","Microfoni Aperti 28 giorni dopo - in continuo aggiornamento","post",1586530972,[42,43,44],"http://radioblackout.org/tag/coronavirus/","http://radioblackout.org/tag/open-mic/","http://radioblackout.org/tag/radio-blackout/",[14,12,16],{"post_content":47,"post_title":54},{"matched_tokens":48,"snippet":52,"value":53},[49,50,51],"figli","madri","e","bombe ad orologeria che coinvolgono \u003Cmark>figli\u003C/mark>, mogli, \u003Cmark>madri\u003C/mark>, fratelli angosciati dal cattivo \u003Cmark>e\u003C/mark> sempre più incerto futuro che","A quasi un mese dall'inizio dell'inizio dello stato di emergenza continuano i microfoni aperti di Radio Blackout per analizzare, confrontarsi \u003Cmark>e\u003C/mark> raccontare gli effetti della pandemia sulle nostre vite.\r\n\r\nRompi l’isolamento!\r\n\r\nchiamaci allo 011 249 5669\r\nmandaci un vocale al 346 667 3263\r\n\r\n\r\n\r\nDi seguito alcuni degli interventi raccolti \u003Cmark>in\u003C/mark> questi giorni.\r\n\r\n14 aprile\r\n\r\nNei giorni di Pasqua \u003Cmark>e\u003C/mark> Pasquetta i controlli polizieschi si sono intensificati \u003Cmark>in\u003C/mark> tutta Italia. \u003Cmark>In\u003C/mark> un appartamento di Barriera di Milano la polizia \u003Cmark>è\u003C/mark> entrata \u003Cmark>e\u003C/mark> ha arrestato due giovani che festeggiavano il compleanno. Abbiamo ascoltato la testimonianza di un'inquilina di quel palazzo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/via-feletto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa militarizzazione delle strade va avanti dall'inizio della quarantena. Spesso, si interseca con episodi di delazione dal balcone. La sorveglianza viene appaltata a solerti vicini di casa che avvisano le volanti della presenza di una famiglia impegnata \u003Cmark>in\u003C/mark> un breve giro fuori casa. Abbiamo sentito la testimonianza di chi ha avuto esperienza di tutto questo, rimediando una multa:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/multa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n13 aprile\r\n\r\nAncora una testimonianza sulla mattanza sbirresca al \u003Cmark>carcere\u003C/mark> di Santa Maria Capua Vetere.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/capua_Vetere_13apr20.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n11 aprile\r\n\r\nSpunti sullo smart working\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/smartworking.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa moglie di un detenuto del \u003Cmark>carcere\u003C/mark> di Rebibbia ha condiviso con noi le sue riflessioni \u003Cmark>e\u003C/mark> la sua rabbia sulla situazione nelle carceri, raccontandoci anche il percorso che ha portato a chiamare un presidio giovedì 16 aprile alle 12, appunto davanti al \u003Cmark>carcere\u003C/mark>.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/rebibbia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n8 aprile\r\n\r\nUn ospite del dormitorio torinese di Corso Tazzoli ci racconta della loro situazione \u003Cmark>e\u003C/mark> della loro lotta\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/dormitorio-corso-tazzoli-torino.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUn contributo dalle valli valdesi, LA NAVE DEI FOLLI: una serie di puntate attorno alla boa della cibernetica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/la-nave-dei-folli-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n7 aprile\r\n\r\nAggiornamenti da Milano: Mascherine obbligatorie ma introvabili, controllo nelle strade \u003Cmark>e\u003C/mark> situazione nelle carceri di Opera \u003Cmark>e\u003C/mark> SanVittore\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Milan0704.mp3\"][/audio]\r\n\r\n6 aprile\r\n\r\nUn contributo di Paola: uno sguardo luddista sulla pandemia\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/04_06_2020_intervento_peste_MIC_AP.mp3\"][/audio]\r\nAscolta o Scarica\r\nAssemblea radiofonica su radio onda d'urto contro le grandi opere\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/AssROdU-grandi-opere.mp3\"][/audio]\r\nAscolta o Scarica\r\nDi seguito il testo dell'indizione \u003Cmark>e\u003C/mark> l'audio dell'assemblea\r\n\r\nhttps://www.radiondadurto.org/2020/04/07/grandi-opere-inutili-sanita-assemblea-pubblica-radiofonica-martedi-7-aprile/\r\n\r\n \r\n\r\n6 aprile\r\n\r\nUn aggiornamento sulla situazione delle carceri \u003Cmark>in\u003C/mark> Italia \u003Cmark>in\u003C/mark> questo momento con Sandra dell'associazione onlus Yairaiha.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/yairaiha.mp3\"][/audio]\r\nAscolta o Scarica\r\nUno sguardo sul \u003Cmark>carcere\u003C/mark> delle Vallette, dopo i primi positivi sia tra i detenuti che tra le fila della polizia penitenziaria, gli unici ancora nella possibilità di entrare \u003Cmark>e\u003C/mark> uscire dall'istitituto penitenziario. \u003Cmark>In\u003C/mark> collegamento Luca, un compagno \u003Cmark>in\u003C/mark> licenza domiciliare dal regime di semilibertà all'interno del \u003Cmark>carcere\u003C/mark> di Torino.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Lucart21.mp3\"][/audio]\r\nAscolta o Scarica \r\nDi seguito l'appello dal \u003Cmark>carcere\u003C/mark> delle Vallette dei detenuti \u003Cmark>in\u003C/mark> articolo 21 per lavoro esterno\r\nViviamo \u003Cmark>in\u003C/mark> un ambiente di circa 100 metri quadrati suddiviso \u003Cmark>in\u003C/mark> più camere per un totale di 45 persone, 2 servizi igienici per tutti \u003Cmark>e\u003C/mark> al pian terreno di questa struttura ci sono anche delle mamme con dei bambini innocenti che continuano ad essere rinchiusi. Alle nostre, critiche \u003Cmark>e\u003C/mark> disperate, condizioni assistono anche gli operatori della polizia penitenziaria, vittime anch’essi del totale menefreghismo istituzionale onnipresente \u003Cmark>e\u003C/mark> oggi ancor più irritante.\r\nSiamo da giorni isolati a causa dell’accertamento della contaminazione da virus di un soggetto tra noi. Non veniamo visti da nessuno \u003Cmark>e\u003C/mark> nessuno ne parla per voler nascondere la realtà di un lazzaretto che lascerà alle spalle morti preannunciate, \u003Cmark>e\u003C/mark> forse volute, nella più totale indifferenza.