","Il lavoro uccide. Anche gli studenti","post",1663686052,[47,48,49,50],"http://radioblackout.org/tag/giuliano-de-seta/","http://radioblackout.org/tag/lorenzo-parrelli/","http://radioblackout.org/tag/morti-alternanza-scuola-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/morti-lavoro/",[19,17,21,15],{"post_content":53,"tags":59},{"matched_tokens":54,"snippet":57,"value":58},[55,56],"Lorenzo","Parrelli","analoga di un altro studente, \u003Cmark>Lorenzo\u003C/mark> \u003Cmark>Parrelli\u003C/mark>, anch’egli morto mentre svolgeva uno","Un’altra morte, questa volta si tratta di uno studente in alternanza scuola-lavoro, si somma allo stillicidio di casi di quest’anno: 1.080 vittime in meno di 9 mesi. Nell’industria, in agricoltura, finanche nel terziario le misure per garantire la sicurezza dei lavoratori e lavoratrici sono sempre più ignorate. Quello che conta è il profitto. A tutti i costi, compresa la vita di chi per campare è costretto a lavorare. Quando i lavori sono precari o in nero i rischi aumentano e con loro il numero dei caduti nella guerra tra sfruttatori e sfruttati.\r\nOgni giorno le cronache ci restituiscono le vicende di lavorator* che perdono la vita o rimangono gravemente feriti, spesso con conseguenze permanenti.\r\nL’ultimo caso in ordine di tempo quello dello studente di Noventa di Piave Giuliano De Seta, di soli 18 anni, che venerdì 16 settembre è perito in una fabbrica dove stava svolgendo uno stage aziendale, investito da una lastra d’acciaio. La sorte di Giuliano richiama quella analoga di un altro studente, \u003Cmark>Lorenzo\u003C/mark> \u003Cmark>Parrelli\u003C/mark>, anch’egli morto mentre svolgeva uno stage perché travolto da una pesante trave.\r\nNel solo 2022 è il terzo studente che muore durante uno stage aziendale.\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-20-cosimo-morti-lav-scuola.mp3\"][/audio]",[60,62,67,69],{"matched_tokens":61,"snippet":19},[],{"matched_tokens":63,"snippet":66},[64,65],"lorenzo","parrelli","\u003Cmark>lorenzo\u003C/mark> \u003Cmark>parrelli\u003C/mark>",{"matched_tokens":68,"snippet":21},[],{"matched_tokens":70,"snippet":15},[],[72,77],{"field":22,"indices":73,"matched_tokens":74,"snippets":76},[14],[75],[64,65],[66],{"field":78,"matched_tokens":79,"snippet":57,"value":58},"post_content",[55,56],1157451471441625000,{"best_field_score":82,"best_field_weight":83,"fields_matched":84,"num_tokens_dropped":33,"score":85,"tokens_matched":84,"typo_prefix_score":33},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",6646,{"collection_name":44,"first_q":17,"per_page":88,"q":17},6,{"facet_counts":90,"found":102,"hits":103,"out_of":177,"page":14,"request_params":178,"search_cutoff":23,"search_time_ms":179},[91,99],{"counts":92,"field_name":97,"sampled":23,"stats":98},[93,95],{"count":84,"highlighted":94,"value":94},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":96,"value":96},"anarres","podcastfilter",{"total_values":84},{"counts":100,"field_name":22,"sampled":23,"stats":101},[],{"total_values":33},3,[104,133,155],{"document":105,"highlight":119,"highlights":125,"text_match":128,"text_match_info":129},{"comment_count":33,"id":106,"is_sticky":33,"permalink":107,"podcastfilter":108,"post_author":109,"post_content":110,"post_date":111,"post_excerpt":39,"post_id":106,"post_modified":112,"post_thumbnail":113,"post_title":114,"post_type":115,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":118},"75854","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-2/",[94],"fritturamista"," \r\n\r\nSiamo tornati a parlare di RSA ed RSD (residenze per anziani e residenze per disabili) con Claudia di Conpal RSA RSD RSP perchè dopo la scorsa mobilitazione nazionale tenutasi il 30 Marzo scorso, le istituzioni continuano a fare orecchie da