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Corteo perché la memoria di Orso viva nelle lotte","post",1554219790,[57,58,59,60,61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/confederalismo-democratico/","http://radioblackout.org/tag/firenze/","http://radioblackout.org/tag/lorenzo-orsetti/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione-nazionale-a-firenze/","http://radioblackout.org/tag/orso/","http://radioblackout.org/tag/rojava/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/tekoser/",[28,66,26,30,12,16,14,18],"firenze",{"post_content":68,"post_title":73},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70],"memoria","In \u003Cmark>memoria\u003C/mark> di Lorenzo, Orso, Tekoser, volontario","In \u003Cmark>memoria\u003C/mark> di Lorenzo, Orso, Tekoser, volontario anarchico in Siria contro l'Isis e in difesa della rivoluzione, democratica, ecologista e \u003Cmark>femminista\u003C/mark> della Siria del nord domenica 31 si è svolto a Firenze un corteo nazionale che ha attraversato il quartiere di Rifredi, quello di Lorenzo, dove vivono la sua famiglia e i suoi amici. Al termine numerosi interventi hanno ricordato Orso e gli altri che sono morti combattendo per la libertà.\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli della rete degli Anarchici Toscani\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-02-firenze-orso-dario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito l’articolo scritto da Dario in vista della manifestazione di Firenze:\r\n“Il 23 marzo è caduta l’ultima roccaforte dello Stato Islamico in Siria, Baghouz, lungo il vecchio confine con l’Iraq. Una vittoria costata molte vite, per cui sono cadute molte compagne e molti compagni. Solo pochi giorni prima, il 18 marzo, è stato ucciso proprio a Baghouz Lorenzo Orsetti, anarchico fiorentino di 33 anni, caduto con un’unità araba in un’imboscata durante un’operazione. Era membro della formazione Tekoşîna Anarşîst (Lotta Anarchica) sotto il nome di Tekoşer Piling.\r\n\r\nLorenzo non è il primo internazionalista italiano caduto in questo conflitto, già Giovanni Francesco Asperti, 53 anni di Bergamo, combattente nelle YPG con il nome di Hîwa Bosco, era morto in Rojava per un incidente il 7 dicembre 2018. Tuttavia è il primo ucciso in combattimento, come giovane partigiano e rivoluzionario. L’assemblea che il 19 marzo si è tenuta al circolo Le Panche di Rifredi, a Firenze, era carica di tutta la forza e la gravità di questa morte, che pone nella quotidianità della nostra vita e nella nostra azione collettiva una vicenda e una prospettiva che normalmente appare lontanissima nel tempo e nello spazio ma che è invece presente qui e ora. Come con migliori parole durante l’assemblea ha detto anche suo padre, Lorenzo non combatteva per i curdi, non ha cercato una causa lontana da sostenere. Lottava perché aveva degli ideali, perché voleva una rivoluzione profonda della società in cui viviamo, e nell’esperienza rivoluzionaria avviata tra l’Anatolia e la Mesopotamia aveva riconosciuto i propri ideali di giustizia, eguaglianza e libertà, lottava quindi per la rivoluzione in tutto il mondo, anche qui.\r\n\r\nNon conoscevo purtroppo Lorenzo, non lo ho mai incrociato nonostante fossimo quasi coetanei e non vivessimo neanche a cento di chilometri di distanza, anche per questo non descriverò il carattere umano e politico di questo compagno, perché sicuramente potranno farlo meglio coloro che hanno avuto la gioia di conoscerlo.\r\n\r\nIn molti però possiamo riconoscerci nelle sue parole, nei suoi ideali, nell’aspirazione comune alla libertà. Dobbiamo però essere coscienti che il suo esempio ci pone di fronte alla necessità di mettere tutto in discussione. La rivoluzione sociale è l’unica alternativa alla guerra fratricida, al fascismo, alla schiavitù e all’oppressione, in Kurdistan come in Europa e nel resto del mondo. Non deve essere la morte di un compagno a ricordarcelo.\r\n\r\nPer quello che ho saputo Lorenzo prima di partire non era militante di un gruppo, non faceva attività politica all’interno del movimento. Aveva degli ideali. Nel suo impegno in Rojava e in Siria si dichiarava apertamente anarchico, e faceva parte di una formazione anarchica, per questo è importante che sia ricordato anche per le idee che rivendicava nella sua lotta.\r\n\r\nL’internazionalismo non è sostenere una causa lontana, ma è solidarietà rivoluzionaria. L’internazionalismo si pratica in molte maniere, a vari livelli, la scelta di Lorenzo è uno dei modi in cui si può praticare la solidarietà internazionalista. Internazionalismo significa riconoscere che in un mondo governato da proprietari e privilegiati le cause materiali dello sfruttamento e dell’oppressione ovunque sono le stesse, e per questo solo con la solidarietà globale è possibile la liberazione. Con questo spirito in molti hanno scelto di contribuire alla lotta condotta dalle popolazioni del Rojava e dalle YPG/YPJ. Lorenzo era giunto là “nell’autunno del 2017 – si legge nel comunicato della Rojava Internationalist Commune – per unirsi inizialmente alle YPG, combattendo con valore dal primo all’ultimo giorno nella difesa di Afrin, aggredita dallo stato fascista turco e dalle loro bande jihadiste. Ha anche preso parte alle unità internazionaliste di TKP / ML-TİKKO e infine è stato membro di Tekoşîna Anarşîst (Lotta Anarchica) inquadrata nelle forze democratiche siriane, durante l’offensiva contro lo Stato islamico culminata in questi giorni nella sconfitta militare del Califfato.” Sono infatti usciti comunicati sia di Tekoşîna Anarşîst, sia di TİKKO e sia di YPG che ne omaggiano la \u003Cmark>memoria\u003C/mark>. \r\n\r\nTra numerosi militanti di varie tendenze politiche sono molti i nomi delle compagne e dei compagni anarchici che hanno pagato con la vita il loro impegno in questa lotta. Anna Campbell Hêlîn Qereçox, Haukur Hilmarsson Sahin Husseini, Olivier François Le Clainche Kendal Breizh, Robert Grodt Demhat Goldman. Sono solo alcuni di questi.\r\n\r\nSono storie diverse, sul piano personale e politico, le loro scelte sono maturate in contesti diversi e in alcuni casi facevano riferimento a differenti correnti dell’anarchismo. Su molte cose sarebbero stati in disaccordo forse, ma certamente hanno tutti scelto di partire non solo e non tanto per combattere lo Stato Islamico, quanto per dare il proprio contributo ad un processo rivoluzionario.\r\n\r\nCon l’assedio di Kobanê da parte dello Stato Islamico nel 2014 l’attenzione del mondo si è rivolta a quanto stava succedendo in Rojava. Un esperimento di autogoverno guidato dal Movimento di liberazione curdo, indirizzato dal Confederalismo democratico, contro la modernità capitalista, la guerra, gli stati-nazione, per una società libera, \u003Cmark>femminista\u003C/mark> ed ecologica in cui avessero spazio le diverse popolazioni che abitano la regione. Si iniziò a parlare molto della svolta del PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan passato dal maoismo al confederalismo democratico. Si paragonò la lotta per la difesa di Kobanê alla guerra per la difesa della Rivoluzione Spagnola nel 1936, dopotutto avvenne proprio nella data simbolica del 19 luglio l’insurrezione che portò le YPG/YPJ a controllare il Kurdistan occidentale in territorio siriano. La solidarietà a Kobanê dalla Turchia creò una situazione eccezionale. Quel confine, che come tutti gli altri non era altro che una convenzione tra stati per tenere divisi i popoli, stava crollando, era ormai evidente nonostante la massiccia presenza di soldati e carri armati turchi. Grazie alla mobilitazione di massa venivano forzati i blocchi imposti dalla Turchia, passavano profughi e volontari, passavano aiuti e delegazioni politiche. In quei giorni di settembre-ottobre del 2014 sembrava che la rivoluzione potesse estendersi a tutta la regione, contagiando innanzitutto la Turchia.\r\n\r\nIn questa fase divenne evidente il sostegno della Turchia, membro della NATO, allo Stato Islamico. Si avvia in Turchia una nuova stagione di terrorismo di stato, con le stragi di Suruç e Ankara, con la guerra e i bombardamenti portati nelle stesse città in territorio turco e il definitivo consolidamento di una dittatura informale. Nel 2017 si inasprisce la guerra in Siria. La Turchia invade il cantone di Afrin con l’appoggio di tutte le potenze mondiali e regionali, dimostrazione che il processo rivoluzionario è combattuto da tutti gli stati. In questo contesto la lotta diviene anche una guerra per la sopravvivenza. \r\n\r\nLa guerra è da sempre una delle principali armi degli stati contro i processi rivoluzionari. Le esigenze militari spesso divengono prioritarie rispetto al processo di trasformazione sociale e politica, e possono bloccarlo. Anche per questo molti anarchici e rivoluzionari di altre tendenze hanno cercato in Rojava di dare il proprio contributo specifico, per sostenere la rivoluzione di fronte al rischio di disorientamenti.