziotti dell’antisommossa presidiavano il retro dell’edificio.\r\nSulla porta a braccia incrociate gli uomini della security del supermercato. Sulla schiena lo slogan Italy is Eataly, che trovava un’eco nello striscione aperto davanti al supermercato “Fruttamento e precarietà made in Eataly”.\r\n\r\nEataly è il simbolo dell’Italia ai tempi di Renzi, un luogo dove si lavora 365 giorni l’anno, dove la precarietà è la norma e la disciplina durissima.\r\nI lavoratori, \u003Cmark>tutti\u003C/mark> italiani, del supermercato più eco, green e costoso d’Italia, vengono pagati 8 euro (lordi) l’ora. I pochi con contratto a tempo indeterminato sono \u003Cmark>tutti\u003C/mark> part time a 30 ore, ma di ore ne fanno molte di più. Sempre.\r\nIn media chi lavora dietro ai banchi o nei ristorantini dove si affacciano anche facoltosi turisti stranieri, porta a casa 800 euro al mese. Niente domeniche, niente festività, niente 25 aprile, niente Primo Maggio\r\n\r\nLa gente che passava ascoltava con attenzione, si fermava, chiedeva notizie, voleva sapere. Numerosi gli interventi, tra cui vogliamo segnalare quelli di Pino Larobina, operaio dell’Iveco licenziato per la propria attività sindacale nell’USB, e quello di Marco, un giovane compagno torinese, che per fuggire la disoccupazione da cinque anni è emigrato in Polonia.\r\nAbbiamo intrecciato i fili delle lotte, nella comune consapevolezza, che viviamo tempi duri ma sempre più gente si sta disintossicando dalle illusioni istituzionali e sceglie la lotta.\r\n\r\nSolidarietà a Marco, “Boba” arrestato nella Piazza del Primo Maggio. 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Torino. 3 maggio\r\nNel tardo pomeriggio duecento solidali si sono raccolti nel pratone limitrofo al blocco C del carcere delle Vallette.\r\nMusica, interventi, slogan e qualche fumogeno, per farsi vedere e sentire oltre le sbarre.\r\nIl presidio era stato indetto in solidarietà a Marco, \"Boba\", anarchico e redattore di radio Blackout, arrestato il Primo Maggio mentre provava a liberare una ragazza strattonata e trascinata da numerosi agenti della Digos.\r\nCon con il collare prescrittole al pronto soccorso dopo la brutale stretta di un poliziotto, è intervenuta anche lei, per ringraziare Marco della solidarietà attiva dimostratale.\r\nMentre il presidio si avviava alla conclusione è arrivata la notizia che il GIP aveva convalidato l'arresto, inviando ai domiciliari senza restrizioni Marco.\r\nLa notizia dell'attenuazione delle misure di custodia cautelare è stata accolta con gioia da tutt*.\r\n\r\n ",[358],{"field":247,"matched_tokens":359,"snippet":355,"value":356},[70,71,70],{"best_field_score":251,"best_field_weight":361,"fields_matched":85,"num_tokens_dropped":49,"score":362,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":49},14,"1157451471441100913",{"document":364,"highlight":386,"highlights":393,"text_match":249,"text_match_info":396},{"comment_count":49,"id":365,"is_sticky":49,"permalink":366,"podcastfilter":367,"post_author":52,"post_content":368,"post_date":369,"post_excerpt":370,"post_id":365,"post_modified":371,"post_thumbnail":372,"post_title":373,"post_type":343,"sort_by_date":374,"tag_links":375,"tags":382},"6340","http://radioblackout.org/podcast/il-no-tav-non-si-arresta/",[291],"Sabato 28 gennaio. Una nevicata di quelle che non si vedevano da tempo a Torino. Una boccata d’aria dopo mesi di siccità e smog. Gennaio si è ripreso il suo mantello di freddo e ghiaccio.\r\nI No Tav, nonostante la giornata da lupi, si sono raccolti in molte migliaia in piazza Carlo Felice.\r\nC’erano tutti: i comitati della Val Susa, di Torino, dei paesi intorno, e tanti solidali arrivati da tutta Italia per sostenere ancora una volta una lotta che è divenuta punto di riferimento per tanti che si oppongono alle grandi opere inutili, alle installazioni militari, alla devastazione del territorio ed allo spreco delle risorse.\r\nIn apertura c’erano le carriole cariche di una manciata delle macerie prodotte per allestire il fortino della Maddalena. C’erano pezzi degli alberi tagliati per il non cantiere, filo spinato, bossoli dei lacrimogeni che ci hanno soffocati e feriti. Il segno tangibile della violenza dello Stato.\r\nUno Stato che ha dichiarato guerra ai No Tav: occupare un territorio per imporre un opera non voluta, cintarlo come una fortezza, impiegando blindati e soldati reduci dalla guerra in Afganistan, è vera guerra.\r\nIl 28 gennaio abbiamo voluto, in modo simbolico ma concreto restituire ai signori del Tav le loro macerie. Le macerie della libertà di tutti ferita dalla militarizzazione di un'intera valle.\r\nIn tutto il corteo più volte è echeggiato lo slogan “libertà, libertà!\r\nUn corteo bello, multiforme, con tante anime. C’erano decine e decine di cartelli autoprodotti, in cui ciascuno aveva scritto una delle tante ragioni della lotta.\r\nNon potevano mancare le foto degli arrestati, i cartelli di saluto per l’uno e per l’altro. Sul furgone di apertura c’era scritto “Liberi tutti!”.\r\n\r\nTra cronaca ed analisi il punto sulla situazione a cura della redazione di Anarres: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-01-29-anarres-su-arresti-no-tav-e-corteo-28.mp3|titles=2012 01 29 anarres su arresti no tav e corteo 28]\r\nScarica il file\r\n\r\nIn numerose città ci sono state iniziative di solidarietà e lotta.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Simone di Reggio Emilia, che ci ha raccontato del presidio solidale e sul nuovo fronte No Tav, che si sta aprendo in città, dove l’amministrazione ha deciso di finanziare la costruzione di una stazione Tav, intermedia tra Milano e Bologna: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-01-29-Simone-di-Reggio-No-Tav.mp3|titles=2012 01 29 Simone di Reggio No Tav]\r\nscarica il file \r\n\r\nAbbiamo parlato anche con Valentina, una compagna di Parma, dove c’è stato un corteo spontaneo che ha attraversato la città: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-01-29-Valentina-Parma-No-Tav.mp3|titles=2012 01 29 Valentina Parma No Tav]\r\nscarica il file\r\n\r\nAnche a Trieste si sono svolte numerose iniziative di solidarietà con i No Tav arrestati ed altre sono in programma per la visita di Moretti del 2 febbraio: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-01-29-Federico-di-Trieste-No-Tav.mp3|titles=2012 01 29 Federico di Trieste No Tav]\r\nscarica il file","2 Febbraio 2012","Sabato 28 gennaio. Una nevicata di quelle che non si vedevano da tempo a Torino. Una boccata d’aria dopo mesi di siccità e smog. Gennaio si è ripreso il suo mantello di freddo e ghiaccio.\r\nI No Tav, nonostante la giornata da lupi, si sono raccolti in molte migliaia in piazza Carlo Felice.