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Dopo l’esplosione di migliaia di dispositivi elettronici di miliziani di Hezbollah, sono partiti i bombardamenti. Negli ultimi due giorni ci sono stati quasi 500 morti e migliaia di feriti. Le popolazioni del sud del Libano sono in fuga in direzione della capitale. \r\nSi sta aprendo un secondo fronte? Il rischio, più volte paventato, di un’escalation inarrestabile della guerra nel Mediterraneo Orientale, sta diventando sempre più concreto.\r\nCon Stefano Capello, attento osservatore geopolitico, abbiamo provato a tracciare gli scenari nel complesso contesto libanese. 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Anche se l'opzione militare per Netanyahu rimane sempre sul tavolo e al termine del mandato di Trump ci si era andati molto vicino; e ancora adesso Israele spera nell'incidente bellico, proseguendo con le provocazioni, nonostante anche gli interessi delle altre potenze spingano per mettere fine alle tensioni nel Golfo; Michele in questo intervento aveva accennato a postazioni iraniane in Siria e da lì nella notte successiva a questa registrazione sono partiti razzi diretti al nucleare israeliano di Dimona, caduti a una trentina di chilometri dal reattore israeliano; un messaggio dall'Iran.\r\nNonostante Biden e i suoi uomini siano indubbiamente filoisraeliani hanno dovuto far capire al governo di Tel Aviv di darsi una calmata per evitare che la strategia possa subire battute d'arresto. Come già rilevava Marina Forti Tehran è riuscita a riconvertire la propria economia aggirando in larga parte le sanzioni e ha stretto accordi con la Cina, avvicinandosi alla sua sfera di influenza e Michele Giorgio ci conferma l'esistenza di accordi sino-iraniani a lunga scadenza, sancendo l'inefficacia della politica sanzionatoria statunitense. Infatti è previsto per i primi mesi del 2022 un accordo definitivo sul nucleare iraniano, ma già a maggio dovrebbe venire siglato un primo accordo secondo le previsioni di Washington.\r\nAltro argomento affrontato è l'enorme business delle armi tra paesi del Mediterraneo orientale, che coinvolgono Grecia, Cipro, Emirati (e Sauditi, a gettare nuova luce sui criteri che informano realmente gli Abraham Accords), una sorta di rimodulazione di alleanze, scambi, traffici, occupazione di tratti di mare e contratti petroliferi... dove Israele si propone come garante, forte della sua potenza militare, per la sicurezza di chi vorrà essere suo alleato. Una fazione che si contrappone agli interessi dell'inedito ticket Egitto-Turchia: non è una sorpresa l'offerta greca di batterie di missili in questo coinvolgimento strategico di monarchie sunnite del Golfo con paesi del Mediterraneo orientale.\r\nPassando alle questioni interne, oltre agli episodi di aggressioni da parte di giovani israeliani ai danni di lavoratori palestinesi che lavorano nella parte ebraica di Gerusalemme, è in corso anche una quotidiana rivendicazione con arresti e scontri dall'inizio del ramadan per ottenere l'accesso alla spianata di al-Aqsa: importante è che questa situazione dimostra come la città rimanga una città divisa, nonostante i riconoscimenti americani della giurisdizione israeliana. Gerusalemme è divisa, un conflitto che non è concluso e archiviato dalla Storia, ma che al contrario va di nuovo affrontato e aggiornato... e su questa divisione va a incidere anche la negazione da parte delle autorità israeliane di consentire la partecipazione alle elezioni palestinesi (e contrastate) dei palestinesi di Gerusalemme Est. Un'elezione contrastata pure dall'Autorità stessa che le ha indette dopo 15 anni, perché Marwan Barghouti, il più popolare degli ergastolani palestinesi, sarebbe il quasi sicuro vincitore delle presidenziali e le legislative, con sondaggi contrastanti tra Hamas e Fatah.\r\nEcco come si è dipanato il discorso di Michele Giorgio nelal mattinata di giovedì 22 aprile dalle frequenze di Radio Blackout:\r\n\r\n\"Turbolenze e alleanze contrapposte tra Mediterraneo e Golfo\".","23 Aprile 2021","2021-04-23 11:58:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-1024x683.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-768x512.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-1536x1024.