","Milano. La sanità allo stremo","post",1605019563,[61,62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/covid/","http://radioblackout.org/tag/guanti-in-lattice/","http://radioblackout.org/tag/medici-di-base/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/prevenzione/","http://radioblackout.org/tag/rsa/","http://radioblackout.org/tag/sanita/",[69,70,27,17,71,72,73],"covid","guanti in lattice","prevenzione","RSA","Sanità",{"post_content":75,"tags":82},{"matched_tokens":76,"snippet":80,"value":81},[77,78,79],"medici","di","base","non è stata attivata, i \u003Cmark>medici\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>base\u003C/mark> non hanno ricevuto i protocolli","Negli ospedali lombardi la situazione è in sensibile peggioramento ormai da diversi giorni. Molti lavoratori e lavoratrici, che in primavera avevano accettato volentieri \u003Cmark>di\u003C/mark> spostarsi nei reparti covid, oggi non sono più disponibili a presentarsi volontari.\r\nSono trascorsi otto mesi dal primo dilagare dell’epidemia: in questi mesi non sono state prese le misure necessarie ad affrontare questa nuova ondata \u003Cmark>di\u003C/mark> infezioni. Nulla è stato fatto sul piano della prevenzione, del rafforzamento della medicina \u003Cmark>di\u003C/mark> territorio. Oggi ci sono le mascherine e ma stanno scarseggiando i guanti in lattice usati negli ospedali.\r\nNon ci sono state nuove assunzioni. I concorsi fatti nel settore pubblico hanno innescato un esodo \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoratori-lavoratrici dal settore privato e, in particolare dalle RSA. Chi lavora in queste strutture guadagna \u003Cmark>di\u003C/mark> meno e rischia \u003Cmark>di\u003C/mark> più.\r\nA poco servono più respiratori se mancano i \u003Cmark>medici\u003C/mark> e altro personale specializzato.\r\nSinora non sono state sospese le visite e altri esami specialistici, ma in diversi ospedali i dirigenti hanno comunque sospeso gli interventi “rinviabili”. In compenso non sono stati riattivati gli Hub \u003Cmark>di\u003C/mark> cardiochirurgia e neurochirurgia, che in primavera avevano tamponato le chiusure dei reparti ospedalieri. Intanto le liste \u003Cmark>di\u003C/mark> attesa si prolungano. Va da se che per tanti malati aumentano i rischi \u003Cmark>di\u003C/mark> peggioramento \u003Cmark>di\u003C/mark> patologie non covid.\r\nL’assistenza domiciliare non è stata attivata, i \u003Cmark>medici\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>base\u003C/mark> non hanno ricevuto i protocolli necessari a curare i pazienti ai domiciliari. Difficile intervenire tempestivamente se chi lavora sul territorio non è messo in condizione \u003Cmark>di\u003C/mark> farlo. Una delle cause \u003Cmark>di\u003C/mark> morte per coronavirus è la formazione \u003Cmark>di\u003C/mark> microtrombi, la cui insorgenza potrebbe essere evitata se viene individuato per tempo il sintomo.\r\nA Milano il numero dei \u003Cmark>medici\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>base\u003C/mark> si è assottigliato: molti sono andati in pensione, molti sono morti e non sono mai stati sostituiti. In città molti non riescono più ad accogliere nuovi pazienti perché hanno oltrepassato il limite del 1500.\r\nLavoratori considerati idonei alla alla loro mansione, non possono essere trasferiti in reparti Covid, perché soffrono \u003Cmark>di\u003C/mark> patologie, che rendono impossibile l’uso delle protezioni per lungo tempo.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Margherita, Rsu-Rsl al San Raffaele \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-10-margherita-san-raffaele.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 11 10 margherita san raffaele",[83,85,87,90,92,94,96],{"matched_tokens":84,"snippet":69},[],{"matched_tokens":86,"snippet":70},[],{"matched_tokens":88,"snippet":89},[77,78,79],"\u003Cmark>medici\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> 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stanno moltiplicando le iniziative per affrontare l’epidemia, creando legami solidali tra da sempre fatica ad arrivare a fine mese, chi ha perso il lavoro, chi non l’aveva nemmeno prima, chi non riesce a procurarsi le protezioni, chi è costretto a lavorare rischiando di infettarsi, chi esce e prende una multa perché passeggia lontano da casa.\r\nAlcuni gruppi si pongono l’obiettivo non secondario di realizzare esperienze di mutuo appoggio, fondate sulla reciprocità.\r\nA Torino è ai blocchi di partenza il gruppo di mutuo appoggio Solidarietà senza frontiere.\r\nCe ne ha parlato Stefano, tra i promotori dell’iniziativa\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020-04-07-stefano-mutuo-appoggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il testo di presentazione dell’iniziativa che su Facebook trovate sulla pagina Senza Frontiere:\r\n\r\n“Solidarietà senza frontiere – Gruppo di mutuo appoggio\r\n\r\nQuesto gruppo è stato pensato dai compagni e dalle compagne della Federazione Anarchica Torinese, ma è aperto a chiunque ne condivida obiettivi e pratiche.\r\n\r\nCosa vorremmo fare?\r\n\r\nCreare ponti che non lascino da soli i più deboli, che consentano di costruire solide reti di mutuo appoggio.\r\nCi vogliono isolati, divisi, diffidenti, impediamo il diffondersi della psicopolizia, dimostriamo che sopravvivere all’epidemia dipende anche dalla nostra capacità di organizzarci, lottare, darci reciproco sostegno.\r\n\r\nTi serve una mascherina? Non sai, non vuoi, non puoi ordinarla in internet? Cerca qualcuno che viva vicino a te e possa aiutarti.\r\n\r\nSei solo, debole e non riesci a fare la spesa? Segnalalo qui: potresti trovare chi ti darà una mano e qualcun altro cui potresti essere utile a tua volta.\r\n\r\nHai preso la multa? Vuoi sapere come fare ricorso? Segnalalo e troverai chi ti darà le indicazioni giuste\r\n\r\nSei sotto ricatto sul lavoro? Temi di perdere il posto se protesti perché non ti senti sicuro in fabbrica, in officina, in ospedale? Organizzati con i tuoi compagni di lavoro e segnala in lista la vostra lotta. Se i media tacciono, se gli imprenditori minacciano, far sapere cosa succede serve perché altri possano muoversi in solidarietà, perché il silenzio non faciliti la repressione.\r\n\r\nTanta gente ha la febbre ma è chiusa in casa senza tamponi né visite mediche. Molti hanno paura per se e per chi vive con loro. Proviamo a fare pressione collettiva per modificare la situazione. Una singola goccia si perde nel mare. Tante gocce possono scatenare una tempesta.\r\n\r\nDi fronte all’epidemia è facile sentirsi deboli e incapaci di reagire. Specie se non siamo più tanto giovani, forti, se temiamo per i nostri cari, per le persone a cui vogliamo bene.\r\nLa realtà è durissima. Nel cuore del primo mondo, nel centro dell’area più ricca del paese, la gente si ammala e muore senza cure adeguate. Ci raccontano di aver fatto meraviglie, ma la verità la raccontano i medici di base che non riescono a far ricoverare nemmeno chi è in condizioni disperate. Tutti sappiamo come stanno le cose. In tante case c’è gente malata, che riceve indicazioni per telefono, senza ossigeno, tamponi, saturimetri: chi vive con i malati rischia di ammalarsi e diffondere il contagio.\r\nDicono che tutto andrà bene, ma ogni giorno muoiono centinaia e centinaia di persone. Di alcune neppure si sa: sono morti in casa, senza che mai nessuno facesse loro un tampone.\r\n\r\nLa china che stavamo discendendo negli ultimi decenni è divenuta all’improvviso precipitosa. Siamo rinchiusi ai domiciliari, sottoposti a controllo militare, spiati da droni ed app.\r\nPrigionieri, infantilizzati, mentre il rumore delle ambulanze lacera l’aria, siamo indotti a credere di essere i responsabili del diffondersi inarrestabile del morbo, per nascondere le responsabilità di chi ieri ed oggi è al governo del paese e delle regioni.\r\n\r\nSia chiaro: tutelarsi e tutelare gli altri, con mascherine e restando a distanza, è oggi necessario: ciascuno di noi è responsabile dei propri atti. Noi anarchici lo sappiamo bene: per noi la responsabilità individuale è il perno di una società di liber* ed eguali.\r\n\r\nConte emette editti come un re e li comunica a reti unificate, mentre le opposizioni si limitano a dire che bisogna stringere ancora di più le maglie dei domiciliari di massa cui siamo sottoposti.\r\nHanno promesso elemosine e chi non riesce più a pagare fitti, bollette, ma sappiamo che quei fitti, quelle bollette sono solo rimandati.\r\nIn periferia la paura e gli scarsi introiti hanno fatto chiudere tanti negozietti alimentari di prossimità: facile prevedere che pochi riapriranno.\r\nIntanto c’è chi non riesce a fare la spesa: presto le elemosine del governo non basteranno.\r\n\r\nL’informazione ha sempre più i caratteri della corrispondenza di guerra, dove i nemici sono quelli che fanno una corsa o vanno ad un supermercato più lontano.\r\nChi racconta la vita ai tempi dell’epidemia viene minacciato di licenziamento.\r\nOgni giorno i media alimentano la diffidenza irragionevole, la caccia all’untore.\r\nVogliono evitare che germini il seme del dubbio, che cresca e si rinforzi la pianta della critica.\r\nTutti noi siamo stati collettivamente privati della possibilità di conoscenza e controllo sulla ricerca, la sperimentazione, la scelta degli obiettivi.\r\n\r\nL’esercito non è in strada solo per controllare i trasgressori di norme che cambiano ogni tre giorni: in questo paese ci sono più poliziotti che medici. L’esercito è in strada con i blindati perché a qualcuno potrebbe venire il dubbio che le nostre case sono i lazzaretti dove, uno dopo l’altro, ci ammaleremo tutti. In silenzio.\r\n\r\nQualcuno attende che finisca, immobile. Invece, per quanto siano esili i margini, qualcosa si può fare.\r\n\r\nDobbiamo spezzare le catene dell’isolamento, con la solidarietà, il mutuo appoggio, la costruzione di reti che ci rendano più autonomi rispetto all’istituito, più capaci di scambiarci le informazioni sulla vita quotidiana al tempo dei domiciliari di massa, di far arrivare una mascherina o un pacco di pasta dove serve, di reclamare collettivamente il tampone per chi è malato e chiuso in casa.\r\n\r\nQuesto è uno spazio di autogestione e mutuo appoggio. Noi non forniamo servizi ma promuoviamo la pratica dell’autorganizzazione dal basso, come sempre nella vita “normale”.\r\nA proposito… Noi a quella “normalità” non vorremmo tornare. Mai più. É una normalità violenta, gerarchica ed escludente, che di fronte all’epidemia ha mostrato il suo volto più violento e autoritario.\r\nLe esperienze di solidarietà e mutuo appoggio che noi e tanti altri stanno sperimentando in questi giorni, saranno il seme da cui far germinare percorsi di lotta e autonomia dalle regole feroci del profitto e del dominio.”","7 Aprile 2020","2020-04-07 12:29:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"157\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-300x157.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-300x157.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-1024x534.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-768x401.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-1536x802.png 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o.png 1640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Solidarietà senza frontiere - gruppo di mutuo appoggio",1586262561,[172,173,174,175,176],"http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/covid-19/","http://radioblackout.org/tag/epidemia/","http://radioblackout.org/tag/mutuo-appoggio/","http://radioblackout.org/tag/senza-frontiere/",[23,21,178,25,179],"epidemia","senza frontiere",{"post_content":181,"post_title":185},{"matched_tokens":182,"snippet":183,"value":184},[77,78,79],"la verità la raccontano i \u003Cmark>medici\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>base\u003C/mark> che non riescono a far","Si stanno moltiplicando le iniziative per affrontare l’epidemia, creando legami solidali tra da sempre fatica ad arrivare a fine mese, chi ha perso il lavoro, chi non l’aveva nemmeno prima, chi non riesce a procurarsi le protezioni, chi è costretto a lavorare rischiando \u003Cmark>di\u003C/mark> infettarsi, chi esce e prende una multa perché passeggia lontano da casa.\r\nAlcuni gruppi si pongono l’obiettivo non secondario \u003Cmark>di\u003C/mark> realizzare esperienze \u003Cmark>di\u003C/mark> mutuo appoggio, fondate sulla reciprocità.\r\nA Torino è ai blocchi \u003Cmark>di\u003C/mark> partenza il gruppo \u003Cmark>di\u003C/mark> mutuo appoggio Solidarietà senza frontiere.\r\nCe ne ha parlato Stefano, tra i promotori dell’iniziativa\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020-04-07-stefano-mutuo-appoggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> seguito il testo \u003Cmark>di\u003C/mark> presentazione dell’iniziativa che su Facebook trovate sulla pagina Senza Frontiere:\r\n\r\n“Solidarietà senza frontiere – Gruppo \u003Cmark>di\u003C/mark> mutuo appoggio\r\n\r\nQuesto gruppo è stato pensato dai compagni e dalle compagne della Federazione Anarchica Torinese, ma è aperto a chiunque ne condivida obiettivi e pratiche.\r\n\r\nCosa vorremmo fare?\r\n\r\nCreare ponti che non lascino da soli i più deboli, che consentano \u003Cmark>di\u003C/mark> costruire solide reti \u003Cmark>di\u003C/mark> mutuo appoggio.\r\nCi vogliono isolati, divisi, diffidenti, impediamo il diffondersi della psicopolizia, dimostriamo che sopravvivere all’epidemia dipende anche dalla nostra capacità \u003Cmark>di\u003C/mark> organizzarci, lottare, darci reciproco sostegno.\r\n\r\nTi serve una mascherina? 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Noi anarchici lo sappiamo bene: per noi la responsabilità individuale è il perno \u003Cmark>di\u003C/mark> una società \u003Cmark>di\u003C/mark> liber* ed eguali.\r\n\r\nConte emette editti come un re e li comunica a reti unificate, mentre le opposizioni si limitano a dire che bisogna stringere ancora \u003Cmark>di\u003C/mark> più le maglie dei domiciliari \u003Cmark>di\u003C/mark> massa cui siamo sottoposti.\r\nHanno promesso elemosine e chi non riesce più a pagare fitti, bollette, ma sappiamo che quei fitti, quelle bollette sono solo rimandati.\r\nIn periferia la paura e gli scarsi introiti hanno fatto chiudere tanti negozietti alimentari \u003Cmark>di\u003C/mark> prossimità: facile prevedere che pochi riapriranno.\r\nIntanto c’è chi non riesce a fare la spesa: presto le elemosine del governo non basteranno.\r\n\r\nL’informazione ha sempre più i caratteri della corrispondenza \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra, dove i nemici sono quelli che fanno una corsa o vanno ad un supermercato più lontano.\r\nChi racconta la vita ai tempi dell’epidemia viene minacciato \u003Cmark>di\u003C/mark> licenziamento.\r\nOgni giorno i media alimentano la diffidenza irragionevole, la caccia all’untore.\r\nVogliono evitare che germini il seme del dubbio, che cresca e si rinforzi la pianta della critica.\r\nTutti noi siamo stati collettivamente privati della possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> conoscenza e controllo sulla ricerca, la sperimentazione, la scelta degli obiettivi.\r\n\r\nL’esercito non è in strada solo per controllare i trasgressori \u003Cmark>di\u003C/mark> norme che cambiano ogni tre giorni: in questo paese ci sono più poliziotti che \u003Cmark>medici\u003C/mark>. L’esercito è in strada con i blindati perché a qualcuno potrebbe venire il dubbio che le nostre case sono i lazzaretti dove, uno dopo l’altro, ci ammaleremo tutti. In silenzio.\r\n\r\nQualcuno attende che finisca, immobile. Invece, per quanto siano esili i margini, qualcosa si può fare.\r\n\r\nDobbiamo spezzare le catene dell’isolamento, con la solidarietà, il mutuo appoggio, la costruzione \u003Cmark>di\u003C/mark> reti che ci rendano più autonomi rispetto all’istituito, più capaci \u003Cmark>di\u003C/mark> scambiarci le informazioni sulla vita quotidiana al tempo dei domiciliari \u003Cmark>di\u003C/mark> massa, \u003Cmark>di\u003C/mark> far arrivare una mascherina o un pacco \u003Cmark>di\u003C/mark> pasta dove serve, \u003Cmark>di\u003C/mark> reclamare collettivamente il tampone per chi è malato e chiuso in casa.\r\n\r\nQuesto è uno spazio \u003Cmark>di\u003C/mark> autogestione e mutuo appoggio. Noi non forniamo servizi ma promuoviamo la pratica dell’autorganizzazione dal basso, come sempre nella vita “normale”.\r\nA proposito… Noi a quella “normalità” non vorremmo tornare. Mai più. É una normalità violenta, gerarchica ed escludente, che \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte all’epidemia ha mostrato il suo volto più violento e autoritario.