","La solidarietà non va in quarantena","post",1583855968,[48,49,50,51,52,53],"http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/covid-19/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione/","http://radioblackout.org/tag/mutuo-appoggio/","http://radioblackout.org/tag/salute/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta/",[18,14,22,20,12,16],{"post_content":56,"tags":61},{"matched_tokens":57,"snippet":59,"value":60},[58],"1","dispone misure rigidissime. Con l’articolo \u003Cmark>1\u003C/mark> si estende la cosiddetta “Zona","Lo Stato italiano prova a convincerci che rinunciare ad ogni libertà ci salverà dall’epidemia. Un buon modo per mettere a tacere preventivamente ogni voce fuori dal coro e per spostare la responsabilità del disastro dal governo ai singoli individui, isolati e atomizzati.\r\nManca tutto: mascherine, tamponi, posti letto, medici, infermieri, laboratori analisi. In questi anni i governi che si sono succeduti hanno tagliato la spesa per la sanità, favorendo gli interessi dei privati.\r\nI responsabili della diffusione del Covid 19 e della carenza di cure e prevenzione siedono sui banchi del governo.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli, autore di un articolo uscito su Umanità Nova, che vi proponiamo di seguito:\r\n\r\nAscolta la diretta con Dario:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020-03-10-dario-la-lotta-non-va-in-quarantena.mp3\"][/audio]\r\n\r\nScarica l'audio\r\n\r\n“La solidarietà non va in quarantena\r\n\r\nNelle ultime settimane molte e molti di noi si stanno chiedendo come portare avanti l’attività politica, sindacale sociale nei contesti che viviamo. Ci siamo già trovati a prendere decisioni non facili, annullare o meno iniziative, manifestazioni, scioperi, presidi, assemblee e incontri pubblici, anche sotto la minaccia di un possibile divieto da parte delle autorità. Quello che sta succedendo può incidere significativamente sulla realtà che viviamo, di pari passo con gli effettivi rischi per la salute il processo emergenziale in corso attorno alla questione del coronavirus pone delle questioni molto importanti in termini politici.\r\n\r\nFino dalle prime notizie riguardo alla diffusione del virus in Cina i principali esponenti dei partiti che siedono in parlamento hanno iniziato a cavalcare l’emergenza, strumentalizzando la situazione. Non è una novità. È la cosiddetta “politica dell’emergenza”, il condensarsi del confronto politico attorno a questioni urgenti che dominano le testate dei giornali e danno vita agli hashtag più popolari, con sensazionalismo, con un linguaggio violento, proponendo soluzioni totali e impossibili. Il dibattito pubblico si muove di emergenza in emergenza, c’è quella del terremoto e quella della sicurezza, c’è l’emergenza freddo e quella dei rifiuti, c’è l’emergenza delle buche in strada e infine quella del coronavirus. A volte sono problemi reali a volte sono artefatti, ma non è importante, perché questi politici non vogliono certo risolvere davvero i problemi delle persone. Vogliono creare invece i temi scottanti su cui battere gli avversari e consolidare consensi. Ma attenzione, non è una questione di cialtroneria, incapacità, ignoranza, è una lotta per il potere.\r\n\r\nPerché la comunicazione spesso è solo un terreno di scontro, e l’emergenza, specie quando non è solo raccontata ma è anche formalmente riconosciuta dalla legge, come nel caso di alluvioni, terremoti, disastri e emergenze sanitarie, crea delle grandi “opportunità”. Con commissariati straordinari, appalti, consulenze, finanziamenti, snellimento delle procedure, provvedimenti fiscali, bonus, ammortizzatori sociali, si creano posizioni di potere molto appetibili sul piano economico e politico. Ogni stato di emergenza impone una maggiore concentrazione del potere, e per questo si accompagna ad un’intensificazione della lotta per il potere e la sua spartizione.\r\n\r\nProprio nelle scorse settimane c’è stato un duro scontro tra il governo centrale e le regioni guidate dal centrodestra che avevano immediatamente applicato misure drastiche. Un braccio di ferro sul piano delle competenze e dei provvedimenti che ha toccato anche aspetti costituzionali. Conte è arrivato a dire il 24 febbraio di essere pronto a togliere i poteri alle regioni in materia di sanità, possibile in casi straordinari in base all’articolo 120 della costituzione. Mentre il giorno successivo le tensioni avevano quasi fatto saltare la “cabina di regia” tra governo e regioni. In questo contesto, mentre i giornali parlavano di un possibile governo di unità nazionale Salvini-Renzi, proprio Salvini il 27 febbraio è salito al Quirinale per incontrare Mattarella e richiedere l’intervento del Presidente della Repubblica. Già il giorno dopo Renzi smentiva questa possibilità. Evidentemente era stato trovato un qualche accordo politico per affrontare questa prima fase. Questo teatrino, a colpi di dichiarazioni roboanti, provvedimenti draconiani, appelli all’unità, più che essere dettato da necessità sanitarie sembra esser mosso principalmente da esigenze politiche.\r\n\r\nDalla settimana successiva, il 4 marzo, con l’aumento effettivo dei casi e la diffusione del contagio anche fuori dalle regioni del nord Italia viene emesso un primo di una serie di decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri che hanno nell’arco di pochi giorni inasprito fortemente le restrizioni, andando ovviamente anche a toccare la libertà di manifestazione e di riunione. Il DPCM 4 marzo 2020, prevede misure restrittive valide per tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile e tra le altre cose sospende “le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”\r\n\r\nQuesto provvedimento segue due comunicazioni della Commissione di Garanzia Sciopero che sospendono di fatto il diritto di sciopero per l’emergenza coronavirus. La prima comunicazione del 24 febbraio è un invito generale a sospendere gli scioperi dal 25 febbraio al 31 marzo che ha fatto saltare gli attesi scioperi della scuola del 6 marzo. La seconda del 28 febbraio invitava esplicitamente a sospendere gli scioperi generali convocati per il 9 marzo per le giornate globali di lotta femminista dell’8 e del 9 marzo. Si tratta di fatto di un divieto di sciopero specifico per la giornata del 9 marzo, che ha costretto gran parte dei sindacati a ritirare l’indizione, solo lo Slai Cobas ha mantenuto in piedi lo sciopero con rischio di pesanti sanzioni per l’organizzazione sindacale e gli scioperanti.\r\n\r\nNella notte tra il 7 e l’8 marzo viene emesso il DPCM 8 marzo 2020 con effetto immediato che dispone misure rigidissime. Con l’articolo \u003Cmark>1\u003C/mark> si estende la cosiddetta “Zona rossa” prevedendo anche il divieto di entrata e uscita e di spostamento – tranne che per emergenze e ovviamente per lavoro – all’interno del territorio dell’intera Regione Lombardia e di 14 provincie del Piemonte, dell’Emilia Romagna, del Veneto e delle Marche. Con l’articolo 2 si aumentano le misure restrittive sul territorio nazionale, vietando in modo totale le manifestazioni: “Sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato.”\r\n\r\nTra il 9 e il 10 marzo infine è stato emesso un nuovo decreto, il DPCM 9 maro 2020, che ha esteso a tutto il territorio nazionale comprese le isole tutte le restrizioni, incluse le limitazioni agli spostamenti, ammessi solo per iderogabili e comprovati motivi di lavoro, per emergenza sanitaria e per necessità. Inoltre “su tutto il territorio nazionale è vietata ogni forma di assembramento di persone in luogo pubblico o aperto al pubblico”.