","Strike days!","post",1749649963,[63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/lotte-sindacali/","http://radioblackout.org/tag/prato/","http://radioblackout.org/tag/scioperi/",[67,68,34],"lotte sindacali","Prato",{"post_content":70,"tags":75},{"matched_tokens":71,"snippet":73,"value":74},[72],"sindacali","al raggiungimento di 15 accordi \u003Cmark>sindacali\u003C/mark> in altrettante aziende del distretto","Il giorno successivo al mancato raggiungimento del quorum per i 5 referendum (4 a tema lavoro, 1 a tema cittadinanza), abbiamo chiesto a Arturo, del sindacato di base SuddCobas, di raccontarci l'esperienza degli ultimi anni di lotta nel distretto di Prato e di parlarci dell'ultima iniziativa che ha mobilitato lx lavoratorx del distretto, gli Strike Days. Un’ondata di scioperi e picchetti nei laboratori dello sfruttamento e del lavoro nero del territorio, come i luoghi di confezionamento, stirerie, stamperie, ovvero nelle aziende più invisibili che lavorano conto terzi nelle filiere del pronto-moda, dove lavorano in maniera pressoché esclusiva lavoratorx migranti.\r\n\r\nUn'iniziativa che si inserisce all'interno della campagna \"Primavera 8x5\", che rivendica la giornata lavorativa di 8 ore distribuite su 5 giorni, che ha già portato al raggiungimento di 15 accordi \u003Cmark>sindacali\u003C/mark> in altrettante aziende del distretto tessile-abbigliamento pratese.\r\n\r\nAscolta o scarica l'approfondimento.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/prato_suddcobas.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[76,80,82],{"matched_tokens":77,"snippet":79},[78,72],"lotte","\u003Cmark>lotte\u003C/mark> \u003Cmark>sindacali\u003C/mark>",{"matched_tokens":81,"snippet":68},[],{"matched_tokens":83,"snippet":34},[],[85,90],{"field":37,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[49],[88],[78,72],[79],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":73,"value":74},"post_content",[72],1157451471441625000,{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":49,"score":98,"tokens_matched":97,"typo_prefix_score":49},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",{"document":100,"highlight":119,"highlights":134,"text_match":93,"text_match_info":144},{"cat_link":101,"category":102,"comment_count":49,"id":103,"is_sticky":49,"permalink":104,"post_author":52,"post_content":105,"post_date":106,"post_excerpt":55,"post_id":103,"post_modified":107,"post_thumbnail":108,"post_thumbnail_html":109,"post_title":110,"post_type":60,"sort_by_date":111,"tag_links":112,"tags":116},[46],[48],"95898","http://radioblackout.org/2025/02/corteo-a-prato-e-lotte-nel-distretto-tessile/","Dopo le esplosioni e i pacchi incendiari nei magazzini della logistica tessile di sabato scorso, Prato è scesa in piazza per ribadire che nessunx lavoratorx deve più rischiare la propria vita per guerre e faide che non gli appartengono.\r\n\r\nDalle parole del sindacato Suddcobas: \"Per troppi anni la violenza mafiosa si è potuta consumare nell'invisibilità. Ed era soprattutto l'invisibilità di chi si trovava a subirla.\r\n\r\nLa novità oggi non è la violenza mafiosa, come non lo era sei anni fa il supersfruttamento nel distretto. La novità è che i senza voce oggi hanno voce. Perché insieme abbiamo imparato a fare coro. E lo abbiamo imparato nello stesso momento in cui abbiamo imparato a stringere i nostri corpi davanti ai cancelli delle fabbriche e dei magazzini di questo distretto.\r\n\r\nLa lotta per il lavoro degno e sicuro è lotta antimafia. La lotta antimafia è lotta per il lavoro degno e sicuro, oppure non è.\"\r\n\r\nAbbiamo chiesto a Riccardo, del sindacato Suddcobas, di raccontarci del corteo di sabato e degli ultimi sviluppi e scioperi nel distretto di Prato. Ascolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/prato.mp3\"][/audio]","24 Febbraio 2025","2025-02-24 18:21:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/480634080_1150459283537812_6858316800613826116_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/480634080_1150459283537812_6858316800613826116_n-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/480634080_1150459283537812_6858316800613826116_n-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/480634080_1150459283537812_6858316800613826116_n-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/480634080_1150459283537812_6858316800613826116_n-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/480634080_1150459283537812_6858316800613826116_n-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/480634080_1150459283537812_6858316800613826116_n.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Corteo a Prato e lotte nel distretto tessile",1740421145,[113,63,114,64,115],"http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/picchetto/","http://radioblackout.org/tag/suddcobas/",[25,67,117,68,118],"picchetto","suddcobas",{"post_title":120,"tags":123},{"matched_tokens":121,"snippet":122,"value":122},[78],"Corteo a Prato e \u003Cmark>lotte\u003C/mark> nel distretto tessile",[124,126,128,130,132],{"matched_tokens":125,"snippet":25},[],{"matched_tokens":127,"snippet":79},[78,72],{"matched_tokens":129,"snippet":117},[],{"matched_tokens":131,"snippet":68},[],{"matched_tokens":133,"snippet":118},[],[135,141],{"field":37,"indices":136,"matched_tokens":138,"snippets":140},[137],1,[139],[78,72],[79],{"field":142,"matched_tokens":143,"snippet":122,"value":122},"post_title",[78],{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":49,"score":98,"tokens_matched":97,"typo_prefix_score":49},{"document":146,"highlight":167,"highlights":172,"text_match":175,"text_match_info":176},{"cat_link":147,"category":148,"comment_count":49,"id":149,"is_sticky":49,"permalink":150,"post_author":52,"post_content":151,"post_date":152,"post_excerpt":55,"post_id":149,"post_modified":153,"post_thumbnail":154,"post_thumbnail_html":155,"post_title":156,"post_type":60,"sort_by_date":157,"tag_links":158,"tags":163},[46],[48],"87517","http://radioblackout.org/2024/02/lavoratori-e-studenti-italiani-in-sciopero-per-la-palestina/","Nella giornata del 23 febbraio sono stati indetti dai sindacati di base scioperi e picchetti in tutta Italia, anche in vista della manifestazione nazionale, lanciata in data 24 febbraio a Milano, ore 14.30 da Piazza Loreto.\r\n\r\nLe proteste, che si inseriscono in mobilitazioni di scala internazionale che ha toccato più di trenta paesi, sono state indette per chiedere il cessate il fuoco permanente e la fine delle aggressioni a Gaza. Alle azioni di solidarietà al popolo palestinese hanno aderito personale sanitario, svariati comparti della logistica, settori degli uffici pubblici, scuole e università di molte città Italiane tra cui si contano Bologna, Genova, Roma, Brescia e molte altre. Non da ultimo Torino e Napoli con cui ci siamo messi in collegamento diretto.\r\n\r\nDue giornate di lotta che intendono segnare un legame preciso tra il genocidio perpetrato in Palestina, a Gaza e un'escalation bellica e bellicistica a livello globale, finanziata dagli interessi economici di industrie e istituti bancari. Viene sottolineato che manifestare contro il conflitto globale in atto, definito anche guerra imperialista, sia fondamentale per ogni componente della nostra società e non di meno per le lotte sindacali. La militarizzazione globale è infatti costruita sulle spalle dei lavoratori, oltre che sui corpi delle vittime che miete.