","La frontiera uccide. Manifestazione a Claviere","post",1642509858,[60,61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/emilio-scalzo/","http://radioblackout.org/tag/fathallah-belafhail/","http://radioblackout.org/tag/frontiera-italo-francese/","http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione-a-claviere/","http://radioblackout.org/tag/migranti-morti-sulle-alpi/","http://radioblackout.org/tag/rifugio-autogestito/",[21,27,29,68,33,31,69],"frontiere","rifugio autogestito",{"post_content":71,"tags":76},{"matched_tokens":72,"snippet":74,"value":75},[73],"sulle","stati. Ha perso la vita \u003Cmark>sulle\u003C/mark> montagne come almeno altre 7","La scorsa domenica si è tenuta una manifestazione a Claviere, lungo il confine tra Italia e Francia. La polizia francese si è schierata per impedire ai manifestanti di attraversare la frontiera. Digos e antisommossa, presenti in modo massiccio sul piazzale antistante la chiesta hanno chiuso da dietro i manifestanti. Il blocco poliziesco ha provocato lunghissime code di auto. In paese, dove la Digos era passata dai commercianti per creare allarmismo, bar e negozi hanno abbassato le serrande.\r\nLa manifestazione è stata promossa dopo l’ennesima morte di un migrante senza documenti.\r\nIl 2 gennaio nella diga di Freney a Mondane è stato trovato il corpo di Fathallah Belafhail.\r\n\r\nStava cercando di attraversare la frontiera per andare in Francia, come tant* altr* considerat* illegali dagli stati. Ha perso la vita \u003Cmark>sulle\u003C/mark> montagne come almeno altre 7 persone dal 2018. La neve e il freddo non c’entrano nulla con queste \u003Cmark>morti\u003C/mark>: la responsabilità è dei governi di Francia e Italia che, aumentano controlli e militarizzazione, rendendo sempre più difficile passare\r\n\r\nRetate, identificazioni e schedature mirate, caccia all’uomo in montagna è quello che subiscono le persone senza documenti \u003Cmark>sulle\u003C/mark> frontiere.\r\n\r\nLa morte di Fathallah non è un avvenimento isolato ma ci ricorda che la violenza statale è sistematica e organizzata, e si manifesta con la presenza del braccio armato dello stato.\r\n\r\nDomenica 23 gennaio ci sarà una carovana solidale con Emilio, rinchiuso in carcere per essere stato solidale con i \u003Cmark>migranti\u003C/mark> in viaggio attraverso la Val di Susa. La carovana partirà alle 10 dal Presidio di San Didero.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Nicoletta Dosio\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/2022-01-18-frontiera-nicoletta.mp3\"][/audio]",[77,79,81,83,85,87,93],{"matched_tokens":78,"snippet":21},[],{"matched_tokens":80,"snippet":27},[],{"matched_tokens":82,"snippet":29},[],{"matched_tokens":84,"snippet":68},[],{"matched_tokens":86,"snippet":33},[],{"matched_tokens":88,"snippet":92},[89,90,73,91],"migranti","morti","alpi","\u003Cmark>migranti\u003C/mark> \u003Cmark>morti\u003C/mark> \u003Cmark>sulle\u003C/mark> \u003Cmark>alpi\u003C/mark>",{"matched_tokens":94,"snippet":69},[],[96,102],{"field":34,"indices":97,"matched_tokens":99,"snippets":101},[98],5,[100],[89,90,73,91],[92],{"field":103,"matched_tokens":104,"snippet":74,"value":75},"post_content",[73],2314894167593451500,{"best_field_score":107,"best_field_weight":108,"fields_matched":38,"num_tokens_dropped":46,"score":109,"tokens_matched":110,"typo_prefix_score":46},"4419510927616",13,"2314894167593451626",4,{"document":112,"highlight":138,"highlights":144,"text_match":147,"text_match_info":148},{"cat_link":113,"category":114,"comment_count":46,"id":115,"is_sticky":46,"permalink":116,"post_author":117,"post_content":118,"post_date":119,"post_excerpt":52,"post_id":115,"post_modified":120,"post_thumbnail":121,"post_thumbnail_html":122,"post_title":123,"post_type":57,"sort_by_date":124,"tag_links":125,"tags":134},[43],[45],"54450","http://radioblackout.org/2019/06/da-domusnovas-a-torino-in-piazza-contro-il-militarismo/","info2","Il due giugno la Repubblica festeggia se stessa con parate e cerimonie militari. L'esaltazione delle forze armate, la retorica patriottica, l'esaltazione delle bandiera e dei confini sono il sale di una narrazione che pone al centro il nazionalismo, come perno di identità escludenti, uno dei cardini della guerra ai poveri e agli immigrati.\r\n\r\nIn varie località italiane ci sono state iniziative di lotta antimilitarista e di contrasto alla produzione e allo smercio di armi.