\r\n\r\nSe con il DPCM 4 marzo eravamo letteralmente a un metro dalla sospensione delle libertà di riunione e manifestazione, con il potere discrezionale di questori e prefetti di vietare ogni iniziativa, con il più recente DPCM 9 marzo siamo arrivati invece al divieto totale per ogni forma di assembramento fino al 3 aprile. Una formulazione così ambigua, che impiega “assembramento” anziché “manifestazione”, lascia ampio margine di interpretazione alle autorità incaricate dell’ordine pubblico. Inoltre dopo decenni di provvedimenti antisciopero siamo giunti alla definitiva sospensione del diritto di sciopero. Questi decreti hanno avuto subito un effetto devastante, già il primo del 4 marzo, a una manciata giorni dalle manifestazioni dell’8 marzo organizzate in moltissime città dai nodi locali di NonUnaDiMeno e da altre realtà femministe aveva creato estrema confusione. In molte città di fronte a una situazione già segnata dalla paura alimentata dai media attorno all’emergenza coronavirus e dai reali timori per i rischi sanitari, che rendevano più difficile la partecipazione alle iniziative, il provvedimento del governo ha portato le assemblee locali ad annullare molte manifestazioni e momenti di piazza. In molte località comunque anche se non è stato possibile mantenere i cortei sono stati organizzati momenti di piazza rimodulati, resistendo in qualche modo ai provvedimenti e alla paura.\r\n\r\nQueste norme potrebbero cambiare già nelle prossime ore, essere ulteriormente inasprite, o essere affiancate da nuovi provvedimenti, la situazione è ancora abbastanza confusa, ad ogni modo in questo momento fino al 3 aprile sono vietate in modo arbitrario tutte le forme di manifestazione e riunione, con la giustificazione inappellabile della salute pubblica, e sono punibili tutti gli spostamenti considerati non necessari. Cosa succederà alle tante lotte territoriali, alle vertenze lavorative, alle proteste locali, alle mobilitazioni più radicali, se già queste misure hanno avuto un effetto così forte sulle manifestazioni dell’8 marzo, in una giornata di mobilitazione a livello internazionale che in questi anni ha saputo affermare una propria legittimità? Come è possibile in un simile contesto per chi deve continuare a lavorare, per chi è rinchiuso nelle carceri, per chi al di là del coronavirus deve ricorrere a cure mediche, per chi non ha casa o accesso a servizi igenici, per chi vive in alloggi malsani o precari, per tutti coloro che subiscono prepotenze e taglieggiamenti di speculatori e approfittatori, organizzarsi, far valere i propri diritti, ottenere condizioni decenti, creare forme di solidarietà? Siamo in una situazione in cui lo stato di emergenza conferisce al governo maggiore potere, in cui il Presidente della repubblica chiede “disciplina” e “responsabilità”, in cui le manifestazioni e le riunioni possono essere vietate in modo quasi arbitrario, in cui il diritto di sciopero è sospeso. È una situazione molto pericolosa.\r\n\r\nBasta pensare all’approccio militare che è stato scelto per affrontare la situazione delle carceri, le rivolte scoppiate in 27 penitenziari in tutta Italia rendono evidente che una parte della popolazione di questo paese, quasi 61000 persone vivono costretti in condizioni di sovraffollamento e igieniche disastrose. Per questo chiedono in questa situazione una cosa sola, libertà, attraverso un indulto o un amnistia. Per \u003Cmark>ora\u003C/mark> lo Stato ha risposto con i reparti antisommossa, i famigerati GOM, e con l’esercito. Ci sono al momento 11 morti tra i carcerati tra Modena e Rieti, per cause ancora da accertare, ma su cui appare evidente la responsabilità dello Stato e dei suoi apparati. Fuori dalle carceri c’erano anche familiari dei detenuti e realtà solidali, queste semplici presenze per i decreti di emergenza del governo possono essere considerate illegali.\r\n\r\nÈ bene notare che fin dalle prime settimane dell’emergenza si è iniziato a parlare di recessione, di crisi economica. In effetti molti settori produttivi in Italia e nel mondo sono colpiti dalle conseguenze dell’emergenza coronavirus, ed \u003Cmark>ora\u003C/mark> alcuni amministratori locali propongono un arresto temporaneo delle attività produttive. Ma sappiamo bene cosa significa il ritornello della recessione per milioni di lavoratrici e lavoratori sia precari che “garantiti”, sono già partiti dei licenziamenti, molti contratti a termine non saranno rinnovati, chi lavora a prestazione o in nero non percepisce stipendio, si richiedono sacrifici, si impongono le ferie, quando va bene c’è la cassa integrazione. Ma non è tutto, c’è chi già si sfrega le mani e vorrebbe cogliere l’occasione per intervenire più in profondità sui rapporti di lavoro, con “sperimentazioni” volte a restringere diritti e libertà di chi lavora. In un articolo di Repubblica del 24 febbraio, Mariano Corso responsabile dell'Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano afferma: “oltre al coronavirus, bisogna anche debellare un virus che è la nostra incapacità di lavorare in maniera efficiente, superando il pensiero che solo la presenza in ufficio sia garanzia di risultato”. Se da una parte quindi sono sospesi scioperi e manifestazioni non sono certo sospesi i licenziamenti né si frenano le pretese dei manager. Anzi loro possono dire che “Milano non si ferma” mentre chiedono altri soldi pubblici e lasciano a casa qualche migliaio di precari.\r\n\r\nFu proprio con lo stesso ritornello della recessione che meno di dieci anni fa il Governo guidato da Monti decise uno dei più pesanti tagli degli ultimi decenni ai finanziamenti per la sanità pubblica, e in 10 anni sono stato sottratti al Servizio Sanitario Nazionale 37 miliardi di euro. C’è il concreto rischio che la crisi economica legata all’emergenza coronavirus porti a una nuova stagione di “sacrifici”.\r\n\r\nQuando ci chiedono di essere responsabili di fare un passo indietro in nome della responsabilità collettiva ci prendono solo in giro. Chi è responsabile dello smantellamento della sanità pubblica che oltre a eliminare molte delle strutture incaricate della prevenzione, ha drasticamente ridotto i posti letto negli ospedali, e addirittura portato alla chiusura di distretti sanitari e presidi ospedalieri? Chi è responsabile della diffusione di malattie respiratorie causate dal grave inquinamento dell’aria, dalle produzioni nocive e da condizioni di vita e di lavoro malsane? Chi è responsabile del fatto che molte persone considerabili a rischio per il coronavirus sono ancora costrette a lavorare e non possono andare in pensione?\r\n\r\nSono le istituzioni, i partiti e gli industriali che hanno distrutto il nostro servizio sanitario, che hanno provocato l’aumento di malattie respiratorie croniche, che ci tengono nella disoccupazione o inchiodati al lavoro fino alla vecchiaia, sono loro che adesso ci chiedono di essere responsabili, di fare altri sacrifici e di non protestare.