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/aerei-israelo-ellenici-2048x1365.jpeg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Turbolenze e alleanze contrapposte tra Mediterraneo e Golfo",1619179136,[163,164,165,166,62,63,167,168],"http://radioblackout.org/tag/abraham-accords/","http://radioblackout.org/tag/cipro/","http://radioblackout.org/tag/gerusalemme/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/jcpoa/","http://radioblackout.org/tag/tehran/",[170,27,171,29,25,17,172,173],"Abraham Accords","gerusalemme","Jcpoa","Tehran",{"post_content":175,"post_title":179},{"matched_tokens":176,"snippet":177,"value":178},[75,76],"delle armi tra paesi del \u003Cmark>Mediterraneo\u003C/mark> \u003Cmark>orientale\u003C/mark>, che coinvolgono Grecia, Cipro, Emirati","Abbiamo chiesto a Michele Giorgio di farci un quadro della condizione politica e geopolitica dell'area mediorientale regolata dagli interessi israeliani e per la vita dei palestinesi, che si vedono aggrediti e feriti da raid squadristi di giovani fascisti ebrei, di cui nessuno parla a livello di media mainstream, pur esistendo filmati diffusi in twitter.\r\nA cominciare dall'Iran e dagli irrevocabili segnali di distensione dell'amministrazione Biden che annovera tra i suoi uomini di spicco quegli stessi che avevano curato per Obama la trattativa con gli ayatollah; Israele non può certo stare a guardare la trattativa e infatti interviene in ogni modo possibile, non solo attraverso il Mossad, pur avendo ormai chiaro che l'era trumpiana è conclusa e il ritorno al tavolo del Jcpoa è scontato, quindi l'obiettivo è almeno tirare sul prezzo. 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Con il riaccendersi della terribile guerra in Medio Oriente, l’aprirsi del conflitto nel Mar Rosso, il moltiplicarsi degli attacchi turchi in Rojava, le tensioni per Taiwan, il perdurare dei conflitti per il controllo delle risorse nel continente africano, il rischio di una guerra, anche nucleare, su scala planetaria è una possibilità reale. (…)\r\nOpporsi concretamente è un’urgenza ineludibile.\r\nLa guerra in Ucraina ha nel proprio DNA uno scontro interimperialistico di enorme portata.\r\nIl prezzo di questa guerra lo pagano le popolazioni ucraine e russe.\r\nLo pagano oppositori, sabotatori, obiettori e disertori che subiscono pestaggi, processi e carcere.\r\nLo paghiamo noi tutti stretti nella spirale dell’inflazione, tra salari e pensioni da fame e fitti e bollette in costante aumento.\r\nIl governo italiano si è schierato in questa guerra inviando armi, arrivando a schierare 3.500 militari nelle missioni in ambito NATO nell’est europeo e nel Mar Nero.\r\nL’Italia è impegnata in ben 43 missioni militari all’estero, in buona parte in Africa, dove le truppe tricolori fanno la guerra ai migranti e difendono gli interessi di colossi come l’ENI.\r\nL’Italia vende armi a tutti i paesi in guerra, compresi Israele ed il Qatar, contribuendo direttamente a quella guerra atroce. (…)\r\nLa guerra è anche interna.\r\nIl governo risponde alla povertà trattando le questioni sociali in termini di ordine pubblico: i militari dell’operazione “strade sicure” quest’anno sono saliti a 6.800: li trovate nelle periferie povere, nei CPR, nelle stazioni, sui confini.\r\nCome se non bastasse il ministro della Difesa ha annunciato la costituzione di una “riserva”, un corpo di 10.000 militari volontari in addestramento perenne che possono essere richiamati per far fronte a qualsiasi “emergenza” interna.\r\nLa guerra è ormai arrivata anche nelle scuole, dove i militari fanno propaganda per l’arruolamento dei corpi e delle coscienze.\r\n(…)\r\nSosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia, in Ucraina, nel Mediterraneo orientale, nel Mar Rosso… e in ogni dove!\r\nApriamo le frontiere ad obiettori e disertori di tutti i paesi in guerra!\r\nDisertiamo la guerra!”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-20-piazze-antimili-24-federico.mp3\"][/audio]","22 Febbraio 2024","2024-05-19 13:04:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-13-manif-antimili-24-feb-col-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-13-manif-antimili-24-feb-col-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-13-manif-antimili-24-feb-col-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-13-manif-antimili-24-feb-col-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-13-manif-antimili-24-feb-col-768x1086.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-13-manif-antimili-24-feb-col-1086x1536.jpg 1086w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-13-manif-antimili-24-feb-col.jpg 1414w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","24 febbraio. 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(…)\r\nLa guerra è anche interna.