","Charlie e il rancore delle banlieue","post",1423078477,[53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/apartheid/","http://radioblackout.org/tag/banlieue/","http://radioblackout.org/tag/chiarlie-hebdo/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/karim-metref/","http://radioblackout.org/tag/liberta-repubblicane/","http://radioblackout.org/tag/strage-salafita/",[19,17,23,15,21,27,25],{"post_content":62,"tags":67},{"matched_tokens":63,"snippet":65,"value":66},[64],"libertà","per una riflessione sull’immaterialità della \u003Cmark>libertà\u003C/mark> repubblicana, una beffa per chi","La lettera di alcuni insegnanti francesi sui fatti di Parigi è lo spunto per una riflessione sull’immaterialità della \u003Cmark>libertà\u003C/mark> repubblicana, una beffa per chi abita le banlieue e sente il fascino dell’ondata jihaidista che investe le periferie francesi. Le banlieue ideate da un architetto famoso, e di sinistra, come Le Courboiser, sono diventate discariche sociali, ghetti, luoghi fisici e simbolici del nuovo apartheid neocoloniale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Karim Metref, torinese di origine kabila.\r\nAscolta la diretta con Karim:\r\n\r\nkarim_lettera\r\n\r\nDi seguito la lettera.\r\n“Siamo professori del Dipartimento della Senna Saint Denis. Intellettuali, studiosi, adulti, libertari, abbiamo imparato a prescindere da Dio e a detestare il potere ed il suo godimento perverso. Non abbiamo altro padrone che il sapere. Questo discorso ci rassicura, grazie alla sua coerenza presunta razionale ed il nostro status sociale lo legittima. Quelli di Charlie Hebdo ci facevano ridere; condividevamo i loro valori. Pertanto, anche noi siamo stati oggetto di questo attentato. Anche se nessuno di noi ha mai avuto il coraggio di tanta insolenza, siamo feriti. Per questo, siamo Charlie.\r\n\r\nMa facciamo lo sforzo di cambiare punto di vista e cerchiamo di vederci come ci vedono i nostri alunni. Siamo ben vestiti, ben pettinati, comodamente calzati o, in ogni caso, chiaramente al di là di queste contingenze materiali, il che fa sì che non bramiamo quegli oggetti di consumo che fanno sognare i nostri alunni: se non li possediamo, forse è perché abbiamo i mezzi che ce lo consentirebbero.\r\nAndiamo in vacanza, viviamo in mezzo ai libri, frequentiamo persone educate e raffinate, eleganti e colte. Consideriamo come un fatto acquisito che “La \u003Cmark>Libertà\u003C/mark> che guida il popolo” (celebre quadro di Eugène Delacroix, 1830) e Candido di Voltaire siano parte del patrimonio dell’umanità. Ci diranno che l’universale è tale di diritto, non di fatto e che moltissimi abitanti del pianeta non conoscono Voltaire?\r\nChe banda di ignoranti… È tempo che entrino nella Storia: il discorso di Dakar glielo ha già spiegato (discorso del presidente francese Nicolas Sarkozy all’Università di Dakar, Senegal, luglio 2007, nel quale dichiarò che il dramma dell’Africa è che l’uomo africano non è entrato a sufficienza nella Storia).\r\nQuanto a coloro che vengono in Francia da altre parti e vivono fra noi, che tacciano e si adeguino. Se i crimini perpetrati da questi assassini sono abominevoli, ad essere terribile è che essi parlino francese e con l’accento dei giovani delle banlieue. Questi due assassini sono come i nostri alunni. Il trauma, per noi, è anche sentire queste voci, questo accento, queste parole. Ecco cosa ci ha fatti sentire responsabili. Ovviamente, non noi personalmente: ecco cosa diranno i nostri amici, che ammirano il nostro impegno quotidiano. Ma che nessuno venga a dirci che, con tutto quello che facciamo, noi siamo esenti da questa responsabilità.\r\nNoi, vale a dire i funzionari di uno Stato che non assolve ai suoi obblighi; noi, i professori di una scuola che ha lasciato quei due e tanti altri al margine della via dei valori repubblicani; noi, cittadini francesi che ci lamentiamo costantemente per l’aumento delle tasse; noi, contribuenti che approfittiamo ogni volta che è possibile delle esenzioni fiscali; noi, che abbiamo permesso che l’individuo prevalga sul collettivo; noi, che non facciamo politica o deridiamo coloro che la fanno: noi siamo responsabili di questa situazione.\r\nQuelli di Charlie Hebdo erano nostri fratelli: noi li piangiamo come tali. I loro assassini erano orfani, cresciuti in orfanatrofi sotto tutela della nazione, figli di Francia. I nostri figli hanno dunque ucciso i nostri fratelli. Tragedia. In qualsiasi cultura, questo fatto provoca un sentimento mai citato in questi ultimi giorni: la vergogna.