\r\n\r\nUn altro aspetto di questa emergenza da considerare è la traccia che lascerà nella società. Improvvisamente un paese come l’Italia si è trovato immerso in un clima “di guerra”. Non solo e non tanto per la \u003Cmark>militarizzazione\u003C/mark> delle aree sottoposte a quarantena ma per la martellante comunicazione politica e mediatica che ha tenuto banco sin dai primi giorni e che ha polarizzato l’attenzione su tutto il territorio del paese. I bollettini quotidiani che alla sera presentavano il conto dei morti, dei contagiati e dei guariti della giornata sono diventati presto una routine, accompagnati dalle notizie sui provvedimenti del governo e dagli appelli alla disciplina, al rispetto delle raccomandazioni igieniche, alla responsabilità, dai numeri di telefono tramite i quali segnalare possibili casi. Se alcune implicazioni di questo periodo si vedranno solo più avanti, altre sono già evidenti. In questo contesto lo Stato sembra essere l’unico garante della salute pubblica, contro il contagio, contro la morte, contro il caos. Questa immagine viene ancora più enfatizzata da chi esalta il modello cinese, o rispolvera addirittura Hobbes per richiamare alla necessità se non di una dittatura quantomeno di uno Stato forte come unica soluzione. In realtà lo Stato ha presieduto allo smantellamento della struttura sanitaria pubblica e per sua natura si preoccupa più di soddisfare le richieste degli industriali e dei grandi proprietari che di tutelare la salute dei cittadini. Inoltre al di là della questione dell’effettiva efficacia dei provvedimenti restrittivi finalizzati a limitare il contagio, su cui non ho alcuna competenza per esprimermi, l’approccio autoritario condotto con provvedimenti drastici applicati ciecamente e acriticamente può risultare disastroso in caso di errori di valutazione. Al contempo il ritornello “state chiusi in casa che ci pensiamo noi” attiva un processo di deresponsabilizzazione e infantilizzazione nella società molto pericoloso. Il senso di impotenza e impossibilità di incidere di fronte all’emergenza fa trascurare l’importanza delle scelte e delle iniziative individuali e collettive dal basso. Questi provvedimenti possono contribuire a disgregare ulteriormente il tessuto sociale, demolendo ogni forma di autodifesa individuale e collettiva, facendo perdere ogni fiducia nella capacità di reazione a livello sociale. L’autoritarismo non può sostituire la solidarietà, la consapevolezza, la responsabilità individuale, il confronto collettivo che in queste situazioni possono rappresentare delle indispensabili forme di prevenzione. Basti pensare al fatto che possono essere considerate illegali anche le forme di autorganizzazione che in molte città stanno emergendo, quali forme di solidarietà per la consegna dei generi alimentari, per il sostegno a chi perde il lavoro o non riceve lo stipendio, o altre attività semplici ma importanti per la sopravvivenza.\r\n\r\nLa responsabilità che preme in questo momento non è quella di attendere, disciplinatamente, chiusi in sé stessi, che il governo risolva tutto, andando magari comunque a lavoro perché la recessione è dietro l’angolo. Ma è quella di tenere vive e rafforzare le reti di solidarietà in modo che possano essere strumenti per tutti gli sfruttati e gli oppressi in questo contesto, a livello sanitario, sociale e politico.\r\n\r\nÈ bene quindi confrontarsi e riflettere sulla situazione, sia per saper affrontare collettivamente, consapevolmente e in modo solidale il rischio sanitario, sia per impedire che approfittando dell’emergenza venga veramente silenziata ogni forma di opposizione di piazza e ogni forma di attività sindacale. In una fase come questa è importante riaffermare la libertà di sciopero, di manifestazione e di riunione contro i provvedimenti repressivi del governo. Perché è importante, senza trascurare i rischi sanitari, mantenere gli spazi di libertà e agibilità politica, e rafforzare le reti di solidarietà e mutuo appoggio esistenti. Anche per evitare che quando tutto questo sarà finito non ci aspetti una realtà peggiore del virus stesso.”",[62,64,66,69,71,73],{"matched_tokens":63,"snippet":18},[],{"matched_tokens":65,"snippet":14},[],{"matched_tokens":67,"snippet":68},[22],"\u003Cmark>militarizzazione\u003C/mark>",{"matched_tokens":70,"snippet":20},[],{"matched_tokens":72,"snippet":12},[],{"matched_tokens":74,"snippet":16},[],[76,79],{"field":77,"matched_tokens":78,"snippet":59,"value":60},"post_content",[58],{"field":23,"indices":80,"matched_tokens":82,"snippets":84},[81],2,[83],[22],[68],1731669220158079000,{"best_field_score":87,"best_field_weight":88,"fields_matched":81,"num_tokens_dropped":34,"score":89,"tokens_matched":90,"typo_prefix_score":34},"1116681273344",14,"1731669220158079090",3,6696,{"collection_name":45,"first_q":93,"per_page":26,"q":93},"militarizzazione 1 ora",4,{"facet_counts":96,"found":94,"hits":131,"out_of":1297,"page":11,"request_params":1298,"search_cutoff":24,"search_time_ms":1299},[97,107],{"counts":98,"field_name":105,"sampled":24,"stats":106},[99,101,103],{"count":81,"highlighted":100,"value":100},"black holes",{"count":11,"highlighted":102,"value":102},"anarres",{"count":11,"highlighted":104,"value":104},"ponte radio","podcastfilter",{"total_values":90},{"counts":108,"field_name":23,"sampled":24,"stats":129},[109,111,113,115,117,119,121,123,125,127],{"count":90,"highlighted":110,"value":110},"milano",{"count":90,"highlighted":112,"value":112},"Ambiente",{"count":90,"highlighted":114,"value":114},"radio cane",{"count":81,"highlighted":116,"value":116},"torino",{"count":81,"highlighted":118,"value":118},"natale",{"count":81,"highlighted":120,"value":120},"comico",{"count":81,"highlighted":122,"value":122},"operaismo",{"count":81,"highlighted":124,"value":124},"lotta di classe",{"count":81,"highlighted":126,"value":126},"intrattenimento",{"count":81,"highlighted":128,"value":128},"produzioni nessun rimborso",{"total_values":130},245,[132,659,1048,1071],{"document":133,"highlight":388,"highlights":644,"text_match":654,"text_match_info":655},{"comment_count":34,"id":134,"is_sticky":34,"permalink":135,"podcastfilter":136,"post_author":137,"post_content":138,"post_date":139,"post_excerpt":40,"post_id":134,"post_modified":140,"post_thumbnail":141,"post_title":142,"post_type":143,"sort_by_date":144,"tag_links":145,"tags":270},"91091","http://radioblackout.org/podcast/black-holes-dal-22-al-28-luglio-2024/",[104],"fritturamista"," \r\n\r\nLunedì 22 ore 13:30 - Rifiuti tossici sud Italia (Titolo originale: Il colonialismo tossico e le sue terre dei fuochi) 32 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n«La gestione dei rifiuti è un business trasversale che coinvolge figure politiche, imprenditori privati, professionisti, laboratori di analisi, ditte di trasporto ecc. complici nell’invezione di stratagemmi per ridurre il più possibile i costi di produzione». Salvatore Paolo De Rosa, ricercatore indipendente e da anni attento osservatore del sistema economico di gestione dei rifiuti, spiega come e perché la gigantesca produzione di rifiuti civili e industriali abbia accompagnato passo passo il dispiegarsi delle relazioni di potere e di classe del capitalismo industriale, e come il suo apogeo sia raggiunto oggi nell’autentico “colonialismo tossico” dominante il mondo che abbiamo di fronte, ove i Paesi “avanzati”, nei quali la green econonomy alligna su una “nuova coscienza ecologica”, destinano i loro “avanzi” – un carico, per loro stessa definizione insostenibile, di rifiuti d’ogni tipo – ad ampie zone “arretrate” del mondo che fungono da loro discariche.\r\n\r\nIn questo quadro, è alquanto singolare che, nel Nord come nel Centro Italia, all’ormai secolare sistema, divenuto troppo costoso, delle “terre dei fuochi” si opponga un alternativo ma ben sperimentato “sistema a roghi diffusi”, accesi in appositi e temporary “capannoni da rogo” usa-e-getta: esso è sì il velenoso lascito di quella stessa economia che ha nel capannone l’orrido luogo d’esercizio della sua tirannide e che da sempre si è votata a far affogare i viventi nella merda del suo imperituro disfacimento, ma ora essa cerca di ottimizzare i costi di cotanta brutale expertise inventando e facendo proliferare piccoli temporary Sud nei capannoni assurti a perfette “scene del crimine ecologico”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rifiuti-tossici-Sud-Italia_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 22 ore 21 - Psychotronic radio vol.4 29 minuti [Radio blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Psychotronic-Radio-vol.4_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 23 ore 12:30 - Tutta colpa dei padrondi? 