","SICILIA: MALAGESTIONE DEI TERRITORI E INTERESSI PRIVATI","post",1639668498,[61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/malagestione-territori/","http://radioblackout.org/tag/maltempo/","http://radioblackout.org/tag/sicilia/",[34,24,65],"sicilia",{"post_content":67,"post_title":72,"tags":77},{"matched_tokens":68,"snippet":70,"value":71},[69],"territori","Il tema della gestione dei \u003Cmark>territori\u003C/mark>, della loro messa in sicurezza","Il tema della gestione dei \u003Cmark>territori\u003C/mark>, della loro messa in sicurezza e delle infrastrutture pubbliche e private a cui molto spesso vengono subappaltati servizi di questo tipo, è all’ordine del giorno.\r\n\r\nL’incuria dei \u003Cmark>territori\u003C/mark> si ribalta proprio su chi quei \u003Cmark>territori\u003C/mark> li abita, ad esempio la deflagrazione del metanodotto a Ravanusa in Sicilia che ha visto 9 vittime e moltissimi sfollati si inserisce nelle questioni di manutenzione degli impianti, come avvengono e chi le gestisce. Vi sono alcune ipotesi che riguardano le ragioni dell’esplosione, dall’accumulo sulla rete vetusta, l’impatto tellurico su un \u003Cmark>territori\u003C/mark>o a rischio frane, gli innesti per ampliare la rete, la puzza di gas che non viene presa in considerazione. L’impianto è stato realizzato quarantanni fa e non è mai stato ammodernato nonostante le continue frane nella zona e così la rete di gas di Ravanusa rimane la più vecchia d’Italia.\r\n\r\nIn Sicilia non è l’unico episodio che si colloca in una narrazione emergenziale di eventi di questo tipo, come una sfortuna che non si poteva prevedere. Questo tipo di retorica si evince dalle conseguenze legate al maltempo, come per i comuni isolati a seguito del crollo di strade e di ponti, all’alluvione a Catania, quando sono morte 4 persone a causa dell’allagamento della città dopo una mezza giornata di pioggia. Così come la vicenda di Ravanusa anche per quanto riguarda il maltempo la colpa è della cattiva gestione degli enti privati e pubblici e del fatto che ci sono dei \u003Cmark>territori\u003C/mark> meno pronti di altri ad affrontare l’emergenza climatica perchè sono già da anni in emergenza di per sé.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/Sicilia-ravanusa-2021.12.16-.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":73,"snippet":76,"value":76},[74,75],"MALAGESTIONE","TERRITORI","SICILIA: \u003Cmark>MALAGESTIONE\u003C/mark> DEI \u003Cmark>TERRITORI\u003C/mark> E INTERESSI PRIVATI",[78,82,84],{"matched_tokens":79,"snippet":81},[80,69],"malagestione","\u003Cmark>malagestione\u003C/mark> \u003Cmark>territori\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":24},[],{"matched_tokens":85,"snippet":65},[],[87,92,95],{"field":35,"indices":88,"matched_tokens":89,"snippets":91},[47],[90],[80,69],[81],{"field":93,"matched_tokens":94,"snippet":76,"value":76},"post_title",[74,75],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":70,"value":71},"post_content",[69],1157451471441625000,{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":47,"score":103,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,3,"1157451471441625195",{"document":105,"highlight":122,"highlights":127,"text_match":130,"text_match_info":131},{"cat_link":106,"category":107,"comment_count":47,"id":108,"is_sticky":47,"permalink":109,"post_author":50,"post_content":110,"post_date":111,"post_excerpt":53,"post_id":108,"post_modified":112,"post_thumbnail":113,"post_thumbnail_html":114,"post_title":115,"post_type":58,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":121},[44],[46],"92904","http://radioblackout.org/2024/10/le-alluvioni-non-sono-unemergenza-solidarieta-e-rabbia-da-bologna/","Le piogge intense degli scorsi giorni e le esondazioni hanno provocato molti danni non soltanto in Emilia-Romagna, ma anche in Liguria, in Toscana e in Sicilia. Tra sabato e domenica l’Emilia-Romagna è stata di nuovo colpita da una violenta alluvione con esondazioni, allagamenti e blackout in varie zone della regione, specialmente nell’area metropolitana di Bologna. Un ragazzo di 20 anni, Simone Farinelli, è morto travolto dalla piena del torrente Zena mentre si trovava in un’auto a Pianoro, un comune a sud di Bologna. È la quarta alluvione in Emilia-Romagna in meno di un anno e mezzo, dopo quella avvenuta tra il 18 e il 19 settembre e le due di maggio 2023, che causarono la morte di 17 persone e danni per circa 8,5 miliardi di euro.