\r\n\r\nAbbiamo sentito Alessandro e Mahmoud di Si Cobas in picchetto al Carrefour di Rivalta indetto insieme al coordinamento Torino per Gaza. Il presiedo è poi andato a convergere con l'assemblea lanciata dagli studenti e Progetto Palestina nella sede universitaria di Palazzo Nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/SiCobasCarrefourPalestina-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nEddi dei Si Cobas ci ha raccontato del blocco e delle sanzioni che i lavoratori hanno attuato all'ingresso dell'industria bellica Leonardo S.p.a. (ex Finmeccanica). Il collegamento è proseguito con Guglielmo Kane dirigente del partito Obrero Argentino, presente a Napoli come alleato internazionalista, che ci ha raccontato delle mobilitazioni in Argentina e dei 500 picchetti in tutto il paese.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/NapolileonardoPalestina.mp3\"][/audio]","23 Febbraio 2024","2024-02-23 22:47:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Immagine-23-02-24-19.03-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"197\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Immagine-23-02-24-19.03-300x197.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Immagine-23-02-24-19.03-300x197.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Immagine-23-02-24-19.03-1024x674.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Immagine-23-02-24-19.03-768x505.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Immagine-23-02-24-19.03-1536x1011.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Immagine-23-02-24-19.03.jpg 1643w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lavoratori e studenti italiani in sciopero per la Palestina",1708728475,[159,160,161,65,162],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/corteo-nazionale/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/si-cobas/",[164,165,166,34,32],"antimilitarismo","corteo nazionale","palestina",{"post_content":168},{"matched_tokens":169,"snippet":170,"value":171},[78,72],"non di meno per le \u003Cmark>lotte\u003C/mark> \u003Cmark>sindacali\u003C/mark>. 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Non da ultimo Torino e Napoli con cui ci siamo messi in collegamento diretto.\r\n\r\nDue giornate di lotta che intendono segnare un legame preciso tra il genocidio perpetrato in Palestina, a Gaza e un'escalation bellica e bellicistica a livello globale, finanziata dagli interessi economici di industrie e istituti bancari. Viene sottolineato che manifestare contro il conflitto globale in atto, definito anche guerra imperialista, sia fondamentale per ogni componente della nostra società e non di meno per le \u003Cmark>lotte\u003C/mark> \u003Cmark>sindacali\u003C/mark>. La militarizzazione globale è infatti costruita sulle spalle dei lavoratori, oltre che sui corpi delle vittime che miete.\r\n\r\nAbbiamo sentito Alessandro e Mahmoud di Si Cobas in picchetto al Carrefour di Rivalta indetto insieme al coordinamento Torino per Gaza. 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Il campeggio ha visto le giovani generazioni del movimento di lotta contro il cambiamento climatico confrontarsi per due giorni sulle tematiche e le contraddizioni che interrogano e intersecano quelle istanze con quelle della lotta sul lavoro, le migrazioni, l'utilizzo delle risorse e l'energia, l'eco-trans-femminismo, le disabilità, l'internazionalismo e le proposte di autonomia.\r\n\r\n(qui il link sui dibattiti svoltisi)\r\n\r\n \r\n\r\n26 luglio (primo giorno di dibattiti)\r\n\r\nI dibattiti del primo giorno si sono concentrati sul rapporto tra lotte ambientali e lotte sindacali, sul rapporto corpi e territori e sulle forme del nuovo internazionalismo.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo scambiato qualche parola con Snoopo, del collettivo di fabbrica GKN\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_26_7_22_GKN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nEstratto dell'intervento di un altro compagno del collettivo GKN\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_26_7_22_intervento_GKN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLuca (SìCobas Prato)\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_26_7_22_Luca_Prato.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUn'Intervista con Emanuele Leonardi, a commento della discussione sul nesso (lotte sul) Lavoro-Ecologia\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/record20220726173305.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon una compagna di Ecologia Politica Palermo abbiamo fatto qualche considerazione sul Camp e sul dibattito dell'indomani sull'energia\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_26_7_22_EcolPol_PAlermo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nEstratto dall'intervento di una compagna indonesiana della Global Alliance of the Youth\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_26_7_22_Indonesia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n27 luglio (secondo giorno di dibattiti)\r\n\r\nI temi al centro della seconda giornata di incontri sono stati l'energia e la convergenza tra lotte ecologiche e anti-specismo\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo fatto due chiacchiere con Ingrid, giovane attivista ambientalista francese\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_27_7_22_Ingrid_FRance.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nLe impressioni di uno studente romano del movimento della Lupa\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_27_7_22_Lupa_Roma.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUna chiacchierata sui temi dell'Energia, delle finte transizioni e dell'emergenza climatica con Alessandro di ReCommon (audio disturbato)\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_27_7_22_Recommon.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n28 luglio (terzo giorno di dibattiti)\r\n\r\n \r\n\r\nAl centro dell'ultimo giorno di discussioni si è discusso del rapporto tra emergenza climatica e migrazioni, agro-business e diritto all'acqua pubblica\r\n\r\n \r\n\r\nCon Virginia di Catania abbiamo fatto qualche considerazioni sui lavori del Camp, facendoci raccontare dell'iniziativa del giorno prima (occupazione blocco dell'ingresso dell'autostrada Torino-Milano)\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_28_7_22_Virginia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAntonio della fattoria occupata Mondeggi\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_28_7_22_Mondeggi.mp3\"][/audio]","28 Luglio 2022","2022-07-28 14:12:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/Schermata-del-2022-07-28-12-35-40-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"154\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/Schermata-del-2022-07-28-12-35-40-300x154.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/Schermata-del-2022-07-28-12-35-40-300x154.