\r\nIl governo risponde alla povertà trattando le questioni sociali in termini di ordine pubblico: i militari dell’operazione “strade sicure” quest’anno sono saliti a 6.800: li trovate nelle periferie povere, nei CPR, nelle stazioni, sui confini.\r\nCome se non bastasse il ministro della Difesa ha annunciato la costituzione di una “riserva”, un corpo di 10.000 militari volontari in addestramento perenne che possono essere richiamati per far fronte a qualsiasi “emergenza” interna.\r\nLa guerra è ormai arrivata anche nelle scuole, dove i militari fanno propaganda per l’arruolamento dei corpi e delle coscienze.\r\n(…)\r\nSosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia, in Ucraina, nel \u003Cmark>Mediterraneo\u003C/mark> \u003Cmark>orientale\u003C/mark>, nel Mar Rosso… e in ogni dove!\r\nApriamo le frontiere ad obiettori e disertori di tutti i paesi in guerra!\r\nDisertiamo la guerra!”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-20-piazze-antimili-24-federico.mp3\"][/audio]",[220],{"field":146,"matched_tokens":221,"snippet":217,"value":218},[75,76],{"best_field_score":189,"best_field_weight":190,"fields_matched":223,"num_tokens_dropped":48,"score":224,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},1,"1157451471441100913",{"document":226,"highlight":249,"highlights":254,"text_match":187,"text_match_info":257},{"cat_link":227,"category":228,"comment_count":48,"id":229,"is_sticky":48,"permalink":230,"post_author":51,"post_content":231,"post_date":232,"post_excerpt":54,"post_id":229,"post_modified":233,"post_thumbnail":234,"post_thumbnail_html":235,"post_title":236,"post_type":59,"sort_by_date":237,"tag_links":238,"tags":244},[45],[47],"86427","http://radioblackout.org/2024/01/litalia-in-guerra-dallucraina-al-mar-rosso/","I saluti di fine anno e le rituali visite del ministro della difesa a truppe di stanza all’estero hanno aperto un nuovo anno di guerra, in cui l’impegno dell’Italia è in costante crescita.\r\nIl governo ha già in più occasioni enfatizzato il ruolo delle forze armate e delle missioni militari, rivendicando la necessità di pubblicizzare e normalizzare l'interventismo militare italiano, con l'intento dichiarato dal Ministro della Difesa di \"cambiare la percezione dello strumento militare nazionale rispetto al passato\". Parole tra l'altro pronunciate in occasione dell'annuncio della\r\ncostituzione del “Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della\r\ncultura della Difesa”. Il partito di governo è fortemente caratterizzato in senso nazionalista e militarista, e Meloni e Crosetto vestono a pennello il ruolo dei guerrafondai, come le uniformi che indossano durante le visite ai contingenti all'estero. In questi due anni non è solo mutato il governo, è cambiato il contesto in cui intervengono i militari italiani.\r\nLa guerra in Ucraina e il conflitto nel Mediterraneo Orientale hanno dato un’accelerazione allo schieramento delle truppe italiane, per ora non coinvolte direttamente nei conflitti ma schierate a ridosso delle zone di combattimento.\r\nVale la pena avere un quadro completo dell’Italia in guerra, che è in prima fila anche nel Mar Rosso, dove da qualche giorno è partito un attacco angloamericano allo Yemen.\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli del Comitato livornese contro le missioni miitari all’estero\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-16-italia-in-guerra.mp3\"][/audio]","17 Gennaio 2024","2024-01-17 17:32:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Yemen-mappa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"189\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Yemen-mappa-300x189.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Yemen-mappa-300x189.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Yemen-mappa-1024x645.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Yemen-mappa-768x484.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Yemen-mappa.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L’Italia in guerra. 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Dietro la cortina fumogena della propaganda dei due stati si persegue l'espulsione dei palestinesi con il sostegno degli americani che puntano a controllare i corridoi energetici che passano per il Golfo Persico,nodo nevralgico che presidiano già con un imponente schieramento militare . Nonostante abbiano raggiunto l'indipendenza energetica gli U.S.A. perseguono il controllo degli snodi strategici dell'area in funzione anticinese ,utilizzando la potenza militare israeliana per eliminare la scomoda presenza palestinese . Si aggiunge al quadro la scoperta dei giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale ,davanti alle coste gazawi e il proseguimento dell'attività bellica contro l'Iran e i suoi alleati .