\r\nNonostante non si possa certo parlare di eventi inaspettati, non certo di novità, mancano mezzi importanti come le idrovore e strumentazioni per intervenire e mancano gli interventi pubblici a sostegno delle persone colpite dalle alluvioni. Come mai lo stato spende in cacciabombardieri e lager in Albania, ma non spende per i territori più fragili?\r\nLa solidarietà dal basso che in questi giorni e sempre in queste situazioni si trova a spalare il fango, fianco a fianco, non intende fermarsi qui, ma prova rabbia e voglia di organizzarsi insieme, per fare fronte non solo alla crisi climatica, ma anche e soprattutto alla malagestione del territorio. E per fare sì che quello che è diventato cronico, non accada più.\r\n\r\nNe parliamo ai microfoni dell'informazione di radio black out con un compagno di Plat, Bologna:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/EMILIA-ROMAGNA.mp3\"][/audio]","23 Ottobre 2024","2024-10-23 18:23:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bolo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bolo-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bolo-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bolo-1024x1024.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bolo-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bolo-768x768.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bolo-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bolo-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bolo.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Le alluvioni in Emilia Romagna: solidarietà e rabbia da Bologna",1729707691,[118,119,120],"http://radioblackout.org/tag/alluvione/","http://radioblackout.org/tag/emilia-romagna/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta/",[15,17,28],{"post_content":123},{"matched_tokens":124,"snippet":125,"value":126},[80,69],"ma anche e soprattutto alla \u003Cmark>malagestione\u003C/mark> del \u003Cmark>territori\u003C/mark>o. 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capoluogo ligure alle prese con la nuova emergenza alluvione, così come altri comuni della zona, soprattutto Chiavari.\r\n\r\nDiversamente da altre situazioni tipo Carrara, dopo la manifestazione popolare del 18 ottobre la cittadinanza non si è più mobilitata per protestare contro la malagestione del territorio, tuttavia lo sciopero generale di domani potrebbe riaccendere gli animi di una città stretta tra il dissesto idrogeologico e la crisi industriale, due calamità di cui tutto sommato sono responsabili gli stessi padroni.\r\n\r\nIntanto per quanto riguarda i cantieri del Terzo Valico, l'esproprio del presidio di Arquata Scrivia previsto per il 19 novembre sembra essere stato rinviato perchè il Cociv è alle prese con l'assestamento dei cantieri già esistenti, danneggiati dalle piogge (non dimentichiamo che il deragliamento del Frecciabianca a Trasta è stato causato proprio da una frana in una zona cantierizzata)\r\n\r\nAscolta l'aggiornamento con Toni:\r\n\r\n2014.11.13-toni","13 Novembre 2014","2014-11-18 13:12:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/frana-a-bavaggi-2-U200433593701qKE-390x180@IlSecoloXIXWEB-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"139\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/frana-a-bavaggi-2-U200433593701qKE-390x180@IlSecoloXIXWEB-300x139.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/frana-a-bavaggi-2-U200433593701qKE-390x180@IlSecoloXIXWEB-300x139.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/frana-a-bavaggi-2-U200433593701qKE-390x180@IlSecoloXIXWEB.jpg 389w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","14N: Genova tra dissesto idrogeologico e crisi industriale",1415897100,[],[],{"post_content":151},{"matched_tokens":152,"snippet":153,"value":154},[80,69],"mobilitata per protestare contro la \u003Cmark>malagestione\u003C/mark> del \u003Cmark>territori\u003C/mark>o, tuttavia lo 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kermesse. Nonostante la pioggia battente vi hanno partecipato migliaia di persone.