mercante riguardo alle enormi criticità per chi è assistito e per chi lavora in queste strutture. Infatti Claudia ci ha ribadito le assurdità che caratterizzano questi posti, tra i pochissimi dove per entrare in visita da non vaccinati si è costretti ancora a pagarsi di tasca propria i tamponi, oppure dove OSS sono costretti a dedicare un lasso di tempo massimo a paziente, come se il lavoro di cura potesse essere gestito come un lavoro produttivo da catena di montaggio. Queste come tante altre rivendicazioni sono state presentate al segretario Andrea Costa del Ministero della Salute proprio in occasione della scorsa mobilitazione nazionale lanciata da Conpal RSA RSD RSP, che ha promesso la creazione di un tavolo per affrontare questi temi, cosa che ancora ad oggi non è avvenuta. Non possiamo pensare di far vivere a persone già in condizioni di salute precaria anche la violenza legata una sorta di reclusione vera a propria, svalutando completamente elementi fondamentali della cura, incidento negativamente anche sui carichi di lavoro di chi queste persone le assiste! Per questo vi invitiamo a scendere in piazza lunedì 30 Maggio alle 9:30 in Via Alfieri 15 presso la sede del Consiglio Regionale del Piemonte a Torino.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_24_05_Mobilitazione-nazionale-RSA_RSD.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPer affrontare il secondo argomento della serata, abbiamo fatto due chiacchiere con Alessandro del laboratorio studentesco Last, commentando assieme a lui l'ultimo incidente avvenuto durante un percorso di Pcto, infatti a Merano, in Trentino Alto Adige, un ragazzo ha subito gravi ustioni a causa di un ritorno di fiamma durante una lavorazione in una carrozzeria. E' già il terzo incidente dall'inizio dell'anno (di cui due letali per Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci) che avviene in uno di questi percorsi formativi e di orientamento professionale, infatti la popolazione studentesca italiana ha reagito prontamente con cortei e occupazioni di scuole in tutta Italia, reazione che non ha mosso di un millimetro l'intenzione da parte del Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi di abolire o anche solo ripensare all'obbligatorietà di queste esperienze di alternanza scuola lavoro. Con Alessandro abbiamo sviscerato questi fatti e anche quello che è successo a chi tra gli studenti Torino è stato colpito dall'arresto o dalle misure cautelari riguardanti l'ultimo corteo studentesco a Torino, nato proprio dalla volontà di opporsi a questo sistema vigente delle cose nella scuola pubblica italiana.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_24_05_Alessandro-Collettivo-Studentesco-Last-su-incidente-durante-pcto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento lo abbiamo affrontato in compagni di Juliana, lavoratrice della cooperativa Meridiana in appalto ad Iveco. Lei come altri suoi colleghi e colleghe, sono stati licenziati con una mail dopo più di 12 anni di lavoro nel confezionamento di pezzi di ricambio, l'avevamo già intervistata durante la nostra scorsa puntata dedicata alla festa dei lavoratori a Torino, giornata nella quale questi lavoratori e lavoratrici hanno sfilato nello spezzone organizzato dal SiCobas, sindacato col quale stanno portando avanti le loro battaglie. In questa intervista abbiamo anche rilanciato l'appuntamento per il presidio che si è tenuto il 26/05 davanti alla prefettura di Torino e di cui vi riportiamo il testo di seguito:\r\n\r\n\"IVECO LAVORATORI LOGISTICA IN PRESIDIO DALLA PREFETTURA... BASTA PRECARIETÀ E LICENZIAMENTI!