\r\nLe esperienze \u003Cmark>di\u003C/mark> solidarietà e mutuo appoggio che noi e tanti altri stanno sperimentando in questi giorni, saranno il seme da cui far germinare percorsi \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta e autonomia dalle regole feroci del profitto e del dominio.”",{"matched_tokens":186,"snippet":187,"value":187},[78],"Solidarietà senza frontiere - gruppo \u003Cmark>di\u003C/mark> mutuo appoggio",[189,191],{"field":105,"matched_tokens":190,"snippet":183,"value":184},[77,78,79],{"field":192,"matched_tokens":193,"snippet":187,"value":187},"post_title",[78],1736172819517014000,{"best_field_score":196,"best_field_weight":197,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":198,"tokens_matched":112,"typo_prefix_score":47},"3315704397824",14,"1736172819517014130",{"document":200,"highlight":221,"highlights":226,"text_match":194,"text_match_info":229},{"cat_link":201,"category":202,"comment_count":47,"id":203,"is_sticky":47,"permalink":204,"post_author":50,"post_content":205,"post_date":206,"post_excerpt":53,"post_id":203,"post_modified":207,"post_thumbnail":208,"post_thumbnail_html":209,"post_title":210,"post_type":58,"sort_by_date":211,"tag_links":212,"tags":217},[44],[46],"95405","http://radioblackout.org/2025/02/sanita-in-piemonte-facciamo-il-punto/","Nelle ultime settimane il tema della sanità piemontese e dei suoi buchi neri è all'ordine del giorno. In particolare vengono sollevate alcune questioni centrali come le liste d'attesa infinite, il finanziamento alla sanità privata a scapito del pubblico, l'assenza di medici di base e i fallimenti del progetto di case di comunità, esempio di lungimirante approccio a una sanità territoriale mai veramente messo in campo. L'assenza di investimenti crea difficoltà per mancanza di personale, ritmi di lavoro insostenibili e impossibilità di ristrutturare l'intero sistema sanitario.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Chiara Rivetti, segretaria regionale del sindacato medici ospedalieri Anaao Assomed, per avere un quadro preciso della situazione parlando anche di prospettive e nuove iniziative previste dal Comitato per il Diritto alla Tutela della Salute e alle Cure\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Sanita-piemonte-2025_02_06_2025.02.06-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","6 Febbraio 2025","2025-02-06 14:58:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/232256733-3ab49d62-e4bb-40bf-a366-5f9dff4337e5-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/232256733-3ab49d62-e4bb-40bf-a366-5f9dff4337e5-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/232256733-3ab49d62-e4bb-40bf-a366-5f9dff4337e5-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/232256733-3ab49d62-e4bb-40bf-a366-5f9dff4337e5-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/232256733-3ab49d62-e4bb-40bf-a366-5f9dff4337e5.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sanità in Piemonte: facciamo il punto",1738853899,[213,214,215,216],"http://radioblackout.org/tag/privatizzazione/","http://radioblackout.org/tag/regione-piemonte/","http://radioblackout.org/tag/sanita-pubblica/","http://radioblackout.org/tag/tagli-alla-sanita/",[29,218,219,220],"regione piemonte","sanità pubblica","tagli alla sanità",{"post_content":222},{"matched_tokens":223,"snippet":224,"value":225},[78,77,78,79],"scapito del pubblico, l'assenza \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>medici\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>base\u003C/mark> e i fallimenti del progetto","Nelle ultime settimane il tema della sanità piemontese e dei suoi buchi neri è all'ordine del giorno. 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Si legge una tendenza molto chiara e allo stesso tempo inquietante: si va verso la privatizzazione dei servizi con priorità data alla medicina di alta specializzazione intrisa da una visione ospedalocentrica della sanità.\r\n\r\nTramite i dati riportati nella Nadef si nota una previsione di spesa sanitaria addirittura decrescente dal 2020 al 2024, arrivando a una spesa inferiore rispetto al pre pandemia. In questo contesto bisogna sottolineare che il privato nella sanità copre il 50 % della spesa con alcune variazioni tra nord e sud Italia. Questa percentuale si spiega con il fatto che sin dalla legge che ha istituito il Sistema Sanitario Nazionale del 1978 vi era uno spazio per inserire il privato nel pubblico, attraverso il ricorso al privato convenzionato (nelle rsa, con i pediatri, nell’assistenza domiciliare). Inoltre, l’altro elemento da considerare è il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, dunque l’unico modo per assicurare i servizi è esternalizzare o utilizzare il privato. Nel Pnrr si evince questa stessa priorità, non ci sono fondi per l’assunzione di personale, ma il piano agisce tramite finanziamenti per l’edilizia, per la ristrutturazione di edifici di proprietà pubblica per farne Case di Comunita e Ospedali di Comunità, per l’informatica e per l’acquisto di apparecchiature diagnostiche. Non sono quindi automaticamente previsti dei finanziamenti per il privato tout court ma, tramite l’apertura di nuovi presidi sanitari o la ristrutturazione di edifici già esistenti senza parallelamente sbloccare le assunzioni, si apre un’occasione unica per le convenzioni con il privato.\r\n\r\nLa regione Lombardia parte da una situazione in cui già da anni si è proceduto con lo smantellamento della sanità territoriale privilegiando le convenzioni con il privato. Oggi la riforma della sanità proposta da Letizia Moratti e da Attilio Fontana non è che un esempio di questo scenario. Secondo Angelo Barbato, medico del Forum per il Diritto alla Salute, infatti, questa riforma “spingerà anche la medicina del territorio verso il settore privato”. Inoltre, ciò che viene sottolineato dal comitato Dico32 che si è opposto a questa riforma è “la cancellazione di oltre 22mila posti letto nelle strutture pubbliche e l’aumento di circa 2500 in quelle private”, la legge Moratti andrà verso la privatizzazione della stessa medicina di base. Anche secondo Barbato la voce che nel Pnrr indica la promozione di Case di Comunità nasconde il tranello di consegnare la loro gestione e i loro dipendenti al privato, dato che la voce di spesa riguardante l’assunzione del personale è la grande assente del Pnrr. Le case della comunità diventeranno quindi molto appetitose per i grandi investitori e colossi finanziari, come ad esempio il gruppo San Donato di Milano che possiede ben 40 ospedali e migliaia posti letto.\r\n\r\nLa tendenza alla privatizzazione delle strutture, del personale, dei servizi avrà per forza di cose un’incidenza anche nel modo stesso in cui si sceglie di affrontare il percorso di cura. Con l’investimento sui privati si andranno a privilegiare degli approcci clinici orientati a terapie a posteriori e molto meno alla prevenzione, chiaramente molto più dispendiosa e limitata fonte di profitti. Mentre utilizzare cure o metodi ad alta specializzazione implicano il ricorso a pochi specialisti, per la maggior parte privati, alle terapie, dunque all’utilizzo di farmaci per la gioia delle tasche delle case farmaceutiche e a esami che necessitano di macchinari costosi e non particolarmente diffusi.\r\n\r\nLa riforma della sanità della Regione Lombardia nonostante i numerosissimi emendamenti e interventi in opposizione è stata approvata, anche in questo caso nell’assenza di un intervento dei sindaci, dei comitati e di tutti coloro che negli anni hanno riflettuto a un’idea di sanità e salute diversa da quella utile a fare profitto. Negli anni la visione ospedalocentrica, le enormi difficoltà amministrative di cui devono farsi carico le asl e i distretti territoriali, impantanati in questa contingenza ormai strutturale, ha implicato l’abbandono dei finanziamenti alla prevenzione, agli ambiti della salute come la salute mentale, lasciando spazio a liste d’attesa chilometriche e all’impossibilità di una presa in carico adeguata da parte di medici di base oberati da pazienti. 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Alcuni medici sono in quarantena o sono stati impiegati per far fronte all’emergenza in atto: in mancanza di anestesisti, alcuni ospedali hanno dovuto sospendere l’IVG chirurgica, altri quella farmacologica.\r\n\r\nDurante la pandemia, l’aborto farmacologico potrebbe essere uno strumento risolutivo: un tempo ridotto di ospedalizzazione di persone sane comporta un minor rischio di contrarre infezioni, più risorse economiche impiegabili, nonché più posti letto disponibili. Eppure, a causa delle restrizioni imposte dalla legge, che ribadiamo non sono sostenute da nessuna evidenza in letteratura, l’aborto farmacologico è stato, paradossalmente, il primo ad essere eliminato in diversi ospedali. A questo quadro va aggiunta la chiusura di diversi consultori e l’orario di lavoro ridotto dei medici di base, senza i quali non è possibile ottenere il certificato necessario per prenotare un appuntamento. Tutto questo avviene nonostante la circolare del Ministero della Salute emessa in data 30 marzo 2020 abbia definito un elenco dettagliato delle prestazioni in ambito ostetrico e ginecologico che non sono differibili, tra cui l’IVG e il rilascio del certificato di IVG con ecodatazione.\r\n\r\nA livello europeo, possiamo registrare evidenti differenze laddove il sistema sanitario intercetta istanze ed esigenze a cui rispondere attraverso pratiche di tutela della salute ed esperienze\r\nmedico-sanitarie pluridecennali.\r\n\r\nNel Regno Unito, le normative in materia di aborto differiscono in ciascuna delle quattro nazioni. In Inghilterra e Galles, il Dipartimento della sanità e dell'assistenza sociale e il governo gallese hanno entrambi emanato regolamentazioni nuove e temporanee per consentire l'uso domestico di Mifepristone e Misoprostolo fino alla gestazione di 10 settimane. Queste nuove norme consentono anche ai medici di prescrivere da casa i farmaci.\r\n\r\nIl governo scozzese ha anche emanato nuovi regolamenti che consentono l'uso domestico di Mifepristone e Misoprostolo senza definire un’epoca gestazionale limite. Gli operatori sanitari possono giudicare quando sia appropriato un aborto medico a domicilio a seconda dei casi. In\r\nInghilterra, Galles e Scozia, i fornitori di servizi sanitari possono garantire un servizio completo di IVG farmacologica con consultazione che si svolge tramite video o teleconferenza. Il trattamento sarà\r\ninviato a casa della donna tramite corriere. Questo per contribuire a limitare la diffusione di COVID-19 e consentire alle donne l'accesso alle cure per l'aborto anche in caso di autoisolamento. I fornitori dovranno organizzare i loro servizi per adottare questo nuovo modello di assistenza.\r\n\r\nIn Francia, più di un centinaio di professionisti sanitari, sostenuti da personalità del mondo della politica e della cultura, hanno pubblicato un appello su “Le Monde”, esponendo delle questioni che riteniamo fondamentali anche per l’Italia e che nel loro Paese stanno ostacolando il normale accesso alle interruzioni di gravidanza:\r\n\r\nLa pressione sui professionisti sanitari, molti dei quali sono positivi al COVID-19;\r\n\r\nIl rispetto della limitazione degli spostamenti che non può non valere per le donne che decidono di abortire in questo periodo;\r\n\r\nL’aggravamento dei casi di violenza domestica, a causa dell’obbligo di isolamento, rende ancora più difficile le consultazioni mediche di persona. Tutto ciò sta causando ritardi nelle diagnosi e nelle domande di IVG.\r\n\r\nPer farvi fronte, la comunità scientifica francese ha chiesto al governo che le IVG farmacologiche possano essere autorizzate ad essere effettuate casa per un massimo di nove settimane di amenorrea. Questa opzione è convalidata dall'OMS e non presenta alcun pericolo\r\nparticolare.\r\n\r\nRiteniamo necessario che anche il Governo nazionale insieme alle amministrazioni regionali si prendano carico della responsabilità di fronte questa situazione attraverso misure coraggiose che tutelino la salute delle donne, come in altri Paesi europei.\r\nChiediamo il pieno adeguamento dei protocolli del Sistema Sanitario Nazionale alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in materia di IVG farmacologica, al pari di quanto avviene al giorno d’oggi nella maggior parte degli Paesi europei.\r\n\r\nChiediamo quindi l’estensione della possibilità di accesso all’aborto farmacologico fino alla nona settimana di amenorrea, l’eliminazione del regime di ricovero ospedaliero ordinario, ove presente. L’eliminazione della settimana di sospensione, che in questo periodo si è rivelata un ulteriore ostacolo alla possibilità di abortire entro i termini di legge, e la possibilità di somministrazione della RU486 nei consultori e da parte del personale ostetrico e infermieristico, in linea con quanto\r\ngià avviene in altri Paesi europei.\r\n\r\nDiverse esperienze regionali hanno dimostrato come in ambito consultoriale venga fornito un accompagnamento alla donna qualificato, multidisciplinare e maggiormente articolato, in svariati ambiti. Queste strutture sanitarie potrebbero assicurare un servizio di IVG farmacologica uniforme, di qualità, con una maggiore appropriatezza clinica e organizzativa, alleggerendo gli ospedali. Riteniamo dunque necessario il finanziamento a destinazione vincolata per la gestione dei\r\nconsultori ai compiti stabiliti dagli articoli 1 e 2 della legge 22 maggio 1978, n. 194.\r\n\r\nL’estensione della possibilità di scelta dell’aborto farmacologico e della sua applicazione in ambito extraospedaliero tutela l’autonomia e la libertà di scelta di chi vuole interrompere una gravidanza e garantisce una maggiore sicurezza, offrendo maggiore tempestività dell’intervento e minori rischi di complicanze, nel rispetto delle best practices indicate dall’OMS e dagli studi medici più aggiornati.\r\nPertanto, garantire un migliore accesso all’aborto farmacologico è fondamentale per la piena applicazione della legge 194/78 dello Stato Italiano, che prevede “l’uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza”","14 Aprile 2020","2020-04-14 14:05:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/obiezione-respinta-e1586865904658-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"107\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/obiezione-respinta-e1586865904658-300x107.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/obiezione-respinta-e1586865904658-300x107.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/obiezione-respinta-e1586865904658-1024x366.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/obiezione-respinta-e1586865904658-768x274.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/obiezione-respinta-e1586865904658.jpg 1170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L’aborto ai tempi del Covid 19",1586873024,[273,274,275],"http://radioblackout.org/tag/aborto-e-covid19/","http://radioblackout.org/tag/aborto-farmacologico/","http://radioblackout.org/tag/ivg/",[277,278,279],"aborto e covid19","aborto farmacologico","ivg",{"post_content":281},{"matched_tokens":282,"snippet":283,"value":284},[78,77,78,79],"l’orario \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro ridotto dei \u003Cmark>medici\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>base\u003C/mark>, senza i quali non è","La libertà \u003Cmark>di\u003C/mark> scelta, già pesantemente condizionata dai limiti imposti dalla legge 194, in questo periodo diviene molto difficile e spesso impossibile.\r\nAbbiamo provato a capirne \u003Cmark>di\u003C/mark> più con Eleonora \u003Cmark>di\u003C/mark> Obiezione Respinta, gruppo che da anni si occupa \u003Cmark>di\u003C/mark> monitorare l’obiezione in ospedali e farmacie, che ha lanciato “Sos aborto – Covid 19” un canale telegram che fornisce i dati sulla situazione nelle varie regioni e nelle diverse strutture ospedaliere e consultori. 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Quello che da anni i suoi adepti e i suoi nemici stavano immaginando ora è una realtà compiuta. Senza fare troppa fatica per sentirlo, si è percepito un intenso silenzio pubblico che ha avuto una vita propria di fronte all’imponente macchinazione statale del lutto nazionale. I portavoce ufficiali hanno insistito sul fatto che il silenzio fosse un’espressione palpabile dello sgomento di massa. Per gli oppositori anti-castristi questo mutismo era un altro segno della paura di ritorsioni che avrebbero potuto subire coloro che avrebbero voluto festeggiare durante il lutto ufficiale.\r\nMa né la costernazione né il giubilo represso sono stati gli unici ingredienti che si sono percepiti in questi giorni a Cuba. Nel dialogo quotidiano con vicini, amici, familiari e gente comune per la strada, abbiamo avuto la certezza che la morte di Fidel Castro potrebbe essere un evento importante per Cuba, per il mondo e anche per la cosiddetta Storia Universale, ma nello stesso tempo non ha smesso di essere una notizia con poche conseguenze pratiche per la frustrante quotidianità senza speranza che, come in tutto il mondo, viviamo noi che dipendiamo dalla salute della dittatura salariale.