","MATERIALI PER ESPLOSIVI E ARMI NUCLEARI DALL'ITALIA PER ISRAELE.","post",1751899794,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/altreconomia/","http://radioblackout.org/tag/armi/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/materiali-per-esplosivi/","http://radioblackout.org/tag/traffico-armi/","http://radioblackout.org/tag/trizio/",[68,69,70,71,72,73],"altreconomia","armi","Israele","materiali per esplosivi","traffico armi","trizio",{"post_content":75,"post_title":82,"tags":88},{"matched_tokens":76,"snippet":80,"value":81},[77,78,79,78],"materiali","per","esplosivi","L' Italia ha fornito \u003Cmark>materiali\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark> nonché \u003Cmark>per\u003C/mark> lo sviluppo di","L' Italia ha fornito \u003Cmark>materiali\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark> nonché \u003Cmark>per\u003C/mark> lo sviluppo di bombe termonucleari a Israele , classificati come esportazioni di forniture civili e dunque non soggette al controllo come da legge 185 del 1990 e quindi all’approvazione del Parlamento. L’inchiesta di Elisa Brunelli \u003Cmark>per\u003C/mark> Altreconomia rivela la fornitura da parte di aziende italiane a Tel Aviv di prodotti cosiddetti dual use, destinati a fini civili, ma impiegabili in ambito militare. \u003Cmark>Per\u003C/mark> la precisione, secondo i dati rintracciati nel database del commercio mondiale Comotrade, nel 2024 l’italia ha iniziato a esportare cordoni detonanti verso Israele, inviando complessivamente 140 tonnellate di materiale \u003Cmark>per\u003C/mark> un valore di 2.078.458 euro. Un “quantitativo superiore persino a quello fornito dagli Usa. Questo mentre a Gaza gli \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark> servono a finire il lavoro iniziato da bombe e bulldozer \u003Cmark>per\u003C/mark> radere al suolo la Striscia e renderla non più abitabile dai gazawi.\r\n Classificato e spedito sotto la categoria “concimi”, un quantitativo senza precedenti di nitrato di ammonio non in soluzione acquosa, con tenore di azoto, in peso, superiore al 34% cioè precursore di esplosivo usata nella produzione di fertilizzanti ma anche di mine e miscele detonanti. L’italia ne ha esportato verso Israele da novembre 2023 a marzo 2025 5.980 tonnellate , \u003Cmark>per\u003C/mark> avere un'idea di che cosa si parla basta pensare che \u003Cmark>per\u003C/mark> far saltare in aria nel 2020 il porto di Beirut ne era bastata la metà. Se a questo si aggiunge che queste vendite sono andate di pari passo con quelle dei cordoni detonanti, tutto è molto sospetto. Che non si tratti di semplici fertilizzanti lo esclude, la crisi dell’agricoltura israeliana da inizio guerra, con oltre il 30% di aree coltivate in meno e l’aumento di import di frutta e verdura.\r\n\r\nCome se non bastasse, Altreconomia lancia un altro dato ancora più allarmante: l’invio a Israele in modo massiccio e continuo di trizio, isotopo radioattivo dell’idrogeno prodotto principalmente nei reattori nucleari o negli acceleratori ad alta energia. Anche questo classificato come materiale a duplice uso, che in ambito militare si utilizza \u003Cmark>per\u003C/mark> la produzione di armi strategiche e nelle bombe termonucleari può essere utilizzato come iniziatore della reazione di fissione, mentre negli ordigni potenziati ne aumenta l’efficacia esplosiva. In questo caso l’italia avrebbe fatto prima la triangolazione da Germania, Regno Unito e Corea del Sud, e poi proprio da ottobre 2023, ha iniziato a inviare trizio a Israele di cui risulta attualmente il principale fornitore \u003Cmark>per\u003C/mark> un valore del 2024 di 1.485.587 euro e 288 chilogrammi. Si registra un incremento del 276% delle esportazioni nel 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024 che difficilmente puo'corrispondere ad una crescita della richiesta di trizio da parte israeliana \u003Cmark>per\u003C/mark> scopi medico diagnostici .\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con Elisa Brunelli autrice dell'inchiesta.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-ELISA-BRUNELLI.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":83,"snippet":87,"value":87},[84,85,86,85],"MATERIALI","PER","ESPLOSIVI","\u003Cmark>MATERIALI\u003C/mark> \u003Cmark>PER\u003C/mark> \u003Cmark>ESPLOSIVI\u003C/mark> E ARMI NUCLEARI DALL'ITALIA \u003Cmark>PER\u003C/mark> ISRAELE.",[89,91,93,95,98,100],{"matched_tokens":90,"snippet":68},[],{"matched_tokens":92,"snippet":69},[],{"matched_tokens":94,"snippet":70},[],{"matched_tokens":96,"snippet":97},[77,78,79],"\u003Cmark>materiali\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark>",{"matched_tokens":99,"snippet":72},[],{"matched_tokens":101,"snippet":73},[],[103,109,112],{"field":35,"indices":104,"matched_tokens":106,"snippets":108},[105],3,[107],[77,78,79],[97],{"field":110,"matched_tokens":111,"snippet":87,"value":87},"post_title",[84,85,86,85],{"field":113,"matched_tokens":114,"snippet":80,"value":81},"post_content",[77,78,79,78],1736172819517538300,{"best_field_score":117,"best_field_weight":118,"fields_matched":105,"num_tokens_dropped":47,"score":119,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":47},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":121,"highlight":144,"highlights":149,"text_match":152,"text_match_info":153},{"cat_link":122,"category":123,"comment_count":47,"id":124,"is_sticky":47,"permalink":125,"post_author":126,"post_content":127,"post_date":128,"post_excerpt":129,"post_id":124,"post_modified":130,"post_thumbnail":131,"post_thumbnail_html":132,"post_title":133,"post_type":58,"sort_by_date":134,"tag_links":135,"tags":141},[44],[46],"54566","http://radioblackout.org/2019/06/domusnovas-chiudere-e-non-allargare-la-fabbrica-delle-bombe/","info2","A Domusnovas c'è la RWM, una fabbrica la cui vocazione alla produzione di esplosivi per le miniere e le cave, è andata in crisi con la chiusura dei distretti minerari del Sulcis Iglesiente. Oggi alla RWM si producono bombe, che vengono vendute a paesi in guerra come l'Arabia Saudita, che le usano per macellare la popolazione yemenita.\r\nA gennaio la RWM è stata autorizzata ad allargare il perimetro dello stabilimento.\r\nGli antimilitaristi in più occasioni hanno manifestato davanti alla fabbrica, e pur senza entrarvi, perché le produzioni e i materiali di lavorazione sono molto pericolosi, sono riusciti più volte a bloccare la produzione, perché basta un palloncino a far scattare l'allarme e bloccare tutto.