","Milano. Se chiedi sicurezza, ti licenziano","post",1616517170,[60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/licenziamento-politico/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/paolo/","http://radioblackout.org/tag/salute-dei-lavoratori/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza-sul-lavora/","http://radioblackout.org/tag/teamware/",[33,67,17,29,27,19],"milano",{"post_content":69,"tags":74},{"matched_tokens":70,"snippet":72,"value":73},[71],"licenziamento","lavoratore alla TeamWare rischia il \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark> per essersi battuto contro lo","Paolo lavora da circa un anno alla Teamware, un’impresa metalmeccanica con 35 dipendenti. Nella storia trentennale della ditta è \"il primo lavoratore iscritto a un sindacato\", la Cub. E denuncia di essere stato preso di mira per la sua scelta di campo, e per le richieste nero su bianco di verificare le condizioni di sicurezza sul luogo di lavoro.\r\nPaolo, lavoratore alla TeamWare rischia il \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark> per essersi battuto contro lo sfruttamento e la cancellazione di ogni forma di tutela della salute, sicurezza e dignità in fabbrica.\r\nTeamWare ha preparato, mossa dopo mossa, il percorso per sbarazzarsi di un lavoratore attivo nelle lotte. Con la complicità dei capi, hanno moltiplicato le contestazioni disciplinari.\r\nRacconta Paolo: \"Ero preoccupato per la mia salute e per quella dei miei colleghi, sono stato preso di mira solo per aver chiesto al medico aziendale delucidazioni sui protocolli di sicurezza in azienda a seguito di alcuni casi di Covid-19\".\r\n\"Alcuni sono rimasti contagiati e io lo scorso dicembre mi sono fatto avanti cercando di avere informazioni su tracciamento, sanificazioni, tamponi e protocolli anti-Covid\". La ditta ha replicato demansionandolo: lo hanno spostato dall’area collaudo a quella di assemblaggio e montaggio dell’azienda che lavora per grossi gruppi energetici.\r\nSuccessivamente gli è arrivata una lettera di contestazione motivata da \"negligenza nel montaggio di alcuni pezzi\", seguita dalla sanzione disciplinare di tre giorni di sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Infine è stato accusato di aver violato le norme di riservatezza aziendali per aver pubblicato sul suo profilo LinkedIn la foto di un generatore di corrente per le prove di collaudo, nella quale in realtà non si vede alcun dettaglio.\r\nPaolo è stato sospeso dal lavoro perché, secondo l’azienda la sua pubblica denuncia della mancanza di tutela della salute dei lavoratori di TeamWare costituirebbe infedeltà verso i propri padroni.\r\nA quanto pare chi è fedele agli interessi dei propri compagni di lavoro non può lavorare per ReamWare.\r\nQuesta mossa della ditta parrebbe essere l’anticamera del \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark>.\r\nIl 14 marzo di fronte alla sede della TeamWare in via Pindaro c’è stato un presidio solidale con Paolo.\r\nDi questa vicenda, tipica dei tempi che viviamo, ha parlato lo stesso Paolo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-teamware-paolo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAggiornamento al 34 marzo. 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Nonostante Pino avesse accettato il cambio di mansioni punitivo, il licenziamento è scattato lo stesso.\r\nLe ragioni? Una lettera al Procuratore Guariniello sulle condizioni di lavoro alla Kuehne Nagel.\r\nNel processo, che entrerà nel vivo venerdì 13 giugno, sono stati esibiti video realizzati da un'agenzia di investigazioni private, ingaggiata dalla ditta, che ha pedinato l'operaio dell'USB giorno e notte. Nei video c'é l'attività sindacale di Pino e la sua vita quotidiana, spiata per oltre due mesi. In questo modo ha ditta ha potuto dimostrare che Pino la domenica va nei prati a fare pic nic con la famiglia, che accompagna l'anziana madre in ospedale, che partecipa a riunioni sindacali a iniziative di piazza.\r\nIn tribunale c'é il rischio concreto che una storia di persecuzione politica e sindacale si trasformi in una guerra di perizie. Ben 15 compagni di lavoro hanno deciso di assumersi il rischio di testimoniare la realtà di fabbrica in tribunale: Pino teme che il tribunale si limiti alle questioni \"tecniche\", ignorando completamente che la vera colpa dell'operaio, una colpa di cui va fiero, è di aver sempre lottato contro il dispotismo aziendale e per migliori condizioni di lavoro e di salario.\r\nRobe dell'altro secolo in tempi in cui l'asservimento totale dei lavoratori è la posta in gioco nello scontro tra sfruttati e sfruttatori, tra chi lucra sul lavoro e chi fatica a campare la vita.\r\nVenerdì 13 giugno, l'USB ha indetto un presidio al tribunale per le 9,30. Alle 11 è prevista l'udienza.\r\nNe abbiamo parlato con Pino. 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Viene ritirata l’impugnazione contro il ricorso vinto dai sindacati sulla vecchia procedura di licenziamento. Sembra una vittoria, ma non lo è. Perchè l'incertezza per lavoratrici e lavoratori l’incertezza non è finita.