\r\nComunque non ci sarebbe molto da festeggiare, tenendo presente le prospettive incerte che lascia dietro di sé Fidel Castro, con un fratello che in dieci anni di governo ha avuto il grande merito di allentare le tensioni autoritarie lasciate da Fidel Castro al fine di mantenere uguale l’essenza del sistema e creare le condizioni generali per far tornare nuovo il ragionamento di quell’altro generale-presidente di Holguin, Fulgencio Batista:\r\n”(…) è che ci sono due tipi di socialismo. Uno significa anarchia e l’altro opera sotto la disciplina del governo. Bisogna essere realistici (…) vogliamo insegnare al popolo che i lavoratori e il capitale sono necessari e devono cooperare. Vogliamo bandire le idee utopiche che non funzioneranno, ma nelle quali la nostra gente crede “ [1]\r\nLa realizzazione di questo tipo di socialismo a Cuba ha avuto una storia più lunga di quella che ci raccontano oggi i seguaci della famiglia Castro. Il precedente dittatore, Fulgencio Batista, ha dato un contributo fondamentale al socialismo autoritario a Cuba, come espresso con chiarezza dalla citazione suddetta, e se continuiamo ad ignorare ciò non potremo farci una chiara idea del ruolo storico di Fidel Castro nella storia di Cuba.\r\nIl 20 novembre del prossimo 2017 saranno 80 anni dal primo evento politico di massa convocato e organizzato dal sergente colonnello Fulgencio Batista, per il quale usò l’allora Ministero del Lavoro che garantiva la presenza obbligatoria almeno dei dipendenti pubblici dell’Avana; l’esercito inoltre gli permise di reclutare con la forza treni, camion, tram, auto, in modo da concentrare tra le 60.000 e le 80.000 persone nello stadio La Tropical, come propaganda mediatica per promuovere ciò che fu definito il Piano Triennale[2].\r\nQuesto fu il primo atto a Cuba di quella che sarebbe diventata una tecnica drammaturgica di mobilitazione permanente di massa in funzione degli interessi esclusivi dello Stato cubano, che poi verrà gestita per oltre mezzo secolo con abilità insuperata da Fidel Castro. Quello che nel 1937 fu una balbuziente iniziativa autoritaria a mala pena gestita dal Ministero del Lavoro e dall’esercito nazionale, dopo il 1959 è diventata una tecnica di uso quotidiano che abbraccia la totalità delle istituzioni del paese e milioni di persone in tutta l’isola fino ad oggi.\r\nI processi governativi, inaugurati a Cuba da Fulgencio Batista ed ereditati e sviluppati alla perfezione da Fidel Castro, lasciano ora con la sua morte completamente aperta la strada affinché i candidati alla successione riscoprano, con sorprendente attualità, la parte più autentica del pensiero politico di Batista e i contributi di Fidel Castro a questo grande progetto condiviso dai due governanti di raggiungere il controllo totale di Cuba attraverso il meccanismo dello Stato nazionale.\r\nSe Fulgencio Batista non ebbe il coraggio né l’intenzione, né la possibilità epocale di prendere in considerazione una rottura con l’egemonia imperiale yankee a Cuba per compiere la realizzazione completa dello Stato nazionale, Fidel Castro ha invece avuto l’immensa audacia e la congiuntura storica favorevole per sfidare direttamente il dominio degli Stati Uniti su Cuba. Sotto l’effetto sublimante di questo proposito colossale, e con il suo superbo talento da principe machiavellico, è riuscito a trasformare in sistema quella che era una semplice frase demagogica di Batista: un socialismo sotto la disciplina del governo, che è sopravvissuto ai più grandi disastri dell’ultimo mezzo secolo e che ha convertito lo Stato cubano in una macchina imponente che non ha nessuna riserva nell’affermare, come avvenuto il 1 Maggio 2008, che ”socialismo è sovranità nazionale”, vale a dire … nazional-socialismo.\r\nIl fatto è che Fidel Castro non fu solo il grande architetto della ”Rivoluzione”, ma anche di qualcosa che i suoi milioni di accoliti non hanno potuto ancora definire con precisione ma che senza dubbi è lo stato sociale nella sua versione stalinista cubana, un modello di gestione governativa emerso dalla particolare posizione dell’isola nello scenario della guerra fredda come alleato privilegiato dell’URSS in America Latina, cosa che ha permesso allo Stato cubano di avere risorse eccezionali per mettere in pratica gli emblematici programmi di educazione integrale dall’età prescolare fino all’istruzione superiore, un sistema sanitario universale gratuito, la piena occupazione, un’urbanizzazione massiccia, miglioramenti fondamentali per milioni di esclusi dal capitalismo neocoloniale che hanno distinto Cuba dagli altri Paesi della zona.\r\nCome ovunque nel mondo dove sono state attuate queste politiche, esse hanno permesso un sostanziale miglioramento del tenore di vita delle masse più sfavorite, ma insieme a ciò e allo stesso tempo, -con intenzione strategica-, hanno portato a un rafforzamento senza precedenti della rete di istituzioni del governo, che ha condotto a una vera apoteosi del benessere dello Stato a Cuba.\r\nMa Fidel Castro ha fatto molto di più con l’uso di queste enormi risorse acquisite grazie al rapporto privilegiato con l’URSS, ha trasformato lo Stato cubano in un attore influente nella politica internazionale, nella decolonizzazione dell’Africa e dell’Asia e nell’espansione dei movimenti antiimperialisti in America Latina, facendo di Cuba un epicentro molto attivo delle tendenze con intenzioni socialiste non allineate all’egemonia sovietica.\r\nPoi, quando cadde la potenza imperiale sovietica, Fidel Castro e il suo immenso prestigio internazionale resuscitarono un nuovo movimento anti-neoliberale in America Latina che arrivò a convertirsi in governo nei principali paesi della zona e, insieme a ciò, l’attuazione di un programma senza precedenti di servizi medico-sanitari dello Stato cubano per i più esclusi del mondo che ha portato gli abili medici cubani sia in luoghi lontani come l’Himalaya pakistano sia nella più vicina ma disastrata Haiti.\r\nTuttavia si deve anche dire che tutti questi movimenti anticoloniali e anti-neoliberali che Fidel Castro ha appoggiato da Cuba si trovano ora, un decennio e mezzo più tardi, in una profonda crisi politica, morale, epistemologica, ecc, dal Sud Africa, Angola, Algeria, fino al Venezuela, Brasile, Argentina e sono sulla buona strada per andare in quella stessa crisi Nicaragua, Ecuador, Bolivia, El Salvador e Vietnam. D’altra parte, quel programma senza precedenti e ammirevole di servizi medici cubani per i paesi del Terzo mondo oggi è semplicemente e banalmente la principale fonte di reddito per la borghesia fidelista che gestisce lo Stato cubano.\r\n\r\n \tLa morte del Leader Maximo arriva in un momento in cui la macchina statale cubana, resuscitata nel 1959-60, si addentra in una nuova crisi economica, affonda in spese e costi insostenibili, ma con una legittimità popolare che si mantiene altissima nonostante tutte le defezioni. Questa situazione particolare e favorevole viene sfruttata al massimo dalle élite di governo per smantellare lo stato sociale cubano dell’epoca di Fidel Castro e della guerra fredda, ”lentamente ma incessantemente”, come affermato dal generale-presidente Raul Castro. Per fare questo saranno costretti a vendere il paese a pezzi, preferiranno infatti allearsi con i maggiori gruppi finanziari del mondo per rifinanziare i loro debiti piuttosto che andare verso una maggiore socializzazione delle capacità decisionali e di gestione dei singoli e dei gruppi sulle loro vite che incarnano la vita reale e non le astrazioni della propaganda, sarebbero questi passi modesti ma preziosi in direzione di una maggiore comunanza nella vita quotidiana e verso l’estinzione dello stato burocratico e parassitario.\r\nPer migliorare e razionalizzare il capitalismo di Stato a Cuba, gli eredi di Fidel Castro hanno due strumenti fondamentali legati anch’essi a Fulgencio Batista.\r\nIl primo è la Centrale dei Lavoratori di Cuba, organizzazione sindacale fondata nel gennaio del 1939, prodotto dell’alleanza tra l’apparato politico-militare di Batista e gli stalinisti cubani, che garantisce fino ad oggi il pieno controllo del movimento operaio cubano da parte dello Stato e dei governi di turno. Se nel 1939 fu un quadro del partito comunista, Lazaro Peña -successivamente conosciuto come il ”capitano della classe operaia”- a essere incaricato da Batista per gestire questa alleanza, nel 1960 sempre Lazaro ricevette lo stesso incarico da Fidel Castro avendo così il tempo sufficiente per creare una scuola di opportunisti e profittatori che ha portato a personaggi cloni dello stesso Lazaro Peña come Pedro Ross Leal e Salvador Valdes Mesa, che hanno dedicato la loro vita a mantener vivo l’obiettivo di Fulgencio e di Fidel Castro di fare un socialismo sotto la disciplina di governo.\r\nIl secondo strumento ereditato dal colonnello sergente Batista è il Codice di Difesa Sociale dell’aprile 1939, pezzo chiave che racchiude lo spirito fascista di Batista, ratificato con nomi diversi e rinforzato all’infinito sotto il potere di Fidel Castro. Dalla sua applicazione ha contribuito a permettere la pena di morte per i reati politici, il ruolo dei tribunali militari e la repressione arbitraria in generale; pezzo legale dimenticato in modo interessato da tutti gli orientamenti politici sia democratici sia pro-dittatoriali, il Codice di Difesa Sociale non è stato formalmente annullato né dalla Costituzione del 1940, né da quella del 1976 e neppure da quella del 1992, mantenendo così tuttora la sua piena utilità nell’affrontare i conflitti sociali che emergeranno dallo smantellamento dello stato sociale stalinista cubano nei prossimi anni.\r\nDopo tante vite spezzate tra presunti oppositori, dopo tante torture infernali per provocare demenza e demoralizzazione, dopo tante esecuzioni sommarie, esilii amari, lunghe sofferenze nelle carceri orrende, molti discorsi incendiari e sublimi, dopo tanta superbia e intolleranza, diventerà sempre più chiaro con silenzioso cinismo che la parte più raffinata e incompiuta dello spirito di Batista può dare un contributo sostanziale a ciò che ora gli uomini dello Stato a Cuba hanno finalmente definito come l’attualizzazione del modello economico del socialismo cubano.\r\n\r\nIII\r\nIl 10 Gennaio 1959, a ridosso quindi della vittoria, il periodico El Libertario, che aveva appena ripreso le pubblicazioni dopo la ferrea chiusura inflittagli dalla polizia politica di Batista, pubblicò un testo dell’ormai dimenticato militante anarchico Antonio Landrián in cui, per la prima volta, vengono sottintese queste connessioni:\r\nLa rivoluzione di Fidel del 26 luglio ha trionfato. Trionferà il suo ideale? Qual è il suo ideale? Principalmente la libertà o detto in altra forma: la liberazione. Da cosa? Del giogo di Batista. Il giogo di Batista era violenza, imposizione, appropriazione indebita, dispotismo, coercizione, tortura, ostinazione, autoritarismo e sottomissione alla catena. Era centralismo, corruzione e servilismo incondizionato…Finché verrà lasciato in piedi uno solo di questi pilastri del deposto regime di Batista, la rivoluzione guidata da Fidel Castro non avrà conseguito la vittoria.\r\nTranne la violenza e la tortura della polizia, che da alcuni anni a Cuba hanno assunto un ruolo meno pubblico e visibile, tutti gli altri fattori segnalati da Landrián non solo sono rimasti in piedi dopo il 1959 - intatti dalla dittatura precedente - ma hanno avuto un rafforzamento e uno sviluppo esponenziale da allora fino ad oggi, tanto da portare Landrián e i compagni che animavano El Libertario a non poter godere l’aria di libertà di questa Rivoluzione Fidelista oltre il maggio 1960, mese in cui furono di nuovo censurati, imprigionati, esiliati e banditi dalla nuova, ora “rivoluzionaria”, polizia politica.\r\nL’imposizione, l’appropriazione indebita, il dispotismo, l’ostinazione, l’autoritarismo, la sottomissione alla catena, il centralismo, la corruzione e il servilismo incondizionato alla macchina statale hanno continuato ad avere un’esistenza attivissima a Cuba dopo la sconfitta della dittatura di Fulgencio Batista . Quella intuizione personale, che ebbe il nostro compagno Antonio Landrián, perso nel vortice della storia, è diventata la base strutturale del funzionamento della vita quotidiana di Cuba fino al momento nel quale sono in corso i funerali di Fidel Castro.\r\nAlcuni amici che erano nel parco centrale della città di Artemisa quando morì Fidel sono stati espulsi dal luogo da parte della polizia e di agenti della Sicurezza dello Stato, perché “ora non è il momento di essere seduti nel parco a parlare”; a studenti in internato di una università dell’Avana, poliziotti in borghese che popolano queste istituzioni hanno chiuso le porte di accesso alle loro camere la sera del 28 novembre, perché “si deve andare alla Piazza della Rivoluzione o in strada fino a quando l’attività ha fine”; la paralisi totale del trasporto statale nella capitale da mezzogiorno del 29 novembre al fine di garantire che la popolazione fosse solo in strada per andare alla enorme manifestazione di massa delle ore 19; il divieto di tutte le attività sportive nelle aree verdi adiacenti a qualsiasi viale importante; multe fino a 1.500 pesos (tre mesi completi di stipendio) per quanti consumano in pubblico bevande alcoliche nei giorni di lutto … sono un piccolo esempio delle procedure quotidiane seguite dai difensori statali del supposto socialismo a Cuba.\r\nFidel Castro ci lascia un paese con uno dei livelli di istruzione, salute e qualità della vita più alti d’America, ma tutto condizionato dall’interesse strategico del funzionamento stabile della macchina statale, in nome della lotta contro l’imperialismo degli Stati Uniti e dei loro lacchè locali. Nello svolgimento di tale scopo si è dato luogo ad una società che è sull’orlo di una crisi di migrazione permanente e con un crollo demografico all’orizzonte. Per questo esito le politiche imperiali Yankees hanno giocato un ruolo decisivo, ma non per questo meno decisivo è stata la dittatura sul proletariato cubano condotta da Fidel Castro che ha trasformato Cuba in un territorio popolato da un “… immenso gregge di schiavi salariati (…) che chiedono di essere schiavi per migliorare la loro condizione …” come in qualsiasi parte del mondo, concretizzando gli incubi più dolorosi dell’ex anarchico cubano Carlos Baliño nel 1897 nel suo testo Profecía Falsa.\r\nQuesto immenso gregge di schiavi salariati, già popolo rivoluzionario, era già in piena fase di degrado morale e di espoliazione materiale, quando Fidel Castro esplicitò nel suo discorso del 1 maggio 2000 il suo ultimo concetto di Rivoluzione, ritirato fuori dall’oblio nei giorni dei suoi funerali, in cui ha detto, tra le altre cose, che: “Rivoluzione è cambiare tutto ciò che deve essere cambiato.” Cinquanta anni fa era pragmaticamente indubbio che il soggetto omesso di tale definizione era quel popolo rivoluzionario che alcune volte è esistito; nel 2000 il soggetto omesso nel discorso non è altro che lo stesso Fidel Castro, con la sua capacità manipolatoria e il suo imponente apparato ideologico-poliziesco che già in quest’anno non ha alcuna remora ad omettere quel popolo rivoluzionario dal suo concetto Rivoluzione, consapevole di ciò che lo ha castrato della sua capacità di elaborazione e di decisione propria e, pertanto, non è nelle condizioni di essere oggetto di un discorso e tanto meno di essere soggetto della propria storia.\r\nNei lunghi giorni di lutto ufficiale che stiamo vivendo a Cuba è evidente che sta emergendo un nuovo slogan di massa: “Io sono Fidel!”, che esprime molto bene lo stato di questa amputazione collettiva. E tra il vasto mare di bandiere, foto e cartelli autoprodotti che si sono visti in televisione da Santiago de Cuba, ce n’era uno, portato da una donna, con su scritto: “Io sono Fidel! Ordine!”.\r\nTale lacuna grammaticale ed esistenziale diventerà sempre più frequente nel pensiero di un popolo che ha avuto l’esperienza sconvolgente di vedere la più fiera incarnazione del potere nella storia di Cuba trasformata in una semplice urna cineraria, un popolo che dovrà imparare a vivere senza gli ordini del suo Comandante in capo, e forse scoprirà che per questo cammino non sono più necessari comandanti, non più ordini, ma più fraternità, più auto-organizzazione, meno viltà e miseria morale tra quelli della base, più responsabilità sulla nostra vita, più immaginazione socializzante, per sconfiggere lo spirito e i rappresentanti della nuova borghesia fidelista, parassitaria e burocratica, che oggi sta ricostruendo integralmente il capitalismo a Cuba e i suoi vecchi orrori sotto i nostri occhi e dissimula piangendo quando in realtà è in festa.\r\nTutto quello che facilita questo apprendimento sarà un contributo diretto alla prossima rivoluzione a Cuba. Tutto ciò che ostacola questa scoperta popolare sarà l’espressione più accurata e aggiornata della controrivoluzione. Le proporzioni che d’ora in poi cercano di aggiungere il fidelismo come corrente di idee all’interno della sinistra all’esterno e all’interno di Cuba saranno l’espressione esatta della bancarotta morale prodotta delle sinistre autoritarie, stataliste e produttiviste nel mondo e potrà mettere ancora sul tavolo la necessità di continuare a forgiare “i modi più sicuri per togliere le fondamenta all’ordine sociale di oggi e metterne altri più sicuri senza che la casa venga giù”, come appuntò nel gennaio 1890 José Martí, riflettendo a proposito di “quel tenero e radioso Bakunin”[3].