\r\nSabato scorso gli antimilitaristi si sono dati appuntamento di fronte alla fabbrica di morte. Un centinaio di persone la cui stessa presenza induce la fabbrica a sospendere la produzione. Una produzione che altrimenti non conosce soste, per far fronte alle numerose richieste dai vari fronti di guerra.\r\nIn questi giorni si dovrà pronunciare il Tar sulla richiesta di fermare l’allargamento della fabbrica per la sua pericolosità ambientale.\r\nVa da se che un’eventuale sentenza favorevole non sarebbe che un piccolo sassolino nella scarpa per RWM. La partita è quella di arrivare alla chiusura della produzione bellica e alla riconversione in produzione civile. La strada è in salita ma gli antimilitaristi non demordono: a luglio torneranno a Domusnovas. Nel frattempo partiranno serate informative con l’esposizione di una mostra sulla produzione e il commercio di bombe.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Guido, un compagno di Cagliari\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-11-manif-domus-novas-guido.mp3\"][/audio]","11 Giugno 2019","","2019-06-11 12:48:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/bombe-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/bombe-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/bombe-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/bombe-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/bombe-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/bombe.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Domusnovas. Chiudere e non allargare la fabbrica delle bombe",1560257271,[136,137,138,139,140],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/bombe/","http://radioblackout.org/tag/domusnovas/","http://radioblackout.org/tag/fabbrica-di-bombe-rwm/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione-antimilitarista/",[19,15,17,142,143],"fabbrica di bombe RWM","manifestazione antimilitarista",{"post_content":145},{"matched_tokens":146,"snippet":147,"value":148},[79,78],"cui vocazione alla produzione di \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> le miniere e le cave,","A Domusnovas c'è la RWM, una fabbrica la cui vocazione alla produzione di \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> le miniere e le cave, è andata in crisi con la chiusura dei distretti minerari del Sulcis Iglesiente. Oggi alla RWM si producono bombe, che vengono vendute a paesi in guerra come l'Arabia Saudita, che le usano \u003Cmark>per\u003C/mark> macellare la popolazione yemenita.\r\nA gennaio la RWM è stata autorizzata ad allargare il perimetro dello stabilimento.\r\nGli antimilitaristi in più occasioni hanno manifestato davanti alla fabbrica, e pur senza entrarvi, perché le produzioni e i \u003Cmark>materiali\u003C/mark> di lavorazione sono molto pericolosi, sono riusciti più volte a bloccare la produzione, perché basta un palloncino a far scattare l'allarme e bloccare tutto.\r\nSabato scorso gli antimilitaristi si sono dati appuntamento di fronte alla fabbrica di morte. Un centinaio di persone la cui stessa presenza induce la fabbrica a sospendere la produzione. Una produzione che altrimenti non conosce soste, \u003Cmark>per\u003C/mark> far fronte alle numerose richieste dai vari fronti di guerra.\r\nIn questi giorni si dovrà pronunciare il Tar sulla richiesta di fermare l’allargamento della fabbrica \u003Cmark>per\u003C/mark> la sua pericolosità ambientale.\r\nVa da se che un’eventuale sentenza favorevole non sarebbe che un piccolo sassolino nella scarpa \u003Cmark>per\u003C/mark> RWM. La partita è quella di arrivare alla chiusura della produzione bellica e alla riconversione in produzione civile. La strada è in salita ma gli antimilitaristi non demordono: a luglio torneranno a Domusnovas. Nel frattempo partiranno serate informative con l’esposizione di una mostra sulla produzione e il commercio di bombe.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Guido, un compagno di Cagliari\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-11-manif-domus-novas-guido.mp3\"][/audio]",[150],{"field":113,"matched_tokens":151,"snippet":147,"value":148},[79,78],1733921019837546500,{"best_field_score":154,"best_field_weight":155,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":156,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":47},"2216192835584",14,"1733921019837546609",{"document":158,"highlight":179,"highlights":183,"text_match":152,"text_match_info":186},{"cat_link":159,"category":160,"comment_count":47,"id":161,"is_sticky":47,"permalink":162,"post_author":126,"post_content":163,"post_date":164,"post_excerpt":129,"post_id":161,"post_modified":165,"post_thumbnail":166,"post_thumbnail_html":167,"post_title":168,"post_type":58,"sort_by_date":169,"tag_links":170,"tags":176},[44],[46],"54450","http://radioblackout.org/2019/06/da-domusnovas-a-torino-in-piazza-contro-il-militarismo/","Il due giugno la Repubblica festeggia se stessa con parate e cerimonie militari. L'esaltazione delle forze armate, la retorica patriottica, l'esaltazione delle bandiera e dei confini sono il sale di una narrazione che pone al centro il nazionalismo, come perno di identità escludenti, uno dei cardini della guerra ai poveri e agli immigrati.\r\n\r\nIn varie località italiane ci sono state iniziative di lotta antimilitarista e di contrasto alla produzione e allo smercio di armi.\r\nA Domusnovas c'è la RWM, una fabbrica la cui vocazione alla produzione di esplosivi per le miniere e le cave, è andata in crisi con la chiusura dei distretti minerari del Sulcis Iglesiente. Oggi alla RWM si producono bombe, che vengono vendute a paesi in guerra come l'Arabia Saudita, che le usano per macellare la popolazione yemenita.\r\nA gennaio la RWM è stata autorizzata ad allargare il perimetro dello stabilimento.\r\nGli antimilitaristi in più occasioni hanno manifestato davanti alla fabbrica, e pur senza entrarvi, perché le produzioni e i materiali di lavorazione sono molto pericolosi, sono riusciti più volte a bloccare la produzione, perché basta un palloncino a far scattare l'allarme e bloccare tutto.\r\nIl due giugno una pioggia battente ha limitato la partecipazione alla manifestazione, ma gli antimilitaristi hanno deciso di replicare il prossimo fine settimana.\r\nIn contemporanea in Germania ci sono state azioni di lotta solidali alle sedi della RWM.\r\n\r\nA Torino il rito militare è stato celebrato in piazza Castello. C’erano anche gli antimilitaristi, che di fronte alla polizia in assetto antisommossa, che bloccava l'ingresso in piazza Castello hanno chiuso un perimetro con fili e scritte contro le frontiere, bloccando per un breve periodo via XX Settembre.