\r\nNel sito del CIO – Comitato Insostenibili Olimpiadi 2026 l’iniziativa è stata presentata\r\n“Il 6 febbraio 2026 inizieranno le Olimpiadi Milano-Cortina, i Giochi invernali più insostenibili di sempre: a due anni dall’inaugurazione del mega-evento, diversi territori dell’Alta Italia si mobilitano in una settimana di iniziative per incepparne la macchina già in crisi per malagestione e denunciare danni ed effetti negativi cui sin da ora stiamo assistendo sui 400 km interessati di arco alpino e pianura. Abbiamo un’altra idea di città e montagna, liberiamo lo spazio urbano e le terre alte da privatizzazione ed estrattivismo.”\r\nI manifestanti sono scesi in piazza per chiedere:\r\n* Lo stop di opere e interventi infrastrutturali imposti e inutili, dal Villaggio Olimpico di Milano alla pista da bob Cortina (simbolo del finanziamento tossico e dell’insostenibilità da realizzarsi senza se e senza ma), i cui costi sono in continuo rialzo al pari del loro impatto ambientale.\r\n* La destinazione dei quasi 4 miliardi pubblici stanziati per le Olimpiadi a politiche abitative pubbliche, servizi e strutture sportive accessibili a tutt* nei quartieri, mobilità dolce e rafforzamento del trasporto pubblico locale, sanità territoriale, in città come nelle aree interne e della provincia impoverita e cementificata.\r\n* La messa in sicurezza dei territori in condizioni di dissesto idrogeologico.\r\n* La fine della turistificazione tossica, inevitabilmente accelerata dal grande evento, che porta solo prezzi al rialzo e affitti brevi in città, sfruttamento e insostenibilità per le terre alte.\r\n* La tutela del lavoro: dal “buco nero” dell’edilizia con il suo record di morti bianche alla giusta paga per lavorator* dello sport, passando per lo sfruttamento intensivo del volontariato non pagato per i grandi eventi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto – Abo Di Monte del CIO2026\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-13-corteo-olimp-abo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nper approfondimenti:\r\nwww.cio2026.org","14 Febbraio 2024","2024-02-14 14:01:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/01-No-olimpiadi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/01-No-olimpiadi-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/01-No-olimpiadi-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/01-No-olimpiadi-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/01-No-olimpiadi-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/01-No-olimpiadi-1536x864.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/01-No-olimpiadi.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Olimpiadi invernali. 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In fondo si tratta di selezionare, filtrare e gerarchizzare una forza-lavoro senza diritti e infinitamente disponibile allo sfruttamento, utile anche per ricattare, al ribasso, la già debole forza-lavoro del continente.\r\nSul significato e le responsabilità di questi periodici naufragi, abbiamo scambiato qualche parola con Giacomo dell'associazione di Askavusa di Lampedusa\r\ngiacomo_askavusa_13_5_14\r\n\r\n \r\n\r\nQui il loro ultimo, chiarissimo, comunicato:\r\nDopo i tanti naufragi di questi anni e la progressiva militarizzazione della gestione delle migrazioni, le tragedie, le emergenze, i naufragi assumono sempre di più un aspetto di giustificazione e gestione economica per chi ha in mano il potere.\r\nMantenere il caos, la disorganizzazione, la malagestione, sembrano prassi collaudate, più che effetti di una incapacità politica e gestionale.\r\n\r\nCosi a Lampedusa, per tenere in piedi l'affare immigrazione (Tratta di corpi/oggetto) si scaricano su una piccola comunità problematiche internazionali e la disperazione di migliaia di persone. I migranti sono stati nuovamente fatti scendere per pochi minuti in porto e fatti risalire sulla nave di linea che collega Lampedusa a Porto Empedocle. Questo ha provocato un forte ritardo della partenza e un enorme perdita per i pescatori lampedusani che continuamente vedono svalutato il pregiato pescato, per questioni inerenti alle mancanze della compagnia Siremar o in questo caso all'abuso da parte dello stato italiano, dei mezzi che sono predisposti per la vita della comunità di Lampedusa, da troppo tempo depredata di tutto: dalla militarizzazione massiccia dell'isola, che si vorrebbe continuare con l'ampliamento del centro e l'esproprio di alcuni terreni adiacenti al centro, alla continua pressione mediatica che tende a dare una narrazione dell'isola ad uso della politica e di chi fa affari sulla pelle degli ultimi.