\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nEcco il testo del volantino distriubuito ai lavoratori dai cancelli per lo sciopero generale del 20 maggio contro guerra, riarmo e carovita:\r\n\r\n\r\nAPPALTI, SUBAPPALTI E CONTRATTI INTERINALI CONTINUANO A COLPIRE I LAVORATORI IN IVECO\r\n\r\n\r\nDa oltre 12 anni all’Iveco i lavoratori e le lavoratrici dell’appalto logistica svolgono attività di confezionamento dei ricambi.\r\n\r\n\r\nLe aziende che hanno gestito l’attività per conto di Iveco succedutesi in questi anni hanno accettato appalti sempre più al ribasso, comportando per i lavoratori una situazione di precarietà ed un peggioramento delle condizioni di vita, di lavoro e di salute.\r\n\r\n\r\nNel gruppo Iveco, Kuehne+Nagel e Cnh la precarietà è una problematica che colpisce più di 2000 lavoratori nel solo territorio di Torino.\r\n\r\n\r\nIveco sposta l’attività di logistica nel nuovo stabilimento di San Mauro, utilizzando in gran parte manodopera di agenzie interinali: così, per i lavoratori dell’appalto Kn / Meridiana s.c. il lavoro viene meno.\r\n\r\n\r\nIl venerdì santo prima di Pasqua, l’azienda ha comunicato la procedura di licenziamento collettivo per 40 lavoratori ed una grande incognita anche per i restanti 30 dipendenti.\r\n\r\n\r\nNon possiamo accettare che dei lavoratori, per oltre 12 anni spremuti come limoni, vengano buttati via senza alcuna remora: nonostante il nostro sindacato abbia più volte chiesto un confronto con Iveco per risolvere la problematica e tuttora\r\n\r\n\r\nATTENDIAMO LA CONVOCAZIONE DELL’INCONTRO CON IVECO IN PREFETTURA\r\n\r\n\r\nIveco che ha utilizzato per tanti anni l’attività di questi lavoratori in subappalto non può ignorare la loro sorte futura: chiediamo si impegni nella loro collocazione all’attività del nuovo stabilimento logistico con l’internalizzazione presso il polo di San Mauro, perché da anni tale attività è stata svolta anche da questi lavoratori.\r\n\r\n\r\nAI LAVORATORI MERIDIANA DEVE ESSERE GARANTITO IL POSTO DI LAVORO CON L’INTERNALIZZAZIONE\r\n\r\n\r\nBASTA PRECARIETÀ E LICENZIAMENTI NELLE FABBRICHE\r\n\r\n\r\nIL 26/5 ORE 11 PRESIDIO DALLA PREFETTURA IN PIAZZA CASTELLO\r\n\r\n\r\nLavoratori e lavoratrici S.I. Cobas Meridiana appalto logistica Iveco\"\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_24_05_Intervista-Lavoratrice-in-appalto-Iveco_Meridiana.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","27 Maggio 2022","2022-05-27 12:56:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/stuuu-200x110.png","frittura mista|radio fabbrica 24/05/2022","podcast",1653656158,[],[],{"post_content":120},{"matched_tokens":121,"snippet":123,"value":124},[55,122],"Parelli","di cui due letali per \u003Cmark>Lorenzo\u003C/mark> \u003Cmark>Parelli\u003C/mark> e Giuseppe Lenoci) che avviene"," \r\n\r\nSiamo tornati a parlare di RSA ed RSD (residenze per anziani e residenze per disabili) con Claudia di Conpal RSA RSD RSP perchè dopo la scorsa mobilitazione nazionale tenutasi il 30 Marzo scorso, le istituzioni continuano a fare orecchie da mercante riguardo alle enormi criticità per chi è assistito e per chi lavora in queste strutture. 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Il suo nome è l’ottavo di una lista di persone uccise dalle frontiere chiuse negli ultimi tre anni al Monginevro.\r\nLa scorsa domenica una carovana di auto ha percorso la valle di Susa sino alla frontiera in solidarietà ad Emilio Scalzo, rinchiuso in carcere preventivo con l’accusa di essersi difeso da un poliziotto che lo stava attaccando con un manganello.\r\nIn realtà colpevole, come tanti altri, di non aver chiuso gli occhi di fronte alle migliaia di persone che, tra mille difficoltà, hanno provato a bucare il confine italo francese.