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/Schermata-del-2022-07-28-12-35-40-768x394.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/Schermata-del-2022-07-28-12-35-40.png 829w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Climate Social Camp: report dai giorni di dibattito e iniziative",1659017504,[],[],{"post_content":197},{"matched_tokens":198,"snippet":199,"value":200},[78,78,72],"rapporto tra \u003Cmark>lotte\u003C/mark> ambientali e \u003Cmark>lotte\u003C/mark> \u003Cmark>sindacali\u003C/mark>, sul rapporto corpi e territori","Il Climate Social Camp, svoltosi al Parco della Colletta di Torino dal 25 al 28 luglio, ha visto la partecipazione di diverse centinaia di giovani ambientalisti provenienti dai quattro angoli dell'Europa, con significative presenze dal Sud globale, in particolare dei MAPA (Most Affected Peoples and Areas), le popolazioni e i luoghi maggiormente colpiti dagli effetti nefasti della crisi climatica.\r\n\r\nL'appuntamento doveva tenersi nell'estate del 2020 ma lo scoppio della pandemia ne ha bloccato o svolgimento per due anni. Il campeggio ha visto le giovani generazioni del movimento di lotta contro il cambiamento climatico confrontarsi per due giorni sulle tematiche e le contraddizioni che interrogano e intersecano quelle istanze con quelle della lotta sul lavoro, le migrazioni, l'utilizzo delle risorse e l'energia, l'eco-trans-femminismo, le disabilità, l'internazionalismo e le proposte di autonomia.\r\n\r\n(qui il link sui dibattiti svoltisi)\r\n\r\n \r\n\r\n26 luglio (primo giorno di dibattiti)\r\n\r\nI dibattiti del primo giorno si sono concentrati sul rapporto tra \u003Cmark>lotte\u003C/mark> ambientali e \u003Cmark>lotte\u003C/mark> \u003Cmark>sindacali\u003C/mark>, sul rapporto corpi e territori e sulle forme del nuovo internazionalismo.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo scambiato qualche parola con Snoopo, del collettivo di fabbrica GKN\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_26_7_22_GKN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nEstratto dell'intervento di un altro compagno del collettivo GKN\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_26_7_22_intervento_GKN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLuca (SìCobas Prato)\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_26_7_22_Luca_Prato.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUn'Intervista con Emanuele Leonardi, a commento della discussione sul nesso (\u003Cmark>lotte\u003C/mark> sul) Lavoro-Ecologia\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/record20220726173305.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon una compagna di Ecologia Politica Palermo abbiamo fatto qualche considerazione sul Camp e sul dibattito dell'indomani sull'energia\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_26_7_22_EcolPol_PAlermo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nEstratto dall'intervento di una compagna indonesiana della Global Alliance of the Youth\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_26_7_22_Indonesia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n27 luglio (secondo giorno di dibattiti)\r\n\r\nI temi al centro della seconda giornata di incontri sono stati l'energia e la convergenza tra \u003Cmark>lotte\u003C/mark> ecologiche e anti-specismo\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo fatto due chiacchiere con Ingrid, giovane attivista ambientalista francese\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_27_7_22_Ingrid_FRance.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nLe impressioni di uno studente romano del movimento della Lupa\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_27_7_22_Lupa_Roma.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUna chiacchierata sui temi dell'Energia, delle finte transizioni e dell'emergenza climatica con Alessandro di ReCommon (audio disturbato)\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_27_7_22_Recommon.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n28 luglio (terzo giorno di dibattiti)\r\n\r\n \r\n\r\nAl centro dell'ultimo giorno di discussioni si è discusso del rapporto tra emergenza climatica e migrazioni, agro-business e diritto all'acqua pubblica\r\n\r\n \r\n\r\nCon Virginia di Catania abbiamo fatto qualche considerazioni sui lavori del Camp, facendoci raccontare dell'iniziativa del giorno prima (occupazione blocco dell'ingresso dell'autostrada Torino-Milano)\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_28_7_22_Virginia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAntonio della fattoria occupata Mondeggi\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/climate_28_7_22_Mondeggi.mp3\"][/audio]",[202],{"field":91,"matched_tokens":203,"snippet":199,"value":200},[78,78,72],{"best_field_score":177,"best_field_weight":178,"fields_matched":137,"num_tokens_dropped":49,"score":179,"tokens_matched":97,"typo_prefix_score":49},{"document":206,"highlight":227,"highlights":232,"text_match":175,"text_match_info":235},{"cat_link":207,"category":208,"comment_count":49,"id":209,"is_sticky":49,"permalink":210,"post_author":211,"post_content":212,"post_date":213,"post_excerpt":55,"post_id":209,"post_modified":214,"post_thumbnail":215,"post_thumbnail_html":216,"post_title":217,"post_type":60,"sort_by_date":218,"tag_links":219,"tags":223},[46],[48],"52931","http://radioblackout.org/2019/03/cosa-succede-in-algeria/","info2","In Algeria c’è una protesta su larghissima scala, per una volta non solo ad Algeri ma quasi in tutti i capoluoghi di provincia. Una protesta popolare, trasversale e pacifica per l’annullamento della candidatura del Presidente Abdelaziz Bouteflika al quinto mandato alla testa della Repubblica algerina.\r\nLa protesta lanciata via internet e social media da fonti sconosciute è sostenuta e co-organizzata sia da anonimi cittadini, sia da movimenti della società civile, sia da partiti e organizzazioni politiche. Ma sembra (se non sostenuta) almeno guardata favorevolmente da una buona parte del complesso sistema politico-economico-militare al potere in Algeria.\r\nNe abbiamo parlato con Karim Metref, insegnante, blogger di origine cabila, che da molti anni vive a Torino\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-05-metref-algeria.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci di un articolo scritto da Karim\r\n\r\n“Perché adesso, dopo tutti questi anni di silenzio?\r\nIn realtà l’Algeria non è mai stata e mai sarà un paese “tranquillo”. Le proteste, le sommosse, le contestazioni anche violente del potere imposto e dei suoi rappresentanti regionali e locali fanno parte della vita quotidiana in Algeria. E questo sin dai primi anni dell’indipendenza, ottenuta, ricordiamo, nel 1962 dopo sette anni di una guerra terribile che ha portato via centinaia di migliaia di persone.\r\nLotte per i diritti economici, lotte per i diritti culturali delle popolazioni amazigh, lotte sindacali, per la casa, per un lavoro e reddito… La scena politica e sociale algerina è sempre stata una delle più calde del Sud del Mediterranneo.