","Mercatone uno. Sciopero ad oltranza","post",1424880057,[54,55,56,57],"http://radioblackout.org/tag/brandizzo/","http://radioblackout.org/tag/licenziamenti/","http://radioblackout.org/tag/mercatone-uno-mappano/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/",[17,19,23,15],{"post_content":60,"post_title":67,"tags":71},{"matched_tokens":61,"snippet":65,"value":66},[62,63,64],"mercatone","uno","Mappano","20 febbraio i lavoratori di \u003Cmark>mercatone\u003C/mark> \u003Cmark>uno\u003C/mark> di \u003Cmark>Mappano\u003C/mark> e di Brandizzo. La decisione","Sono in sciopero da venerdì 20 febbraio i lavoratori di \u003Cmark>mercatone\u003C/mark> \u003Cmark>uno\u003C/mark> di \u003Cmark>Mappano\u003C/mark> e di Brandizzo. La decisione di incrociare le braccia è stata presa quando è stato chiaro che i due punti vendita erano destinati alla chiusura. Nessun annuncio da parte dell'azienda imolese che, da tempo in crisi, intende chiudere metà dei propri punti vendita ma non ha comunicato quali, per evitare le proteste dei dipendenti.\r\nUn depliant pubblicitario ha fornito la conferma di una fine annunciata da tempo: nessuno dei due supermercati di mobili e accessori low cost era segnalato dall'azienda.\r\nUna sentenza di morte per \u003Cmark>Mappano\u003C/mark> e Brandizzo, dove ormai da mesi c'erano ampi segnali di un'agonia prolungata. Nessun rifornimento degli scaffali sempre più vuoti, mancata consegna dei mobili ai clienti, blocco del tfr per i lavoratori che avevano annunciato l'intenzione di andare in pensione a gennaio, nessuno stipendio da dicembre.\r\nDa venerdì a \u003Cmark>Mappano\u003C/mark> un presidio/picchetto di lavoratori blocca gli ingressi del supermercato.\r\nIeri i lavoratori di \u003Cmark>Mappano\u003C/mark> e Brandizzo hanno fatto presidio in occasione della riunione dei sindaci della zona a Caselle.\r\nDi fronte al \u003Cmark>Mercatone\u003C/mark> di \u003Cmark>Mappano\u003C/mark> un robusto presidio dei lavoratori e delle lavoratrici in\r\nsciopero blocca da cinque giorni il lavoro.\r\nIl prossimo appuntamento è per giovedì 26 febbraio alle 10 di fronte al Consiglio Regionale in Via Alfieri e, alle 12, in Piazza Castello per un incontro del Consiglio della Città Metropolitana.\r\n\r\nAscolta la diretta con Stefano della Flaica-CUB:\r\n\r\n2015 02 25 \u003Cmark>mercatone\u003C/mark> ste",{"matched_tokens":68,"snippet":70,"value":70},[69,63],"Mercatone","\u003Cmark>Mercatone\u003C/mark> \u003Cmark>uno\u003C/mark>. 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Giovedì 19, Sabato 21 e Domenica 22 Marzo lavoratrici e lavoratori del punto vendita di Mercatone Uno di Mappano di Caselle hanno effettuato un nuovo sciopero (dopo quello di dodici giorni delle scorse due settimane) per impedire che la direzione inviasse i propri camion a ritirare la merce presente nel magazzino del punto vendita e organizzasse con i dipendenti di altri punti vendita la svendita sotto costo degli articoli presenti nel negozio. Lo sciopero è pienamente riuscito e la Direzione fino ad adesso ha rinunciato al tentativo di smantellare il negozio prima dell'avvio delle trattative al tavolo nazionale previste per il Primo di Aprile. L'azione continua della FLAICA-CUB a sostegno dei lavoratori del punto vendita di Mappano ha costretto anche il sindacalismo corporativo di stato a prendere per la prima volta dall'inizio della crisi aziendale l'iniziativa. Domenica 22 è stato proclamato lo sciopero generale del gruppo a livello nazionale.\r\nIeri sera intanto si è svolta un'iniziativa di sostegno alla cassa di resistenza dei lavoratori con il concerto a Caselle di Alessio Lega che ha avuto una buona riuscita. Lo stato di agitazione in questo momento rimane dichiarato e i lavoratori sono pronti in ogni momento a picchettare nuovamente l'azienda in caso di nuove provocazioni dell'azienda che cerchi di imporre la chiusura anticipata del punto vendita.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Maria Rosa, lavoratrice del Mercatone.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nUnknown","25 Marzo 2015","2015-03-26 14:00:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/mercatone-concerto-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/mercatone-concerto-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/mercatone-concerto-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/mercatone-concerto-768x461.