\r\nAllora, noi diciamo la nostra vergogna. Vergogna e collera: ecco una situazione psicologica molto più scomoda che dolore e collera. Se si provano dolore e collera è possibile accusare qualcun altro; ma che fare quando ci si vergogna e si è in collera con gli assassini, ma anche con sé stessi?\r\nNessuno, nei media, parla di questa vergogna. Nessuno pare volersene prendere la responsabilità.\r\nQuella di uno Stato che lascia che degli imbecilli e degli psicotici marciscano in carcere e si trasformino in giocattoli di perversi manipolatori, quella di una scuola alla quale si tolgono i mezzi di sostentamento, quella di una politica urbanistica che parcheggia gli schiavi (i senza documenti, coloro che non hanno il certificato elettorale, i senza nome, i senza denti) nelle cloache delle banlieue. La responsabilità di una classe politica che non ha mai compreso che la virtù s’insegna solo con l’esempio. Intellettuali, pensatori, universitari, artisti, giornalisti: abbiamo visto morire uomini che erano dei nostri.\r\nColoro che li hanno ammazzati sono figli di Francia. Apriamo, allora, gli occhi sulla situazione, per comprendere come ci siamo arrivati, per agire e costruire una società laica e colta, più giusta, più libera, più uguale, più fraterna.\r\n“Noi siamo Charlie”, lo possiamo portare su una spilla al bavero. Ma ribadire la solidarietà alle vittime non ci esenterà dalla responsabilità collettiva di questo assassinio. Siamo anche i padri dei tre assassini”.\r\n\r\nCatherine Robert, Isabelle Richer, Valérie Louys y Damien Boussard",[68,70,72,74,76,78,82],{"matched_tokens":69,"snippet":19},[],{"matched_tokens":71,"snippet":17},[],{"matched_tokens":73,"snippet":23},[],{"matched_tokens":75,"snippet":15},[],{"matched_tokens":77,"snippet":21},[],{"matched_tokens":79,"snippet":81},[64,80],"repubblicane","\u003Cmark>libertà\u003C/mark> \u003Cmark>repubblicane\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":25},[],[85,91],{"field":28,"indices":86,"matched_tokens":88,"snippets":90},[87],5,[89],[64,80],[81],{"field":92,"matched_tokens":93,"snippet":65,"value":66},"post_content",[64],1157451471441625000,{"best_field_score":96,"best_field_weight":97,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":39,"score":99,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":39},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",6646,{"collection_name":50,"first_q":27,"per_page":102,"q":27},6,3,{"facet_counts":105,"found":103,"hits":140,"out_of":228,"page":14,"request_params":229,"search_cutoff":29,"search_time_ms":230},[106,116],{"counts":107,"field_name":114,"sampled":29,"stats":115},[108,110,112],{"count":14,"highlighted":109,"value":109},"anarres",{"count":14,"highlighted":111,"value":111},"il colpo del strega",{"count":14,"highlighted":113,"value":113},"Voci dall'antropocene","podcastfilter",{"total_values":103},{"counts":117,"field_name":28,"sampled":29,"stats":138},[118,120,122,124,126,128,130,132,134,136],{"count":14,"highlighted":119,"value":119},"mgf",{"count":14,"highlighted":121,"value":121},"PCI",{"count":14,"highlighted":123,"value":123},"voci antropocene",{"count":14,"highlighted":125,"value":125},"anticoncezionali",{"count":14,"highlighted":127,"value":127},"corpo delle donne",{"count":14,"highlighted":129,"value":129},"salute delle donne",{"count":14,"highlighted":131,"value":131},"autodeterminazione",{"count":14,"highlighted":133,"value":133},"aborto clandestino",{"count":14,"highlighted":135,"value":135},"mutilazioni genitali femminili",{"count":14,"highlighted":137,"value":137},"modificazioni genitali femminili",{"total_values":139},12,[141,168,192],{"document":142,"highlight":155,"highlights":160,"text_match":163,"text_match_info":164},{"comment_count":39,"id":143,"is_sticky":39,"permalink":144,"podcastfilter":145,"post_author":109,"post_content":146,"post_date":147,"post_excerpt":45,"post_id":143,"post_modified":148,"post_thumbnail":149,"post_title":150,"post_type":151,"sort_by_date":152,"tag_links":153,"tags":154},"92778","http://radioblackout.org/podcast/anarres-dell11-ottobre-leggi-di-guerra-stati-uniti-il-ruolo-dei-nazionalisti-cristiani-la-santa-alleanza-tra-liberali-e-fascisti/",[109],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/2024-10-11-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLeggi di guerra. Quando la democrazia diventa fascismo\r\nLa stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde idee sovversive.\r\nQuesti dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur mantenendosi in una cornice universalista. \r\nIl diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità. Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco che in serata ha partecipato ad un incontro sul ddl 1660 che si è tenuto alla fat.\r\nQui puoi ascoltare l’audio della serata.\r\n\r\nIl piano dei nazionalisti cristiani per riprendersi l’America\r\nIl ruolo della religione è cambiato profondamente da quando il predicatore fondamentalista Jerry Falwell e il magnate conservatore della posta diretta Paul Weyrich hanno co-fondato la Moral Majority nel 1979. A quel tempo, l'incapacità dei cristiani di far valere il loro potere alle urne su questioni che consideravano una sfida per la loro fede (l'aborto era in cima alla lista, ma anche la preghiera nelle scuole, l'omosessualità e i diritti delle donne) era vista come un'opportunità per galvanizzare un blocco di voto per i conservatori. Il sostegno della Moral Majority ai candidati che avrebbero rappresentato quegli interessi come funzionari eletti ha scatenato una potente risorsa nel Partito Repubblicano. La Moral Majority si è sciolta nel 1989, ma a quel punto erano comparse molte ramificazioni: la Christian Coalition, Focus on the Family e il Family Research Council. Gli elettori evangelici e cristiani avevano in gran parte fatto del Partito Repubblicano la loro casa.\r\nDonald Trump ha attinto e sfruttato questa importante bacino di elettori scontenti. In lui, una corrente di estrema destra ha trovato la sua voce.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nLa santa alleanza tra liberali e fascisti\r\n“Si sta riproponendo il fenomeno politico che più di tutti ha segnato il Novecento in Occidente in modo significativo: la tendenza, sempre negata da entrambe le parti in commedia, all'alleanza tra liberali e fascisti.\r\nÈ una tendenza che vediamo in atto in forme diverse rispetto a quelle prese nel ventennio tra le due guerre perché significativamente differente è la situazione complessiva. Il Novecento vedeva un movimento operaio e un lotta di classe dispiegata che venne abbattuta e silenziata solo grazie alla mobilitazione violenta e omicida delle classi medie con la copertura dei corpi dello stato. Oggi le classi subalterne in occidente sono un corpo senza unità e progettualità e stanno subendo la lotta di classe da quasi mezzo secolo più che produrla.”\r\nQuesto l’incipit del primo di due articoli di Stefano Capello usciti su Umanità Nova\r\nNe abbiamo parlato con Stefano\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nDomenica 20 ottobre\r\nAssemblea Antimilitarista\r\ndalle 10 alle 17\r\nA Massenzatico (Reggio Emilia)\r\nPresso le \"Cucine del popolo\", via Beethoven 78\r\nPer info: assembleantimilitarista@gmail.com\r\n\r\nSabato 26 ottobre\r\nore 10,30 13,30\r\nPresidio antimilitarista al Balon\r\n\r\nVenerdì 1 novembre\r\ncorteo contro la riapertura del CPR di Torino\r\nore 16 piazza Robilant\r\n\r\nGiornate dei disertori\r\n\r\nSabato 2 e lunedì 4 novembre\r\ncontro la guerra e il militarismo\r\n\r\nContro la guerra, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon disertori e obiettori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 2 novembre\r\nNo alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi \r\nManifestazione antimilitarista\r\nIn via Roma di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP – Distretto Aerospaziale Piemontese\r\n\r\nLunedì 4 novembre\r\nIniziative antimilitariste in giro per Torino\r\nSmilitarizziamo la città! \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti! \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 \r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","19 Ottobre 2024","2024-10-19 12:09:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/09-200x110.jpg","Anarres dell’11 ottobre. 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Con circa 20 morti dirette accertate per il freddo, centinaia di ricoverati, milioni di persone rimaste senza riscaldamento e una stima approssimativa di oltre 600 miliardi di dollari persi nel solo comparto agricolo, la tragedia che ha colpito lo stato del sud-ovest degli Usa avrà certamente lunghe ripercussioni ambientali e, va da sé, economiche e sociali.