\r\n\r\ndi Marcelo “Liberato” Salinas - L’Avana\r\n(traduzione a cura di Selva e Davide)\r\n\r\nNOTE\r\n[1] Grazie al ricercatore americano Robert Whitney possiamo avere accesso a questo documento che è disponibile nel libro Estado y Revolucion en Cuba, edizioni Ciencias Sociales de La Habana, 2010, p.230\r\n[2] Tutta la stampa del tempo a Cuba diede questa notizia senza precedenti e il ricercatore Robert Whitney nello stesso libro Estado y Revolucion en Cuba, Op.cit. p 283, riporta questo fatto tramite fonti governative degli Stati Uniti. Cfr. Archivio del Congresso degli Stati Uniti. Grant Watson a Eden, La Habana, 2 dicembre 1937. PRO / FO / A / 9019/65/14, No.171.\r\n[3] “Desde el Hudson” Opere Complete, tomo 12, pag. 378. Editorial Ciencias Sociales, La Habana, 1982.","12 Gennaio 2017","2018-10-17 22:58:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/1430732397_451849184-200x110.jpg","Anarres del 6 gennaio. 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Ne abbiamo parlato con Stefano Raspa antimilitarista attivo contro la \u003Cmark>base\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> Aviano\r\n\r\n \r\n\r\nIl nuovo ministro dell’Interno ha deciso che il suo dicastero si impegnerà per l’apertura \u003Cmark>di\u003C/mark> un CIE in ogni regione. Dopo un paio d’anni \u003Cmark>di\u003C/mark> immobilismo, con quattro CIE ancora aperti, sebbene più volte distrutti dalle rivolte il governo torna alla carica.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico Denitto\r\n\r\n \r\n\r\nSono trascorsi 17 anni dalla strage nel CIE \u003Cmark>di\u003C/mark> Trapani, il Serraino Vulpitta, dove,in seguito ad un incendio. morirono sei ragazzi tunisini.\r\nAbbiamo letto il documento scritto per l’occasione dai compagni \u003Cmark>di\u003C/mark> Trapani. Lo trovate qui.\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti:\r\nSabato 21 gennaio ore 10,30\r\nManda una cartolina a Poste Italiane\r\npresidio contro le deportazioni in corso Giulio Cesare 7 – nei pressi dell’ufficio postale\r\nMistral Air, la compagnia aerea \u003Cmark>di\u003C/mark> Poste Italiane, non trasporta lettere, pacchi e cartoline… ma deporta rifugiati e migranti in paesi dove non vogliono tornare.\r\nFuggono guerre, miseria, persecuzioni, dittature. C’è chi non vuole sottostare ad un matrimonio forzato e chi non intende fare il soldato. C’è anche chi, semplicemente, vuole andare in Europa, perché desidera un’altra vita.\r\nTutti si trovano \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte frontiere chiuse, filo spinato, polizia ed esercito.\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n \r\n\r\nDocumenti:\r\nUn’urna cineraria, lo Stato e la prossima rivoluzione a Cuba\r\n\r\nCuba senza Fidel Castro. Quello che da anni i suoi adepti e i suoi nemici stavano immaginando ora è una realtà compiuta. Senza fare troppa fatica per sentirlo, si è percepito un intenso silenzio pubblico che ha avuto una vita propria \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte all’imponente macchinazione statale del lutto nazionale. I portavoce ufficiali hanno insistito sul fatto che il silenzio fosse un’espressione palpabile dello sgomento \u003Cmark>di\u003C/mark> massa. Per gli oppositori anti-castristi questo mutismo era un altro segno della paura \u003Cmark>di\u003C/mark> ritorsioni che avrebbero potuto subire coloro che avrebbero voluto festeggiare durante il lutto ufficiale.\r\nMa né la costernazione né il giubilo represso sono stati gli unici ingredienti che si sono percepiti in questi giorni a Cuba. Nel dialogo quotidiano con vicini, amici, familiari e gente comune per la strada, abbiamo avuto la certezza che la morte \u003Cmark>di\u003C/mark> Fidel Castro potrebbe essere un evento importante per Cuba, per il mondo e anche per la cosiddetta Storia Universale, ma nello stesso tempo non ha smesso \u003Cmark>di\u003C/mark> essere una notizia con poche conseguenze pratiche per la frustrante quotidianità senza speranza che, come in tutto il mondo, viviamo noi che dipendiamo dalla salute della dittatura salariale.\r\nComunque non ci sarebbe molto da festeggiare, tenendo presente le prospettive incerte che lascia dietro \u003Cmark>di\u003C/mark> sé Fidel Castro, con un fratello che in dieci anni \u003Cmark>di\u003C/mark> governo ha avuto il grande merito \u003Cmark>di\u003C/mark> allentare le tensioni autoritarie lasciate da Fidel Castro al fine \u003Cmark>di\u003C/mark> mantenere uguale l’essenza del sistema e creare le condizioni generali per far tornare nuovo il ragionamento \u003Cmark>di\u003C/mark> quell’altro generale-presidente \u003Cmark>di\u003C/mark> Holguin, Fulgencio Batista:\r\n”(…) è che ci sono due tipi di socialismo. Uno significa anarchia e l’altro opera sotto la disciplina del governo. Bisogna essere realistici (…) vogliamo insegnare al popolo che i lavoratori e il capitale sono necessari e devono cooperare. Vogliamo bandire le idee utopiche che non funzioneranno, ma nelle quali la nostra gente crede “ [1]\r\nLa realizzazione \u003Cmark>di\u003C/mark> questo tipo \u003Cmark>di\u003C/mark> socialismo a Cuba ha avuto una storia più lunga \u003Cmark>di\u003C/mark> quella che ci raccontano oggi i seguaci della famiglia Castro. Il precedente dittatore, Fulgencio Batista, ha dato un contributo fondamentale al socialismo autoritario a Cuba, come espresso con chiarezza dalla citazione suddetta, e se continuiamo ad ignorare ciò non potremo farci una chiara idea del ruolo storico \u003Cmark>di\u003C/mark> Fidel Castro nella storia \u003Cmark>di\u003C/mark> Cuba.\r\nIl 20 novembre del prossimo 2017 saranno 80 anni dal primo evento politico \u003Cmark>di\u003C/mark> massa convocato e organizzato dal sergente colonnello Fulgencio Batista, per il quale usò l’allora Ministero del Lavoro che garantiva la presenza obbligatoria almeno dei dipendenti pubblici dell’Avana; l’esercito inoltre gli permise \u003Cmark>di\u003C/mark> reclutare con la forza treni, camion, tram, auto, in modo da concentrare tra le 60.000 e le 80.000 persone nello stadio La Tropical, come propaganda mediatica per promuovere ciò che fu definito il Piano Triennale[2].\r\nQuesto fu il primo atto a Cuba \u003Cmark>di\u003C/mark> quella che sarebbe diventata una tecnica drammaturgica \u003Cmark>di\u003C/mark> mobilitazione permanente \u003Cmark>di\u003C/mark> massa in funzione degli interessi esclusivi dello Stato cubano, che poi verrà gestita per oltre mezzo secolo con abilità insuperata da Fidel Castro. Quello che nel 1937 fu una balbuziente iniziativa autoritaria a mala pena gestita dal Ministero del Lavoro e dall’esercito nazionale, dopo il 1959 è diventata una tecnica \u003Cmark>di\u003C/mark> uso quotidiano che abbraccia la totalità delle istituzioni del paese e milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> persone in tutta l’isola fino ad oggi.\r\nI processi governativi, inaugurati a Cuba da Fulgencio Batista ed ereditati e sviluppati alla perfezione da Fidel Castro, lasciano ora con la sua morte completamente aperta la strada affinché i candidati alla successione riscoprano, con sorprendente attualità, la parte più autentica del pensiero politico \u003Cmark>di\u003C/mark> Batista e i contributi \u003Cmark>di\u003C/mark> Fidel Castro a questo grande progetto condiviso dai due governanti \u003Cmark>di\u003C/mark> raggiungere il controllo totale \u003Cmark>di\u003C/mark> Cuba attraverso il meccanismo dello Stato nazionale.\r\nSe Fulgencio Batista non ebbe il coraggio né l’intenzione, né la possibilità epocale \u003Cmark>di\u003C/mark> prendere in considerazione una rottura con l’egemonia imperiale yankee a Cuba per compiere la realizzazione completa dello Stato nazionale, Fidel Castro ha invece avuto l’immensa audacia e la congiuntura storica favorevole per sfidare direttamente il dominio degli Stati Uniti su Cuba. Sotto l’effetto sublimante \u003Cmark>di\u003C/mark> questo proposito colossale, e con il suo superbo talento da principe machiavellico, è riuscito a trasformare in sistema quella che era una semplice frase demagogica \u003Cmark>di\u003C/mark> Batista: un socialismo sotto la disciplina del governo, che è sopravvissuto ai più grandi disastri dell’ultimo mezzo secolo e che ha convertito lo Stato cubano in una macchina imponente che non ha nessuna riserva nell’affermare, come avvenuto il 1 Maggio 2008, che ”socialismo è sovranità nazionale”, vale a dire … nazional-socialismo.\r\nIl fatto è che Fidel Castro non fu solo il grande architetto della ”Rivoluzione”, ma anche \u003Cmark>di\u003C/mark> qualcosa che i suoi milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> accoliti non hanno potuto ancora definire con precisione ma che senza dubbi è lo stato sociale nella sua versione stalinista cubana, un modello \u003Cmark>di\u003C/mark> gestione governativa emerso dalla particolare posizione dell’isola nello scenario della guerra fredda come alleato privilegiato dell’URSS in America Latina, cosa che ha permesso allo Stato cubano \u003Cmark>di\u003C/mark> avere risorse eccezionali per mettere in pratica gli emblematici programmi \u003Cmark>di\u003C/mark> educazione integrale dall’età prescolare fino all’istruzione superiore, un sistema sanitario universale gratuito, la piena occupazione, un’urbanizzazione massiccia, miglioramenti fondamentali per milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> esclusi dal capitalismo neocoloniale che hanno distinto Cuba dagli altri Paesi della zona.\r\nCome ovunque nel mondo dove sono state attuate queste politiche, esse hanno permesso un sostanziale miglioramento del tenore \u003Cmark>di\u003C/mark> vita delle masse più sfavorite, ma insieme a ciò e allo stesso tempo, -con intenzione strategica-, hanno portato a un rafforzamento senza precedenti della rete \u003Cmark>di\u003C/mark> istituzioni del governo, che ha condotto a una vera apoteosi del benessere dello Stato a Cuba.\r\nMa Fidel Castro ha fatto molto \u003Cmark>di\u003C/mark> più con l’uso \u003Cmark>di\u003C/mark> queste enormi risorse acquisite grazie al rapporto privilegiato con l’URSS, ha trasformato lo Stato cubano in un attore influente nella politica internazionale, nella decolonizzazione dell’Africa e dell’Asia e nell’espansione dei movimenti antiimperialisti in America Latina, facendo \u003Cmark>di\u003C/mark> Cuba un epicentro molto attivo delle tendenze con intenzioni socialiste non allineate all’egemonia sovietica.\r\nPoi, quando cadde la potenza imperiale sovietica, Fidel Castro e il suo immenso prestigio internazionale resuscitarono un nuovo movimento anti-neoliberale in America Latina che arrivò a convertirsi in governo nei principali paesi della zona e, insieme a ciò, l’attuazione \u003Cmark>di\u003C/mark> un programma senza precedenti \u003Cmark>di\u003C/mark> servizi medico-sanitari dello Stato cubano per i più esclusi del mondo che ha portato gli abili \u003Cmark>medici\u003C/mark> cubani sia in luoghi lontani come l’Himalaya pakistano sia nella più vicina ma disastrata Haiti.\r\nTuttavia si deve anche dire che tutti questi movimenti anticoloniali e anti-neoliberali che Fidel Castro ha appoggiato da Cuba si trovano ora, un decennio e mezzo più tardi, in una profonda crisi politica, morale, epistemologica, ecc, dal Sud Africa, Angola, Algeria, fino al Venezuela, Brasile, Argentina e sono sulla buona strada per andare in quella stessa crisi Nicaragua, Ecuador, Bolivia, El Salvador e Vietnam. D’altra parte, quel programma senza precedenti e ammirevole \u003Cmark>di\u003C/mark> servizi \u003Cmark>medici\u003C/mark> cubani per i paesi del Terzo mondo oggi è semplicemente e banalmente la principale fonte \u003Cmark>di\u003C/mark> reddito per la borghesia fidelista che gestisce lo Stato cubano.\r\n\r\n \tLa morte del Leader Maximo arriva in un momento in cui la macchina statale cubana, resuscitata nel 1959-60, si addentra in una nuova crisi economica, affonda in spese e costi insostenibili, ma con una legittimità popolare che si mantiene altissima nonostante tutte le defezioni. Questa situazione particolare e favorevole viene sfruttata al massimo dalle élite \u003Cmark>di\u003C/mark> governo per smantellare lo stato sociale cubano dell’epoca \u003Cmark>di\u003C/mark> Fidel Castro e della guerra fredda, ”lentamente ma incessantemente”, come affermato dal generale-presidente Raul Castro. Per fare questo saranno costretti a vendere il paese a pezzi, preferiranno infatti allearsi con i maggiori gruppi finanziari del mondo per rifinanziare i loro debiti piuttosto che andare verso una maggiore socializzazione delle capacità decisionali e \u003Cmark>di\u003C/mark> gestione dei singoli e dei gruppi sulle loro vite che incarnano la vita reale e non le astrazioni della propaganda, sarebbero questi passi modesti ma preziosi in direzione \u003Cmark>di\u003C/mark> una maggiore comunanza nella vita quotidiana e verso l’estinzione dello stato burocratico e parassitario.\r\nPer migliorare e razionalizzare il capitalismo \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato a Cuba, gli eredi \u003Cmark>di\u003C/mark> Fidel Castro hanno due strumenti fondamentali legati anch’essi a Fulgencio Batista.\r\nIl primo è la Centrale dei Lavoratori \u003Cmark>di\u003C/mark> Cuba, organizzazione sindacale fondata nel gennaio del 1939, prodotto dell’alleanza tra l’apparato politico-militare \u003Cmark>di\u003C/mark> Batista e gli stalinisti cubani, che garantisce fino ad oggi il pieno controllo del movimento operaio cubano da parte dello Stato e dei governi \u003Cmark>di\u003C/mark> turno. Se nel 1939 fu un quadro del partito comunista, Lazaro Peña -successivamente conosciuto come il ”capitano della classe operaia”- a essere incaricato da Batista per gestire questa alleanza, nel 1960 sempre Lazaro ricevette lo stesso incarico da Fidel Castro avendo così il tempo sufficiente per creare una scuola \u003Cmark>di\u003C/mark> opportunisti e profittatori che ha portato a personaggi cloni dello stesso Lazaro Peña come Pedro Ross Leal e Salvador Valdes Mesa, che hanno dedicato la loro vita a mantener vivo l’obiettivo \u003Cmark>di\u003C/mark> Fulgencio e \u003Cmark>di\u003C/mark> Fidel Castro \u003Cmark>di\u003C/mark> fare un socialismo sotto la disciplina \u003Cmark>di\u003C/mark> governo.\r\nIl secondo strumento ereditato dal colonnello sergente Batista è il Codice \u003Cmark>di\u003C/mark> Difesa Sociale dell’aprile 1939, pezzo chiave che racchiude lo spirito fascista \u003Cmark>di\u003C/mark> Batista, ratificato con nomi diversi e rinforzato all’infinito sotto il potere \u003Cmark>di\u003C/mark> Fidel Castro. Dalla sua applicazione ha contribuito a permettere la pena \u003Cmark>di\u003C/mark> morte per i reati politici, il ruolo dei tribunali militari e la repressione arbitraria in generale; pezzo legale dimenticato in modo interessato da tutti gli orientamenti politici sia democratici sia pro-dittatoriali, il Codice \u003Cmark>di\u003C/mark> Difesa Sociale non è stato formalmente annullato né dalla Costituzione del 1940, né da quella del 1976 e neppure da quella del 1992, mantenendo così tuttora la sua piena utilità nell’affrontare i conflitti sociali che emergeranno dallo smantellamento dello stato sociale stalinista cubano nei prossimi anni.\r\nDopo tante vite spezzate tra presunti oppositori, dopo tante torture infernali per provocare demenza e demoralizzazione, dopo tante esecuzioni sommarie, esilii amari, lunghe sofferenze nelle carceri orrende, molti discorsi incendiari e sublimi, dopo tanta superbia e intolleranza, diventerà sempre più chiaro con silenzioso cinismo che la parte più raffinata e incompiuta dello spirito \u003Cmark>di\u003C/mark> Batista può dare un contributo sostanziale a ciò che ora gli uomini dello Stato a Cuba hanno finalmente definito come l’attualizzazione del modello economico del socialismo cubano.\r\n\r\nIII\r\nIl 10 Gennaio 1959, a ridosso quindi della vittoria, il periodico El Libertario, che aveva appena ripreso le pubblicazioni dopo la ferrea chiusura inflittagli dalla polizia politica \u003Cmark>di\u003C/mark> Batista, pubblicò un testo dell’ormai dimenticato militante anarchico Antonio Landrián in cui, per la prima volta, vengono sottintese queste connessioni:\r\nLa rivoluzione \u003Cmark>di\u003C/mark> Fidel del 26 luglio ha trionfato. Trionferà il suo ideale? Qual è il suo ideale? Principalmente la libertà o detto in altra forma: la liberazione. Da cosa? Del giogo \u003Cmark>di\u003C/mark> Batista. Il giogo \u003Cmark>di\u003C/mark> Batista era violenza, imposizione, appropriazione indebita, dispotismo, coercizione, tortura, ostinazione, autoritarismo e sottomissione alla catena. Era centralismo, corruzione e servilismo incondizionato…Finché verrà lasciato in piedi uno solo \u003Cmark>di\u003C/mark> questi pilastri del deposto regime \u003Cmark>di\u003C/mark> Batista, la rivoluzione guidata da Fidel Castro non avrà conseguito la vittoria.\r\nTranne la violenza e la tortura della polizia, che da alcuni anni a Cuba hanno assunto un ruolo meno pubblico e visibile, tutti gli altri fattori segnalati da Landrián non solo sono rimasti in piedi dopo il 1959 - intatti dalla dittatura precedente - ma hanno avuto un rafforzamento e uno sviluppo esponenziale da allora fino ad oggi, tanto da portare Landrián e i compagni che animavano El Libertario a non poter godere l’aria \u003Cmark>di\u003C/mark> libertà \u003Cmark>di\u003C/mark> questa Rivoluzione Fidelista oltre il maggio 1960, mese in cui furono \u003Cmark>di\u003C/mark> nuovo censurati, imprigionati, esiliati e banditi dalla nuova, ora “rivoluzionaria”, polizia politica.