\r\nPandemia, terza guerra mondiale, #state a casa, #ce la faremo: giuste considerazioni del momento che attraversiamo, ma fatte solo esclusivamente per tirare acqua al proprio mulino.\r\nAllo stato attuale nella nostra palazzina permangono i semiliberi che si son visti rigettare richiesta di licenza premio come previsto \u003Cmark>e\u003C/mark> disposto dal Dpcm ( scritto con l’apparente obbiettivo di sfollare i carceri). A testimonianza di una non volontà di assicurare, \u003Cmark>in\u003C/mark> un momento di così altamente critico \u003Cmark>e\u003C/mark> rischioso, la tutela della salute \u003Cmark>e\u003C/mark> della vita.\r\nNon privilegiano coscienza, sentimenti umanitari \u003Cmark>e\u003C/mark> ragionevolezza, termine quest’ultimo spesso adoperato \u003Cmark>in\u003C/mark> sede di formulazione delle sentenze di condanna quando si presentano non poche incertezze \u003Cmark>e\u003C/mark> lati oscuri. Poltrona, autorità \u003Cmark>e\u003C/mark> potere \u003Cmark>è\u003C/mark> ciò che sovrasta ogni cosa compresa la vita. Eppure Cesare Beccaria già nel lontano 1700 lottava contro la pena di morte \u003Cmark>e\u003C/mark> contro la tortura che a secoli di distanza trova diversa applicazione nelle condizioni psicofisiche che viviamo: massacranti ed insopportabili.\r\nPure l’OMS, l’ISS \u003Cmark>e\u003C/mark> la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri consigliano, obbligano, sanzionano, per effetto di direttive salvavita paradossalmente escluse \u003Cmark>e\u003C/mark> nascoste all’interno delle carceri, bombe ad orologeria che coinvolgono \u003Cmark>figli\u003C/mark>, mogli, \u003Cmark>madri\u003C/mark>, fratelli angosciati dal cattivo \u003Cmark>e\u003C/mark> sempre più incerto futuro che ci aspetta. Ma dove sono finiti i diritti umani riconosciuti \u003Cmark>e\u003C/mark> sanciti nelle costituzioni di società \u003Cmark>e\u003C/mark> paesi che ancora oggi hanno il coraggio di autodichiararsi civili, industrializzati, sviluppati \u003Cmark>e\u003C/mark> anche democratici? Il razionale \u003Cmark>è\u003C/mark> fortemente discriminante!\r\nOggi purtroppo si registra il primo detenuto morto per COVID 19, o forse il primo che hanno avuto il coraggio di rendere pubblico dopo tanti silenziosi casi. La situazione può precipitare \u003Cmark>in\u003C/mark> tutto il paese se dal \u003Cmark>carcere\u003C/mark> vengono a svilupparsi i cosiddetti contagi di ritorno.\r\n\u003Cmark>E\u003C/mark> allora perché non prevenire questa ecatombe attraverso provvedimenti pro tempore? Almeno fino al perdurare dell’emergenza sanitaria, magari attraverso l’ampliamento dell’applicazione dell’articolo124 del decreto legge 18/2020 nei confronti di coloro che abbiano già dato prova di buona condotta, nei confronti di chi gode di permesso premio, con obbligo di permanere presso il proprio domicilio o altro luogo di assistenza.\r\nIl nemico attuale \u003Cmark>è\u003C/mark> invisibile, imprevedibile \u003Cmark>e\u003C/mark> silenzioso per tutti ma letale per qualcuno. Chi,\r\npotendo farlo, non interviene oggi, sarà suo complice \u003Cmark>in\u003C/mark> responsabilità soggettive \u003Cmark>e\u003C/mark> oggettive di esiti criminali contro la salute \u003Cmark>e\u003C/mark> contro la vita.\r\nAiuto \u003Cmark>è\u003C/mark> ciò che chiediamo, aiuto \u003Cmark>è\u003C/mark> ciò che ci dovete. Già \u003Cmark>è\u003C/mark> troppo tardi… fate presto!\r\nDomenica 5 aprile\r\nI DETENUTI RECLUSI \u003Cmark>E\u003C/mark> ISOLATI NELLA PALAZZINA DEI SEMILIBERI DEL \u003Cmark>CARCERE\u003C/mark> DI TORINO\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAlcuni degli interventi raccolti nel mese di marzo li trovi qui\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/2020/04/microfoni-aperti-da-torino-zona-rossa/",{"matched_tokens":55,"snippet":57,"value":57},[56],"in","Microfoni Aperti 28 giorni dopo - \u003Cmark>in\u003C/mark> continuo aggiornamento",[59,62],{"field":60,"matched_tokens":61,"snippet":52,"value":53},"post_content",[49,50,51],{"field":63,"matched_tokens":64,"snippet":57,"value":57},"post_title",[56],2889111915638817000,{"best_field_score":67,"best_field_weight":68,"fields_matched":69,"num_tokens_dropped":28,"score":70,"tokens_matched":71,"typo_prefix_score":28},"3324294004736",14,2,"2889111915638816882",5,6666,{"collection_name":39,"first_q":74,"per_page":75,"q":74},"madri e figli in carcere",6,{"facet_counts":77,"found":20,"hits":110,"out_of":280,"page":11,"request_params":281,"search_cutoff":18,"search_time_ms":71},[78,86],{"counts":79,"field_name":84,"sampled":18,"stats":85},[80,82],{"count":69,"highlighted":81,"value":81},"Bello come una prigione che brucia",{"count":11,"highlighted":83,"value":83},"il colpo del strega","podcastfilter",{"total_values":69},{"counts":87,"field_name":17,"sampled":18,"stats":108},[88,90,92,94,96,98,100,102,104,106],{"count":11,"highlighted":89,"value":89},"mostro",{"count":11,"highlighted":91,"value":91},"mitologia",{"count":11,"highlighted":93,"value":93},"immaginario",{"count":11,"highlighted":95,"value":95},"riproduzione",{"count":11,"highlighted":97,"value":97},"psicoanalisi",{"count":11,"highlighted":99,"value":99},"mostruosità",{"count":11,"highlighted":101,"value":101},"potere penale",{"count":11,"highlighted":103,"value":103},"margareth mead",{"count":11,"highlighted":105,"value":105},"michel foucault",{"count":11,"highlighted":107,"value":107},"istinto materno",{"total_values":109},32,[111,181,210],{"document":112,"highlight":140,"highlights":166,"text_match":176,"text_match_info":177},{"comment_count":28,"id":113,"is_sticky":28,"permalink":114,"podcastfilter":115,"post_author":31,"post_content":116,"post_date":117,"post_excerpt":34,"post_id":113,"post_modified":118,"post_thumbnail":119,"post_title":120,"post_type":121,"sort_by_date":122,"tag_links":123,"tags":132},"49042","http://radioblackout.org/podcast/bello-come-una-prigione-che-brucia-il-podcast-del-24-settembre/",[81],"La Sorveglianza Speciale viene definita una \"misura preventiva\", ovvero una serie di prescrizioni tese a modificare le condotte di un individuo per riportarlo sulla retta via; pena un aggravamento delle sanzioni e la carcerazione.