\r\n\r\nGli anarchici, in modi diversi, sono stati presenti in questo processo fin dall’inizio. In Kurdistan, in Turchia e in Siria, così come nella solidarietà a livello globale. Spesso anche con posizioni autonome, in certi casi critiche. Consapevoli che lottare contro lo Stato Islamico significa lottare contro il fascismo, inteso come forza controrivoluzionaria, come regime che attraverso la violenza reazionaria assicura la penetrazione degli interessi capitalistici e imperialisti nella regione. Convinti che il contributo anarchico avrebbe favorito lo sviluppo del processo rivoluzionario.\r\n\r\nOra si apre una nuova fase dopo che il 23 marzo il comandante delle SDF (Forze Democratiche Siriane) Mazlum Ebdi ha annunciato la fine del dominio dello Stato Islamico in Siria. Gli USA che hanno opportunisticamente sostenuto le SDF in alcune fasi del conflitto hanno annunciato che abbandoneranno la Siria, mentre la Turchia minaccia di invadere dopo Afrin anche Kobanê e Qamişlo. Il rischio è che si riapra un conflitto ancora più duro, ma anche che accada come da noi dopo il 1945, che il sacrificio di Lorenzo Orsetti sia come quello di Lanciotto Ballerini. Ossia che nonostante l’alto prezzo pagato da compagne e compagni la prospettiva rivoluzionaria sia bloccata dalle forze imperialiste, dalle lotte per il potere e il controllo della regione, e che si riaffaccino sotto altre forme le medesime strutture oppressive.\r\n\r\nCredo che la storia di Lorenzo ci ponga queste domande, ci chiede di prendere in mano la fiaccola e di continuare la sua lotta, che è anche la nostra, per la libertà, la giustizia, l’eguaglianza ovunque nel mondo.”",{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":75},[70],"Firenze. 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A tal proposito trovate altre informazioni e ragionamenti anche all'interno della diretta che abbiamo realizzato con la redazione informativa di Blackout nella stessa settimana.\r\n***\r\nPer la rubrica \"Storie di donne\" la seconda intervista, dopo quella con Carla Quaglino mandata in onda la settimana scorsa, sull'occupazione dell'Ospedale Sant'Anna di Torino (novembre 1978) e sul movimento delle donne di quegli anni, realizzata con Margherita D'Amico, femminista ed ex militante di Lotta Continua.\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n il colpo della strega_24nov2014_primaparte\r\nil colpo della strega_24nov2014_secondaparte\r\nil colpo della strega_24nov2014_terzaparte","3 Dicembre 2014","2018-10-24 17:35:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/locandina-reading-25-novembre-copy-200x110.jpg","I podcast de Il colpo della strega: 24novembre2014","podcast",1417619342,[183,184,185,186,187,103,188,189,190,191,192,193,194,195,196],"http://radioblackout.org/tag/25-novembre/","http://radioblackout.org/tag/aborto/","http://radioblackout.org/tag/abusi/","http://radioblackout.org/tag/consultori/","http://radioblackout.org/tag/consultori-autogestiti/","http://radioblackout.org/tag/lotta-continua/","http://radioblackout.org/tag/memoria-femminista/","http://radioblackout.org/tag/molestie/","http://radioblackout.org/tag/movimento-delle-donne/","http://radioblackout.org/tag/movimento-femminista/","http://radioblackout.org/tag/storie-di-donne/","http://radioblackout.org/tag/stupro/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-genere/","http://radioblackout.org/tag/violenza-maschile-sulle-donne/",[154,198,150,152,163,24,156,122,199,161,159,200,201,202,165],"aborto","molestie","storie di donne","stupro","violenza di genere",{"post_content":204,"tags":208},{"matched_tokens":205,"snippet":206,"value":207},[112],"anni, realizzata con Margherita D'Amico, \u003Cmark>femminista\u003C/mark> ed ex militante di Lotta","In occasione del 25 novembre, abbiamo scelto di tornare a parlare di violenza maschile contro le donne. 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E’ qui che, a suo avviso, un approccio diverso all’ecologia può rappresentate una chiave di liberazione delle classi popolari non bianche. La domanda centrale che pone è come riappropriarsi di questo strumento in un contesto in cui a soggetti razzializzati viene negato il diritto di far propri questi territori e di sentirli loro. L’idea è quella di partire, nell’ambito di una politica ampia sui cambiamenti climatici e i loro effetti, da fronti di lotta molto vicini ai bisogni della popolazione. L’ancoraggio territoriale e il diritto alla libertà di circolazione diventano quindi perni fondamentali di un movimento che sia al contempo ecologista e antirazzista. Sono questi perni che possono permettere alle persone dei quartieri popolari di far propri i territori che abitano. Ma occorre anche pensare all’ecologia in ottica internazionalista, un’ecologia senza frontiere, che sia per tutti, non sono per i bianchi o per le classi alte.\r\n\r\nIl testo, oltre a una prospettiva teorica, offre una descrizione delle lotte che Ouassak ha portato avanti a Bagnolet (una banlieue parigina) insieme ad altre mamme del quartiere. In particolare analizza il caso della lotta per un’alimentazione equilibrata nelle scuole, la lotta per gli ascensori e quella per l’accesso a spazi pubblici nei quartieri popolari. Lotte che definisce come estremamente locali e radicalmente autonome. Autonome anche da alcuni movimenti ecologisti bianchi e partiti politici di sinistra.\r\n\r\nIn questa intervista, approfittiamo di questa possibilità di dialogo con Ouassak per parlare anche della sua visione politica più ampia, che vede al centro un’ecologia decoloniale. Un’ecologia dell’emancipazione come progetto politico universale, significa costruire una proposta sia per chi non abita i quartieri popolari, sia per chi intende oltrepassare e ribaltare approcci colonialisti, razzisti e classisti. Ouassak si sofferma anche sulle forme profonde che assumono il razzismo e l’islamofobia di Stato in Francia oggi – negare la possibilità di portare il velo o il burkini è soltanto un esempio recente del controllo dei corpi razializzati. E’ dunque tanto più urgente che la popolazione musulmana e razializzata prenda parola direttamente per una lotta per la dignità e l’autodeterminazione. Inoltre il contesto europeo, sempre più a destra e fascistizzante, alimenta le discriminazioni sulla base di una narrazione securitaria che utilizza l’islamofobia come strumento per perimetrare il nemico interno ed esterno. Islamofobia che in parallelo diventa parte integrante delle narrazioni di guerra.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/RBO-live-@-Festival-Alta-Felicità-2024-Dialogo-con-Fatima-Ouassak_93.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 13 ore 08,30 – Autonomia proletaria nella Calabria degli anni 70 38 minuti [radio cane.info]: Abbiamo incontrato Francesco Cirillo di passaggio a Milano per la presentazione del suo libro Sud e ribellione. Dall’autonomia proletaria calabrese alla rete meridionale del Sud ribelle. Da lì, questa narrazione sulle origini storiche e la dinamica di una vicenda poco nota ai più: il movimento dell’autonomia proletaria emerge come una rottura del quadro socio-politico della Calabria a cavallo tra anni Sessanta e Settanta e, col suo combinato di “plasticità” e “nomadismo”, di “comunicazione fisica” e “passionalità”, aggiungendovi quel tanto di “volume di fuoco spontaneo”, si pone in continuità con tutti i precedenti storici di insubordinazione e ribellione spontaneamente verificatisi nella regione, non ultimo il “brigantaggio”.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Autonomia-proletaria-nella-Calabria-degli-anni-70_37.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 14 ore 08,30 – Speciale Marcello Bacci 27 minuti [Arsider, Radio blackout]:\r\n\r\nMarcello Bacci (1922-2008) è stato un pioniere italiano nel campo degli EVP (Electronic Voice Phenomena). Ha dedicato una parte significativa della sua vita ad esplorare la comunicazione con il mondo oltre la morte attraverso le onde radio. Nel suo studio di Grosseto, Bacci sviluppò tecniche innovative per catturare voci paranormali su nastro, lasciando un’impronta duratura nel regno delle comunicazioni paranormali e accendendo dibattiti nel mondo della ricerca soprannaturale. Bacci comunicava con l’aldilà o semplicemente con l’idea dell’aldilà, mediata dall’incomprensibile rifrazione delle onde elettromagnetiche? Arsider indaga.