\r\n\r\nOvviamente ci sono anche delle responsabilità della comunità e dell'amministrazione comunale, che vanno affrontate in modo serio e costruttivo, ma di sicuro l'atteggiamento di scaricare le colpe su chi si trova in condizioni peggiori delle nostre non aiuta, e fa il gioco di chi usa e abusa di Lampedusa. Se non si inserisce l'uso da parte del potere di Lampedusa, in un uso sistematico delle risorse dei territori \"Altri\" da parte di alcune lobby e di una oligarchia che ha come unica legge il mercato, avremo una lettura miope e distorta di ciò che sta accadendo. Ciò che accade a Lampedusa, accade da secoli, in altre forme, in Africa e in altre zone del pianeta.\r\n\r\nLampedusa ha da offrire la sua posizione strategica, ed il suo essere set teatrale. Basta ripensare a quello che accaduto nel 2011, per rendersi conto di come l'isola possa essere usata per mettere in scena \"L'invasione dell'Europa\" con poco più di 60 mila persone passate in un anno. Se si trattengono 10 mila persone a Lampedusa come avvenne per i Tunisini nel 2011, ovviamente si creano condizioni e rappresentazioni che non si potrebbero avere se la stessa quantità di persone fosse distribuità in tutta Italia.\r\nRimandiamo al libro: Lampedusa, lo spettacolo del confine di Paolo Cuttitta per avere ampia descrizione dell'uso \"teatrale\" che si è fatto di Lampedusa.\r\n\r\nQuindi il sistema, da Lampedusa questo prende, la facilità di creare a Lampedusa rappresentazioni ed emergenze, tragedie e apologie. In Africa ha preso schiavi, interi territori, materie prime, progettazione legata alla cooperazione, debito, mercato per la vendita di armi e retorica per pulirsi le coscienze.\r\n\r\nCosi ora i recenti naufragi che non mobilitano le stesse masse di opinionisti, artisti, mass media, etc etc hanno un sapore ancora più amaro, ma nel contempo assumono la stessa funzione delle emergenze e delle tragedie di Lampedusa.\r\n\r\nLe parole sono le stesse, che sia un autorità europea a parlare o libica la questione rimane la stessa \"Ci servono i soldi\". Il ricatto è sempre legato ai corpi dei migranti, che siano morti o vivi, che siano innalzati a martiri del dirittoumanesimo o declassati a invasori portatori di malattie e povertà, che siano intesi come un problema o una risorsa, raramente riescono a esprimere in prima persona la loro condizione, non sono mai soggetti, sono sempre e solo oggetti, feticci, corpi biologici.\r\n\r\nCiò che chiediamo da tempo è:\r\nPerchè si continuano a fare guerre e produrre armi ?\r\nPerchè si continua a sfruttare i territori del cosidetto \"Terzomondo\" ?\r\nPerchè non si regolarizzano i viaggi di tutti ?\r\nPerchè i fondi impiegati per costruire e gestire luoghi di reclusione e tortura come i CIE o altri centri del genere non vengono impiegati per costruire strutture nei paesi terzi per avviare le pratiche di richiesta d'asilo ?\r\nPerchè a fronte di viaggi pagati anche 10 mila euro per arrivare in Europa non si concedono più facilmente i visti per lavoro e turismo e si favoriscono viaggi regolari su navi e aerei di linea ?\r\n\r\nQueste sono solo alcune domande, ce ne sarebbero altre, ma la risposta crediamo sia sempre la stessa. L'attuale sitema economico liberale/capitalista ha bisogno di questo. Storicamente c'è un filo che lega lo schiavismo, l'nvasione delle americhe, il colonialismo, il razzismo, l'imperialismo e la gestione delle migrazioni contemporanee. La globalizzazione ha accentuato tutte quelle questioni legate allo sfruttamento di classe e dei territori più ricchi di materie prime.\r\n\r\nAlla nostra comunità chiediamo di tentare di fare un'analisi generale delle questioni che investono Lampedusa e non fermarsi alla tentazione di scavalcare il muro più basso, cosa che i governanti vogliono e stimolano.