\r\nA Domusnovas c'è la RWM, una fabbrica la cui vocazione alla produzione di esplosivi per le miniere e le cave, è andata in crisi con la chiusura dei distretti minerari del Sulcis Iglesiente. Oggi alla RWM si producono bombe, che vengono vendute a paesi in guerra come l'Arabia Saudita, che le usano per macellare la popolazione yemenita.\r\nA gennaio la RWM è stata autorizzata ad allargare il perimetro dello stabilimento.\r\nGli antimilitaristi in più occasioni hanno manifestato davanti alla fabbrica, e pur senza entrarvi, perché le produzioni e i materiali di lavorazione sono molto pericolosi, sono riusciti più volte a bloccare la produzione, perché basta un palloncino a far scattare l'allarme e bloccare tutto.\r\nIl due giugno una pioggia battente ha limitato la partecipazione alla manifestazione, ma gli antimilitaristi hanno deciso di replicare il prossimo fine settimana.\r\nIn contemporanea in Germania ci sono state azioni di lotta solidali alle sedi della RWM.\r\n\r\nA Torino il rito militare è stato celebrato in piazza Castello. C’erano anche gli antimilitaristi, che di fronte alla polizia in assetto antisommossa, che bloccava l'ingresso in piazza Castello hanno chiuso un perimetro con fili e scritte contro le frontiere, bloccando per un breve periodo via XX Settembre.\r\nLe frontiere reali, tangibili, ma spesso invisibili ai più, sono divenute concrete per un po’, tanto da innervosire il consueto stuolo di digos, che hanno provato senza successo a sequestrare lo striscione \"Morti in mare. Salvini e Toninelli assassini\".\r\nIl presidio si è allargato, facendo pressione con cori e slogan. Sonio state diffuse testimonianze sulle frontiere.\r\nPoi il presidio si è trasformato in corteo ed ha raggiunto piazza Castello, dove si era appena conclusa la cerimonia militare. Fumogeni e un tirassegno antimilitarista hanno concluso una giornata di informazione e lotta.\r\n\r\nAscolta la diretta con Guido di Cagliari e il resoconto della manifestazione di Torino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-04-sard-tor-antimili-guido.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il volantino dell'assemblea antimilitarista di Torino:\r\n\r\n\"Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Truppe italiane sono in Afganistan, in Iraq, in Val Susa, nel Mediterraneo e nelle strade delle nostre periferie, dove i nemici sono i poveri, gli immigrati, i senza casa, chi si oppone ad un ordine sociale feroce.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. A pochi passi dalle nostre case si producono e si testano le armi impiegate nelle guerre di ogni dove. Le usano le truppe italiane nelle missioni di “pace” all’estero, le vendono le industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. In tutto il paese ci sono aeroporti militari, poligoni, centri di controllo satellitare, postazioni di lancio dei droni. Le prove generali dei conflitti di questi anni sono fatte nelle basi che occupano ovunque il territorio.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Le frontiere chiuse dell’Europa uccidono uomini, donne e bambini che fuggono guerre, miseria, persecuzioni e dittature. \r\nSi muore in mare, nel deserto, nelle gallerie ferroviarie, sui valichi alpini.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Chi promuove guerre in nome dell'umanità paga i macellai di Tripoli e di Ankara perché i profughi vengano respinti e deportati.\r\nI porti italiani sono stati chiusi alle navi delle ONG che salvavano i naufraghi, alla guardia costiera italiana è stato vietato intervenire nelle emergenze in mare. La guardia costiera libica, la cui collusione con i trafficanti è ben nota, ricaccia all’inferno delle prigioni per migranti la gente in viaggio. Nei lager libici stupri, torture, fame, ricatti e omicidi sono orrori quotidiani. I lager sono in Libia, i responsabili sono al governo in Italia e in Europa.\r\nIl ministro dell’Interno sta preparando un nuovo pacchetto “sicurezza”. Chi presta soccorso ai naufraghi, rischia multe salatissime e il ritiro della patente. La gente di mare dovrà scegliere se diventare complice degli assassini di Stato o perdere la barca e il lavoro.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Ogni giorno centinaia di persone viaggiano per seguire i fili della propria vita. Tanti provano a passare il confine con la Francia.