6 8 minuti [Marcello Pini e Federico Bosis]:\r\n\r\nLo Statuto dei Lavoratori è la legge che stabilisce per tutti e tutte la libertà di aderire ad un sindacato. Ma da oltre 40 anni c'è chi tenta in ogni modo di aggirare questa legge. Confindustria & Co.? Sì, ovvio, ma non solo. Anche in questo caso, purtroppo, non è tutta colpa dei padroni...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Tutta-colpa-dei-padroni-n.6_8.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 24 ore 16 - Podcast Franti pt.3 28 minuti [Franti]:\r\n\r\nOsservatorio contro la militarizzazione delle scuole. Terza puntata del Podcast sulla scuola a cura di Franti ed Affranti\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-Franti-pt.-3_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 25 ore 9 - Ponte radio 26Aprile2024 - La guerra in classe 80 minuti [Ponte radio, Radio Eustachio]:\r\n\r\n”La\r\ndirezione intrapresa sembra sia quella di un sistema educativo reazionario che mira al rafforzamento del binomio scuola-caserma; basi navali, arsenali e sottomarini sono dunque messi a disposizione di studenti-soldato.” Un focus sul territorio veneto di come si normalizzi e valorizzi la presenza delle forze armate all’interno della scuola. Contributi telefonici di Antonio, docente antimilitarista e curatore del blog antoniomazzeoblog.blogspot.com; Giorgio e Patrizia, insegnati di verona e provincia che ci parlano delle iniziative svolte nelle scuole.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Ponte-radio-26aprile2024-La-guerra-in-classe.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 25 ore 15 - American punk hc 80s - Washington, Oregon 75 minuti [Radio blackout, Radio kebab]:\r\n\r\nSpeciale prodotto da Radio Kebab sul punk hardcore statunitense degli anni '80, con estratti di letture tratte dal libro \"American punk hardcore - Una storia tribale\" di Steven Blush.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/American-punk-hc-80s-Washington-Oregon_75.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 25 ore 19 - L'alba di tutto pt.2 54 minuti [Radio blackout]:\r\n\r\nL’alba di tutto è un libro che ha la modesta pretesa di riscrivere la storia dell’umanità, partendo da presupposti tanti banali quanto innovativi: e se trattassimo gli esseri umani (tutti) come capaci di ragionare, decidere, scegliere per se stessi e sperimentare modalità di organizzazione sociale? Se smettessimo di proiettare le nostre istanze politiche su un passato di migliaia e migliaia di anni? Se studiassimo i reperti archeologici con sguardo libero e non con i prosciutti liberali sugli occhi? Ci renderemmo conto che la storia dell’umanità è stata un carosello di infinite possibilità di organizzazione sociale, moltissime delle quali avevano modalità pratiche per contenere il potere e garantire la libertà a tutt.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Lalba-di-tutto-pt.2_54.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 26 ore 9 - Rivolta di Piazza Statuto 1962 135 minuti [Radio blackout, Frittura mista alias Radio fabbrica]:\r\n\r\nIl filo conduttore della puntata è stato il libro di Dario Lanzardo “La rivolta di Piazza Statuto” (Torino, Luglio 1962, Feltrinelli economica, Milano 1979) dove vengono ricostruiti gli eventi del 1962 a Torino relativi alla protesta operaia per l’accordo separato Fiat col sindacato Uil, nel bel mezzo di uno sciopero generale dei metalmeccanici come non se ne vedevano da anni . Infatti, il corteo che esce dalla fabbrica e si dirige alla sede del sindacato in piazza Statuto sfocia nello scontro molto violento con le unità speciali di polizia chiamate per l’occasione: le unità del battaglione di Padova. In risposta a questa violenta repressione della piazza ne conseguono 3 giorni di scontri, in cui il tema di fabbrica sembra passare in secondo piano rispetto ad una sempre più emergente rabbia popolare che straborda dai rioni e dalle periferie della città, ma che poi donerà negli anni a venire la sua decisiva impronta sul movimento operaio tutto. Dal libro di Lanzardo emerge un quadro contraddittorio dato dalle interviste dei protagonisti, operai e semplici cittadini accorsi nei tre giorni di scontri a sostegno della protesta, e dato dai quotidiani, dalle dichiarazioni dei sindacalisti e politici e osservatori esterni: un quadro che fa emergere le diverse posizioni e anche le manipolazioni delle informazioni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Rivolta-di-P.za-Statuto-1962FritturaMista19072022_135.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 27 ore 9:30 - Do you remember revolution? pt. 2 29 minuti [Radio blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 28 ore 9:30 - Audiodocumentario Saharawi pt.3 26 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_3Tullio-Togni_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","21 Luglio 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privati, professionisti, laboratori di analisi, ditte di trasporto ecc. complici nell’invezione di stratagemmi per ridurre il più possibile i costi di produzione». Salvatore Paolo De Rosa, ricercatore indipendente e da anni attento osservatore del sistema economico di gestione dei rifiuti, spiega come e perché la gigantesca produzione di rifiuti civili e industriali abbia accompagnato passo passo il dispiegarsi delle relazioni di potere e di classe del capitalismo industriale, e come il suo apogeo sia raggiunto oggi nell’autentico “colonialismo tossico” dominante il mondo che abbiamo di fronte, ove i Paesi “avanzati”, nei quali la green econonomy alligna su una “nuova coscienza ecologica”, destinano i loro “avanzi” – un carico, per loro stessa definizione insostenibile, di rifiuti d’ogni tipo – ad ampie zone “arretrate” del mondo che fungono da loro discariche.\r\n\r\nIn questo quadro, è alquanto singolare che, nel Nord come nel Centro Italia, all’ormai secolare sistema, divenuto troppo costoso, delle “terre dei fuochi” si opponga un alternativo ma ben sperimentato “sistema a roghi diffusi”, accesi in appositi e temporary “capannoni da rogo” usa-e-getta: esso è sì il velenoso lascito di quella stessa economia che ha nel capannone l’orrido luogo d’esercizio della sua tirannide e che da sempre si è votata a far affogare i viventi nella merda del suo imperituro disfacimento, ma \u003Cmark>ora\u003C/mark> essa cerca di ottimizzare i costi di cotanta brutale expertise inventando e facendo proliferare piccoli temporary Sud nei capannoni assurti a perfette “scene del crimine ecologico”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rifiuti-tossici-Sud-Italia_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 22 ore 21 - Psychotronic radio vol.4 29 minuti [Radio blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Psychotronic-Radio-vol.4_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 23 ore 12:30 - Tutta colpa dei padrondi? 6 8 minuti [Marcello Pini e Federico Bosis]:\r\n\r\nLo Statuto dei Lavoratori è la legge che stabilisce per tutti e tutte la libertà di aderire ad un sindacato. 