\r\nC’erano tutti: i comitati della Val Susa, di Torino, dei paesi intorno, e tanti solidali arrivati da tutta Italia per sostenere ancora una volta una lotta che è divenuta punto di riferimento per tanti che si oppongono alle grandi opere inutili, alle installazioni militari, alla devastazione del territorio ed allo spreco delle risorse.\r\nIn apertura c’erano le carriole cariche di una manciata delle macerie prodotte per allestire il fortino della Maddalena. C’erano pezzi degli alberi tagliati per il non cantiere, filo spinato, bossoli dei lacrimogeni che ci hanno soffocati e feriti. Il segno tangibile della violenza dello Stato.\r\nUno Stato che ha dichiarato guerra ai No Tav: occupare un territorio per imporre un opera non voluta, cintarlo come una fortezza, impiegando blindati e soldati reduci dalla guerra in Afganistan, è vera guerra. \r\nIl 28 gennaio abbiamo voluto, in modo simbolico ma concreto restituire ai signori del Tav le loro macerie. Le macerie della libertà di tutti ferita dalla militarizzazione di un'intera valle.\r\nIn tutto il corteo più volte è echeggiato lo slogan “libertà, libertà!\r\nUn corteo bello, multiforme, con tante anime. C’erano decine e decine di cartelli autoprodotti, in cui ciascuno aveva scritto una delle tante ragioni della lotta.\r\nNon potevano mancare le foto degli arrestati, i cartelli di saluto per l’uno e per l’altro. Sul furgone di apertura c’era scritto “Liberi tutti!”.\r\n\r\nTra cronaca ed analisi il punto sulla situazione a cura della redazione di Anarres: \r\n\r\nIn numerose città ci sono state iniziative di solidarietà e lotta.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Simone di Reggio Emilia, che ci ha raccontato del presidio solidale e sul nuovo fronte No Tav, che si sta aprendo in città, dove l’amministrazione ha deciso di finanziare la costruzione di una stazione Tav, intermedia tra Milano e Bologna: \r\n\r\nAbbiamo parlato anche con Valentina, una compagna di Parma, dove c’è stato un corteo spontaneo che ha attraversato la città: \r\n\r\nAnche a Trieste si sono svolte numerose iniziative di solidarietà con i No Tav arrestati ed altre sono in programma per la visita di Moretti del 2 febbraio: \r\n","2018-10-17 23:05:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/1103602-tav-200x110.jpg","Il No Tav non si arresta",1328188580,[346,376,377,378,379,380,132,349,381],"http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/macerie-su-macerie/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/parma/","http://radioblackout.org/tag/reggio-emilia/","http://radioblackout.org/tag/trieste/",[25,383,384,23,320,385,29,15,323],"corteo","macerie-su-macerie","reggio emilia",{"post_content":387},{"matched_tokens":388,"snippet":391,"value":392},[389,390],"Liberi","tutti!”","furgone di apertura c’era scritto “\u003Cmark>Liberi\u003C/mark> \u003Cmark>tutti!”\u003C/mark>.\r\n\r\nTra cronaca ed analisi il","Sabato 28 gennaio. Una nevicata di quelle che non si vedevano da tempo a Torino. Una boccata d’aria dopo mesi di siccità e smog. Gennaio si è ripreso il suo mantello di freddo e ghiaccio.\r\nI No Tav, nonostante la giornata da lupi, si sono raccolti in molte migliaia in piazza Carlo Felice.\r\nC’erano \u003Cmark>tutti\u003C/mark>: i comitati della Val Susa, di Torino, dei paesi intorno, e tanti solidali arrivati da tutta Italia per sostenere ancora una volta una lotta che è divenuta punto di riferimento per tanti che si oppongono alle grandi opere inutili, alle installazioni militari, alla devastazione del territorio ed allo spreco delle risorse.\r\nIn apertura c’erano le carriole cariche di una manciata delle macerie prodotte per allestire il fortino della Maddalena. C’erano pezzi degli alberi tagliati per il non cantiere, filo spinato, bossoli dei lacrimogeni che ci hanno soffocati e feriti. Il segno tangibile della violenza dello Stato.\r\nUno Stato che ha dichiarato guerra ai No Tav: occupare un territorio per imporre un opera non voluta, cintarlo come una fortezza, impiegando blindati e soldati reduci dalla guerra in Afganistan, è vera guerra.\r\nIl 28 gennaio abbiamo voluto, in modo simbolico ma concreto restituire ai signori del Tav le loro macerie. Le macerie della libertà di \u003Cmark>tutti\u003C/mark> ferita dalla militarizzazione di un'intera valle.\r\nIn tutto il corteo più volte è echeggiato lo slogan “libertà, libertà!\r\nUn corteo bello, multiforme, con tante anime. C’erano decine e decine di cartelli autoprodotti, in cui ciascuno aveva scritto una delle tante ragioni della lotta.\r\nNon potevano mancare le foto degli arrestati, i cartelli di saluto per l’uno e per l’altro. Sul furgone di apertura c’era scritto “\u003Cmark>Liberi\u003C/mark> \u003Cmark>tutti!”\u003C/mark>.\r\n\r\nTra cronaca ed analisi il punto sulla situazione a cura della redazione di Anarres: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-01-29-anarres-su-arresti-no-tav-e-corteo-28.mp3|titles=2012 01 29 anarres su arresti no tav e corteo 28]\r\nScarica il file\r\n\r\nIn numerose città ci sono state iniziative di solidarietà e lotta.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Simone di Reggio Emilia, che ci ha raccontato del presidio solidale e sul nuovo fronte No Tav, che si sta aprendo in città, dove l’amministrazione ha deciso di finanziare la costruzione di una stazione Tav, intermedia tra Milano e Bologna: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-01-29-Simone-di-Reggio-No-Tav.mp3|titles=2012 01 29 Simone di Reggio No Tav]\r\nscarica il file \r\n\r\nAbbiamo parlato anche con Valentina, una compagna di Parma, dove c’è stato un corteo spontaneo che ha attraversato la città: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-01-29-Valentina-Parma-No-Tav.mp3|titles=2012 01 29 Valentina Parma No Tav]\r\nscarica il file\r\n\r\nAnche a Trieste si sono svolte numerose iniziative di solidarietà con i No Tav arrestati ed altre sono in programma per la visita di Moretti del 2 febbraio: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-01-29-Federico-di-Trieste-No-Tav.mp3|titles=2012 01 29 Federico di Trieste No Tav]\r\nscarica il file",[394],{"field":247,"matched_tokens":395,"snippet":391,"value":392},[389,390],{"best_field_score":251,"best_field_weight":361,"fields_matched":85,"num_tokens_dropped":49,"score":362,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":49},{"document":398,"highlight":420,"highlights":425,"text_match":428,"text_match_info":429},{"comment_count":49,"id":399,"is_sticky":49,"permalink":400,"podcastfilter":401,"post_author":402,"post_content":403,"post_date":404,"post_excerpt":55,"post_id":399,"post_modified":405,"post_thumbnail":406,"post_title":407,"post_type":343,"sort_by_date":408,"tag_links":409,"tags":415},"24221","http://radioblackout.org/podcast/intervista-ad-unimputata-del-processo-greenhill-puntata-del-10-6-14/",[295],"liberationfront","Ascolta il contributo:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/luana.