\r\nMa non tutti arrivano. Polizia e militari sono essi stessi una frontiera per chi non ha documenti, né mai li avrà. Il pacchetto sicurezza cancellando la protezione umanitaria ha reso clandestine migliaia di persone. \r\nIl confine è una linea sottile sulle mappe. Tra boschi e valichi, tra le acque del Mare di Mezzo, non ci sono frontiere: solo uomini in armi che le rendono vere.\r\nLe frontiere tra i sommersi e i salvati sono ovunque, ben oltre i confini di Stato e le dogane.\r\nLe frontiere sono quasi invisibili per chi ha la fortuna di possedere un documento, di essere bianco, di avere la cittadinanza.\r\nPer i senza carte ogni strada è una frontiera: ogni giorno rischiano di incappare in una pattuglia, di essere rinchiusi nei CPR o deportati a migliaia di chilometri di distanza.\r\nUn terribile gioco dell’oca: se i dadi ti dicono male ritorni da dove sei partito anni prima, bruciando la tua vita per un viaggio che potrebbe durare poche ore, costare molto meno.\r\nLa retorica sulla sicurezza alimenta l'identificazione del nemico con il povero, mira a spezzare la solidarietà tra gli oppressi, perché non si alleino contro chi li opprime.\r\n\r\nL’Italia è in guerra. Ma in ogni dove, lungo le frontiere serrate d’ Europa, c’è chi ha deciso di non stare a guardare la gente che muore, si perde, dorme in strada, viene cacciata da gendarmi e carabinieri. \r\n\r\nUn giorno qualcuno potrebbe chiederci dove eravamo mentre i bambini annegavano. Dove eravamo quando il governo chiudeva i porti? Dove eravamo quando il ministro dell’Interno cancellava i permessi umanitari a donne incinte, ragazzi soli, persone torturate? Dove eravamo quando la furia razzista colpiva per le strade? \r\nNoi vorremmo poter rispondere che eravamo lungo le frontiere che separano, selezionano, uccidono. Mettersi in mezzo è possibile. Dipende da ciascuno di noi.\r\nSe non ora, quando? Se non io, chi per me?\r\n\r\nLa rivolta morale non basta a fermare la guerra, se non sa farsi resistenza concreta.\r\nPer fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.\r\n\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutte le guerre!. \r\nLe frontiere uccidono. Abbattiamole!\"","4 Giugno 2019","2019-06-05 12:39:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/FB_IMG_1559664005991-e1559664644799.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Da Domusnovas a Torino: in piazza contro il militarismo",1559673062,[126,127,128,129,130,131,132,133],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/bombe/","http://radioblackout.org/tag/domusnovas/","http://radioblackout.org/tag/fabbriche-di-armi/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione/","http://radioblackout.org/tag/parata-militare/","http://radioblackout.org/tag/rwm/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[135,17,19,25,136,23,15,137],"antimilitarismo","manifestazione","torino",{"post_content":139},{"matched_tokens":140,"snippet":142,"value":143},[141],"Morti","successo a sequestrare lo striscione \"\u003Cmark>Morti\u003C/mark> in mare. 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Eppure vale la pena ogni volta ribadirlo e darsi il tempo per capire come – e con quali intenti – il potere decida di protrarre le pratiche razziste anche al di là del confine della vita stessa.\r\n\r\nChe il Mar Mediterraneo sia un cimitero a cielo aperto non è di certo un segreto; eppure puntualmente ogni strage in mare viene silenziata dalla stragrande maggioranza delle coperture mediatiche.\r\nIn questo episodio di Harraga, cerchiamo piuttosto di approfondire la notizia del naufragio di metà Agosto 2025 riportando il giusto termine di strage – non tragedia - per descriverlo e sottolineare le precise responsabilità. Nonché con l’aiuto di attivistx di Maldusa a Lampedusa e con quellx di MEM.MED dalla Sicilia, cerchiamo non solo di entrare nel merito degli eventi ma anche di descrivere, e far una prima analisi, di come il razzismo – e la sua burocrazia – si spinga ben oltre il confine della vita, ricadendo a cascata sulle famiglie dei morti di frontiera.\r\n\r\nPrimo collegamento con chi si trova in questo momento a Lampedusa con Maldusa,\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/Maldusa-2025_08_22_2025.08.22-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSecondo collegamento con MemMed -Memoria Mediterranea, gruppo attivo nel supporto alla ricerca delle persone migranti disperse nel Mediterraneo e nel monitoraggio delle pratiche di frontiera.