\r\nQuesto strumento assume in molti casi una natura evidentemente repressiva, consentendo alle questure e alle procure di colpire le scelte di un individuo senza bisogno di un processo e di una condanna: basta la stesura di un profilo comportamentale, la costruzione narrativa di una \"personalità deviante\" e \"anti-sociale\", \"ostile alle forze dell'ordine\".\r\nPer questi motivi, negli ultimi anni la Sorveglianza Speciale si è dimostrata un prezioso strumento per colpire le lotte attraverso la rimozione di chi vi partecipa e la sua rieducazione coatta: non frequentare malfattori! trovati un lavoro! torna a casa presto! riga dritto!\r\nCercheremo di approfondire questo dispositivo di ortopedia disciplinare con Antonio, compagno colpito dalla Sorveglianza Speciale per le lotte portate avanti a Torino, in particolare contro il centro di detenzione per migranti di Corso Brunelleschi.\r\n\r\nIn risposta a un presunta epidemia di violenza tra gli operatori, la Camera ha recentemente approvato la \"procedura d'urgenza\" per la calendarizzazione di una proposta di legge sulla videosorveglianza negli asili e nei centri socio-assistenziali.\r\nPerché una maestra finisce per umiliare o picchiare un bambino? Perchè un operatore socio-sanitario arriva a trattare un'anziana come un corpo de-umanizzato su cui è lecito sfogarsi? Proporre un ambiente di lavoro sorvegliato può migliorare la situazione?\r\nCon Luigi, psicologo, cerchiamo di riflettere sulla sindrome da burnout, sulla de-umanizzazione del lavoratore e del paziente, sulla \"miopia\" della videosorveglianza.\r\n\r\nLa scorsa settimana una madre reclusa con i propri due figli nel carcere di Rebibbia è arrivata a ucciderli. Ministero e DAP hanno subito cercato dei capri espiatori per non riconoscersi come i veri carnefici: l'attuale ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, ha formalmente bocciato il programma di accesso a misure alternative per le madri detenute con la prole.\r\nPer estendere la riflessione su questi temi abbiamo intervistato Rossella Schillace, regista del docufilm \"Ninna Nanna Prigioniera\" girato nella \"sezione nido\" del carcere di Torino.\r\n\r\nQuesti i contenuti che potrai ascoltare nel podcast della trasmissione\r\n\r\nbello come 24 sett","29 Settembre 2018","2018-11-02 19:29:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/donne_carcere_figli_fotogramma-200x110.jpg","Bello come una prigione che brucia: il podcast del 24 settembre","podcast",1538237563,[124,125,126,127,128,129,130,131],"http://radioblackout.org/tag/bello-come-una-prigione-che-brucia/","http://radioblackout.org/tag/burnout/","http://radioblackout.org/tag/carcere-delle-vallette/","http://radioblackout.org/tag/madri-e-figli-in-carcere/","http://radioblackout.org/tag/rebibbia/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza-speciale/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/videosorveglianza/",[133,134,135,74,136,137,138,139],"bello come una prigione che brucia","burnout","carcere delle vallette","rebibbia","sorveglianza speciale","torino","videosorveglianza",{"post_content":141,"tags":147},{"matched_tokens":142,"snippet":145,"value":146},[49,143,144,51],"carcere","è","reclusa con i propri due \u003Cmark>figli\u003C/mark> nel \u003Cmark>carcere\u003C/mark> di Rebibbia \u003Cmark>è\u003C/mark> arrivata a ucciderli. 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Ne parliamo con Luca, un compagno in licenza domiciliare dal regime di semilibertà all’interno del carcere di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Lucart21.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInsieme a Sandra Berardi di Yairaiha Onlus torniamo ad approfondire alcuni aspetti della gestione della popolazione detenuta durante questa fase di emergenza sanitaria: la salute e la sicurezza delle persone rinchiuse in carcere sembrano irreversibilmente subordinate alla propaganda securitaria.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/BCUPCB-6-4-20-SBY.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nProtezione Civile e Ministero della Giustizia stanno approntando la produzione su scala industriale di mascherine protettive all’interno di alcune carceri. 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Non veniamo visti da nessuno e nessuno ne parla per voler nascondere la realtà di un lazzaretto che lascerà alle spalle morti preannunciate, e forse volute, nella più totale indifferenza.\r\n\r\nPandemia, terza guerra mondiale, #state a casa, #ce la faremo: giuste considerazioni del momento che attraversiamo, ma fatte solo esclusivamente per tirare acqua al proprio mulino.\r\n\r\nAllo stato attuale nella nostra palazzina permangono i semiliberi che si son visti rigettare richiesta di licenza premio come previsto e disposto dal Dpcm ( scritto con l’apparente obbiettivo di sfollare i carceri). A testimonianza di una non volontà di assicurare, in un momento di così altamente critico e rischioso, la tutela della salute e della vita.\r\n\r\nNon privilegiano coscienza, sentimenti umanitari e ragionevolezza, termine quest’ultimo spesso adoperato in sede di formulazione delle sentenze di condanna quando si presentano non poche incertezze e lati oscuri. Poltrona, autorità e potere è ciò che sovrasta ogni cosa compresa la vita. Eppure Cesare Beccaria già nel lontano 1700 lottava contro la pena di morte e contro la tortura che a secoli di distanza trova diversa applicazione nelle condizioni psicofisiche che viviamo: massacranti ed insopportabili.\r\n\r\nPure l’OMS, l’ISS e la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri consigliano, obbligano, sanzionano, per effetto di direttive salvavita paradossalmente escluse e nascoste all’interno delle carceri, bombe ad orologeria che coinvolgono figli, mogli, madri, fratelli angosciati dal cattivo e sempre più incerto futuro che ci aspetta. Ma dove sono finiti i diritti umani riconosciuti e sanciti nelle costituzioni di società e paesi che ancora oggi hanno il coraggio di autodichiararsi civili, industrializzati, sviluppati e anche democratici? Il razionale è fortemente discriminante!