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Speciale_Marcello-BacciArsider_26.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 14 ore 21,00 – Craxi Driver - Bestie di Satana 35 minuti [Craxi Driver]:\r\n\r\nDisco-racconto su uno dei fatti di cronaca più brutali della storia italiana \"Sembriamo serial killer e forse lo siamo. Di sicuro, lo stiamo diventando. I ragazzi che assistono alla performance si esaltano, tanto nessuno capisce il nostro inglese che cola morte, crocifissi, Madonne calpestate, preti sodomizzati e massacrati.\"\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Craxi-Driver-Bestie-di-Satana_34.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 09,30 – Ghigliottina - Revival miniere 2 56 minuti [Radio Neanderthal, Ghigliottina]:\r\n\r\nGhigliottina, il revival delle miniere travestito da transizione ecologica, puntata 2 di 2\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Ghigliottina-Revival-miniere-2_54.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 22,00 – Musick To Play In The Dark - Killing joke special 69 minuti [Radio Blackout, Musick to play in the dark]: Speciale realizzato dalla redazione del programma Musick To play in the dark sui Killing Joke, realizzato in memoria della scomparsa Geordie Walker\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/MTPITD-Killing-Joke-special_69.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 23,30 – Japan Blues - Roads to freedom mix for Radio Blackout 63 minuti [Radio Blackout, Japan Blues]: Japan Blues ha fatto questo mix stravagante per sostenere le libere frequenze. Un ammasso gentile di suoni giapponesi per fare le fusa.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Japan-Blues-Roads-to-Freedom-mix-for-Radio-Blackout_62.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 09,30 – Plurex Records Mixtape 69 minuti [Radio Blackout, Plurex Records]:\r\n\r\nPlurex Records,etichetta DIY olandese post-punk della fine degli anni 70 inizio anni 80\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Plurex-records-special-mix_68.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 13,30 – Breve storia del discofunk 27 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUna rapida carrellata che passa in rassegna i nomi, i gruppi e le situazioni attorno ai quali è gravitato questo genere musicale.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Breve-storia-del-discofunk.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 18,30 – Cru Servers - Tottum per tutti 33 minuti [Radio Blackout, Cru Servers]:\r\n\r\nTottum per Tutti is the new album of the Cru Servers, made exclusively for Radio Blackout. The idea came one day during the lockdown, we asked them, they replied with this unpublished material outtaken from their first official release!! (because it’s only love, if love you can give!)\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Cru-Servers-Tottum-per-tutti_32.mp3\r\n\r\n[download]","8 Marzo 2025","2025-04-11 14:04:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dal 10 al 16 Marzo 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La risposta è già scritta in un copione a cui siamo abituati ma che è sempre utile rileggere con lenti diverse in diversi momenti storici.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Backwards-Italia-61-07_09_2019_25.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 12 ore 13,00 – Dialogo con Fatima Ouassak - RBO live @ Festival Alta Felicità 2024 94 minuti [Radio Blackout]: Fatima Ouassak è una politologa e militante ecologista, \u003Cmark>femminista\u003C/mark> e antirazzista. Il suo ultimo libro Per un’ecologia pirata (tradotto in italiano da Valeria Gennari per Tamu edizioni (2024)) propone un’alternativa all’ecologia bianca, borghese e a cui manca un’approccio intersezionale. Ouassak parte dalla realtà dei quartieri popolari francesi e scrive a partire da questo contesto di lotta. E’ qui che, a suo avviso, un approccio diverso all’ecologia può rappresentate una chiave di liberazione delle classi popolari non bianche. La domanda centrale che pone è come riappropriarsi di questo strumento in un contesto in cui a soggetti razzializzati viene negato il diritto di far propri questi territori e di sentirli loro. L’idea è quella di partire, nell’ambito di una politica ampia sui cambiamenti climatici e i loro effetti, da fronti di lotta molto vicini ai bisogni della popolazione. L’ancoraggio territoriale e il diritto alla libertà di circolazione diventano quindi perni fondamentali di un movimento che sia al contempo ecologista e antirazzista. Sono questi perni che possono permettere alle persone dei quartieri popolari di far propri i territori che abitano. Ma occorre anche pensare all’ecologia in ottica internazionalista, un’ecologia senza frontiere, che sia per tutti, non sono per i bianchi o per le classi alte.\r\n\r\nIl testo, oltre a una prospettiva teorica, offre una descrizione delle lotte che Ouassak ha portato avanti a Bagnolet (una banlieue parigina) insieme ad altre mamme del quartiere. In particolare analizza il caso della lotta per un’alimentazione equilibrata nelle scuole, la lotta per gli ascensori e quella per l’accesso a spazi pubblici nei quartieri popolari. Lotte che definisce come estremamente locali e radicalmente autonome. Autonome anche da alcuni movimenti ecologisti bianchi e partiti politici di sinistra.\r\n\r\nIn questa intervista, approfittiamo di questa possibilità di dialogo con Ouassak per parlare anche della sua visione politica più ampia, che vede al centro un’ecologia decoloniale. Un’ecologia dell’emancipazione come progetto politico universale, significa costruire una proposta sia per chi non abita i quartieri popolari, sia per chi intende oltrepassare e ribaltare approcci colonialisti, razzisti e classisti. Ouassak si sofferma anche sulle forme profonde che assumono il razzismo e l’islamofobia di Stato in Francia oggi – negare la possibilità di portare il velo o il burkini è soltanto un esempio recente del controllo dei corpi razializzati. E’ dunque tanto più urgente che la popolazione musulmana e razializzata prenda parola direttamente per una lotta per la dignità e l’autodeterminazione. Inoltre il contesto europeo, sempre più a destra e fascistizzante, alimenta le discriminazioni sulla base di una narrazione securitaria che utilizza l’islamofobia come strumento per perimetrare il nemico interno ed esterno. Islamofobia che in parallelo diventa parte integrante delle narrazioni di guerra.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/RBO-live-@-Festival-Alta-Felicità-2024-Dialogo-con-Fatima-Ouassak_93.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 13 ore 08,30 – Autonomia proletaria nella Calabria degli anni 70 38 minuti [radio cane.info]: Abbiamo incontrato Francesco Cirillo di passaggio a Milano per la presentazione del suo libro Sud e ribellione. Dall’autonomia proletaria calabrese alla rete meridionale del Sud ribelle. Da lì, questa narrazione sulle origini storiche e la dinamica di una vicenda poco nota ai più: il movimento dell’autonomia proletaria emerge come una rottura del quadro socio-politico della Calabria a cavallo tra anni Sessanta e Settanta e, col suo combinato di “plasticità” e “nomadismo”, di “comunicazione fisica” e “passionalità”, aggiungendovi quel tanto di “volume di fuoco spontaneo”, si pone in continuità con tutti i precedenti storici di insubordinazione e ribellione spontaneamente verificatisi nella regione, non ultimo il “brigantaggio”.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Autonomia-proletaria-nella-Calabria-degli-anni-70_37.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 14 ore 08,30 – Speciale Marcello Bacci 27 minuti [Arsider, Radio blackout]:\r\n\r\nMarcello Bacci (1922-2008) è stato un pioniere italiano nel campo degli EVP (Electronic Voice Phenomena). Ha dedicato una parte significativa della sua vita ad esplorare la comunicazione con il mondo oltre la morte attraverso le onde radio. Nel suo studio di Grosseto, Bacci sviluppò tecniche innovative per catturare voci paranormali su nastro, lasciando un’impronta duratura nel regno delle comunicazioni paranormali e accendendo dibattiti nel mondo della ricerca soprannaturale. Bacci comunicava con l’aldilà o semplicemente con l’idea dell’aldilà, mediata dall’incomprensibile rifrazione delle onde elettromagnetiche? Arsider indaga.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Speciale_Marcello-BacciArsider_26.