","Liceo Einstein. Autogestione, occupazione, minacce di repressione","post",1706620198,[61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/liceo-einstein-occupato/","http://radioblackout.org/tag/lotta-contro-la-scuola-azienda/","http://radioblackout.org/tag/lotta-contro-la-scuola-caserma/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[28,34,32,66],"repressione",{"post_content":68,"tags":74},{"matched_tokens":69,"snippet":72,"value":73},[70,71],"la","lotta","che, per provare a disinnescare \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>lotta\u003C/mark>, ha deciso ricorso alla DAD,","L’autogestione al liceo Einstein, cominciata \u003Cmark>la\u003C/mark> scorsa settimana, con numerosi seminari informativi, nel fine settimana si è trasformata in occupazione.\r\nMolto dura \u003Cmark>la\u003C/mark> reazione del dirigente scolastico, che, per provare a disinnescare \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>lotta\u003C/mark>, ha deciso ricorso alla DAD, minacciato denunce, ha telefonato ai genitori dei ragazzi e delle ragazze che, con entusiasmo e grande fatica, si sono battuti per provare ad aprire spazi di confronto, approfondimento, socialità fuori e \u003Cmark>contro\u003C/mark> le dinamiche della scuola-azienda, della scuola-caserma, della \u003Cmark>scuola\u003C/mark> come ambito di socializzazione autoritaria.\r\nL’occupazione terminerà oggi, con gli studenti più attivi impegnat* nella pulizia della \u003Cmark>scuola\u003C/mark>. Pulizie che, secondo \u003Cmark>la\u003C/mark> dirigenza dell’Einstein, li qualificano come occupanti da denunciare.\r\nI ragazzi e le ragazze del collettivo sono decisi a non mollare \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>lotta\u003C/mark> e si preparano far crescere l’impegno collettivo degli studenti e delle studentesse.\r\nNe abbiamo parlato con due compagn* dell’Einstein\r\n\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-30-einstein-compagn-collettivo.mp3\"][/audio]",[75,77,82,86],{"matched_tokens":76,"snippet":28},[],{"matched_tokens":78,"snippet":81},[71,79,70,80],"contro","scuola","\u003Cmark>lotta\u003C/mark> \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>scuola\u003C/mark> azienda",{"matched_tokens":83,"snippet":85},[71,79,70,80,84],"caserma","\u003Cmark>lotta\u003C/mark> \u003Cmark>contro\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>scuola\u003C/mark> \u003Cmark>caserma\u003C/mark>",{"matched_tokens":87,"snippet":66},[],[89,95],{"field":35,"indices":90,"matched_tokens":91,"snippets":94},[14,17],[92,93],[71,79,70,80,84],[71,79,70,80],[85,81],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":72,"value":73},"post_content",[70,71],2893615515669364700,{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":102,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":47},"5523317457152",13,"2893615515669364842",5,{"document":105,"highlight":131,"highlights":136,"text_match":139,"text_match_info":140},{"cat_link":106,"category":107,"comment_count":47,"id":108,"is_sticky":47,"permalink":109,"post_author":50,"post_content":110,"post_date":111,"post_excerpt":53,"post_id":108,"post_modified":112,"post_thumbnail":113,"post_thumbnail_html":114,"post_title":115,"post_type":58,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":127},[44],[46],"46474","http://radioblackout.org/2018/03/8-marzo-cronache-e-riflessioni/","Lo sciopero femminista globale ha investito decine di paesi. In Italia ci sono state iniziative in 50 città grandi e piccole. Una marea nero-fucsia ha riempito le piazze da nord a sud.\r\nNe abbiamo parlato con due compagne, Chiara di Non una di meno Torino e Patrizia di Non una di meno Livorno.\r\nCi hanno proposto una cronaca delle iniziative a Torino, a Livorno e Pisa.\r\n\r\nPatrizia ci ha raccontato le iniziative svoltesi nella sua città in mattinata e il corteo pomeridiano a Pisa cui hanno partecipato anche le livornesi.\r\nAl centro della giornata le violenze in divisa, il lavoro, la precarietà.