\r\nLa carovana, partita dal presidio No Tav di San Didero, dopo numerose tappe per informare, appendere striscioni, è arrivata a Claviere. L’ingresso del paese era chiuso dalle camionette di polizia e carabinieri. Imboccato il tunnel dopo pochi metri, in territorio francese, era schierata la gendarmerie. La frontiera è rimesta chiusa per un paio d’ore. Due giorni dopo è arrivata la notizia che anche l’ultima richiesta di domiciliari era stata respinta dal giudice francese.\r\nLa lotta continua\r\n\r\nLa memoria tradita\r\nRicordare è un modo per non tradire un passato che non vorremmo che torni? Basta la memoria degli orrori a impedirne la ripetizione?\r\nDifficile da credere di fronte alla lunga teoria di massacri del secolo breve. Massacri etnici, politici, sociali. Massacri programmati e realizzati con metodo e macellerie brutali ma senza un luogo, uno spazio.\r\n\r\nLo sterminio delle donne non conformi\r\nNel lager di Ravensbruck, ottanta chilometri oltre Berlino, sono state rinchiuse 132.000 donne: novantaduemila non hanno mai fatto ritorno.\r\nErano donne con disabilità fisiche e mentali, oppositrici politiche, omosessuali, mendicanti, Rom, testimoni di Geova, prostitute, solo il 10% di origine ebraica.\r\nTutte loro quando sono tornate alle loro case hanno subito l’onta della negazione, del silenzio, del mancato riconoscimento della loro identità.\r\nIl loro essere donne le inseriva, automaticamente, nella categoria delle prostitute, che avevano collaborato con i nemici. \r\nLa loro memoria è stata a lungo sepolta. Solo dopo la fine della guerra fredda si è cominciato a parlarne. Solo dopo decenni alcune sopravvissute hanno deciso che era tempo di prendere parola, di raccontare quello che nessuno voleva sentire, di rivendicare la loro lotta dentro e fuori dal lager. Vi proponiamo un articolo di Stefania Delendati\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 febbraio ore 10\r\npresidio al mercato di piazza Foroni\r\ncontro l’aumento delle bollette, contro sfratti e sgomberi, per l’aumento dei salari \r\n\r\n\r\nMartedì 15 febbraio ore 16,30\r\nVia i militari da Barriera!\r\ngiornata di informazione e lotta ai giardinetti di corso Palermo angolo via Sesia\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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Una sequenza di incidenti non casuali, dovuti alla mancanza di sicurezza dettata dalla ricerca del profitto che non risparmia nessuno, nemmeno uno studente che in quel momento dovrebbe stare da tutt'altra parte, non certo a lavorare gratis in situazione di estremo\r\nsfruttamento e di pericolo.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nLa frontiera uccide\r\nIl 2 gennaio il corpo di Fathallah Belafhail è stato trovato nei pressi della diga del Freney. Aveva provato ad attraversare la frontiera alla fine dell’anno. Non ce l’ha fatta. Il suo nome è l’ottavo di una lista di persone uccise dalle frontiere chiuse negli ultimi tre anni al Monginevro.\r\nLa scorsa domenica una carovana di auto ha percorso la valle di Susa sino alla frontiera in solidarietà ad Emilio Scalzo, rinchiuso in carcere preventivo con l’accusa di essersi difeso da un poliziotto che lo stava attaccando con un manganello.\r\nIn realtà colpevole, come tanti altri, di non aver chiuso gli occhi di fronte alle migliaia di persone che, tra mille difficoltà, hanno provato a bucare il confine italo francese.\r\nLa carovana, partita dal presidio No Tav di San Didero, dopo numerose tappe per informare, appendere striscioni, è arrivata a Claviere. L’ingresso del paese era chiuso dalle camionette di polizia e carabinieri. Imboccato il tunnel dopo pochi metri, in territorio francese, era schierata la gendarmerie. La frontiera è rimesta chiusa per un paio d’ore. Due giorni dopo è arrivata la notizia che anche l’ultima richiesta di domiciliari era stata respinta dal giudice francese.