\r\nLe frontiere reali, tangibili, ma spesso invisibili ai più, sono divenute concrete per un po’, tanto da innervosire il consueto stuolo di digos, che hanno provato senza successo a sequestrare lo striscione \"Morti in mare. Salvini e Toninelli assassini\".\r\nIl presidio si è allargato, facendo pressione con cori e slogan. Sonio state diffuse testimonianze sulle frontiere.\r\nPoi il presidio si è trasformato in corteo ed ha raggiunto piazza Castello, dove si era appena conclusa la cerimonia militare. Fumogeni e un tirassegno antimilitarista hanno concluso una giornata di informazione e lotta.\r\n\r\nAscolta la diretta con Guido di Cagliari e il resoconto della manifestazione di Torino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-04-sard-tor-antimili-guido.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il volantino dell'assemblea antimilitarista di Torino:\r\n\r\n\"Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Truppe italiane sono in Afganistan, in Iraq, in Val Susa, nel Mediterraneo e nelle strade delle nostre periferie, dove i nemici sono i poveri, gli immigrati, i senza casa, chi si oppone ad un ordine sociale feroce.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. A pochi passi dalle nostre case si producono e si testano le armi impiegate nelle guerre di ogni dove. Le usano le truppe italiane nelle missioni di “pace” all’estero, le vendono le industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. In tutto il paese ci sono aeroporti militari, poligoni, centri di controllo satellitare, postazioni di lancio dei droni. Le prove generali dei conflitti di questi anni sono fatte nelle basi che occupano ovunque il territorio.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Le frontiere chiuse dell’Europa uccidono uomini, donne e bambini che fuggono guerre, miseria, persecuzioni e dittature. \r\nSi muore in mare, nel deserto, nelle gallerie ferroviarie, sui valichi alpini.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Chi promuove guerre in nome dell'umanità paga i macellai di Tripoli e di Ankara perché i profughi vengano respinti e deportati.\r\nI porti italiani sono stati chiusi alle navi delle ONG che salvavano i naufraghi, alla guardia costiera italiana è stato vietato intervenire nelle emergenze in mare. La guardia costiera libica, la cui collusione con i trafficanti è ben nota, ricaccia all’inferno delle prigioni per migranti la gente in viaggio. Nei lager libici stupri, torture, fame, ricatti e omicidi sono orrori quotidiani. I lager sono in Libia, i responsabili sono al governo in Italia e in Europa.\r\nIl ministro dell’Interno sta preparando un nuovo pacchetto “sicurezza”. Chi presta soccorso ai naufraghi, rischia multe salatissime e il ritiro della patente. La gente di mare dovrà scegliere se diventare complice degli assassini di Stato o perdere la barca e il lavoro.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Ogni giorno centinaia di persone viaggiano per seguire i fili della propria vita. Tanti provano a passare il confine con la Francia.\r\nMa non tutti arrivano. Polizia e militari sono essi stessi una frontiera per chi non ha documenti, né mai li avrà. Il pacchetto sicurezza cancellando la protezione umanitaria ha reso clandestine migliaia di persone. \r\nIl confine è una linea sottile sulle mappe. Tra boschi e valichi, tra le acque del Mare di Mezzo, non ci sono frontiere: solo uomini in armi che le rendono vere.\r\nLe frontiere tra i sommersi e i salvati sono ovunque, ben oltre i confini di Stato e le dogane.\r\nLe frontiere sono quasi invisibili per chi ha la fortuna di possedere un documento, di essere bianco, di avere la cittadinanza.\r\nPer i senza carte ogni strada è una frontiera: ogni giorno rischiano di incappare in una pattuglia, di essere rinchiusi nei CPR o deportati a migliaia di chilometri di distanza.\r\nUn terribile gioco dell’oca: se i dadi ti dicono male ritorni da dove sei partito anni prima, bruciando la tua vita per un viaggio che potrebbe durare poche ore, costare molto meno.\r\nLa retorica sulla sicurezza alimenta l'identificazione del nemico con il povero, mira a spezzare la solidarietà tra gli oppressi, perché non si alleino contro chi li opprime.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Ma in ogni dove, lungo le frontiere serrate d’ Europa, c’è chi ha deciso di non stare a guardare la gente che muore, si perde, dorme in strada, viene cacciata da gendarmi e carabinieri. \r\n\r\nUn giorno qualcuno potrebbe chiederci dove eravamo mentre i bambini annegavano. Dove eravamo quando il governo chiudeva i porti? Dove eravamo quando il ministro dell’Interno cancellava i permessi umanitari a donne incinte, ragazzi soli, persone torturate? Dove eravamo quando la furia razzista colpiva per le strade? \r\nNoi vorremmo poter rispondere che eravamo lungo le frontiere che separano, selezionano, uccidono. Mettersi in mezzo è possibile. Dipende da ciascuno di noi.\r\nSe non ora, quando? Se non io, chi per me?\r\n\r\nLa rivolta morale non basta a fermare la guerra, se non sa farsi resistenza concreta.\r\nPer fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.\r\n\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutte le guerre!. \r\nLe frontiere uccidono. Abbattiamole!\"","4 Giugno 2019","2019-06-05 12:39:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Da Domusnovas a Torino: in piazza contro il militarismo",1559673062,[136,137,138,171,172,173,174,175],"http://radioblackout.org/tag/fabbriche-di-armi/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione/","http://radioblackout.org/tag/parata-militare/","http://radioblackout.org/tag/rwm/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[19,15,17,34,177,32,22,178],"manifestazione","torino",{"post_content":180},{"matched_tokens":181,"snippet":147,"value":182},[79,78],"Il due giugno la Repubblica festeggia se stessa con parate e cerimonie militari. L'esaltazione delle forze armate, la retorica patriottica, l'esaltazione delle bandiera e dei confini sono il sale di una narrazione che pone al centro il nazionalismo, come perno di identità escludenti, uno dei cardini della guerra ai poveri e agli immigrati.\r\n\r\nIn varie località italiane ci sono state iniziative di lotta antimilitarista e di contrasto alla produzione e allo smercio di armi.