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/mercatone-concerto-1024x614.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Mercatone. 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Ma posso sentire che ci sono personaggi, situazioni, che resistono al tempo e al mercato, attraverso i quali se non una mappa, almeno è possibile stabilire un qualche percorso tra suoni che si oppongono e fanno sentire da dentro il rumore del brulicare urbano. Le voci si mischiano, le tecniche che si ibridano, portando la sperimentazione sull'onda fisica fin dentro al campo del reale: oggi come allora l'uomo è attirato dalle possibilità descrittive del suono.\r\nQuesto gioco di citazioni lavora sul filo dell'incomprensione; l'equivoco (o l'inganno) del tromper l'oreille hanno importanza strategica, perfino superiore alle capacità dell'interprete. Che senso avrebbe poi parlare di interprete per chi registra i fiumi australi o il rumore del vento tra i fiordi? è ciò che le nostre orecchie identificano come il vento a non essere più il vento. Sia che si tratti di mappare il suono di Tokio o di fare il sognwriter, è la mimesis la nuova keyword. Imitare questa realtà, per deformarla nelle orecchie del destinatario. Per capirci, qualche disco:\r\nPS: si consiglia l'ascolto lento, accompagnato da generi di conforto, accarezzando una persona amata. Va bene anche un animale.\r\nEric Chenaux - Skullsplitter (2015)\r\nImmaginate Tim Buckley suonato attraverso chitarre rotte e speakers fruscianti. Senza alcuna concessione al low-fi chenaux scrive una pagina a mio avviso fondamentale. Come già detto, se non avete una pietra al posto del cuore ve ne dovete appassionare, senza scuse. Ambizioso e insieme lirico, è un cantautorato in miniatura dove il rumorismo è uno strumento per restituire la confusione di sensi e sentimenti. 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Giacché nelle categorie merceologiche appetibili per i nuovi abitanti di Porta Palazzo può certo rientrare l’usato, purché di antiquariato o adeguatamente vintage. Così assistiamo a una storia di ridefinizione, nominale e fattiva, degli spazi del quartiere e alla cacciata degli straccivendoli in periferia, tra una discarica e un cimitero. Una storia altamente istruttiva di cui ci narra una compagna di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Storia-Balon_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 ore 8,30 - Fred Buscaglione 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del cantautore.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Fred-Buscaglione_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 ore 13,30 - The Angry brigade 39 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n“L’Angry Brigade è l’uomo o la donna seduto accanto a voi. Hanno delle pistole in tasca e la collera nella mente”. A cavallo tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, in Inghilterra, si registrano centinaia di ordigni e di attacchi esplosivi ai danni di diversi obiettivi delle classi dominanti e dello Stato. Molti hanno a che fare con gli interessi spagnoli. Alcuni sono firmati The Angry Brigade. In questa conversazione con John Barker, ritroviamo il quadro di un’epoca e delle sue tensioni, attraverso un racconto in prima persona che si snoda dalle lotte antimilitariste al dissacrante disprezzo per i rituali di Cambridge e alle lotte nel quartiere londinese di Notting Hill. In questo contesto nasce l’Angry Brigade: edonisti, sì, ma persone serie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/The-Angry-Brigade_39.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 9 - 19 Febbraio 1937, la strage di Addis Abeba [No Trip For Cats, Radio Blackout]:\r\n\r\nIl 19 febbraio saranno passati 84 anni dal massacro di Addis Abeba, tra i tanti crimini del colonialismo italiano, uno dei più disgustosi e spietati, perché commesso lontano dai campi di battaglia, senza nemmeno l’alibi di una guerra in corso.Si trattò di un’immane rappresaglia, scattata in seguito all’attentato fallito contro il viceré d’Etiopia Rodolfo Graziani. Esercito e camicie nere si riversarono in strada, non tanto per stanare e arrestare i due responsabili, quanto per terrorizzare e colpire in maniera indiscriminata i nuovi sudditi dell’Italia imperiale, colpevoli di essersi ribellati agli invasori. Oltre ai militi e ai fascisti organizzati, si lanciarono entusiasti nella caccia