","Bielorussia/Polonia. Vite sospese","post",1637069116,[60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/bielorussia/","http://radioblackout.org/tag/confine/","http://radioblackout.org/tag/lukashenko/","http://radioblackout.org/tag/merkel/","http://radioblackout.org/tag/no-border/","http://radioblackout.org/tag/polonia/",[33,25,31,21,29,23],{"post_content":68,"tags":73},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70],"Lukashenko","Polonia e Bielorussia, il dittatore \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark> utilizza i migranti attirati nel","Ai confini d’Europa, tra Polonia e Bielorussia, il dittatore \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark> utilizza i migranti attirati nel paese con un visto turistico e il miraggio dell’Europa come strumento di pressione nei confronti dell’Unione Europea.\r\nIeri \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark> ha incassato il primo risultato: la telefonata di 55 minuti della cancelliera tedesca Merkel, lo rimette in pista dopo mesi di chiusura ed isolamento.\r\nIn Polonia, dal mese di agosto, quando sono cominciati ad arrivare i primi richiedenti asilo, il governo ha blindato e militarizzato le frontiere, respingendo oltreconfine chi riesce, attraverso una riserva naturale integrale, ad attraversare il confine.\r\nIn questo gioco si sta moltiplicando il numero dei morti. Le cifre ufficiali sono basse, non più di dieci, ma gli attivisti no border ritengono siano decisamente più alte.\r\nTre settimane fa, poco prima che il governo bielorusso accelerasse la crisi, portando al confine migliaia di persone, è stata trovata un’auto senza targa con a bordo quattro cadaveri. In un fiume, che molti provano ad attraversare, sono affiorati diversi corpi.\r\nSiamo alle porte dell’inverno. I profughi sono giovani ed anziani, tanti sono i bambini e le persone fragili, che hanno intrapreso il viaggio, convinte dalla propaganda che prometteva un passaggio “morbido” all’Europa. Tra questi c’é Taman. Iracheno, nove anni e due protesi al posto delle gambe.\r\nQuesta mattina alla frontiera ci sono stati scontri: la polizia polacca ha usato idranti e lacrimogeni.\r\nUn accampamento improvvisato è sorto in un’area di sosta dei tir in territorio bielorusso.\r\nI compagni attivi nella zona, che hanno aperto un rifugio autogestito, consegnano abiti, scarpe, telefoni, sim card, power banks, nonostante il confine sia pesantemente militarizzato ed il governo polacco abbia interdetto un’area di circa tre chilometri intorno al confine.\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo Caridi, giornalista free-lance che è appena tornato dal confine\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2021-11-09-bielo-pol-caridi.mp3\"][/audio]",[74,76,78,81,83,85],{"matched_tokens":75,"snippet":33},[],{"matched_tokens":77,"snippet":25},[],{"matched_tokens":79,"snippet":80},[31],"\u003Cmark>lukashenko\u003C/mark>",{"matched_tokens":82,"snippet":21},[],{"matched_tokens":84,"snippet":29},[],{"matched_tokens":86,"snippet":23},[],[88,93],{"field":34,"indices":89,"matched_tokens":90,"snippets":92},[38],[91],[31],[80],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":71,"value":72},"post_content",[70],578730123365712000,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":38,"num_tokens_dropped":46,"score":100,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":102,"highlight":122,"highlights":127,"text_match":130,"text_match_info":131},{"cat_link":103,"category":104,"comment_count":46,"id":105,"is_sticky":46,"permalink":106,"post_author":49,"post_content":107,"post_date":108,"post_excerpt":52,"post_id":105,"post_modified":109,"post_thumbnail":110,"post_thumbnail_html":111,"post_title":112,"post_type":57,"sort_by_date":113,"tag_links":114,"tags":120},[43],[45],"83003","http://radioblackout.org/2023/06/russia-il-risico-di-potere-intorno-al-cremlino/","Le tensioni tra il Cremlino e la Wagner di Prigozhin sono sfociate nella ribellione contro l’assorbimento della compagnia militare privata all’interno dell’esercito russo. Alle nostre latitudini è subito scattata la vulgata del golpe, al punto che gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere le sanzioni alla Wagner in Africa.\r\nDifficile dire se Prigozhin ormai a duecento chilometri da Mosca non abbia avuto la tentazione di tentare il colpo grosso. Di certo c’è che il capo della Wagner aveva a propria disposizione 25.000 uomini ben armati, ma nella guardia presidenziale dello zar ce ne sono 30.000 e possono contare sull’appoggio dell’aviazione. Non solo. Prigozhin, accreditato come patriota, che agiva contro la gestione fallimentare della guerra, non avrebbe potuto mantenere la propria immagine se avesse scatenato la guerra civile in Russia.\r\nNon solo. La ritirata della Wagner dall’Ucraina poteva scatenare un immediato attacco delle truppe di Zelensky, che invece hanno preso ben poco. Evidentemente Prigozhin aveva informato l’esercito russo della sua mossa in modo che potesse muoversi per coprire gli spazi lasciati vuoti dalla Wagner.\r\n\r\nMolti editorialisti alle nostre latitudini hanno insistito sull’indebolimento dell’uomo forte al Cremlino.\r\nA sostegno di questa tesi il fatto che solo alcuni tra i fedelissimi di Putin si sono immediatamente pronunciati contro l’azione di Prigozhin, mentre altri hanno fatto passare lunghissime ore prima di mettersi in gioco. Un segnale chiaro che qualcuno, per qualche ora, ha preferito restare alla finestra. Persino il leader ceceno Kadyrov ha fatto attendere la sua roboante comunicazione di appoggio a Putin.\r\nCapiremo dalle prossime mosse di Putin se il suo potere ne sia uscito indebolito, ma è ragionevole pensare che lo zar possa scatenare un discreto repulisti nel proprio entourage.\r\nL’azione dell’ex cuoco di Putin appare come un tentativo di salvare i propri affari messi in pericolo dall’assorbimento delle sue truppe all’interno dell’esercito di Putin.\r\nE qui la partita vera si gioca soprattutto in Africa dove la Wagner controlla enormi interessi.\r\nLe truppe della Wagner in Ucraina potrebbero essere assorbite dall’esercito russo o, anche, raggiungere il capo a Minsk, dove, sotto l’ombra di Lukashenko, potrebbe ricostruire la propria compagnia privata di combattenti. Sempre che, tra qualche tempo, i giornali non ci informino che il cuoco di Putin ha mangiato una polpetta avvelenata commissionata direttamente al Cremlino.