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRICORDANDO IL 28 APRILE\r\n\r\nSono chiamata oggi a rispondere in questo tribunale di un atto che ritengo giusto, responsabile e doveroso: la liberazione dei cani dal lager di Green Hill. Sono partita da casa con l’intenzione non solo di partecipare ad una manifestazione di protesta, ma , se possibile, di intervenire per liberare gli Animali per dare loro la possibilità di avere una vita degna. Questi Animali, dopo una lunga mobilitazione nazionale che chiedeva la chiusura del lager di Green Hill, continuavano a trovarsi in una situazione di privazione della libertà, tortura, e condanna a morte certa. Non c’era possibilità e intenzione di intervenire, perché tutto ciò è previsto dalla Legge. Per questo motivo ritengo di aver agito in stato di necessità: per tutelare qualcuno che non poteva tutelarsi da solo. Non scorgo nelle leggi che regolano la nostra società una possibilità di aiutare gli Animali, considerati schiavi, cibo, divertimento, vestiario. Penso che l’attuale sistema di leggi non ritenga gli Animali degli individui con diritto a vivere liberamente, bensì poco più che meri oggetti a nostra disposizione.\r\nLe circostanze verificatesi durante la manifestazione del 28 aprile 2012 sono state favorevoli all’azione di liberazione. Ho scavalcato il filo spinato, e ho posto in essere tutto ciò che era necessario a liberare degli individui che desideravano come ognuno di noi una vita libera. Ho invitato chi era presente a entrare nel lager per portare soccorso a questi esseri senzienti che considero persone non umane. L’oppressione, la schiavitù, la prigionia sono condizioni che richiedono un intervento di aiuto immediato a cui non possiamo sottrarci a prescindere da chi le subisce. Quel giorno molte persone non si sono sottratte dal portare solidarietà e aiuto a chi era ridotto come uno schiavo e condannato a un destino terribile.\r\n\r\nOggi pertanto sono in quest’aula accusata di reati che mi rifiuto di concepire, perché laddove la legge vede un furto di una proprietà, io vedo la liberazione di un essere senziente prigioniero.\r\nQuando parlo di Cani, parlo di Animali, quindi di esseri senzienti che hanno relazioni, dei figli, desiderano vivere ed essere libere, rifuggono il dolore e cercano il piacere. Individui con una propria storia, cultura intesa come consuetudini e comportamenti trasmessi dai genitori, affetti, conoscenze e volontà autonoma di vivere e di relazionarsi con altri individui. Ciò mi porta a considerare gli Animali delle persone che non appartengono alla specie umana: delle persone non umane e come tali andrebbero trattate. Persone come tutti noi che non avrebbero mai scelto per se stesse un destino atroce e per tale motivo è un dovere morale di ognuno aiutarle a uscire da tale situazione.\r\nLa legge è un insieme di norme che serve a regolare e a far funzionare un sistema vigente, e non è sinonimo di giustizia: io infatti ritengo che la legge in vigore sia ingiusta, liberticida e specista. Che permetta lo sfruttamento e l’uccisione di persone non umane, e che punisca chi cerca di liberarli. Pertanto in coscienza non la riconosco: la subisco perché vi sono costretta.\r\nNon mi sottraggo al giudizio del processo, ma sottolineo il mio stato di costrizione, e che la mia è una critica forte a un sistema specista, che si avvale di leggi speciste e repressive. Mi sento estranea a queste logiche messe in atto da chi mi giudica, per un atto che ritengo legittimo e positivo e che rifarei.\r\nSolidarietà a tutte le persone umane e non umane represse, sfruttate, imprigionate a cui non riusciamo ad arrivare.\r\nSolidarietà con l’azione di liberazione dei Topi e Conigli del dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano, e con ogni altra liberazione.\r\nAuspico la liberazione nelle scelte responsabili che tutti i giorni possiamo compiere.\r\nLasciamo liberi di vivere tutti gli esseri che lo desiderano, per non essere più complici della loro oppressione.\r\nBuona liberazione a tutte/i\r\n\r\nLuana Martucci\r\n\r\n ","10 Luglio 2014","2019-01-31 12:57:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/310114_300DPI-200x110.jpeg","Intervista ad un'imputata del processo Greenhill (puntata del 10.6.14)",1405027577,[410,411,412,413,414],"http://radioblackout.org/tag/antispecismo/","http://radioblackout.org/tag/greenhill/","http://radioblackout.org/tag/liberazione-animale/","http://radioblackout.org/tag/processo/","http://radioblackout.org/tag/vivisezione/",[416,417,328,418,419],"antispecismo","greenhill","processo","vivisezione",{"post_content":421},{"matched_tokens":422,"snippet":423,"value":424},[70,71],"i giorni possiamo compiere.\r\nLasciamo \u003Cmark>liberi\u003C/mark> di vivere \u003Cmark>tutti\u003C/mark> gli esseri che lo desiderano,","Ascolta il contributo:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/luana.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRICORDANDO IL 28 APRILE\r\n\r\nSono chiamata oggi a rispondere in questo tribunale di un atto che ritengo giusto, responsabile e doveroso: la liberazione dei cani dal lager di Green Hill. 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Lo abbiamo fatto in compagnia, in studio, di Dario Fontana ricercatore e autore del libro \"Digitalizzazione industriale\" (presentato in trasmissione il 30/11/21 https://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-30-11-2021/).\r\n\r\nIl testo mette in luce ombre e luoghi comuni sul tema delicato affrontato e si basa su un lavoro incompleto e decisamente senza futuro, alla luce della caduta del governo, che non ha avuto confronto neanche con i sindacati.\r\nIl testo è stato analizzato con un focus particolare su:\r\n\r\n-L'impatto sociale ed economico degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali;\r\n- Le nuove forme di sfruttamento in un mondo del lavoro in trasformazione: il caporalato digitale e le cooperative spurie\r\n\r\nDurante la puntata emerge sia la scarsa capacità della commissione di attingere ai dati che servono realmente, che l'impossibilità di negare il disastro delle condizioni di sfruttamento e precaria sicurezza in cui ci troviamo nei luoghi di lavoro.