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 14 ore 21,00 – Craxi Driver - Bestie di Satana 35 minuti [Craxi Driver]:\r\n\r\nDisco-racconto su uno dei fatti di cronaca più brutali della storia italiana \"Sembriamo serial killer e forse lo siamo. Di sicuro, lo stiamo diventando. I ragazzi che assistono alla performance si esaltano, tanto nessuno capisce il nostro inglese che cola morte, crocifissi, Madonne calpestate, preti sodomizzati e massacrati.\"\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Craxi-Driver-Bestie-di-Satana_34.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 09,30 – Ghigliottina - Revival miniere 2 56 minuti [Radio Neanderthal, Ghigliottina]:\r\n\r\nGhigliottina, il revival delle miniere travestito da transizione ecologica, puntata 2 di 2\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Ghigliottina-Revival-miniere-2_54.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 22,00 – Musick To Play In The Dark - Killing joke special 69 minuti [Radio Blackout, Musick to play in the dark]: Speciale realizzato dalla redazione del programma Musick To play in the dark sui Killing Joke, realizzato in \u003Cmark>memoria\u003C/mark> della scomparsa Geordie Walker\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/MTPITD-Killing-Joke-special_69.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 15 ore 23,30 – Japan Blues - Roads to freedom mix for Radio Blackout 63 minuti [Radio Blackout, Japan Blues]: Japan Blues ha fatto questo mix stravagante per sostenere le libere frequenze. Un ammasso gentile di suoni giapponesi per fare le fusa.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Japan-Blues-Roads-to-Freedom-mix-for-Radio-Blackout_62.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 09,30 – Plurex Records Mixtape 69 minuti [Radio Blackout, Plurex Records]:\r\n\r\nPlurex Records,etichetta DIY olandese post-punk della fine degli anni 70 inizio anni 80\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Plurex-records-special-mix_68.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 13,30 – Breve storia del discofunk 27 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUna rapida carrellata che passa in rassegna i nomi, i gruppi e le situazioni attorno ai quali è gravitato questo genere musicale.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Breve-storia-del-discofunk.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 16 ore 18,30 – Cru Servers - Tottum per tutti 33 minuti [Radio Blackout, Cru Servers]:\r\n\r\nTottum per Tutti is the new album of the Cru Servers, made exclusively for Radio Blackout. The idea came one day during the lockdown, we asked them, they replied with this unpublished material outtaken from their first official release!! (because it’s only love, if love you can give!)\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Cru-Servers-Tottum-per-tutti_32.mp3\r\n\r\n[download]",[488],{"field":78,"matched_tokens":489,"snippet":485,"value":486},[112],{"best_field_score":85,"best_field_weight":86,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":119,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":43},{"document":492,"highlight":505,"highlights":510,"text_match":83,"text_match_info":513},{"comment_count":43,"id":493,"is_sticky":43,"permalink":494,"podcastfilter":495,"post_author":496,"post_content":497,"post_date":498,"post_excerpt":49,"post_id":493,"post_modified":499,"post_thumbnail":500,"post_title":501,"post_type":180,"sort_by_date":502,"tag_links":503,"tags":504},"77959","http://radioblackout.org/podcast/siblings-of-zhina-suoni-dalle-proteste-in-iran/",[135,139],"liberationfront","\"Jin Jîyan Az...\" - Siblings of Zhina\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[English description _ Italian Below]\r\n\r\nProtests in Iran in various cities of the country, accompanied by strikes from the oil industries, pupils, students, teachers, and other workers, is forming a feminist revolution that keeps going on since the murder of Zhina for 1 month and 10 days until today.\r\n\r\nThe seeds of the revolution were implanted in an old fight against systematic oppression by a long-lasting dictatorship with its brutal and violent apparats of police, military, para-military, morality police and secret service targeting civilians, especially women, children, gender minorities, ethnic minorities like Kurdish and Balochi people.\r\n\r\nPeople on the streets all around the country chant and sing: “Jin Jîyan Azadî”, “Zan Zendegi Azadi”, woman life freedom in Kurdish and Farsi, as well as “marg bar dictator”, death to the dictator, “Khamenei qatel-e, hokoumatesh batel-e”, Khamenei is a murder, and his regime is expired, \"Iran shode bazdashtgah, Evin shode koshtargah”, Iran turned into a prison, and Evin prison into a slaughterhouse, referring to the night that Evin prison got partly burned and shot at its imprisoners, “serhildan berxwedan, serhildan jiyan e, berxwedan jiyan e”, rebellion is resistance, rebellion is life, resistance is life.\r\n\r\nThe sounds collected in the mix show different powerful moments during this time like schoolgirls in Sanandaj singing a Kurdish song, people singing and drumming on the streets of Saqqez (Zhina Amini's hometown), countless events from everyday acts of resistance like spraying, to workers going on strikes, to solidarity expressions from different countries around the globe, such as women fights in Afghanistan on the streets or through social media, speeches and field recordings from the demonstration in Berlin last weekend (22.10.22) which counted +120.000 people. Sounds from the revolution and from the hearts of the streets are flowing through minds, devices, and continents, getting merged with new released revolutionary multilingual songs showing the strength and diversity of creative, powerful voices in resistance against the oppression. Sounds from the revolution and from the bottom of the streets are marking these days, through listening to them we are saving these in our bodies, as part of our collective memory, our memory of resistance.\r\n\r\n \r\n\r\n[Italiano]\r\n\r\nLe proteste in Iran in varie città del paese, accompagnate da scioperi dei lavoratori dell’industria del petrolio, di scolari e studenti, insegnanti e altri lavoratori, sta delineando una rivoluzione femminista che va avanti dall’omicidio di Zhina, un mese e 15 giorni [nella data in cui è stato trasmesso il mixtape su RBO].\r\n\r\nI semi della rivoluzione sono stati piantati nella vecchia lotta contro l’oppressione sistematica di una dittatura di lunga data, che si serve del suo apparato brutale e violento di polizia, militari e para-militari, polizia morale e servizi segreti per colpire i civili, specialmente donna, bambini, minorità di genere e minorità etniche come Curdi e Beluci.\r\n\r\nLe persone in strada in tutto il paese cantano: “Jin Jîyan Azadî”, “Zan Zendegi Azadi”, libertà per la vita delle donne in curdo e farsi, così come “Khamenei qatel-e, hokoumatesh batel-e”, Khamenei è un assassino e il suo regime è giunto al termine, , \"Iran shode bazdashtgah, Evin shode koshtargah”, l’Iran è diventato una prigione, e la prigione di Evin in un macello, riferendosi alla notte in cui la prigione di Evin venne parzialmente incendiata e si sparò contro i prigionieri, “serhildan berxwedan, serhildan jiyan e, berxwedan jiyan e”, la ribellione è resistenza, la ribellione è vita, la resistenza è vita.\r\n\r\nI suoni raccolti nel mix mostrano diventi momenti di grande potenza di questo periodo, come le studentesse in Sanandaj che cantano una canzone Curda, persone che cantano e suonano percussioni nell estrade di Saqqe< (la città natale di Zhina Amini), innumerevoli avvenimenti quotidiani di resistenza come gli spray sui muri, I lavoratori che vanno in sciopero, espresioni di solidarietà da diversi paesi nel mondo, così come le donne in Afghanistan nelle strade o sui social media, discorsi e registrazioni sul campo dalla manifestazione a Berlino del 22.10.22 che ha visto la partecipazione di più di 120mila persone.\r\n\r\nI suoni che provengono dalla rivoluzione e dal cuore delle strade scorrono attraverso le menti, i dispositivi e i continenti, vengono mescolati con canzoni multi-lingue e rivoluzionarie di recente pubblicazione che mostrano la forza e la diversità di voci creative e potenti nella resistenza contro l’oppressione. I suoni che provengono dalla rivoluzione e dal fondo delle strade stanno segnando queste giornate, e noi ascoltandoli li stiamo salvando all’interno nei nostri corpi, come parte della nostra memoria collettiva, la nostra memoria della resistenza.