\r\nA Domusnovas c'è la RWM, una fabbrica la cui vocazione alla produzione di \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> le miniere e le cave, è andata in crisi con la chiusura dei distretti minerari del Sulcis Iglesiente. Oggi alla RWM si producono bombe, che vengono vendute a paesi in guerra come l'Arabia Saudita, che le usano \u003Cmark>per\u003C/mark> macellare la popolazione yemenita.\r\nA gennaio la RWM è stata autorizzata ad allargare il perimetro dello stabilimento.\r\nGli antimilitaristi in più occasioni hanno manifestato davanti alla fabbrica, e pur senza entrarvi, perché le produzioni e i \u003Cmark>materiali\u003C/mark> di lavorazione sono molto pericolosi, sono riusciti più volte a bloccare la produzione, perché basta un palloncino a far scattare l'allarme e bloccare tutto.\r\nIl due giugno una pioggia battente ha limitato la partecipazione alla manifestazione, ma gli antimilitaristi hanno deciso di replicare il prossimo fine settimana.\r\nIn contemporanea in Germania ci sono state azioni di lotta solidali alle sedi della RWM.\r\n\r\nA Torino il rito militare è stato celebrato in piazza Castello. C’erano anche gli antimilitaristi, che di fronte alla polizia in assetto antisommossa, che bloccava l'ingresso in piazza Castello hanno chiuso un perimetro con fili e scritte contro le frontiere, bloccando \u003Cmark>per\u003C/mark> un breve periodo via XX Settembre.\r\nLe frontiere reali, tangibili, ma spesso invisibili ai più, sono divenute concrete \u003Cmark>per\u003C/mark> un po’, tanto da innervosire il consueto stuolo di digos, che hanno provato senza successo a sequestrare lo striscione \"Morti in mare. Salvini e Toninelli assassini\".\r\nIl presidio si è allargato, facendo pressione con cori e slogan. Sonio state diffuse testimonianze sulle frontiere.\r\nPoi il presidio si è trasformato in corteo ed ha raggiunto piazza Castello, dove si era appena conclusa la cerimonia militare. Fumogeni e un tirassegno antimilitarista hanno concluso una giornata di informazione e lotta.\r\n\r\nAscolta la diretta con Guido di Cagliari e il resoconto della manifestazione di Torino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-04-sard-tor-antimili-guido.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il volantino dell'assemblea antimilitarista di Torino:\r\n\r\n\"Contro tutte le patrie \u003Cmark>per\u003C/mark> un mondo senza frontiere\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Truppe italiane sono in Afganistan, in Iraq, in Val Susa, nel Mediterraneo e nelle strade delle nostre periferie, dove i nemici sono i poveri, gli immigrati, i senza casa, chi si oppone ad un ordine sociale feroce.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. A pochi passi dalle nostre case si producono e si testano le armi impiegate nelle guerre di ogni dove. Le usano le truppe italiane nelle missioni di “pace” all’estero, le vendono le industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. In tutto il paese ci sono aeroporti militari, poligoni, centri di controllo satellitare, postazioni di lancio dei droni. Le prove generali dei conflitti di questi anni sono fatte nelle basi che occupano ovunque il territorio.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Le frontiere chiuse dell’Europa uccidono uomini, donne e bambini che fuggono guerre, miseria, persecuzioni e dittature. \r\nSi muore in mare, nel deserto, nelle gallerie ferroviarie, sui valichi alpini.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Chi promuove guerre in nome dell'umanità paga i macellai di Tripoli e di Ankara perché i profughi vengano respinti e deportati.\r\nI porti italiani sono stati chiusi alle navi delle ONG che salvavano i naufraghi, alla guardia costiera italiana è stato vietato intervenire nelle emergenze in mare. La guardia costiera libica, la cui collusione con i trafficanti è ben nota, ricaccia all’inferno delle prigioni \u003Cmark>per\u003C/mark> migranti la gente in viaggio. Nei lager libici stupri, torture, fame, ricatti e omicidi sono orrori quotidiani. I lager sono in Libia, i responsabili sono al governo in Italia e in Europa.\r\nIl ministro dell’Interno sta preparando un nuovo pacchetto “sicurezza”. Chi presta soccorso ai naufraghi, rischia multe salatissime e il ritiro della patente. La gente di mare dovrà scegliere se diventare complice degli assassini di Stato o perdere la barca e il lavoro.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Ogni giorno centinaia di persone viaggiano \u003Cmark>per\u003C/mark> seguire i fili della propria vita. Tanti provano a passare il confine con la Francia.\r\nMa non tutti arrivano. Polizia e militari sono essi stessi una frontiera \u003Cmark>per\u003C/mark> chi non ha documenti, né mai li avrà. Il pacchetto sicurezza cancellando la protezione umanitaria ha reso clandestine migliaia di persone. \r\nIl confine è una linea sottile sulle mappe. Tra boschi e valichi, tra le acque del Mare di Mezzo, non ci sono frontiere: solo uomini in armi che le rendono vere.\r\nLe frontiere tra i sommersi e i salvati sono ovunque, ben oltre i confini di Stato e le dogane.\r\nLe frontiere sono quasi invisibili \u003Cmark>per\u003C/mark> chi ha la fortuna di possedere un documento, di essere bianco, di avere la cittadinanza.\r\n\u003Cmark>Per\u003C/mark> i senza carte ogni strada è una frontiera: ogni giorno rischiano di incappare in una pattuglia, di essere rinchiusi nei CPR o deportati a migliaia di chilometri di distanza.\r\nUn terribile gioco dell’oca: se i dadi ti dicono male ritorni da dove sei partito anni prima, bruciando la tua vita \u003Cmark>per\u003C/mark> un viaggio che potrebbe durare poche ore, costare molto meno.\r\nLa retorica sulla sicurezza alimenta l'identificazione del nemico con il povero, mira a spezzare la solidarietà tra gli oppressi, perché non si alleino contro chi li opprime.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Ma in ogni dove, lungo le frontiere serrate d’ Europa, c’è chi ha deciso di non stare a guardare la gente che muore, si perde, dorme in strada, viene cacciata da gendarmi e carabinieri. \r\n\r\nUn giorno qualcuno potrebbe chiederci dove eravamo mentre i bambini annegavano. Dove eravamo quando il governo chiudeva i porti? Dove eravamo quando il ministro dell’Interno cancellava i permessi umanitari a donne incinte, ragazzi soli, persone torturate? Dove eravamo quando la furia razzista colpiva \u003Cmark>per\u003C/mark> le strade? \r\nNoi vorremmo poter rispondere che eravamo lungo le frontiere che separano, selezionano, uccidono. Mettersi in mezzo è possibile. Dipende da ciascuno di noi.\r\nSe non ora, quando? Se non io, chi \u003Cmark>per\u003C/mark> me?