\r\n\r\nQuello che gli altri paesi dell’area sud del mediterraneo vivono nel 2011, l’Algeria lo vive già nel 1988. Il 5 ottobre 1988 il paese si solleva e mette fine al sistema del partito unico. “L’Ottobre 88” è seguito da una stagione straordinaria di libertà e pluralità culturale e politica. Ma il sogno finisce in un incubo che inizia con il colpo di stato che annulla le elezioni vinte al primo turno dal Fronte Islamico della Salvezza (FIS). Il paese versa in una terribile guerra civile che dura quasi 15 anni.\r\nNel 1998, arrivano i primi accordi per mettere fine al conflitto armato e con essi arriva Abdelaziz Bouteflika. E’ imposto sia agli islamisti che ai generali dell’esercito come garante degli accordi di pace che prevedono fine dei conflitti, nessuna inchiesta e nessun processo per i numerosi crimini contro l’umanità commessi dai due campi, in cambio del rientro delle multinazionali nello sfruttamento degli enormi giacimenti di petrolio e gas del paese.\r\n\r\nDopo questa intronizzazione un po’ forzata, l’uomo ha saputo manovrare molto bene. Non è stato una marionetta qualsiasi e ha giocato così bene che da outsider dei clan al potere, ha creato un suo clan fatto di familiari (fratello in primo piano), parenti, amici, complici di vita e di politica… Ed è riuscito a mettere in panchina tutti gli altri. Aiutato dall’aumento spettacolare dei prezzi del greggio negli anni del suo primo e secondo mandato è riuscito anche a eliminare ogni forma di opposizione giocando semplicemente con i petrodollari.\r\nCosì ha potuto mandare in pensione i potentissimi generali degli anni novanta e ha avuto la forza per cambiare la costituzione e fare invece di due, ben quattro mandati.\r\n\r\nIl problema è che nel 2013, poco prima di ripresentarsi per il quarto mandato, si è ammalato. Ha avuto un ictus che l’ha ridotto in uno stato di quasi totale incapacità, che negli anni nonostante le costosissime cure negli ospedali francesi e le cliniche svizzere, è andata peggiorando. Oggi non non è nemmeno più in grado di intendere né di volere.\r\n\r\nL’altro grande problema è la caduta libera del prezzo del petrolio. Con un ritmo di consumi calcolato su un petrolio a più di $ 110 al barile, e i prezzi crollati dopo le “Primavere arabe” a volte anche sotto i $ 30 e comunque non risalendo mai oltre $ 75 – 80 da anni, il paese non è al collasso perché non ha debiti importanti e aveva fino a poco importanti riserve di denaro. Ma l’economia algerina è ancora fortemente dipendente dalle esportazioni di idrocarburi e il potere di Bouteflika è anch’esso dipendente dalla redistribuzione della manna petroliera. Con il crollo delle entrate crollano anche gli equilibri politici costruiti negli anni dopo la guerra civile, con larghe concessioni salariali, sociali e un massivo programma di edilizia pubblica e importanti benefici garantiti ai signori della politica e della guerra.\r\n\r\nE’ chiaro che il paese ha bisogno di una svolta politica.\r\nMa nel clan presidenziale, detto « Clan di Nedroma », dal nome della piccola cittadina sul confine ovest del paese dal quale è originario il presidente e la maggioranza dei baroni del potere attuale (ministri, governatori di province, ex-capo della polizia, personaggi chiave del ministero dell’energia…) non c’è nessuno che ha lo stesso calibro politico. Nemmeno il fratello Said: nessuno. Tutti semplici parassiti politici che vivono fin che vive lui. Se cade cadono tutti e rischiano anche di farsi male. Perché hanno veramente saccheggiato il paese: più vedono avvicinarsi la loro fine e più diventano voraci. E più l’opinione pubblica e i clan rivali si caricano di rabbia e rancori nei loro confronti.\r\nMa nell’illusione di mantenersi ancora al potere all’ombra di una quercia ormai crollata, hanno osato candidare un Bouteflika moribondo a un 5° mandato. Andando a fare campagna elettorale con il suo ritratto ufficiale. Come fosse una icona bizantina. L’hanno fatto nonostante petizione, appelli e dichiarazioni sia da parte della società civile sia da parte di molti esponenti politici dentro e fuori dal sistema.\r\n\r\nE’ questo sentimento di rabbia di fronte a una situazione che mescola prepotenza e ridicolo che la gente ha cominciato a mobilitarsi via internet per poi uscire tutti insieme nelle piazze di quasi tutto il paese.\r\n\r\nChi è quella gente uscita per le strade?\r\nLa gente uscita per le strade di Algeri e delle province del paese il 22 febbraio e i giorni successivi è di tutte le età, tutte le estrazioni culturali, sociali ed economiche. Arabofoni, Amazigh, islamisti, laici, nazionalisti, modernisti… C’era di tutto. Gli appelli sono giunti da varie parti. Sui social media, sui siti dell’opposizione.\r\n\r\nAlcuni famosi attivisti, personaggi famosi dei media sociali, facebooker, youtuber, e alcune persone interessate a candidarsi alla carica suprema, hanno messo la loro faccia, pagine facebook, account twitter… Gruppi politici, associazioni, sindacati. Ognuno con le proprie idee, ma tutti raccolti intorno a uno slogan unico: No al 5° mandato. Bouteflika deve andare via!\r\nAlcuni lo accusano lui e il suo clan di tutti i mali di cui soffre il paese. Altri si accontentano di sottolineare il suo stato di salute e chiedono al suo entourage di liberarlo e di non tenere in ostaggio un uomo stanco e malato.\r\nMa l’attitudine «tranquilla» delle forze dell’ordine, ci sono stati arresti e qualche intervento in piazza ma niente in confronto con le manifestazioni degli ultimi 20 anni, e la copertura favorevole da parte di alcuni media privati, lasciano supporre una benevolenza di vari settori del sistema. Il potente capo dello Stato Maggiore, Il Generale-Maggiore Gaid Salah, si è espresso in sostegno di Bouteflika. Ma sembra solo una posizione per rassicurare sul fatto che ciò che succede non è la premessa per un colpo di stato.\r\n\r\nCosa vuole questa gente?\r\nCome successo nelle altre proteste della primavera araba, oltre il « dégage! » chiaro e netto rivolto al potente di turno, non ci sono proposte precise, nessun progetto di società comune. Nessun programma. Solo un comune e forte sentimento di misura colma. Barakat! Basta!\r\n\r\nCosa può succedere adesso?\r\nSe non si trova una via ragionevole, se l’entourage del presidente persevera nella sua follia, allora la strada è aperta per qualsiasi cosa: 5° mandato che verserà il paese in una profonda depressione, colpo di stato dei militari, inizio delle violenze in piazza con scenari che conosciamo e che abbiamo visto all’opera in altri paesi…”","5 Marzo 2019","2019-03-05 16:39:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"205\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb-300x205.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb-300x205.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb-768x526.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb-1024x701.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cosa succede in Algeria?",1551803803,[220,221,222],"http://radioblackout.org/tag/algeria/","http://radioblackout.org/tag/bouteflika/","http://radioblackout.org/tag/karim-metref/",[224,225,226],"Algeria","Bouteflika","karim metref",{"post_content":228},{"matched_tokens":229,"snippet":230,"value":231},[78,72],"diritti culturali delle popolazioni amazigh, \u003Cmark>lotte\u003C/mark> \u003Cmark>sindacali\u003C/mark>, per la casa, per un","In Algeria c’è una protesta su larghissima scala, per una volta non solo ad Algeri ma quasi in tutti i capoluoghi di provincia. 