\r\n\r\nOggi purtroppo si registra il primo detenuto morto per COVID 19, o forse il primo che hanno avuto il coraggio di rendere pubblico dopo tanti silenziosi casi. La situazione può precipitare in tutto il paese se dal carcere vengono a svilupparsi i cosiddetti contagi di ritorno.\r\n\r\nE allora perché non prevenire questa ecatombe attraverso provvedimenti pro tempore? Almeno fino al perdurare dell’emergenza sanitaria, magari attraverso l’ampliamento dell’applicazione dell’articolo124 del decreto legge 18/2020 nei confronti di coloro che abbiano già dato prova di buona condotta, nei confronti di chi gode di permesso premio, con obbligo di permanere presso il proprio domicilio o altro luogo di assistenza.\r\n\r\nIl nemico attuale è invisibile, imprevedibile e silenzioso per tutti ma letale per qualcuno. Chi,\r\n\r\npotendo farlo, non interviene oggi, sarà suo complice in responsabilità soggettive e oggettive di esiti criminali contro la salute e contro la vita.\r\n\r\nAiuto è ciò che chiediamo, aiuto è ciò che ci dovete. Già è troppo tardi… fate presto!\r\n\r\nDomenica 5 aprile\r\n\r\nI DETENUTI RECLUSI E ISOLATI NELLA PALAZZINA DEI SEMILIBERI DEL CARCERE DI TORINO","8 Aprile 2020","2020-04-08 12:42:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/bcupcb6-4-20-200x110.jpg","Il sacrificio della salute, voci dalle Vallette, carcere-fabbrica",1586345664,[],[],{"post_content":196,"post_title":200},{"matched_tokens":197,"snippet":198,"value":199},[51,56,143],"di emergenza sanitaria: la salute \u003Cmark>e\u003C/mark> la sicurezza delle persone rinchiuse \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>carcere\u003C/mark> sembrano irreversibilmente subordinate alla propaganda","Uno sguardo sul \u003Cmark>carcere\u003C/mark> delle Vallette, dopo i primi positivi sia tra i detenuti che tra le fila della polizia penitenziaria, gli unici ancora nella possibilità di entrare \u003Cmark>e\u003C/mark> uscire dall’istitituto penitenziario. Ne parliamo con Luca, un compagno \u003Cmark>in\u003C/mark> licenza domiciliare dal regime di semilibertà all’interno del \u003Cmark>carcere\u003C/mark> di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Lucart21.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInsieme a Sandra Berardi di Yairaiha Onlus torniamo ad approfondire alcuni aspetti della gestione della popolazione detenuta durante questa fase di emergenza sanitaria: la salute \u003Cmark>e\u003C/mark> la sicurezza delle persone rinchiuse \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>carcere\u003C/mark> sembrano irreversibilmente subordinate alla propaganda securitaria.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/BCUPCB-6-4-20-SBY.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nProtezione Civile \u003Cmark>e\u003C/mark> Ministero della Giustizia stanno approntando la produzione su scala industriale di mascherine protettive all’interno di alcune carceri. 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Funzione riproduttiva e \"istinto materno\", costruzione dei ruoli e dei generi, maternità e infanticidio, costruzione mediatica del mostro, il ruolo del mostro come autoassoluzione sociale...questi alcuni dei temi che abbiamo trattato.\r\nNaturalmente, la storia di Ragusa come le altre che offre la cronaca, non ci interessa per trattarla in sè, come caso ( giudiziario, psichiatrico, giornalistico), ma per l'analisi dei discorsi che essa solleva, come fatti culturali.\r\nQuale idea della maternità (e del femminile) sta alla base dei discorsi di media, magistrati, psicologi e psichiatri, del discorso della medicina e del discorso penale e del senso comune? Quale idea di donna e di madre è costruita culturalmente e socialmente? Come, quando, perchè e a cosa servono i \"mostri\"?\r\nL'idea di maternità e più in generale il genere è da sempre culturalmente e socialmente costruito in modo funzionale al sistema produttivo vigente. Ogni società da sempre costruisce i suoi uomini e le sue donne. La filosofa Elizabeth Badinter, (\"L'amour en plus\", 1981) storicizza ciò che viene chiamato istinto di maternità e mostra quanto questo sia una costruzione sociale che è cambiata nel tempo così come il ruolo e la funzione delle donne.\r\nFin dall'antica Grecia...\r\nla donna patisce, in Occidente, una subalternità fortissima: è l'esclusa insieme al barbaro e allo schiavo (la storia di Medea è paradigmatica), confinata nella propria funzione riproduttiva. Funzione che - in quasi tutte le società (anche quelle non statuali e non capitaliste o precapitaliste) è motivo di esclusione ed emarginazione. Anche la costruzione di identità di genere non solo differenti ma impari e squilibrate dal punto di vista del potere, si nota ampiamente nel discorso che i Greci, attraverso il mito e la tragedia, facevano intorno alle madri/ padri infanticidi. La costruzione del discorso sulle madri infanticide si incrive entro un contesto di forte subalternità della donna che la filosofia e la scienza dell'epoca supportano e giustificano, sistematizzano.\r\nNei miti greci...\r\nle donne che uccidono i propri figli, sono punite per l'inottemperanza al culto, al volere divino, in particolare si sottraggono al culto dionisiaco che era destinato ad orientare culturalmente il disordine. Rappresentano dunque, col loro rifiuto, la scelta del disordine, del caos sociale, il rifiuto dell'ordine sociale. I padri infanticidi invece sacrificano sempre i figli per un bene superiore, per la fine di una guerra, obbedendo al contrario, al volere di un DIO. Ancora oggi le motivazioni addotte nei discorsi penali, mediatici, comuni sui casi di cronaca, sono diverse per gli uomini e per le donne.\r\nLa psichiatria e la psicoanalisi...