\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/Jin-Jîyan-Az....mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[download]","3 Novembre 2022","2022-11-03 11:08:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/IMG_6385-200x110.jpg","Siblings of Zhina - suoni dalle proteste in Iran",1667473734,[],[],{"post_content":506},{"matched_tokens":507,"snippet":508,"value":509},[112],"lavoratori, sta delineando una rivoluzione \u003Cmark>femminista\u003C/mark> che va avanti dall’omicidio di","\"Jin Jîyan Az...\" - Siblings of Zhina\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[English description _ Italian Below]\r\n\r\nProtests in Iran in various cities of the country, accompanied by strikes from the oil industries, pupils, students, teachers, and other workers, is forming a feminist revolution that keeps going on since the murder of Zhina for 1 month and 10 days until today.\r\n\r\nThe seeds of the revolution were implanted in an old fight against systematic oppression by a long-lasting dictatorship with its brutal and violent apparats of police, military, para-military, morality police and secret service targeting civilians, especially women, children, gender minorities, ethnic minorities like Kurdish and Balochi people.\r\n\r\nPeople on the streets all around the country chant and sing: “Jin Jîyan Azadî”, “Zan Zendegi Azadi”, woman life freedom in Kurdish and Farsi, as well as “marg bar dictator”, death to the dictator, “Khamenei qatel-e, hokoumatesh batel-e”, Khamenei is a murder, and his regime is expired, \"Iran shode bazdashtgah, Evin shode koshtargah”, Iran turned into a prison, and Evin prison into a slaughterhouse, referring to the night that Evin prison got partly burned and shot at its imprisoners, “serhildan berxwedan, serhildan jiyan e, berxwedan jiyan e”, rebellion is resistance, rebellion is life, resistance is life.\r\n\r\nThe sounds collected in the mix show different powerful moments during this time like schoolgirls in Sanandaj singing a Kurdish song, people singing and drumming on the streets of Saqqez (Zhina Amini's hometown), countless events from everyday acts of resistance like spraying, to workers going on strikes, to solidarity expressions from different countries around the globe, such as women fights in Afghanistan on the streets or through social media, speeches and field recordings from the demonstration in Berlin last weekend (22.10.22) which counted +120.000 people. 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Quali sono le possibilità virtuose?\r\n \tCosa succede a livello psicologico nelle dinamiche di violenza? \r\n\r\n\r\n\r\nEsistono due modelli di patologizzazione nei casi di violenza di genere (2 pesi e due misure in mondo patriarcale): \r\n\r\n\r\n\r\n \tPatologizzazione della persona abusante > DERESPONSABILIZZAZIONE \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tPatologizzazione della persona abusata > AGGRAVANTE \r\n\r\n\r\n\r\n \t a) sia prima del percorso di uscita dalla violenza (esempio di donna che x 3 anni è andata in cura da psichiatri/psicoterapeuti che le hanno diagnosticato con cura farmacologica sindrome da dipendenza affettiva e poi è scampata a femminicidio) \r\n \t b) sia durante percorso di uscita dalla violenza (sia da parte delle autorità giudicanti, che, ATTENZIONE AL RISCHIO, da parte di reti di supporto più o meno istituzionali) \r\n\r\n \r\nQuesto vuol dire che non bisogna assolutamente fare ricorso al linguaggio psicologico per parlare di violenza? NO> \r\nCi sono ovviamente relazioni che sono più riconducibili a deregolazioni affettive \r\nE altre che presentano dinamiche più chiaramente MANIPOLATORIE (> questo anche per ricordare che la violenza NON è SOLO FISICA ma di vari tipi, tra cui psicologica, questo anche legalmente) \r\nIl punto chiave della violenza (e anche uno delle molte differenze tra violenza e conflitto) è L'OGGETTIFICAZIONE DELL'ALTRX, la disumanizzazione\r\nQuesta è una delle differenze tra una relazione violenta e una dinamica di conflitto di coppia \r\nUna relazione impari, di potere e di dominio.\r\nIn sede di supporto psicologico questa è una dinamica chiave da comprendere ma molte volte non viene vista o viene ignorata\r\n \r\n \r\nLA PSICOLOGIA DELL'ABUSO\r\nImportante riconoscere linguaggio abusante, che è un linguaggio AMBIGUO che modifica la percezione della realtà: es. \"ma possibile che sei così scema da… possibile che sei così stupida che mi hai portato a fare questa cosa?\" subito seguito da \"però tranquilla che ti amo lo stesso\", in questo modo la persona abusata viene ridotta a stato di dipendenza psicologica di fronte a persona abusante che diventa il salvatore, la via d'uscita dalla violenza che egli stesso perpetua> \"io sono l'unica persona che ti conosce, sono l'unico che può salvarti etc, gli altri non ti proteggono etc\" LINGUAGGIO AMBIGUO e CONTRADDITTORIO \r\n \r\nSenso di colpa che la vittima esperisce> il senso di colpa reprime la possibilità di provare RABBIA, che è invece un sentimento salvifico e liberatorio \r\n \r\nÈ importante parlare di dinamiche psicologiche chiarendo bene la dinamica di violenza perché molte volte le categorie emotive/ psicologiche \"di per sé\" non vogliono dire niente: x es. l'EMPATIA è un sentimento tradizionalmente positivo, ma gli abusanti spesso sono persone empatiche, che proprio grazie alle loro capacità empatiche mettono in atto violenza (così come un buon venditore può essere molto empatico ma ti vuole solo vendere qualcosa) > PER QUESTO NON SI POSSONO NON ANALIZZARE LE DINAMICHE RELAZIONALI UMANE SENZA TENERE CONTO DEL TEMA DELLA VIOLENZA SOPRATTUTTO PATRIARCALE\r\n \r\nTornando al linguaggio ambiguo e manipolatorio > molte volte minacce, aggressioni, ricompense, dimostrazioni di affetto vengono usate in modo IMPREVEDIBILE \r\nQuesto provoca: \r\n\r\n\r\n\r\n \tDisorientamento e frustrazione \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tSenso di impotenza e incapacità \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tModificazione psicofisiologiche \r\n\r\n\r\n \r\nPer quanto riguarda le modificazioni psicofisiche, bisogna chiarire una cosa fondamentale, cioè che chi vive situazioni di violenza soprattutto prolungata/ cronicizzata ha livelli di stress (cortisolo) altissimi e stato di allerta costante > questo può provocare SIGNIFICATIVE ALTERAZIONI COGNITIVE come nel caso della perdita di memoria di alcune situazioni (anche nei casi di violenza non perpetuati, come nei casi di stupro)\r\n \r\n\r\n\r\n \tDissociazione \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tPerdita della memoria \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tDepressione \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tDisturbi alimentati etc\r\n\r\n\r\n \r\nMolte volte IN SEDE LEGALE, IN SEDE DI GIUDIZIO, NEL MOMENTO DELLA RACCOLTA FATTI CON UN AVVOCAT O ANCHE SOLO NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI, abbiamo un esempio lampante di come un'alterazione delle capacità cognitive venga usata CONTRO LA VITTIMA STESSA: \r\nPer esempio una donna che propone un racconto FRAMMENTATO, CONTRADITTORIO, O A PEZZI di dinamiche di violenza viene imputata di mentire, molte volte in 2 incontri si danno 2 versioni diverse dei fatti e viene detto che lei mente, si inventa, sta cercando di incastrare lui etc mentre chi conosce le dinamiche psicologiche della violenza sa bene che UN RACCONTO FRAMMENTATO E CONTRADDITTORIO molte volte è PROVA DI VIOLENZA, x es PTSD, rimozione, dissociazione etc sono REDFLAGS di casi di violenza. \r\n \r\nStessa cosa per il fenomeno dell'INVERSIONE DELLA COLPA> \"è colpa mia se lui ha fatto così\", \"sono io che sono cattiva\", \"se non lo avessi fatto arrabbiare non sarebbe successo così\" sono tipici segnali di introiettamento di senso di colpa instillato da uomini abusanti \r\n\r\nPer concludere e ritornare sul tema del linguaggio ambiguo dell'abusante e degli effetti psicologici che ha sulla vittima di violenza, importante delineare la differenza tra AMBIGUITà E AMBIVALENZA\r\nLinguaggio ambivalente è allo stesso tempo negativo e positivo ma facilmente intelleggibile> si distingue chiaramente dove finisce il sì e dove il no\r\nLinguaggio ambiguo è linguaggio paradossale, situazione che è insieme si e no, senza possibilità di uscita > x es ti compro due magliette una bianca una nera, ti dico \"scegli quella che vuoi\", scegli la nera e ti dico \"ecco lo sapevo, quella bianca ti fa schifo\"\r\nIl linguaggio ambiguo è TIPICO DELLE SITUAZIONE DI MANIPOLAZIONE PSICOLOGICA DELLE DINAMICHE DI VIOLENZA ed è un linguaggio a cui le persone abusate si abituano nel tempo, modificando il loro rapporto con il concetto di realtà o verità e aumentando il senso di colpa\r\n\r\n \r\nLa persona abusata in questo tipo di dinamica SI SENTE MATTA, ENTRA NEL PARADIGMA DELLA FOLLIA, cosa che spesso viene rafforzata nell'abuso psicologico, x es. \"ti faccio passare per matta, tanto crederanno a me e non a te\", oppure abusante che nega di aver picchiato dopo averlo fatto, dicendo \"ti sei inventata tutto\". Dall'altro lato la donna, che vive in un mondo patriarcale, sa che non verrà creduta e abita con facilità il paradigma della FOLLIA FEMMINILE: \"non verrò creduta\". \r\nOvviamente la cura a tutto questo è la FIDUCIA CHE SOLO UN PERCORSO DI CURA COLLETTIVA E FEMMINISTA Può CREARE, un percorso in cui le categorie psichiatriche /diagnostiche non vengono prese \"alla leggera\" o \"di per sé\" ma, se usate, vengono inserite in contesti relazionali che hanno ben chiaro COS'è LA VIOLENZA DI GENERE E CHE FORME ASSUME, anche psicologiche.