\r\nCon Patrizia abbiamo fatto un bilancio di un percorso che è riuscito a mantenere, a parole e nei fatti, la propria autonomia, senza farsi sedurre dalle tante sirene elettorali.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 03 13 patrizia nudm liv\r\n\r\nChiara ci ha raccontato l’8 marzo torinese, una grande giornata di lotta.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 03 13 chiara nudm to\r\n\r\n\r\nDi seguito una cronaca della giornata:\r\n“Un alito di primavera ha accompagnato un lungo 8 marzo di lotta all’ombra della Mole.\r\nIn piazza Castello sin dal mattino è un fiorire di matrioske, cartelli, colori e suoni. In testa lo striscione “Scioperiamo dal lavoro di cura. Lottiamo insieme!”\r\nLo sciopero femminista contro la violenza maschile sulle donne e le violenze di genere, si è articolato come diserzione dal lavoro retribuito fuori casa, ma anche dal lavoro dentro casa, dai lavori di cura, dai lavori domestici e dai ruoli di genere imposti.\r\nLa rinnovata sessualizzazione del lavoro di cura non pagato riduce la conflittualità sociale conseguente alla erosione del welfare.\r\nLa riaffermazione di logiche patriarcali offre un puntello al capitale nella guerra a chi lavora.\r\nLo sciopero femminista scardina questo puntello, rimettendo al centro le lotte delle donne per la propria autonomia.\r\nLa prima tappa è al centro della piazza. Lunghi fili vengono tirati tra i pali: con pinze da bucato sono stesi pannolini, grembiuli, strofinacci… Tutti oggetti simbolo del lavoro di cura.\r\nUn camioncino prova senza successo a forzare il blocco, che si allarga sulla piazza. Un nucleo dell’antisommossa, schierato a pochi passi da una carrozzina con un neonat*, chiede a gran voce rinforzi. La digos si affanna al cellulare. Si parte in corteo verso via Po. Per l’intera mattinata si svolgono blocchi con slogan e comizi volanti ai principali incroci.\r\nIn corso Regina il corteo viene raggiunto dalle studentesse, che in mattinata avevano bloccato le lezioni al campus. La mattinata si conclude a Palazzo Nuovo, l’altra sede delle facoltà umanistiche.\r\n\r\nNel pomeriggio piazza XVIII dicembre, la piazza che ricorda i martiri della camera del lavoro, si riempie velocemente. Parrucche rosa, fucsia e viola sul nero degli abiti, tanti striscioni, tulle, cartelli. Il corteo si dipana per il centro. Saremo tremila, forse più.\r\nLa prima sosta è davanti alla caserma dei carabinieri Cernaia. Viene appeso uno striscione contro la violenza dei tribunali, in solidarietà alle donne stuprate, picchiate e offese che nelle aule di giustizia diventano imputate, chiamate a rispondere della propria vita, dei propri abiti, dei propri gusti, del proprio no alla violenza. Vengono lette alcune delle domande fatte in tribunale alle due studentesse statunitensi stuprate da due carabinieri la scorsa estate a Firenze. Domande di una violenza terribile.\r\nIn Italia viene ammazzata una donna ogni due giorni.\r\nSpesso gli assassini usano le pistole d’ordinanza, che hanno il diritto di portare perché fanno parte dell’elite poliziesca e militare, che detiene per conto dello Stato il monopolio legale della violenza.\r\nGli spazi di autonomia che le donne si sono conquistate hanno incrinato e a volte spezzato le relazioni gerarchiche tra i sessi, rompendo l’ordine simbolico e materiale, che le voleva sottomesse ed ubbidienti. Il moltiplicarsi su scala mondiale dei femminicidi dimostra che la strada della libertà femminile è ancora molto lunga. Il crescere della marea femminista è la risposta ad una violenza che ha i caratteri espliciti di una guerra planetaria alla libertà delle donne, alla libertà dei generi, alla libertà dai generi.\r\nNelle aule dei tribunali la violenza maschile viene declinata come affare privato, personale, accidentale, nascondendone il carattere disciplinare, punitivo, politico.\r\nLe lotte femministe ne fanno riemergere l’intrinseca politicità affinché divenga parte del discorso pubblico, in tutta la propria deflagrante potenza, mettendo in soffitta il paternalismo ipocrita delle quote rosa, delle pari opportunità, dei parcheggi riservati alle donne.