\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/ALBERTO-NEGRI-INFO-080124.mp3\"][/audio]","8 Gennaio 2024","Prosegue da anni l'allargamento del conflitto in Medio Oriente .","2024-01-08 19:11:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/GAZA-080124-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/GAZA-080124-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/GAZA-080124-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/GAZA-080124-1024x643.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/GAZA-080124-768x482.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/GAZA-080124-1536x964.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/GAZA-080124-2048x1285.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","GUERRA DI STERMINIO A GAZA QUINTA ESSENZA DEL PROGETTO COLONIALE SIONISTA.",1704741077,[273,274,275,276],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-israelepalestina/","http://radioblackout.org/tag/corridoi-energetici/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/progetto-imec/",[278,279,280,281],"Conflitto Israele/palestina","corridoi energetici","Gaza","progetto Imec",{"post_content":283},{"matched_tokens":284,"snippet":285,"value":286},[75,76],"dei giacimenti di gas nel \u003Cmark>Mediterraneo\u003C/mark> \u003Cmark>orientale\u003C/mark> ,davanti alle coste gazawi e","Con Albeto Negri ,storico corrispondente di guerra e analista del Medio Oriente, facciamo il punto sull'operazione genocidaria israeliana a Gaza ,come conseguenza di un progetto coloniale perseguito fina da prima della fondazione dello stato sionista. 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La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà l’incontro Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. 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Il che, ancora una volta, interroga i sostenitori della democrazia sul fatto che l’idea stessa di una legge giusta sia un ossimoro in un contesto di ingiustizia sociale e di crescente violenza verso le classi pericolose e i movimenti di opposizione sociale.\r\nSmontare la trama sottesa ai provvedimenti governativi è un tassello importante di un percorso di lotta che sappiamo non facile, ma necessario, perché chi governa intende colpire ogni tentativo di rendere concreta la possibilità di una radicale trasformazione sociale.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nConflitto nel \u003Cmark>Mediterraneo\u003C/mark> \u003Cmark>orientale\u003C/mark>\r\nLa nuova guerra partita il 7 ottobre scorso con l’attacco di Hamas a villaggi e kibbutz nel sud di Israele, continua con un crescente bilancio di morti, feriti, sfollati nella striscia di Gaza.\r\nDopo tre mesi non si intravvedono spiragli di uscita da una crisi che ha già provocato un’immane tragedia umanitaria a Gaza. \r\nLe recenti uccisioni con attacchi mirati di capi di Hamas ed Hezbollah nel sud del Libano potrebbero condurre ad un’escalation anche in quell’area, dove, è già in corso un conflitto a bassa intensità.\r\nNel frattempo si è scaldato il clima in Yemen con l’attacco angloamericano a città e porti del paese controllato dagli Houti, sciiti e filoiraniani.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 19 gennaio\r\nStato di polizia\r\nLe leggi speciali dei fascisti del terzo millennio\r\nore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà la serata l’avvocato Gianluca Vitale\r\n\r\nVenerdì 2 febbraio\r\nPer l' anarchia. La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà l’incontro Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare\r\nIl nucleare, travestito di energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia pulita che non compromette il clima.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di rilegittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”.\r\nNon bastano i disastri e Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 \r\nContatti: \r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":351,"snippet":352,"value":352},[75,76],"Anarres del 12 gennaio. 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Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. 