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nMUSIC : Onipa - Play feat. Wiyaala 3:09\r\n(Onipa progetto musicale inglese/ganese, Onipa è AKAN, lingua Ashanti, in una super collaborazione con Wiyaala, vocalist superfamosa ghanese)\r\nalbum: Tales of utopia (2021)\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=qFa0YqqTSVY\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n# approfondimento: opuscolo Il Privilegio del tempo\r\n\r\n\r\nlink: https://brughiere.noblogs.org/post/2022/06/13/opuscolo-il-privilegio-del-tempo/\r\n\r\n\r\n\r\nMUSIC : A-WA - Hana Mash Hu Al Yaman 4:00\r\nTre sorelle ebree yemenite che cantano in arabo, mettono insieme musica tradizionale yemenita con teghe più elettro e pop\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=iD90UbVXZSE&list=RDMMiD90UbVXZSE&start_radio=1\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n# diretta \r\n\r\ndiretta telefonica con LAHCEN del Laboratorio Autogestito Paratod@s - Verona \r\n\r\n\r\n\r\nMUSIC : Underground system - Rent party 4:20 \r\n(band assurda di New York, sette elementi, fanno dei live del cristo)\r\nalbum: What are you (2018, album di debutto)\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=aQ4SHvV92kA","22 Giugno 2022","2023-03-20 17:55:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/abusivelang-200x110.jpg","Linguaggio Abusante del 21/06/2022",1655913562,[],[],{"post_content":529},{"matched_tokens":530,"snippet":531,"value":532},[70],"nel caso della perdita di \u003Cmark>memoria\u003C/mark> di alcune situazioni (anche nei","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/ricongiunzioni-21-giugno-linguaggio-abusivo.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD: scarica il podcast \r\n\r\nRicongiunzioni del 21 Giugno\r\n\r\nUna trasmissione per congiunti e non per congiuntivi\r\nper chi cura e per chi viene curato o curata\r\nma soprattutto un trasmissione dedicata alla salute DI ; DA, CON E TRA TUTTE E TUTTI.\r\n\r\nmartedì dalle 18 30 alle 19 30 su Radio Blackout. \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.\r\n\r\n# Linguaggio abusante\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\nAlcune domande a cui cercheremo di dare risposta:\r\n\r\n\r\n \tCome si interfaccia la psicologia con il tema della violenza di genere? \r\n \tÈ possibile o no usare un linguaggio o una metodologia psichiatrica / psicoterapeutica nei percorsi di uscita da violenza di genere? \r\n \tQuali sono i rischi? Quali sono le possibilità virtuose?\r\n \tCosa succede a livello psicologico nelle dinamiche di violenza? \r\n\r\n\r\n\r\nEsistono due modelli di patologizzazione nei casi di violenza di genere (2 pesi e due misure in mondo patriarcale): \r\n\r\n\r\n\r\n \tPatologizzazione della persona abusante > DERESPONSABILIZZAZIONE \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tPatologizzazione della persona abusata > AGGRAVANTE \r\n\r\n\r\n\r\n \t a) sia prima del percorso di uscita dalla violenza (esempio di donna che x 3 anni è andata in cura da psichiatri/psicoterapeuti che le hanno diagnosticato con cura farmacologica sindrome da dipendenza affettiva e poi è scampata a femminicidio) \r\n \t b) sia durante percorso di uscita dalla violenza (sia da parte delle autorità giudicanti, che, ATTENZIONE AL RISCHIO, da parte di reti di supporto più o meno istituzionali) \r\n\r\n \r\nQuesto vuol dire che non bisogna assolutamente fare ricorso al linguaggio psicologico per parlare di violenza? NO> \r\nCi sono ovviamente relazioni che sono più riconducibili a deregolazioni affettive \r\nE altre che presentano dinamiche più chiaramente MANIPOLATORIE (> questo anche per ricordare che la violenza NON è SOLO FISICA ma di vari tipi, tra cui psicologica, questo anche legalmente) \r\nIl punto chiave della violenza (e anche uno delle molte differenze tra violenza e conflitto) è L'OGGETTIFICAZIONE DELL'ALTRX, la disumanizzazione\r\nQuesta è una delle differenze tra una relazione violenta e una dinamica di conflitto di coppia \r\nUna relazione impari, di potere e di dominio.\r\nIn sede di supporto psicologico questa è una dinamica chiave da comprendere ma molte volte non viene vista o viene ignorata\r\n \r\n \r\nLA PSICOLOGIA DELL'ABUSO\r\nImportante riconoscere linguaggio abusante, che è un linguaggio AMBIGUO che modifica la percezione della realtà: es. \"ma possibile che sei così scema da… possibile che sei così stupida che mi hai portato a fare questa cosa?\" subito seguito da \"però tranquilla che ti amo lo stesso\", in questo modo la persona abusata viene ridotta a stato di dipendenza psicologica di fronte a persona abusante che diventa il salvatore, la via d'uscita dalla violenza che egli stesso perpetua> \"io sono l'unica persona che ti conosce, sono l'unico che può salvarti etc, gli altri non ti proteggono etc\" LINGUAGGIO AMBIGUO e CONTRADDITTORIO \r\n \r\nSenso di colpa che la vittima esperisce> il senso di colpa reprime la possibilità di provare RABBIA, che è invece un sentimento salvifico e liberatorio \r\n \r\nÈ importante parlare di dinamiche psicologiche chiarendo bene la dinamica di violenza perché molte volte le categorie emotive/ psicologiche \"di per sé\" non vogliono dire niente: x es. l'EMPATIA è un sentimento tradizionalmente positivo, ma gli abusanti spesso sono persone empatiche, che proprio grazie alle loro capacità empatiche mettono in atto violenza (così come un buon venditore può essere molto empatico ma ti vuole solo vendere qualcosa) > PER QUESTO NON SI POSSONO NON ANALIZZARE LE DINAMICHE RELAZIONALI UMANE SENZA TENERE CONTO DEL TEMA DELLA VIOLENZA SOPRATTUTTO PATRIARCALE\r\n \r\nTornando al linguaggio ambiguo e manipolatorio > molte volte minacce, aggressioni, ricompense, dimostrazioni di affetto vengono usate in modo IMPREVEDIBILE \r\nQuesto provoca: \r\n\r\n\r\n\r\n \tDisorientamento e frustrazione \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tSenso di impotenza e incapacità \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tModificazione psicofisiologiche \r\n\r\n\r\n \r\nPer quanto riguarda le modificazioni psicofisiche, bisogna chiarire una cosa fondamentale, cioè che chi vive situazioni di violenza soprattutto prolungata/ cronicizzata ha livelli di stress (cortisolo) altissimi e stato di allerta costante > questo può provocare SIGNIFICATIVE ALTERAZIONI COGNITIVE come nel caso della perdita di \u003Cmark>memoria\u003C/mark> di alcune situazioni (anche nei casi di violenza non perpetuati, come nei casi di stupro)\r\n \r\n\r\n\r\n \tDissociazione \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tPerdita della \u003Cmark>memoria \u003C/mark>\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tDepressione \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tDisturbi alimentati etc\r\n\r\n\r\n \r\nMolte volte IN SEDE LEGALE, IN SEDE DI GIUDIZIO, NEL MOMENTO DELLA RACCOLTA FATTI CON UN AVVOCAT O ANCHE SOLO NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI, abbiamo un esempio lampante di come un'alterazione delle capacità cognitive venga usata CONTRO LA VITTIMA STESSA: \r\nPer esempio una donna che propone un racconto FRAMMENTATO, CONTRADITTORIO, O A PEZZI di dinamiche di violenza viene imputata di mentire, molte volte in 2 incontri si danno 2 versioni diverse dei fatti e viene detto che lei mente, si inventa, sta cercando di incastrare lui etc mentre chi conosce le dinamiche psicologiche della violenza sa bene che UN RACCONTO FRAMMENTATO E CONTRADDITTORIO molte volte è PROVA DI VIOLENZA, x es PTSD, rimozione, dissociazione etc sono REDFLAGS di casi di violenza. \r\n \r\nStessa cosa per il fenomeno dell'INVERSIONE DELLA COLPA> \"è colpa mia se lui ha fatto così\", \"sono io che sono cattiva\", \"se non lo avessi fatto arrabbiare non sarebbe successo così\" sono tipici segnali