\r\nTra i temi di questo 8 marzo di sciopero e lotta, la ferma volontà di rompere il silenzio e l’indifferenza, per sostenere un percorso di libertà, mutuo aiuto e autodifesa contro chi ci vorrebbe inchiodare nel ruolo di vittime.\r\nForte è il rifiuto che la difesa delle donne diventi l’alibi per politiche securitarie, che usino i nostri corpi per giustificare strette disciplinari sull’intera società.\r\n\r\n“Nello stato fiducia non ne abbiamo, la difesa ce la autogestiamo!”\r\n“Lo stupratore non è malato, è il figlio prediletto del patriarcato”\r\n“Siamo la voce potente e feroce di tutte le donne che più non hanno voce!” Questi slogan riempiono la piazza, deflagrano per il corteo.\r\n\r\nTra i tanti interventi quello di una ragazza curda, che ricorda la lotta delle donne di Afrin contro l’invasione turca e il patriarcato. Una studentessa sviluppa una critica alla scuola, dove lo sguardo femminista è quasi sempre assente.\r\n\r\nIn piazza Castello su uno dei tanti monumenti militaristi della città, quello dedicato al duca d’Aosta, in braccio ad uno dei soldati raffigurati viene messa una scopa, uno strofinaccio, un pezzo di tulle rosa.\r\nL’azione è accompagnata da un lungo intervento dal camion.\r\nÉ il momento per parlare delle donne stuprate in guerra, prede e strumento del conflitto. In guerra la logica patriarcale sottesa a torture e stupri è meno dissimulata che in tempi di pace.\r\nDahira nel 1993 aveva 23 anni. Dahira già conosceva il sapore amaro dell’essere donna in una società patriarcale. Era stata ripudiata dal marito, perché non riusciva a dargli dei figli. Una cosa inutile, priva di valore. Ma per lei il peggio doveva ancora venire. In una notte di maggio di 25 anni fa venne spogliata, legata sul cassone di un camion con le braccia e le gambe immobilizzate e stuprata con un razzo illuminante. I torturatori e violentatori erano paracadutisti della Folgore, in missione umanitaria in Somalia. Con cruda ironia la missione Nato, cui l’Italia partecipò si chiamava “Restore hope – restituire la speranza”.\r\nGli stessi parà stanno per sbarcare in Niger per una nuova missione. Questa volta l’obiettivo sono i migranti in viaggio verso l’Europa.\r\nAltri militari saranno in Libia, dove le milizie di Sabratha e Zawija, pagate dallo Stato italiano rinchiudono uomini, donne e bambini in prigioni per migranti, dove tutte le donne vengono stuprate. Gli esecutori sono in Libia, i mandanti sono sulle poltrone del governo italiano.\r\n\r\nIl corteo imbocca via Po e si ferma davanti alla chiesa della SS Annunziata, legata a Comunione e Liberazione. Lì viene appeso uno striscione con la scritta “Preti ed obiettori tremate. Le streghe son tornate!” Prezzemolo e ferri da calza sono lasciati di fronte all’ingresso, per ricordare i tempi dell’aborto clandestino, quando le donne povere abortivano con decotti e ferri da calza, rischiando di morire.\r\nLa chiesa cattolica vorrebbe che le donne che decidono di non avere figli muoiano o vengano trattate da criminali. A quarant’anni dalla legge che ha depenalizzato l’aborto, ma lo ha sottoposto ad una rigida regolamentazione, in molte città italiane abortire è diventato impossibile, perché il 100% dei medici si dichiara obiettore.\r\nPreti ed obiettori vorrebbero inchiodarci al ruolo di madri e mogli. Quest’8 marzo ci trova più agguerrite che mai nella lotta per una maternità libera e consapevole.\r\n\r\nNelle piazze torinesi si è affermato un femminismo capace di obiettivi radicali e pratiche libertarie, vincendo la scommessa non facile dello sciopero femminista, con la buriana elettorale appena dietro le spalle, nel netto rifiuto di essere usate come trampolino per carriere politiche tinte di fucsia.\r\nIn quest’8 marzo è emerso l’intreccio potente tra la dominazione patriarcale e la violenza dello Stato, del capitalismo, delle frontiere, delle religioni.