al nero anche operai, burocrati e impiegati coloniali. Prigionieri e semplici passanti – colpevoli soltanto di essere africani – vennero uccisi a bastonate, a badilate, oppure pugnalati, fucilati, impiccati, investiti con automezzi, bruciati vivi nelle loro case.Il 22 febbraio 1937, Graziani spedì a Mussolini un telegramma eloquente: “In questi tre giorni ho fatto compiere nella città perquisizioni con l’ordine di far passare per le armi chiunque fosse trovato in possesso di strumenti bellici, che le case relative fossero incendiate. Sono state di conseguenza passate per le armi un migliaio di persone e bruciati quasi altrettanti tucul”.In breve, la strage debordò dal cerchio di fuoco che gli aerei italiani avevano stretto intorno ad Addis Abeba. Raggiunse i villaggi, le case sparse, i luoghi di culto. Centinaia di persone furono arrestate e morirono nei campi di detenzione di Danane, in Somalia, e Nocra, in Eritrea, dove Graziani ordinò che avessero minime quantità d’acqua e di cibo. Il clero copto fu identificato come un pericoloso sobillatore di ribelli e dopo la classica indagine dove il colpevole è stabilito in anticipo, a maggio Graziani spedì il generale Maletti ad annientare il villaggio conventuale di Debre Libanos, la comunità monastica più importante del paese. Le esecuzioni ufficiali ammontarono a 449. Lo storico Ian Campbell considera invece plausibile l’uccisione di circa duemila persone, compresi centinaia di minorenni, sia laici sia religiosi. Almeno il doppio ne sarebbero morte,secondo Angelo del Boca per le strade di Addis Abeba, mentre per Campbell sarebbero state 19mila e per le autorità etiopi – come denunciarono nel dopoguerra – 30000.Questo è l’inizio dell’articolo apparso sul blog di Wu Ming che ricorda quelle giornate e propone una mappa ,un inventario della memoria dei crimini del colonialismo italiano ,una giornata quella significativa del 19 febbraio ,per ricordare dal basso con iniziative diffuse le responsabilità rimaste impunite del colonialismo italiano.Creare una mappa delle lapidi ,dei nomi ,della toponomastica che ancora intossica i luoghi pubblici celebrando le atrocità del colonialismo e contribuendo alla smemoratezza collettiva e alla rimozione di quegli avvenimenti .Attraverso la rimozione del colonialismo si sdogana il lessico razzista che diviene senso comune ,dietro l’alibi degli “italiani brava gente ” si nasconde il meccanismo securitario che aizza l’odio contro il diverso.Diamo il nostro piccolo contributo al ricordo del massacro di Addis Abeba ripubblicando una puntata di “No trips for cats ” andata in onda il 16 febbraio di un anno fa ,dedicata al racconto di quei terribili giorni del 1937.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/19-Febbraio-1937-la-strage-di-Addis-Abeba_70.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 20 - Ghigliottina - Achille Lauro 50 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nAchì? Perchè Achille Lauro si chiama Achille Lauro? Da un piroscafo degli anni ’20 all’Intelligenza Artificiale passando per le radici della prima Intifada. Correva l’anno 1985.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Ghigliottina-Achille-Lauro_70.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 9:30 - La coscienza di Isabella 4 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPensieri di un entità artificiale\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/La-coscienza-di-Isabella_4.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 10,30 - Sciopero minatori 4 minuti [Cronache Ribelli e Radio Blackout]:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/sciopero-minatori_5.mp3\"][/audio]\r\n\r\nRacconto dello sciopero dei minatori inglesi nel 1972, tratto da Cronache Ribelli vol.3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 13,30 - Rebetiko 27 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCarcere e fumerie di hashish, bande di strada e scontri con l’ordine costituito, profughi e sofferenza. Le origini e la storia del Rebetiko, più un modo di vita che un mero stile musicale, si intrecciano con la storia della plebe urbana greca, con la vita del Pireo e con le principali fasi politiche della penisola ellenica nella prima metà del XX secolo. Ci siamo fatti raccontare questa vicenda da Epaminondas Thomos, un compagno greco che ha curato l’edizione italiana del testo di Elias Petropulos, Rebetiko. Vita, musica, danza tra carcere e fumi dell’hashish.