di introiettamento di senso di colpa instillato da uomini abusanti \r\n\r\nPer concludere e ritornare sul tema del linguaggio ambiguo dell'abusante e degli effetti psicologici che ha sulla vittima di violenza, importante delineare la differenza tra AMBIGUITà E AMBIVALENZA\r\nLinguaggio ambivalente è allo stesso tempo negativo e positivo ma facilmente intelleggibile> si distingue chiaramente dove finisce il sì e dove il no\r\nLinguaggio ambiguo è linguaggio paradossale, situazione che è insieme si e no, senza possibilità di uscita > x es ti compro due magliette una bianca una nera, ti dico \"scegli quella che vuoi\", scegli la nera e ti dico \"ecco lo sapevo, quella bianca ti fa schifo\"\r\nIl linguaggio ambiguo è TIPICO DELLE SITUAZIONE DI MANIPOLAZIONE PSICOLOGICA DELLE DINAMICHE DI VIOLENZA ed è un linguaggio a cui le persone abusate si abituano nel tempo, modificando il loro rapporto con il concetto di realtà o verità e aumentando il senso di colpa\r\n\r\n \r\nLa persona abusata in questo tipo di dinamica SI SENTE MATTA, ENTRA NEL PARADIGMA DELLA FOLLIA, cosa che spesso viene rafforzata nell'abuso psicologico, x es. \"ti faccio passare per matta, tanto crederanno a me e non a te\", oppure abusante che nega di aver picchiato dopo averlo fatto, dicendo \"ti sei inventata tutto\". Dall'altro lato la donna, che vive in un mondo patriarcale, sa che non verrà creduta e abita con facilità il paradigma della FOLLIA FEMMINILE: \"non verrò creduta\". \r\nOvviamente la cura a tutto questo è la FIDUCIA CHE SOLO UN PERCORSO DI CURA COLLETTIVA E \u003Cmark>FEMMINISTA\u003C/mark> Può CREARE, un percorso in cui le categorie psichiatriche /diagnostiche non vengono prese \"alla leggera\" o \"di per sé\" ma, se usate, vengono inserite in contesti relazionali che hanno ben chiaro COS'è LA VIOLENZA DI GENERE E CHE FORME ASSUME, anche psicologiche.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nMUSIC : Onipa - Play feat. 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In mezzo al caos mediatico le voci di cui più abbiamo sentito l’assenza sono quelle di persone, collettivi ed esperienze che si stanno organizzando concretamente per rispondere alla guerra. \r\n\r\nDopo le prime puntate degli scorsi venerdì (ascoltabile qui e qui), vogliamo dare continuità ad un approfondimento controinformativo che metta al centro le voci e le esperienze di solidarietà, mutualismo, critica e resistenza varie che si muovono dentro, contro e attorno al conflitto. Abbiamo ricevuto complimenti e critiche, pensiamo di aver innalzato una serie di contraddizioni, ed è proprio questa la motivazione che ci spinge ad andare avanti. \r\n\r\n\r\nIl conflitto infatti non è concluso e anzi si intensifica sempre più, aprendo scenari drammatici per il presente e il futuro. 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Forse, ora più che mai, dove sentiremo parlare magari di eventuali ricostruzioni ed accordi, il successo di un movimento contro la guerra e di una critica antimilitarista dipende dalla nostra capacità di sfuggire alle trappole nazionaliste, di resistere all’inevitabile repressione, e di mettere al centro una narraziona radicalmente altra. Non vogliamo cadere in un appoggio acritico a forme che rischiano di ammiccare ad uno o ad un'altro nazionalismo, ma provare a dare elementi e spunti di lettura aggiuntivi, per una prospettiva libertaria e anti-imperialista sul conflitto che ci aiuti a posizionarci e prendere decisioni basate su una conoscenza più ampia e complessa, come d'altronde la guerra è.\r\n\r\nQuest'oggi la puntata ha avuto tre elementi centrali: abbiamo sentito le esperienze di un progetto di sostegno psicologico dal basso a Kiev per la popolazione ucraina colpita dalla guerra, poi abbiamo chiaccherato a lungo con un gruppo di compagne femministe esiliate dalla Russia, e infine abbiamo affrontato nuovamente il tema dei confini e delle migrazioni, con le odiose contraddizioni di una accoglienza a doppia faccia da parte dell'Unione Europea, che da un lato incarcera in centri di detenzione le persone non Ucraine o con il colore della pelle non bianco, dall'altra accoglie con grandi sorrisi le famiglie con passaporto ucraino. 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Vi leggiamo un breve editoriale di Giovanni De Mauro dall'Internazionale, per riflettere su come ogni giorno sul nostro pianeta le armi e le guerre tra stati uccidano:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/editoriale.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa seconda diretta da Istanbul, con un gruppo di compagne femministe originarie russe esiliate dopo le proteste contro la guerra che ci raccontano che natura hanno avuto le proteste, il livello di repressione, la scelta di andarsene dai loro luoghi e come continuano la lotta contro al guerra e il governo Putin anche dall'estero:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/russe.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUltima diretta con il fotoreporter Francesco Anselmi che è stato le scorse settimane lungo il confine tra Ucraina e Polonia, e ci racconta le sue considerazioni riguardo l'anomalia che questo confine rappresenta ora se comparato con le politiche di respingimento che l'UE applica ogni giorno lungo i suoi confini interni ed esterni. 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Forse, ora più che mai, dove sentiremo parlare magari di eventuali ricostruzioni ed accordi, il successo di un movimento contro la guerra e di una critica antimilitarista dipende dalla nostra capacità di sfuggire alle trappole nazionaliste, di resistere all’inevitabile repressione, e di mettere al centro una narraziona radicalmente altra. Non vogliamo cadere in un appoggio acritico a forme che rischiano di ammiccare ad uno o ad un'altro nazionalismo, ma provare a dare elementi e spunti di lettura aggiuntivi, per una prospettiva libertaria e anti-imperialista sul conflitto che ci aiuti a posizionarci e prendere decisioni basate su una conoscenza più ampia e complessa, come d'altronde la guerra è.\r\n\r\nQuest'oggi la puntata ha avuto tre elementi centrali: abbiamo sentito le esperienze di un progetto di sostegno psicologico dal basso a Kiev per la popolazione ucraina colpita dalla guerra, poi abbiamo chiaccherato a lungo con un gruppo di compagne femministe esiliate dalla Russia, e infine abbiamo affrontato nuovamente il tema dei confini e delle migrazioni, con le odiose contraddizioni di una accoglienza a doppia faccia da parte dell'Unione Europea, che da un lato incarcera in centri di detenzione le persone non Ucraine o con il colore della pelle non bianco, dall'altra accoglie con grandi sorrisi le famiglie con passaporto ucraino. Peccato che tutte queste persone, stiano scappando dalla stessa guerra.\r\n\r\n\r\n\r\nQui, il nostro poetico incipit con una poesia di Bifo:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/poesia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nL'introduzione, immancabimente accompagnata dalla vostra sigla preferita dei Girasoli, in cui spieghiamo il perchè e il percome della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/Intro.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa prima diretta con Zlata da Kiev, psicologa rimasta in Ucraina per dare supporto psicologico alle personi civili. Ci racconta del progetto in corso e degli effetti psicologici della guerra:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/slata.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQuante sono le guerre nel Mondo in questo momento? Vi leggiamo un breve editoriale di Giovanni De Mauro dall'Internazionale, per riflettere su come ogni giorno sul nostro pianeta le armi e le guerre tra stati uccidano:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/editoriale.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa seconda diretta da Istanbul, con un gruppo di compagne femministe originarie russe esiliate dopo le proteste contro la guerra che ci raccontano che natura hanno avuto le proteste, il livello di repressione, la scelta di andarsene dai loro luoghi e come continuano la lotta contro al guerra e il governo Putin anche dall'estero:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/russe.