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E più l’opinione pubblica e i clan rivali si caricano di rabbia e rancori nei loro confronti.\r\nMa nell’illusione di mantenersi ancora al potere all’ombra di una quercia ormai crollata, hanno osato candidare un Bouteflika moribondo a un 5° mandato. Andando a fare campagna elettorale con il suo ritratto ufficiale. Come fosse una icona bizantina. L’hanno fatto nonostante petizione, appelli e dichiarazioni sia da parte della società civile sia da parte di molti esponenti politici dentro e fuori dal sistema.\r\n\r\nE’ questo sentimento di rabbia di fronte a una situazione che mescola prepotenza e ridicolo che la gente ha cominciato a mobilitarsi via internet per poi uscire tutti insieme nelle piazze di quasi tutto il paese.\r\n\r\nChi è quella gente uscita per le strade?\r\nLa gente uscita per le strade di Algeri e delle province del paese il 22 febbraio e i giorni successivi è di tutte le età, tutte le estrazioni culturali, sociali ed economiche. 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Qualcuno ha sparato da lunga distanza. Altri due uomini, Madiheri Drame, 30 anni, e Madoufoune Fofana, 27 anni, sono stati feriti. Si trovavano all’entrata dell'ex Fornace, una fabbrica abbandonata, alla ricerca di vecchie lamiere e altro materiale utile per costruire un riparo di fortuna dove riposarsi dal lavoro nei campi. Era uno dei tanti braccianti che si spaccano la schiena nelle campagne per pochi euro, per raccogliere le arance che troviamo a caro prezzo nei supermercati. Era attivo nelle lotte sindacali, lì in quelle campagne, nella piana di Gioia Tauro.\r\n\r\nStamattina con cartelli improvvisati, striscioni e qualche bandiera dell'Usb, i migranti si sono mossi in corteo verso il comune di San Ferdinando: \"Qui ci ammazzano come animali, solo perché siamo africani\". 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La barbarie di un paese che, insieme agli altri sodali dell'Unione europea, spinge sul pedale della guerra e prova ad utilizzare la leva militare per rilanciare l'economia.\r\nLa barbarie di uno Stato che dietro l'ipocrita tema della sicurezza introduce un vero e proprio Stato di polizia prevedendo 14 nuove fattispecie di reato e 9 aggravanti al fine di colpire le lotte sindacali, le lotte sociali e le proteste ambientali. Una chiusura del cerchio che dimostra inequivocabilmente il legame che tiene insieme i mille volti della barbarie della guerra. \r\n\r\nPer questo abbiamo definito la guerra un \"sistema\" e per questo lo sciopero generale del 20 giugno e la manifestazione nazionale a Roma del 21 giugno, costituiscono due appuntamenti che vogliono scardinare quel sistema nelle sue diverse declinazioni. Lo abbiamo fatto in questi anni dietro lo slogan \"Alzate i salari, abbassate le armi\" con cortei e manifestazioni o con azioni dirette,\r\nbloccando le navi della morte che trasportano armi e munizioni, come avvenuto nuovamente in questi giorni al porto di Genova.\r\n\r\n Lo dovremo fare tutti insieme lavoratrici e lavoratori, studenti e attivisti sociali con lo sciopero generale del 20 giugno e la manifestazione del giorno dopo: una marea dovrá invadere il nostro paese contro i massacri in Palestina, contro la folle corsa al riarmo e contro la devastazione sociale prodotta da decenni di moderazione salariale. Una risposta a chi rappresenta come condizione ineluttabile la barbarie della guerra e le sue drammatiche implicazioni.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/F_m_10_06_Enzo-Miccoli-USB-Torino-su-Sciopero-generale-del-20-giugno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è ruotato attorno all'evento che si terrà il 12 giugno a Palazzo Nuovo, \"Torino cambia lavoro\", abbiamo avuto ospite al telefono Alessandro, uno degli organizzatori dell'iniziativa. Da lui ci siamo fatti raccontare il prezioso lavoro d'inchiesta, che come redazione di InfoAut, hanno iniziato a compiere sui lavoratori delle fabbriche del territorio torinese, arrivando ad operai della Lear, della Mopar, della Stellantis, della Leonardo eccetera, coi quali si è poi deciso di lanciare un momento che mettesse sia in dialogo le diverse criticità e lotte in corso nei vari stabilimenti, che per ragionare su problemi comuni del comparto e della de industrializzazione in generale. Oltre al fondamentale punto di vista dei lavoratori, giovedì 12 verrà anche presentata l'inchiesta curata da M. Alberti, redattore di Radio Popolare Network, sulla riconversione della produzione per materiale bellico e dual/use, mettendo sul piatto del dibattito l'aspetto politico e morale dei lavoratori che và oltre i loro specifici interessi personali. Infine ci siamo fatti dire da Alberto dove si possono leggere le inchieste messe da loro in campo fino ad ora\r\n\r\ncosì da poter arrivare preparati e preparate all'incontro che si terrà alle h 18 a Palazzo Nuovo a Torino il 12 giugno.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/F_m_10_06_Alessandro-organizzatore-dellevento-Torino-cambia-lavoro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nContinuiamo con la serie podcast \"Dietro alla lavagna\", realizzata da Radio Blackout e dal Sindacato Sociale di Base, per andare a sondare le trasformazioni avvenute e tutt'ora in atto nel mondo della scuola. In questa seconda puntata Serena Tusini, intervista Barbara Bertani, docente, per esplorare un aspetto conosciuto da tutti ma da pochi nel dettaglio: i test invalsi.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Dietro-alla-lavagna-pt.2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","19 Giugno 2025","2025-06-19 21:05:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/csm_sciopero_20.06_e_manifestazione_21.06_a652c39fad-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 10/06/2025",1750367126,[389],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[293],{"post_content":392},{"matched_tokens":393,"snippet":394,"value":395},[78,72,78],"al fine di colpire le \u003Cmark>lotte\u003C/mark> \u003Cmark>sindacali\u003C/mark>, le \u003Cmark>lotte\u003C/mark> sociali e le"," \r\n\r\n\r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enzo Miccoli della federazione USB di Torino sullo sciopero generale del 20/06/25 e manifestazione a Roma del 21/06/25.\r\n\r\nLe barbarie della guerra sono il comune denominatore che accomuna l'indizione Dello sciopero anche con i sindacati CUB, SICOBAS e SGB, infatti in un comunicato del sindaco si legge:\r\n\"La barbarie del genocidio perpetrato dallo Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese e degli spari sulla folla accalcata per accaparrarsi gli aiuti umanitari.\r\nLa barbarie di uno Stato che abdica alla sua funzione di assicurare la tenuta sociale del paese attraverso salari dignitosi e servizi pubblici per tutti e punta, invece, sul vertiginoso aumento delle spese militari. 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Anche in streaming. \r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-12-02-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nVoci dalle piazze dello sciopero generale lanciato dal sindacalismo di base.