\r\n\r\nLa successione delle conseguenze assommatesi per impreparazione e inadeguata infrastrutturazione tecno-sociale dovrebbero propriamente far parlare di failed state ma si sa, quando si parla del \"faro delle libertà\" a stelle e strisce, certe terminologie non sono consuete. Eppure sono proprio quelle che andrebbero operate: tra privatizzazione dell'energia, autarchia della rete di approvvigionamento elettrica (il Texas è l'unico stato degli Usa ad avere una propria linea indipendente dalle grandi connessioni della costa Ovest ed Est) e totale assenza di preparazione di fronte alle emrgenze, milioni di texani/e si sono trovati all'improvviso esposti alle intemperie e senza luce, mentre oggi, a calamità passata e per il perverso meccanismo \"di mercato\", iniziano ad arrivare bollette nell'ordine delle decine di migliaia di dollari per famiglia.\r\n\r\nA livello di dibattito pubblico la contesa riaccende gli animi nel contrapporre le due grandi alternative (capitalistiche) che si scontrano sul futuro dello svilippo energetico-economico americano: il tardizionale bastione fossile dei Repubblicani contro il nuovo \"verde\" futuro delle rinnovabili spinto dall'amministrazione Biden. Ma il disastro texano dice qualcosa di più profondo e radicale sull'inostenibilità di un modello che continua a produrre devastazioni nei territori e miseria e morte per chi li abita.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Luca Celada, corrispondente de Il Manifesto dagli StatiUniti\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Voci_II_2021_11.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","4 Marzo 2021","2021-03-09 15:46:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Schermata-del-2021-03-04-12-07-24-200x110.png","WHAT'S THE MATTER WITH TEXAS ? (CON L. 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Con circa 20 morti dirette accertate per il freddo, centinaia di ricoverati, milioni di persone rimaste senza riscaldamento e una stima approssimativa di oltre 600 miliardi di dollari persi nel solo comparto agricolo, la tragedia che ha colpito lo stato del sud-ovest degli Usa avrà certamente lunghe ripercussioni ambientali e, va da sé, economiche e sociali.\r\n\r\nLa successione delle conseguenze assommatesi per impreparazione e inadeguata infrastrutturazione tecno-sociale dovrebbero propriamente far parlare di failed state ma si sa, quando si parla del \"faro delle \u003Cmark>libertà\u003C/mark>\" a stelle e strisce, certe terminologie non sono consuete. 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Ma il disastro texano dice qualcosa di più profondo e radicale sull'inostenibilità di un modello che continua a produrre devastazioni nei territori e miseria e morte per chi li abita.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Luca Celada, corrispondente de Il Manifesto dagli StatiUniti\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Voci_II_2021_11.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[189],{"field":92,"matched_tokens":190,"snippet":186,"value":187},[64],{"best_field_score":165,"best_field_weight":166,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":39,"score":167,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":98},{"document":193,"highlight":219,"highlights":224,"text_match":163,"text_match_info":227},{"comment_count":39,"id":194,"is_sticky":39,"permalink":195,"podcastfilter":196,"post_author":197,"post_content":198,"post_date":199,"post_excerpt":45,"post_id":194,"post_modified":200,"post_thumbnail":201,"post_title":202,"post_type":151,"sort_by_date":203,"tag_links":204,"tags":216},"23236","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-de-il-colpo-della-strega-decima-puntata-19maggio2014/",[111],"dj","Seconda parte dell'approfondimento sull'aborto clandestino iniziato nella puntata precedente. L'attenzione si è concentrata soprattutto su Torino e sulle mobilitazioni che si sono date nella nostra città rispetto alla questione dell'aborto, della violenza sessuale, degli anticoncezionali e non solo.Il Coordinamento dei consultori autogestiti e dei collettivi femministi è stato sicuramente tra i protagonisti principali della lotta e ha tenuto insieme una rete molto capillare sui territori, in particolare nei quartieri operai e popolari. Attivo dal 1974 al 1978, successivamente il coordinamento ha dato al vita al Movimento per la salute della Donna e si è fuso con la cosiddetta \"Intercategoriale Donne\", composta dalle attiviste e/o delegate di Cgil-Cisl-Uil, organizzando corsi per le 150 ore.\r\n\r\nMolto attive anche le donne dei gruppi del movimento e della sinistra extraparlamentare, da Lotta Continua ad Autonomia Operaia, gruppi che non avevano però colto la portata rivoluzionaria della parola d’ordine dell’autogestione nel dibattito intorno alla legge sull’aborto, limitandosi a sostenerla e non cogliendone i limiti rispetto alle aspirazioni di autodeterminazione delle donne. La rivendicazione di libertà di scelta e di critica nel partito/gruppo, d’altronde, era un tutt’uno con quella che le femministe come movimento collettivo portavano avanti nella lotta sia contro lo stato e le istituzioni che volevano arrogarsi il diritto di scegliere per conto delle donne, sia contro le condizioni in cui veniva praticato l’aborto clandestino.