\r\nL’imposizione, l’appropriazione indebita, il dispotismo, l’ostinazione, l’autoritarismo, la sottomissione alla catena, il centralismo, la corruzione e il servilismo incondizionato alla macchina statale hanno continuato ad avere un’esistenza attivissima a Cuba dopo la sconfitta della dittatura \u003Cmark>di\u003C/mark> Fulgencio Batista . Quella intuizione personale, che ebbe il nostro compagno Antonio Landrián, perso nel vortice della storia, è diventata la \u003Cmark>base\u003C/mark> strutturale del funzionamento della vita quotidiana \u003Cmark>di\u003C/mark> Cuba fino al momento nel quale sono in corso i funerali \u003Cmark>di\u003C/mark> Fidel Castro.\r\nAlcuni amici che erano nel parco centrale della città \u003Cmark>di\u003C/mark> Artemisa quando morì Fidel sono stati espulsi dal luogo da parte della polizia e \u003Cmark>di\u003C/mark> agenti della Sicurezza dello Stato, perché “ora non è il momento \u003Cmark>di\u003C/mark> essere seduti nel parco a parlare”; a studenti in internato \u003Cmark>di\u003C/mark> una università dell’Avana, poliziotti in borghese che popolano queste istituzioni hanno chiuso le porte \u003Cmark>di\u003C/mark> accesso alle loro camere la sera del 28 novembre, perché “si deve andare alla Piazza della Rivoluzione o in strada fino a quando l’attività ha fine”; la paralisi totale del trasporto statale nella capitale da mezzogiorno del 29 novembre al fine \u003Cmark>di\u003C/mark> garantire che la popolazione fosse solo in strada per andare alla enorme manifestazione \u003Cmark>di\u003C/mark> massa delle ore 19; il divieto \u003Cmark>di\u003C/mark> tutte le attività sportive nelle aree verdi adiacenti a qualsiasi viale importante; multe fino a 1.500 pesos (tre mesi completi \u003Cmark>di\u003C/mark> stipendio) per quanti consumano in pubblico bevande alcoliche nei giorni \u003Cmark>di\u003C/mark> lutto … sono un piccolo esempio delle procedure quotidiane seguite dai difensori statali del supposto socialismo a Cuba.\r\nFidel Castro ci lascia un paese con uno dei livelli \u003Cmark>di\u003C/mark> istruzione, salute e qualità della vita più alti d’America, ma tutto condizionato dall’interesse strategico del funzionamento stabile della macchina statale, in nome della lotta contro l’imperialismo degli Stati Uniti e dei loro lacchè locali. Nello svolgimento \u003Cmark>di\u003C/mark> tale scopo si è dato luogo ad una società che è sull’orlo \u003Cmark>di\u003C/mark> una crisi \u003Cmark>di\u003C/mark> migrazione permanente e con un crollo demografico all’orizzonte. Per questo esito le politiche imperiali Yankees hanno giocato un ruolo decisivo, ma non per questo meno decisivo è stata la dittatura sul proletariato cubano condotta da Fidel Castro che ha trasformato Cuba in un territorio popolato da un “… immenso gregge \u003Cmark>di\u003C/mark> schiavi salariati (…) che chiedono \u003Cmark>di\u003C/mark> essere schiavi per migliorare la loro condizione …” come in qualsiasi parte del mondo, concretizzando gli incubi più dolorosi dell’ex anarchico cubano Carlos Baliño nel 1897 nel suo testo Profecía Falsa.\r\nQuesto immenso gregge \u003Cmark>di\u003C/mark> schiavi salariati, già popolo rivoluzionario, era già in piena fase \u003Cmark>di\u003C/mark> degrado morale e \u003Cmark>di\u003C/mark> espoliazione materiale, quando Fidel Castro esplicitò nel suo discorso del 1 maggio 2000 il suo ultimo concetto \u003Cmark>di\u003C/mark> Rivoluzione, ritirato fuori dall’oblio nei giorni dei suoi funerali, in cui ha detto, tra le altre cose, che: “Rivoluzione è cambiare tutto ciò che deve essere cambiato.” Cinquanta anni fa era pragmaticamente indubbio che il soggetto omesso \u003Cmark>di\u003C/mark> tale definizione era quel popolo rivoluzionario che alcune volte è esistito; nel 2000 il soggetto omesso nel discorso non è altro che lo stesso Fidel Castro, con la sua capacità manipolatoria e il suo imponente apparato ideologico-poliziesco che già in quest’anno non ha alcuna remora ad omettere quel popolo rivoluzionario dal suo concetto Rivoluzione, consapevole \u003Cmark>di\u003C/mark> ciò che lo ha castrato della sua capacità \u003Cmark>di\u003C/mark> elaborazione e \u003Cmark>di\u003C/mark> decisione propria e, pertanto, non è nelle condizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> essere oggetto \u003Cmark>di\u003C/mark> un discorso e tanto meno \u003Cmark>di\u003C/mark> essere soggetto della propria storia.\r\nNei lunghi giorni \u003Cmark>di\u003C/mark> lutto ufficiale che stiamo vivendo a Cuba è evidente che sta emergendo un nuovo slogan \u003Cmark>di\u003C/mark> massa: “Io sono Fidel!”, che esprime molto bene lo stato \u003Cmark>di\u003C/mark> questa amputazione collettiva. E tra il vasto mare \u003Cmark>di\u003C/mark> bandiere, foto e cartelli autoprodotti che si sono visti in televisione da Santiago de Cuba, ce n’era uno, portato da una donna, con su scritto: “Io sono Fidel! Ordine!”.\r\nTale lacuna grammaticale ed esistenziale diventerà sempre più frequente nel pensiero \u003Cmark>di\u003C/mark> un popolo che ha avuto l’esperienza sconvolgente \u003Cmark>di\u003C/mark> vedere la più fiera incarnazione del potere nella storia \u003Cmark>di\u003C/mark> Cuba trasformata in una semplice urna cineraria, un popolo che dovrà imparare a vivere senza gli ordini del suo Comandante in capo, e forse scoprirà che per questo cammino non sono più necessari comandanti, non più ordini, ma più fraternità, più auto-organizzazione, meno viltà e miseria morale tra quelli della \u003Cmark>base\u003C/mark>, più responsabilità sulla nostra vita, più immaginazione socializzante, per sconfiggere lo spirito e i rappresentanti della nuova borghesia fidelista, parassitaria e burocratica, che oggi sta ricostruendo integralmente il capitalismo a Cuba e i suoi vecchi orrori sotto i nostri occhi e dissimula piangendo quando in realtà è in festa.\r\nTutto quello che facilita questo apprendimento sarà un contributo diretto alla prossima rivoluzione a Cuba. Tutto ciò che ostacola questa scoperta popolare sarà l’espressione più accurata e aggiornata della controrivoluzione. Le proporzioni che d’ora in poi cercano \u003Cmark>di\u003C/mark> aggiungere il fidelismo come corrente \u003Cmark>di\u003C/mark> idee all’interno della sinistra all’esterno e all’interno \u003Cmark>di\u003C/mark> Cuba saranno l’espressione esatta della bancarotta morale prodotta delle sinistre autoritarie, stataliste e produttiviste nel mondo e potrà mettere ancora sul tavolo la necessità \u003Cmark>di\u003C/mark> continuare a forgiare “i modi più sicuri per togliere le fondamenta all’ordine sociale \u003Cmark>di\u003C/mark> oggi e metterne altri più sicuri senza che la casa venga giù”, come appuntò nel gennaio 1890 José Martí, riflettendo a proposito \u003Cmark>di\u003C/mark> “quel tenero e radioso Bakunin”[3].\r\n\r\n\u003Cmark>di\u003C/mark> Marcelo “Liberato” Salinas - L’Avana\r\n(traduzione a cura \u003Cmark>di\u003C/mark> Selva e Davide)\r\n\r\nNOTE\r\n[1] Grazie al ricercatore americano Robert Whitney possiamo avere accesso a questo documento che è disponibile nel libro Estado y Revolucion en Cuba, edizioni Ciencias Sociales de La Habana, 2010, p.230\r\n[2] Tutta la stampa del tempo a Cuba diede questa notizia senza precedenti e il ricercatore Robert Whitney nello stesso libro Estado y Revolucion en Cuba, Op.cit. p 283, riporta questo fatto tramite fonti governative degli Stati Uniti. Cfr. Archivio del Congresso degli Stati Uniti. Grant Watson a Eden, La Habana, 2 dicembre 1937. PRO / FO / A / 9019/65/14, No.171.\r\n[3] “Desde el Hudson” Opere Complete, tomo 12, pag. 378. Editorial Ciencias Sociales, La Habana, 1982.",{"matched_tokens":368,"snippet":369,"value":369},[78,78],"Anarres del 6 gennaio. Cuba, commercio d’ami, pacchi e deportati, i nuovi CIE \u003Cmark>di\u003C/mark> Minniti, a 17 anni dalla strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Trapani…",[371,373,375,377,379,382,384,386,388,390],{"matched_tokens":372,"snippet":358,"value":358},[],{"matched_tokens":374,"snippet":359,"value":359},[],{"matched_tokens":376,"snippet":313,"value":313},[],{"matched_tokens":378,"snippet":360,"value":360},[],{"matched_tokens":380,"snippet":381,"value":381},[78],"cie \u003Cmark>di\u003C/mark> trapani",{"matched_tokens":383,"snippet":325,"value":325},[],{"matched_tokens":385,"snippet":311,"value":311},[],{"matched_tokens":387,"snippet":361,"value":361},[],{"matched_tokens":389,"snippet":327,"value":327},[],{"matched_tokens":391,"snippet":315,"value":315},[],[393,395,397],{"field":105,"matched_tokens":394,"snippet":365,"value":366},[79,78],{"field":192,"matched_tokens":396,"snippet":369,"value":369},[78,78],{"field":35,"indices":398,"matched_tokens":399,"snippets":401,"values":402},[298],[400],[78],[381],[381],1733921019837546500,{"best_field_score":405,"best_field_weight":197,"fields_matched":112,"num_tokens_dropped":47,"score":406,"tokens_matched":112,"typo_prefix_score":47},"2216192835584","1733921019837546611",{"document":408,"highlight":420,"highlights":428,"text_match":403,"text_match_info":433},{"comment_count":47,"id":409,"is_sticky":47,"permalink":410,"podcastfilter":411,"post_author":299,"post_content":412,"post_date":413,"post_excerpt":53,"post_id":409,"post_modified":414,"post_thumbnail":415,"post_title":416,"post_type":344,"sort_by_date":417,"tag_links":418,"tags":419},"77186","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-23-settembre-astensionismo-e-conflitto-militari-e-preti-a-scuola-verso-il-freek-pride-le-seduzioni-nucleari-di-putin-e-biden/",[299],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-23-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nDisertiamo le urne!\r\nCambiano i governi, restano sfruttamento, oppressione, carovita, sfratti, guerra.\r\nLe elezioni sono una delega in bianco a gente che ha il solo scopo di restare al potere, appoggiando gli interessi dei ricchi e dei potenti che li sostengono.\r\nQuesta volta c’è il rischio che trovino ascolto gli appelli al “voto utile” in una risibile crociata antifascista di fronte alla vittoria che i sondaggi attribuiscono a Fratelli d’Italia. Come se i fascisti non avessero mai governato nel nostro paese, come se le politiche securitarie con le quali chiedono consenso non fossero state attuate con altrettanta solerzia dal centrosinistra, come se i pentastellati e le varie formazioni della diaspora comunista non avessero votato per grandi opere, centri di detenzione per migranti, militari per le strade e guerra. La Lega, formazione populista di estrema destra, è il partito che ha governato di più negli ultimi 28 anni. I fascisti di Fratelli d’Italia sono stati parte integrante di tutti i governi di centrodestra.\r\nVa da se che la mera astensione dal voto non basta. Occorre dare concretezza alla prospettiva di autogoverno dal basso attraverso assemblee territoriali e percorsi di autogestione conflittuale con l’esistente che creino le condizioni per cacciare padroni e governanti!\r\nNe abbiamo discusso con Francesco Fricche\r\n\r\nVerso la Free(k) Pride\r\nFrocie, mostrә, devianti! La freek attraverserà le strade di Torino anche quest'a(n)no nella sua versione autunnale, e anche quest'anno attraverseremo le strade con i nostri corpi e le nostre menti eccedenti, non conformi alla norma. Una norma ciseteropatriarcale, repressiva, capitalista, colonialista in cui non ci riconosciamo.\r\nPERCHÉ L'8 OTTOBRE?\r\nDal 6 al 9 ottobre si terrà a Torino il meeting annuale della European Pride Organizers Association (associazione che riunisce i comitati organizzatori dei pride europei filo-istituzionali). Il modello verso il quale si muovono queste organizzazioni è un modello di fare pride istituzionalizzato, ripulito, sponsorizzato, recintato. Non vogliamo perdere - anche noi - questa occasione: l'occasione di presentare un modo di fare pride alternativo a questo modello, un pride critico, senza sponsor, senza sfilate delle forze dell'ordine, un pride anticapitalista e dissidente.\r\n\r\nViviamo in una città dove la repressione di chi lotta fuori e contro la gabbia istituzionale è da tempo la norma. Una città dove magistratura e polizia utilizzano un codice penale costruito come arma di guerra ai poveri e alle soggettività politiche e sociali dissidenti per mettere a tacere ogni forma di contestazione reale. La violenza istituzionale la ritroviamo alle frontiere, nei CPR, nelle strade di una città dove i poliziotti ricattano le libere donne migranti chiedendo favori sessuali in cambio del permesso di soggiorno. È la violenza misogina e cattofascista che ha reso sempre più difficile accedere ad un aborto libero e sicuro. È la transfobia di stato, la violenza dell'attesa, la burocrazia infinita portata avanti da giudici, medici, psicologi cis che uccide le persone trans, è la violenza del capitalismo che produce morte e devastazione ambientale e, non ultimo, un cambiamento climatico le cui conseguenze abbiamo toccato con mano in Piemonte, una regione che si traveste di “verde” ma che ha visto quest'estate una siccità senza precedenti. È la violenza delle riqualificazioni escludenti che stanno investendo i quartieri popolari, la violenza degli sfratti di chi non cè ce la fa più ad arrivare a fine mese, perchè intere generazioni di giovani precariu e vecch* pover* non riescono a pagare affitti e bollette. È la violenza del capitalismo arcobaleno \"senza fronzoli\" che va a braccetto con l'oppressione eteronormativa, con una normalità che nega le nostre identità erranti, libere e mostruose.\r\nNon vogliamo assimilarci, diventare frocie pulite, rifiutiamo ogni dimensione gerarchica. La strada delle frocie borghesi e per bene non è la nostra. Non ci adatteremo mai al sistema dominante, figlio di un modello cis etero e monogamo di famiglia tradizionale.\r\nVogliamo una città più frocia, più transfemminista, antirazzista, antispecista, antifascista e anticapitalista, rifiutiamo ogni ingerenza sui nostri corpi, ogni logica binaria e ogni tentativo di dipingerci sempre e solo come vittime.\r\nVogliamo che la paura cambi di campo. Vogliamo liberarci dei preti di ogni religione, dei tutori dell'ordine patriarcale, dei politici che ci vorrebbero soggetti deboli da tutelare.\r\nLe strade libere le fanno le soggettività libere e mostruose che le attraversano.\r\n\r\nFrocification! ✨?✨\r\n\r\nScuola. Preti e militari hanno sempre più spazio nelle scuole italiane. E, quel che è peggio, ciò avviene senza che l’opposizione alla clericalizzazione e militarizzazione delle vite di bambin* e ragazz* abbia reale visibilità.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nPutin e Biden verso la guerra nucleare\r\nI fatti sono noti. Il governo russo ha detto a chiare lettere che, quando i territori ucraini occupati saranno annessi alla Russia con i referendum annunciati a breve, ogni attacco a queste aree sarà considerato atto di guerra e, quindi, passibile di risposta nucleare.\r\nMeno noto è il fatto che una della basi di questa guerra nucleare si trova in Sicilia, nella base di Sigonella. Nei giorni scorsi il Dipartimento dell’Aeronautica militare USA ha firmato un contratto del valore di 177 milioni di dollari circa con la società Collins Aerospace, controllata dal colosso militare industriale Raytheon Technologies, per migliorare l’efficienza e garantire la manutenzione del sistema di comunicazione strategico ad alta frequenza. In altri termini verranno potenziate le antenne e le apparecchiature che assicurano al Pentagono la trasmissione degli ordini di guerra nucleare.\r\nLa possibilità di un’escalation bellica devastante è sempre più forte. Sempre più urgente è rinforzare l’opposizione alla guerra e al militarismo. Partendo da casa nostra. A Torino, in piazza Graf, c’è uno stabilimento della Collins Aerospace.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 24 settembre\r\nore 17\r\npunto info sulle missioni militari all’estero in via Po 16 \r\n\r\nLunedì 26 settembre\r\nore 10,30\r\npunto info sulle missioni militari all’estero al Campus, lungo Dora Siena 100 A\r\n\r\nVenerdì 30 settembre\r\n40 anni di anarchia\r\nore 20,30\r\nCena vegan per i primi 40 anni dello spazio anarchico di corso Palermo 46 \r\nBenefit lotte sociali ed antimilitariste\r\nper prenotazioni:\r\nantimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nSabato 8 ottobre\r\nFree(k) Pride! Frocification\r\nappuntamento alle 15 in piazza Carlo Felice\r\n\r\nVenerdì 14 ottobre ore 21\r\nRossobruni\r\nLa storia e il pensiero politico del nazionalbolscevismo dalla prima democrazia tedesca (la Repubblica di Weimar) ai nazimaoisti degli anni Sessanta/ Settanta, dall’ecologismo razzista degli anni Ottanta al nazionalcomunismo teorizzato nel decennio successivo come alternativa al cosiddetto “villaggio globale”.\r\nA lungo patrimonio pressoché esclusivo di un pulviscolo ideologico a destra del fascismo, il rossobrunismo è ora uno dei tanti filoni che nutrono quel fenomeno nazionalpopulista che sta trasformando la vita di tutti noi.