\r\n\r\nSia perchè non si hanno molte delucidazioni su questo nuovo passaggio di proprietà, sia perchè secondo il Collettivo di Fabbrica è ora, come lo è stato in passato, di ampliare il livello di mobilitazione anche sul piano politico generale per dare forza a questa come a tutte le altre vertenze aperte sul territorio nazionale. Il nocciolo, dicono, della questione sono e rimangono i rapporti di forza. Per questo la manifestazione sarà preceduta il giorno precedente dallo Sciopero globale per il Clima proposto da Fridays for Future, e vedrà la partecipazione il Sabato 26 di molte istanze e movimenti da tutta Italia, con il tema principale odierno del no alla guerra e della critica al riarmo Italiano.\r\n\r\nDi tutto ciò, ce ne parla Marzia da Firenze ai nostri microfoni:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/gkn.mp3\"][/audio]\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/events/501718798004080/","23 Marzo 2022","2022-03-23 14:46:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/275364634_151933707215938_6172583109971045454_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"157\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/275364634_151933707215938_6172583109971045454_n-300x157.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/275364634_151933707215938_6172583109971045454_n-300x157.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/275364634_151933707215938_6172583109971045454_n-1024x536.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/275364634_151933707215938_6172583109971045454_n-768x402.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/275364634_151933707215938_6172583109971045454_n-1536x804.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/275364634_151933707215938_6172583109971045454_n.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","26 Marzo, Insorgiamo con il collettivo di fabbrica GKN! 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La Fiom, che sostiene la lotta, e gli stessi lavoratori montati sul tetto fanno notare che l'azienda in provincia di Milano ha due stabilimenti attivi, oltre a quelli in provincia di Lecco e di Bergamo, tutti più vicini dello stabilimento in cui si vorrebbe trasferire i lavoratori.\r\nDifficile non pensare a una qualche sorta di punizone di carattere politico, dal momento che alcuni di loro sono molto attivi sul piano sindacale, di organizzazione dei lavoratori.\r\nAscolta la diretta dal tetto con Massimiliano, uno dei sette lavoratori coinvolti dal ricatto padronale\r\n\r\nmassimiliano_marcegaglia","1 Luglio 2015","2015-07-02 13:24:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/tetto-marcegaglia-foto-fiom-milano-fb-2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/tetto-marcegaglia-foto-fiom-milano-fb-2-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/tetto-marcegaglia-foto-fiom-milano-fb-2-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/tetto-marcegaglia-foto-fiom-milano-fb-2-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/tetto-marcegaglia-foto-fiom-milano-fb-2.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","7 sopra un tetto vs la Marcegaglia",1435770254,[212,213,214],"http://radioblackout.org/tag/licenziamenti/","http://radioblackout.org/tag/marcegaglia/","http://radioblackout.org/tag/operai/",[216,23,217],"licenziamenti","operai",{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[71],"la ventilata minaccia di un \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark> di fatto (camuffato da proposta","Contro la ventilata minaccia di un \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark> di fatto (camuffato da proposta irricevibile di trasferimento a centinaia di km di distanza, a Pozzolo Formigaro in provincia di Alessandria) sette lavoratori del gruppo Marcegaglia sono saliti ieri sera sul tetto dell'azienda, in viale Sarca a Milano, in segno di protesta.\r\nIl dato significativo è che l'azienda è tutto meno che in crisi. 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Ernesto ci ha spiegato che alla trattativa di martedì diverse centinaia di opera* si sono concentrati sotto la direzione dove si doveva seguire in diretta dell’incontro a roma con governo e sindacati che non è mai partita. La reazione operaia non ha fatto attenersi infatti tutti i presenti hanno occupato la via appia antistante. Qui potete ascoltare le reazioni concitate operaie registrate durante l'occupazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/AUD-20250521-WA0006.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’incontro é stato sospeso e rinviato a questa settimana, mostra le difficoltà evidenti di governo e sindacati su cui pesa anche la mobilitazione che hanno messo in campo a Taranto gli opera* una\r\nricetta/dinamica su cui bisogna insistere e su cui si lavorerà cavalcando il momento di cessione di classe.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento ha riguardato il referendum dell' 8 e 9 giugno. In particolare abbiamo approfondito i quattro quesiti riguardati il lavoro, grazie all' analisi di Mattia Solari della Cub di Milano. È emersa un'analisi interessante che seppur ponendo la valenza di un avanzamento dei diritti dei lavoratori, pone delle critiche sia nel merito dei quesiti, sia nel metodo contestuale di questo referendum. Il primo quesito, seppur abolendo il job act, non riattiva le tutele dell' art.18, ma quelle delle tutele flessibili della Fornero. Il secondo quesito rimette all' arbitrio dei giudici l'indennizzo per l'eventuale licenziamento per le aziende al di sotto dei 15 dipendenti. Il terzo quesito, eliminerebbe il sistema dei contratti a termine “acausali”, ma li rimanda alle fattispecie della CCNL. Ricordiamo che al momento esistono centinaia di contratti \"pirata\" e filo aziendali tali da porre una ulteriore giungla per questa materia. Sul quarto quesito invece ci si trova d'accordo in quanto finalmente estende la responsabilità del committente, appaltante lavori o servizi, per i danni derivanti dagli infortuni e malattie professionali. Infine esiste una questione di metodo politico. In una fase in cui le promesse di rivolta sindacale della CGIL non hanno prodotto nessun reale conflitto nei luoghi di lavoro, questo referendum rischia solo di normalizzare le lotte. La speranza rimane in un uso tattico del referendum per porre ulteriori rivendicazioni nei luoghi di lavoro.