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2023-06-27-russia-capello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","29 Giugno 2023","2023-06-29 02:29:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/putin-prigozhin--200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/putin-prigozhin--300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/putin-prigozhin--300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/putin-prigozhin--1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/putin-prigozhin--768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/putin-prigozhin-.jpg 1152w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Russia. Il risico di potere intorno al Cremlino",1688005761,[115,116,117,118,119],"http://radioblackout.org/tag/guerra-in-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/progozhin/","http://radioblackout.org/tag/putin/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/wagner/",[121,27,15,17,19],"guerra in ucraina",{"post_content":123},{"matched_tokens":124,"snippet":125,"value":126},[70],"Minsk, dove, sotto l’ombra di \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark>, potrebbe ricostruire la propria compagnia","Le tensioni tra il Cremlino e la Wagner di Prigozhin sono sfociate nella ribellione contro l’assorbimento della compagnia militare privata all’interno dell’esercito russo. Alle nostre latitudini è subito scattata la vulgata del golpe, al punto che gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere le sanzioni alla Wagner in Africa.\r\nDifficile dire se Prigozhin ormai a duecento chilometri da Mosca non abbia avuto la tentazione di tentare il colpo grosso. Di certo c’è che il capo della Wagner aveva a propria disposizione 25.000 uomini ben armati, ma nella guardia presidenziale dello zar ce ne sono 30.000 e possono contare sull’appoggio dell’aviazione. Non solo. Prigozhin, accreditato come patriota, che agiva contro la gestione fallimentare della guerra, non avrebbe potuto mantenere la propria immagine se avesse scatenato la guerra civile in Russia.\r\nNon solo. La ritirata della Wagner dall’Ucraina poteva scatenare un immediato attacco delle truppe di Zelensky, che invece hanno preso ben poco. Evidentemente Prigozhin aveva informato l’esercito russo della sua mossa in modo che potesse muoversi per coprire gli spazi lasciati vuoti dalla Wagner.\r\n\r\nMolti editorialisti alle nostre latitudini hanno insistito sull’indebolimento dell’uomo forte al Cremlino.\r\nA sostegno di questa tesi il fatto che solo alcuni tra i fedelissimi di Putin si sono immediatamente pronunciati contro l’azione di Prigozhin, mentre altri hanno fatto passare lunghissime ore prima di mettersi in gioco. Un segnale chiaro che qualcuno, per qualche ora, ha preferito restare alla finestra. Persino il leader ceceno Kadyrov ha fatto attendere la sua roboante comunicazione di appoggio a Putin.\r\nCapiremo dalle prossime mosse di Putin se il suo potere ne sia uscito indebolito, ma è ragionevole pensare che lo zar possa scatenare un discreto repulisti nel proprio entourage.\r\nL’azione dell’ex cuoco di Putin appare come un tentativo di salvare i propri affari messi in pericolo dall’assorbimento delle sue truppe all’interno dell’esercito di Putin.\r\nE qui la partita vera si gioca soprattutto in Africa dove la Wagner controlla enormi interessi.\r\nLe truppe della Wagner in Ucraina potrebbero essere assorbite dall’esercito russo o, anche, raggiungere il capo a Minsk, dove, sotto l’ombra di \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark>, potrebbe ricostruire la propria compagnia privata di combattenti. Sempre che, tra qualche tempo, i giornali non ci informino che il cuoco di Putin ha mangiato una polpetta avvelenata commissionata direttamente al Cremlino.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2023-06-27-russia-capello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[128],{"field":94,"matched_tokens":129,"snippet":125,"value":126},[70],578730123365187700,{"best_field_score":132,"best_field_weight":133,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":134,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091338752",14,"578730123365187697",6646,{"collection_name":57,"first_q":31,"per_page":137,"q":31},6,{"facet_counts":139,"found":156,"hits":157,"out_of":249,"page":14,"request_params":250,"search_cutoff":35,"search_time_ms":137},[140,151],{"counts":141,"field_name":148,"sampled":35,"stats":149},[142,144,146],{"count":38,"highlighted":143,"value":143},"anarres",{"count":14,"highlighted":145,"value":145},"I Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":147,"value":147},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":150},3,{"counts":152,"field_name":34,"sampled":35,"stats":155},[153],{"count":14,"highlighted":154,"value":154},"BastioniOrione",{"total_values":14},4,[158,182,204,226],{"document":159,"highlight":173,"highlights":178,"text_match":130,"text_match_info":181},{"comment_count":46,"id":160,"is_sticky":46,"permalink":161,"podcastfilter":162,"post_author":163,"post_content":164,"post_date":165,"post_excerpt":52,"post_id":160,"post_modified":166,"post_thumbnail":167,"post_title":168,"post_type":169,"sort_by_date":170,"tag_links":171,"tags":172},"81289","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-14/",[147],"cattivipensieri","Abbiamo dato conto delle mobilitazioni che hanno attraversato la Francia, l'Inghilterra, la Grecia, ed è stata nell'ultima settimana anche la volta della Germania, dove i sindacati aspettavano solo l'uscita dalla pandemia per rivendicare aumenti salariali.\r\n\r\nL'inflazione è il grande nemico dei lavoratori e il fatto che in punti tanto alti dell'accumulazione e del benessere europeo si diano grosse mobilitazioni anche inedite è indicativo di questa fase tanto caotica che comporta comunque un'erosione del potere di acquisto dei lavoratori europei.\r\n\r\nE' indubbio che la grande quantità di denaro pubblico pompata per tenere in vita l'economia durante la pandemia ha contribuito ad alzare molto l'inflazione; la guerra e la crisi energetica che ne è derivata hanno aggravato il quadro; il rialzo dei tassi ha provocato scossoni finanziari che mettono in luce una volta di più le molte fragilità del sistema bancario internazionale. Insomma, ogni ricetta messa in campo da istituzioni nazionali e internazionali per attenuare gli effetti di un disastro precedente finisce con l'approfondire le criticità già esistenti e col generarne di nuove. Una sorta di circolo vizioso di cui non s'intravede l'interruzione mentre il quadro generale è sempre più quello di una guerra mondiale che va scaldandosi.\r\n\r\nLa Germania va in cerca del suo ruolo europeo, come forza economicamente e militarmente (?) egemone che faccia le veci degli Stati Uniti nel Mediterraneo e nell'Est europeo, passando per l'umiliazione del North Stream 2 e dei Leopard, certo, ma non c'era grossa scelta.\r\n\r\nS'inizia a intravedere l'interlocutore privilegiato del protagonismo diplomatico cinese che sembrerebbe l'Unione Europea in definitiva, tanto da muovere a Pechino Van der Layen e Macron che forse cercano nei cinesi un argine alle pretese statunitensi. Forse l'Europa prende finalmente atto che non c'è alcuna uscita possibile al conflitto in termini militari e che il permanere dell'impasse non fa che precipitare gli eventi verso un allargamento che avrebbe conseguenze atomiche, quindi catastrofiche.