\r\nIntroduce l’incontro David Bernardini, autore di “Nazionalbolscevismo. Piccola storia del rossobrunismo in Europa”\r\nIn corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","23 Settembre 2022","2022-09-23 15:49:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/atomichesporche-200x110.png","Anarres del 23 settembre. Astensionismo e conflitto. Militari e preti a scuola. Verso il Free(k) Pride. Le seduzioni nucleari di Putin e Biden…",1663948159,[],[],{"post_content":421,"post_title":425},{"matched_tokens":422,"snippet":423,"value":424},[79,78],"si trova in Sicilia, nella \u003Cmark>base\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> Sigonella. 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Come se i fascisti non avessero mai governato nel nostro paese, come se le politiche securitarie con le quali chiedono consenso non fossero state attuate con altrettanta solerzia dal centrosinistra, come se i pentastellati e le varie formazioni della diaspora comunista non avessero votato per grandi opere, centri \u003Cmark>di\u003C/mark> detenzione per migranti, militari per le strade e guerra. La Lega, formazione populista \u003Cmark>di\u003C/mark> estrema destra, è il partito che ha governato \u003Cmark>di\u003C/mark> più negli ultimi 28 anni. I fascisti \u003Cmark>di\u003C/mark> Fratelli d’Italia sono stati parte integrante \u003Cmark>di\u003C/mark> tutti i governi \u003Cmark>di\u003C/mark> centrodestra.\r\nVa da se che la mera astensione dal voto non basta. Occorre dare concretezza alla prospettiva \u003Cmark>di\u003C/mark> autogoverno dal basso attraverso assemblee territoriali e percorsi \u003Cmark>di\u003C/mark> autogestione conflittuale con l’esistente che creino le condizioni per cacciare padroni e governanti!\r\nNe abbiamo discusso con Francesco Fricche\r\n\r\nVerso la Free(k) Pride\r\nFrocie, mostrә, devianti! La freek attraverserà le strade \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino anche quest'a(n)no nella sua versione autunnale, e anche quest'anno attraverseremo le strade con i nostri corpi e le nostre menti eccedenti, non conformi alla norma. Una norma ciseteropatriarcale, repressiva, capitalista, colonialista in cui non ci riconosciamo.\r\nPERCHÉ L'8 OTTOBRE?\r\nDal 6 al 9 ottobre si terrà a Torino il meeting annuale della European Pride Organizers Association (associazione che riunisce i comitati organizzatori dei pride europei filo-istituzionali). Il modello verso il quale si muovono queste organizzazioni è un modello \u003Cmark>di\u003C/mark> fare pride istituzionalizzato, ripulito, sponsorizzato, recintato. Non vogliamo perdere - anche noi - questa occasione: l'occasione \u003Cmark>di\u003C/mark> presentare un modo \u003Cmark>di\u003C/mark> fare pride alternativo a questo modello, un pride critico, senza sponsor, senza sfilate delle forze dell'ordine, un pride anticapitalista e dissidente.\r\n\r\nViviamo in una città dove la repressione \u003Cmark>di\u003C/mark> chi lotta fuori e contro la gabbia istituzionale è da tempo la norma. Una città dove magistratura e polizia utilizzano un codice penale costruito come arma \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra ai poveri e alle soggettività politiche e sociali dissidenti per mettere a tacere ogni forma \u003Cmark>di\u003C/mark> contestazione reale. La violenza istituzionale la ritroviamo alle frontiere, nei CPR, nelle strade \u003Cmark>di\u003C/mark> una città dove i poliziotti ricattano le libere donne migranti chiedendo favori sessuali in cambio del permesso \u003Cmark>di\u003C/mark> soggiorno. È la violenza misogina e cattofascista che ha reso sempre più difficile accedere ad un aborto libero e sicuro. È la transfobia \u003Cmark>di\u003C/mark> stato, la violenza dell'attesa, la burocrazia infinita portata avanti da giudici, \u003Cmark>medici\u003C/mark>, psicologi cis che uccide le persone trans, è la violenza del capitalismo che produce morte e devastazione ambientale e, non ultimo, un cambiamento climatico le cui conseguenze abbiamo toccato con mano in Piemonte, una regione che si traveste \u003Cmark>di\u003C/mark> “verde” ma che ha visto quest'estate una siccità senza precedenti. È la violenza delle riqualificazioni escludenti che stanno investendo i quartieri popolari, la violenza degli sfratti \u003Cmark>di\u003C/mark> chi non cè ce la fa più ad arrivare a fine mese, perchè intere generazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> giovani precariu e vecch* pover* non riescono a pagare affitti e bollette. È la violenza del capitalismo arcobaleno \"senza fronzoli\" che va a braccetto con l'oppressione eteronormativa, con una normalità che nega le nostre identità erranti, libere e mostruose.\r\nNon vogliamo assimilarci, diventare frocie pulite, rifiutiamo ogni dimensione gerarchica. La strada delle frocie borghesi e per bene non è la nostra. Non ci adatteremo mai al sistema dominante, figlio \u003Cmark>di\u003C/mark> un modello cis etero e monogamo \u003Cmark>di\u003C/mark> famiglia tradizionale.\r\nVogliamo una città più frocia, più transfemminista, antirazzista, antispecista, antifascista e anticapitalista, rifiutiamo ogni ingerenza sui nostri corpi, ogni logica binaria e ogni tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> dipingerci sempre e solo come vittime.\r\nVogliamo che la paura cambi \u003Cmark>di\u003C/mark> campo. Vogliamo liberarci dei preti \u003Cmark>di\u003C/mark> ogni religione, dei tutori dell'ordine patriarcale, dei politici che ci vorrebbero soggetti deboli da tutelare.\r\nLe strade libere le fanno le soggettività libere e mostruose che le attraversano.\r\n\r\nFrocification! ✨?✨\r\n\r\nScuola. Preti e militari hanno sempre più spazio nelle scuole italiane. 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A distanza di oltre cinque anni e dopo un numero infinito di analisi, indagini, pedinamenti, intercettazioni, perizie ecc. che hanno portato a nulla, la procura di Brescia non molla e decide di spendere ancora energie alla ricerca di un capro espiatorio. Davanti a tale zelo, che ormai è semplicemente accanimento, viene da sorridere con tanta tristezza e rabbia: per qualsiasi persona dotata di un briciolo buon senso questo sperperare risorse ingenti a fronte della crisi economica, dell’epidemia globale, fra nuove e vecchie povertà e miserie generalizzate, è un evidente oltraggio, verso la popolazione bresciana e non solo. È infatti assurdo, per chiunque sia minimamente onesto, che tali cose vengano reputate più importanti da parte della “giustizia” rispetto all’inquinamento delle acque, alle morti negli ospedali e nelle rsa, alla distruzione della medicina di base, ai posti di lavoro persi, agli sfratti e alle persone senza casa che aumentano, ai mancati investimenti alle scuole del territorio, alle casse integrazioni e ai fantomatici bonus che non arrivano.\r\nSta peggiorando il tenore di vita. Nell’ultimo anno, cinque milioni di persone nel “bel paese” hanno avuto difficoltà a mettere in tavola un pasto decente, e il 60% teme di poter perdere il lavoro o il reddito nel prossimo periodo. I poveri diventano sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi. Per garantire i profitti di pochi, anzi pochissimi, sulle spalle della miseria dei tanti, lo Stato deve usare sempre di più il bastone. Il nemico siamo noi! Avere a che fare con sanzioni, denunce, processi, ovvero con il braccio armato dello Stato e dei ricchi, è purtroppo sempre più la normalità. Faccio alcuni esempi: dal 2017, per chi ha la sventura di non avere quel poco di garanzie che rimangono con un contratto di lavoro e deve campare accettando lavoretti in nero (chi non si è mai trovato in questa situazione?!), a rischiare non è il padrone, che è passibile di multa (per chi ha un’azienda la cosa è gestibile, non certo un dramma) è soprattutto la lavoratrice o il lavoratore poiché “accetta” di lavorare a tali condizioni – come se avesse una scelta! Al di là delle multe è anche prevista la reclusione fino a due anni, e ad essere titolari di una misera indennità di disoccupazione, la reclusione rischia di aumentare fino a tre anni. La pandemia è stata un apripista per ulteriori giri di vite, con misure la cui unica utilità è addestrare il singolo all’obbedienza, non certo a proteggersi dal contagio di un virus – basti pensare al coprifuoco, vera e propria misura di guerra. Inoltre, a lottare per migliorare le proprie condizioni lavorative, o perché la gente non muoia più nel tentativo di attraversare una frontiera, addirittura a ribadire verità tragicamente reali come il fatto che in carcere si muore o che chi vende le armi alimenta la guerra, si rischia sempre più spesso di essere accusati di associazione a delinquere, favoreggiamento, istigazione, diffamazione… basti nominare l’azione repressiva contro i portuali di Genova per via delle loro lotte antimilitariste, ma non è purtroppo l’unica. D’altra parte, giusto per fare un esempio, se sei il proprietario della Caffaro o dell’Ilva ed hai ammazzato persone avvelenando le città per i tuoi profitti, non rischi nemmeno lontanamente di farti 12 anni di galera. Ma nemmeno un giorno. La tortura del carcere non si augura a nessuno ma è comunque singolare fare questa “constatazione”.\r\nL’epidemia di covid ha reso palese un progetto che mira a privarci di tutto ciò che ci rende umani, è la costruzione della società dell’isolamento. Mentre Stato e imprenditori impongono la necessità di produrre (noi) per farli guadagnare a rischio della (nostra) vita, il cosiddetto distanziamento sociale differenzia i rapporti familiari da quelli “evitabili”. Viene definito e decretato cosa loro intendano per vita: produrre e consumare, mentre le cose veramente importanti e belle come la libertà, l’imprevisto e la socialità vengono gettate nella clandestinità e bollate come malsane, sospettose, patogene.\r\nIl distanziamento sociale non viene pensato come temporaneo, ma viene dato per inevitabile un mondo di persone isolate, collegate fra loro unicamente dall’informatica. Quanto sarà malata una vita così? Alla base di questo futuro prossimo c’è l’inquinamento elettromagnetico, la distruzione degli habitat micro-biologici del pianeta (con la probabilità di future epidemie), lo sfruttamento aberrante del lavoro e la guerra fra stati per la spartizione del mondo così da accaparrarsi quei metalli rari necessari alle nuove tecnologie smart e green. Così vanno le cose in questo mondo. La farsa del recovery fund ne è un tragico esempio: una pioggia di investimenti su quei processi e opere (digitalizzazione, grandi infrastrutture) che rafforzano le condizioni di vita malsane che hanno aperto la strada all’epidemia globale e all’impossibilità di affrontarla. Sono queste le cose necessarie per chi ci governa.\r\nVedo anche che le procure non proseguono mai nelle inchieste per i fondi illeciti ai partiti, per i morti ammazzati in mare, per le tangenti o il genocidio di una generazione anziana a causa della malasanità. Chissà perché, mi domando. Va bene, è indubbio che per la “giustizia” prendersela seriamente con politici e potenti non è cosa facile, c’è rischio di stipendio e carriera a pestare i piedi ai propri capi. Meglio prendersela con i poveracci, è più sicuro! Ma c’è dell’altro. Forse lo Stato quello che una persona come me può ritenere giusto non lo capisce, come può non capire di cos’hanno bisogno gli sfruttati per vivere bene. O forse, banalmente, non gli interessa. “A pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca”, diceva Andreotti. Insomma, se non sono stupidi, significa che stanno prendendoci per il naso.\r\nE allora, cari signori, potete obbligarci a fare una vita difficile e pesante perché voi possiate arricchirvi sulle nostre spalle, godendovi il privilegio di poter fare ogni schifezza, ogni capriccio che vi passi per la testa. Potete prenderci in giro, lasciarci senza casa, senza un soldo, senza medico, potete accusare chi prova a ribellarsi, potete trovare o inventare “prove” per distruggere la vita di qualcuno e delle sue persone care. Potete, con accuse infamanti quali quella di terrorismo, vendicarvi come e quando volete, potete lasciare milioni di persone nella povertà, nella guerra, nell’ignoranza, raccontando bugie sempre più assurde e stravaganti. Come i re di un tempo, pensate che nessuno vi dirà mai nulla e che “il popolo è bue”, e così ci trattate. E agli sfruttati, immiseriti, spaventati e schiacciati, state cercando ancora una volta di far credere che i malvagi non sono i tiranni, gli affamatori e gli sgherri in divisa che li proteggono, ma le persone che vogliono rivoltarsi dinanzi a questo schifo. E che i nemici della povera gente siamo noi anarchici. Il problema reale per voi sono le idee e le azioni generose e risolute di persone che vogliono vivere libere e che vogliono farla finita con questo mondo di terrore e povertà, prima che per tutte le classi sociali non abbienti ci sia solo la galera.\r\nIo sono anche un anarchico, e sono orgoglioso di esserlo, ma sono soprattutto uno sfruttato nato in un ceto basso e figlio di operai, e sono stufo di essere preso in giro e di dover far finta di credere a tutte le vostre menzogne, tra l’altro raccontate molto male. E poi andiamo, non c’entro nulla, ma proprio nulla con voi. Non ho una carriera da costruire sulle spalle della povera gente, non ho una villa da comprare facendo il burocrate, tradimenti da attuare per far carriera, persone da incarcerare, piedi da calpestare, magagne da nascondere, balle da raccontare… insomma non ho, non ho mai avuto né vorrei avere una vita “avventurosa” come la vostra. E per fortuna, penso, guardando a cosa avviene nel mondo o nella nostra piccola città, che dite di essere il bene. Non oso nemmeno immaginare cosa accadrebbe se vi diceste malvagi ed egoisti!\r\nAnche io non sono un santo è vero, e a mio modo risulto ridicolo agli occhi delle persone – niente di grave. Insomma, se faccio qualcosa di male è un male relativo, cioè… non uccido persone per i miei tornaconti personali o per il mio portafogli, non inquino i fiumi e l’acqua corrente nei paesi, non chiudo ambulatori medici e non mi arricchisco sulle spalle degli altri. Né tanto meno butto fuori la gente da casa, non licenzio nessuno né prometto a famiglie intere che avranno dei bonus o la cassa integrazione per poi lasciarli senza nulla, non strangolo la gente con le tasse per fare la guerra, le indagini fuffa, ecc. Insomma, non ho il vostro generoso “altruismo”, chissà come fate a vivere senza rimorsi o sensi di colpa. Mah. Per quel che mi riguarda non parteciperò al vostro teatrino mediatico e tanto meno potrò mai ammettere che siete il bene, o che va tutto bene. Sarebbe come ammettere davanti all’inquisizione che la terra è piatta, o come affermare che Luigi XVI fosse bello, bravo e buono. Davanti ai poveri come me gli unici argomenti che avete sono la forza e la paura. E per questo motivo vi sentite insicuri nelle nefandezze e nei loschi affari, soprattutto in un periodo storico come questo in cui accade che le persone si sveglino e siano stufe di tirare la cinghia, di avere paura, di essere prese in giro. Insomma, rivoltarsi e dire basta contro questo mondo di tenebre è semplicemente giusto, per chi ha un cuore ogni atto di rivolta è giusto, davanti al male che perseguite.\r\nUn mondo nuovo è necessario. Un’azione può essere condivisibile o meno da parte della povera gente, ma è sempre etica di fronte alle ingiustizie, per chi ha un cuore che batte per un’umanità ed un mondo migliore. Con la speranza che la rivoluzione, come sempre e in ogni epoca, sia contagiosa. Dite che gli anarchici sono un pericolo: non penso proprio. Forse ci imprigionate e perseguitate perché temete che persone come noi possano essere di esempio per gli sfruttati, non comprendendo che da sempre è quando i poveri dicono basta e si ribellano che sono un esempio per noi, e che noi siamo da sempre parte e figli loro.\r\nHo quasi finito, volevo dire queste parole. Non sono capace di cose più profonde, né voglio dire altro: per chi come me, non ha soldi per domestici, vacanze ai tropici, sogni di carriere e stipendi elevati, la vita ruota attorno al lavoro, a tirare a fine giornata e ai propri cari. La vita, insomma, è dura e non ho il “buon tempo” come voi di costruire castelli in aria e far terrore alla povera gente. Fra le svariate imputazioni a mio carico manca naturalmente quella relativa all’unico crimine di cui come accusato mi sono effettivamente macchiato e di cui continuerò a macchiarmi, e che rivendico con orgoglio: quello di considerare la dignità un sentimento che non accetta intimidazioni di stampo mafioso. Un crimine semplice che non mi stancherò mai di commettere.