\r\n\r\nQui trovate il testo integrale:\r\nhttps://www.senato.it/documenti/repository/commissioni/condizioni_lavoro_18/documenti_approvati/Doc_XXII-bis_n9.pdf\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/F_m_26_07_Relazione-Senato-su-condizioni-sfruttamento_di-infortuni_morti-sul-lavoro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\r\nIl secondo tema della puntata è la manifestazione nazionale che si è tenuta a Piacenza questo sabato 24 Luglio. Abbiamo trovato fondamentale per raccontare questo momento storico delle lotte e soprattutto della violenta repressione delle istituzioni, il catturare estratti degli interventi sucedutisi in corteo. Di seguito il comunicato del SiCobas su questa giornata di manifestazione:\r\n\r\nUNA MAREA OPERAIA INVADE PIACENZA: NEANCHE IL CALDO A 40 GRADI CI FERMA... TUTTI I COMPAGNI ARRESTATI LIBERI SUBITO!\r\n\r\n\r\nGrandissima partecipazione alla manifestazione nazionale unitaria del sindacalismo di base di oggi a Piacenza.\r\n\r\n\r\nA dispetto dell’estate e del caldo infernale, in migliaia abbiamo invaso le strade per rivendicare con forza la liberazione immediata di tutti i compagni del SI Cobas e di Usb agli arresti domiciliari a seguito dei teoremi repressivi della procuratrice Grazia Padella.\r\n\r\n\r\nMassiccia e combattiva come sempre la presenza dei lavoratori SI Cobas.\r\n\r\n\r\nImportante la presenza di ampie delegazioni da gran parte d’Italia, sia delle due realtà promotrici, sia di realtà sociali e politiche solidali: dagli studenti ad una delegazione del Movimento NoTav, dal Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre” al Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze.\r\n\r\n\r\nSia durante che al termine della manifestazione il SI Cobas ha ribadito come le misure repressive in corso contro i nostri compagni siano la punta dell’iceberg di un disegno più generale, teso a colpire al cuore le lotte operaie che in questo decennio hanno ribaltato i rapporti di forza coi padroni nella logistica e posto fine al ricatto del caporalato e dei salari da fame.\r\n\r\n\r\nQuesto attacco è finalizzato a prevenire lo sviluppo di un movimento più generale contro la guerra, il carovita e le misure lacrime e sangue che i prossimi governi, a prescindere dal colore politico della coalizione che uscirà vincente dalle prossime elezioni, saranno costretti ad adottare in ossequio ai diktat dei padroni e del grande capitale industriale e finanziario in piena continuità con l’operato di Draghi.\r\n\r\n\r\nÈ per questo che la manifestazione di oggi parte dalla rivendicazione della libertà immediata dei nostri compagni, ma si pone già nell’ottica e nella prospettiva della costruzione di una mobilitazione per il prossimo autunno che sia all’altezza dell’attacco generale in corso alle condizioni di vita dell’insieme dei proletari.\r\n\r\n\r\nMa è anche evidente che oggi la priorità è di ottenere il ritiro immediato delle misure cautelari nei confronti di Aldo, Arafat, Bruno, Carlo, Issa e Roberto. 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Il nostro ospite ci ha raccontato che il 24 Aprile, su questa emittente è andata in onda una trasmissione nella quale uno speaker ha fatto riferimento al genocidio dello stato armeno avvenuto poco prima della formazione dello stato turco, commentando così: \"anche quest anno gli armeni non potranno ricordare le vittime del genocidio avvenuto nei confronti del loro popolo\". Tanto è bastato per attirare le attenzioni del Consiglio Supremo della Radio e della Televisione (RTÜK), che è intervenuto dapprima con una sanzione amministrativa nei confronti dell'emittente, per la quale si era impugnato un ricorso, poi ottenuto. Lo stesso tribunale però ha ripreso in mano il caso arrivando alla drastica decisione di revocare la licenza di trasmissione, dimostrando la limitata libertà di espressione di chi vive in Turchia, mettendo a tacere una radio storica (stava per compiere quasi 30 anni di attività).\r\n\r\nAlla redazione non è rimasto che ripiegare sul trasferire tutte le trasmissioni sul web, che nel caso di un'emittente così importante e conosciuta, un modo per rimanere in piedi, ma che non potrà mai raggiungere lo stesso numero di persone di prima. Per questo Açık Radyo ha diffuso un comunicato sul suo sito con preghiera di diffusione, che noi accogliamo:\r\n\r\nLa cancellazione della licenza di trasmissione terrestre di Açık Radyo, una delle organizzazioni mediatiche più affermate, indipendenti e inclusive della Turchia, con la decisione del Consiglio Supremo della Radio e della Televisione (RTÜK), non significa solo la chiusura di un organo mediatico, ma anche la crisi climatica, l’ecologia, la natura e le questioni biologiche. Significa mettere a tacere le voci che richiamano l’attenzione su questioni cruciali come la diversità. Açık Radyo, pioniere della sensibilizzazione sull’ambiente e sul clima in Turchia ed è uno dei migliori esempi di spirito di solidarietà con i suoi ascoltatori, è da 30 anni una delle voci più forti delle organizzazioni non governative, degli attivisti ambientali e dei difensori della natura.\r\n\r\nAçık Radyo ha aperto i suoi microfoni a tutti i segmenti della società sulla base dei principi di imparzialità, inclusività e indipendenza nella sua vita televisiva fino ad oggi; È diventata la voce dei gruppi svantaggiati e delle creature in via di estinzione. Se in Turchia si deve discutere della lotta per l’ecologia e il clima, è un fatto indiscutibile che Açık Radyo è in prima linea in questa lotta e dovrebbe continuare ad esserlo.\r\n\r\nLa chiusura di un mezzo mediatico che sostiene la giustizia sociale, ambientale e climatica rappresenta una seria minaccia alla libertà di espressione. Questa decisione mette in pericolo non solo le trasmissioni radiofoniche, ma anche il futuro della società civile turca, che combatte la crisi climatica e porta avanti sforzi per la conservazione della natura.\r\n\r\nAçık Radyo è uno dei pilastri della lotta ambientale in Turchia. Mettere a tacere la sua voce significa indebolire tutti gli sforzi che vengono portati avanti da anni su tanti temi come l’uguaglianza di genere, l’ambiente, la salute pubblica e i diritti umani.\r\n\r\nTieni aperta la radio! Difendiamo questa voce che difende il clima, la natura, le creature in via di estinzione, i gruppi svantaggiati e il diritto alla vita. Chiediamo che questa decisione presa da RTÜK venga revocata il prima possibile e che Açık Radyo continui la sua vita televisiva indipendente da dove l'aveva interrotta.\r\n\r\nCome organizzazioni firmatarie, esprimeremo la nostra richiesta di cui sopra nei nostri media per 24 ore, a partire dalle 11.30 di giovedì 17 ottobre 2024.\r\n\r\nInvitiamo tutti i sostenitori di Açık Radyo a diffondere questa voce.