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/MemMed.mp3\"][/audio]","26 Agosto 2025","2025-08-26 07:31:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/Immagine-2025-08-23-152414-200x110.png","Il naufragio di Lampedusa e il razzismo anche dopo la morte","podcast",1756193505,[195,196,197,198,199],"http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/maldusa/","http://radioblackout.org/tag/memmed/","http://radioblackout.org/tag/naufragio/","http://radioblackout.org/tag/porto-empedocle/",[174,170,168,172,176],{"post_content":202},{"matched_tokens":203,"snippet":204,"value":205},[73,90],"della vita, ricadendo a cascata \u003Cmark>sulle\u003C/mark> famiglie dei \u003Cmark>morti\u003C/mark> di frontiera.\r\n\r\nPrimo collegamento con","Che lo Stato periodicamente eserciti il suo potere di uccidere, come forma di controllo ed annichilimento delle vite nonché con l’obbiettivo di terrorizzare – e così controllare – il più \u003Cmark>ampio\u003C/mark> numero di persone in viaggio senza documenti europei, non è certo novità. 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Nonché con l’aiuto di attivistx di Maldusa a Lampedusa e con quellx di MEM.MED dalla Sicilia, cerchiamo non solo di entrare nel merito degli eventi ma anche di descrivere, e far una prima analisi, di come il razzismo – e la sua burocrazia – si spinga ben oltre il confine della vita, ricadendo a cascata \u003Cmark>sulle\u003C/mark> famiglie dei \u003Cmark>morti\u003C/mark> di frontiera.\r\n\r\nPrimo collegamento con chi si trova in questo momento a Lampedusa con Maldusa,\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/Maldusa-2025_08_22_2025.08.22-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSecondo collegamento con MemMed -Memoria Mediterranea, gruppo attivo nel supporto alla ricerca delle persone \u003Cmark>migranti\u003C/mark> disperse nel Mediterraneo e nel monitoraggio delle pratiche di frontiera.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/MemMed.mp3\"][/audio]",[207],{"field":103,"matched_tokens":208,"snippet":204,"value":205},[73,90],2310390499246080000,{"best_field_score":211,"best_field_weight":150,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":212,"tokens_matched":110,"typo_prefix_score":38},"2220454117376","2310390499246080113",{"document":214,"highlight":228,"highlights":234,"text_match":237,"text_match_info":238},{"comment_count":46,"id":215,"is_sticky":46,"permalink":216,"podcastfilter":217,"post_author":218,"post_content":219,"post_date":220,"post_excerpt":52,"post_id":215,"post_modified":221,"post_thumbnail":222,"post_title":223,"post_type":192,"sort_by_date":224,"tag_links":225,"tags":227},"95486","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-06-02-2025-vendita-di-esseri-umani-tra-libia-e-tunisia-con-i-soldi-ue-serbia-continuano-le-manifestazioni-il-regime-di-vucic-e-al-capolinea/",[162],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata parla con Piero Gorza ,antropologo che attualmente svolge studi sul tema della frontiera , del rapporto \"State Trafficking\" che riporta le testimonianze di migranti che sono stati espulsi dalla Tunisia verso la Libia da giugno 2023 a novembre 2024 mettendo in luce un meccanismo di vendita di esseri umani alla frontiera da parte di apparati di polizia e militari tunisini e l’interconnessione fra questa infrastruttura dei respingimenti e l’industria del sequestro nelle prigioni libiche. Il rapporto contribuisce a documentare veri e propri crimini di stato perpetrati da apparati governativi tunisini e libici con la complicità delle politiche di esternalizzazione delle frontire da parte dell'Unione Europea. Questa collusione si sostanzia nei \"memorandum\" d'intesa siglati tra Tunisia ed Unione Europea che prevedono proprio il finanziamento di corpi di polizia allo scopo di impedire le partenze dei migranti. Sonoi 5 le fasi che il rapporto identifica in questo processo di deportazione e tratta di esseri umani :1) Gli arresti; 2) Il trasporto verso la frontiera tunisino-libica; 3) Il ruolo dei campi di detenzione alla frontiera tunisina; 4) Il passaggio e la vendita a corpi armati libici; 5) La detenzione nelle prigioni libiche sino al pagamento del riscatto. Siamo di fronte ad una vera e propria tratta di stato, con un corollario di violazioni dei diritti umani nel corso delle operazioni di espulsione e tratta, che inchiodano alle sue responsabilità l’Unione Europea e i singoli stati nell’esposizione alla morte e alla schiavitù delle persone in viaggio, così come riguardo allo status di “paese sicuro” assegnato alla Tunisia, al suo ruolo di partner e beneficiario economico nella gestione della frontiera esterna della UE.