\r\nPer loro, la battaglia per la libera interruzione di gravidanza era una parte, molto importante, ma solo una parte, della rivendicazione di essere soggetto sociale e politico in quanto donne e dell’autogestione dei propri corpi. Ma per essere soggetti in questa società non si poteva scollegare queste rivendicazioni dalla lotta contro quel modello di società , attraverso spazi e strumenti politici “pubblici” collettivi delle donne stesse.\r\nCaricata di contenuti, valori ed obiettivi che per certi versi trascendevano la specificità del suo oggetto, la battaglia sulla legge sull’aborto, per il diritto di “proprietà” delle donne sulla propria vita e contro quello patriarcale sui figli e sulla moglie, diventava la battaglia contro tutti i partiti parlamentari, esclusi per certi versi Democrazia Proletaria e forse il Partito Radicale. I progetti di legge erano otto: comunista, socialista, radicale, repubblicano, liberale, socialdemocratico, della sinistra indipendente ed infine quello firmato da DP, ma formulato da alcuni collettivi femministi e sostenuto anche dalle redattrici di Lotta Continua.\r\nSul banco degli accusati, quindi, anche il PCI. Se il movimento femminista e la nuova sinistra puntavano quasi esclusivamente alla depenalizzazione dell’aborto e alla legalizzazione degli anticoncezionali, quella che diventò poi la legge 194/78 sull’interruzione di gravidanza era figlia del compromesso storico DC-PCI, fortemente voluto da Berlinguer, preoccupato, come in occasione della legge sul divorzio, di non andare allo scontro col partito cattolico.\r\nCompromesso storico che lavorò anche per introdurre l’obiezione di coscienza e ad eliminare il “pericolo” dei consultori autogestiti con il pretesto che essi non avrebbero dato alcuna “garanzia” sul terreno sanitario. Nei discorsi di Berlinguer non c'è traccia della parola aborto, si parla soltanto di maggior protagonismo della giovane madre...per il PCI le masse non sono ancora mature per affrontare simili questioni...Meglio stare in attesa e costruire un terreno d‘intesa con la Dc su altri temi, in modo da favorire l‘accordo anche sull‘aborto ma solo quando sarà il momento. Un attendismo e un'ambiguità che traspare chiaramente nelle posizioni di tutta la sinistra.\r\n\r\nConcluso l'approfondimento, abbiamo intervistato Federica Ruggiero, l'autrice del libro che presenteremo venerdì 23 maggio in radio, intitolato \"Modificazioni genitali femminili: una questione postcoloniale, il nostro sguardo sulla nostra alterità\". Testo che riflette su alcuni concetti chiave che coinvolgono tutte le donne: integrità del corpo, autodeterminazione, salute, controllo della sessualità e del piacere femminile. Le MGF, e soprattutto le ragioni che le sottendono, ci riguardano direttamente come donne più di quanto immaginiamo. Da donne occidentali ci illudiamo di essere libere ed emancipate, arrogandoci il diritto di relazionarci a donne di altre culture come sorelle maggiori, dimenticando di appartenere invece ad un mondo che, come gli altri, controlla i nostri corpi e ci discrimina come donne.\r\n\r\nPer riascoltare la puntata, qui la prima parte\r\n\r\nil colpo della strega_19maggio2014_primaparte\r\n\r\ne qui la seconda\r\n\r\nil colpo della strega_19maggio2014_secondaparte","21 Maggio 2014","2018-10-24 17:36:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/03/medea-strega-200x110.jpg","I podcast de Il colpo della strega: decima puntata (19maggio2014)",1400668577,[205,206,207,208,209,210,211,212,213,214,215],"http://radioblackout.org/tag/aborto/","http://radioblackout.org/tag/aborto-clandestino/","http://radioblackout.org/tag/anticoncezionali/","http://radioblackout.org/tag/autodeterminazione/","http://radioblackout.org/tag/corpo-delle-donne/","http://radioblackout.org/tag/ivg/","http://radioblackout.org/tag/mgf/","http://radioblackout.org/tag/modificazioni-genitali-femminili/","http://radioblackout.org/tag/mutilazioni-genitali-femminili/","http://radioblackout.org/tag/pci/","http://radioblackout.org/tag/salute-delle-donne/",[217,133,125,131,127,218,119,137,135,121,129],"aborto","ivg",{"post_content":220},{"matched_tokens":221,"snippet":222,"value":223},[64],"delle donne. 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