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Terza puntata del Podcast sulla scuola a cura di Franti ed Affranti\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-Franti-pt.-3_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 25 ore 9 - Ponte radio 26Aprile2024 - La guerra in classe 80 minuti [Ponte radio, Radio Eustachio]:\r\n\r\n”La\r\ndirezione intrapresa sembra sia quella di un sistema educativo reazionario che mira al rafforzamento del binomio scuola-caserma; basi navali, arsenali e sottomarini sono dunque messi a disposizione di studenti-soldato.” Un focus sul territorio veneto di come si normalizzi e valorizzi la presenza delle forze armate all’interno della scuola. Contributi telefonici di Antonio, docente antimilitarista e curatore del blog antoniomazzeoblog.blogspot.com; Giorgio e Patrizia, insegnati di verona e provincia che ci parlano delle iniziative svolte nelle scuole.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Ponte-radio-26aprile2024-La-guerra-in-classe.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 25 ore 15 - American punk hc 80s - Washington, Oregon 75 minuti [Radio blackout, Radio kebab]:\r\n\r\nSpeciale prodotto da Radio Kebab sul punk hardcore statunitense degli anni '80, con estratti di letture tratte dal libro \"American punk hardcore - Una storia tribale\" di Steven Blush.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/American-punk-hc-80s-Washington-Oregon_75.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 25 ore 19 - L'alba di tutto pt.2 54 minuti [Radio blackout]:\r\n\r\nL’alba di tutto è un libro che ha la modesta pretesa di riscrivere la storia dell’umanità, partendo da presupposti tanti banali quanto innovativi: e se trattassimo gli esseri umani (tutti) come capaci di ragionare, decidere, scegliere per se stessi e sperimentare modalità di organizzazione sociale? Se smettessimo di proiettare le nostre istanze politiche su un passato di migliaia e migliaia di anni? Se studiassimo i reperti archeologici con sguardo libero e non con i prosciutti liberali sugli occhi? 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Infatti, il corteo che esce dalla fabbrica e si dirige alla sede del sindacato in piazza Statuto sfocia nello scontro molto violento con le unità speciali di polizia chiamate per l’occasione: le unità del battaglione di Padova. In risposta a questa violenta repressione della piazza ne conseguono 3 giorni di scontri, in cui il tema di fabbrica sembra passare in secondo piano rispetto ad una sempre più emergente rabbia popolare che straborda dai rioni e dalle periferie della città, ma che poi donerà negli anni a venire la sua decisiva impronta sul movimento operaio tutto. Dal libro di Lanzardo emerge un quadro contraddittorio dato dalle interviste dei protagonisti, operai e semplici cittadini accorsi nei tre giorni di scontri a sostegno della protesta, e dato dai quotidiani, dalle dichiarazioni dei sindacalisti e politici e osservatori esterni: un quadro che fa emergere le diverse posizioni e anche le manipolazioni delle informazioni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Rivolta-di-P.za-Statuto-1962FritturaMista19072022_135.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 27 ore 9:30 - Do you remember revolution? pt. 2 29 minuti [Radio blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 28 ore 9:30 - Audiodocumentario Saharawi pt.3 26 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio 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9 ore 13,30 - Cinema Underground: Paolo Gioli 10 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nFotografo e Sperimentatore di nuove tecniche fotografiche analogiche, artista e cineasta avanguardista, Gioli utilizza media molto diversi tra loro, esplorando nuovi linguaggi e rifiutando lo schema che i media stessi impongono. 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Arrestato per ben cinque volte, subisce il carcere e l’esilio. Nonostante la forte repressione, è attivo nei diversi ambiti politico-culturali della Izquierda Abertzal, così come nel movimento sindacale di classe e nel lavoro internazionale di Herri Batasuna fino alla sua illegalizzazione nel 2003, e nelle sigle che esso ha assunto successivamente fino al 2011, allorché Iñaki se ne distanzia per via della deriva socialdemocratica in corso nella suddetta forza politica.\r\nCONCEPCIÓN CRUZ ROJO, Dottoressa di Medicina Preventiva, Epidemiologa e militante antimperialista andalusa impegnata nella lotta operaia fin da quando era studentessa presso la Facoltà di Medicina di Cadice. È stata epidemiologa e coordinatrice di programmi sanitari, avviando e promuovendo l’attuazione di programmi come la vaccinazione infantile e scolastica, la\r\ndiagnosi precoce del cancro al seno o il controllo della tubercolosi nella Baia di Cadice e nella zona di La Janda. 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Se le grandi multinazionali del settore, come GeoGroup o CoreCivic, hanno iniziato dalle carceri per estendere il loro business ai centri di detenzione per migranti, in Italia possiamo osservare un processo inverso: nonostante si registrino alcuni tentativi fallimentari e programmi in divenire, da anni sono proprio i CPR (Centri di permanenza per il Rimpatrio) il principale campo di estrazione di profitto da parte di aziende private.Insieme ad Alessandro Leone, coautore insieme a Marika Ikonomu e Simone Manda di una serie di inchieste sul tema, cerchiamo di approfondire le dinamiche di ingresso nel contesto italiano e le modalità operative di Serco, un colosso britannico dell’industria detentiva.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BH_CPR-spa_Long-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 15 ore 8 - 41 bis medicina penitenziaria 25 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nIl carcere che entra in ospedale, invade reparti, condiziona chi ci lavora o chi va a cercare cure, tra guardie armate, militarizzazione e video sorveglianza.\r\n\r\nCon un compagno di Usi Sanità facciamo un giro dentro il San Paolo, nello specifico nel reparto di medicina penitenziaria, punto di riferimento per le quattro carceri milanesi, dove attualmente si trova ricoverato Alfredo, che ha superato i 123 giorni di sciopero della fame.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/41-bis-medicina-penitenziaria_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 15 ore 8,30 - Little Plastic Radio Ep.130 1 ora e 57 minuti minuti [Little Plastic Tapes]:\r\n\r\nOur One Hundred And Thirtieth journey through the various strands of Cult and Underground Music brings us on a journey from Political Grrrl Punk to Avant-garde Noise. Along the way we hear Electronic Post-Punk, Political Electronic , 60's Underground Heroes, Proto Heavy Metal, Psychedelia, French and German Free Jazz from the 1970's, a deep -dive into the new 'A Litany Of failures' compilation, featuring irish Underground Performers, a block of Obscure, Vintage Northern Irish Punk and a lot more.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Little-Plastic-Radio.-Episode-One-Hundred-And-Thirty.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","9 Settembre 2024","2024-09-15 18:48:35","Black Holes dal 9 al 15 settembre 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Arrestato per ben cinque volte, subisce il carcere e l’esilio. Nonostante la forte repressione, è attivo nei diversi ambiti politico-culturali della Izquierda Abertzal, così come nel movimento sindacale di classe e nel lavoro internazionale di Herri Batasuna fino alla sua illegalizzazione nel 2003, e nelle sigle che esso ha assunto successivamente fino al 2011, allorché Iñaki se ne distanzia per via della deriva socialdemocratica in corso nella suddetta forza politica.