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Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste","29 Settembre 2025","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma […]","2025-09-29 14:27:35","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA CONTRO NOBOA E IL TRUMPISMO IN SALSA LATINA; SUDOVEST ASIATICO IN SUBBUGLIO, RIPERCUSSIONI DELLE GUERRE SIONISTE; CINA DOPO SHANGAI COOPERATION ORGANIZATION E XI ALL’ONU CON LA CASACCA AMBIENTALISTA",1759108934,[407,408,409,410,411,412,413,414,415,416,417,418,419,420,421,422,423,424,425,426],"https://radioblackout.org/tag/armenia/","https://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","https://radioblackout.org/tag/chp/","https://radioblackout.org/tag/conaie/","https://radioblackout.org/tag/cuenca/","https://radioblackout.org/tag/curdi/","https://radioblackout.org/tag/erdogan/","https://radioblackout.org/tag/israele/","https://radioblackout.org/tag/nato/","https://radioblackout.org/tag/netanyahu/","https://radioblackout.org/tag/noboa/","https://radioblackout.org/tag/ocalan/","https://radioblackout.org/tag/pkk/","https://radioblackout.org/tag/proteste/","https://radioblackout.org/tag/qatar/","https://radioblackout.org/tag/quito/","https://radioblackout.org/tag/sco/","https://radioblackout.org/tag/siria/","https://radioblackout.org/tag/trump/","https://radioblackout.org/tag/turchia/",[428,326,310,322,320,318,31,17,23,324,316,429,430,431,432,314,312,71,433,15],"armenia","Ocalan","pkk","proteste","qatar","Trump",{"post_content":435},{"matched_tokens":436,"snippet":437,"value":438},[75,76],"imperversano lungo le coste del \u003Cmark>Mediterraneo\u003C/mark> \u003Cmark>orientale\u003C/mark>. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena:","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. 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Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del \u003Cmark>Mediterraneo\u003C/mark> \u003Cmark>orientale\u003C/mark>. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",[440],{"field":146,"matched_tokens":441,"snippet":437,"value":438},[75,76],{"best_field_score":189,"best_field_weight":190,"fields_matched":223,"num_tokens_dropped":48,"score":224,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},{"document":444,"highlight":456,"highlights":461,"text_match":187,"text_match_info":464},{"comment_count":48,"id":445,"is_sticky":48,"permalink":446,"podcastfilter":447,"post_author":366,"post_content":448,"post_date":449,"post_excerpt":54,"post_id":445,"post_modified":450,"post_thumbnail":451,"post_title":452,"post_type":341,"sort_by_date":453,"tag_links":454,"tags":455},"93210","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-31-10-2024-il-crimine-premeditato-della-distruzione-del-medio-oriente-turchia-erdogan-tenta-di-dividere-il-fronte-curdo-ecuador-apagones-e-crisi-politica/",[302],"Bastioni di Orione incontra Alberto Negri storico corrispondente di guerra nel Medio Oriente e profondo conoscitore di quella regione , con cui abbiamo avuto una lunga conversazione di cui trasmettiamo in questa puntata la prima parte . Affrontiamo il caso \"Equalize\" , la società accusata di aver fatto accessi illegali agli archivi delle forze dell’ordine per ottenere informazioni riservate su persone e società, perchè emergono relazioni con elementi del Mossad ,i servizi segreti israeliani ,che ci rimandano ad una \"Israel connection\" e alle relazioni di lunga data tra il Mossad e i servizi segreti italiani. L'interesse israeliano è per l'ENI che ha ottenuto dal governo israeliano le concessioni per lo sfruttamento del gas al largo delle coste di Gaza , in violazione delle norme del diritto internazionali in quanto questi giacimenti off shore apparterrebero in gran parte ai palestinesi . Inoltre la controversa decisione del governo Meloni di appaltare la gestione della cybersecurity italiana ad Israele ,decisione che ha portato alle dimissioni del direttore dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), fa suppore una sottovalutazione dei rischi di affidare un campo così delicato ad un paese straniero impegnato in attività belliche a dir poco controverse i cui interessi nell'area del Mediterraneo orientale non sempre coincindono con quelli italiani . Esiste un partito trasversale che vede questi accordi con molto favore e privilegia gli interessi di Eni e Leonardo che giudica sovrapponibili con quelli nazionali e intrecciati con quelli dello stato sionista.\r\n\r\n- Parliamo con Alberto Negri anche dei mutamenti del Medio Oriente negli ultimi dieci anni e del Libano dove gli equilibri imposti dagli Accordi di Taif che fanno riferimento alla composizione della popolazione libanese risalente al censimento del 1932 – l’ultimo mai realizzato – non rispecchiano più la situazione sul terreno. Il tentativo sionista è di destrutturare l'intera società libanese in cui la componente sciita è maggioritaria ed Hezbollah è una parte rilevante dello stato sociale libanese e oltre ad essere una milizia è un partito radicato nella società e nelle istituzioni libanesi. Un Libano forte costituisce per Israele un concorrente per il suo progetto di egemonia regionale .