\r\nLe dirette da Roma, Palermo, Torino, Milano, Pisa, Bologna, Trieste, Modena…\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci dall’appello per lo sciopero:\r\n“In Italia, unico tra i Paesi dell’OCSE ove i salari sono più bassi di 30 anni fa, l’aumento generalizzato dei prezzi dei beni di prima necessità e delle bollette di luce e gas, insieme all’esplodere della inflazione ormai sopra l’11% (…il 15% per le classi popolari), stanno portando milioni di persone sotto la soglia di povertà.\r\nÈ in tale contesto che gran parte dei sostegni sono andati alle grandi imprese anziché ai lavoratori, ai pensionati e ai disoccupati mentre si è registrato un clamoroso incremento della spesa militare. (...)\r\nÈ ora di organizzarsi e mobilitarsi contro la guerra, contro il carovita e per fermare l’attacco ai salari e l’aumento delle disuguaglianze sociali. Altro che flat tax, taglio del cuneo fiscale, cancellazione del reddito di cittadinanza e riduzione dei servizi pubblici, controriforma della scuola e ulteriore taglio della sanità pubblica: serve che si colpiscano i grandi patrimoni accumulati per decenni; la crisi non dev’essere più pagata dai lavoratori, dai disoccupati e dalle classi subalterne, ma dai padroni e dal grande capitale industriale e finanziario, che in questi anni ha continuato ininterrottamente a fare profitti e ad arricchirsi.\r\nMentre la speculazione impazza e si porta via più di 40 miliardi solo con gli extraprofitti sul gas, ci raccontano che non ci sono le risorse per difendere i nostri salari e i nostri stipendi: nel frattempo, i governi passati e presenti (ieri Draghi, oggi Meloni) reprimono e criminalizzano le lotte sociali e sindacali. È ora di dire basta!\r\nL’escalation bellica e l’incombente pericolo di utilizzo di armi tattiche nucleari ci devono spingere ad agire, qui ed ora, contro la guerra, e per imporre lo stop all’invio di armi in Ucraina. Senza la pace sarà molto difficile poter uscire da una crisi economica che viene pagata, come sempre, dai lavoratori e dai ceti meno abbienti in tutta Europa. (…)\r\n\r\nRojava. L’attacco turco, la solidarietà dei movimenti\r\n“Nella notte del 9 novembre le terre del Rojava e del sud del Kurdistan sono state bombardate dagli aerei del TSK (Esercito Turco). Le YPG hanno annunciato che il centro della città di Kobane, un ospedale sulla collina di Miştenur, la foresta di Kobane, una centrale elettrica, i granai e molti villaggi sono stati bombardati. Gli invasori, che non hanno ottenuto risultati con le armi chimiche e con numerose operazioni di invasione per mesi, hanno diretto questa volta i loro sforzi contro il Rojava, la terra della rivoluzione.”\r\nQuesto l’incipit del comunicato del gruppo/rivista Karala di Ankara sull’avvio dei bombardamenti su Kobane.\r\nOggi la Turchia, che utilizza armi vendute anche dall’Italia, vuole riportare indietro le lancette, distruggere il processo rivoluzionario iniziato nel 2012, massacrare e costringere all’esilio le popolazioni curdofone.\r\nIl progetto neottomano di Erdogan riprende slancio, grazie all’appoggio offerto dall’Unione Europea, che paga perché i profughi di guerra vengano trattenuti in Turchia, e al ruolo di mediatore nella guerra in Ucraina che Erdogan si è scavato in questi mesi.\r\nIn questi giorni in ogni dove ci sono state iniziative in sostegno all’esperienza del confederalismo democratico.\r\nNe abbiamo parlato con Dario, un compagno che conosce bene la situazione nell’area. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree del confederalismo democratico in Rojava - Siria del Nord - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11 in piazza del mercato\r\n\r\nVenerdì 16 dicembre\r\nCena antinatalizia\r\nore 20 in corso Palermo 46\r\nCibo vegano, buon vino, esposizione spettacolare del nostro pres-empio: porta la tua statuetta che lo costruiamo insieme\r\nBenefit lotte antimilitariste\r\nDa ciascuno come può, più che può...\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","3 Dicembre 2022","2022-12-03 13:30:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/clifford-harper-05-col2-200x110.jpg","Anarres del 2 dicembre. 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Dino Frisullo, storia di un militante avido di conoscenza e d'amore, vissuto e morto povero e curioso.\"\r\n\r\n(curato da Senzaconfine. Edizioni Red Star Press, 2023 - 358 pagine)\r\n\r\nCon in studio:\r\n\r\nAlessia Montuori (dell'associazione Senzaconfine) e Aldo Canestrari.\r\n\r\nCon in diretta telefonica:\r\n\r\nAshraf Haj Yahya (della comunità Palestinese che ha conosciuto Dino) e Yilmaz Orkan dell'associazione Uiki (della comunità Curda che ha conosciuto Dino).\r\n\r\nCurato e condotto da:\r\n\r\n\r\nLo staff della trasmissione Frittura Mista alias Radio Fabbrica\r\n\r\n \r\n\r\nDino ha dato un nome alle cose.\r\nE da quei nomi ha fatto partire esperienze che sono sopravvissute alla sua vita diventando dei riferimenti delle lotte di migranti e richiedenti asilo in Italia.\r\n\r\nHa dato un nome al piazzale dove si trova a Roma il Centro Ararat (centro nazionale di tutto l'attivismo del popolo Curdo): Largo Frisullo.\r\n\r\nHa dato un nome alle barche dei migranti \"Frisonullo\": gli stessi migranti Curdi negli anni novanta scrivevano il suo nome con la vernice sulle barche... alle denunce che il treno per la pace «Musa Anter» nel 1997 portava agli occhi del mondo: gli abusi dello stato turco contro il Bakur, il Kurdistan in Turchia, devastato da una campagna militare che ha raso al suolo interi villaggi... al Newroz di Diyarbakir represso nel sangue... tutto pagato da Dino a caro prezzo con la detenzione per quaranta giorni in Turchia.\r\n\r\n \r\n\r\nI fili della sua vita li tesse l'associazione Senzaconfine in questo libro a 20 anni dalla morte, il 5 giugno 2003 a Perugia.\r\n\r\nLeggendo il libro si nota che in ognuno dei passaggi compiuti da Dino, in tutte le terre attraversate e le battaglie ideate/condivise emerge l'impellenza di un approccio superiore al piano nazionale: LA BATTAGLIA è DI TUTTI O NON LO è. Dalle prime esperienze politiche e di militanza baresi fino al medio oriente passando per la dirigenza di Avanguardia Operaia e poi Democrazia Proletaria o nell'impegno nelle lotte ambientaliste, antimilitariste e sindacali. Sempre attento alle vicende internazionali, dalla Palestina al Kurdistan e a quelle delle persone migranti. Nel libro è possibile riannodare i fili che portano all'origine dei movimenti antirazzisti in Italia, che Frisullo con altri pionieri ha contribuito a mettere in moto. Poi c'è il coordinamento antirazzista nazionale, l'opposizione senza compromessi ai centri di detenzione amministrativa per migranti. Frisullo vede nei nuovi arrivati dei compagni di lotta e intuisce che l'antirazzismo non può essere per i migranti, ma solo con loro.\r\n\r\nLa sua caparbietà inflessibile e irritante non concede sconti a nessuno e permette di cambiare il pragmatismo necessario alla pratica dell’obiettivo con la capacità di restare sempre e comunque dalla parte giusta della storia. Senza doppi fini o interessi personali. Ed è la lezione forse più grande che Frisullo lascia in eredità: a chi ci \r\n\r\nha fatto un pezzo di strada insieme, a chi lo ha conosciuto solo indirettamente e anche a chi, grazie a questo libro, potrà incontrarlo per la prima volta.