\r\nManu","24 Giugno 2021","2021-06-24 11:53:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/moon-200x110.jpg","A.C.A.B. - Riflessioni con Manu sull’imperitura indagine sull’azione contro la scuola di polizia del 2015",1624535614,[447,448,449,450],"http://radioblackout.org/tag/a-c-a-b/","http://radioblackout.org/tag/dna/","http://radioblackout.org/tag/juan/","http://radioblackout.org/tag/manu/",[452,453,454,455],"a.c.a.b","dna","Juan","MANU",{"post_content":457,"post_title":461},{"matched_tokens":458,"snippet":459,"value":460},[78,79,78],"rsa, alla distruzione della medicina \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>base\u003C/mark>, ai posti \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro persi,","In collegamento telefonico, Manu ci aggiorna rispetto al lento procedere delle indagini della procura \u003Cmark>di\u003C/mark> Brescia sull’azione contro la scuola \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia del 2015, il cui ultimo atto è la richiesta \u003Cmark>di\u003C/mark> un ulteriore prelievo \u003Cmark>di\u003C/mark> DNA per lui e per Juan.\r\n\r\nEntriamo nei particolari \u003Cmark>di\u003C/mark> questa vicenda, per molti versi emblematica e perfettamente inserita nella cornice repressiva degli ultimi anni: dal susseguirsi \u003Cmark>di\u003C/mark> incidenti probatori sempre più tecnologici e costosi all'accanimento della Procura e i suoi giochi sporchi, dalla \"colpa d'autore\" al ruolo del Dipartimento Antimafia, dal 2015 trasformato in Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/manu.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> seguito, un suo scritto (https://ilrovescio.info/2021/05/15/va-mia-be-nigot-non-va-bene-nulla/):\r\nVa mia be nigot\r\n(Non va bene nulla)\r\nRiflessioni sull’imperitura indagine della procura \u003Cmark>di\u003C/mark> Brescia sull’azione contro la scuola \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia del 2015, cui ultimo atto è la richiesta \u003Cmark>di\u003C/mark> un ulteriore prelievo \u003Cmark>di\u003C/mark> DNA per me e per Juan\r\nCi risiamo. A distanza \u003Cmark>di\u003C/mark> oltre cinque anni e dopo un numero infinito \u003Cmark>di\u003C/mark> analisi, indagini, pedinamenti, intercettazioni, perizie ecc. che hanno portato a nulla, la procura \u003Cmark>di\u003C/mark> Brescia non molla e decide \u003Cmark>di\u003C/mark> spendere ancora energie alla ricerca \u003Cmark>di\u003C/mark> un capro espiatorio. Davanti a tale zelo, che ormai è semplicemente accanimento, viene da sorridere con tanta tristezza e rabbia: per qualsiasi persona dotata \u003Cmark>di\u003C/mark> un briciolo buon senso questo sperperare risorse ingenti a fronte della crisi economica, dell’epidemia globale, fra nuove e vecchie povertà e miserie generalizzate, è un evidente oltraggio, verso la popolazione bresciana e non solo. È infatti assurdo, per chiunque sia minimamente onesto, che tali cose vengano reputate più importanti da parte della “giustizia” rispetto all’inquinamento delle acque, alle morti negli ospedali e nelle rsa, alla distruzione della medicina \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>base\u003C/mark>, ai posti \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro persi, agli sfratti e alle persone senza casa che aumentano, ai mancati investimenti alle scuole del territorio, alle casse integrazioni e ai fantomatici bonus che non arrivano.\r\nSta peggiorando il tenore \u003Cmark>di\u003C/mark> vita. Nell’ultimo anno, cinque milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> persone nel “bel paese” hanno avuto difficoltà a mettere in tavola un pasto decente, e il 60% teme \u003Cmark>di\u003C/mark> poter perdere il lavoro o il reddito nel prossimo periodo. I poveri diventano sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi. Per garantire i profitti \u003Cmark>di\u003C/mark> pochi, anzi pochissimi, sulle spalle della miseria dei tanti, lo Stato deve usare sempre \u003Cmark>di\u003C/mark> più il bastone. Il nemico siamo noi! Avere a che fare con sanzioni, denunce, processi, ovvero con il braccio armato dello Stato e dei ricchi, è purtroppo sempre più la normalità. Faccio alcuni esempi: dal 2017, per chi ha la sventura \u003Cmark>di\u003C/mark> non avere quel poco \u003Cmark>di\u003C/mark> garanzie che rimangono con un contratto \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro e deve campare accettando lavoretti in nero (chi non si è mai trovato in questa situazione?!), a rischiare non è il padrone, che è passibile \u003Cmark>di\u003C/mark> multa (per chi ha un’azienda la cosa è gestibile, non certo un dramma) è soprattutto la lavoratrice o il lavoratore poiché “accetta” \u003Cmark>di\u003C/mark> lavorare a tali condizioni – come se avesse una scelta! Al \u003Cmark>di\u003C/mark> là delle multe è anche prevista la reclusione fino a due anni, e ad essere titolari \u003Cmark>di\u003C/mark> una misera indennità \u003Cmark>di\u003C/mark> disoccupazione, la reclusione rischia \u003Cmark>di\u003C/mark> aumentare fino a tre anni. La pandemia è stata un apripista per ulteriori giri \u003Cmark>di\u003C/mark> vite, con misure la cui unica utilità è addestrare il singolo all’obbedienza, non certo a proteggersi dal contagio \u003Cmark>di\u003C/mark> un virus – basti pensare al coprifuoco, vera e propria misura \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra. Inoltre, a lottare per migliorare le proprie condizioni lavorative, o perché la gente non muoia più nel tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> attraversare una frontiera, addirittura a ribadire verità tragicamente reali come il fatto che in carcere si muore o che chi vende le armi alimenta la guerra, si rischia sempre più spesso \u003Cmark>di\u003C/mark> essere accusati \u003Cmark>di\u003C/mark> associazione a delinquere, favoreggiamento, istigazione, diffamazione… basti nominare l’azione repressiva contro i portuali \u003Cmark>di\u003C/mark> Genova per via delle loro lotte antimilitariste, ma non è purtroppo l’unica. D’altra parte, giusto per fare un esempio, se sei il proprietario della Caffaro o dell’Ilva ed hai ammazzato persone avvelenando le città per i tuoi profitti, non rischi nemmeno lontanamente \u003Cmark>di\u003C/mark> farti 12 anni \u003Cmark>di\u003C/mark> galera. Ma nemmeno un giorno. La tortura del carcere non si augura a nessuno ma è comunque singolare fare questa “constatazione”.\r\nL’epidemia \u003Cmark>di\u003C/mark> covid ha reso palese un progetto che mira a privarci \u003Cmark>di\u003C/mark> tutto ciò che ci rende umani, è la costruzione della società dell’isolamento. Mentre Stato e imprenditori impongono la necessità \u003Cmark>di\u003C/mark> produrre (noi) per farli guadagnare a rischio della (nostra) vita, il cosiddetto distanziamento sociale differenzia i rapporti familiari da quelli “evitabili”. Viene definito e decretato cosa loro intendano per vita: produrre e consumare, mentre le cose veramente importanti e belle come la libertà, l’imprevisto e la socialità vengono gettate nella clandestinità e bollate come malsane, sospettose, patogene.\r\nIl distanziamento sociale non viene pensato come temporaneo, ma viene dato per inevitabile un mondo \u003Cmark>di\u003C/mark> persone isolate, collegate fra loro unicamente dall’informatica. Quanto sarà malata una vita così? Alla \u003Cmark>base\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> questo futuro prossimo c’è l’inquinamento elettromagnetico, la distruzione degli habitat micro-biologici del pianeta (con la probabilità \u003Cmark>di\u003C/mark> future epidemie), lo sfruttamento aberrante del lavoro e la guerra fra stati per la spartizione del mondo così da accaparrarsi quei metalli rari necessari alle nuove tecnologie smart e green. Così vanno le cose in questo mondo. La farsa del recovery fund ne è un tragico esempio: una pioggia \u003Cmark>di\u003C/mark> investimenti su quei processi e opere (digitalizzazione, grandi infrastrutture) che rafforzano le condizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> vita malsane che hanno aperto la strada all’epidemia globale e all’impossibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> affrontarla. Sono queste le cose necessarie per chi ci governa.\r\nVedo anche che le procure non proseguono mai nelle inchieste per i fondi illeciti ai partiti, per i morti ammazzati in mare, per le tangenti o il genocidio \u003Cmark>di\u003C/mark> una generazione anziana a causa della malasanità. Chissà perché, mi domando. Va bene, è indubbio che per la “giustizia” prendersela seriamente con politici e potenti non è cosa facile, c’è rischio \u003Cmark>di\u003C/mark> stipendio e carriera a pestare i piedi ai propri capi. Meglio prendersela con i poveracci, è più sicuro! Ma c’è dell’altro. Forse lo Stato quello che una persona come me può ritenere giusto non lo capisce, come può non capire \u003Cmark>di\u003C/mark> cos’hanno bisogno gli sfruttati per vivere bene. O forse, banalmente, non gli interessa. “A pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca”, diceva Andreotti. Insomma, se non sono stupidi, significa che stanno prendendoci per il naso.\r\nE allora, cari signori, potete obbligarci a fare una vita difficile e pesante perché voi possiate arricchirvi sulle nostre spalle, godendovi il privilegio \u003Cmark>di\u003C/mark> poter fare ogni schifezza, ogni capriccio che vi passi per la testa. Potete prenderci in giro, lasciarci senza casa, senza un soldo, senza medico, potete accusare chi prova a ribellarsi, potete trovare o inventare “prove” per distruggere la vita \u003Cmark>di\u003C/mark> qualcuno e delle sue persone care. Potete, con accuse infamanti quali quella \u003Cmark>di\u003C/mark> terrorismo, vendicarvi come e quando volete, potete lasciare milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> persone nella povertà, nella guerra, nell’ignoranza, raccontando bugie sempre più assurde e stravaganti. Come i re \u003Cmark>di\u003C/mark> un tempo, pensate che nessuno vi dirà mai nulla e che “il popolo è bue”, e così ci trattate. E agli sfruttati, immiseriti, spaventati e schiacciati, state cercando ancora una volta \u003Cmark>di\u003C/mark> far credere che i malvagi non sono i tiranni, gli affamatori e gli sgherri in divisa che li proteggono, ma le persone che vogliono rivoltarsi dinanzi a questo schifo. E che i nemici della povera gente siamo noi anarchici. Il problema reale per voi sono le idee e le azioni generose e risolute \u003Cmark>di\u003C/mark> persone che vogliono vivere libere e che vogliono farla finita con questo mondo \u003Cmark>di\u003C/mark> terrore e povertà, prima che per tutte le classi sociali non abbienti ci sia solo la galera.\r\nIo sono anche un anarchico, e sono orgoglioso \u003Cmark>di\u003C/mark> esserlo, ma sono soprattutto uno sfruttato nato in un ceto basso e figlio \u003Cmark>di\u003C/mark> operai, e sono stufo \u003Cmark>di\u003C/mark> essere preso in giro e \u003Cmark>di\u003C/mark> dover far finta \u003Cmark>di\u003C/mark> credere a tutte le vostre menzogne, tra l’altro raccontate molto male. E poi andiamo, non c’entro nulla, ma proprio nulla con voi. Non ho una carriera da costruire sulle spalle della povera gente, non ho una villa da comprare facendo il burocrate, tradimenti da attuare per far carriera, persone da incarcerare, piedi da calpestare, magagne da nascondere, balle da raccontare… insomma non ho, non ho mai avuto né vorrei avere una vita “avventurosa” come la vostra. E per fortuna, penso, guardando a cosa avviene nel mondo o nella nostra piccola città, che dite \u003Cmark>di\u003C/mark> essere il bene. Non oso nemmeno immaginare cosa accadrebbe se vi diceste malvagi ed egoisti!\r\nAnche io non sono un santo è vero, e a mio modo risulto ridicolo agli occhi delle persone – niente \u003Cmark>di\u003C/mark> grave. Insomma, se faccio qualcosa \u003Cmark>di\u003C/mark> male è un male relativo, cioè… non uccido persone per i miei tornaconti personali o per il mio portafogli, non inquino i fiumi e l’acqua corrente nei paesi, non chiudo ambulatori \u003Cmark>medici\u003C/mark> e non mi arricchisco sulle spalle degli altri. Né tanto meno butto fuori la gente da casa, non licenzio nessuno né prometto a famiglie intere che avranno dei bonus o la cassa integrazione per poi lasciarli senza nulla, non strangolo la gente con le tasse per fare la guerra, le indagini fuffa, ecc. Insomma, non ho il vostro generoso “altruismo”, chissà come fate a vivere senza rimorsi o sensi \u003Cmark>di\u003C/mark> colpa. Mah. Per quel che mi riguarda non parteciperò al vostro teatrino mediatico e tanto meno potrò mai ammettere che siete il bene, o che va tutto bene. Sarebbe come ammettere davanti all’inquisizione che la terra è piatta, o come affermare che Luigi XVI fosse bello, bravo e buono. Davanti ai poveri come me gli unici argomenti che avete sono la forza e la paura. E per questo motivo vi sentite insicuri nelle nefandezze e nei loschi affari, soprattutto in un periodo storico come questo in cui accade che le persone si sveglino e siano stufe \u003Cmark>di\u003C/mark> tirare la cinghia, \u003Cmark>di\u003C/mark> avere paura, \u003Cmark>di\u003C/mark> essere prese in giro. Insomma, rivoltarsi e dire basta contro questo mondo \u003Cmark>di\u003C/mark> tenebre è semplicemente giusto, per chi ha un cuore ogni atto \u003Cmark>di\u003C/mark> rivolta è giusto, davanti al male che perseguite.\r\nUn mondo nuovo è necessario. Un’azione può essere condivisibile o meno da parte della povera gente, ma è sempre etica \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte alle ingiustizie, per chi ha un cuore che batte per un’umanità ed un mondo migliore. Con la speranza che la rivoluzione, come sempre e in ogni epoca, sia contagiosa. Dite che gli anarchici sono un pericolo: non penso proprio. Forse ci imprigionate e perseguitate perché temete che persone come noi possano essere \u003Cmark>di\u003C/mark> esempio per gli sfruttati, non comprendendo che da sempre è quando i poveri dicono basta e si ribellano che sono un esempio per noi, e che noi siamo da sempre parte e figli loro.\r\nHo quasi finito, volevo dire queste parole. Non sono capace \u003Cmark>di\u003C/mark> cose più profonde, né voglio dire altro: per chi come me, non ha soldi per domestici, vacanze ai tropici, sogni \u003Cmark>di\u003C/mark> carriere e stipendi elevati, la vita ruota attorno al lavoro, a tirare a fine giornata e ai propri cari. La vita, insomma, è dura e non ho il “buon tempo” come voi \u003Cmark>di\u003C/mark> costruire castelli in aria e far terrore alla povera gente. 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[Questo è dovuto anche all'uso eccessivo di prodotti antibatterici negli ultimi anni, e ad un malinteso sul ruolo dei batteri nella nostra immunità, che i nostri corpi diventano più sensibili anno con anno.]\r\nPiù usiamo questi gel a base di alcool, più permeabili e sensibili ai virus diventa l'epidermide... Diamo priorità ai saponi classici!\r\nPoi i media iniziano a parlarci di una soluzione che verrebbe anche da fuori: un futuro trattamento farmacologico o un vaccino le cui valutazioni dell'autorizzazione all'immissione in commercio saranno sicuramente trascurate per motivi di ′′ emergenza \"...\r\nIn che MOMENTO è stato spiegato alla popolazione che tutti hanno la capacità di rafforzare naturalmente il proprio sistema immunitario in pochi giorni (i giovani) o in poche settimane? 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Jose Gorrochategui ?\r\n\r\n \r\n\r\nmusica\r\n\r\nACID ARAB\r\n\r\nAKALÉ WUBÉ\r\n\r\nBACHAR MAR-KHALIFE\r\n\r\nANALOG AFRICA\r\n\r\nDJ SKOR 16\r\n\r\nLEILA GOBI\r\n\r\nMULATU ASTATKE\r\n\r\nGRUP SIMSEK\r\n\r\nNEM KALDI\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/inchiesta-MALA-DIAZ-RSA-PEDOFILIA2LUGLIO2020.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/Violenza-quello-che-non-ci-dicono-02072020.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Luglio 2020","2020-07-09 14:27:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/EKA0207-200x110.jpg","di questo nessuno parla INCHIESTA MALAFEMME con DIAZ RIGOLINO",1594304844,[483,484,485,486,487,488,61,489,490,491,492,493,494,495,496,65,497,66,498],"http://radioblackout.org/tag/anonwolf/","http://radioblackout.org/tag/anonymous-it/","http://radioblackout.org/tag/anonymous-angeli-calpestati/","http://radioblackout.org/tag/anonymous-italia/","http://radioblackout.org/tag/bolivar-julian/","http://radioblackout.org/tag/casper-whiteghost/","http://radioblackout.org/tag/covid19/","http://radioblackout.org/tag/diana-rigolino/","http://radioblackout.org/tag/elliot-hunt/","http://radioblackout.org/tag/hackboyz/","http://radioblackout.org/tag/jose-gorrochategui/","http://radioblackout.org/tag/lulzsec-italia/","http://radioblackout.org/tag/pedofilia-online/","http://radioblackout.org/tag/perla-near/","http://radioblackout.org/tag/revengegram/","http://radioblackout.org/tag/violenza-domestica/",[500,501,502,503,504,505,69,506,507,508,509,510,511,512,513,71,514,72,515],"AnonWolf","Anonymous [IT]","ANONYMOUS ANGELI CALPESTATI","Anonymous italia","Bolivar Julian","Casper WhiteGhost","covid19","diana rigolino","Elliot Hunt","Hackboyz","Jose Gorrochategui","LulzSec Italia","pedofilia online","Perla Near","RevengeGram","violenza domestica",{"post_content":517,"post_title":521},{"matched_tokens":518,"snippet":519,"value":520},[78,79,78],"giorni \u003Cmark>di\u003C/mark> fila perché, a \u003Cmark>base\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> etanolo, elimineranno la prima barriera","Oggi puntata \u003Cmark>di\u003C/mark> InfoPoint su RadioBlackout abbiamo parlato \u003Cmark>di\u003C/mark> RSA e Covid e operazione RevengeGram\r\nNel secondo blocco parleremo \u003Cmark>di\u003C/mark> violenza \u003Cmark>di\u003C/mark> coppia e prevenzione\r\nusando il Testo \u003Cmark>di\u003C/mark> un naturopata francese:\r\n′′ E' alquanto fastidioso che giorno dopo giorno e sempre \u003Cmark>di\u003C/mark> più, nel cuore della pandemia, i mezzi \u003Cmark>di\u003C/mark> comunicazione non danno spiegazioni sul funzionamento del nostro sistema immunitario.