\r\n\r\n#AÇIKRADYOAÇIKKALSON\r\n\r\nIstituzioni firmatarie:\r\n\r\nBuğday Associazione ecologica per il supporto vitale\r\nRete di diritto ambientale\r\nGreenpeace Turchia Fondazione per diritto\r\nsull’ecosfera\r\n, natura e società – HUDOTO\r\nAssociazione per le politiche e la ricerca sui cambiamenti climatici (İDPAD)\r\nAssociazione per la giustizia spaziale\r\nAssociazione per la ricerca sull’economia e la finanza sostenibile (SEFiA)\r\nFondazione TEMA\r\nAssociazione per l’economia della produzione\r\nAssociazione per il pensiero verde\r\nYUVA\r\nYuvam Associazione mondiale\r\nWWF-Turchia (Wildlife Conservation Foundation)\r\n350 Turchia\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_15_10_Murat-Cinar-su-chiusura-Radio-turca.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia Micaela San Filippo, Fiom CGIL area opposizione, sullo sciopero generale per la categoria metalmeccanica e per l’industria del 18 ottobre 2024 a con corteo a Roma corteo da piazza Bernini (ore 9.30) fino a piazza del Popolo.\r\n\r\nLo sciopero del 18 ottobre della categoria e dell'industria finalmente proclamato dopo una lunga attesa di Cisl e Uil, timorose di arrivare ad una mobilitazione assolutamente necessaria e a parte tutto firmatarie del dell'ultimo contratto, si presenta tutto sommato compatto. Nel frattempo gli stabilimenti Stellantis sono stati svuotati, alla fine di un trend partito da lontano e che, negli ultimi anni, ha presentato un indebolimento complessivo del gruppo...\r\nMa se da un lato si sciopera e si scende in piazza il 18 ottobre per rivendicare il futuro dell’industria automobilistica in Italia, dall’altro si dovrebbe contestualmente discutere di cosa mettere in campo per rinnovare il contratto nazionale.\r\nSe non ci sarà un futuro per l’industria dell’auto, sarà un problema per tutti i metalmeccanici e le metalmeccaniche che si presenteranno con questa debolezza anche sul tavolo per il rinnovo del contratto nazionale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_15_10_Micaela-San-Filippo-FIOM-su-sciopero-18.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nLa terza diretta della serata la abbiamo realizzata con Fabio Santoro del SiCobas Torino, con cui abbiamo iniziato parlando delle lotte delle lavoratrici per la catena NH nel settore alberghiero.\r\n\r\nQueste, tanto per cambiare sono contrattualizzate in subappalto, da La Canavesana Multiservice, che applica il contratto multiservizi con paghe da fame e scarse tutele, per questi e tanti altri motivi hanno scioperato e indetto un presidio davanti all'hotel centrale NH di Torino. Dopo esserci addentrati nelle specifiche delle condizioni di queste lavoratrici, Fabio ci ha ricordato della cena in svolgimento quella sera stessa, benefit per finanziare i bus per portare più persone possibili alla manifestazione nazionale contro il DDL 1660 a Roma, indetto dalla Rete liberi di lottare.\r\n\r\nOvviamente rilanciamo il nostro invito a partecipare allo sciopero generale del 18 ottobre e alla manifestazione a Roma, con partenza alle 14 in corteo da Piazza Vittorio Emanuele II, per opporsi all'aggiungersi dell'ennesimo tassello per la creazione di una vero e proprio stato di polizia.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_15_10_Fabio-SiCobas-su-lavoratori-NH-e-lancio-sciopero-e-manifestazione-no-ddl1660.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","24 Ottobre 2024","2024-10-24 23:41:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/ar_susmamali_post_1-200x110.png","frittura mista|radio fabbrica 15/10/2024",1729813300,[472],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[474],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":476},{"matched_tokens":477,"snippet":478,"value":479},[71],"aperto i suoi microfoni a \u003Cmark>tutti\u003C/mark> i segmenti della società sulla"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata è stato quello della censura dello stato turco nei confronti di una storica emittente (indipendente) di questo paese, ovvero Açık Radyo, per affrontare la questione abbiamo intervistato Murat Cinar. Il nostro ospite ci ha raccontato che il 24 Aprile, su questa emittente è andata in onda una trasmissione nella quale uno speaker ha fatto riferimento al genocidio dello stato armeno avvenuto poco prima della formazione dello stato turco, commentando così: \"anche quest anno gli armeni non potranno ricordare le vittime del genocidio avvenuto nei confronti del loro popolo\". Tanto è bastato per attirare le attenzioni del Consiglio Supremo della Radio e della Televisione (RTÜK), che è intervenuto dapprima con una sanzione amministrativa nei confronti dell'emittente, per la quale si era impugnato un ricorso, poi ottenuto. Lo stesso tribunale però ha ripreso in mano il caso arrivando alla drastica decisione di revocare la licenza di trasmissione, dimostrando la limitata libertà di espressione di chi vive in Turchia, mettendo a tacere una radio storica (stava per compiere quasi 30 anni di attività).\r\n\r\nAlla redazione non è rimasto che ripiegare sul trasferire tutte le trasmissioni sul web, che nel caso di un'emittente così importante e conosciuta, un modo per rimanere in piedi, ma che non potrà mai raggiungere lo stesso numero di persone di prima. Per questo Açık Radyo ha diffuso un comunicato sul suo sito con preghiera di diffusione, che noi accogliamo:\r\n\r\nLa cancellazione della licenza di trasmissione terrestre di Açık Radyo, una delle organizzazioni mediatiche più affermate, indipendenti e inclusive della Turchia, con la decisione del Consiglio Supremo della Radio e della Televisione (RTÜK), non significa solo la chiusura di un organo mediatico, ma anche la crisi climatica, l’ecologia, la natura e le questioni biologiche. Significa mettere a tacere le voci che richiamano l’attenzione su questioni cruciali come la diversità. Açık Radyo, pioniere della sensibilizzazione sull’ambiente e sul clima in Turchia ed è uno dei migliori esempi di spirito di solidarietà con i suoi ascoltatori, è da 30 anni una delle voci più forti delle organizzazioni non governative, degli attivisti ambientali e dei difensori della natura.\r\n\r\nAçık Radyo ha aperto i suoi microfoni a \u003Cmark>tutti\u003C/mark> i segmenti della società sulla base dei principi di imparzialità, inclusività e indipendenza nella sua vita televisiva fino ad oggi; È diventata la voce dei gruppi svantaggiati e delle creature in via di estinzione. Se in Turchia si deve discutere della lotta per l’ecologia e il clima, è un fatto indiscutibile che Açık Radyo è in prima linea in questa lotta e dovrebbe continuare ad esserlo.\r\n\r\nLa chiusura di un mezzo mediatico che sostiene la giustizia sociale, ambientale e climatica rappresenta una seria minaccia alla libertà di espressione. Questa decisione mette in pericolo non solo le trasmissioni radiofoniche, ma anche il futuro della società civile turca, che combatte la crisi climatica e porta avanti sforzi per la conservazione della natura.