\r\nCONCEPCIÓN CRUZ ROJO, Dottoressa di Medicina Preventiva, Epidemiologa e militante antimperialista andalusa impegnata nella lotta operaia fin da quando era studentessa presso la Facoltà di Medicina di Cadice. È stata epidemiologa e coordinatrice di programmi sanitari, avviando e promuovendo l’attuazione di programmi come la vaccinazione infantile e scolastica, la\r\ndiagnosi precoce del cancro al seno o il controllo della tubercolosi nella Baia di Cadice e nella zona di La Janda. Ex Professoressa di Epidemiologia e Sanità Pubblica, la sua attività di ricerca si è concentrata sui problemi di salute nelle popolazioni e sui loro determinanti con un approccio materialista e dialettico.\r\nHai nostri ospiti abbiamo chiesto:\r\nLa situazione internazionale e le sorti dei popoli. A partire dalla caduta del muro come si può configurare la situazione della salute del capitalismo nell’attuale crisi mondiale. La situazione sanitaria/scolastica/lavorativa/abitativa/salariale di ogni stato può essere cartina di tornasole per il benessere dei popoli a partire da questo come i popoli si possono organizzare e reagire\r\nall’attacco della minoranza ricca per ribaltare i rapporti di forza nella lotta di classe.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Terza-guerra-mondiale-e-resistenze-dei-popoli_41.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 14 ore 9,30 - Audiodocumentario su Maria Occhipinti 40 minuti [Enrica Firrincieli]:\r\n\r\nEnrica Firrincieli, audiodocumentario, Maria Occhipinti, femminismo, anarchia, storia, pacifismo, Sicilia, antimilitarismo, non si parte, poetessa, scrittrice, biografia\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Audiodocumentario-su-Maria-OcchipintiEnrica-Firrincielli_40.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 14 ore 20 - Serco e la privatizzazione dell'apparato detentivo in Italia 31 minuti [Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nLa privatizzazione dell’apparato detentivo è un processo di “neoliberismo reale” innescatosi negli anni ‘80 e diffusosi dagli Stati Uniti al resto del mondo. Se le grandi multinazionali del settore, come GeoGroup o CoreCivic, hanno iniziato dalle carceri per estendere il loro business ai centri di detenzione per migranti, in Italia possiamo osservare un processo inverso: nonostante si registrino alcuni tentativi fallimentari e programmi in divenire, da anni sono proprio i CPR (Centri di permanenza per il Rimpatrio) il principale campo di estrazione di profitto da parte di aziende private.Insieme ad Alessandro Leone, coautore insieme a Marika Ikonomu e Simone Manda di una serie di inchieste sul tema, cerchiamo di approfondire le dinamiche di ingresso nel contesto italiano e le modalità operative di Serco, un colosso britannico dell’industria detentiva.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BH_CPR-spa_Long-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 15 ore 8 - 41 bis medicina penitenziaria 25 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nIl carcere che entra in ospedale, invade reparti, condiziona chi ci lavora o chi va a cercare cure, tra guardie armate, \u003Cmark>militarizzazione\u003C/mark> e video sorveglianza.\r\n\r\nCon un compagno di Usi Sanità facciamo un giro dentro il San Paolo, nello specifico nel reparto di medicina penitenziaria, punto di riferimento per le quattro carceri milanesi, dove attualmente si trova ricoverato Alfredo, che ha superato i 123 giorni di sciopero della fame.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/41-bis-medicina-penitenziaria_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 15 ore 8,30 - Little Plastic Radio Ep.130 \u003Cmark>1\u003C/mark> \u003Cmark>ora\u003C/mark> e 57 minuti minuti [Little Plastic Tapes]:\r\n\r\nOur One Hundred And Thirtieth journey through the various strands of Cult and Underground Music brings us on a journey from Political Grrrl Punk to Avant-garde Noise. 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nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/2022-05-27-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nColtano. Corteo Nessuna Base per Nessuna guerra\r\nl prossimo 2 giugno il comitato No Base ha lanciato un corteo contro la nuova caserma che il governo intende costruire a Coltano. Una base dei carabinieri che sorgerebbe in un’area protetta, quella della pineta di San Rossore, ed accoglierebbe i paracadutisti del “Tuscania”, il Gis e le unità cinofile.\r\nPare che il governo, dopo la levata di scudi intorno all’area di San Rossore, avrebbe avanzato l’ipotesi di realizzare più caserme decentrate sul territorio. Ma, per ora, sono solo chiacchiere, perché il Dpcm non è stato ritirato.\r\nLo slogan dei comitati e delle reti territoriali tra Pisa e Livorno è “né qui, né altrove”, per cui, se anche dovesse essere fatta altrove, questa base di guerra va fermata.\r\nNe abbiamo parlato con Claudio del comitato No Base\r\n\r\nAurora. Tra polizia, fascisti, gentrification e cemento\r\nNell’area tra corso Giulio Cesare e il lungo Dora, nei pressi di Ponte Mosca, sono cominciati i lavori di costruzione di “The Student Hotel”, lo studentato di lusso che si presenta come luogo di elezione per “persone di ogni dove, tutte accomunate dal desiderio di conoscersi e scambiare idee. Amanti dell'avventura, imprenditori, studenti e persone del posto”. Buoni affari conditi con i mantra del momento “sostenibilità” e discorsi sul “cambiamento sociale” distesi sul letto piazzato nella terrazza con piscina.\r\nSotto, per la strada, dove vivono poveri ed immigrati che non rientrano nei circuiti associativi della Torino Vetrina, dove la multietnicità imbalsamata nei negozietti e nella gastronomia d’elite, gioca docile la sua parte.\r\nIn questo stesso angolo 20 giorni fa i fascisti di Fratelli d’Italia hanno fatto un corteo, che la polizia ha protetto elargendo manganellate ai contestatori. Questo fine settimana LunaDora, una delle tante vincitrici del bando europeo ToNite per la riqualificazione di aree urbane, offre copertura culturale alla “nuova” Aurora, dalla quale il dictat è la cacciata dei poveri che campano di attività informali, frequentano i negozietti dove la birra costa poco e bivaccano in strada.\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Semi, sociologo che insegna all’università di Torino, che questi pezzi di città li studia da anni. \r\n\r\nAviano contro la guerra e le sue basi\r\nIl prossimo 19 giugno ad Aviano ci sarà un corteo antimilitarista promosso dal Coordinamento regionale libertario da Roveredo in Piano alla base USAF di Aviano, una delle principali basi aree statunitensi in Italia.