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUltima diretta con il fotoreporter Francesco Anselmi che è stato le scorse settimane lungo il confine tra Ucraina e Polonia, e ci racconta le sue considerazioni riguardo l'anomalia che questo confine rappresenta ora se comparato con le politiche di respingimento che l'UE applica ogni giorno lungo i suoi confini interni ed esterni. Un confine a due volti, aperto e accogliente per le famiglie con passaporto Ucraino, respingente e discriminatorio per chi ha il colore della pelle o il documento sbagliato:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/confini.mp3\"][/audio]\r\n\r\nCome sempre, un ringraziamento a tutt* le persone intervistate, a chi si è spes* per rendere queste dirette possibili, a chi ci ha fornito i contatti e a chi ci ha ascoltato. \r\n\r\nStay tuned su RadioBlackout 105.250 per la prossima puntata!\r\n\r\n\r\n\r\nQui in seguito alcuni link di riferimento per le realtà che abbiamo sentito oggi e alcuni approfondimenti secondo noi di interesse generale attorno al tema della guerra.\r\n\r\n\r\nSOLIDARIETA' E AZIONI\r\n\r\nUn Appello alla Solidarietà\r\nhttps://nowar.solidarite.online/\r\n\r\n\r\n\r\nAzione Antimilitarista a Montreal Canada \r\nhttps://enoughisenough14.org/2022/03/30/montreal-anarchist-solidarity-with-anti-fascist-resistance-in-ukraine-and-war-resisters-in-russia-and-belarus/\r\n\r\n\r\n\r\nAzione di \u003Cmark>memoria\u003C/mark> per le vittime di Mariupol\r\nhttps://t.me/femagainstwar\r\n\r\nSito di supporto per iniziative dal basso crisi Ucraina\r\nhttps://www.nowar.help/en\r\n\r\n\r\n\r\nAzioni di Sabotaggio e contro la guerra in Russia e Bielorussia (da \"Assembly\" Karkhiv)\r\n\r\nhttps://libcom.org/article/radical-resistance-russia-invasion-ukraine-part-4\r\n\r\n\r\nRUSSIA\r\n\r\n\r\nProteste AntiWar Russia (Avtonom)\r\n\r\nhttps://avtonom.org/en/news/russias-anti-war-protesters-are-facing-unprecedented-repression\r\n\r\nProteste AntiWar Russia 2 (CrimethInc.)\r\n\r\nhttps://it.crimethinc.com/2022/03/31/russia-waiting-for-the-wheel-of-history-to-turn-reflections-on-the-first-phase-of-the-russian-anti-war-movement\r\n\r\n\r\nGruppo \u003Cmark>Femminista\u003C/mark> in Russia (canale Telegram)\r\nhttps://t.me/Femspb\r\n\r\n\r\nDiserzione Russia (Avvenire)\r\nhttps://www.avvenire.it/mondo/pagine/noi-disertori-russi-traditi-da-mosca-e-nascosti-dai-contadini-ucraini\r\n\r\n\r\n\r\nManifesto per la Diserzione in Russia\r\n\r\nThe German organization Connection e.V. and the Movement of Conscientious Objectors to Military Service (https://www.facebook.com/stoparmy) issued a statement (https://de.connection-ev.org/article-3495) to Russian military personnel and recruits who wish to refuse military service.\r\nhttps://en.connection-ev.org/article-3508\r\n\r\nArticolo sull'Opposizone al recrutamento in Russia (AlJazeera)\r\n\r\nhttps://www.aljazeera.com/news/2022/3/18/fearing-front-line-deployment-some-russians-resist-conscription\r\n\r\n\r\nUCRAINA\r\n\r\n\r\nLettere dall'Ucraina (Internazionale Vitalista)\r\nhttps://vitalista.in/2022/03/26/lettere-dallucraina-parte-1/\r\nhttps://vitalista.in/2022/03/28/lettere-dallucraina-parte-2/\r\n\r\n\r\n\r\nPosizione Anarchici in Ukraine\r\nhttps://www.matrioska.info/attualita/ucraina-lanalisi-degli-anarchici-russi-del-kras/\r\n\r\n\r\n\r\nCondizione Donne Ucraine in Guerra\r\n\r\nhttps://unherd.com/2022/03/how-ukrainian-women-will-suffer/\r\n\r\nLotta e Resistenza Queer a Kiev\r\n\r\nhttps://medium.com/@uantifa/pink-black-kyiv-queer-resistance-pt-1-bbfd94fbe2d9\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nFRONTIERE\r\n\r\nArticolo sulla lotta alle frontiere in Polonia (CrimethInc.)\r\n\r\nhttps://it.crimethinc.com/2022/03/29/solidarity-in-an-age-of-war-and-displacement-anarchists-confront-the-weaponization-of-refugees-on-the-poland-belarus-border\r\n\r\n\r\nCentri di Detenzione per Migranti Irregolari provenienti dall'Ucraina in Polonia (Articolo Independent)\r\n\r\nhttps://www.google.it/amp/s/www.independent.co.uk/news/world/europe/ukraine-refugees-detention-international-students-b2041310.html%3famp\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDiscriminazione verso le donne Trans Ucraine ai confini (The Guardian)\r\n\r\nhttps://www.theguardian.com/global-development/2022/mar/22/i-will-not-be-held-prisoner-the-trans-women-turned-back-at-ukraines-borders\r\n\r\nComunità Rom e Guerra in Ucraina (Politika)\r\n\r\nhttps://politikapolitika.com/2022/03/15/ukrainian-roma-in-times-of-war/",[560],{"field":78,"matched_tokens":561,"snippet":557,"value":558},[70],{"best_field_score":85,"best_field_weight":86,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":119,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":43},{"document":564,"highlight":576,"highlights":581,"text_match":83,"text_match_info":584},{"comment_count":43,"id":565,"is_sticky":43,"permalink":566,"podcastfilter":567,"post_author":133,"post_content":568,"post_date":569,"post_excerpt":49,"post_id":565,"post_modified":570,"post_thumbnail":571,"post_title":572,"post_type":180,"sort_by_date":573,"tag_links":574,"tags":575},"67958","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-19-marzo-louise-michel-la-comune-di-parigi-doora-il-robot-rider/",[133],"Il nostro nostro viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-19-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2021 03 19 anarres\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLouise Michel. Anarchica, femminista, antispecista, anticolonialista dalla Comune all’alba del nuovo secolo.\r\nLa sua vita non può essere separata dalle lotte, dai pensieri e dagli scritti: Louise, che, dopo l’esperienza vissuta sulle barricate della Comune, maturò una scelta anarchica, era una rivoluzionaria ed un’insegnante, impugnò il moschetto sulle barricate di Parigi, liberò gli uccelli dalle loro gabbie, si schierò con i Kanachi insorti contro il dominio coloniale francese.\r\nNe parliamo con Selva Varengo dell’università di Milano\r\n\r\nIl 18 marzo 2021 è l’anniversario della Comune di Parigi, La rivolta di Parigi diede vita alla prima importante esperienza di autogoverno popolare. I lavoratori e le lavoratrici parigine insorsero abolendo l’esercito permanente e gli organi repressivi dell’ordine autoritario e gerarchico. Le fabbriche abbandonate dai padroni rifugiatisi a Versailles, vennero autogestite dagli operai. Il centro della decisionalità politica furono le assemblee popolari, qualunque mandato divenne revocabile. Le donne furono protagoniste al pari degli uomini dei processi decisionali e della difesa armata. La repressione, condotta dal capo del governo di Versailles Adoplhe Thiers, fu terribile, almeno 30.000 comunardi e comunarde vennero fucilate, migliaia furono i deportati. Thiers telegrafò ai prefetti: “il suolo è disseminato dei loro cadaveri. Questo spettacolo spaventoso servirà di lezione”.\r\nIl nome di Thiers è ormai sepolto, la memoria degli insorti e delle insorte di quel 1871 è viva nelle lotte degli oppressi e degli sfruttati dei giorni nostri.\r\nNe parliamo con Federico Ferretti, dell’Università di Dublino.\r\n\r\nDoora, la nuova frontiera del food delivery, la consegna di cibo a domicilio.\r\nVolevano trasformare i rider in robot sempre disponibili, flessibili e in marcia? Non ci sono riusciti. \r\nQuale soluzione migliore di progettare e mettere in strada robot al posto dei rider? Si chiama Doora, è realizzata dall'operatore telefonico svedese Tele2 in collaborazione con foodora, colosso tedesco del food delivery, ed è una sorta di robot su due ruote che si muove grazie alla guida autonoma e in grado di effettuare consegne a domicilio. Ha montata una telecamera che consente di monitorarne gli spostamenti in tempo reale.\r\nPer ora Doora consegnerà pizze a Stoccolma, ma se funzionerà, questa scatola rosa a due ruote potrebbe entrare in servizio in più luoghi. Il lavoro umano si sposterà dalle strade alle control room e, ovviamente, il numero di impiegati sarà infinitamente inferiore e controllabile. \r\n\r\nNe parliamo con Giammarco\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 27 marzo\r\nUna Barriera contro padroni e militari\r\nore 15\r\npiazzetta di corso Palermo all’angolo con via Sesia\r\nliberiamo gli spazi pubblici del quartiere: giornata di informazione e lotta\r\ninterventi, musica, mostre e… tanto altro\r\n\r\nSabato 2 aprile ore 21\r\nScuole libertarie. Un’utopia concreta\r\nIncontro on line\r\nCon Francesco Codello, pedagogista, tra i fondatori della Rete dell’educazione libertaria\r\nhttps://us02web.zoom.us/j/89954592229\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30. \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo\r\n\r\np { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 115% }a:link { so-language: zxx }","25 Marzo 2021","2021-03-25 18:13:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/robot-at-work-200x110.jpg","Anarres del 19 marzo. Louise Michel. La Comune di Parigi. 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