\r\nsono fin da sempre discorsi che rifllettono la struttura patriarcale della società, tendenti a patologizzare gli individui devianti, in particolar modo le donne. Il vero pericolo della psicoanalisi va al di là della sua sfera come tecnica, è nei suoi effetti sociali, nel discorso diffuso, psicologizzato/ psicologizzante, medicalizzato intorno ad essa. Tutti parlano ormai in questi termini, dall'anchor man alla Bruno Vespa, all'ultimo giornalista, al prete, al magistrato, al poliziotto. Il potere psiconalitico ha rappresentato una nuova tecnologia di sorveglianza, neoumanistica e neofilantropica, per il controllo delle anime. L'Edipo moderno, che la psicoanalisi ha contribuito a generalizzare nei discorsi quotidiani, non è che questo: privatizzare, tagliar via il familiare dal sociale, psicologizzare il politico. La castrazione non è che il ripiegamento del sociale, dello storico, del politico sul familiare e sul privato.\r\nContro il determinismo biologico...\r\n(dell'istinto di maternità a/de-storicizzato, che prescrive certi comportamenti come naturali), si vedano le ricerche antropologiche di Margareth Mead, in particolare \"Sesso e temperamento\", 1929, che analizza il modello sociale di 3 diverse tribù della Nuova Guinea. La differenza dei sessi è ovviamente uno dei temi del \"dramma sociale\", ma ciascuna lo sviluppa a modo suo (e differenza dei sessi implica anche differenti organizzazioni della sfera familiare e del rapporto padre/madre/figli). Già nel 29 dimostra come esistano elementi senza rapporto con la realtà biologica del sesso, che sono appunto \"costruzioni sociali\". Per Mead in Occidente sociologia, medicina, gergo, poesia accettano le definizioni sociali delle differenze tra i sessi come fondate sul temperamento ed ogni deviazione dalla parte assegnata è un'anomalia \"dalla nascita\" invece ad esempio tra gli Arapesh e i Mundugumor uomini e donne non sono ritenuti diversi per temperamento ma attribuiscono loro funzioni sociali diverse.\r\nA cosa servono i mostri?\r\nNell'800 si consuma l'abbraccio mortale tra psichiatria e potere penale. A fine '800 Cesare Lombroso tenta il primo esperimento ansiolitico di rassicurazione dei cittadini moderni e civili, elaborando il primo testo multimediale della storia. Fa fare dagherrotipi dai volti dei criminali descritti e la domanda implicita è – hai la fronte di due pollici? Hai tu il sopracciglio unito così?- la risposta del cittadino spaventato è sempre no, è sempre di dissociazione ( la separazione del grottesco, mai l'empatia del tragico). Tutt'oggi la spiegazione più diffusa per certi crimini è l'alibi del raptus, che rappresenta una grande auto-assoluzione sociale di massa, e che, come ogni determinismo biologico o psichiatrico assolve tutti perchè promette di trovare un'unica causa interna, individuale, privata (il capro espiatorio).\r\nSegnaliamo a questo proposito l'importazna del testo \"Moi, Pierre Riviere, ayant egorgé ma mère, ....) scoperto e pubblicato da Foucault e la sua equipe nel '73, e che si riferisce al caso di P.R, del 1836. Pierre Rivière è uno dei primi mostri, anche per i giornali, sul quale si pronunciano a distanza tutti i maggiori psichiatri dell'epoca. Mostro non solo per ciò che ha compiuto ma per il preciso memoriale ex post, scritto nel carcere.\r\n[...] Il fatto è che l'orribile è quotidiano. Nelle campagne era da sempre il destino di tutti, uno ne ride di un riso che si crederenbbe di un idiota, un altro lo dice tranquillamente; ed è lo stesso. Il destino di tutti. Ma questa famiglia è esemplare, per il fatto che visse in modo da gridare con rabbia che tutto fa male, sempre, e che a questo come a tutto ci si abitua. Come una cappa di piombo, il peso dell'impossibile....\r\nArriva nel 1838 una nuova legge, con il concorso attivo dei grandi nomi della psichiatria dell'epoca, che riescono ad imporre una nuova sintesi che segna una modificazione decisiva del rapporto tra mondo medico e mondo penale. Istituzionalizzando accuratamente le modalità dell'internamento - \"d'ufficio\" e \"volontario\"- in \"istituti speciali\" (ospedali psichiatrici),. L'internamento d'ufficio assicura la possibilità di una procedura rapida, altrettanto efficace ed imperativa quanto il sequestro penale. Ma ha il \"vantaggio\" supplementare di poter agire prima che un atto delittuoso sia commesso, prima ancora che una sentenza di interdizione sia emessa come in linea di massima era richiesto nel caso della follia prima della legge del '38. Un certificato medico, interinato dall'autorità prefettizia e controllato da una possibile ispezione giudiziaria, potrà rivelare degli stati potenzialmente pericolosi. Vince dunque, storicamente, la forma di controllo più molecolare, biopolitica e micro-diffusa, capace di essere introiettata più di altre forme di controllo.\r\nLa costruzione del mostro...\r\nDonna Haraway, Manifesto Cyborg, \"Nell'immaginario occidentale i mostri hanno sempre tracciato i confini della com,unità. I centauri e le amazzoni dell'antica Grecia, immagini della disgregazione del matrimonio e della contaminazione del guerriero con l'animalità e la donna, hanno stabilito i limiti dell'accentrata polis del maschio umano greco\".\r\nOgni epoca ha prodotto il suo mostro funzionale al rafforzamento identitario e alla generazione di esclusione sociale...\r\nNella stagione della modernità il potere necessitava dello strumento della \"misura\" per normare lo spazio sociale e lo smisurato che eccedeva quella misura doveva rifugiarsi in una dimensione crepuscolare per non turbare lo scorrere della vita. Il capitale oggi ha vinto frantumandosi e ricostruendosi frattalmente a partire da molecole di sociale. Il processo di valorizzazione non ha più bisogno di luoghi specifici per svolgersi ma dilaga in tutte le società. L'ordine sociale non ha più bisogno di una misura imposta dall'esterno, di un'articolazione specifica dell'immaginario legata all'esclusione, ma è una pratica introiettata e automaticamente applicata dalla popolazione. Il mostro oggi è invisibile, non perchè debba nascondersi (come il Frankenstein di Mary Shelley), ma perchè l'occhio che lo guarda è totalmente assuefatto: nessuno vede il Cie di Via Corelli o di Corso Brunelleschi.