\r\n\r\nLa rivolta morale non basta a fermare la guerra, se non sa farsi resistenza concreta.\r\n\u003Cmark>Per\u003C/mark> fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.\r\n\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutte le guerre!. \r\nLe frontiere uccidono. Abbattiamole!\"",[184],{"field":113,"matched_tokens":185,"snippet":147,"value":182},[79,78],{"best_field_score":154,"best_field_weight":155,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":156,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":47},{"document":188,"highlight":218,"highlights":223,"text_match":152,"text_match_info":226},{"cat_link":189,"category":190,"comment_count":47,"id":191,"is_sticky":47,"permalink":192,"post_author":50,"post_content":193,"post_date":194,"post_excerpt":129,"post_id":191,"post_modified":195,"post_thumbnail":196,"post_thumbnail_html":197,"post_title":198,"post_type":58,"sort_by_date":199,"tag_links":200,"tags":211},[44],[46],"32689","http://radioblackout.org/2015/11/bruxelles-citta-blindata-e-guerra-ai-migranti/","Le notizie dei media italiani ed europei raccontano una Bruxelles invasa da polizia, esercito e reparti speciali a caccia di altri terroristi, legati agli attacchi di Parigi, in cinque diverse zone della città. Nella sera di domenica e nel corso della notte appena trascorsa ci sono stati 19 arresti. Il centro di Bruxelles è deserto, i locali e negozi, se aperti, restano vuoti, la metropolitana è chiusa, lo stesso per scuole, musei e altri spazi pubblici. Una grande operazione di militarizzazione di buona parte della città - apparentemente \"necessaria\" per la sicurezza nazionale secondo le autorità belghe - nella settimana che segue agli attentati di venerdì scorso a Parigi, ma allo stesso una enorme operazione mediatica, trasmessa in \"diretta tv\", che assume i toni di una prova generale per far intendere alla popolazione cosa significhi vivere in uno stato di eccezione permanente o \"etat d'urgence\", come appena dichiarato in Francia e che durerà almeno tre mesi.\r\n\r\nGli arresti avvenuti nella notte non hanno individuato nessun particolare \"sospetto\" e non hanno portato a nessun ritrovamento. Nel corso delle perquisizioni non sono stati rinvenuti né armi né materiali esplosivi. Della situazione a Bruxelles e in altre località del Belgio abbiamo parlato questa mattina con Luca, un compagno che da tempo vive nella capitale belga e che ci ha descritto una città sotto assedio e in cui si inizia apertamente a vedere secondo quali direttrici si muoverà la guerra alle banlieue, ai migranti e la proliferazione di confini interni ed esterni all'Unione Europea.\r\n\r\nAscolta il contributo\r\n\r\nluca_bruxelles","23 Novembre 2015","2015-11-27 11:08:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/1200x630_317418_molenbeek-i-residenti-si-rifiutano-d-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"158\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/1200x630_317418_molenbeek-i-residenti-si-rifiutano-d-300x158.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/1200x630_317418_molenbeek-i-residenti-si-rifiutano-d-300x158.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/1200x630_317418_molenbeek-i-residenti-si-rifiutano-d-768x403.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/1200x630_317418_molenbeek-i-residenti-si-rifiutano-d-1024x538.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/1200x630_317418_molenbeek-i-residenti-si-rifiutano-d.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Bruxelles: città blindata e guerra ai migranti",1448296245,[201,202,203,204,205,206,207,208,209,210],"http://radioblackout.org/tag/banlieue/","http://radioblackout.org/tag/bruxelles/","http://radioblackout.org/tag/etat-durgence/","http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-migranti/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione-del-territorio/","http://radioblackout.org/tag/molenbeek/","http://radioblackout.org/tag/polizia/","http://radioblackout.org/tag/schengen/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza/",[212,28,30,213,214,215,26,216,24,217],"banlieue","frontiere","guerra ai migranti","militarizzazione del territorio","polizia","sicurezza",{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[77,79],"stati rinvenuti né armi né \u003Cmark>materiali\u003C/mark> \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark>. Della situazione a Bruxelles e","Le notizie dei media italiani ed europei raccontano una Bruxelles invasa da polizia, esercito e reparti speciali a caccia di altri terroristi, legati agli attacchi di Parigi, in cinque diverse zone della città. Nella sera di domenica e nel corso della notte appena trascorsa ci sono stati 19 arresti. Il centro di Bruxelles è deserto, i locali e negozi, se aperti, restano vuoti, la metropolitana è chiusa, lo stesso \u003Cmark>per\u003C/mark> scuole, musei e altri spazi pubblici. Una grande operazione di militarizzazione di buona parte della città - apparentemente \"necessaria\" \u003Cmark>per\u003C/mark> la sicurezza nazionale secondo le autorità belghe - nella settimana che segue agli attentati di venerdì scorso a Parigi, ma allo stesso una enorme operazione mediatica, trasmessa in \"diretta tv\", che assume i toni di una prova generale \u003Cmark>per\u003C/mark> far intendere alla popolazione cosa significhi vivere in uno stato di eccezione permanente o \"etat d'urgence\", come appena dichiarato in Francia e che durerà almeno tre mesi.\r\n\r\nGli arresti avvenuti nella notte non hanno individuato nessun particolare \"sospetto\" e non hanno portato a nessun ritrovamento. Nel corso delle perquisizioni non sono stati rinvenuti né armi né \u003Cmark>materiali\u003C/mark> \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark>. Della situazione a Bruxelles e in altre località del Belgio abbiamo parlato questa mattina con Luca, un compagno che da tempo vive nella capitale belga e che ci ha descritto una città sotto assedio e in cui si inizia apertamente a vedere secondo quali direttrici si muoverà la guerra alle banlieue, ai migranti e la proliferazione di confini interni ed esterni all'Unione Europea.