\r\nSiamo costantemente esortati a cercare protezione esterna che ci salvi: acquistare maschere, acquistare gel idroalcolici (senza specificare che questi gel non devono essere usati per diversi giorni \u003Cmark>di\u003C/mark> fila perché, a \u003Cmark>base\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> etanolo, elimineranno la prima barriera immunitaria naturale del nostro corpo: le batteri e film lipidi della nostra pelle, che è una barriera per i virus... 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Questo certamente non eviterebbe la diffusione del virus, ma rafforzerebbe le nostre difese contro \u003Cmark>di\u003C/mark> lui e quindi ridurrebbe la proporzione \u003Cmark>di\u003C/mark> casi gravi, per guarire molto più velocemente a casa.\r\nPerché non coinvolgere nei canali informativi, che dedicano il 95 % del loro tempo su questo argomento per diverse settimane, ai professionisti della sanità che parlano \u003Cmark>di\u003C/mark> prevenzione, come nutrizionisti, naturopati, omeopati,, fitoterapisti, che potrebbero realizzare un immenso lavoro \u003Cmark>di\u003C/mark> informazione e prevenzione vicino al pubblico e così alleviare i \u003Cmark>medici\u003C/mark> che sono in prima linea?\r\nPerché non dire alla gente che mangiare spazzatura, come i prodotti industriali trasformati e raffinati, è la prima cosa che distrugge le nostre difese immunitarie?\r\nChe l'efficienza del nostro sistema immunitario dipende strettamente dalla qualità della nostra flora intestinale (e quindi dalla qualità \u003Cmark>di\u003C/mark> ciò che mangiamo)\r\nChe verdura e frutta viva, cruda, locale e stagionale sono il modo migliore per incrementare rapidamente le nostre riserve minerali, necessarie per l'immunità.\r\nPerché non spiegare che il digiuno rafforza il sistema immunitario in soli 3 giorni?\r\nPerché non parlare dei benefici della doccia fredda che in pochi giorni aumenta il livello \u003Cmark>di\u003C/mark> alcuni linfociti T?\r\nPerché non spiegare che piante come l'echinacea, l'astragalo, il sambuco, lo scaramusso, nelle loro forme concentrate, aumentano le difese immuni in poche settimane? (allora avremmo avuto tempo da quando è apparso il virus...)\r\nPerché non parlare dell'efficacia degli oli essenziali antivirali, oltre a Vit C ad alte dosi e minerali traccia come zinco e selenio?\r\nPerché non parlare dell'importanza dell'attività fisica e degli studi recenti che provano la rapida efficacia dello yoga per rafforzare il sistema immunitario?\r\nPerché non spiegare che la paura è un potente immunosoppressore? E perchè invece è l'unica emozione trasmessa in questo momento dai principali media che generano un livello d'ansia che indebolisce ogni giorno \u003Cmark>di\u003C/mark> più...?\r\nPerché non spiegare alle persone che hanno dentro \u003Cmark>di\u003C/mark> esse un potenziale \u003Cmark>di\u003C/mark> difesa e guarigione che è infinitamente più potente \u003Cmark>di\u003C/mark> qualsiasi droga al mondo e che può essere attivata rapidamente? Il nostro CORPO è una vera macchina per la guarigione.\r\nIn questo periodo in cui finalmente abbiamo del tempo, è tempo \u003Cmark>di\u003C/mark> interessarci al nostro proprio funzionamento, rivendicare il nostro potere personale, prendere il controllo della nostra salute e del nostro futuro.\r\n? Jose Gorrochategui ?\r\n\r\n \r\n\r\nmusica\r\n\r\nACID ARAB\r\n\r\nAKALÉ WUBÉ\r\n\r\nBACHAR MAR-KHALIFE\r\n\r\nANALOG AFRICA\r\n\r\nDJ SKOR 16\r\n\r\nLEILA GOBI\r\n\r\nMULATU ASTATKE\r\n\r\nGRUP SIMSEK\r\n\r\nNEM KALDI\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/inchiesta-MALA-DIAZ-RSA-PEDOFILIA2LUGLIO2020.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/Violenza-quello-che-non-ci-dicono-02072020.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":522,"snippet":523,"value":523},[78],"\u003Cmark>di\u003C/mark> questo nessuno parla INCHIESTA MALAFEMME con DIAZ RIGOLINO",[525,527],{"field":105,"matched_tokens":526,"snippet":519,"value":520},[78,79,78],{"field":192,"matched_tokens":528,"snippet":523,"value":523},[78],{"best_field_score":405,"best_field_weight":197,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":434,"tokens_matched":112,"typo_prefix_score":47},{"document":531,"highlight":543,"highlights":548,"text_match":403,"text_match_info":551},{"comment_count":47,"id":532,"is_sticky":47,"permalink":533,"podcastfilter":534,"post_author":299,"post_content":535,"post_date":536,"post_excerpt":53,"post_id":532,"post_modified":537,"post_thumbnail":538,"post_title":539,"post_type":344,"sort_by_date":540,"tag_links":541,"tags":542},"72148","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-26-novembre-la-pandemia-e-leterno-ritorno-del-presente-spezzare-le-ali-del-militarismo-polonia-la-legge-contro-laborto-uccide-femministe-e-antimilitariste/",[299],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2021-11-26-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nLa strage di stato continua: è arrivata la quarta ondata, aumentano i contagi ed i morti.\r\nIl vaccino pare aver ridotto la mortalità della malattia, ma l’immunità resta un orizzonte lontano.\r\nIn due anni i governi che si sono succeduti si sono ben guardati dal mettere in campo le misure necessarie a ridurre le possibilità di contagio nelle fabbriche, nei magazzini, sui trasporti pubblici, nelle scuole. Tutto è peggio di prima. La prevenzione e la cura di gravi patologie non trasmissibili già privilegio per chi può pagare, è oggi un miraggio. Contestualmente ai morti di Covid, aumentano i decessi di chi soffre di altre malattie.\r\nL’ultima risposta del governo è il lockdown selettivo riservato ai soli non vaccinati, cui verrà permesso solo di lavorare e fare la spesa. Il Green Pass rinforzato consente di mantenere tutto aperto in vista del delirio consumistico di fine anno, punendo chi, per ragioni diverse, ha scelto di non vaccinarsi.\r\nIl Green pass super non è una misura che possa garantire il contenimento della malattia, ma un’ulteriore forma di pressione nei confronti dei non vaccinati, uno strumento di controllo biopolitico, che, con ogni probabilità, innescherà nuove tensioni sociali.\r\nSiamo di fronte ad un incredibile paradosso, la convergenza di due strade divaricate e ostili. Da un lato il governo cui preme solo garantire la produzione e circolazione delle merci e quindi, per il bene dell’economia, dichiara di voler scongiurare un lockdown totale (almeno sin dopo Natale). Dall’altro lato la parte negazionista dei No vax, che a loro volta vogliono impedire chiusure e limitazioni. Anche i No Vax ambiscono a tenere tutto aperto.\r\nI Draghi e i Puzzer sono nemici, ma sono anche l’immagine rovesciata allo specchio l’uno dell’altro.\r\nSullo sfondo la grande paura che segna questi anni. La paura del futuro che non c’è, della crisi climatica, della precarietà sempre più diffusa, di una gestione della salute pubblica, che ci nega come soggetti attivi e consapevoli. La paura che la libertà di movimento, l’unico privilegio di cui gode chi vive nel nord ricco del mondo, venga per sempre messa sotto controllo governativo. \r\nIn questi anni abbiamo assistito attoniti al risorgere potente dei nazionalismi e dei particolarismi, delle religioni e delle guerre sante. Oggi, complice la pandemia, assistiamo all’emergere di movimenti millenaristi, che, se non si inverte la rotta, rischiano di celebrare la fine del mondo in una terrificante cupio dissolvi, con l’unico obiettivo dell’eterna ripetizione di presente. \r\nNe abbiamo discusso con Massimo Varengo\r\n\r\nCronache antimilitariste e prospettive di lotta\r\nLa buona riuscita del corteo dello scorso sabato a Torino è un positivo segnale di crescita delle lotte contro produzione bellica, spesa di guerra, missioni militari all’estero, basi militari e poligoni di tiro. Un concreto orizzonte di lotta che occorre allargare estendendo la rete antimilitarista e moltiplicando gli appuntamenti di lotta su scala locale e nazionale.\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nPolonia. La legge contro l’aborto uccide\r\n“Aborto libero! Assassini”, firmato “A” cerchiata femminista, è la scritta che ha fatto la sua comparsa davanti alla sede del consolato polacco in via Madama Cristina 142 a Torino.\r\nIzabela aveva solo 30 anni. È arrivata all’ospedale di Pszczyna (Polonia) alla ventiduesima settimana di gravidanza, dopo che le si erano prematuramente rotte le acque. I medici hanno tentennato fino alla morte del feto che già evidenziava chiare malformazioni. Giunti al punto di non ritorno è stato applicato un cesareo d’urgenza, ma Izabela non ce l’ha fatta. Era oramai troppo tardi, il suo cuore ha smesso di battere causa shock settico. I fatti si sono consumati a pochi mesi di distanza dalla decisione della Corte Costituzionale - convertita in legge nel gennaio di quest’anno - che rende quasi del tutto impossibile abortire legalmente in Polonia.\r\n\r\nFemminismo e militarismo\r\nIl 25 novembre il monumento al bersagliere in corso Galileo Ferraris a Torino è stato ridisegnato in chiave antimilitarista e antisessista da alcunə anarcofemministə di passaggio. Le vergogne del militarismo sono state coperte, rivelando la natura gerarchica, prevaricatoria, intrinsecamente machista e patriarcale di tutti gli eserciti, che siano essi impegnati in imprese neocoloniali al di fuori dei confini nazionali oppure in operazioni di pattugliamento delle strade dei quartieri popolari. \"Stupratori assassini\" è la scritta appesa a mezz'aria, campeggiante sullo sfondo, così come a restare sullo sfondo sono troppo spesso i corpi violati e/o senza vita di tante donne la cui libertà è perennemente sotto attacco. Patriarcato e ideologia militare vanno a braccetto. Sta a noi tuttə metterci di traverso per scardinare l'ordine che poggia su queste odiose fondamenta.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nLunedì 29 novembre\r\npresidio in piazza Castello contro la presenza a Torino di Lagarde, presidente della BCE\r\nDalle 16,30 \r\n\r\nMartedì 30 novembre\r\nPresidio di lotta di fronte all’ingresso dell’Oval, che ospita la ottava edizione dell’Aerospace and defence meeting – mostra mercato dell’industria bellica aerospaziale. Dalle 12,30\r\n\r\nMercoledì 1 dicembre\r\nassemblea popolare No Tav\r\nore 21 al polivalente di Bussoleno\r\n\r\nSabato 4 dicembre\r\nNo Draghi day promosso dal sindacalismo di base contro la macelleria sociale del governo.\r\nAppuntamento alle 15 in piazza Solferino\r\n\r\nMercoledì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Borgone a San Didero.\r\nDalle ore 13\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30 (anticipata a martedì 30 novembre e a martedì 7 dicembre per consentire la partecipazione alle iniziative No Tav in valle) \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","29 Novembre 2021","2021-11-29 13:01:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/War-Poverty-Business-refugees-Migrations-1-col-200x110.jpg","Anarres del 26 novembre. La pandemia e l’eterno ritorno del presente. Spezzare le ali del militarismo. Polonia: la legge contro l’aborto uccide. Femministe e antimilitariste...",1638182997,[],[],{"post_content":544},{"matched_tokens":545,"snippet":546,"value":547},[78,79],"Draghi day promosso dal sindacalismo \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>base\u003C/mark> contro la macelleria sociale del","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze \u003Cmark>di\u003C/mark> Blackout. 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Sta a noi tuttə metterci \u003Cmark>di\u003C/mark> traverso per scardinare l'ordine che poggia su queste odiose fondamenta.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nLunedì 29 novembre\r\npresidio in piazza Castello contro la presenza a Torino \u003Cmark>di\u003C/mark> Lagarde, presidente della BCE\r\nDalle 16,30 \r\n\r\nMartedì 30 novembre\r\nPresidio \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte all’ingresso dell’Oval, che ospita la ottava edizione dell’Aerospace and defence meeting – mostra mercato dell’industria bellica aerospaziale. Dalle 12,30\r\n\r\nMercoledì 1 dicembre\r\nassemblea popolare No Tav\r\nore 21 al polivalente \u003Cmark>di\u003C/mark> Bussoleno\r\n\r\nSabato 4 dicembre\r\nNo Draghi day promosso dal sindacalismo \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>base\u003C/mark> contro la macelleria sociale del governo.\r\nAppuntamento alle 15 in piazza Solferino\r\n\r\nMercoledì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Borgone a San Didero.\r\nDalle ore 13\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30 (anticipata a martedì 30 novembre e a martedì 7 dicembre per consentire la partecipazione alle iniziative No Tav in valle) \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[549],{"field":105,"matched_tokens":550,"snippet":546,"value":547},[78,79],{"best_field_score":405,"best_field_weight":197,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":47,"score":552,"tokens_matched":112,"typo_prefix_score":47},"1733921019837546609",{"document":554,"highlight":569,"highlights":582,"text_match":593,"text_match_info":594},{"comment_count":47,"id":555,"is_sticky":47,"permalink":556,"podcastfilter":557,"post_author":558,"post_content":559,"post_date":560,"post_excerpt":53,"post_id":555,"post_modified":561,"post_thumbnail":562,"post_title":563,"post_type":344,"sort_by_date":564,"tag_links":565,"tags":567},"90526","http://radioblackout.org/podcast/bastionidi-orione-13-06-2024-etiopia-il-passato-coloniale-raccontato-in-una-graphic-novel-e-il-presente-di-una-guerra-che-non-vuole-finire/",[305],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata racconta dell'Etiopia e del sanguinoso passato coloniale italiano cancellato dalla memoria collettiva e sostituito dal mito degli \"italiani brava gente \". Una graphic novel di Emanuele Giacopetti riporta alla memoria la strage di Addis Abeba del 19 febbraio del 1937 ,lo\" yekatit 12\" secondo il calendario etiope ,quando gli italiani, che avevano invaso il Paese nel 1935 con una brutale guerra di aggressione con l'uso indiscriminato dei gas contro la popolazione civile , in tre giorni massacrarono 20 mila civili etiopi inermi .Ne parliamo con l'autore che ci racconta come è nata l' idea di raccontare la strage ordinata da Graziani cui hanno partecipato oltre alle camicie nere anche i coloni italiani e il contributo della Federazione delle resistenze che è una rete informale di realtà e collettivi formatasi nel 2020 e che agisce sul fronte della promozione di attività e riflessioni sul colonialismo italiano e sull'antifascismo. Destinato al pubblico più vasto, il lavoro di Giacopetti è pensato come strumento utile ad affrontare la storia coloniale anche nelle scuole, per questo include un agile glossario di termini, locuzioni e acronimi che arricchiscono la lettura.\r\n\r\nQui si puo' scaricare il pdf\r\n\r\nhttps://resistenzeincirenaica.com/2024/02/23/il-massacro-di-addis-abeba/\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI13062024-GRAPHIC-NOVEL.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palemidesse parliamo dell'attualità dell'Etiopia e gli strascichi della guerra iniziata nel 2020 e ufficialmente conclusa con gli accordi di Pretoria ma le stime parlano di circa 500.000 morti, non è stata fatta ancora giustizia per le vittime dei crimini commessi dai belligeranti che si possono configurare come crimini contro l'umanità poichè si tratta di stupri di massa e violenze su base etnica contro le minoranze . Il ritorno alla normalità per gli abitanti del Tigrai è ancora un miraggio ,le infrastrutture si tratti di strade oppure ospedali e presidi medici sono state distrutte ,si parla di più di 20 miliardi di dollari per i costi di ricostruzione . Intanto le milizie Fano ,che erano alleate con le forze governative di Addis Abbeba, hanno rifiutato di abbandonare le armi e continuano le operazioni belliche.\r\n\r\nLa riorganizzazione del sistema politico etiope nel 1991 lungo linee etno-linguistiche ha creato un nuovo insieme di relazioni tra maggioranza e minoranza. Il sistema, nel tentativo di conferire potere ai gruppi etnici, ha garantito ad alcuni di loro patrie territoriali in cui veniva conferito loro uno status paragonabile alla proprietà esclusiva e consentiva loro di godere di privilegi politici, economici e culturali. Si è creata una dicotomia indigeno/non indigeno, molti in Etiopia che vivono al di fuori delle loro terre etno-nazionali (regioni, zone speciali o distretti speciali) sono diventati “non indigeni”, stranieri rispetto alle aree in cui risiedevano. 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