\r\n\r\nAçık Radyo è uno dei pilastri della lotta ambientale in Turchia. Mettere a tacere la sua voce significa indebolire \u003Cmark>tutti\u003C/mark> gli sforzi che vengono portati avanti da anni su tanti temi come l’uguaglianza di genere, l’ambiente, la salute pubblica e i diritti umani.\r\n\r\nTieni aperta la radio! Difendiamo questa voce che difende il clima, la natura, le creature in via di estinzione, i gruppi svantaggiati e il diritto alla vita. Chiediamo che questa decisione presa da RTÜK venga revocata il prima possibile e che Açık Radyo continui la sua vita televisiva indipendente da dove l'aveva interrotta.\r\n\r\nCome organizzazioni firmatarie, esprimeremo la nostra richiesta di cui sopra nei nostri media per 24 ore, a partire dalle 11.30 di giovedì 17 ottobre 2024.\r\n\r\nInvitiamo \u003Cmark>tutti\u003C/mark> i sostenitori di Açık Radyo a diffondere questa voce.\r\n\r\n#AÇIKRADYOAÇIKKALSON\r\n\r\nIstituzioni firmatarie:\r\n\r\nBuğday Associazione ecologica per il supporto vitale\r\nRete di diritto ambientale\r\nGreenpeace Turchia Fondazione per diritto\r\nsull’ecosfera\r\n, natura e società – HUDOTO\r\nAssociazione per le politiche e la ricerca sui cambiamenti climatici (İDPAD)\r\nAssociazione per la giustizia spaziale\r\nAssociazione per la ricerca sull’economia e la finanza sostenibile (SEFiA)\r\nFondazione TEMA\r\nAssociazione per l’economia della produzione\r\nAssociazione per il pensiero verde\r\nYUVA\r\nYuvam Associazione mondiale\r\nWWF-Turchia (Wildlife Conservation Foundation)\r\n350 Turchia\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_15_10_Murat-Cinar-su-chiusura-Radio-turca.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia Micaela San Filippo, Fiom CGIL area opposizione, sullo sciopero generale per la categoria metalmeccanica e per l’industria del 18 ottobre 2024 a con corteo a Roma corteo da piazza Bernini (ore 9.30) fino a piazza del Popolo.\r\n\r\nLo sciopero del 18 ottobre della categoria e dell'industria finalmente proclamato dopo una lunga attesa di Cisl e Uil, timorose di arrivare ad una mobilitazione assolutamente necessaria e a parte tutto firmatarie del dell'ultimo contratto, si presenta tutto sommato compatto. Nel frattempo gli stabilimenti Stellantis sono stati svuotati, alla fine di un trend partito da lontano e che, negli ultimi anni, ha presentato un indebolimento complessivo del gruppo...\r\nMa se da un lato si sciopera e si scende in piazza il 18 ottobre per rivendicare il futuro dell’industria automobilistica in Italia, dall’altro si dovrebbe contestualmente discutere di cosa mettere in campo per rinnovare il contratto nazionale.\r\nSe non ci sarà un futuro per l’industria dell’auto, sarà un problema per \u003Cmark>tutti\u003C/mark> i metalmeccanici e le metalmeccaniche che si presenteranno con questa debolezza anche sul tavolo per il rinnovo del contratto nazionale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_15_10_Micaela-San-Filippo-FIOM-su-sciopero-18.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nLa terza diretta della serata la abbiamo realizzata con Fabio Santoro del SiCobas Torino, con cui abbiamo iniziato parlando delle lotte delle lavoratrici per la catena NH nel settore alberghiero.\r\n\r\nQueste, tanto per cambiare sono contrattualizzate in subappalto, da La Canavesana Multiservice, che applica il contratto multiservizi con paghe da fame e scarse tutele, per questi e tanti altri motivi hanno scioperato e indetto un presidio davanti all'hotel centrale NH di Torino. Dopo esserci addentrati nelle specifiche delle condizioni di queste lavoratrici, Fabio ci ha ricordato della cena in svolgimento quella sera stessa, benefit per finanziare i bus per portare più persone possibili alla manifestazione nazionale contro il DDL 1660 a Roma, indetto dalla Rete \u003Cmark>liberi \u003C/mark> di lottare.\r\n\r\nOvviamente rilanciamo il nostro invito a partecipare allo sciopero generale del 18 ottobre e alla manifestazione a Roma, con partenza alle 14 in corteo da Piazza Vittorio Emanuele II, per opporsi all'aggiungersi dell'ennesimo tassello per la creazione di una vero e proprio stato di polizia.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_15_10_Fabio-SiCobas-su-lavoratori-NH-e-lancio-sciopero-e-manifestazione-no-ddl1660.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[481],{"field":247,"matched_tokens":482,"snippet":478,"value":479},[71],1155199671761633300,{"best_field_score":485,"best_field_weight":361,"fields_matched":85,"num_tokens_dropped":49,"score":486,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":49},"1112386306048","1155199671761633393",{"document":488,"highlight":617,"highlights":623,"text_match":483,"text_match_info":626},{"comment_count":49,"id":489,"is_sticky":49,"permalink":490,"podcastfilter":491,"post_author":492,"post_content":493,"post_date":494,"post_excerpt":55,"post_id":489,"post_modified":495,"post_thumbnail":496,"post_title":497,"post_type":343,"sort_by_date":498,"tag_links":499,"tags":558},"87736","http://radioblackout.org/podcast/black-holes-dall11-al-17-marzo-2024/",[297],"sowdust"," \r\n\r\nMartedì 12 ore 8,30 - Dai monti del Kurdistan parte 1 28 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nChiacchierata a più voci in un villaggio in montagna del Kurdistan Turco, realizzata a fine Marzo 2012.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Dai-monti-del-Kurdistan_1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 12 ore 11 - Voci degli agricoltori in protesta parte 1 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nIl 5 febbraio è iniziato a Torino Sud un presidio di agricoltori arrivati da tutto il Piemonte, in particolare dal torinese e dal cuneese, che durerà cinque giorni. Già dal primo giorno sono più di quattrocento i trattori su un campo agricolo di proprietà privata adiacente alla tangenziale. La partecipazione al presidio – organizzato in maniera autonoma dai produttori – è occasione di protesta ma anche di confronto e solidarietà. Ascoltiamo alcune delle loro voci per provare a capire meglio le loro esperienze di vita, il loro lavoro, malcontento e posizioni complesse.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Voci-dagli-agricoltori-in-protesta-pt.1_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 12 ore 12 - Voci degli agricoltori in protesta parte 2 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nIl 5 febbraio è iniziato a Torino Sud un presidio di agricoltori arrivati da tutto il Piemonte, in particolare dal torinese e dal cuneese, che durerà cinque giorni. Già dal primo giorno sono più di quattrocento i trattori su un campo agricolo di proprietà privata adiacente alla tangenziale. La partecipazione al presidio – organizzato in maniera autonoma dai produttori – è occasione di protesta ma anche di confronto e solidarietà. Ascoltiamo alcune delle loro voci per provare a capire meglio le loro esperienze di vita, il loro lavoro, malcontento e posizioni complesse.