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rebetiko_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","19 Maggio 2024","2024-05-19 19:17:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dal 13 al 19 maggio 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Giacché","Martedì 14 ore 8,30 - Autonomia proletaria nella Calabria degli anni '70 37 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nAbbiamo incontrato Francesco Cirillo di passaggio a Milano per la presentazione del suo libro Sud e ribellione. Dall’autonomia proletaria calabrese alla rete meridionale del Sud ribelle. Da lì, questa narrazione sulle origini storiche e la dinamica di una vicenda poco nota ai più: il movimento dell’autonomia proletaria emerge come una rottura del quadro socio-politico della Calabria a cavallo tra anni Sessanta e Settanta e, col suo combinato di “plasticità” e “nomadismo”, di “comunicazione fisica” e “passionalità”, aggiungendovi quel tanto di “volume di fuoco spontaneo”, si pone in continuità con tutti i precedenti storici di insubordinazione e ribellione spontaneamente verificatisi nella regione, non ultimo il “brigantaggio”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Autonomia-proletaria-nella-Calabria-degli-anni-70_37.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 14 ore 11,30 - Meditazione anticlassista 50 minuti [Penny-kella, Radio Blackout]:\r\n\r\nQuesta è una meditazione guidata incentrata principalmente sulla pace, la presenza e la rivoluzione politica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Meditazione-anticlassista_50.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 15 ore 8,30 - Occupare a Milano nel 2022 25 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nDa qualche tempo a Milano il ritmo di sfratti e sgomberi ha ripreso a correre e le forze di polizia sono tornate a martellare i quadranti più poveri della città. Ciò nonostante le occupazioni “abusive” non si fermano e sono migliaia le persone che ancora possono vivere a Milano solo grazie a forme “illegali” di sopravvivenza abitativa. Siamo partiti da qui per farci raccontare che aria tira in Corvetto – quartiere a sud est del centro – e cosa bolle in pentola in via Gola – ultima sacca del fu quartiere Ticinese già sventrato dalla movida.\r\nUn racconto a quattro voci dalla città di sotto, contesa tra i progetti di grossi studi immobiliari e le istanze di resistenza degli abitanti, lasciate covare sotto la cenere di un fuoco certamente spento ma per nulla estinto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Occupare-a-Milano-nel-2022_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 16 ore 8,30 - Storia del Balon 27 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nL’implacabile coerenza di chi sta ridisegnando il tessuto urbano e sociale di Torino, con un’applicazione da manuale degli imperativi della gentrificazione, non poteva certo tollerare la presenza di alcuni venditori di stracci nel Balon, lo storico \u003Cmark>mercato\u003C/mark> delle pulci della città. Giacché nelle categorie merceologiche appetibili per i nuovi abitanti di Porta Palazzo può certo rientrare l’usato, purché di antiquariato o adeguatamente vintage. Così assistiamo a una storia di ridefinizione, nominale e fattiva, degli spazi del quartiere e alla cacciata degli straccivendoli in periferia, tra una discarica e un cimitero. Una storia altamente istruttiva di cui ci narra una compagna di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Storia-Balon_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 ore 8,30 - Fred Buscaglione 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del cantautore.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Fred-Buscaglione_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 ore 13,30 - The Angry brigade 39 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n“L’Angry Brigade è l’uomo o la donna seduto accanto a voi. Hanno delle pistole in tasca e la collera nella mente”. A cavallo tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, in Inghilterra, si registrano centinaia di ordigni e di attacchi esplosivi ai danni di diversi obiettivi delle classi dominanti e dello Stato. Molti hanno a che fare con gli interessi spagnoli. Alcuni sono firmati The Angry Brigade. In questa conversazione con John Barker, ritroviamo il quadro di un’epoca e delle sue tensioni, attraverso un racconto in prima persona che si snoda dalle lotte antimilitariste al dissacrante disprezzo per i rituali di Cambridge e alle lotte nel quartiere londinese di Notting Hill. In questo contesto nasce l’Angry Brigade: edonisti, sì, ma persone serie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/The-Angry-Brigade_39.