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Speciale-presentazione-del-libro-In-cammino-con-gli-ultimi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nLink di approfondimento:\r\n\r\n \r\n\r\n Descrizione del libro e acquisto online:\r\n\r\nhttps://www.redstarpress.it/prodotto/in-cammino-con-gli-ultimi/\r\n\r\n \r\n\r\nPresentazione del libro il 20 giugno 2023 alla Protomoteca del Campidoglio a Roma:\r\n\r\nhttps://www.radioradicale.it/scheda/700548/presentazione-del-libro-in-cammino-con-gli-ultimi-dino-frisullo-storia-di-un-militante\r\n\r\n \r\n\r\nIl Sito sul 20° anniversario di Dino:\r\nDino Frisullo, 2003-2023 (vent'anni dopo...)\r\n\r\nhttp://www.mesopotamia-ita.com/Dino_Frisullo_2003_2023/index.htm\r\n\r\n \r\n\r\nTutto su Dino:\r\n\r\nhttp://www.mesopotamia-ita.com/Dino_2003/index.html\r\n\r\n \r\n\r\nDocumentario \"Il corpo di Dino\":\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=6JRH277YGF8\r\n\r\n \r\n\r\nIntervista a Dino Frisullo Migrazioni e Permanenze Roma dicembre 2002:\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=B9qsRAQg7Mo\r\n\r\n \r\n\r\nAssociazione Senzaconfine:\r\n\r\nhttps://associazionesenzaconfine.wordpress.com/\r\nPagina su Dino dell’Associazione Senzaconfine:\r\nhttps://associazionesenzaconfine.wordpress.com/dino-frisullo-2/\r\n\r\n \r\n\r\nPS: il libro lo trovate nelle distro di movimento tra cui quella di Radio Blackout in via Cecchi 21/A, Torino.","6 Dicembre 2023","2023-12-06 18:24:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/dino-200x110.jpg","PRESENTAZIONE DEL LIBRO SU DINO FRISULLO",1701886521,[437,438,439,440],"http://radioblackout.org/tag/dino-frisullo/","http://radioblackout.org/tag/in-cammino-con-gli-ultimi/","http://radioblackout.org/tag/presentazione-libro/","http://radioblackout.org/tag/senzaconfine/",[442,443,444,445],"dino frisullo","in cammino con gli ultimi","presentazione libro","senzaconfine",{"post_content":447},{"matched_tokens":448,"snippet":449,"value":450},[78,72],"Democrazia Proletaria o nell'impegno nelle \u003Cmark>lotte\u003C/mark> ambientaliste, antimilitariste e \u003Cmark>sindacali\u003C/mark>. Sempre attento alle vicende internazionali,"," \r\n\r\nDurante questa puntata speciale presentiamo il libro:\r\n\r\n\"In cammino con gli ultimi. Dino Frisullo, storia di un militante avido di conoscenza e d'amore, vissuto e morto povero e curioso.\"\r\n\r\n(curato da Senzaconfine. Edizioni Red Star Press, 2023 - 358 pagine)\r\n\r\nCon in studio:\r\n\r\nAlessia Montuori (dell'associazione Senzaconfine) e Aldo Canestrari.\r\n\r\nCon in diretta telefonica:\r\n\r\nAshraf Haj Yahya (della comunità Palestinese che ha conosciuto Dino) e Yilmaz Orkan dell'associazione Uiki (della comunità Curda che ha conosciuto Dino).\r\n\r\nCurato e condotto da:\r\n\r\n\r\nLo staff della trasmissione Frittura Mista alias Radio Fabbrica\r\n\r\n \r\n\r\nDino ha dato un nome alle cose.\r\nE da quei nomi ha fatto partire esperienze che sono sopravvissute alla sua vita diventando dei riferimenti delle \u003Cmark>lotte\u003C/mark> di migranti e richiedenti asilo in Italia.\r\n\r\nHa dato un nome al piazzale dove si trova a Roma il Centro Ararat (centro nazionale di tutto l'attivismo del popolo Curdo): Largo Frisullo.\r\n\r\nHa dato un nome alle barche dei migranti \"Frisonullo\": gli stessi migranti Curdi negli anni novanta scrivevano il suo nome con la vernice sulle barche... alle denunce che il treno per la pace «Musa Anter» nel 1997 portava agli occhi del mondo: gli abusi dello stato turco contro il Bakur, il Kurdistan in Turchia, devastato da una campagna militare che ha raso al suolo interi villaggi... al Newroz di Diyarbakir represso nel sangue... tutto pagato da Dino a caro prezzo con la detenzione per quaranta giorni in Turchia.\r\n\r\n \r\n\r\nI fili della sua vita li tesse l'associazione Senzaconfine in questo libro a 20 anni dalla morte, il 5 giugno 2003 a Perugia.\r\n\r\nLeggendo il libro si nota che in ognuno dei passaggi compiuti da Dino, in tutte le terre attraversate e le battaglie ideate/condivise emerge l'impellenza di un approccio superiore al piano nazionale: LA BATTAGLIA è DI TUTTI O NON LO è. Dalle prime esperienze politiche e di militanza baresi fino al medio oriente passando per la dirigenza di Avanguardia Operaia e poi Democrazia Proletaria o nell'impegno nelle \u003Cmark>lotte\u003C/mark> ambientaliste, antimilitariste e \u003Cmark>sindacali\u003C/mark>. Sempre attento alle vicende internazionali, dalla Palestina al Kurdistan e a quelle delle persone migranti. Nel libro è possibile riannodare i fili che portano all'origine dei movimenti antirazzisti in Italia, che Frisullo con altri pionieri ha contribuito a mettere in moto. Poi c'è il coordinamento antirazzista nazionale, l'opposizione senza compromessi ai centri di detenzione amministrativa per migranti. Frisullo vede nei nuovi arrivati dei compagni di lotta e intuisce che l'antirazzismo non può essere per i migranti, ma solo con loro.\r\n\r\nLa sua caparbietà inflessibile e irritante non concede sconti a nessuno e permette di cambiare il pragmatismo necessario alla pratica dell’obiettivo con la capacità di restare sempre e comunque dalla parte giusta della storia. Senza doppi fini o interessi personali. Ed è la lezione forse più grande che Frisullo lascia in eredità: a chi ci \r\n\r\nha fatto un pezzo di strada insieme, a chi lo ha conosciuto solo indirettamente e anche a chi, grazie a questo libro, potrà incontrarlo per la prima volta.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Speciale-presentazione-del-libro-In-cammino-con-gli-ultimi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nLink di approfondimento:\r\n\r\n \r\n\r\n Descrizione del libro e acquisto online:\r\n\r\nhttps://www.redstarpress.it/prodotto/in-cammino-con-gli-ultimi/\r\n\r\n \r\n\r\nPresentazione del libro il 20 giugno 2023 alla Protomoteca del Campidoglio a Roma:\r\n\r\nhttps://www.radioradicale.it/scheda/700548/presentazione-del-libro-in-cammino-con-gli-ultimi-dino-frisullo-storia-di-un-militante\r\n\r\n \r\n\r\nIl Sito sul 20° anniversario di Dino:\r\nDino Frisullo, 2003-2023 (vent'anni dopo...)