\r\nI Freaks di Tod Browning, i mostri moderni, dolenti, mutanti, pseudoumani, permettevano all'uomo \"normale\" di specchiarsi per ritirarsene inorridito, confermandosi nella propria normalità e segnalando l'esistenza terribile dell'Altro. In \"M, il mostro di Dusseldorf\", film tedesco del 1931 diretto da Fritz Lang, considerato uno dei capolavori dell'espressionismo tedesco, l'uso del fuoricampo risponde proprio alla scelta di enfatizzare la mostruosità del personaggio, la sua alterità che non può trovare spazio in uno spazio normale – il campo – ma deve essere situata altrove – il fuoricampo. Oggi, che si sono superate persino le profezie di Debord sulla società dello spettacolo, a furia di divorare immagini siamo diventati talmente ciechi che forse i fuoricampo non ce li possiamo più permettere. Sicuramente, non tanto il cinema, che c'è ancora chi lo fa bene ed è in grado di farlo, ma le immagini televisive il fuoricampo non sanno nemmeno che cosa sia. Non hanno l'etica del fuoricampo, del rappresentabile e dell'irrappresentabile...secondo la celebre formula di Godard che individuava nell'uso del carrello “una questione morale” (e quindi delle distanze da salvaguardare, del visibile e del mostrabile, della vicinanza pornografica e della lontananza rispettosa). Se sono giuste le distanze è giusto il film, secondo un'etica che rifiuta la spettacolarizzazione, diceva Serge Daney, indimenticabile critico e cinefilo dallo sguardo ostinato. Ancora sempre Daney, che scriveva di quanto fosse necessario passare dall'atto di mostrare con il dito all'arte di fissare con lo sguardo, prendendo a esempio due movimenti di macchina da presa, che più distanti non si può, rivolti entrambi verso la morte e la guerra, il primo, “modello di abiezione” realizzato da Pontecorvo in Kapò e l'altro da Mizoguchi in Ugetsu Monogatari, il quale sceglie uno sguardo che fa finta di non vedere nulla, che preferirebbe non aver visto nulla e per questo scivola lentamente con una panoramica di fianco alla morte, rischiando di lasciarla addirittura fuori campo. Di contro l'abiezione del carrello in avanti di Kapò, che procede e avanza senza timore e senza tremore verso la morte, spettacolarizzandola.\r\nPer riascoltare la puntata del 22 dicembre 2014:\r\nil colpo della strega_22dic2014_primaparte\r\nil colpo della strega_22dic2014_secondaparte\r\nil colpo della strega_22dic2014_terzaparte\r\n\r\nil colpo della strega_22dic2014_quartaparte\r\n\r\nPer riascoltare la puntata del 12 gennaio 2015:\r\n\r\nil colpo della strega_12genn2015_primaparte\r\n\r\nil colpo della strega_12genn2015_secondaparte","13 Gennaio 2015","2018-10-24 17:35:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/adesivo-il-colpo-della-strega-new-copy-e1413229678451-200x110.jpg","Madri e mostri: due puntate de Il colpo della strega dedicate al tema",1421155669,[223,224,225,226,227,228,229,230,231,232,233,234,235,236,237,238,239,240,241,242,243,244,245,246],"http://radioblackout.org/tag/cesare-lombroso/","http://radioblackout.org/tag/cinema/","http://radioblackout.org/tag/culturanatura/","http://radioblackout.org/tag/determinismo-biologico/","http://radioblackout.org/tag/donna-haraway/","http://radioblackout.org/tag/elisabeth-badinter/","http://radioblackout.org/tag/esclusione-sociale/","http://radioblackout.org/tag/femminile/","http://radioblackout.org/tag/funzione-riproduttiva/","http://radioblackout.org/tag/gender/","http://radioblackout.org/tag/genere/","http://radioblackout.org/tag/immaginario/","http://radioblackout.org/tag/istinto-materno/","http://radioblackout.org/tag/margareth-mead/","http://radioblackout.org/tag/maternita/","http://radioblackout.org/tag/michel-foucault/","http://radioblackout.org/tag/mitologia/","http://radioblackout.org/tag/mostro/","http://radioblackout.org/tag/mostruosita/","http://radioblackout.org/tag/potere-penale/","http://radioblackout.org/tag/psichiatria/","http://radioblackout.org/tag/psicoanalisi/","http://radioblackout.org/tag/riproduzione/","http://radioblackout.org/tag/storie-di-donne/",[248,249,250,251,252,253,254,255,256,257,258,93,107,103,259,105,91,89,99,101,260,97,95,261],"cesare lombroso","cinema","cultura/natura","determinismo biologico","donna haraway","elisabeth badinter","esclusione sociale","femminile","funzione riproduttiva","gender","genere","maternità","psichiatria","storie di donne",{"post_content":263,"post_title":267},{"matched_tokens":264,"snippet":265,"value":266},[144,56],"chi lo fa bene ed \u003Cmark>è\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> grado di farlo, ma le","DUE PUNTATE (22dic2014 - 12genn2015) INTERAMENTE DEDICATE AL TEMA CHE VI PROPONIAMO \u003Cmark>IN\u003C/mark> UN UNICO SPECIALE APPROFONDIMENTO.\r\nVisto il grande interesse suscitato, continuamo a parlare di maternità a partire dai recenti casi di \u003Cmark>madri\u003C/mark> accusate di aver ucciso il proprio figlio. Funzione riproduttiva \u003Cmark>e\u003C/mark> \"istinto materno\", costruzione dei ruoli \u003Cmark>e\u003C/mark> dei generi, maternità \u003Cmark>e\u003C/mark> infanticidio, costruzione mediatica del mostro, il ruolo del mostro come autoassoluzione sociale...questi alcuni dei temi che abbiamo trattato.\r\nNaturalmente, la storia di Ragusa come le altre che offre la cronaca, non ci interessa per trattarla \u003Cmark>in\u003C/mark> sè, come caso ( giudiziario, psichiatrico, giornalistico), ma per l'analisi dei discorsi che essa solleva, come fatti culturali.\r\nQuale idea della maternità (\u003Cmark>e\u003C/mark> del femminile) sta alla base dei discorsi di media, magistrati, psicologi \u003Cmark>e\u003C/mark> psichiatri, del discorso della medicina \u003Cmark>e\u003C/mark> del discorso penale \u003Cmark>e\u003C/mark> del senso comune? Quale idea di donna \u003Cmark>e\u003C/mark> di madre \u003Cmark>è\u003C/mark> costruita culturalmente \u003Cmark>e\u003C/mark> socialmente? Come, quando, perchè \u003Cmark>e\u003C/mark> a cosa servono i \"mostri\"?