\r\nDi questi tempi non è poco. Un sasso nello stagno, che si allarga e moltiplica le pozze.\r\n\r\nIl corteo vibra dello slogan urlato da tutte “Ma quale Stato, ma quale dio, sul mio corpo decido io!”\r\n\r\nLa marea dilaga in piazza Vittorio dove viene disegnata una matrioska gigante al cui interno vengono lasciate scope, detersivi, grembiuli e strofinacci.\r\n\r\nUn grido potente riempie la piazza “Se non posso ballare non è la mia rivoluzione!”. 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Quest’8 marzo ci trova più agguerrite che mai nella \u003Cmark>lotta\u003C/mark> per una maternità libera e consapevole.\r\n\r\nNelle piazze torinesi si è affermato un femminismo capace di obiettivi radicali e pratiche libertarie, vincendo \u003Cmark>la\u003C/mark> scommessa non facile dello sciopero femminista, con \u003Cmark>la\u003C/mark> buriana elettorale appena dietro le spalle, nel netto rifiuto di essere usate come trampolino per carriere politiche tinte di fucsia.\r\nIn quest’8 marzo è emerso l’intreccio potente tra \u003Cmark>la\u003C/mark> dominazione patriarcale e \u003Cmark>la\u003C/mark> violenza dello Stato, del capitalismo, delle frontiere, delle religioni.\r\nDi questi tempi non è poco. 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Negli ultimi anni i vari governi che si sono succeduti non hanno fatto che ripetere che per uscire dalla crisi erano necessari dei sacrifici, che i soldi non ci sono. Ma i soldi ci sono sempre per gli industriali, per le banche, per le spese militari, mentre per la scuola, per la sanità, per la casa ci sono solo tagli su tagli. Le spese militari quest’anno ammonteranno a 23,4 miliardi, 64 milioni al giorno, il 10% in più rispetto allo scorso anno, mentre altri miliardi sono pronti per salvare il Monte dei Paschi di Siena. Per gli ammortizzatori sociali invece i soldi sembrano non esserci mai, chi riesce ad accedervi non può sperare in più di qualche centinaio di euro mensili per pochissimi mesi. Lo sappiamo bene pure nel nostro territorio, infatti tra Livorno e Piombino sono molti i lavoratori che perderanno entro l’anno anche queste minime briciole. Questo aggraverà ulteriormente la situazione sociale in città, segnata da una profonda crisi occupazionale e da un’emergenza abitativa che l’amministrazione locale tende ad aggravare.\r\nIl nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni, che si è formato dopo le dimissioni dell’ex presidente del consiglio Renzi in seguito all’affermazione del No al referendum costituzionale, si pone in continuità con i governi che lo hanno preceduto. Molti ministeri chiave, in particolare quelli legati alle politiche economiche e sociali, sono guidati dagli stessi personaggi: la conferma di Poletti, Lorenzin, Padoan e Pinotti significa una conferma delle politiche di sfruttamento selvaggio sul lavoro, di tagli e privatizzazione dei servizi dal sociale alla sanità, delle politiche di guerra, riarmo e spese militari. Il nuovo ministro dell’interno Minniti, rispolvera le politiche razziste del governo Berlusconi, annunciando l’apertura di nuovi CIE, veri e propri lager per persone che non hanno i documenti in regola. Anche questo nuovo governo, come quello che lo ha preceduto, è formato sull’accordo centrodestra/centrosinistra, una conferma dell’unità dei diversi schieramenti politici nel portare avanti politiche antipopolari. L’opposizione fatta dai partiti che siedono in parlamento è rappresentata in gran parte da forze politiche che quando hanno avuto modo di governare hanno portato avanti le stesse politiche di rapina e sfruttamento che caratterizzano l’attuale governo.\r\nProprio i partiti responsabili del peggioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro vogliono poi far credere che la colpa della disoccupazione o dell’emergenza abitativa sia degli immigrati.