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Alberto Russo dell’ ANLM (Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione) manutentore che lavora in RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sullo sciopero del 3 giugno 2025:\r\nSCIOPERO della Manutenzione Infrastruttura contro l’Accordo del 10 Gennaio e contro la Privatizzazione. In un comunicato dell'assemblea si legge:\r\n\"Dopo l’illusione che il rinnovo del CCNL potesse correggere il tiro rispetto al peso di una riorganizzazione che sta schiacciando i manutentori oramai da un anno, per capirlo basta leggerlo, occorre ribadire che non basterà un pessimo rinnovo contrattuale a normalizzarci. Da tutte le parti ci spiegano in tutti i modi possibili che ci conviene rassegnarci, che accettare questo processo distruttivo è l’unica cosa da fare, e questo sta generando molta confusione. Per questo occorre ripartire dai fatti. Il 3 Giugno, in occasione dello sciopero, anziché un presidio abbiamo\r\nritenuto più utile che i manutentori delle DOIT firmatarie e non, si confrontino sugli effetti della riorganizzazione. Sgomberiamo il campo dalle menzogne che ci rifilano tutti i giorni, perché sarà il modo migliore per farci sentire. Abbiamo ancora molto da fare, e siamo determinati a farlo, convinti che tutti insieme possiamo farcela.\r\nCi vediamo il 3 giugno alle ore 10, alla Sala Gialla del DLF di Bologna. Faremo circolare una piantina (nel PDF da scaricare qui sotto) con tutte le indicazioni necessarie. Sarà un momento importante. Adesso tocca a noi!\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","30 Maggio 2025","2025-06-04 00:00:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/IMG_2826-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 27/05/2025","podcast",1748628293,[270],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[244],{"post_content":273},{"matched_tokens":274,"snippet":275,"value":276},[71],"dei giudici l'indennizzo per l'eventuale \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark> per le aziende al di","Il primo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Ernesto Slai Cobas Taranto sulla offerta che il governo stava trattando, ovvero quella degli azeri di Baku Steel che sembra sia naufragata durante l'incontro di martedì scorso. Ernesto ci ha spiegato che alla trattativa di martedì diverse centinaia di opera* si sono concentrati sotto la direzione dove si doveva seguire in diretta dell’incontro a roma con governo e sindacati che non è mai partita. La reazione operaia non ha fatto attenersi infatti tutti i presenti hanno occupato la via appia antistante. Qui potete ascoltare le reazioni concitate operaie registrate durante l'occupazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/AUD-20250521-WA0006.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’incontro é stato sospeso e rinviato a questa settimana, mostra le difficoltà evidenti di governo e sindacati su cui pesa anche la mobilitazione che hanno messo in campo a Taranto gli opera* una\r\nricetta/dinamica su cui bisogna insistere e su cui si lavorerà cavalcando il momento di cessione di classe.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento ha riguardato il referendum dell' 8 e 9 giugno. In particolare abbiamo approfondito i quattro quesiti riguardati il lavoro, grazie all' analisi di Mattia Solari della Cub di Milano. È emersa un'analisi interessante che seppur ponendo la valenza di un avanzamento dei diritti dei lavoratori, pone delle critiche sia nel merito dei quesiti, sia nel metodo contestuale di questo referendum. Il primo quesito, seppur abolendo il job act, non riattiva le tutele dell' art.18, ma quelle delle tutele flessibili della Fornero. Il secondo quesito rimette all' arbitrio dei giudici l'indennizzo per l'eventuale \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark> per le aziende al di sotto dei 15 dipendenti. Il terzo quesito, eliminerebbe il sistema dei contratti a termine “acausali”, ma li rimanda alle fattispecie della CCNL. Ricordiamo che al momento esistono centinaia di contratti \"pirata\" e filo aziendali tali da porre una ulteriore giungla per questa materia. Sul quarto quesito invece ci si trova d'accordo in quanto finalmente estende la responsabilità del committente, appaltante lavori o servizi, per i danni derivanti dagli infortuni e malattie professionali. Infine esiste una questione di metodo \u003Cmark>politico\u003C/mark>. In una fase in cui le promesse di rivolta sindacale della CGIL non hanno prodotto nessun reale conflitto nei luoghi di lavoro, questo referendum rischia solo di normalizzare le lotte. La speranza rimane in un uso tattico del referendum per porre ulteriori rivendicazioni nei luoghi di lavoro.