\r\nLa manifestazione contro guerre, riarmo ed eserciti ha un programma chiaro:\r\n- Contro l’aggressione e l’invasione armata del Governo russo all’Ucraina\r\n- Contro l’espansionismo NATO e il persistente militarismo anglo-americano\r\n- Contro Il complesso militare-industriale che ha bisogno permanente della guerra\r\n- Contro l’aumento della spesa militare e l’export di armi\r\n- Contro il taglio della spesa sanitaria e dei servizi sociali ed essenziali\r\n- Contro la piaga della militarizzazione del Friuli Venezia Giulia\r\n- Contro la base USAF di Aviano e tutte le installazioni NATO\r\n- Contro le prossime (luglio/agosto) esercitazioni a fuoco sul nostro territorio\r\n- Per la chiusura di tutti i poligoni militari che devastano l’ambiente naturale\r\n- Per la conversione dal militare al civile di industrie e basi militari\r\n- Contro i nazionalismi, gli imperialismi e il neocolonialismo finanziario\r\n- Per l’autodeterminazione dei popoli e la nascita di autogoverni internazionalisti\r\n- Per la Rivoluzione Sociale, Ecologica e una società senza classi, gerarchie e patriarcati\r\n\r\nCe ne ha parlato Lino, un compagno di Pordenone\r\n\r\nIl 4 giugno a Niscemi ci sarà un corteo regionale antimilitarista promosso dal movimento No Muos\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Guerrieri\r\n\r\nUn’altra alba senza ritorno. Sulla morte di una bracciante pugliese nel viaggio verso le campagne\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nGiovedì 2 giugno\r\ncorteo Nessuna Base per Nessuna guerra\r\nl prossimo 2 giugno il comitato No Base ha lanciato un corteo contro la nuova caserma che il governo intende costruire a Coltano. Una base dei carabinieri che sorgerebbe in un’area protetta, quella della pineta di San Rossore, ed accoglierebbe i paracadutisti del “Tuscania”, il Gis e le unità cinofile.\r\nPare che il governo, dopo la levata di scudi intorno all’area di San Rossore, avrebbe avanzato l’ipotesi di realizzare più caserme decentrate sul territorio. Ma, per ora, sono solo chiacchiere, perché il Dpcm non è stato ritirato.\r\nLo slogan dei comitati e delle reti territoriali tra Pisa e Livorno è “né qui, né altrove”, per cui, se anche dovesse essere fatta altrove, questa base di guerra va fermata.\r\nore 14,30 da Coltano (PI).\r\nCi saremo con lo striscione “contro la guerra e chi la arma”. \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21 (mercoledì 1 giugno non ci siamo – riunione anticipata a martedì 31 maggio ore 21)\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","31 Maggio 2022","2022-05-31 14:29:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/nabe_16-200x110.jpg","Anarres del 27 maggio. Antimilitaristi in piazza a Coltano, Niscemi, Aviano. Aurora: polizia, fascisti, gentrification e cemento. Braccianti: un’altra alba senza tramonto...",1654007340,[],[],{"post_content":1062},{"matched_tokens":1063,"snippet":1064,"value":1065},[391],"decentrate sul territorio. Ma, per \u003Cmark>ora\u003C/mark>, sono solo chiacchiere, perché il","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/ENI-greenwashing_30-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 11,30 - Woodstown: racconto horror di A. Daudet 13 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Woodstown-racconto-horro-di-A.-Daudet_13.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 12,30 - 12,45 Proiezioni di Sizigia #1 e #2 2 + 7 minuti [Proiezioni di Sizigia]:\r\n\r\nDall'EP \"Tetralogia della polvere da sparo\" di \"Proiezioni di Sizigia\", ascoltiamo i primi due brani:\r\n\r\nAlain (parole tratte da \"Fuoco fatuo\" di Pierre Drieu La Rochelle) e Meursault (parole tratte da \"Lo straniero\" di Albert Camus).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Alain_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download Alain]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Meursault_7.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download Meursault]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 ore 8,30 - Perno originario #6 : Svezia: ascesa e declino della \"Atene del nord\" 18 minuti [La fine della fine della storia]:\r\n\r\n“Oggigiorno diamo per scontata l’appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. La comune adesione al protestantesimo poteva costituire una leva potente per sottrarre la Pomerania all’influenza degli Asburgo regnanti sull’Impero del centro. Ma non bastava per assicurarne il controllo agli svedesi. È così che l’esercito svedese finì per mettere fisicamente piede in Pomerania nel 1630, negoziando con le autorità locali il trattato di Stettino che significava un’annessione di fatto. La Svezia diventava in questo modo belligerante.”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.6_18.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 ore 8,30 - Vogliamo Tutto 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione e letture dal romanzo di Nanni Balestrini “Vogliamo tutto”. Correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta di corso Traiano. Il “Vogliamo Tutto” del libro è la piattaforma di uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell’Autonomia, a parlare di rifuto del lavoro, fabbrica sociale, di qualità della vita di bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell’esistente. La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e sociale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 8,30 - Frank Zappa pt.5 24 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUltima di cinque puntate monografiche dedicate a Frank Zappa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Frank-Zappa_5.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 20 - Pasque piemontesi 80 minuti [Penny-Kella]:\r\n\r\nIl 16 aprile 1655 si consumó un efferato eccidio. I savoia hanno dato seguito ad un’azione violenta nei confronti della comunità valdese, ancora una volta viene usata la religione per giustificare la sete di sangue e la passione per la repressione , ancora presente nella nostra società, ora le alabarde son diventate laser e a dio è subentrato lo stato.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BlackHoles.pasquepiemontesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 9,30 - Natale a babbo morto 41 minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nLa NessunRimborso Production e la Blackout Tribe presentano: il primo giallo radiofonico su un omicidio politico in Lapponia.\r\n\r\nQuest’anno nessuno riceverà il suo regalo sotto l’albero. Babbo natale è stato assassinato.\r\nIl rosso del Natale si tinge di un nero funereo a tinte gialle, quelle di questo radio-romanzo che indaga sul più sanguinoso omicidio della storia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Natale-a-Babbo-Mortonessun-rimborso_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 20,30 - Working Class 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto della vita della scrittrice Margaret Powell, attraverso letture ed estratti dal libro poi divenuto best seller da lei scritto “Dai piani bassi”. Un tuffo nelle condizioni di vita della classe lavoratrice inglese negli anni ’30 del 900, tra povertà estrema e ricca aristocrazia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Working-class_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 8,30 - Quaresima in quarantena minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nQUARESIMA IN QUARANTENA ripercorre le sacre scritture per riportare la storia di Gesù ai nostri drammatici giorni di pandemia e isolamento. Questo radiodramma è la storia di come il figlio di Dio ha affrontato la quarantena.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/QUARESIMA-IN-QUARANTENA-AUDIO-sigla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 13 - Podcast Franti pt.4 53 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-Franti-pt.-4_53.