\r\nMolti partiti e partitini infatti trovano sponda nella politica razzista del governo e, utilizzando una propaganda populista, autoritaria e razzista, se non apertamente fascista, strumentalizzano e deviano il malcontento sociale per guadagnare consensi alle elezioni, dividere i lavoratori e sostenere le politiche di sfruttamento e di oppressione.\r\n\r\nIn ogni caso è evidente che nessuna di queste forze politiche può segnare un reale cambiamento delle condizioni in cui ci troviamo a vivere, perché la stabilità di qualsiasi governo sarà legata alla difesa degli interessi, dei privilegi e dei profitti della classe dirigente.\r\n\r\nContro l’arroganza di questo “nuovo” governo pronto ad imporre le vecchie politiche di sfruttamento c’è quindi bisogno di dare una risposta forte da subito.\r\nPer questo e per rafforzare un tessuto di lotta e solidarietà abbiamo organizzato un corteo a Livorno il 18 febbraio, l’appuntamento è alle ore 15 di fronte alla Prefettura, in Piazza Unità d’Italia.\r\n\r\nAssemblea verso il 18 febbraio”","22 Febbraio 2017","2017-02-23 14:52:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/IMG_6193-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"224\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/IMG_6193-300x224.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/IMG_6193-300x224.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/IMG_6193-768x574.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/IMG_6193-1024x765.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Livorno. 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Rappresentazione De-Genere”\r\n\r\nDomenica 8 marzo\r\ngiornata di lotta in giro per la città\r\n\r\nVenerdì 13 marzo\r\nLa truffa della Green Economy\r\nore 21 in corso Palermo 46\r\nInterverrà l’economista Francesco Fricche\r\n\r\nVenerdì 20 marzo\r\nQuestioni di specie\r\nore 21 in corso Palermo 46\r\nInterverrà Massimo Filippi, l’autore del libro\r\nIn risposta all'animalismo da talk show, questo libro sostiene una tesi molto chiara: lo sfruttamento e la messa a morte dei corpi animali sono parte integrante dell'ideologia e delle prassi di potere. La società in cui viviamo utilizza la carne dei non umani (e di chi a questi è equiparato) come materiale da costruzione per le sue architetture gerarchiche, al fine di riprodurre la struttura sacrificale su cui si erge. La risposta a questo orrore non può che tradursi in un antispecismo politico; un antispecismo che dovrebbe ibridarsi con le acquisizioni teoriche e pratiche degli altri movimenti di liberazione e, al contempo, guadagnare credibilità per smascherare l'antropocentrismo che in quelle acquisizioni si annida. Il movimento antispecista non è più chiamato a dimostrare l'inconfutabile sofferenza degli animali, ma a interrogarsi su come realizzare la liberazione dei corpi sensuali. È da qui che potrebbe prendere forma un movimento politico capace di non farsi assorbire nel ventre del sistema.\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","13 Febbraio 2020","2020-02-13 14:19:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/decoro-colori-e1581599857884.jpg","Anarres del 7 febbraio. Ferrovie: i tagli che uccidono. La scuola va in guerra. Foibe: il buio sui crimini fascisti. Pedagogia libertaria e trasformazione sociale...","podcast",1581603112,[218],"http://radioblackout.org/tag/anarres-foibe-pedagogia-sovversiva/",[202],{"post_content":221,"post_title":225},{"matched_tokens":222,"snippet":223,"value":224},[70,71,79],"suo privilegio, continua a condurre \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>lotta\u003C/mark> di classe \u003Cmark>contro\u003C/mark> i poveri.\r\nFilomena “Filo” Sottile","Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. 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Sotto \u003Cmark>la\u003C/mark> maschera compita e sorridente della buona educazione, del buonsenso, dell’ordine c’è il cipiglio severo di chi si è autonominato “persona per bene” e lo sguardo paranoico di chi, dall’alto del suo privilegio, continua a condurre \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>lotta\u003C/mark> di classe \u003Cmark>contro\u003C/mark> i poveri.