\r\nDi cercare una empatia con le classi più deboli che vivono in altre forme i nostri stessi problemi.\r\n\r\nA chi ha già riconosciuto il problema in un problema sostanziale di classe e distribuzione delle ricchezze come base di analisi anche per le migrazioni di continuare a percorrere questa strada teorica e di praticare la solidarietà con i migranti, non in quanto tali, ma come portatori di istanze politiche e storiche.\r\n\r\nAi governanti, alle ONG, agli esportatori di diritti umani, a chi sfrutta i lavoratori e i territori, ai capitalsiti, a chi usa le tragedie e Lampedusa per i propri sporchi affari diciamo: \"SIETE I NOSTRI NEMICI\"","13 Maggio 2014","2014-05-19 11:58:14","Una nuova tragedia targata Europa",1400003340,[205,206,207,208,209],"http://radioblackout.org/tag/askavusa/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/mediterraneo/","http://radioblackout.org/tag/migranti/",[26,211,212,30,213],"europa","Lampedusa","migranti",{"post_content":215},{"matched_tokens":216,"snippet":217,"value":218},[80],"il caos, la disorganizzazione, la \u003Cmark>malagestione\u003C/mark>, sembrano prassi collaudate, più che","L'ennesima \"tragedia del mare\", come siamo ormai stati abituati a derubricare le periodiche morti di massa prodotte dalle politiche europee sull'immigrazione nel Mar Mediterraneo conta questa volta già 17 morti accertati e oltre un centinaio di dispersi.\r\nIl gioco delle parti tra governo italiano e Unione Europea sulle responsabilità della nuova strage fanno venire il voltastomaco e nascondono la realtà - fatta di potere e soldi - di una divisione europea e gerarchizzata del lavoro di \"frontierizzazione\" armata del continente, dove lo scopo è appaltare sempre un po' più a sud il lavoro sporco per gestire masse di emigranti in fuga da guerre, carestie e assenza di prospettive causate dal modello liberista euro-atlantico.\r\nMentre il gioco a rimpiattino continua, saremo obbligati ad essere ancora innumerevoli volte testimoni di nuove tragedie che hanno però precise responsabilità e contenuti. 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I migranti sono stati nuovamente fatti scendere per pochi minuti in porto e fatti risalire sulla nave di linea che collega Lampedusa a Porto Empedocle. Questo ha provocato un forte ritardo della partenza e un enorme perdita per i pescatori lampedusani che continuamente vedono svalutato il pregiato pescato, per questioni inerenti alle mancanze della compagnia Siremar o in questo caso all'abuso da parte dello stato italiano, dei mezzi che sono predisposti per la vita della comunità di Lampedusa, da troppo tempo depredata di tutto: dalla militarizzazione massiccia dell'isola, che si vorrebbe continuare con l'ampliamento del centro e l'esproprio di alcuni terreni adiacenti al centro, alla continua pressione mediatica che tende a dare una narrazione dell'isola ad uso della politica e di chi fa affari sulla pelle degli ultimi.\r\n\r\nOvviamente ci sono anche delle responsabilità della comunità e dell'amministrazione comunale, che vanno affrontate in modo serio e costruttivo, ma di sicuro l'atteggiamento di scaricare le colpe su chi si trova in condizioni peggiori delle nostre non aiuta, e fa il gioco di chi usa e abusa di Lampedusa. Se non si inserisce l'uso da parte del potere di Lampedusa, in un uso sistematico delle risorse dei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \"Altri\" da parte di alcune lobby e di una oligarchia che ha come unica legge il mercato, avremo una lettura miope e distorta di ciò che sta accadendo. Ciò che accade a Lampedusa, accade da secoli, in altre forme, in Africa e in altre zone del pianeta.\r\n\r\nLampedusa ha da offrire la sua posizione strategica, ed il suo essere set teatrale. Basta ripensare a quello che accaduto nel 2011, per rendersi conto di come l'isola possa essere usata per mettere in scena \"L'invasione dell'Europa\" con poco più di 60 mila persone passate in un anno. 