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I dazi sono un potente strumento di pressione nei confronti del governo messicano, perché si assuma il compito di gendarme dei migranti centroamericani diretti negli States. Il modello è quello adottato dall'Europa: usare paesi cuscinetto per bloccare immigrazione verso le frontiere chiuse della Fortezza Europa. L'Europa e l'Italia hanno dovuto pagare la Turchia e la Libia per il lavoro sporco, Trump invece minaccia. Pesantemente.\r\nPer comprendere a fondo la questione è tuttavia necessario uno sguardo che consenta di vedere oltre la retorica sovranista e l'attacco agli immigrati, perché la situazione in quest'area, pur avendo alcuni caratteri in comune, non è sovrapponibile a quella europea.\r\n\r\nI dazi che Trump intende applicare alle merci provenienti dal Messico riguardano solo i prodotti finiti, che sono solo una parte delle merci che attraversano quotidianamente il confine tra i due paesi. Dal Messico agli States passano solo semilavorati, prodotti nelle distese di maquilladoras sparse nelle città oltreconfine, dove le condizioni di lavoro consentono di abbattere i costi agli imprenditori statunitensi che finiscono e assemblano per immettere sul mercato merci made in USA non gravate da dazi. Il sovranismo in salsa Trump è in buona parte propaganda, perché il tycoon si ferma di fronte alle esigenze di una classe imprenditoriale transnazionale.\r\n\r\nLa stessa questione dell'immigrazione è solo lo straccio rosso di un'emergenza che costerà e costa lacrime e sangue a tanti migranti dai paesi del centro America, ma non mette in discussione un modello che rende facile avere manodopera a basso costo.\r\nNegli Stati Uniti vivono milioni di irregolari, gente senza documenti, senza carta verde, che rischiano ogni giorno di essere fermati e deportati. Queste persone ogni giorno vanno a lavorare in nero nei campi, nelle case, nelle officine meccaniche, hanno una carta di credito, pagano l'affitto o il mutuo. Tanti di loro, in seguito alla crisi innescata dai mutui subprime, hanno perso la casa.\r\nBusiness is buisiness. Non solo. L'esercito statunitense arruola irregolari, che dopo cinque anni di servizio, acquisiscono la cittadinanza, se muoiono in guerra, i parenti ne erediteranno la pensione.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-04-usa-mex-stef.mp3\"][/audio]","4 Giugno 2019","2019-06-04 16:08:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"176\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana-300x176.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana-300x176.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana-768x450.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana-1024x600.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Messico. 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La paga giornaliera era di 9,87 dollari. Ogni camice prodotto nella maquiladora Florenzi della capitale salvadoregna veniva pagato alle operaie 5 centesimi ma veniva venduto su Amazon a 30 dollari. A marzo, però, con l’arrivo della pandemia, il presidente del Salvador decide di chiudere tutte le maquilas e i call center. A giugno muore il padrone della fabbrica, Roberto Pineda, membro di una delle famiglie storiche dell’oligarchia locale. Il figlio, che eredita, non accetta neanche di parlare con le operaie che pretendono il pagamento di 4 mesi di salari arretrati. Offre, come indennizzo, una macchina da cucire usata. La metà delle operaie accetta, 113 di loro, invece, occupano la fabbrica e cominciano a presidiarla facendo diventare la Florenzi uno spazio di consapevolezza dove le donne, le madri e le nonne cominciano una nuova lotta, più ampia, contro la violenza e la schiavitù della cultura patriarcale in un paese dove l’aborto può arrivare a essere punito con trent’anni di carcere per procurato omicidio.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/F_m_22_12_Operaie-Florenzi-El-Salvador.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\nil secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Mahmoud Hassan Aboutabikh Sicobas Alessandria e Torino sullo sciopero della logistica nazionale del 18 dicembre 2020: Dallo sciopero nazionale della logistica un messaggio chiaro ai padroni: le nostre vite valgono più dei loro profitti!\r\nQui potete leggere l'articolo.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/F_m_22_12_Mahmood-Sicobas-su-sciopero-nazionale-logistica.mp3\"][/audio]","24 Dicembre 2020","2020-12-24 13:49:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/1920x1080_NED_Mujeres-sindicalistas_Collage-2-1-1024x576-1-200x110.jpg","frittura mista | radio fabbrica 22/12/2020","podcast",1608817621,[],[],{"post_content":164},{"matched_tokens":165,"snippet":167,"value":168},[166],"maquiladora","dollari. 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