\r\n\r\n- Ci si chiede se la politica americana da apprendisti stregoni in Medio Oriente sia il frutto di ignoranza delle dinamiche storiche e della cultura di quelle popolazioni o faccia parte di una strategia mirata alla destabilizzazione permanente di quella regione. Optiamo per questa ipotesi considerando che il \"deep state\" americano conosce perfettamente la regione e il suo obiettivo è quello della destabilizzazione che consente ad una potenza come gli Stati Uniti di esercitare il condizionamento sui vari attori, acuendo le divisioni etniche e settarie per favorire l'emergere di Israele come unica potenza regionale, espressione degli interessi americani in Medio Oriente. C'è un criminale disegno premeditato di distruzione del Medio Oriente che va avanti da anni, perseguito con la frantumazione degli stati arabi potenzialmente nemici di Israele e con la sottomissione delle monarchie arabe alla potenza egemone, disegno che prevede il sacrificio del popolo palestinese.\r\n\r\n- Si ragiona anche sulle conseguenze del 7 ottobre e sulla mancata proiezione strategica di Hamas che sta esponendo la popolazione di Gaza alla bestiale vendetta israeliana. Secondo Negri l'investimento dell'Iran su Hamas è stato fallimentare perchè ha portato all'indebolimento di Hezbollah e alla distruzione di Gaza ,Hamas non si sarebbe assunto la responsabilità politica delle conseguenze dell'operazione \"alluvione di Al Aqsa\" ,operazione che ha sicuramente interrotto l'avvicinamento tra Arabia Saudita ed Israele e riportato alla ribalta la questione palestinese ma ha avuto conseguenze devastanti per i gazawi senza proporre una strategia diversa dal sacrificio allo scopo di perpetuare una classe dirigente che si nutre del conflitto .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-31102024-NEGRI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Murat Cynar giornalista ed attivistita politico turco parliamo dei mutamenti in corso in Turchia con le sospette aperture di ambienti governativi verso Ocalan e l'attentato di Ankara alla fabbrica di armi Tusa con la conseguente ritorsione turca che ha portato al bombardamento delle infrastrutture civili del Kurdistan .\r\n\r\nIl 22 ottobre, Devlet Bahçeli, leader del Partito del movimento nazionale (Mhp) e alleato del partito al governo, ha invitato Abdullah Öcalan, storico leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), a dichiarare la fine della lotta armata e lo scioglimento del Pkk direttamente dal gruppo parlamentare del Partito dell’uguaglianza e della democrazia dei popoli (Dem), partito d’opposizione. Bahçeli ha enfatizzato che l’unico interlocutore per porre fine alla guerra sarebbe stato Öcalan, escludendo il Pkk e l’ex leader del Dem, Selahattin Demirtas, incarcerato dal 2016. il presidente Erdogan ha espresso sostegno alla proposta del suo alleato Devlet Bahçeli .\r\n\r\nLa fabbrica militare Tusas ad Ankara ha subito un attentato in pieno giorno, con la morte di cinque dipendenti e dei due attentatori, oltre al ferimento di 22 persone. Poco dopo, le immagini delle telecamere di sicurezza, che mostrano gli attentatori a volto scoperto e facilmente identificabili, erano già in circolazione. Il giorno dopo, il Pkk ha dichiarato che l’attacco, organizzato un mese prima da una formazione affiliata, «non è legato ai nuovi sviluppi». Ha destato perplessità che un’azione di tale portata avvenisse proprio all’indomani dell’appello a Öcalan. Poche ore dopo, le forze armate turche hanno colpito il nord-est della Siria, nella regione di Rojava.\r\n\r\nAbdullah Öcalan, leader del Pkk condannato all’ergastolo e in isolamento dal 1999 sull’isola di Imrali, ha ricevuto una visita dopo quasi quattro anni. Suo nipote, il parlamentare Omer Öcalan del partito Dem, ha dichiarato di averlo incontrato il giorno precedente, quello dell’attentato di Ankara. Il messaggio di Öcalan è stato questo: «L’isolamento continua. Se si verificano le condizioni, ho il potere teorico e pratico di spostare questo processo dal conflitto e dalla violenza al terreno legale e politico».