\r\n\r\nLe notizie di questi giorni sono quindi i negoziati a trazione cinese, orizzonte ancora sfumato su cui si staglia quello più concreto degli Iskander portati in Bielorussia, dell'ingresso ufficiale della Finlandia nella Nato, che rinunciando alla sua storica neutralità fa sì che la delicata architettura mondiale postbellica perda un altro architrave. In questo contesto il grido di allarme del presidente Lukashenko chiarisce che l'alternativa ai negoziati no è il prolungarsi indefinito della guerra ma il suo allargamento con conseguenze a dir poco esiziali visto che si tratterebbe non solo di una terza guerra mondiale ma di “una terza guerra mondiale illuminata da fuochi nucleari”.\r\n\r\nAi nostri microfoni Lars, del sindacato Ver.di per fare il punto sulle proteste sindacali in Germania dove non si verificava un ondata di scioperi tanto massiccia da trent'anni.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/fine-4aprile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nWolfgang Streeck - Germans to the Front (traduzione italiana qui)\r\n\r\nWolfgang Streeck - Il Ritorno del Re\r\n\r\nIl cortocircuito della sinistra di guerra:\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=1x3Dg4rdOXg","5 Aprile 2023","2023-04-06 23:04:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/1680699129279-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #14 – LA GERMANIA TRA SCIOPERI E GUERRA","podcast",1680705234,[],[],{"post_content":174},{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":177},[70],"grido di allarme del presidente \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark> chiarisce che l'alternativa ai negoziati","Abbiamo dato conto delle mobilitazioni che hanno attraversato la Francia, l'Inghilterra, la Grecia, ed è stata nell'ultima settimana anche la volta della Germania, dove i sindacati aspettavano solo l'uscita dalla pandemia per rivendicare aumenti salariali.\r\n\r\nL'inflazione è il grande nemico dei lavoratori e il fatto che in punti tanto alti dell'accumulazione e del benessere europeo si diano grosse mobilitazioni anche inedite è indicativo di questa fase tanto caotica che comporta comunque un'erosione del potere di acquisto dei lavoratori europei.\r\n\r\nE' indubbio che la grande quantità di denaro pubblico pompata per tenere in vita l'economia durante la pandemia ha contribuito ad alzare molto l'inflazione; la guerra e la crisi energetica che ne è derivata hanno aggravato il quadro; il rialzo dei tassi ha provocato scossoni finanziari che mettono in luce una volta di più le molte fragilità del sistema bancario internazionale. Insomma, ogni ricetta messa in campo da istituzioni nazionali e internazionali per attenuare gli effetti di un disastro precedente finisce con l'approfondire le criticità già esistenti e col generarne di nuove. Una sorta di circolo vizioso di cui non s'intravede l'interruzione mentre il quadro generale è sempre più quello di una guerra mondiale che va scaldandosi.\r\n\r\nLa Germania va in cerca del suo ruolo europeo, come forza economicamente e militarmente (?) egemone che faccia le veci degli Stati Uniti nel Mediterraneo e nell'Est europeo, passando per l'umiliazione del North Stream 2 e dei Leopard, certo, ma non c'era grossa scelta.\r\n\r\nS'inizia a intravedere l'interlocutore privilegiato del protagonismo diplomatico cinese che sembrerebbe l'Unione Europea in definitiva, tanto da muovere a Pechino Van der Layen e Macron che forse cercano nei cinesi un argine alle pretese statunitensi. Forse l'Europa prende finalmente atto che non c'è alcuna uscita possibile al conflitto in termini militari e che il permanere dell'impasse non fa che precipitare gli eventi verso un allargamento che avrebbe conseguenze atomiche, quindi catastrofiche.\r\n\r\nLe notizie di questi giorni sono quindi i negoziati a trazione cinese, orizzonte ancora sfumato su cui si staglia quello più concreto degli Iskander portati in Bielorussia, dell'ingresso ufficiale della Finlandia nella Nato, che rinunciando alla sua storica neutralità fa sì che la delicata architettura mondiale postbellica perda un altro architrave. In questo contesto il grido di allarme del presidente \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark> chiarisce che l'alternativa ai negoziati no è il prolungarsi indefinito della guerra ma il suo allargamento con conseguenze a dir poco esiziali visto che si tratterebbe non solo di una terza guerra mondiale ma di “una terza guerra mondiale illuminata da fuochi nucleari”.\r\n\r\nAi nostri microfoni Lars, del sindacato Ver.di per fare il punto sulle proteste sindacali in Germania dove non si verificava un ondata di scioperi tanto massiccia da trent'anni.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/fine-4aprile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nWolfgang Streeck - Germans to the Front (traduzione italiana qui)\r\n\r\nWolfgang Streeck - Il Ritorno del Re\r\n\r\nIl cortocircuito della sinistra di guerra:\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=1x3Dg4rdOXg",[179],{"field":94,"matched_tokens":180,"snippet":176,"value":177},[70],{"best_field_score":132,"best_field_weight":133,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":134,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},{"document":183,"highlight":195,"highlights":200,"text_match":130,"text_match_info":203},{"comment_count":46,"id":184,"is_sticky":46,"permalink":185,"podcastfilter":186,"post_author":143,"post_content":187,"post_date":188,"post_excerpt":52,"post_id":184,"post_modified":189,"post_thumbnail":190,"post_title":191,"post_type":169,"sort_by_date":192,"tag_links":193,"tags":194},"72452","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-dicembre-no-tav-polonia-appello-alla-solidarieta-kropotkin-geografo-e-anarchico-la-strage-di-stato-lassassinio-di-pinelli-la-santificazione-del-suo-assassino/",[143],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/2021-12-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n8 dicembre 2021. Un giorno di festa e di lotta\r\nL’8 dicembre di quest’anno la neve cadeva fitta fitta, ma non ha fermato un movimento che ha saputo stringere i denti e andare avanti per decenni. Eravamo in tanti al corteo che, dopo aver attraversato il centro del paese, si è diretto al presidio di Borgone, che il sindaco vuole distruggere, costruendo una strada inutile con i soldi delle compensazioni ricevute per il Tav.\r\nIl corteo è poi passato dal centro di San Didero e si è concluso al presidio del Baraccone.\r\nQui tutto è cominciato con palle natalizie e festoni sulle recinzioni, per poi proseguire con rampini e corde per tirare giù metri e metri di filo spinato a lamelle, intanto oltre la recinzione volavano palle di neve ghiacciata. Un vero assedio al cantiere/fortino militarizzato di San Didero.\r\nLa polizia ha sparato con i cannoni ad acqua contro gruppi di No Tav, che da ogni lato, protetti da instabili barriere di plastica avanzavano a ondate quasi continue.\r\nPoi è partita la consueta salva di lacrimogeni, sparati anche sul piazzale, dove c’era la distribuzione del vin brulé e delle caldarroste. Molti lacrimogeni sono stati rispediti al mittente, altri annegati nella neve. Un 8 dicembre di festa e di lotta.