\r\nLa lotta continua\r\n\r\nLa memoria tradita\r\nRicordare è un modo per non tradire un passato che non vorremmo che torni? Basta la memoria degli orrori a impedirne la ripetizione?\r\nDifficile da credere di fronte alla lunga teoria di massacri del secolo breve. Massacri etnici, politici, sociali. Massacri programmati e realizzati con metodo e macellerie brutali ma senza un luogo, uno spazio.\r\n\r\nLo sterminio delle donne non conformi\r\nNel lager di Ravensbruck, ottanta chilometri oltre Berlino, sono state rinchiuse 132.000 donne: novantaduemila non hanno mai fatto ritorno.\r\nErano donne con disabilità fisiche e mentali, oppositrici politiche, omosessuali, mendicanti, Rom, testimoni di Geova, prostitute, solo il 10% di origine ebraica.\r\nTutte loro quando sono tornate alle loro case hanno subito l’onta della negazione, del silenzio, del mancato riconoscimento della loro identità.\r\nIl loro essere donne le inseriva, automaticamente, nella categoria delle prostitute, che avevano collaborato con i nemici. \r\nLa loro memoria è stata a lungo sepolta. Solo dopo la fine della guerra fredda si è cominciato a parlarne. Solo dopo decenni alcune sopravvissute hanno deciso che era tempo di prendere parola, di raccontare quello che nessuno voleva sentire, di rivendicare la loro lotta dentro e fuori dal lager. Vi proponiamo un articolo di Stefania Delendati\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 febbraio ore 10\r\npresidio al mercato di piazza Foroni\r\ncontro l’aumento delle bollette, contro sfratti e sgomberi, per l’aumento dei salari \r\n\r\n\r\nMartedì 15 febbraio ore 16,30\r\nVia i militari da Barriera!\r\ngiornata di informazione e lotta ai giardinetti di corso Palermo angolo via Sesia\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[152],{"field":78,"matched_tokens":153,"snippet":149,"value":150},[55,122],{"best_field_score":130,"best_field_weight":131,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":33,"score":132,"tokens_matched":84,"typo_prefix_score":84},{"document":156,"highlight":168,"highlights":173,"text_match":128,"text_match_info":176},{"comment_count":33,"id":157,"is_sticky":33,"permalink":158,"podcastfilter":159,"post_author":109,"post_content":160,"post_date":161,"post_excerpt":39,"post_id":157,"post_modified":162,"post_thumbnail":163,"post_title":164,"post_type":115,"sort_by_date":165,"tag_links":166,"tags":167},"73169","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-25-01-2022/",[94]," \r\n\r\nPer il primo collegamento abbiamo avuto il privilegio di farci trasportatori della viva testimonianza di Peppe, che con gli altri suoi colleghi riders, era a parlarci al telefono, direttamente dagli uffici del Glovo Market. Infatti in questo mini hub di via Maria Ausiliatrice a Torino, tra gli svariati aperti ultimamente in tutta Italia, si trovano anche le persone dietro all'algoritmo della piattaforma ed è contro di loro che i fattorini hanno deciso di alzare i toni. Contro chi continua ad ignorarli quando chiedono indennizzi per i costi di manutenzione dei loro mezzi, o che finiscano i disagi provocati dagli applicativi di riconoscimento facciale e tutta un'altra serie di necessità dei lavoratori, che Glovo continua a rinviare e poi a lasciar cadere nel dimenticatoio. Questa volta si è strappata la promessa di una mail ufficiale di risposta sulle questioni poste dai presidianti del Glovo Market, sicuramente solo un piccolo passo di una continua lotta che sta vedendo fermento da vari fronti e contro varie piattoforme delle consegne a domicilio.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/F_m_25_01_Riders-dagli-uffici-del-Glovo-Market.