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Alberto Russo dell’ ANLM (Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione) manutentore che lavora in RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sullo sciopero del 3 giugno 2025:\r\nSCIOPERO della Manutenzione Infrastruttura contro l’Accordo del 10 Gennaio e contro la Privatizzazione. In un comunicato dell'assemblea si legge:\r\n\"Dopo l’illusione che il rinnovo del CCNL potesse correggere il tiro rispetto al peso di una riorganizzazione che sta schiacciando i manutentori oramai da un anno, per capirlo basta leggerlo, occorre ribadire che non basterà un pessimo rinnovo contrattuale a normalizzarci. Da tutte le parti ci spiegano in tutti i modi possibili che ci conviene rassegnarci, che accettare questo processo distruttivo è l’unica cosa da fare, e questo sta generando molta confusione. Per questo occorre ripartire dai fatti. Il 3 Giugno, in occasione dello sciopero, anziché un presidio abbiamo\r\nritenuto più utile che i manutentori delle DOIT firmatarie e non, si confrontino sugli effetti della riorganizzazione. Sgomberiamo il campo dalle menzogne che ci rifilano tutti i giorni, perché sarà il modo migliore per farci sentire. Abbiamo ancora molto da fare, e siamo determinati a farlo, convinti che tutti insieme possiamo farcela.\r\nCi vediamo il 3 giugno alle ore 10, alla Sala Gialla del DLF di Bologna. Faremo circolare una piantina (nel PDF da scaricare qui sotto) con tutte le indicazioni necessarie. Sarà un momento importante. 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Meg ci ha spiegato come attraverso le assemblee aperte a tutt* nelle università si è organizzata la costruzione politica dello spezzone di quest'anno\": \"lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra\"\r\nAPPUNTAMENTO PER TUTT* ALLE 9.00 IN PIAZZA VITTORIO\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Studentessa-presenta-spezzone-sociale-1-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Salvatore, compagno di Taranto storico e coordinatore provinciale COBAS che ci ha spiegato come quest'anno in Puglia si terranno in piedi sia il primo maggio a Bari unitario regionale che quello a Taranto. Questa decisione è stata concordata e condivisa durante le assemblee di preparazione ed ha convinto tutt*: \"non è un segnale di separazione/divisione delle realtà di base coinvolte ma un riconoscere da parte di tutt* che la specificità di Taranto, dove si riscontra il ricatto salute/lavoro/ambiente da sempre, và a tracciare/riprendere e confermare un percorso politico che diventa riappropriazione del protagonismo della classe operaia pronta a riprendersi la piazza, il concerto popolare (che fin dalla sua prima edizione, l’evento si proponeva essere come un’alternativa alle celebrazioni istituzionali del Primo Maggio), la salute, il territorio, etc.\"\r\nQui di seguito pubblichiamo comunicato stampa del primo maggio regionale di Bari:\r\n\r\n\"Chiudiamo il consolato onorario israeliano di Bari, luogo di guerra e politiche di orrore!!!\r\nIl Tavolo regionale per la Palestina ,contro le guerre ed il riarmo UE, contro il governo della Meloni, organizza a Bari il 1 Maggio con partenza alle ore 9,30 da Piazza Diaz un corteo internazionalista a sostegno della Palestina e di tutti i popoli oppressi.\r\nAlla fine del corteo,affianco al teatro Petruzzelli, ci saranno interventi di lavoratori, studenti , associazioni, per un 1 Maggio solidale e contro il governo meloni .\r\nIl tavolo regionale ha sempre sostenuto nelle manifestazioni per la Palestina che israele non è solo quella entità che vediamo ;\r\nisraele vive soprattutto , come quello che vediamo in Puglia, grazie a quelle fitte relazioni sui territori fatte di produzione militare e civile ,di esercitazioni militari in comune,di cosiddetti rapporti culturali,di accordi con Enti ed Istituzioni come Regione Puglia ed Università.\r\nBasta vedere cosa riporta il sito facebook del consolato onorario di Puglia ,che comprende anche la regione Basilicata e Molise; il consolato è retto da luigi de santis, unico console onorario in Italia riconosciuto dallo stato di israele proprio per la sua importanza.\r\nIl console onorario Luigi de santis ha ricevuto a Dicembre dalla prefettura di Bari il mantenimento della scorta.\r\nUn esempio di questa proficua attività è rappresentato dall’incontro realizzato il 18 marzo2025 tra il presidente della nuova fiera del levante(proprietà regione Puglia),Gaetano Frulli,e il decano del corpo consolare della Puglia, Basilicata e Molise, ioania Gherorghias.\r\nIn questa occasione è stato firmato un protocollo d’intesa per promuovere le imprese del territorio sui mercati internazionali.\r\nOppure l’incontro svolto il 14 Gennaio 2025con il ministro degli affari esteri di israele, gideon moshe sa’ar.\r\nUnitamente ai rapporti di collaborazione con la Regione Puglia ,con le Università,di scuole di droni per quello che significa, di costruzione di pezzi di aereo od elicottero per uso militare a volte in piccoli paesi,di esercitazioni militari come quella avvenuta presso l’aeroporto militare di Amendola ,vicino Foggia , l’11 Febbraio 2025.