\r\n\r\nIl gruppo di ricerca internazionale ha deciso di rendersi anonimo sotto uno pseudonimo collettivo. La scelta dell’anonimato nasce dal dovere di tutelare la sicurezza e l’incolumità fisica dei ricercatori stessi , ma anche dalla volontà di continuare a fare ricerca su un tema che in Tunisia è oggi oggetto di una radicale repressione. Il gruppo ha realizzato il disegno dell’indagine, la raccolta e l’analisi dei materiali, cosi come la supervisione scientifica di tutto il processo.Le testimonianze sono state raccolte sul posto e attraverso delle chat che vengono utilizzate dalle persone migranti .\r\n\r\nhttps://www.adl-zavidovici.eu/wp-content/uploads/2025/01/StateTrafficking_IT_light.pdf \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-06022025-STATE-TRAFFICKING.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatjana Djordjevic torniamo sulle proteste in Serbia ,sempre più ampie e che coinvolgono strati sociali non solamente studenteschi e che si estendono anche al di fuori dei grandi centri urbani. Decine di migliaia di studenti di Belgrado sono partiti a piedi per unirsi ai manifestanti a Novi Sad, la marcia, lunga circa 70 km e accompagnata dallo slogan \"Un passo verso la giustizia\", è iniziata il 29 gennaio e si è protratta per due giorni. Lungo il percorso, numerosi cittadini hanno atteso gli studenti per sostenerli, offrendo loro cibo e acqua. Le manifestazioni sono iniziate il 22 novembre e non si fermano ,hanno portato alle dimissioni del primo ministro Vucevic ,le proteste erano cominciate a causa del crollo di una tettoia alla stazione ferroviaria di Novi Sad lo scorso 1° novembre, che aveva causato 15 morti. L’incidente è considerato dai manifestanti emblematico della corruzione diffusa nel paese durante gli anni al potere del presidente Aleksandar Vučić, che è stato primo ministro fra il 2014 e il 2017 e da allora è presidente. Il movimento non accetta di essere sovradeterminato dai partiti politici dell'opposizione che divisa e debole viene tenuta lontana dalle manifestazioni ,la critica di questa generazione diviene sempre più radicale ed investe il sistema di potere di Vucic .Con le dovute differenze il pernsiero va alle manifestazioni studentesche che portarono alla caduta nel 2000 del governo di Milosevic.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-DI-ORIONE-06022025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","10 Febbraio 2025","2025-02-10 11:59:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/02/2025-VENDITA DI ESSERI UMANI TRA LIBIA E TUNISIA CON I SOLDI UE -SERBIA CONTINUANO LE MANIFESTAZIONI IL REGIME DI VUCIC E' AL CAPOLINEA ?",1739188792,[226],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[178],{"post_content":229},{"matched_tokens":230,"snippet":232,"value":233},[73,231],"ampie","nbsp;\r\n\r\nCon Tatjana Djordjevic torniamo \u003Cmark>sulle\u003C/mark> proteste in Serbia ,sempre più \u003Cmark>ampie\u003C/mark> e che coinvolgono strati sociali","Bastioni di Orione in questa puntata parla con Piero Gorza ,antropologo che attualmente svolge studi sul tema della frontiera , del rapporto \"State Trafficking\" che riporta le testimonianze di \u003Cmark>migranti\u003C/mark> che sono stati espulsi dalla Tunisia verso la Libia da giugno 2023 a novembre 2024 mettendo in luce un meccanismo di vendita di esseri umani alla frontiera da parte di apparati di polizia e militari tunisini e l’interconnessione fra questa infrastruttura dei respingimenti e l’industria del sequestro nelle prigioni libiche. 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Siamo di fronte ad una vera e propria tratta di stato, con un corollario di violazioni dei diritti umani nel corso delle operazioni di espulsione e tratta, che inchiodano alle sue responsabilità l’Unione Europea e i singoli stati nell’esposizione alla morte e alla schiavitù delle persone in viaggio, così come riguardo allo status di “paese sicuro” assegnato alla Tunisia, al suo ruolo di partner e beneficiario economico nella gestione della frontiera esterna della UE.\r\n\r\nIl gruppo di ricerca internazionale ha deciso di rendersi anonimo sotto uno pseudonimo collettivo. La scelta dell’anonimato nasce dal dovere di tutelare la sicurezza e l’incolumità fisica dei ricercatori stessi , ma anche dalla volontà di continuare a fare ricerca su un tema che in Tunisia è oggi oggetto di una radicale repressione. 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