\r\n\r\nAscolta il contributo\r\n\r\nluca_bruxelles",[224],{"field":113,"matched_tokens":225,"snippet":221,"value":222},[77,79],{"best_field_score":154,"best_field_weight":155,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":156,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":71,"per_page":229,"q":71},6,{"facet_counts":231,"found":14,"hits":241,"out_of":290,"page":21,"request_params":291,"search_cutoff":36,"search_time_ms":14},[232,238],{"counts":233,"field_name":236,"sampled":36,"stats":237},[234],{"count":14,"highlighted":235,"value":235},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":21},{"counts":239,"field_name":35,"sampled":36,"stats":240},[],{"total_values":47},[242,268],{"document":243,"highlight":256,"highlights":261,"text_match":264,"text_match_info":265},{"comment_count":47,"id":244,"is_sticky":47,"permalink":245,"podcastfilter":246,"post_author":50,"post_content":247,"post_date":248,"post_excerpt":129,"post_id":244,"post_modified":249,"post_thumbnail":250,"post_title":251,"post_type":252,"sort_by_date":253,"tag_links":254,"tags":255},"86489","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-14-disordinamenti/",[235],"Il ritiro di parte delle forze IDF dalla striscia di Gaza più che significare un raffreddamento del conflitto in corso sembra essere preannunciatore di un allargamento dei fronti di guerra guerreggiata. Se sul fronte libanese la situazione sembra stazionaria, con Hezbollah che non scopre le carte per paura di un collasso interno, gli attacchi degli Houti alle navi cargo e i bombardamenti angloamericani in Yemen hanno aperto la questione “Mar Rosso”. Tutto ciò mentre l’Iran, altro grande attore regionale, si è impegnato in uno scambio di missili a lunga gittata con il Pakistan nel Belucistan. Una prima risposta agli attentati esplosivi all’anniversario della morte di Soleimani: avvertimento alle componenti sunnite o prova balistica da mostrare a Israele?\r\n\r\nL’innalzarsi della temperatura in Medio Oriente e l’impossibilità di una de-escalation, il fallimento ormai conclamato della gloriosa contro offensiva ucraina di primavera e lo sprofondamento della volontà europea sono solo gli ultimi, in ordine di tempo, segnali di quella “Sconfitta dell’Occidente” di cui più volte abbiamo provato a rendere conto ai nostri microfoni e intorno alla quale abbiamo provato a indagare grazie alla lettura dell’introduzione dell’omonimo libro di Emmanuel Todd recentemente uscito in Francia. (“La Defaite de l’Occident”, Gallimard 2024).\r\n\r\nOccidente in crisi, sotto molteplici punti di vista, ma sopratutto Vecchio Continente confuso spaesato e impotente, così tanto da arrivare ad “autodistruggersi per paura di Putin”. Paradigmatico, a proposito, la crisi del modello tedesco: un comparto industriale basato sull’importazione di gas e materie prima da Cina e Russia che ora si trova in ginocchio a causa della sanzioni volute dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, con disoccupazione e perdita di potere di acquisto che per la prima volta dopo molti anni cominciano a essere uno spauracchio per cittadini e cittadine del paese tedesco. La flessione del Pil del 2023, la peggiore dell’eurozona, porta con sé sfiducia nel sistema politico tradizionale e nell’esecutivo con i partiti “anti-sistema” che guadagnano ai sondaggi punti percentuali, Linke ma sopratutto l’AfD dato oggi al 22%. Se il 2023 è stato l’anno degli scioperi in Germania questo 2024 si apre con più di un grattacapo per la coalizione al governo guidata dai Verdi: un grosso sciopero dei ferrovieri e la protesta massiva degli agricoltori, che si sono visti ridurre gli incentivi per l’acquisto di carburante nel disperato tentativo di Scholz di trovare fondi per la “transizione verde”, hanno letteralmente bloccato il paese.\r\nDi tutto questo abbiamo provato a ragionare con un compagno tedesco.\r\n\r\nNella terza e ultima parte di trasmissione siamo volati in Ecuador dove grazie al contributo di Marcelo, compagno di Quito, abbiamo provato a raccontare il clima che si vive nel paese dopo la spettacolare recrudescenza della violenza dei narcos seguita all’evasione la settimana scorsa di Adolfo Macias, leader del gruppo narcos Los Choneros. Le cronache che ci arrivano dai media mainstream ci parlano di uno Stato che grazie alla legislatura di emergenza prova a difendere i suoi cittadini dai gruppi paramilitari che infestano il paese. Ancora una volta viene usato il paradigma della War on Drugs per giustificare draconiane misure di ripristino dell’ordine, coprifuoco ed esercito schierato sulle strade. Ma i rapporti dei gruppi criminali con chi sta al potere, in Ecuador come altrove, sono ben più complessi e radicati nel tempo.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/fine_della_storia_18gen_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nEmanuel Todd e la sconfitta dell'Occidente\r\nEmanuel Todd \"La Defaite de l'Occident\", Gallimard , 2014 - Introduzione\r\nEmmanuel Todd : « On est à la veille d'un basculement du monde »\r\n \r\n\r\nProteste contadine in Germania\r\nThe farmers challenging the EU's green agenda - Financial Times\r\nEwald Engelen, Farmers' Revolt — Sidecar","19 Gennaio 2024","2024-01-21 07:35:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/IMG-20240119-WA0005-200x110.jpg","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #14 -Disordinamenti","podcast",1705691174,[],[],{"post_content":257},{"matched_tokens":258,"snippet":259,"value":260},[78],"che non scopre le carte \u003Cmark>per\u003C/mark> paura di un collasso interno,","Il ritiro di parte delle forze IDF dalla striscia di Gaza più che significare un raffreddamento del conflitto in corso sembra essere preannunciatore di un allargamento dei fronti di guerra guerreggiata. Se sul fronte libanese la situazione sembra stazionaria, con Hezbollah che non scopre le carte \u003Cmark>per\u003C/mark> paura di un collasso interno, gli attacchi degli Houti alle navi cargo e i bombardamenti angloamericani in Yemen hanno aperto la questione “Mar Rosso”. Tutto ciò mentre l’Iran, altro grande attore regionale, si è impegnato in uno scambio di missili a lunga gittata con il Pakistan nel Belucistan. Una prima risposta agli attentati \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark> all’anniversario della morte di Soleimani: avvertimento alle componenti sunnite o prova balistica da mostrare a Israele?\r\n\r\nL’innalzarsi della temperatura in Medio Oriente e l’impossibilità di una de-escalation, il fallimento ormai conclamato della gloriosa contro offensiva ucraina di primavera e lo sprofondamento della volontà europea sono solo gli ultimi, in ordine di tempo, segnali di quella “Sconfitta dell’Occidente” di cui più volte abbiamo provato a rendere conto ai nostri microfoni e intorno alla quale abbiamo provato a indagare grazie alla lettura dell’introduzione dell’omonimo libro di Emmanuel Todd recentemente uscito in Francia. (“La Defaite de l’Occident”, Gallimard 2024).