\r\nFilomena “Filo” Sottile questa volta sviscera il libro \u003Cmark>La\u003C/mark> buona educazione degli oppressi di Wolf Bukowski e si presenta nei duplici panni della punkastorie e della guida turistica alla città decorosa.\r\n\r\nSabato 29 febbraio\r\nOgni scherzo vale!\r\nCarnevale S-catenato per le vie della città\r\nore 13 al Balon – via Borgodora ex Arsenale\r\npartenza della sfilata alle 14,30\r\n\r\nNé dio, né stato né patriarcato. Una settimana di informazione e \u003Cmark>lotta\u003C/mark> transfemminista\r\n\r\nLunedì 2 marzo\r\nore 16,30\r\nSul mio corpo decido io, non lo Stato non il vostro dio\r\npresidio in piazza Vittorio Veneto 10 di fronte alla farmacia Algostino & Demicheli che rifiuta di vendere contraccettivi. \r\nMercoledì 4 marzo\r\nore 16,30\r\npresidio in via Roma vicino alla sede di Repubblica\r\nTi amo da (farti) morire\r\nUccise due volte. \u003Cmark>La\u003C/mark> narrazione che nega e cancella le vite delle donne\r\n\r\nSabato 7 marzo\r\nore15,30\r\nin via Montebello – area pedonale – sotto \u003Cmark>la\u003C/mark> Mole\r\npresidio “Ruoli in gioco. Rappresentazione De-Genere”\r\n\r\nDomenica 8 marzo\r\ngiornata di \u003Cmark>lotta\u003C/mark> in giro per \u003Cmark>la\u003C/mark> città\r\n\r\nVenerdì 13 marzo\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> truffa della Green Economy\r\nore 21 in corso Palermo 46\r\nInterverrà l’economista Francesco Fricche\r\n\r\nVenerdì 20 marzo\r\nQuestioni di specie\r\nore 21 in corso Palermo 46\r\nInterverrà Massimo Filippi, l’autore del libro\r\nIn risposta all'animalismo da talk show, questo libro sostiene una tesi molto chiara: lo sfruttamento e \u003Cmark>la\u003C/mark> messa a morte dei corpi animali sono parte integrante dell'ideologia e delle prassi di potere. \u003Cmark>La\u003C/mark> società in cui viviamo utilizza \u003Cmark>la\u003C/mark> carne dei non umani (e di chi a questi è equiparato) come materiale da costruzione per le sue architetture gerarchiche, al fine di riprodurre \u003Cmark>la\u003C/mark> struttura sacrificale su cui si erge. \u003Cmark>La\u003C/mark> risposta a questo orrore non può che tradursi in un antispecismo politico; un antispecismo che dovrebbe ibridarsi con le acquisizioni teoriche e pratiche degli altri movimenti di liberazione e, al contempo, guadagnare credibilità per smascherare l'antropocentrismo che in quelle acquisizioni si annida. Il movimento antispecista non è più chiamato a dimostrare l'inconfutabile sofferenza degli animali, ma a interrogarsi su come realizzare \u003Cmark>la\u003C/mark> liberazione dei corpi sensuali. È da qui che potrebbe prendere forma un movimento politico capace di non farsi assorbire nel ventre del sistema.\r\n\r\nOgni giorno in giro per \u003Cmark>la\u003C/mark> città…\r\nSalta il Tornello!\r\nCon \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>lotta\u003C/mark>, il mutuo appoggio e \u003Cmark>la\u003C/mark> solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso \u003Cmark>la\u003C/mark> FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":226,"snippet":228,"value":228},[227,80],"La","Anarres del 7 febbraio. Ferrovie: i tagli che uccidono. \u003Cmark>La\u003C/mark> \u003Cmark>scuola\u003C/mark> va in guerra. Foibe: il buio sui crimini fascisti. Pedagogia libertaria e trasformazione sociale...",[230,232],{"field":96,"matched_tokens":231,"snippet":223,"value":224},[70,71,79],{"field":177,"matched_tokens":233,"snippet":228,"value":228},[227,80],2889111916041470000,{"best_field_score":236,"best_field_weight":38,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":237,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":47},"3324294201344","2889111916041470066",6637,{"collection_name":215,"first_q":32,"per_page":190,"q":32},["Reactive",241],{},["Set"],["ShallowReactive",244],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fRycNuURDFIrcnZCtVkjnuQ9cd-0wTumC_anWiJhieZ4":-1},true,"/search?query=lotta+contro+la+scuola+caserma"]