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Questa l'entità del protocollo tra la premier Meloni e il corrispettivo albanese Rama, firmato il 6 novembre scorso. Un accordo che in prima istanza consentirà al governo italiano di costruire e gestire due Centri per il rimpatri, Cpr, sul territorio albanese. I Cpr sono al centro di numerose inchieste per maltrattamento e violazione dei diritti umani, oltre alla malagestione del centro. Evidentemente ignaro, o coscientemente ignorante, di tali rapporti, il ministro Piantedosi ha recentemente risposto alle domande scomode di alcuni giornalisti dichiarando che non gli risulta nessuna violazione umana nei Cpr, per poi rilasciare dichiarazioni errate, come quella per cui nei Centri per il rimpatrio non potrebbero finirci richiedenti asilo.\r\n\r\nIntanto l'intesa sui Cpr albanesi proseguende, trovando il voto favorevole sia del Senato italiano che del Parlamento albanese, il quale domani retificherà in via definitiva dell'accordo. 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In Albania l'opposizione ha cercato, inutilmente, di far naufragare il protocollo, mentre diverse persone hanno già iniziato a protestare contro la costruzione del Cpr.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una compagna che ha avuto modo di andare in quegli stessi posti e parlare con gli abitanti di quanto sta succedendo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/cpralbania.21022024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","21 Febbraio 2024","2024-02-21 13:22:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/prison-fence-219264_1280-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/prison-fence-219264_1280-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/prison-fence-219264_1280-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/prison-fence-219264_1280-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/prison-fence-219264_1280-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/prison-fence-219264_1280.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Arriva il via libera per i Cpr italiani in Albania",1708521680,[237,238,239],"http://radioblackout.org/tag/albania/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/italia/",[22,241,242],"cpr","italia",{"post_content":244},{"matched_tokens":245,"snippet":246,"value":247},[69],"per il rimpatri, Cpr, sul \u003Cmark>territori\u003C/mark>o albanese. 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La rivista Malamente ha dedicato gran parte dell'ultimo numero a questo evento. Purtroppo è solo l'ultimo dei sempre più numerosi casi di esondazioni disastrose, che in modo criminale sono imputate unicamente all'effetto del cambiamento climatico. La realtà è che una gestione fluviale miope, semplificante e artificializzante, unita a un sempre più omologante sfruttamento del territorio dei bacini fluviali, hanno reso incapaci questi ecosistemi di far fronte agli eventi ambientali più estremi.\r\n\r\nFabio Taffetani, docente di botanica ed esperto di ecosistemi fluviali, denuncia in più occasioni l'inadeguatezza delle attuali pratiche di gestione dei fiumi italiani. I protocolli seguiti spesso non fanno altro che aggravare gli effetti delle esondazioni con la scusa della \"messa in sicurezza\" dei fiumi, che vengono irreggimentati in configurazioni sempre più semplificate. Argini artificiali, rimozione sistematica di materiale organico, raddrizzamenti dell'asta fluviale, deviazione delle acque, messa in secondo piano della biodiversità e della complessita di un ecosistema riccamente strutturato: sono solo alcuni degli errori che autolesionisticamente si compiono nell'attuale gestione fluviale. L'intervista a Fabio si svolge con ricchezza di esempi e particolari partendo dalla ricostruzione delle condizioni che hanno portato all'esondazione devastante del Misa, alla descrizione dell'ecosistema fluviale e, infine, alla valutazione critica della sua gestione in Italia. Potete ascoltarla qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/Taffetani.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[scarica]\r\n\r\nPoi, con John Fahey in sottofondo, qualche lettura da \"Storia di un ruscello\" di Élisée Reclus, geografo anarchico francese, secondo il quale è nella natura che risiedono la libertà e la possibilità di un'alleanza tra società umane e territori:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/reclus-letture.