\r\n\r\nOccidente in crisi, sotto molteplici punti di vista, ma sopratutto Vecchio Continente confuso spaesato e impotente, così tanto da arrivare ad “autodistruggersi \u003Cmark>per\u003C/mark> paura di Putin”. Paradigmatico, a proposito, la crisi del modello tedesco: un comparto industriale basato sull’importazione di gas e materie prima da Cina e Russia che ora si trova in ginocchio a causa della sanzioni volute dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, con disoccupazione e perdita di potere di acquisto che \u003Cmark>per\u003C/mark> la prima volta dopo molti anni cominciano a essere uno spauracchio \u003Cmark>per\u003C/mark> cittadini e cittadine del paese tedesco. La flessione del Pil del 2023, la peggiore dell’eurozona, porta con sé sfiducia nel sistema politico tradizionale e nell’esecutivo con i partiti “anti-sistema” che guadagnano ai sondaggi punti percentuali, Linke ma sopratutto l’AfD dato oggi al 22%. Se il 2023 è stato l’anno degli scioperi in Germania questo 2024 si apre con più di un grattacapo \u003Cmark>per\u003C/mark> la coalizione al governo guidata dai Verdi: un grosso sciopero dei ferrovieri e la protesta massiva degli agricoltori, che si sono visti ridurre gli incentivi \u003Cmark>per\u003C/mark> l’acquisto di carburante nel disperato tentativo di Scholz di trovare fondi \u003Cmark>per\u003C/mark> la “transizione verde”, hanno letteralmente bloccato il paese.\r\nDi tutto questo abbiamo provato a ragionare con un compagno tedesco.\r\n\r\nNella terza e ultima parte di trasmissione siamo volati in Ecuador dove grazie al contributo di Marcelo, compagno di Quito, abbiamo provato a raccontare il clima che si vive nel paese dopo la spettacolare recrudescenza della violenza dei narcos seguita all’evasione la settimana scorsa di Adolfo Macias, leader del gruppo narcos Los Choneros. Le cronache che ci arrivano dai media mainstream ci parlano di uno Stato che grazie alla legislatura di emergenza prova a difendere i suoi cittadini dai gruppi paramilitari che infestano il paese. Ancora una volta viene usato il paradigma della War on Drugs \u003Cmark>per\u003C/mark> giustificare draconiane misure di ripristino dell’ordine, coprifuoco ed esercito schierato sulle strade. Ma i rapporti dei gruppi criminali con chi sta al potere, in Ecuador come altrove, sono ben più complessi e radicati nel tempo.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/fine_della_storia_18gen_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>MATERIALI\u003C/mark>\r\n\r\nEmanuel Todd e la sconfitta dell'Occidente\r\nEmanuel Todd \"La Defaite de l'Occident\", Gallimard , 2014 - Introduzione\r\nEmmanuel Todd : « On est à la veille d'un basculement du monde »\r\n \r\n\r\nProteste contadine in Germania\r\nThe farmers challenging the EU's green agenda - Financial Times\r\nEwald Engelen, Farmers' Revolt — Sidecar",[262],{"field":113,"matched_tokens":263,"snippet":259,"value":260},[78],1731669220158079000,{"best_field_score":266,"best_field_weight":155,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":267,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":47},"1116681273344","1731669220158079089",{"document":269,"highlight":281,"highlights":286,"text_match":264,"text_match_info":289},{"comment_count":47,"id":270,"is_sticky":47,"permalink":271,"podcastfilter":272,"post_author":50,"post_content":273,"post_date":274,"post_excerpt":129,"post_id":270,"post_modified":275,"post_thumbnail":276,"post_title":277,"post_type":252,"sort_by_date":278,"tag_links":279,"tags":280},"80288","http://radioblackout.org/podcast/fine-della-storia-10-nessuna-pace/",[235],"Domani la guerra russo-ucraina celebra il suo primo compleanno e il rischio che molti altri compleanni gli seguano è sempre più concreto. La visita di Biden a Zelensky sembra, almeno apparentemente, rinsaldare il sinistro patto che l'Occidente ha stretto con l'Ucraina, “insieme fino alla fine”, qualunque cosa questo significhi purtroppo. Biden non manca di presiedere l'incontro della Nato dell'Est, ovvero il vertice dei cosiddetti “otto di Bucarest”, dove si approfondisce la spaccatura tra Europa Occidentale, trascinata suo malgrado a distruggere la Russia, e buona parte del'Europa Orientale, che invece non vedeva l'ora, Polacchi in testa, che si presentasse questa occasione storica.\r\n\r\nLa visita della Meloni, totalmente oscurata da Biden, non è che la rappresentazione plastica dell'insignificanza italiana. Difficile apprezzare la consistenza della proposta di negoziato in 12 punti della Cina, probabilmente desiderosa di presentarsi agli occhi del mondo come l'unica potenza con un piano di pace, ancorché improbabile perlomeno in questa fase.\r\n\r\nMolto fa discutere l'inchiesta di Seymour Hersh sul sabotaggio del North Stream 2, che non ci interessa discutere nei dettagli ma pare difficile dubitare della conclusione che siano stati gli Stati Uniti ad organizzare gli attacchi esplosivi, dal momento che sono quelli che più interesse avevano a farlo oltreché gli unici ad avere la capacità di muoversi a loro agio tra tante difficoltà politiche e tecniche. Inoltre lo aveva promesso Biden il 7 febbraio, anticipato venti giorni prima dalle dichiarazioni della sottosegretaria Nuland, proprio quella di “Fuck EU!”.\r\n\r\nDi questo e di altro abbiamo parlato con Alberto Negri, storico inviato di guerra, ai nostri microfoni.\r\n\r\nIntanto qualche timida voce si alza contro la guerra. Si mobiliteranno di nuovo le associazioni che avevano già dato vita alla grande manifestazione di Assisi del 24 aprile 2022, a soli due mesi dall'invasione russa dell'Ucraina. Una rete di sigle laiche e cattoliche per tentare di incrinare la narrazione corrente sul conflitto che è alla base del massiccio riarmo in corso. Segnaliamo anche la manifestazione del 25 febbraio che vedrà impegnati i portuali di Genova, costretti a collaborare alla logistica degli ingenti aiuti militari che dal porto prendono il mare verso i molti snodi che consentono alle armi di raggiungere i fronti di guerra. Una presentazione dell'iniziativa con un compagno intervenuto ai nostri microfoni.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/Fine-_della_Radio_10.