\r\nL'idea di maternità \u003Cmark>e\u003C/mark> più \u003Cmark>in\u003C/mark> generale il genere \u003Cmark>è\u003C/mark> da sempre culturalmente \u003Cmark>e\u003C/mark> socialmente costruito \u003Cmark>in\u003C/mark> modo funzionale al sistema produttivo vigente. Ogni società da sempre costruisce i suoi uomini \u003Cmark>e\u003C/mark> le sue donne. La filosofa Elizabeth Badinter, (\"L'amour en plus\", 1981) storicizza ciò che viene chiamato istinto di maternità \u003Cmark>e\u003C/mark> mostra quanto questo sia una costruzione sociale che \u003Cmark>è\u003C/mark> cambiata nel tempo così come il ruolo \u003Cmark>e\u003C/mark> la funzione delle donne.\r\nFin dall'antica Grecia...\r\nla donna patisce, \u003Cmark>in\u003C/mark> Occidente, una subalternità fortissima: \u003Cmark>è\u003C/mark> l'esclusa insieme al barbaro \u003Cmark>e\u003C/mark> allo schiavo (la storia di Medea \u003Cmark>è\u003C/mark> paradigmatica), confinata nella propria funzione riproduttiva. Funzione che - \u003Cmark>in\u003C/mark> quasi tutte le società (anche quelle non statuali \u003Cmark>e\u003C/mark> non capitaliste o precapitaliste) \u003Cmark>è\u003C/mark> motivo di esclusione ed emarginazione. Anche la costruzione di identità di genere non solo differenti ma impari \u003Cmark>e\u003C/mark> squilibrate dal punto di vista del potere, si nota ampiamente nel discorso che i Greci, attraverso il mito \u003Cmark>e\u003C/mark> la tragedia, facevano intorno alle \u003Cmark>madri\u003C/mark>/ padri infanticidi. La costruzione del discorso sulle \u003Cmark>madri\u003C/mark> infanticide si incrive entro un contesto di forte subalternità della donna che la filosofia \u003Cmark>e\u003C/mark> la scienza dell'epoca supportano \u003Cmark>e\u003C/mark> giustificano, sistematizzano.\r\nNei miti greci...\r\nle donne che uccidono i propri \u003Cmark>figli\u003C/mark>, sono punite per l'inottemperanza al culto, al volere divino, \u003Cmark>in\u003C/mark> particolare si sottraggono al culto dionisiaco che era destinato ad orientare culturalmente il disordine. Rappresentano dunque, col loro rifiuto, la scelta del disordine, del caos sociale, il rifiuto dell'ordine sociale. I padri infanticidi invece sacrificano sempre i \u003Cmark>figli\u003C/mark> per un bene superiore, per la fine di una guerra, obbedendo al contrario, al volere di un DIO. Ancora oggi le motivazioni addotte nei discorsi penali, mediatici, comuni sui casi di cronaca, sono diverse per gli uomini \u003Cmark>e\u003C/mark> per le donne.\r\nLa psichiatria \u003Cmark>e\u003C/mark> la psicoanalisi...\r\nsono fin da sempre discorsi che rifllettono la struttura patriarcale della società, tendenti a patologizzare gli individui devianti, \u003Cmark>in\u003C/mark> particolar modo le donne. Il vero pericolo della psicoanalisi va al di là della sua sfera come tecnica, \u003Cmark>è\u003C/mark> nei suoi effetti sociali, nel discorso diffuso, psicologizzato/ psicologizzante, medicalizzato intorno ad essa. Tutti parlano ormai \u003Cmark>in\u003C/mark> questi termini, dall'anchor man alla Bruno Vespa, all'ultimo giornalista, al prete, al magistrato, al poliziotto. Il potere psiconalitico ha rappresentato una nuova tecnologia di sorveglianza, neoumanistica \u003Cmark>e\u003C/mark> neofilantropica, per il controllo delle anime. L'Edipo moderno, che la psicoanalisi ha contribuito a generalizzare nei discorsi quotidiani, non \u003Cmark>è\u003C/mark> che questo: privatizzare, tagliar via il familiare dal sociale, psicologizzare il politico. La castrazione non \u003Cmark>è\u003C/mark> che il ripiegamento del sociale, dello storico, del politico sul familiare \u003Cmark>e\u003C/mark> sul privato.\r\nContro il determinismo biologico...\r\n(dell'istinto di maternità a/de-storicizzato, che prescrive certi comportamenti come naturali), si vedano le ricerche antropologiche di Margareth Mead, \u003Cmark>in\u003C/mark> particolare \"Sesso \u003Cmark>e\u003C/mark> temperamento\", 1929, che analizza il modello sociale di 3 diverse tribù della Nuova Guinea. La differenza dei sessi \u003Cmark>è\u003C/mark> ovviamente uno dei temi del \"dramma sociale\", ma ciascuna lo sviluppa a modo suo (\u003Cmark>e\u003C/mark> differenza dei sessi implica anche differenti organizzazioni della sfera familiare \u003Cmark>e\u003C/mark> del rapporto padre/madre/figli). Già nel 29 dimostra come esistano elementi senza rapporto con la realtà biologica del sesso, che sono appunto \"costruzioni sociali\". Per Mead \u003Cmark>in\u003C/mark> Occidente sociologia, medicina, gergo, poesia accettano le definizioni sociali delle differenze tra i sessi come fondate sul temperamento ed ogni deviazione dalla parte assegnata \u003Cmark>è\u003C/mark> un'anomalia \"dalla nascita\" invece ad esempio tra gli Arapesh \u003Cmark>e\u003C/mark> i Mundugumor uomini \u003Cmark>e\u003C/mark> donne non sono ritenuti diversi per temperamento ma attribuiscono loro funzioni sociali diverse.\r\nA cosa servono i mostri?\r\nNell'800 si consuma l'abbraccio mortale tra psichiatria \u003Cmark>e\u003C/mark> potere penale. A fine '800 Cesare Lombroso tenta il primo esperimento ansiolitico di rassicurazione dei cittadini moderni \u003Cmark>e\u003C/mark> civili, elaborando il primo testo multimediale della storia. Fa fare dagherrotipi dai volti dei criminali descritti \u003Cmark>e\u003C/mark> la domanda implicita \u003Cmark>è\u003C/mark> – hai la fronte di due pollici? Hai tu il sopracciglio unito così?- la risposta del cittadino spaventato \u003Cmark>è\u003C/mark> sempre no, \u003Cmark>è\u003C/mark> sempre di dissociazione ( la separazione del grottesco, mai l'empatia del tragico). Tutt'oggi la spiegazione più diffusa per certi crimini \u003Cmark>è\u003C/mark> l'alibi del raptus, che rappresenta una grande auto-assoluzione sociale di massa, \u003Cmark>e\u003C/mark> che, come ogni determinismo biologico o psichiatrico assolve tutti perchè promette di trovare un'unica causa interna, individuale, privata (il capro espiatorio).\r\nSegnaliamo a questo proposito l'importazna del testo \"Moi, Pierre Riviere, ayant egorgé ma mère, ....) scoperto \u003Cmark>e\u003C/mark> pubblicato da Foucault \u003Cmark>e\u003C/mark> la sua equipe nel '73, \u003Cmark>e\u003C/mark> che si riferisce al caso di P.R, del 1836. Pierre Rivière \u003Cmark>è\u003C/mark> uno dei primi mostri, anche per i giornali, sul quale si pronunciano a distanza tutti i maggiori psichiatri dell'epoca. Mostro non solo per ciò che ha compiuto ma per il preciso memoriale ex post, scritto nel \u003Cmark>carcere\u003C/mark>.