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo affrontato in compagnia del nostro affezionato collaboratore Enrico Riboni, che ha prodotto il testo introduttivo qui di seguito, agli argomenti di cui ci parlerà in questa intervista che ha il suo focus centrale nella scelta da parte di Francia ed Italia di coinvolgere gli investimenti per la transizione ecologica anche su questa nociva forma di energia.\r\n\r\n\"Ma come si è permesso il rappresentate dell’Italia nella Commissione Europea di approvare l’introduzione del nucleare nella “transizione ecologica” (sic). \r\nCome si è permesso il rappresentante di un paese che non ha centrali nucleari e il cui popolo ha votato per due volte un referendum che vieta la costruzione di centrali nucleari sul suo suolo, e anche l’utilizzo di corrente elettrica di origine nucleare, di contraddire la volontà di un popolo. \r\nCome si permette quell’ignorante del ministro alla trasformazione ecologica, Cingolani, di proporre l’introduzione del nucleare, che è probabilmente la cosa più antiecologica (e antidemocratica) che l’essere umano ha potuto creare.\r\nSi parlo bene di antidemocratica perché se la democrazia è governo del popolo, se democrazia è una trasparenza delle scelte politiche e il diritto all’informazione, mai come sulla questione del nucleare questi due elementi della democrazia sono stati violati.\r\nL’esempio della Francia con i suoi 56 reattori e il 85% dell’elettricità prodotta con il nucleare ne sono un esempio edificante.\r\nQuesta scelta economica e di società, (perché di fatto il nucleare ha irrigato tutta la vita di questo paese aldilà del semplice problema energetico) si è fatta e continua a farsi da più di 60 anni senza che una sola volta il parlamento si sia espresso su questa scelta del nucleare.\r\nAltro esempio, se l’estrazione e il trasporto di gas o petrolio hanno provocato disastri ecologici e migliaia di morti, documentati almeno in parte dai media, stranamente nessun incidente di trasporto, a livello mondiale, è stato riportato dai mezzi d’informazione, durante questi oltre 60 anni di attività delle centrali nucleari, come se l’uranio sorgesse direttamente dal sottosuolo delle centrali.\r\nCerto due incidenti prima in Unione Sovietica poi in Giappone che hanno provocato morti sono stati documentati dai media e se ne è parlato per mesi, ma a parte questo il nucleare sembra un mondo di bambole.\r\nDella città decimata nel nord del Niger per l’inquinamento provocato dalla vicina miniera di uranio, ( ciò’ che spiega anche la presenza “umanitaria” senza fine della missione militare francese in quella zona), gestita da una società francese, chi ne ha parlato?\r\nChi ne ha parlato delle decine di morti nei primi anni 60 alla Hag dove nel 1958 fu costruita la prima fabbrica di decontaminazione dell’uranio, sotto statuto militare, che provocò perfino una rivolta della città con tanto di sciopero generale.\r\nChi parla delle decine di morti nel tentativo di mettere in produzione la prima centrale nucleare a Brennilis in Bretagnare che malgrado due tentativi di metterla in produzione e tre anni di lavori di riparazione non ha mai funzionato e fu abbandonata li come una bottiglia vuota al margine del mare, che ha contaminato per chilometri di mare e di territorio, e che la demolizione costa cifre spaventose, mezzo miliardo di euro, dopo due anni di demolizione per togliere semplicemente 10 centimetri di cemento contaminato dalle installazioni della centrale, senza che si incominciasse la demolizione del reattore, come documentato da un rapporto della Corte dei Conti francese.\r\nChi parla delle migliaia di tonnellate d’acqua contaminata al trizio che ogni settimana sono versate nei fiumi francesi e che gli abitanti, a monte di questi 56 reattori nucleari, si bevono ogni giorno come un piccolo veleno. Non c’è poi da sorprendersi che per esempio una città come Avignone, che ha a monte una dozzina di reattori nucleari e una mezza dozzina di fabbriche di condizionamento e di primo trattamento del combustibile nucleare, sia fra le città di Francia con più casi di tumori all’anno.