\r\n\r\nPolonia. Appello ad azioni di solidarietà con chi lotta alla frontiera con la Bielorussia\r\nDa agosto, quando i primi migranti hanno cominciato a passare il confine con la Polonia nel tentativo di entrare in Europa e di proseguire il viaggio verso la Germania, i compagni e le compagne polacche hanno cominciato ad andare al confine. Lì danno aiuto materiale e informazioni utili a quelli che riescono a filtrare attraverso le maglie, man mano più fitte, che il governo polacco ha teso lungo tutto il confine con la Bielorussia.\r\nNel resto d’Europa le vicende di questo confine sono diventate di pubblico dominio solo da poche settimane, quando il dittatore bielorusso ha deciso di rendere più forte la pressione sull’Europa, inviando migliaia di persone alla frontiera. La rotta bielorussa si è aperta solo grazie al ponte aereo offerto da Lukashenko, che prometteva un ingresso sicuro in Europa, offrendo un pacchetto vacanze completo. Per mille euro,\r\ni migranti, spesso intere famiglie, prendono l’aereo in Iraq, entrando in Bielorussia con un visto turistico, che comprende un soggiorno di tre giorni, la visita al castello di Minsk e l’accompagnamento per un giro senza ritorno al confine polacco.\r\nLì comincia l’inferno. La gente in trappola dentro la riserva naturale integrale che si trova ai due lati della frontiera, senza appoggi, senza mappe, senza sentieri, uomini armati alle proprie spalle, uomini armati di fronte. Chi viene intercettato dalle guardie polacche, viene privato di tutto e respinto senza possibilità di chiedere asilo.\r\nCon l’inverno la lista dei morti al confine si allunga di giorno in giorno. L’ultima una donna incinta di 39 anni in viaggio con il marito e cinque figli, morta di setticemia, perché nessuno l’ha soccorsa quando è stata male.\r\nSul confine ci sono sia esponenti di ONG moderati che i compagni e le compagne della rete No Border, di cui fanno parte gli anarchici della Federazione Anarchica Polacca di Katowice.\r\nI No Border raccolgono materiale e cercano di farlo avere alle persone che riescono ad incontrare, per rendere più facile proseguire il viaggio. Da settembre a Bialystok, la città più vicina al confine, i No Border hanno aperto una posto autogestito, dove si incontrano, si organizzano e autogestiscono la lotta.\r\nLa situazione è diventata più difficile da quando il governo polacco ha dichiarato interdetta una fascia di tre chilometri lungo il confine. Chi viene pescato in quest’area rischia multe e denunce penali.\r\nNonostante la repressione ogni settimana ci sono compagni che si avvicendano al confine per continuare la lotta.\r\nI compagni e le compagne fanno appello per azioni di solidarietà internazionale in tutta Europa\r\n\r\nKropotkin. Anarchico e geografo\r\nNel centenario della morte dell’anarchico russo si sono moltiplicate le iniziative editoriali e di studio. Abbiamo già parlato del convegno che si è tenuto a Massenzatico nell’ultimo fine settimana di ottobre, con resoconti e presentazioni di libri.\r\nQuesta settimana parleremo del Kropotkin geografo, con un occhio le geopolitiche critiche, che esaminano il rapporto tra spazio e potere. Il termine geografia critica viene usato per criticare il potere le guerre, contestando lo stato e il territorio coe elementi necessari per analizzare lo spazio. Anche i territorio, il luogo del terrore, che lo stat esercita. Malthus usato per naturalizzare la \r\nLo abbiamo fatto con Federico Ferretti, che insegna geografia all’università di Bologna ed è stato tra gli organizzatori del convegno “Solidarietà e rivoluzione. I cento anni di Kropotkin”.\r\n\r\nLa strage di Stato e l’assassino di Pinelli\r\nA Milano sono in preparazione numerose iniziative nell’anniversario della strage di piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto di Valpreda e dell’assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nL’ampia indignazione per la strage: agli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava di una strage di Stato, ordita con lo scopo di spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno di quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura di Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente.\r\nPer questa ragione, anno dopo anno, gli anarchici, specie a Milano, promuovono numerose iniziative.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo della FAI milanese, con cui parleremo anche di “Fango” un libro uscito da poco in vista del cinquantesimo anniversario dell’uccisione di Calabresi, il commissario-finestra. In questo libro dal titolo evocativo, l’autore, tale Grimaldi, fa una sistematica operazione di falsificazione degli eventi, che investe soprattutto gli anarchici, sui quali di “fango” ne viene gettato parecchio.\r\nPer sfortuna dell’autore anno dopo anno c’è chi alimenta le pile che mantengono vivi gli ingranaggi della memoria.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 15 dicembre\r\nore 10,30\r\npresidio No Tav in piazza Castello per contestare la Cig, la conferenza intergovernativa sulla Torino Lyon\r\n\r\nSabato 18 dicembre\r\nore 11 al Balon\r\npunto info anarcofemminista\r\nContro la (sacra) famiglia e i cattofascisti\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Dicembre 2021","2021-12-15 09:55:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/Pinelli_Bis-200x110.jpg","Anarres del 10 dicembre. No Tav. Polonia: appello alla solidarietà. Kropotkin, geografo e anarchico. La strage di stato, l’assassinio di Pinelli, la santificazione del suo assassino...",1639562124,[],[],{"post_content":196},{"matched_tokens":197,"snippet":198,"value":199},[70],"al ponte aereo offerto da \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark>, che prometteva un ingresso sicuro","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/2021-12-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n8 dicembre 2021. Un giorno di festa e di lotta\r\nL’8 dicembre di quest’anno la neve cadeva fitta fitta, ma non ha fermato un movimento che ha saputo stringere i denti e andare avanti per decenni. Eravamo in tanti al corteo che, dopo aver attraversato il centro del paese, si è diretto al presidio di Borgone, che il sindaco vuole distruggere, costruendo una strada inutile con i soldi delle compensazioni ricevute per il Tav.\r\nIl corteo è poi passato dal centro di San Didero e si è concluso al presidio del Baraccone.\r\nQui tutto è cominciato con palle natalizie e festoni sulle recinzioni, per poi proseguire con rampini e corde per tirare giù metri e metri di filo spinato a lamelle, intanto oltre la recinzione volavano palle di neve ghiacciata. Un vero assedio al cantiere/fortino militarizzato di San Didero.\r\nLa polizia ha sparato con i cannoni ad acqua contro gruppi di No Tav, che da ogni lato, protetti da instabili barriere di plastica avanzavano a ondate quasi continue.\r\nPoi è partita la consueta salva di lacrimogeni, sparati anche sul piazzale, dove c’era la distribuzione del vin brulé e delle caldarroste. Molti lacrimogeni sono stati rispediti al mittente, altri annegati nella neve. Un 8 dicembre di festa e di lotta.