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 9 - 19 Febbraio 1937, la strage di Addis Abeba [No Trip For Cats, Radio Blackout]:\r\n\r\nIl 19 febbraio saranno passati 84 anni dal massacro di Addis Abeba, tra i tanti crimini del colonialismo italiano, \u003Cmark>uno\u003C/mark> dei più disgustosi e spietati, perché commesso lontano dai campi di battaglia, senza nemmeno l’alibi di una guerra in corso.Si trattò di un’immane rappresaglia, scattata in seguito all’attentato fallito contro il viceré d’Etiopia Rodolfo Graziani. Esercito e camicie nere si riversarono in strada, non tanto per stanare e arrestare i due responsabili, quanto per terrorizzare e colpire in maniera indiscriminata i nuovi sudditi dell’Italia imperiale, colpevoli di essersi ribellati agli invasori. Oltre ai militi e ai fascisti organizzati, si lanciarono entusiasti nella caccia al nero anche operai, burocrati e impiegati coloniali. Prigionieri e semplici passanti – colpevoli soltanto di essere africani – vennero uccisi a bastonate, a badilate, oppure pugnalati, fucilati, impiccati, investiti con automezzi, bruciati vivi nelle loro case.Il 22 febbraio 1937, Graziani spedì a Mussolini un telegramma eloquente: “In questi tre giorni ho fatto compiere nella città perquisizioni con l’ordine di far passare per le armi chiunque fosse trovato in possesso di strumenti bellici, che le case relative fossero incendiate. Sono state di conseguenza passate per le armi un migliaio di persone e bruciati quasi altrettanti tucul”.In breve, la strage debordò dal cerchio di fuoco che gli aerei italiani avevano stretto intorno ad Addis Abeba. Raggiunse i villaggi, le case sparse, i luoghi di culto. Centinaia di persone furono arrestate e morirono nei campi di detenzione di Danane, in Somalia, e Nocra, in Eritrea, dove Graziani ordinò che avessero minime quantità d’acqua e di cibo. Il clero copto fu identificato come un pericoloso sobillatore di ribelli e dopo la classica indagine dove il colpevole è stabilito in anticipo, a maggio Graziani spedì il generale Maletti ad annientare il villaggio conventuale di Debre Libanos, la comunità monastica più importante del paese. Le esecuzioni ufficiali ammontarono a 449. Lo storico Ian Campbell considera invece plausibile l’uccisione di circa duemila persone, compresi centinaia di minorenni, sia laici sia religiosi. Almeno il doppio ne sarebbero morte,secondo Angelo del Boca per le strade di Addis Abeba, mentre per Campbell sarebbero state 19mila e per le autorità etiopi – come denunciarono nel dopoguerra – 30000.Questo è l’inizio dell’articolo apparso sul blog di Wu Ming che ricorda quelle giornate e propone una \u003Cmark>mappa\u003C/mark> ,un inventario della memoria dei crimini del colonialismo italiano ,una giornata quella significativa del 19 febbraio ,per ricordare dal basso con iniziative diffuse le responsabilità rimaste impunite del colonialismo italiano.Creare una \u003Cmark>mappa\u003C/mark> delle lapidi ,dei nomi ,della toponomastica che ancora intossica i luoghi pubblici celebrando le atrocità del colonialismo e contribuendo alla smemoratezza collettiva e alla rimozione di quegli avvenimenti .Attraverso la rimozione del colonialismo si sdogana il lessico razzista che diviene senso comune ,dietro l’alibi degli “italiani brava gente ” si nasconde il meccanismo securitario che aizza l’odio contro il diverso.Diamo il nostro piccolo contributo al ricordo del massacro di Addis Abeba ripubblicando una puntata di “No trips for cats ” andata in onda il 16 febbraio di un anno fa ,dedicata al racconto di quei terribili giorni del 1937.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/19-Febbraio-1937-la-strage-di-Addis-Abeba_70.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 20 - Ghigliottina - Achille Lauro 50 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nAchì? 