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Voci-dagli-agricoltori-in-protesta-pt.2_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 14 ore 8,30 - Il perno originario parte 4: Intermezzo: rivoluzione \"industriosa\", fiscale e militare 14 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\n«È polèmos (la guerra) padre di tutte le cose e di tutte il re; e gli uni rende dèi, gli altri uomini, gli uni fa schiavi, gli altri liberi». Così si legge in un frammento di Eraclito, filosofo presocratico vissuto a cavallo fra il VI e il V secolo a. C. Antica è la consapevolezza del ruolo centrale che lo scontro aperto fra raggruppamenti ostili e concorrenti gioca negli umani destini, non solo e non tanto nei suoi esiti bellici più effimeri e momentanei, ma nello sprigionare forze e passioni che in circostanze determinate facilitano il parto di una società nuova che si sviluppa nei pori di quella vecchia.\r\n\r\n[…] Nei due precedenti episodi abbiamo visto come, attraverso la Guerra dei Trent’anni, si è forgiato il moderno Stato europeo. Questo Stato in realtà non esiste e non è mai esistito al singolare, ma solo e soltanto al plurale, cioè come un sistema di Stati. La pace di Vestfalia, che mette fine a quella guerra, rappresenta il suo formale atto di nascita. Con esso, sorgono egualmente i concetti fondamentali del pensiero politico moderno, e il primo luogo quello di sovranità, che con alterne fortune persisterà nei secoli fino ai giorni nostri.\r\n\r\n[…] In questo quadro, le guerre del XVI e XVII secolo fungono da vettore e acceleratore. Lo Stato fiscale è in effetti indissociabile dallo Stato militare, e lo Stato militare è esso stesso indissociabile dalla rivoluzione militare che si dispiega in quel frangente storico. Sullo sfondo o il filigrana si può cogliere poi la rivoluzione industriosa o proto-industriale, che precede e prepara la rivoluzione industriale avviatasi alla fine del XVIII secolo.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.4_14.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 14 ore 8,30 - La casa del nulla 30 minuti [Porfido]:\r\n\r\nAlcune lettrici di Porfido hanno letto alcuni estratti dal libro La casa del nulla di Giuliano Naria e Rosella Simone.\r\n\r\nPubblicato per la prima volta a metà degli anni ottanta da Tullio Pironti, e riproposto in una versione ridotta nel 1997 con il titolo “I duri”, il testo ha avuto, come i suoi autori, diverse vicissitudini, ma rimane un testo fondamentale per capire gli anni settanta-ottanta e conserva ancora oggi una freschezza narrativa inossidabile.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/La-casa-del-nulla_14.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 15 ore 8,30 - Frank Zappa parte 3 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nTerza di cinque puntate monografiche dedicate a Frank Zappa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Frank-Zappa_3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 9,30 - Te lo spiega Arsider: La memetica 42 minuti [Arsider]:\r\n\r\nI media obbediscono a una logica fondamentalmente diversa rispetto alla rappresentazione, cioè a quella della simulazione.La crescente prevalenza della schiavitù macchinica rispetto ai meccanismi di sudditanza sociale deve essere in gran parte attribuita alle tecnologie dell’informazione e del calcolo. Detto in modo drammatico, dal punto di vista dell’ingegneria cibernetica, il significato di un messaggio sembra apparentemente irrilevante, o almeno escluso dall’equazione. D’ora in poi ogni evento storico sarà perseguitato dalla propria doppia memetica. Ridere è una tattica di difesa contro il non riconoscere nulla. Dobbiamo sublimare l’orrore con l’umorismo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Te-lo-spiega-arsider_La-memeticaArsider_42.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 20 - Radio Carosello 46 minuti [Produzioni Nessun Rimborso]:\r\n\r\nRadio Carosello è un palinsesto radiofonico condensato in 45 minuti. Dall’informazione mattutina, ai programmi ecosostenibili del pomeriggio, fino ai quiz e alle telenovele serali. Condito da pubblicità e jingle autoprodotti. Creato dalle Produzioni Nessun Rimborso, registrato negli studios di Radio Blackout con la collaborazione di 30 voci naturalmente non retribuite.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Radio-Carosello_46.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 17 ore 9,30 - Lettura musicata Fascismo eterno di U.Eco 55 minuti minuti [Penny-Kella]:\r\n\r\nLettura musicata di \"Fascismo eterno\" di Umberto Eco\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BLACKHOLE-FASCISTI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 17 ore 18 - Podcast Franti parte 2 35 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-Franti-pt.-2_35.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","11 Marzo 2024","2024-03-18 10:18:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dall'11 al 17 marzo 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Moroni","asinara","audiocapitoli di Porfido","biografia","black holes","BR","carcere","carosello","cayenne","chitarra","chitarrista","comicità","cox 18","cultura","docenti","due puntate","fascismo eterno","fascsismo","Frank Zappa","franti","Giuliano Naria","inchiesta","intervista","istruzione","Kurdistan","la casa del nulla","La fine della Fine della storia","lavoro","letteratura","lettura","libro","linguaggio","meme","memetica","milano","monografia","musica","pace di Vestfalia","panny kella","Perno originario","presentazione","produzioni nessun rimborso","pubblicità","radio alpi libere","Radio Blackout","registrazione live","rock","Rossella Simone","scuola","serie podcast","sonorizzazione","stato","storia","Studenti","Turchia","umberto eco","varietà","web",{"post_content":618},{"matched_tokens":619,"snippet":621,"value":622},[620],"liberi»","uni fa schiavi, gli altri \u003Cmark>liberi»\u003C/mark>. Così si legge in un"," \r\n\r\nMartedì 12 ore 8,30 - Dai monti del Kurdistan parte 1 28 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nChiacchierata a più voci in un villaggio in montagna del Kurdistan Turco, realizzata a fine Marzo 2012.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Dai-monti-del-Kurdistan_1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 12 ore 11 - Voci degli agricoltori in protesta parte 1 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nIl 5 febbraio è iniziato a Torino Sud un presidio di agricoltori arrivati da tutto il Piemonte, in particolare dal torinese e dal cuneese, che durerà cinque giorni. Già dal primo giorno sono più di quattrocento i trattori su un campo agricolo di proprietà privata adiacente alla tangenziale. La partecipazione al presidio – organizzato in maniera autonoma dai produttori – è occasione di protesta ma anche di confronto e solidarietà. Ascoltiamo alcune delle loro voci per provare a capire meglio le loro esperienze di vita, il loro lavoro, malcontento e posizioni complesse.