\r\n\r\nPolonia. Appello ad azioni di solidarietà con chi lotta alla frontiera con la Bielorussia\r\nDa agosto, quando i primi migranti hanno cominciato a passare il confine con la Polonia nel tentativo di entrare in Europa e di proseguire il viaggio verso la Germania, i compagni e le compagne polacche hanno cominciato ad andare al confine. Lì danno aiuto materiale e informazioni utili a quelli che riescono a filtrare attraverso le maglie, man mano più fitte, che il governo polacco ha teso lungo tutto il confine con la Bielorussia.\r\nNel resto d’Europa le vicende di questo confine sono diventate di pubblico dominio solo da poche settimane, quando il dittatore bielorusso ha deciso di rendere più forte la pressione sull’Europa, inviando migliaia di persone alla frontiera. La rotta bielorussa si è aperta solo grazie al ponte aereo offerto da \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark>, che prometteva un ingresso sicuro in Europa, offrendo un pacchetto vacanze completo. Per mille euro,\r\ni migranti, spesso intere famiglie, prendono l’aereo in Iraq, entrando in Bielorussia con un visto turistico, che comprende un soggiorno di tre giorni, la visita al castello di Minsk e l’accompagnamento per un giro senza ritorno al confine polacco.\r\nLì comincia l’inferno. La gente in trappola dentro la riserva naturale integrale che si trova ai due lati della frontiera, senza appoggi, senza mappe, senza sentieri, uomini armati alle proprie spalle, uomini armati di fronte. Chi viene intercettato dalle guardie polacche, viene privato di tutto e respinto senza possibilità di chiedere asilo.\r\nCon l’inverno la lista dei morti al confine si allunga di giorno in giorno. L’ultima una donna incinta di 39 anni in viaggio con il marito e cinque figli, morta di setticemia, perché nessuno l’ha soccorsa quando è stata male.\r\nSul confine ci sono sia esponenti di ONG moderati che i compagni e le compagne della rete No Border, di cui fanno parte gli anarchici della Federazione Anarchica Polacca di Katowice.\r\nI No Border raccolgono materiale e cercano di farlo avere alle persone che riescono ad incontrare, per rendere più facile proseguire il viaggio. Da settembre a Bialystok, la città più vicina al confine, i No Border hanno aperto una posto autogestito, dove si incontrano, si organizzano e autogestiscono la lotta.\r\nLa situazione è diventata più difficile da quando il governo polacco ha dichiarato interdetta una fascia di tre chilometri lungo il confine. Chi viene pescato in quest’area rischia multe e denunce penali.\r\nNonostante la repressione ogni settimana ci sono compagni che si avvicendano al confine per continuare la lotta.\r\nI compagni e le compagne fanno appello per azioni di solidarietà internazionale in tutta Europa\r\n\r\nKropotkin. Anarchico e geografo\r\nNel centenario della morte dell’anarchico russo si sono moltiplicate le iniziative editoriali e di studio. Abbiamo già parlato del convegno che si è tenuto a Massenzatico nell’ultimo fine settimana di ottobre, con resoconti e presentazioni di libri.\r\nQuesta settimana parleremo del Kropotkin geografo, con un occhio le geopolitiche critiche, che esaminano il rapporto tra spazio e potere. Il termine geografia critica viene usato per criticare il potere le guerre, contestando lo stato e il territorio coe elementi necessari per analizzare lo spazio. Anche i territorio, il luogo del terrore, che lo stat esercita. Malthus usato per naturalizzare la \r\nLo abbiamo fatto con Federico Ferretti, che insegna geografia all’università di Bologna ed è stato tra gli organizzatori del convegno “Solidarietà e rivoluzione. I cento anni di Kropotkin”.\r\n\r\nLa strage di Stato e l’assassino di Pinelli\r\nA Milano sono in preparazione numerose iniziative nell’anniversario della strage di piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto di Valpreda e dell’assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nL’ampia indignazione per la strage: agli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava di una strage di Stato, ordita con lo scopo di spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno di quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura di Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente.\r\nPer questa ragione, anno dopo anno, gli anarchici, specie a Milano, promuovono numerose iniziative.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo della FAI milanese, con cui parleremo anche di “Fango” un libro uscito da poco in vista del cinquantesimo anniversario dell’uccisione di Calabresi, il commissario-finestra. In questo libro dal titolo evocativo, l’autore, tale Grimaldi, fa una sistematica operazione di falsificazione degli eventi, che investe soprattutto gli anarchici, sui quali di “fango” ne viene gettato parecchio.\r\nPer sfortuna dell’autore anno dopo anno c’è chi alimenta le pile che mantengono vivi gli ingranaggi della memoria.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 15 dicembre\r\nore 10,30\r\npresidio No Tav in piazza Castello per contestare la Cig, la conferenza intergovernativa sulla Torino Lyon\r\n\r\nSabato 18 dicembre\r\nore 11 al Balon\r\npunto info anarcofemminista\r\nContro la (sacra) famiglia e i cattofascisti\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[201],{"field":94,"matched_tokens":202,"snippet":198,"value":199},[70],{"best_field_score":132,"best_field_weight":133,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":134,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},{"document":205,"highlight":217,"highlights":222,"text_match":130,"text_match_info":225},{"comment_count":46,"id":206,"is_sticky":46,"permalink":207,"podcastfilter":208,"post_author":143,"post_content":209,"post_date":210,"post_excerpt":52,"post_id":206,"post_modified":211,"post_thumbnail":212,"post_title":213,"post_type":169,"sort_by_date":214,"tag_links":215,"tags":216},"71846","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-5-novembre-spese-militari-4-novembre-di-lotta-convegno-su-kropotkin-lotta-no-border-al-confine-tra-bielorussia-e-polonia/",[143],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2021-11-05-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nIn questa puntata: \r\n\r\nSpese militari e missioni militari all’estero.\r\nLe spese militari quest’anno hanno toccato i 25 miliardi. Vent’anni di guerra e occupazione militare dell’Afganistan sono costati alla sola Italia 8,7 miliardi di euro.\r\nLa scorsa estate il parlamento ha approvato il rifinanziamento delle varie avventure neo-coloniali delle forze armate italiane. In Africa sono concentrate 18 delle 40 missioni tricolori.\r\nLe missioni militari all’estero costano un miliardo e 200 milioni di euro: 9.449 i militari impiegati: un secco aumento rispetto alle cifre già da record del 2020.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti dell’ateneo libertario di Milano, che martedì 9 novembre è stato a a Torino per un incontro su “ Guerre tricolori. Missioni militari e spesa di guerra tra gasdotti, colonialismo e lager per migranti”\r\n\r\nCronache dalla piazza torinese del 4 novembre.\r\n4 novembre. Festa degli assassini\r\nl 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine. Nella sola Italia i morti furono 600.000.\r\nIl 4 novembre è la festa degli assassini. La divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.