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","25 Marzo 2024","2024-03-31 18:59:40","Black Holes dal 25 al 31 marzo 2024",1711367267,[1082,1083,1084,1085,1086,151,1087,1088,157,1089,1090,684,49,165,172,1091,1092,176,180,1093,1094,1095,183,1096,188,711,1097,1098,717,193,1099,1100,200,1101,1102,1103,1104,205,50,1105,724,212,1106,1107,1108,1109,731,1110,1111,1112,223,1113,235,246,1114,1115,253,1116,1117,1118],"http://radioblackout.org/tag/1600/","http://radioblackout.org/tag/alain/","http://radioblackout.org/tag/albert-camus/","http://radioblackout.org/tag/alberto-cominetti/","http://radioblackout.org/tag/alphonse-daudet/","http://radioblackout.org/tag/andrea-marziali/","http://radioblackout.org/tag/andrea-turco/","http://radioblackout.org/tag/boschi/","http://radioblackout.org/tag/bosco/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/fuoco-fatuo/","http://radioblackout.org/tag/gesu/","http://radioblackout.org/tag/greenwashing/","http://radioblackout.org/tag/horror/","http://radioblackout.org/tag/la-fine-della-fine-della-storia/","http://radioblackout.org/tag/lavoro-domestico/","http://radioblackout.org/tag/lo-straniero/","http://radioblackout.org/tag/lockdown/","http://radioblackout.org/tag/lotte-operaie/","http://radioblackout.org/tag/margaret-powell/","http://radioblackout.org/tag/mattia-martinengo/","http://radioblackout.org/tag/meursault/","http://radioblackout.org/tag/nanni-balestrini/","http://radioblackout.org/tag/osservatorio/","http://radioblackout.org/tag/perno-originario/","http://radioblackout.org/tag/pierre-drieu-la-rochelle/","http://radioblackout.org/tag/pistole/","http://radioblackout.org/tag/proiezioni-di-sizigia/","http://radioblackout.org/tag/quarantena/","http://radioblackout.org/tag/racconto/","http://radioblackout.org/tag/scandinavia/","http://radioblackout.org/tag/svezia/","http://radioblackout.org/tag/tetralogia-della-polvere-da-sparo/","http://radioblackout.org/tag/trattato-di-stettino/","http://radioblackout.org/tag/vogliamo-tutto/","http://radioblackout.org/tag/woodstown/",[1120,1121,1122,1123,1124,112,1125,1126,281,1127,1128,120,14,289,296,1129,1130,300,304,1131,1132,1133,307,1134,312,126,1135,1136,798,317,1137,1138,124,1139,1140,1141,1142,110,22,1143,118,122,1144,1145,1146,1147,128,1148,1149,1150,114,1151,354,365,1152,1153,116,1154,1155,1156],"1600","Alain","Albert Camus","Alberto Cominetti","Alphonse Daudet","Andrea Marziali","Andrea Turco","boschi","bosco","ENI","europa","fuoco fatuo","gesù","greenwashing","horror","La fine della Fine della storia","lavoro domestico","lo straniero","lockdown","lotte operaie","margaret powell","Mattia Martinengo","Meursault","Nanni Balestrini","osservatorio","Perno originario","Pierre Drieu La Rochelle","pistole","proiezioni di Sizigia","quarantena","racconto","scandinavia","svezia","tetralogia della polvere da sparo","trattato di Stettino","vogliamo tutto","woodstown",{"post_content":1158,"tags":1162},{"matched_tokens":1159,"snippet":1160,"value":1161},[58],"12,30 - 12,45 Proiezioni di Sizigia #\u003Cmark>1\u003C/mark> e #2 2 + 7 minuti"," \r\n\r\nMartedì 26 ore 8,30 - ENI Greenwashing [Titolo originale: Eni: verde come un cane] 30 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/ENI-greenwashing_30-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 11,30 - Woodstown: racconto horror di A. Daudet 13 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Woodstown-racconto-horro-di-A.-Daudet_13.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 12,30 - 12,45 Proiezioni di Sizigia #\u003Cmark>1\u003C/mark> e #2 2 + 7 minuti [Proiezioni di Sizigia]:\r\n\r\nDall'EP \"Tetralogia della polvere da sparo\" di \"Proiezioni di Sizigia\", ascoltiamo i primi due brani:\r\n\r\nAlain (parole tratte da \"Fuoco fatuo\" di Pierre Drieu La Rochelle) e Meursault (parole tratte da \"Lo straniero\" di Albert Camus).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Alain_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download Alain]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Meursault_7.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download Meursault]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 ore 8,30 - Perno originario #6 : Svezia: ascesa e declino della \"Atene del nord\" 18 minuti [La fine della fine della storia]:\r\n\r\n“Oggigiorno diamo per scontata l’appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. La comune adesione al protestantesimo poteva costituire una leva potente per sottrarre la Pomerania all’influenza degli Asburgo regnanti sull’Impero del centro. Ma non bastava per assicurarne il controllo agli svedesi. È così che l’esercito svedese finì per mettere fisicamente piede in Pomerania nel 1630, negoziando con le autorità locali il trattato di Stettino che significava un’annessione di fatto. La Svezia diventava in questo modo belligerante.”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.6_18.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 ore 8,30 - Vogliamo Tutto 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione e letture dal romanzo di Nanni Balestrini “Vogliamo tutto”. Correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta di corso Traiano. Il “Vogliamo Tutto” del libro è la piattaforma di uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell’Autonomia, a parlare di rifuto del lavoro, fabbrica sociale, di qualità della vita di bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell’esistente. La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e sociale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 8,30 - Frank Zappa pt.5 24 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUltima di cinque puntate monografiche dedicate a Frank Zappa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Frank-Zappa_5.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 20 - Pasque piemontesi 80 minuti [Penny-Kella]:\r\n\r\nIl 16 aprile 1655 si consumó un efferato eccidio. I savoia hanno dato seguito ad un’azione violenta nei confronti della comunità valdese, ancora una volta viene usata la religione per giustificare la sete di sangue e la passione per la repressione , ancora presente nella nostra società, \u003Cmark>ora\u003C/mark> le alabarde son diventate laser e a dio è subentrato lo stato.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BlackHoles.pasquepiemontesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 9,30 - Natale a babbo morto 41 minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nLa NessunRimborso Production e la Blackout Tribe presentano: il primo giallo radiofonico su un omicidio politico in Lapponia.\r\n\r\nQuest’anno nessuno riceverà il suo regalo sotto l’albero. Babbo natale è stato assassinato.\r\nIl rosso del Natale si tinge di un nero funereo a tinte gialle, quelle di questo radio-romanzo che indaga sul più sanguinoso omicidio della storia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Natale-a-Babbo-Mortonessun-rimborso_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 20,30 - Working Class 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto della vita della scrittrice Margaret Powell, attraverso letture ed estratti dal libro poi divenuto best seller da lei scritto “Dai piani bassi”. Un tuffo nelle condizioni di vita della classe lavoratrice inglese negli anni ’30 del 900, tra povertà estrema e ricca aristocrazia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Working-class_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 8,30 - Quaresima in quarantena minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nQUARESIMA IN QUARANTENA ripercorre le sacre scritture per riportare la storia di Gesù ai nostri drammatici giorni di pandemia e isolamento. Questo radiodramma è la storia di come il figlio di Dio ha affrontato la quarantena.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/QUARESIMA-IN-QUARANTENA-AUDIO-sigla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 13 - Podcast Franti pt.4 53 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n[audio 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