\r\n\r\nQuesti gli avvenimenti riassunti da Murat nel suo articolo per il \"Manifesto \", sembra quindi che si sia avviato un nuovo percorso con quali scopi è ancora tutto da determinare .Erdogan vorrebe cambiare la costituzione per potersi presentare per un quarto mandato, ma non ha la maggioranza quindi spera nella benevolenza del DEM ,partito di opposizione ,potrebbe anche perseguire la divisione all'interno dello schieramento filo curdo ,oppure tentare una manovra di dialogo indiretto con i curdi siriani nel tentativo di riannodare il rapporto con Assad,ma alle sue condizioni .\r\n\r\nE' ancora presto per dirlo, i vari attori stanno prendendo posizione in vista di un cambiamento nel contesto di profondi scossoni che pervadono tutta la regione.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-31102024-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Davide Matrone docente di analisi politica e giornalista che vive a Quito ,parliamo della situazione in Ecuador ,dei continui black out elettrici che si prolungano anche per 14 ore al giorno ,della situazione sociale estremamente tesa ,del dilagare del narcotraffico ,delle promesse mancate del presidente Noboa e delle prospettive per le prossime elezioni con un campo progressista diviso ,il correismo in crisi e la mancanza di un alternativa radicale che abbia una connessione forte con le esigenze popolari.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-31102024-ECUADOR-MATRONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","3 Novembre 2024","2024-11-03 15:37:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-3-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 31/10/2024-IL CRIMINE PREMEDITATO DELLA DISTRUZIONE DEL MEDIO ORIENTE -TURCHIA ERDOGAN TENTA DI DIVIDERE IL FRONTE CURDO -ECUADOR \"APAGONES\" E CRISI POLITICA",1730648245,[374],[308],{"post_content":457},{"matched_tokens":458,"snippet":459,"value":460},[75,76],"i cui interessi nell'area del \u003Cmark>Mediterraneo\u003C/mark> \u003Cmark>orientale\u003C/mark> non sempre coincindono con quelli","Bastioni di Orione incontra Alberto Negri storico corrispondente di guerra nel Medio Oriente e profondo conoscitore di quella regione , con cui abbiamo avuto una lunga conversazione di cui trasmettiamo in questa puntata la prima parte . 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Secondo Negri l'investimento dell'Iran su Hamas è stato fallimentare perchè ha portato all'indebolimento di Hezbollah e alla distruzione di Gaza ,Hamas non si sarebbe assunto la responsabilità politica delle conseguenze dell'operazione \"alluvione di Al Aqsa\" ,operazione che ha sicuramente interrotto l'avvicinamento tra Arabia Saudita ed Israele e riportato alla ribalta la questione palestinese ma ha avuto conseguenze devastanti per i gazawi senza proporre una strategia diversa dal sacrificio allo scopo di perpetuare una classe dirigente che si nutre del conflitto .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-31102024-NEGRI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Murat Cynar giornalista ed attivistita politico turco parliamo dei mutamenti in corso in Turchia con le sospette aperture di ambienti governativi verso Ocalan e l'attentato di Ankara alla fabbrica di armi Tusa con la conseguente ritorsione turca che ha portato al bombardamento delle infrastrutture civili del Kurdistan .\r\n\r\nIl 22 ottobre, Devlet Bahçeli, leader del Partito del movimento nazionale (Mhp) e alleato del partito al governo, ha invitato Abdullah Öcalan, storico leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), a dichiarare la fine della lotta armata e lo scioglimento del Pkk direttamente dal gruppo parlamentare del Partito dell’uguaglianza e della democrazia dei popoli (Dem), partito d’opposizione. 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Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/2024-10-04-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nL’urgenza di fermare il genocidio.\r\nAd un anno dal massacro nel sud di Israele, mentre Gaza è un cumulo di macerie e il conflitto si estende a Libano e Iran è urgente fermare la strage, inceppando la guerra, sostenendo chi si oppone, chi diserta, chi lotta contro il proprio governo, contro ogni forma di nazionalismo, contro le religioni. In Israele, in Libano, in Palestina, in Iran, in ogni dove a partire dal nostro paese, dove vengono prodotte e commercializzate le armi che alimentano il conflitto.\r\nIl disfattismo, l’insubordinazione, la rivolta contro stati e frontiere sono l’unica possibilità per le popolazioni del Mediterraneo orientale. E non solo.\r\nNon saremo in piazza il 5 ottobre, perché per fermare la guerra occorre cominciare ad estirparne le radici, radici che traggono linfa dal suprematismo, dalle religioni, dalla follia nazionalista.