\r\nA Torino i militari sono tornati in piazza Castello, che per l’occasione è stata completamente blindata dalla polizia. Stefano Lorusso, il nuovo sindaco di Torino, per l’occasione esalta la prima guerra mondiale, il patriottismo, la gestione militare della pandemia, le missioni militari all’estero travestite da missioni di pace. \r\nCent’anni fa, a rischio della vita, disertarono a migliaia la guerra, consapevoli che le frontiere tra gli Stati sono tratti di matita sulle mappe. Interessano a chi governa, ma non hanno nessun significato per chi abita uno o l’altro versante di una montagna, l’una o l’altra riva di un fiume, dove nuotano gli stessi pesci, dove crescono le stesse piante, dove vivono uomini e donne che si riconoscono uguali di fronte ai padroni che si fanno ricchi sul loro lavoro.\r\nLa storia delle rivolte, delle “tregue spontanee”, dell’odio per gli ufficiali, pur ricostruita in numerosi studi, non è mai entrata nei programmi scolastici, perché la propaganda militarista nelle scuole non è mai cessata. Anzi! I militari entrano nelle scuole come “esperti”, per indottrinare ed arruolare ragazzi e ragazze.\r\nCent’anni dopo, quelle trincee impastate di sangue, sudore, fango e rabbia la retorica patriottica, il garrire di bandiere e le parate militari continuano a nascondere i massacri, i pescecani che si arricchivano, le “decimazioni”, gli stupri di massa.\r\nLa memoria popolare ne conserva traccia nelle canzoni, che sono passate di bocca in bocca e riecheggiano nelle labbra di chi oggi lotta contro eserciti, guerre, stati e frontiere.\r\nA Torino e in tante altre città italiane in piazza c’erano anche gli antimilitaristi.\r\nNel primo pomeriggio uno striscione, con la scritta “4 novembre. Festa degli assassini” è stato appeso al monumento militarista all’angolo tra corso Vercelli e via Ivrea. \r\nNonostante i blocchi di polizia il presidio antimilitarista è riuscito a collocarsi in via Garibaldi non lontano da piazza Castello. A fine giornata ci si è spostati in mini corteo in piazza Castello, dove un cartello con un gruppo di generali raffigurati da Baj è stato dato alle fiamme. \r\nNei tanti interventi la memoria dei disertori e il rifiuto della retorica patriottica si è saldato alle lotte contro le frontiere, le missioni militari all’estero, la militarizzazione delle città.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nKropotkin. Lo scorso fine settimana si è svolto a Massenzatico un convegno sul rivoluzionario e teorico russo a cent’anni della morte.\r\nTanti gli spunti e le suggestioni emerse sull’anarchico e geografo in un ritratto in piedi a tutto tondo, dalla formazione alla galera, al lungo esilio, sino al ritorno nella Russia dove presto la rivoluzione si volse in dittatura. Il suo funerale fu l’ultima grande manifestazione anarchica in Russia, mentre calava il buio del totalitarismo bolscevico. \r\nCe ne ha parlato Simone Ruini\r\n\r\nNo border. Repressione e lotta sul confine tra la Bielorussia e la Polonia\r\nDa agosto il dittatore bielorusso Lukashenko offre per mille euro un visto valido tre giorni, comprensivo di viaggio, un paio di pernottamenti, persino la visita ad un Castello. Poi le persone, spesso interi gruppi familiari con bambini ed anziani, vengono accompagnati alla frontiera con la Polonia e li abbandonati. Provano ad entrare in Europa attraversando l’ultima foresta originale d’Europa, dove non ci sono sentieri, dove non ci sono insediamenti umani, dove sopravvivere, specie ora che l’inverno sta arrivando è un terno al lotto. Sinora ci sono stati 8 morti, ma nella foresta potrebbero essere molti di più. La Polonia ha schierato la polizia e poi l’esercito e, da un mese, ha anche istituito una zona cuscinetto interdetta ai civili, che rischiano multe e denunce. La Situazione è terribile. Ma c’è chi sta costriuendo un rete solidale. A Byalistok è stata aperta una casa che funge da deposito, mentre compagne e compagni presidiano il confine, cercando di intercettare i migranti prima della polizia polacca, per aiutarli a proseguire il viaggio. \r\nCe ne ha parlato Marco, un compagno della Federazione Anarchica di Cracovia\r\nNotizie recentissime, arrivate dopo l’intervista, riferiscono un’auto senza targa con dentro alcuni cadaveri e di altri corpi emersi in un fiume che viene attraversato per passare il confine.\r\nSubito dopo quest’intervista la situazione al confine è divenuta di pubblico dominio anche in Italia, perché Lukashenko ha provato ad accelerare, spingendo sul confine migliaia di migranti. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 20 novembre\r\nCorteo antimilitarista\r\nore 14,30 Porta Palazzo – Corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nContro i mercanti d’armi, le fabbriche di morte e le basi militari\r\nContro l’Aerospace & defence meetings\r\nContro la spesa di guerra e le missioni militari all’estero\r\nContro il colonialismo tricolore, boicottiamo l’ENI\r\nContro la guerra ai migranti e ai poveri\r\nContro la violenza sessista di ogni esercito\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nSabato 27 novembre\r\nGiornata contro la violenza sessista degli eserciti\r\nPunto info al Balon dalle 10,30\r\n\r\nMartedì 30 novembre\r\nPresidio di lotta di fronte all’ingresso dell’Oval, che ospita la ottava edizione dell’Aerospace and defence meeting – mostra mercato dell’industria bellica aerospaziale.\r\nDalle 12,30\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","15 Novembre 2021","2021-11-15 19:56:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/war-is-good-business-danksy-200x110.jpg","Anarres del 5 novembre. Spese militari. 4 novembre di lotta. Convegno su Kropotkin. Lotta no border al confine tra Bielorussia e Polonia…",1637006113,[],[],{"post_content":218},{"matched_tokens":219,"snippet":220,"value":221},[70],"Da agosto il dittatore bielorusso \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark> offre per mille euro un","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2021-11-05-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nIn questa puntata: \r\n\r\nSpese militari e missioni militari all’estero.\r\nLe spese militari quest’anno hanno toccato i 25 miliardi. Vent’anni di guerra e occupazione militare dell’Afganistan sono costati alla sola Italia 8,7 miliardi di euro.\r\nLa scorsa estate il parlamento ha approvato il rifinanziamento delle varie avventure neo-coloniali delle forze armate italiane. In Africa sono concentrate 18 delle 40 missioni tricolori.\r\nLe missioni militari all’estero costano un miliardo e 200 milioni di euro: 9.449 i militari impiegati: un secco aumento rispetto alle cifre già da record del 2020.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti dell’ateneo libertario di Milano, che martedì 9 novembre è stato a a Torino per un incontro su “ Guerre tricolori. Missioni militari e spesa di guerra tra gasdotti, colonialismo e lager per migranti”\r\n\r\nCronache dalla piazza torinese del 4 novembre.\r\n4 novembre. Festa degli assassini\r\nl 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine. Nella sola Italia i morti furono 600.000.