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Voci-dagli-agricoltori-in-protesta-pt.1_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 12 ore 12 - Voci degli agricoltori in protesta parte 2 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nIl 5 febbraio è iniziato a Torino Sud un presidio di agricoltori arrivati da tutto il Piemonte, in particolare dal torinese e dal cuneese, che durerà cinque giorni. Già dal primo giorno sono più di quattrocento i trattori su un campo agricolo di proprietà privata adiacente alla tangenziale. La partecipazione al presidio – organizzato in maniera autonoma dai produttori – è occasione di protesta ma anche di confronto e solidarietà. Ascoltiamo alcune delle loro voci per provare a capire meglio le loro esperienze di vita, il loro lavoro, malcontento e posizioni complesse.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Voci-dagli-agricoltori-in-protesta-pt.2_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 14 ore 8,30 - Il perno originario parte 4: Intermezzo: rivoluzione \"industriosa\", fiscale e militare 14 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\n«È polèmos (la guerra) padre di tutte le cose e di tutte il re; e gli uni rende dèi, gli altri uomini, gli uni fa schiavi, gli altri \u003Cmark>liberi»\u003C/mark>. Così si legge in un frammento di Eraclito, filosofo presocratico vissuto a cavallo fra il VI e il V secolo a. C. Antica è la consapevolezza del ruolo centrale che lo scontro aperto fra raggruppamenti ostili e concorrenti gioca negli umani destini, non solo e non tanto nei suoi esiti bellici più effimeri e momentanei, ma nello sprigionare forze e passioni che in circostanze determinate facilitano il parto di una società nuova che si sviluppa nei pori di quella vecchia.\r\n\r\n[…] Nei due precedenti episodi abbiamo visto come, attraverso la Guerra dei Trent’anni, si è forgiato il moderno Stato europeo. Questo Stato in realtà non esiste e non è mai esistito al singolare, ma solo e soltanto al plurale, cioè come un sistema di Stati. La pace di Vestfalia, che mette fine a quella guerra, rappresenta il suo formale atto di nascita. Con esso, sorgono egualmente i concetti fondamentali del pensiero politico moderno, e il primo luogo quello di sovranità, che con alterne fortune persisterà nei secoli fino ai giorni nostri.\r\n\r\n[…] In questo quadro, le guerre del XVI e XVII secolo fungono da vettore e acceleratore. Lo Stato fiscale è in effetti indissociabile dallo Stato militare, e lo Stato militare è esso stesso indissociabile dalla rivoluzione militare che si dispiega in quel frangente storico. Sullo sfondo o il filigrana si può cogliere poi la rivoluzione industriosa o proto-industriale, che precede e prepara la rivoluzione industriale avviatasi alla fine del XVIII secolo.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.4_14.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 14 ore 8,30 - La casa del nulla 30 minuti [Porfido]:\r\n\r\nAlcune lettrici di Porfido hanno letto alcuni estratti dal libro La casa del nulla di Giuliano Naria e Rosella Simone.\r\n\r\nPubblicato per la prima volta a metà degli anni ottanta da Tullio Pironti, e riproposto in una versione ridotta nel 1997 con il titolo “I duri”, il testo ha avuto, come i suoi autori, diverse vicissitudini, ma rimane un testo fondamentale per capire gli anni settanta-ottanta e conserva ancora oggi una freschezza narrativa inossidabile.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/La-casa-del-nulla_14.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 15 ore 8,30 - Frank Zappa parte 3 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nTerza di cinque puntate monografiche dedicate a Frank Zappa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Frank-Zappa_3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 9,30 - Te lo spiega Arsider: La memetica 42 minuti [Arsider]:\r\n\r\nI media obbediscono a una logica fondamentalmente diversa rispetto alla rappresentazione, cioè a quella della simulazione.La crescente prevalenza della schiavitù macchinica rispetto ai meccanismi di sudditanza sociale deve essere in gran parte attribuita alle tecnologie dell’informazione e del calcolo. Detto in modo drammatico, dal punto di vista dell’ingegneria cibernetica, il significato di un messaggio sembra apparentemente irrilevante, o almeno escluso dall’equazione. D’ora in poi ogni evento storico sarà perseguitato dalla propria doppia memetica. Ridere è una tattica di difesa contro il non riconoscere nulla. Dobbiamo sublimare l’orrore con l’umorismo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Te-lo-spiega-arsider_La-memeticaArsider_42.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 20 - Radio Carosello 46 minuti [Produzioni Nessun Rimborso]:\r\n\r\nRadio Carosello è un palinsesto radiofonico condensato in 45 minuti. Dall’informazione mattutina, ai programmi ecosostenibili del pomeriggio, fino ai quiz e alle telenovele serali. Condito da pubblicità e jingle autoprodotti. Creato dalle Produzioni Nessun Rimborso, registrato negli studios di Radio Blackout con la collaborazione di 30 voci naturalmente non retribuite.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Radio-Carosello_46.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 17 ore 9,30 - Lettura musicata Fascismo eterno di U.Eco 55 minuti minuti [Penny-Kella]:\r\n\r\nLettura musicata di \"Fascismo eterno\" di Umberto Eco\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BLACKHOLE-FASCISTI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 17 ore 18 - Podcast Franti parte 2 35 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati \u003Cmark>tutti\u003C/mark> nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e \u003Cmark>tutti\u003C/mark> coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-Franti-pt.-2_35.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[624],{"field":247,"matched_tokens":625,"snippet":621,"value":622},[620],{"best_field_score":485,"best_field_weight":361,"fields_matched":85,"num_tokens_dropped":49,"score":486,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":343,"first_q":20,"per_page":205,"q":20},16,["Reactive",631],{},["Set"],["ShallowReactive",634],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fYz8ZtFb_q-ygIl03CDmEHIKlRnFrt5FgGs_qJ-Vf3UM":-1},true,"/search?query=liberi+tutti"]