\r\n\r\nItalia. Basi di guerra\r\nL’Italia è una piattaforma logistica per le guerre dell’imperialismo tricolore e Nato.\r\nL’ultima base operativa è quella di Solbiate Olona. Ma la mappa delle basi, aeroporti, poligoni di tiro, porti, postazioni radar, caserme è molto densa.\r\nQueste basi sono cruciali per la logistica delle guerre.\r\nDi fronte al rischio di ulteriore escalation militare la possibilità che il nostro paese venga investito direttamente è sempre più concreta.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\n\r\nSoldi pubblici, chiesa cattolica e terzo settore\r\nLa chiesa cattolica è una rete globale di tutto rispetto nei tradizionali settori dell’educazione e della sanità.\r\nI governi italiani finanziano le attività private della bottega vaticana.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti, autore di una ricerca sul tema\r\n\r\nVi proponiamo l’intervista realizzata dai compagni della CNT Toulouse ad un compagno sudanese\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nVenerdì 11 ottobre\r\nore 21\r\nin corso Palermo 46\r\nLeggi di guerra. Quando la democrazia diventa fascismo\r\nLa stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde idee sovversive.\r\nQuesti dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur mantenendosi in una cornice universalista. \r\nIl diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità. Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.\r\nInterverrà l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nSabato 12 ottobre\r\nore 10,30/13,30\r\npresidio al Balon\r\ncontro il ddl 1660\r\n\r\nDomenica 20 ottobre\r\nAssemblea Antimilitarista\r\ndalle 10 alle 17\r\nA Massenzatico (Reggio Emilia)\r\nPresso le \"Cucine del popolo\", via Beethoven 78\r\nPer info: assembleantimilitarista@gmail.com\r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","5 Ottobre 2024","2024-10-05 10:18:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/14324688_10154572325683336_8509698710283523515_o-200x110.jpg","Anarres del 4 ottobre. 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Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi osa fare scritte su caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale.\r\nQuesto pacchetto sicurezza dimostra in modo chiaro che il governo sta cucendo, sotto forma di leggi dalla valenza universale, camicie di forza studiate appositamente per i soggetti individuati come nemici da colpire.\r\n\r\nIlan Shalif, anarchico israeliano\r\nVi proponiamo l’intervista della rivista libertaria greca Aftoleksi.\r\nNato nel 1937, Shalif può essere descritto come la storia vivente dell’anarchismo in Israele. È stato membro dell’organizzazione socialista israeliana Matzepn. Dopo lo scioglimento del Matzpen, Shalif ha continuato le sue attività, partecipando ad altre iniziative in Israele, come Anarchists Against the Wall (Anarchici contro il muro) e l’ormai defunta federazione anarchica Ahdut [Unità].\r\nNonostante l’età avanzata è molto attivo nelle lotte. È autore di numerosi articoli sulla democrazia diretta e l’antiautoritarismo.\r\n\r\nSalonicco. Sgomberato il Libertatia\r\nIl 28 agosto, a mezzogiorno, le forze di polizia hanno invaso lo squat Libertatia, arrestando 11 compagnx e prendendone altri due in custodia.\r\nVi proponiamo il comunicato dei compagni e delle compagne del Libertatia\r\n\r\nStati Uniti. Verso le presidenziali\r\nDopo il ritiro di Biden la candidata democratica alle presidenziali del 4 novembre è Kamala Harris. Abbiamo provato a tracciarne un profilo in una campagna elettorale sempre più convulsa, i cui risultati avranno un forte impatto sia in Europa che nel Mediterraneo Orientale.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 21 settembre\r\nPunto info antimilitarista al Balon\r\nDalle 10,30\r\n\r\nVenerdì 27 settembre\r\nore 21\r\nin corso Palermo 46\r\nTramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e nazionalismo.\r\nInterverranno gli autori ed autrici dell’opuscolo\r\n\r\nVenerdì 11 ottobre\r\nore 21\r\nin corso Palermo 46\r\nPacchetto sicurezza. Una camicia di forza per i movimenti\r\nInterverrà l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti! \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\n\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nTelegram\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","11 Settembre 2024","2024-09-11 15:32:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/oops-715x480-1-200x110.jpg","Anarres del 6 settembre. 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