\r\n[...] Il fatto \u003Cmark>è\u003C/mark> che l'orribile \u003Cmark>è\u003C/mark> quotidiano. Nelle campagne era da sempre il destino di tutti, uno ne ride di un riso che si crederenbbe di un idiota, un altro lo dice tranquillamente; ed \u003Cmark>è\u003C/mark> lo stesso. Il destino di tutti. Ma questa famiglia \u003Cmark>è\u003C/mark> esemplare, per il fatto che visse \u003Cmark>in\u003C/mark> modo da gridare con rabbia che tutto fa male, sempre, \u003Cmark>e\u003C/mark> che a questo come a tutto ci si abitua. Come una cappa di piombo, il peso dell'impossibile....\r\nArriva nel 1838 una nuova legge, con il concorso attivo dei grandi nomi della psichiatria dell'epoca, che riescono ad imporre una nuova sintesi che segna una modificazione decisiva del rapporto tra mondo medico \u003Cmark>e\u003C/mark> mondo penale. Istituzionalizzando accuratamente le modalità dell'internamento - \"d'ufficio\" \u003Cmark>e\u003C/mark> \"volontario\"- \u003Cmark>in\u003C/mark> \"istituti speciali\" (ospedali psichiatrici),. L'internamento d'ufficio assicura la possibilità di una procedura rapida, altrettanto efficace ed imperativa quanto il sequestro penale. Ma ha il \"vantaggio\" supplementare di poter agire prima che un atto delittuoso sia commesso, prima ancora che una sentenza di interdizione sia emessa come \u003Cmark>in\u003C/mark> linea di massima era richiesto nel caso della follia prima della legge del '38. Un certificato medico, interinato dall'autorità prefettizia \u003Cmark>e\u003C/mark> controllato da una possibile ispezione giudiziaria, potrà rivelare degli stati potenzialmente pericolosi. Vince dunque, storicamente, la forma di controllo più molecolare, biopolitica \u003Cmark>e\u003C/mark> micro-diffusa, capace di essere introiettata più di altre forme di controllo.\r\nLa costruzione del mostro...\r\nDonna Haraway, Manifesto Cyborg, \"Nell'immaginario occidentale i mostri hanno sempre tracciato i confini della com,unità. I centauri \u003Cmark>e\u003C/mark> le amazzoni dell'antica Grecia, immagini della disgregazione del matrimonio \u003Cmark>e\u003C/mark> della contaminazione del guerriero con l'animalità \u003Cmark>e\u003C/mark> la donna, hanno stabilito i limiti dell'accentrata polis del maschio umano greco\".\r\nOgni epoca ha prodotto il suo mostro funzionale al rafforzamento identitario \u003Cmark>e\u003C/mark> alla generazione di esclusione sociale...\r\nNella stagione della modernità il potere necessitava dello strumento della \"misura\" per normare lo spazio sociale \u003Cmark>e\u003C/mark> lo smisurato che eccedeva quella misura doveva rifugiarsi \u003Cmark>in\u003C/mark> una dimensione crepuscolare per non turbare lo scorrere della vita. Il capitale oggi ha vinto frantumandosi \u003Cmark>e\u003C/mark> ricostruendosi frattalmente a partire da molecole di sociale. Il processo di valorizzazione non ha più bisogno di luoghi specifici per svolgersi ma dilaga \u003Cmark>in\u003C/mark> tutte le società. L'ordine sociale non ha più bisogno di una misura imposta dall'esterno, di un'articolazione specifica dell'immaginario legata all'esclusione, ma \u003Cmark>è\u003C/mark> una pratica introiettata \u003Cmark>e\u003C/mark> automaticamente applicata dalla popolazione. Il mostro oggi \u003Cmark>è\u003C/mark> invisibile, non perchè debba nascondersi (come il Frankenstein di Mary Shelley), ma perchè l'occhio che lo guarda \u003Cmark>è\u003C/mark> totalmente assuefatto: nessuno vede il Cie di Via Corelli o di Corso Brunelleschi.\r\nI Freaks di Tod Browning, i mostri moderni, dolenti, mutanti, pseudoumani, permettevano all'uomo \"normale\" di specchiarsi per ritirarsene inorridito, confermandosi nella propria normalità \u003Cmark>e\u003C/mark> segnalando l'esistenza terribile dell'Altro. In \"M, il mostro di Dusseldorf\", film tedesco del 1931 diretto da Fritz Lang, considerato uno dei capolavori dell'espressionismo tedesco, l'uso del fuoricampo risponde proprio alla scelta di enfatizzare la mostruosità del personaggio, la sua alterità che non può trovare spazio \u003Cmark>in\u003C/mark> uno spazio normale – il campo – ma deve essere situata altrove – il fuoricampo. Oggi, che si sono superate persino le profezie di Debord sulla società dello spettacolo, a furia di divorare immagini siamo diventati talmente ciechi che forse i fuoricampo non ce li possiamo più permettere. Sicuramente, non tanto il cinema, che c'è ancora chi lo fa bene ed \u003Cmark>è\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> grado di farlo, ma le immagini televisive il fuoricampo non sanno nemmeno che cosa sia. Non hanno l'etica del fuoricampo, del rappresentabile \u003Cmark>e\u003C/mark> dell'irrappresentabile...secondo la celebre formula di Godard che individuava nell'uso del carrello “una questione morale” (\u003Cmark>e\u003C/mark> quindi delle distanze da salvaguardare, del visibile \u003Cmark>e\u003C/mark> del mostrabile, della vicinanza pornografica \u003Cmark>e\u003C/mark> della lontananza rispettosa). Se sono giuste le distanze \u003Cmark>è\u003C/mark> giusto il film, secondo un'etica che rifiuta la spettacolarizzazione, diceva Serge Daney, indimenticabile critico \u003Cmark>e\u003C/mark> cinefilo dallo sguardo ostinato. Ancora sempre Daney, che scriveva di quanto fosse necessario passare dall'atto di mostrare con il dito all'arte di fissare con lo sguardo, prendendo a esempio due movimenti di macchina da presa, che più distanti non si può, rivolti entrambi verso la morte \u003Cmark>e\u003C/mark> la guerra, il primo, “modello di abiezione” realizzato da Pontecorvo \u003Cmark>in\u003C/mark> Kapò \u003Cmark>e\u003C/mark> l'altro da Mizoguchi \u003Cmark>in\u003C/mark> Ugetsu Monogatari, il quale sceglie uno sguardo che fa finta di non vedere nulla, che preferirebbe non aver visto nulla \u003Cmark>e\u003C/mark> per questo scivola lentamente con una panoramica di fianco alla morte, rischiando di lasciarla addirittura fuori campo. 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