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[scarica]\r\n\r\n ","12 Gennaio 2023","2023-01-12 17:10:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/chiusella-200x110.jpg","Oltre gli argini: storie di fiumi",1673540079,[],[],{"post_content":313},{"matched_tokens":314,"snippet":315,"value":316},[80],"indaga la loro ecologia, la \u003Cmark>malagestione\u003C/mark> cui sono sottoposti e le","Una puntata completamente dedicata ai fiumi, in cui si indaga la loro ecologia, la \u003Cmark>malagestione\u003C/mark> cui sono sottoposti e le conseguenze ovviamente disastrose che si accavallano anno dopo anno in una lista lugubre di distruzione di ambienti naturali e umani.\r\n\r\nIl caso più recente, l'alluvione del fume Misa avvenuta nella notte tra il 15 e il 16 settembre 2022 nel marchigiano, ha contato diverse vittime, feriti e sfollati. La rivista Malamente ha dedicato gran parte dell'ultimo numero a questo evento. Purtroppo è solo l'ultimo dei sempre più numerosi casi di esondazioni disastrose, che in modo criminale sono imputate unicamente all'effetto del cambiamento climatico. La realtà è che una gestione fluviale miope, semplificante e artificializzante, unita a un sempre più omologante sfruttamento del \u003Cmark>territori\u003C/mark>o dei bacini fluviali, hanno reso incapaci questi ecosistemi di far fronte agli eventi ambientali più estremi.\r\n\r\nFabio Taffetani, docente di botanica ed esperto di ecosistemi fluviali, denuncia in più occasioni l'inadeguatezza delle attuali pratiche di gestione dei fiumi italiani. I protocolli seguiti spesso non fanno altro che aggravare gli effetti delle esondazioni con la scusa della \"messa in sicurezza\" dei fiumi, che vengono irreggimentati in configurazioni sempre più semplificate. Argini artificiali, rimozione sistematica di materiale organico, raddrizzamenti dell'asta fluviale, deviazione delle acque, messa in secondo piano della biodiversità e della complessita di un ecosistema riccamente strutturato: sono solo alcuni degli errori che autolesionisticamente si compiono nell'attuale gestione fluviale. L'intervista a Fabio si svolge con ricchezza di esempi e particolari partendo dalla ricostruzione delle condizioni che hanno portato all'esondazione devastante del Misa, alla descrizione dell'ecosistema fluviale e, infine, alla valutazione critica della sua gestione in Italia. 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Remuzzi in cui veniva registrato un affievolirsi netto del contagio e il bilancio di una pandemia che aveva avuto tre differenti fenomenologie al Nord, al Centro e al Sud. Oggi, complice la fine della stagione estiva, la pandemia riparte alla carica con una dinamica più omogenea sul territorio nazionale, mentre iniziano ad emergere proteste spontanee contro i costi sociali ed economici della (mala)gestione della pandemia.\r\n\r\nPer fare il punto sulla dimensione sanitario-pandemica abbiamo raggiunto Maurizio Pincetti - nostro ospite fisso la scorsa stagione nel raccontare la storia del servizio sanitario nazionale - medico internista, specialista in endocrinologia, con 36 anni di attività in un ospedale pubblico del milanese, per 11 anni è stato medico di medicina generale dal 1987 si occupa di qualità e rischio delle cure e dell'assistenza sanitaria con attività di ricerva, responsabilità ospedaliera e la partecipazione agli organi direttivi della società scientifica di valutazione della qualità in sanità.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Voci_I_2020_26_10.mp3\"][/audio]","6 Novembre 2020","2020-11-06 13:35:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/corona2-200x110.jpeg","CORONAVIRUS 2.0 (CON M.PINCETTI) - VOCI DALL’ANTROPOCENE (anno II #1) 26/10/20",1604668983,[334],"http://radioblackout.org/tag/voci-antropocene/",[272],{"post_content":337},{"matched_tokens":338,"snippet":339,"value":340},[69],"una dinamica più omogenea sul \u003Cmark>territori\u003C/mark>o nazionale, mentre iniziano ad emergere","Puntuali come un lockdown torniamo per una nuova stagione di Voci dall’Antropocene.\r\n\r\nCi eravamo lasciati verso metà agosto con una puntata off – fuori stagione – col dott. 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