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Le origini e la storia del Rebetiko, più un modo di vita che un mero stile musicale, si intrecciano con la storia della plebe urbana greca, con la vita del Pireo e con le principali fasi politiche della penisola ellenica nella prima metà del XX secolo. Ci siamo fatti raccontare questa vicenda da Epaminondas Thomos, un compagno greco che ha curato l’edizione italiana del testo di Elias Petropulos, Rebetiko. Vita, musica, danza tra carcere e fumi dell’hashish.\r\n\r\n[audio 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Molti ragazzi che affrontano il lunghissimo viaggio carichi di speranze vengono puntualmente traditi dall'accoglienza che la Fortezza Europa gli riserva, infatti i diritti (allo studio, alla salute, ecc) che dovrebbero essere assicurati nei centri per minori non accompagnati spesso sono negati o insoddisfacenti per chi ambisce a un futuro migliore. Tanti giovani scelgono perciò la fuga e di molti di questi se ne perde completamente traccia, fino al raggiungimento della maggiore età in cui vengono cancellati dalle liste dei minori scomparsi. Questo gap ha alterato considerevolmente i numeri riguardanti questo fenomeno sottolineando l'incapacità istituzionale di affrontare il problema: mancano assolutamente attività di prevenzione e di ricerca, oltre a reali possibilità di inserimento per i minori stranieri nella nostra società. Tantissimi ragazzi evasi dal percorso istituzionale d'accoglienza diventano \"invisibili\" e trovano nella malavita organizzata la sola possibilità per sopravvivere e ripagare i debiti conseguiti per il viaggio verso l'Europa. Caporalato, spaccio di droga e prostituzione sono spesso le sole alternative possibili per questi ragazzi che hanno rinunciato a qualsivoglia status legale. Per molti i tempi biblici di inserimento dai centri d'accoglienza al mondo del lavoro non combaciano con la fretta di estinguere i debiti conseguiti nei paesi d'origine. Questo mercato nero di esseri umani ha fatto sì che direttamente nei paesi di \"smercio\" dei migranti come Libia ed Egitto i trafficanti possano già indirizzare e vendere i ragazzi ancor prima dello sbarco in Italia, se non proprio farli a pezzi e venderne gli organi, mercato in grandissima espansione che si inserisce nel contesto di classe in cui i ricchi possono rubare tutto ai poveri, dalle risorse naturali fino agli organi interni.\r\nNe parliamo con Alessandro Mauceri scrittore e promotore della Kiwanis I-Day giornata degli irreperibili\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/bambini-scomparsi.mp3\"][/audio]","29 Aprile 2019","2019-04-29 14:53:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/raul-najera-354133-unsplash-200x110.jpg","bambini scomparsi",1556549627,[],[],{"post_content":623},{"matched_tokens":624,"snippet":625,"value":626},[63],"problemi relativi alle migrazioni forse \u003Cmark>uno\u003C/mark> di quelli meno conosciuti riguarda","Tra i problemi relativi alle migrazioni forse \u003Cmark>uno\u003C/mark> di quelli meno conosciuti riguarda la sparizione di tantissimi bambini che arrivano in Italia. Molti ragazzi che affrontano il lunghissimo viaggio carichi di speranze vengono puntualmente traditi dall'accoglienza che la Fortezza Europa gli riserva, infatti i diritti (allo studio, alla salute, ecc) che dovrebbero essere assicurati nei centri per minori non accompagnati spesso sono negati o insoddisfacenti per chi ambisce a un futuro migliore. Tanti giovani scelgono perciò la fuga e di molti di questi se ne perde completamente traccia, fino al raggiungimento della maggiore età in cui vengono cancellati dalle liste dei minori scomparsi. Questo gap ha alterato considerevolmente i numeri riguardanti questo fenomeno sottolineando l'incapacità istituzionale di affrontare il problema: \u003Cmark>mancano\u003C/mark> assolutamente attività di prevenzione e di ricerca, oltre a reali possibilità di inserimento per i minori stranieri nella nostra società. Tantissimi ragazzi evasi dal percorso istituzionale d'accoglienza diventano \"invisibili\" e trovano nella malavita organizzata la sola possibilità per sopravvivere e ripagare i debiti conseguiti per il viaggio verso l'Europa. Caporalato, spaccio di droga e prostituzione sono spesso le sole alternative possibili per questi ragazzi che hanno rinunciato a qualsivoglia status legale. Per molti i tempi biblici di inserimento dai centri d'accoglienza al mondo del lavoro non combaciano con la fretta di estinguere i debiti conseguiti nei paesi d'origine. 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