\r\nIl 4 novembre è la festa degli assassini. La divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.\r\nA Torino i militari sono tornati in piazza Castello, che per l’occasione è stata completamente blindata dalla polizia. Stefano Lorusso, il nuovo sindaco di Torino, per l’occasione esalta la prima guerra mondiale, il patriottismo, la gestione militare della pandemia, le missioni militari all’estero travestite da missioni di pace. \r\nCent’anni fa, a rischio della vita, disertarono a migliaia la guerra, consapevoli che le frontiere tra gli Stati sono tratti di matita sulle mappe. Interessano a chi governa, ma non hanno nessun significato per chi abita uno o l’altro versante di una montagna, l’una o l’altra riva di un fiume, dove nuotano gli stessi pesci, dove crescono le stesse piante, dove vivono uomini e donne che si riconoscono uguali di fronte ai padroni che si fanno ricchi sul loro lavoro.\r\nLa storia delle rivolte, delle “tregue spontanee”, dell’odio per gli ufficiali, pur ricostruita in numerosi studi, non è mai entrata nei programmi scolastici, perché la propaganda militarista nelle scuole non è mai cessata. Anzi! I militari entrano nelle scuole come “esperti”, per indottrinare ed arruolare ragazzi e ragazze.\r\nCent’anni dopo, quelle trincee impastate di sangue, sudore, fango e rabbia la retorica patriottica, il garrire di bandiere e le parate militari continuano a nascondere i massacri, i pescecani che si arricchivano, le “decimazioni”, gli stupri di massa.\r\nLa memoria popolare ne conserva traccia nelle canzoni, che sono passate di bocca in bocca e riecheggiano nelle labbra di chi oggi lotta contro eserciti, guerre, stati e frontiere.\r\nA Torino e in tante altre città italiane in piazza c’erano anche gli antimilitaristi.\r\nNel primo pomeriggio uno striscione, con la scritta “4 novembre. Festa degli assassini” è stato appeso al monumento militarista all’angolo tra corso Vercelli e via Ivrea. \r\nNonostante i blocchi di polizia il presidio antimilitarista è riuscito a collocarsi in via Garibaldi non lontano da piazza Castello. A fine giornata ci si è spostati in mini corteo in piazza Castello, dove un cartello con un gruppo di generali raffigurati da Baj è stato dato alle fiamme. \r\nNei tanti interventi la memoria dei disertori e il rifiuto della retorica patriottica si è saldato alle lotte contro le frontiere, le missioni militari all’estero, la militarizzazione delle città.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nKropotkin. Lo scorso fine settimana si è svolto a Massenzatico un convegno sul rivoluzionario e teorico russo a cent’anni della morte.\r\nTanti gli spunti e le suggestioni emerse sull’anarchico e geografo in un ritratto in piedi a tutto tondo, dalla formazione alla galera, al lungo esilio, sino al ritorno nella Russia dove presto la rivoluzione si volse in dittatura. Il suo funerale fu l’ultima grande manifestazione anarchica in Russia, mentre calava il buio del totalitarismo bolscevico. \r\nCe ne ha parlato Simone Ruini\r\n\r\nNo border. Repressione e lotta sul confine tra la Bielorussia e la Polonia\r\nDa agosto il dittatore bielorusso \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark> offre per mille euro un visto valido tre giorni, comprensivo di viaggio, un paio di pernottamenti, persino la visita ad un Castello. Poi le persone, spesso interi gruppi familiari con bambini ed anziani, vengono accompagnati alla frontiera con la Polonia e li abbandonati. Provano ad entrare in Europa attraversando l’ultima foresta originale d’Europa, dove non ci sono sentieri, dove non ci sono insediamenti umani, dove sopravvivere, specie ora che l’inverno sta arrivando è un terno al lotto. Sinora ci sono stati 8 morti, ma nella foresta potrebbero essere molti di più. La Polonia ha schierato la polizia e poi l’esercito e, da un mese, ha anche istituito una zona cuscinetto interdetta ai civili, che rischiano multe e denunce. La Situazione è terribile. Ma c’è chi sta costriuendo un rete solidale. A Byalistok è stata aperta una casa che funge da deposito, mentre compagne e compagni presidiano il confine, cercando di intercettare i migranti prima della polizia polacca, per aiutarli a proseguire il viaggio. \r\nCe ne ha parlato Marco, un compagno della Federazione Anarchica di Cracovia\r\nNotizie recentissime, arrivate dopo l’intervista, riferiscono un’auto senza targa con dentro alcuni cadaveri e di altri corpi emersi in un fiume che viene attraversato per passare il confine.\r\nSubito dopo quest’intervista la situazione al confine è divenuta di pubblico dominio anche in Italia, perché \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark> ha provato ad accelerare, spingendo sul confine migliaia di migranti. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 20 novembre\r\nCorteo antimilitarista\r\nore 14,30 Porta Palazzo – Corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nContro i mercanti d’armi, le fabbriche di morte e le basi militari\r\nContro l’Aerospace & defence meetings\r\nContro la spesa di guerra e le missioni militari all’estero\r\nContro il colonialismo tricolore, boicottiamo l’ENI\r\nContro la guerra ai migranti e ai poveri\r\nContro la violenza sessista di ogni esercito\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nSabato 27 novembre\r\nGiornata contro la violenza sessista degli eserciti\r\nPunto info al Balon dalle 10,30\r\n\r\nMartedì 30 novembre\r\nPresidio di lotta di fronte all’ingresso dell’Oval, che ospita la ottava edizione dell’Aerospace and defence meeting – mostra mercato dell’industria bellica aerospaziale.\r\nDalle 12,30\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo",[223],{"field":94,"matched_tokens":224,"snippet":220,"value":221},[70],{"best_field_score":132,"best_field_weight":133,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":134,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},{"document":227,"highlight":240,"highlights":245,"text_match":130,"text_match_info":248},{"comment_count":46,"id":228,"is_sticky":46,"permalink":229,"podcastfilter":230,"post_author":49,"post_content":231,"post_date":232,"post_excerpt":52,"post_id":228,"post_modified":233,"post_thumbnail":234,"post_title":235,"post_type":169,"sort_by_date":236,"tag_links":237,"tags":239},"64106","http://radioblackout.org/podcast/i-bastioni-di-orione-e-i-satelliti-ex-sovietici-in-subbuglio-n-0/",[145],"Abbiamo inaugurato la trasmissione che ha nel titolo un riferimento a una delle prime opere distopiche che attingeva a un immaginario in cui si mescolavano anche in parte strutture sovietiche, abitazioni ed edifici fatiscenti che nell'idea occidentale potevano ascriversi a una condizione di postcapitalismo... e forse la condizione che andiamo a descrivere con Yurii Colombo si avvicina in parte: in un' altra diretta con Teresa Di Mauro ci si chiedeva cosa rendesse così preziosi i territori che gli opposti nazionalismi, quello azero, rinfocolato dal comune sentimento di fratellanza con i turchi, e quello armeno, insufflato di religiosità millenaria che si ammanta di baluardo contro l'islamizzazione del Caucaso, tutti comunque prigionieri di Pushkin e del suo romanticismo.