\r\nProprio lì davanti abbiamo manifestato lo scorso giugno per il G7 ascoltando negli incontri svolti in quella occasione il Vescovo di Manfredonia Moscone;oggi il Vescovo viene messo all’indice dall’Ambasciata israeliana di Roma che si è recata presso la Santa Sede dove lo ha accusato di antisemitismo.\r\nIl ruolo di informatore qualcuno lo avrà certamente svolto…. ed il dubbio ci viene.\r\nPer non dimenticare tutte le apparecchiature di sicurezza e di comunicazione comprate dai militari italiani,nell’ultimo periodo il governo italiano ha comprato centinaia di missili anti/carro proprio come quelli usati a Gaza in questi anni.\r\nRicordiamo anche il tentativo di costruire un villaggio turistico per riccastri in località Mogale (Ostuni) da una società Israeliana; caso strano il console onorario è il responsabile regionale dei giovani costruttori edili.\r\nBisogna chiudere questo consolato barese ormai diventato luogo di guerra e di terrore ; così come sul finire degli anni ’80 ,nelle lotte di sostegno alle Intifada Palestinesi, contrastammo in tanti duramente la istituita camera di commercio italo-israeliana fino alla sua chiusura.\r\nRealizzammo una doppia incursione all’interno della Fiera del Levante; la prima togliendo dal pennone la bandiera di israele ,buttandola nel cassonetto della spazzatura ed esponendo una enorme bandiera Palestina con la scritta “Palestina Libera”.\r\nLa seconda incursione avvenne all’interno di uno stand a loro dedicato , all’esterno della “galleria delle nazioni”.\r\nIn quella occasione furono trovati, ben occultati, degli opuscoli dedicata agli operatori commerciali.\r\nQuesti opuscoli parlavano della possibilità di non pagare tasse attraverso la triangolazione Italia-israele-Sudafrica dell’allora Apartheid.\r\nOggi più che mai è necessaria la lotta contro israele , a sostegno della Palestina.\r\nBisogna chiudere il consolato onorario di Bari che sostiene israele attraverso relazioni con “sinceri democratici” pugliesi.\r\nE’ ora di dire basta, la misura è più che colma.\r\nBari 27.04.2025\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Salvatore-COBAS-su-1-maggio-a-Bari-e-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Leo dell'Assemblea Pecaria Universitaria. Partendo dall'assemblea che ha visto ricercat* e lavorat* dell'università sempre più unit* nella lotta contro i forti tagli imposti dalla scorsa finanziaria e dalla riforma Bernini (per quanto momentaneamente \"stoppata), ci siamo fatti poi descrivere i prossimi appuntamenti che coinvolgeranno l'assemblea pecaria, il primo maggio in corteo all'interno dello spezzone sociale e il 12 maggio verso uno sciopero del precariato universitario, creato dall'unione delle diverse realtà italiane.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Leo-assemblea-universitaria-precaria-su-sciopero-nazionale-12-maggio-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl quarto argomento della puntata è stato quello dei reiterati comportamenti a dir poco anti-sindacali, messi in atto dalla cooperativa sociale Arcobaleno, ne abbiamo parlato con Giancarlo secondo lavoratore da poco licenziato dalla cooperativa stessa. Abbiamo parlato più volte di questa realtà, che tra gli altri ambiti si occupa di fornire servizi di raccolta rifiuti per il comune di Torino, che da quando ha visto l'interesse attivo da parte di Marco e Giancarlo, delegati USB all'interno della cooperativa, nel tutelare i lavoratori e la loro paga, ha inaugurato una vera e propria guerra contro chi osa dissentire.\r\n\r\nPrima i richiami a Marco per gli attacchinaggi in sede (tramite il cavillo che la bacheca sindacale era ad uso esclusivo dell'altro sindacato interno alla cooperativa, la CGIL), seguiti dal licenziamento per danno di immagine alla cooperativa. (ne abbiamo parlato in passato in questa intervista). Per poi arrivare al licenziamento di una persona con un'invalidità del 75%, seguita dai servizi sociali di più di 50 anni, da parte di quelle realtà che dovrebbero agire esattamente per non permettere che queste cose avvengano. Ci siamo fatti raccontare da Giancarlo i dettagli di questa vicenda, il quale ci ha anche invitati al presidio del 13 maggio, all'interno dello sciopero delle cooperative sociali davanti al comune, per richiedere il commissariamento della cooperativa.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Giancarlo-su-licenziamento-cooperativa-arcobaleno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","13 Maggio 2025","2025-05-13 23:17:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/spezzone-social-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 29/04/2025",1747178222,[270],[244],{"post_content":295},{"matched_tokens":296,"snippet":297,"value":298},[77],"tracciare/riprendere e confermare un percorso \u003Cmark>politico\u003C/mark> che diventa riappropriazione del protagonismo","Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Meg studentessa universitaria a Torino sulla partecipazione al corteo del primo maggio 2025 dello spezzone sociale. Meg ci ha spiegato come attraverso le assemblee aperte a tutt* nelle università si è organizzata la costruzione politica dello spezzone di quest'anno\": \"lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra\"\r\nAPPUNTAMENTO PER TUTT* ALLE 9.00 IN PIAZZA VITTORIO\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Studentessa-presenta-spezzone-sociale-1-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Salvatore, compagno