\r\nQuesti non solo alcuni minuscoli esempi di molteplici incidenti taciuti dai media, i due articoli che seguono che riguardano una sola Centrale possono dare l’idea della nocività di un tale sistema.\r\nUn’ultima osservazione a riguardo della dichiarazione di Salvini sul costo dell'elettricità in Francia, se è vero che la bolletta è un po’ meno salata a parità di consumo, va anche detto che nel prezzo dell'elettricità non è inserito il costo di demolizione e decontaminazione delle dette Centrali, che come abbiamo visto sopra è stratosferico ed è pagato dalle imposte al quale per essere onesti andrebbero aggiunti i costi di mantenimento della presenza militare francese in Africa, in difesa delle miniere d’uranio.\"\r\n\r\nOltre all'audio dell'intervista fatta ad Enrico Riboni, vi alleghiamo due articoli che lui stesso ha tradotto dal sito d'informazione francese \"Mediapart\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/F_m_25_01_Riboni-su-nucleare.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nCentrale nucleare di Tricastin\r\n\r\nCentrale nucleare di Tricastin_2\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nCi stiamo trovando troppo spesso ultimamente a parlare di violenze che vengono consumate sul luogo di lavoro, vessazioni da parte di responsabili, aggressioni contro chi mette in piedi un pichetto, piuttosto che veri e propri \"incidenti\" mortali, avvenuti in Piemonte come in tutta la penisola. Oggi in Italia si torna a parlare di alternanza scuola/lavoro. Come spessissimo accade in questo paese se ne parla a tragedia avvenuta. Lorenzo Parelli, studente di 18 anni è morto l'ultimo giorno di PCTO (percorsi sull'acquisizione di competenze trasversali e sull'orientamento) schiacciato da una putrella. Come sempre in questi casi mandiamo dai microfoni di radio blackout un forte abbraccio ai cari della vittima e alla comunità che lo piange. E come sempre in questi casi, invitiamo a riflettere e a reagire dioi questi veri e propri attacchi da parte di chi è responsabile della mattanza di lavoratori e da oggi anche di studenti: la classe padronale.\r\n\r\nAppunto parlando di reazioni, per questo terzo approfondimento, abbiamo intervistato Ludovica, studentessa del collettivo OSA di Roma per raccontarci un po' il suo punto di vista su questi percorsi di alternanza scuola lavoro e su come sia lo stato dell'arte sull'opposizione da parte degli studenti organizzati a questi percorsi. Inoltre ci riporterà la testimonianza della repressione ricevuta nell'ultima mobilitazione da loro lanciata dopo la morte di Lorenzo Parelli e rilancerà i prossimi appuntamenti di questo percorso di lotta che da parte del loro collettivo mira alla totale abolizione dei percorsi obbligatori di alternanza scuola/lavoro.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/F_m_25_01_OSA-contro-alternanza-scuola-lavoro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","30 Gennaio 2022","2022-01-30 14:15:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/272209730_933550210867715_5170762317152423856_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 25/01/2022",1643552028,[],[],{"post_content":169},{"matched_tokens":170,"snippet":171,"value":172},[55,122],"ne parla a tragedia avvenuta. \u003Cmark>Lorenzo\u003C/mark> \u003Cmark>Parelli\u003C/mark>, studente di 18 anni è"," \r\n\r\nPer il primo collegamento abbiamo avuto il privilegio di farci trasportatori della viva testimonianza di Peppe, che con gli altri suoi colleghi riders, era a parlarci al telefono, direttamente dagli uffici del Glovo Market. 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