\r\n\r\nQuesto panorama lo abbiamo lasciato sullo sfondo, sovrapponendogli petrolio (e i suoi bassi costi), di interessi e spese strategico-militari, che si muovono in questo triangolo che comprende migliaia di chilometri che sono il vecchio cortile di casa di Mosca: Biškek, Step'anakert, Minsk sono i tre vertici del triangolo che sono diverse spine nel fianco derivanti da motivi disparati, che mettono in crisi l'autorevolezza regionale della Russia, tesa a cercare di continuare a essere percepita ancora come grande potenza globale evirando di ridursi a potenza locale, come il duello a cui l'ha portata la Turchia in ascesa sembra lasciare immaginare. E invece è alle prese con miseria, clan, pogrom, lumpenproletariat...\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSolo facendo risalire a questi presupposti si possono interpretare i tatticismi putiniani nella zona caucasica, dove il Cremlino non si è comportato come in Bielorussia – con la strenua difesa di Lukashenko –, né come in Ucraina (l'occupazione della Crimea non può venir considerata \"vincente\" per Putin, a fronte della perdita del resto dell'Ucraina). Ma soprattutto si evidenziano i problemi che emergono nelle dispute per procura in Libia (dove al momento pare che Erdoğan tragga maggiori vantaggi), in Siria – dove il 21 ottobre è cominciato il lento ripiegamento delle truppe turche da Idlib –, in Nagorno-Karabach, dove Ankara è impegnata direttamente e Mosca cerca di presentarsi come Grande Mediatrice.\r\n\r\n \r\n\r\nE poi c'è il Greta Game siberiano: il legname va separato dagli interessi mafiosi secondo Putin che h abloccato le esportazioni, ma i cinesi hanno comprato i diritti di sfruttamento per un secolo. Non si può immaginare quale sarà l'evoluzione dei rapporti tra i due giganti asiatici, Yurii non sembra propenso a immaginare una reale alleanza, ma la questione siberiana è complessa e attigua alla guerra indopacifica.\r\n\r\n \r\n\r\nSi vedrà quanto filo hanno i singoli contendenti da filare (o meglio quanto petrolio o gas hanno da spillare e vendere); quali e quante alleanze riusciranno a fabbricare i due contendenti, tra cinesi e loro interessi sui territori centrasiatici (strategici per la Belt Road Iniziative) da un lato e sanzioni dall'altro da parte di occidentali, dubbiosi tra eticità e affari... tra tatticismi riusciti e inesistenti strategie; tra boiari, intelligence, affaristi, mafie...\r\n\r\nAffascinanti i Bastioni di Orione che ci illustra Yurii:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/Yurij_01-satelliti-in-subbuglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Ottobre 2020","2020-11-03 20:15:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/bambole-putin-erdogan-200x110.jpg","“I Bastioni di Orione” e... i satelliti ex sovietici in subbuglio (n° 0)",1603754938,[238],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[154],{"post_content":241},{"matched_tokens":242,"snippet":243,"value":244},[70],"con la strenua difesa di \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark> –, né come in Ucraina (l'occupazione","Abbiamo inaugurato la trasmissione che ha nel titolo un riferimento a una delle prime opere distopiche che attingeva a un immaginario in cui si mescolavano anche in parte strutture sovietiche, abitazioni ed edifici fatiscenti che nell'idea occidentale potevano ascriversi a una condizione di postcapitalismo... e forse la condizione che andiamo a descrivere con Yurii Colombo si avvicina in parte: in un' altra diretta con Teresa Di Mauro ci si chiedeva cosa rendesse così preziosi i territori che gli opposti nazionalismi, quello azero, rinfocolato dal comune sentimento di fratellanza con i turchi, e quello armeno, insufflato di religiosità millenaria che si ammanta di baluardo contro l'islamizzazione del Caucaso, tutti comunque prigionieri di Pushkin e del suo romanticismo.\r\n\r\nQuesto panorama lo abbiamo lasciato sullo sfondo, sovrapponendogli petrolio (e i suoi bassi costi), di interessi e spese strategico-militari, che si muovono in questo triangolo che comprende migliaia di chilometri che sono il vecchio cortile di casa di Mosca: Biškek, Step'anakert, Minsk sono i tre vertici del triangolo che sono diverse spine nel fianco derivanti da motivi disparati, che mettono in crisi l'autorevolezza regionale della Russia, tesa a cercare di continuare a essere percepita ancora come grande potenza globale evirando di ridursi a potenza locale, come il duello a cui l'ha portata la Turchia in ascesa sembra lasciare immaginare. E invece è alle prese con miseria, clan, pogrom, lumpenproletariat...\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSolo facendo risalire a questi presupposti si possono interpretare i tatticismi putiniani nella zona caucasica, dove il Cremlino non si è comportato come in Bielorussia – con la strenua difesa di \u003Cmark>Lukashenko\u003C/mark> –, né come in Ucraina (l'occupazione della Crimea non può venir considerata \"vincente\" per Putin, a fronte della perdita del resto dell'Ucraina). Ma soprattutto si evidenziano i problemi che emergono nelle dispute per procura in Libia (dove al momento pare che Erdoğan tragga maggiori vantaggi), in Siria – dove il 21 ottobre è cominciato il lento ripiegamento delle truppe turche da Idlib –, in Nagorno-Karabach, dove Ankara è impegnata direttamente e Mosca cerca di presentarsi come Grande Mediatrice.\r\n\r\n \r\n\r\nE poi c'è il Greta Game siberiano: il legname va separato dagli interessi mafiosi secondo Putin che h abloccato le esportazioni, ma i cinesi hanno comprato i diritti di sfruttamento per un secolo. Non si può immaginare quale sarà l'evoluzione dei rapporti tra i due giganti asiatici, Yurii non sembra propenso a immaginare una reale alleanza, ma la questione siberiana è complessa e attigua alla guerra indopacifica.\r\n\r\n \r\n\r\nSi vedrà quanto filo hanno i singoli contendenti da filare (o meglio quanto petrolio o gas hanno da spillare e vendere); quali e quante alleanze riusciranno a fabbricare i due contendenti, tra cinesi e loro interessi sui territori centrasiatici (strategici per la Belt Road Iniziative) da un lato e sanzioni dall'altro da parte di occidentali, dubbiosi tra eticità e affari... tra tatticismi riusciti e inesistenti strategie; tra boiari, intelligence, affaristi, mafie...\r\n\r\nAffascinanti i Bastioni di Orione che ci illustra Yurii:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/Yurij_01-satelliti-in-subbuglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[246],{"field":94,"matched_tokens":247,"snippet":243,"value":244},[70],{"best_field_score":132,"best_field_weight":133,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":134,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},6637,{"collection_name":169,"first_q":31,"per_page":137,"q":31},["Reactive",252],{},["Set"],["ShallowReactive",255],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fBkceNS_GplhjhA5BQq_od-yl30rNpTtsaHXTr6rWE-I":-1},true,"/search?query=lukashenko"]