di Taranto storico e coordinatore provinciale COBAS che ci ha spiegato come quest'anno in Puglia si terranno in piedi sia il primo maggio a Bari unitario regionale che quello a Taranto. Questa decisione è stata concordata e condivisa durante le assemblee di preparazione ed ha convinto tutt*: \"non è un segnale di separazione/divisione delle realtà di base coinvolte ma un riconoscere da parte di tutt* che la specificità di Taranto, dove si riscontra il ricatto salute/lavoro/ambiente da sempre, và a tracciare/riprendere e confermare un percorso \u003Cmark>politico\u003C/mark> che diventa riappropriazione del protagonismo della classe operaia pronta a riprendersi la piazza, il concerto popolare (che fin dalla sua prima edizione, l’evento si proponeva essere come un’alternativa alle celebrazioni istituzionali del Primo Maggio), la salute, il territorio, etc.\"\r\nQui di seguito pubblichiamo comunicato stampa del primo maggio regionale di Bari:\r\n\r\n\"Chiudiamo il consolato onorario israeliano di Bari, luogo di guerra e politiche di orrore!!!\r\nIl Tavolo regionale per la Palestina ,contro le guerre ed il riarmo UE, contro il governo della Meloni, organizza a Bari il 1 Maggio con partenza alle ore 9,30 da Piazza Diaz un corteo internazionalista a sostegno della Palestina e di tutti i popoli oppressi.\r\nAlla fine del corteo,affianco al teatro Petruzzelli, ci saranno interventi di lavoratori, studenti , associazioni, per un 1 Maggio solidale e contro il governo meloni .\r\nIl tavolo regionale ha sempre sostenuto nelle manifestazioni per la Palestina che israele non è solo quella entità che vediamo ;\r\nisraele vive soprattutto , come quello che vediamo in Puglia, grazie a quelle fitte relazioni sui territori fatte di produzione militare e civile ,di esercitazioni militari in comune,di cosiddetti rapporti culturali,di accordi con Enti ed Istituzioni come Regione Puglia ed Università.\r\nBasta vedere cosa riporta il sito facebook del consolato onorario di Puglia ,che comprende anche la regione Basilicata e Molise; 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caso strano il console onorario è il responsabile regionale dei giovani costruttori edili.\r\nBisogna chiudere questo consolato barese ormai diventato luogo di guerra e di terrore ; così come sul finire degli anni ’80 ,nelle lotte di sostegno alle Intifada Palestinesi, contrastammo in tanti duramente la istituita camera di commercio italo-israeliana fino alla sua chiusura.\r\nRealizzammo una doppia incursione all’interno della Fiera del Levante; la prima togliendo dal pennone la bandiera di israele ,buttandola nel cassonetto della spazzatura ed esponendo una enorme bandiera Palestina con la scritta “Palestina Libera”.\r\nLa seconda incursione avvenne all’interno di uno stand a loro dedicato , all’esterno della “galleria delle nazioni”.\r\nIn quella occasione furono trovati, ben occultati, degli opuscoli dedicata agli operatori commerciali.\r\nQuesti opuscoli parlavano della possibilità di non pagare tasse attraverso la triangolazione Italia-israele-Sudafrica dell’allora Apartheid.\r\nOggi più che mai è necessaria la lotta contro israele , a sostegno della Palestina.\r\nBisogna chiudere il consolato onorario di Bari che sostiene israele attraverso relazioni con “sinceri democratici” pugliesi.\r\nE’ ora di dire basta, la misura è più che colma.\r\nBari 27.04.2025\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Salvatore-COBAS-su-1-maggio-a-Bari-e-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Leo dell'Assemblea Pecaria Universitaria. Partendo dall'assemblea che ha visto ricercat* e lavorat* dell'università sempre più unit* nella lotta contro i forti tagli imposti dalla scorsa finanziaria e dalla riforma Bernini (per quanto momentaneamente \"stoppata), ci siamo fatti poi descrivere i prossimi appuntamenti che coinvolgeranno l'assemblea pecaria, il primo maggio in corteo all'interno dello spezzone sociale e il 12 maggio verso uno sciopero del precariato universitario, creato dall'unione delle diverse realtà italiane.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Leo-assemblea-universitaria-precaria-su-sciopero-nazionale-12-maggio-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl quarto argomento della puntata è stato quello dei reiterati comportamenti a dir poco anti-sindacali, messi in atto dalla cooperativa sociale Arcobaleno, ne abbiamo parlato con Giancarlo secondo lavoratore da poco licenziato dalla cooperativa stessa. Abbiamo parlato più volte di questa realtà, che tra gli altri ambiti si occupa di fornire servizi di raccolta rifiuti per il comune di Torino, che da quando ha visto l'interesse attivo da parte di Marco e Giancarlo, delegati USB all'interno della cooperativa, nel tutelare i lavoratori e la loro paga, ha inaugurato una vera e propria guerra contro chi osa dissentire.\r\n\r\nPrima i richiami a Marco per gli attacchinaggi in sede (tramite il cavillo che la bacheca sindacale era ad uso esclusivo dell'altro sindacato interno alla cooperativa, la CGIL), seguiti dal \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark> per danno di immagine alla cooperativa. (ne abbiamo parlato in passato in questa intervista). Per poi arrivare al \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark> di una persona con un'invalidità del 75%, seguita dai servizi sociali di più di 50 anni, da parte di quelle realtà che dovrebbero agire esattamente per non permettere che queste cose avvengano. Ci siamo fatti raccontare da Giancarlo i dettagli di questa vicenda, il quale ci ha anche invitati al presidio del 13 maggio, all'interno dello sciopero delle cooperative sociali davanti al comune, per richiedere il commissariamento della cooperativa.