\r\n\r\nhttp://www.mesopotamia-ita.com/Dino_Frisullo_2003_2023/index.htm\r\n\r\n \r\n\r\nTutto su Dino:\r\n\r\nhttp://www.mesopotamia-ita.com/Dino_2003/index.html\r\n\r\n \r\n\r\nDocumentario \"Il corpo di Dino\":\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=6JRH277YGF8\r\n\r\n \r\n\r\nIntervista a Dino Frisullo Migrazioni e Permanenze Roma dicembre 2002:\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=B9qsRAQg7Mo\r\n\r\n \r\n\r\nAssociazione Senzaconfine:\r\n\r\nhttps://associazionesenzaconfine.wordpress.com/\r\nPagina su Dino dell’Associazione Senzaconfine:\r\nhttps://associazionesenzaconfine.wordpress.com/dino-frisullo-2/\r\n\r\n \r\n\r\nPS: il libro lo trovate nelle distro di movimento tra cui quella di Radio Blackout in via Cecchi 21/A, Torino.",[452],{"field":91,"matched_tokens":453,"snippet":449,"value":450},[78,72],1157451471038447600,{"best_field_score":456,"best_field_weight":178,"fields_matched":137,"num_tokens_dropped":49,"score":457,"tokens_matched":97,"typo_prefix_score":49},"2211897671680","1157451471038447729",{"document":459,"highlight":471,"highlights":476,"text_match":479,"text_match_info":480},{"comment_count":49,"id":460,"is_sticky":49,"permalink":461,"podcastfilter":462,"post_author":322,"post_content":463,"post_date":464,"post_excerpt":55,"post_id":460,"post_modified":465,"post_thumbnail":466,"post_title":467,"post_type":328,"sort_by_date":468,"tag_links":469,"tags":470},"91024","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-09-07-2024/",[269]," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni nostro corrispondente dalla Francia sulle elezioni politiche volute dal presidente Macron.\r\nCon Enrico abbiamo messo in evidenza che tutti i commenti della stampa e degli opinionisti sottolineano l’esito a sorpresa delle elezioni in Francia, ovvero la mancata vittoria del RN di Le Pen-Bardella, ma la cosa era nell’aria, e lo si era intuito dai commenti stizziti di tutte le destre del “globo terracqueo”, quando il fronte delle sinistre aveva annunciato l’accordo di desistenza con i macroniani. Macron (che ha perso 100 deputati), essendo evidentissimo che cercherà di rompere il raccogliticcio Nouveau Front Populaire (che ha costruito il suo programma comune in 3 giorni) all’interno del quale più di una formazione è pronta a collaborare con il partito/non partito di Macron, tradendo il patto appena concluso con Melenchon. A (relativa) sconfitta, o meglio: la battuta d’arresto nella marcia verso il governo, della destra lepeniana potrebbe anche essere, paradossalmente (le elezioni non hanno quasi mai questo effetto), l’inizio di un nuovo ciclo di lotte più mature, politiche e sindacali, che faccia confluire ad unità le forze, finora spaiate, del movimento di strati semi-proletari (attivi con i gilets jaunes), dei giovani immigrati ribelli delle banlieues, dei proletari e dei salariati che si sono mossi contro l’ennesima riforma delle pensioni e i colpi dell’inflazione, degli strati sociali non certo borghesi che si sono mobilitati per la Palestina. Ma perché questo nuovo ciclo di lotte si sviluppi davvero, servirà che spontaneità e organizzazione politica di classe procedano di pari passo.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_09_07_-Enrico-Riboni-su-risultati-elezioni-Francia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Fabio Sicobas Torino sull'incontro: CHE SUCCEDE IN ARGENTINA? tenutosi MARTEDI' 9 LUGLIO ORE 18:00 CORSO PALERMO 60, TORINO. In questo incontro i compagn* hanno raccontato l'incontro che si è tenuto a Buenos Aires con il Partido Obrero e il movimento piquetero delle nostre delegazioni Si Cobas e TIR.\r\nAbbiamo approfondito: Quali sono le politiche del governo Milei? Quale risposta dai lavoratori argentini? Come interviene il Partido Obrero? Quali relazioni internazionali stiamo costruendo?\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_09_07_-Fabio-SiCobas-Torino-su-incontro-su-Argentina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Antonio Olivieri, autore del testo \"Schiavi mai!\" edito per Red Star Press. Abbiamo scelto di presentarvi questo libro a pochi giorni dalla tragica morte di Satman Singh per continuare a fare luce sul mondo del bracciantato agricolo e di quelle dinamiche di sfruttamento che si ripetono uguali da nord a sud della nostra penisola. Infatti qui si raccontano le vicende di un gruppo di lavoratori e lavoratrici del Marocco, che hanno deciso di ribellarsi ai trattamenti da schiavista dei padroni per i quali lavoravano (la famiglia Lazzaro) e delle lotte che hanno portato avanti negli anni. Grazie a questo caso si è innanzitutto fatta molta luce sulle condizioni generali di lavoro degli operai agricoli nelle campagne Alessandrine e poi si è creato un presidio permanente, che ha dato forza a tante altre lotte che si sarebbero succedute nel territorio anche molti anni dopo le vicende che hanno visto i e le braccianti protagonist*. Il libro ha la funzione anche di raccogliere fondi per una cassa di resistenza creata ad hoc per loro, che sono rimasti vittime di un sistema giuridico che non ha dato senz'altro giustizia a chi lavorava 12/13 ore al giorno, pagato pochissimo e quando pareva ai padroni. Vi lasciamo i riferimenti\r\n\r\nTutti i proventi derivanti dalla vendita di questo libro, verranno\r\ndestinati alla Cassa di Resistenza dei braccianti e solidali di\r\nCastelnuovo Scrivia, il cui numero del conto _postepay _è il seguente:\r\n_4023 6010 0092 2674_\r\n\r\nInvitiamo gli interessati a contattarci per l'eventuale acquisto del\r\nlibro: costo di copertina euro 14.00\r\n\r\nantonioolivieri@libero.it\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_09_07_-Antonio-Olivieri-su-libro-Schiavi-mai.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","21 Luglio 2024","2024-07-21 16:00:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/schiavi-mai-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/07/2024",1721577649,[389],[293],{"post_content":472},{"matched_tokens":473,"snippet":474,"value":475},[78,72],"di un nuovo ciclo di \u003Cmark>lotte\u003C/mark> più mature, politiche e \u003Cmark>sindacali\u003C/mark>, che faccia confluire ad unità"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni nostro corrispondente dalla Francia sulle elezioni politiche volute dal presidente Macron.\r\nCon Enrico abbiamo messo in evidenza che tutti i commenti della stampa e degli opinionisti sottolineano l’esito a sorpresa delle elezioni in Francia, ovvero la mancata vittoria del RN di Le Pen-Bardella, ma la cosa era nell’aria, e lo si era intuito dai commenti stizziti di tutte le destre del “globo terracqueo”, quando il fronte delle sinistre aveva annunciato l’accordo di desistenza con i macroniani. Macron (che ha perso 100 deputati), essendo evidentissimo che cercherà di rompere il raccogliticcio Nouveau Front Populaire (che ha costruito il suo programma comune in 3 giorni) all’interno del quale più di una formazione è pronta a collaborare con il partito/non partito di Macron, tradendo il patto appena concluso con Melenchon. 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Quali relazioni internazionali stiamo costruendo?\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_09_07_-Fabio-SiCobas-Torino-su-incontro-su-Argentina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Antonio Olivieri, autore del testo \"Schiavi mai!\" edito per Red Star Press. Abbiamo scelto di presentarvi questo libro a pochi giorni dalla tragica morte di Satman Singh per continuare a fare luce sul mondo del bracciantato agricolo e di quelle dinamiche di sfruttamento che si ripetono uguali da nord a sud della nostra penisola. Infatti qui si raccontano le vicende di un gruppo di lavoratori e lavoratrici del Marocco, che hanno deciso di ribellarsi ai trattamenti da schiavista dei padroni per i quali lavoravano (la famiglia Lazzaro) e delle \u003Cmark>lotte\u003C/mark> che hanno portato avanti negli anni. 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