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nVideo di Biden che promette di fermare il North Stream2 (febbraio 2022)\r\n\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=OS4O8rGRLf8\r\n\r\nVideo in cui Stoltenberg ammette la presenza NATO in Ucraina dal 2014 (febbraio 2023)\r\n\r\n\r\nhttps://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/14/ucraina-stoltenberg-la-guerra-non-e-iniziata-a-febbraio-dal-2014-la-nato-ha-supportato-kiev-con-addestramenti-ed-equipaggiamenti/7065190/\r\n\r\nArticolo di Jürgen Habermas: \"Europa tra Guerra e Pace\"\r\n\r\nhttps://www.repubblica.it/esteri/2023/02/19/news/habermas_guerra_ucraina_russia_negoziati-388387956/\r\n\r\nLe dichiarazioni del generale Mark Milley\r\n\r\nhttps://ilmanifesto.it/generale-dietro-la-collina\r\n\r\nLo scoop di Seymour Hersh:\r\n\r\nhttps://www.marx21.it/internazionale/come-lamerica-ha-fatto-fuori-il-gasdotto-nord-stream/\r\n\r\n(articolo originale: https://seymourhersh.substack.com/p/how-america-took-out-the-nord-stream)\r\n\r\nPretese confutazioni\r\n\r\nhttps://www.open.online/2023/02/14/sabotaggio-nord-stream-teoria-complotto-seymour-hersh-usa-norvegia-fc/\r\n\r\nhttps://www.valigiablu.it/nord-stream-sabotaggio-usa-biden-seymour-hersh/\r\n\r\nIntervista a Seymour Hersh e parziale risposta alle critiche subite:\r\n\r\nhttps://jacobinitalia.it/gli-usa-hanno-attaccato-il-north-stream/\r\n\r\nhttps://infosannio.com/2023/02/19/il-premio-pulitzer-americano-seymour-hersh-io-agente-russo-una-follia-e-la-crisi-del-giornalismo/\r\n\r\n***\r\n\r\nContributo di apertura: Jimmy Dore Brings ANTI-WAR Message To Fox News","22 Febbraio 2023","2023-02-23 12:00:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/WhatsApp-Image-2023-02-21-at-22.03.07-200x110.jpeg","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #10 – Nessuna Pace",1677070930,[],[],{"post_content":282},{"matched_tokens":283,"snippet":284,"value":285},[79],"Uniti ad organizzare gli attacchi \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark>, dal momento che sono quelli","Domani la guerra russo-ucraina celebra il suo primo compleanno e il rischio che molti altri compleanni gli seguano è sempre più concreto. La visita di Biden a Zelensky sembra, almeno apparentemente, rinsaldare il sinistro patto che l'Occidente ha stretto con l'Ucraina, “insieme fino alla fine”, qualunque cosa questo significhi purtroppo. Biden non manca di presiedere l'incontro della Nato dell'Est, ovvero il vertice dei cosiddetti “otto di Bucarest”, dove si approfondisce la spaccatura tra Europa Occidentale, trascinata suo malgrado a distruggere la Russia, e buona parte del'Europa Orientale, che invece non vedeva l'ora, Polacchi in testa, che si presentasse questa occasione storica.\r\n\r\nLa visita della Meloni, totalmente oscurata da Biden, non è che la rappresentazione plastica dell'insignificanza italiana. Difficile apprezzare la consistenza della proposta di negoziato in 12 punti della Cina, probabilmente desiderosa di presentarsi agli occhi del mondo come l'unica potenza con un piano di pace, ancorché improbabile perlomeno in questa fase.\r\n\r\nMolto fa discutere l'inchiesta di Seymour Hersh sul sabotaggio del North Stream 2, che non ci interessa discutere nei dettagli ma pare difficile dubitare della conclusione che siano stati gli Stati Uniti ad organizzare gli attacchi \u003Cmark>esplosivi\u003C/mark>, dal momento che sono quelli che più interesse avevano a farlo oltreché gli unici ad avere la capacità di muoversi a loro agio tra tante difficoltà politiche e tecniche. Inoltre lo aveva promesso Biden il 7 febbraio, anticipato venti giorni prima dalle dichiarazioni della sottosegretaria Nuland, proprio quella di “Fuck EU!”.\r\n\r\nDi questo e di altro abbiamo parlato con Alberto Negri, storico inviato di guerra, ai nostri microfoni.\r\n\r\nIntanto qualche timida voce si alza contro la guerra. Si mobiliteranno di nuovo le associazioni che avevano già dato vita alla grande manifestazione di Assisi del 24 aprile 2022, a soli due mesi dall'invasione russa dell'Ucraina. Una rete di sigle laiche e cattoliche \u003Cmark>per\u003C/mark> tentare di incrinare la narrazione corrente sul conflitto che è alla base del massiccio riarmo in corso. Segnaliamo anche la manifestazione del 25 febbraio che vedrà impegnati i portuali di Genova, costretti a collaborare alla logistica degli ingenti aiuti militari che dal porto prendono il mare verso i molti snodi che consentono alle armi di raggiungere i fronti di guerra. Una presentazione dell'iniziativa con un compagno intervenuto ai nostri microfoni.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/Fine-_della_Radio_10.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>MATERIALI\u003C/mark>\r\n\r\nVideo di Biden che promette di fermare il North Stream2 (febbraio 2022)\r\n\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=OS4O8rGRLf8\r\n\r\nVideo in cui Stoltenberg ammette la presenza NATO in Ucraina dal 2014 (febbraio 2023)\r\n\r\n\r\nhttps://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/14/ucraina-stoltenberg-la-guerra-non-e-iniziata-a-febbraio-dal-2014-la-nato-ha-supportato-kiev-con-addestramenti-ed-equipaggiamenti/7065190/\r\n\r\nArticolo di Jürgen Habermas: \"Europa tra Guerra e Pace\"\r\n\r\nhttps://www.repubblica.it/esteri/2023/02/19/news/habermas_guerra_ucraina_russia_negoziati-388387956/\r\n\r\nLe dichiarazioni del generale Mark Milley\r\n\r\nhttps://ilmanifesto.it/generale-dietro-la-collina\r\n\r\nLo scoop di Seymour Hersh:\r\n\r\nhttps://www.marx21.it/internazionale/come-lamerica-ha-fatto-fuori-il-gasdotto-nord-stream/\r\n\r\n(articolo originale: https://seymourhersh.substack.com/p/how-america-took-out-the-nord-stream)\r\n\r\nPretese confutazioni\r\n\r\nhttps://www.open.online/2023/02/14/sabotaggio-nord-stream-teoria-complotto-seymour-hersh-usa-norvegia-fc/\r\n\r\nhttps://www.valigiablu.it/nord-stream-sabotaggio-usa-biden-seymour-hersh/\r\n\r\nIntervista a Seymour Hersh e parziale risposta alle critiche subite:\r\n\r\nhttps://jacobinitalia.it/gli-usa-hanno-attaccato-il-north-stream/\r\n\r\nhttps://infosannio.com/2023/02/19/il-premio-pulitzer-americano-seymour-hersh-io-agente-russo-una-follia-e-la-crisi-del-giornalismo/\r\n\r\n***\r\n\r\nContributo di apertura: Jimmy Dore Brings ANTI-WAR Message To Fox News",[287],{"field":113,"matched_tokens":288,"snippet":284,"value":285},[79],{"best_field_score":266,"best_field_weight":155,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":267,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":252,"first_q":71,"per_page":229,"q":71},["Reactive",293],{},["Set"],["ShallowReactive",296],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f7rl2lj2PwSS67OwqbQhrNP5RtQwag8aShheblchBhCA":-1},true,"/search?query=materiali+per+esplosivi"]