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Giancarlo-su-licenziamento-cooperativa-arcobaleno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[300],{"field":96,"matched_tokens":301,"snippet":297,"value":298},[77],{"best_field_score":195,"best_field_weight":196,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":197,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":46},{"document":304,"highlight":316,"highlights":321,"text_match":193,"text_match_info":324},{"comment_count":46,"id":305,"is_sticky":46,"permalink":306,"podcastfilter":307,"post_author":261,"post_content":308,"post_date":309,"post_excerpt":52,"post_id":305,"post_modified":310,"post_thumbnail":311,"post_title":312,"post_type":267,"sort_by_date":313,"tag_links":314,"tags":315},"89966","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-21-05-2024/",[236]," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata è stato su di una storia che ai più viene da definire, assurda, pazzesca, ma che in realtà ci esplicita il livello di repressione reale nei confronti di chi oggigiorno osa esprimere dissenso rispetto ad una vicenda di portata internazionale, ma che il nostro Stato e le sue istituzioni pretendono di trattare in un modo univoco (soprattuto se a chi muovere quella critiche ha origini straniere). Stiamo parlando da una parte di Seif, educatore nato in Algeria e in Italia dal 2013 e dall'altra il governo italiano e le sue polizie, riguardo al massacro attuato da Israele che da ottobre scorso in poi si sta intensificando nella striscia di Gaza. Con noi ai microfoni una compagna di Radio Onda Rossa, realtà che fin da subito ha trattato l'incredibile storia di Seif, continuando poi a dare voce anche alle iniziative di solidarietà organizzate in suo supporto. L'uomo di 38 anni, educatore per il liceo francese Chateaubriand di Roma, è finito nel vortice di una vicenda che è iniziata con una perquisizione in casa sua da parte dell'anti-terrorismo per cercare armi e/o esplosivi, scaturita nel conseguente licenziamento in tronco da parte della dirigente della scuola per cui lavorava, fino ad arrivare alla revoca del suo status di rifugiato politico in Italia e conseguente reclusione nel CPR di Ponte Galeria. Cosa ha scaturito tutto questo? Un paio di post in solidarietà alla resistenza palestinese contro gli attacchi di Israele postati sul profilo instagram dell'educatore, estenuato dall'escalation di morte e del silenzio di fronte a ciò, dei paesi occidentali. Giusto un paio di giorni prima della nostra diretta, il tribunale di Roma non ha convalidato la reclusione nel CPR di Seif determinandone la liberazione da quel luogo terrificante che è il centro di permanenza e rimpatrio, nonchè quello di Ponte Galeria in particolare. Ora l'educatore è circondato da amici e solidali che l'hanno sostenuto, ma intanto ha perso un lavoro che svolgeva da più di 10 anni e ha dovuto essere trattato con tanta brutalità ed ingiustizia solo per aver dichiarato di stare da una parte di una barricata.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/F_m_21_05_Elena-Radio-Onda-Rossa-su-vicenda-Seif.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di\r\nClemente delegato SGB per i macchinisti cargo e coordinatore di CMC\r\n(coordinamento macchinisti cargo) sullo sciopero precettato del 19/05/24:\r\n\"l'importante vertenza in atto ha portato il gruppo di lavoratori\r\nautorganizzato Assemblea Nazionale PdM/PdB a proclamare il suo terzo\r\nsciopero (supportata da CUB, SGB, USB)\" il giorno 16/05/24 tramite PEC\r\nveniva inoltrata l’Ordinanza 199 T di precettazione con differimento\r\ndello sciopero in programmato.\r\n\"L’Assemblea Nazionale PdM/PdB ha comunicato alla Commissione di Garanzia\r\nil differimento dello sciopero del 19 Maggio alla successiva Domenica (26 Maggio) con le stesse modalità e gli\r\nstessi orari.\"\r\nLa commissione di garanzia comunica che non ci sono i tempi tecnici per\r\npoter fare sciopero il 26:\r\n\r\n\"...la Commissione di Garanzia arriva a contestare i tempi di preavviso su\r\nuno sciopero che in realtà era già stato proclamato il 6 Aprile e poi\r\ndifferito per un precetto del Ministro.\"\r\n\r\nCon Clemente abbiamo fatto un bilancio anche dello sciopero di 24 ore del 16-17/05/2024 del trasporto merci e ci ha spiegato che in assemblea\r\nnazionale PdM /PdB il 27 maggio decideranno le azioni da fare in merito a precetazioni e prossimo sciopero.\r\n\r\n Buon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/F_m_21_05_Clemente-di-CMC-su-scioperi-passati-precettati-e-futuri.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon il terzo approfondimento torniamo a parlare di Palestina, grazie ad un'intervista ad un rappresentante del movimento australiano Trade Unionists for Palestine che abbiamo confezionato e poi ritrasmesso in diretta. Come i nostrani portuali di Genova e non solo, quest'unione di sindacati e lavoratori cerca di mettersi in mezzo all'ingranaggio della guerra, bloccando il materiale bellico destinato ad Israele. Abbiamo chiesto a loro come agiscono, che tipo di repressione subiscono in Australia per questo tipo di mobilitazioni e come cercano di coordinarsi a livello internazionale per rendere queste azioni sempre più efficaci.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Intervisa-a-Trade-unionists-for-palestine.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","24 Maggio 2024","2024-05-24 10:33:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/432983341_122146711016087425_7222080843644391532_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 21/05/2024",1716546825,[270],[244],{"post_content":317},{"matched_tokens":318,"snippet":319,"value":320},[71],"e/o esplosivi, scaturita nel conseguente \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark> in tronco da parte della"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata è stato su di una storia che ai più viene da definire, assurda, pazzesca, ma che in realtà ci esplicita il livello di repressione reale nei confronti di chi oggigiorno osa esprimere dissenso rispetto ad una vicenda di portata internazionale, ma che il nostro Stato e le sue istituzioni pretendono di trattare in un modo univoco (soprattuto se a chi muovere quella critiche ha origini straniere). 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Raffaele. Venerdì la polizia ha nuovamente caricato dentro l'ospedale, dove la lotta era partita il lunedì precedente, all'arrivo delle prime lettere di licenziamento, per eliminare gli esuberi.\r\nUna follia.\r\nGiovedì 18 un lavoratore è stato obbligato a fare un turno doppio per coprire il buco lasciato da un altro lavoratore appena licenziato, perché in esubero.\r\nVenerdì mattina c'è stata un'assemblea dei lavoratori che hanno deciso di fare un corteo interno e bloccare, come già avvenuto lunedì, l'accettazione. Secondo alcune fonti i danni inflitti all'azienda per il mancato pagamento dei ticket ammonta ormai ad un milione di euro.\r\nLa polizia ha tentato di bloccare i lavoratori per difendere gli interessi dei padroni. Nella carica è stata travolta una lavoratrice, che è finita al pronto soccorso. Numerosi altri compagni e compagne sono stati ammaccati ma hanno preferito non andare al pronto.\r\nNonostante le cariche i lavoratori sono riusciti a sfondare lo sbarramento e a bloccare l'accettazione. Anche venerdì visite ed esami sono stati fatti regolarmente. Però nessuno ha pagato.\r\nLa solidarietà intorno alla lotta del San Raffaele sta crescendo di giorno in giorno.\r\nLunedì i lavoratori faranno un'altra assemblea senza chiedere permesso e si annunciano nuovi blocchi.\r\nSabato 8 maggio i sindacati di base ed autogestionari hanno proclamato lo sciopero nella sanità in sostegno alla lotta dei lavoratori del S. Raffaele e contro le politiche del governo regionale.\r\nAscolta la testimonianza di Giulio, un lavoratore dell'USI sanità del S. Raffaele\r\n2013 04 19 giulio san raffaele cariche\r\n\r\nA Torino lo sciopero regionale si è svolto il 18 aprile. Indetto sia dai confederali sia da parte del sindacalismo di base, aveva scopi e piattaforme diversi. Anche il corteo che è partito da Porta Susa, si è diviso lungo il percorso. Mentre CGIL, CISL e UIL hanno raggiunto direttamente il palazzo della Regione in Piazza Castello, il corteo animato da un ampio cartello di settori politici e sociali, è passato dal comune, per manifestare contro i tagli e i licenziamenti nel settore dell'assistenza attuati dalla giunta Fassino, prima di convergere in piazza Castello, dove stava terminando la manifestazione di CGIL, CISL e UIL.\r\nIl piano della giunta Cota per coprire i buchi di bilancio si tradurrà in una svendita degli ospedali, che, una volta privatizzati, dovranno essere affittati dalla Regione stessa. Un regalo alle banche, un ulteriore colpo alla tutela della salute di noi tutti.\r\nQuesti provvedimenti hanno portato in piazza circa ventimila lavoratori, tra sanità, assistenza, trasporti, pensionati ed altre categorie.\r\nUna risposta importante alle scelte del governo regionale guidato dal leghista Cota. Peccato che ragioni squisitamente politiche abbiano fatto calare il silenzio verso le scelte analoghe fatte dall'ammnistrazione guidata dal democratico Piero Fassino.\r\nSolo l'iniziativa del cartello sindacale e politico di base è riuscita ad allargare il fronte, proseguendo in un percorso di lotta, che nei mesi scorsi era riuscito ad estendere la propria influenza anche tra lavoratori e lavoratrici ancora legati al carrozzone dei confederali.\r\n\r\nAnarres ha chiesto un resoconto e una valutazione della giornata a Stefano della CUB.\r\nAscolta l'intervista\r\n2013 04 19 stefanone sciopero sanità","21 Aprile 2013","2018-10-17 22:59:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/sr_1Nov_4big-200x110.jpg","Lotte nella sanità tra Milano e Torino",1366550380,[337,61,338,339,340],"http://radioblackout.org/tag/cariche/","http://radioblackout.org/tag/san-raffaele/","http://radioblackout.org/tag/sanita/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-a-torino/",[247,67,251,249,253],{"post_content":343},{"matched_tokens":344,"snippet":345,"value":346},[71],"all'arrivo delle prime lettere di \u003Cmark>licenziamento\u003C/mark>, per eliminare gli esuberi.\r\nUna","Ancora repressione contro i lavoratori del S. 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