","Torino. Pulizia urbana","post",1453287070,[59,60,61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/retate/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza-speciale/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/urban/",[65,15,66,12,22],"repressione","sorveglianza speciale",{"post_content":68},{"matched_tokens":69,"snippet":73,"value":74},[70,71,72],"militarizzazione","dei","quartieri","inseriva nella lotta contro la \u003Cmark>militarizzazione\u003C/mark> \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>quartieri\u003C/mark> e le retate che quello","Lunedì sera è arrivata la notizia che la Procura aveva accolto quattro delle otto richieste di di sorveglianza speciale per quattro anarchici attivi nelle lotte in città.\r\nNe abbiamo parlato con Gabrio.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-01-19-gabrio-sorveglianzaspeciale\r\n\r\nLa mattina dopo la polizia si è presentata all'Asilo e alle case occupate di via Lanino e corso Giulio Cesare ed hanno condotto in questura 10 compagni e compagne, per notificare loro l'obbligo di firma quotidiano. Il PM Padalino aveva richiesto gli arresti domiciliari, ma il Gip non li ha concessi. I dieci anarchici sono stati accusati di danneggiamento e violenza privata per un'iniziativa dello scorso 28 maggio allo sede di Urban Barriera di Milano, i progettisti delle operazioni di “riqualificazione” che portano alla \u003Cmark>militarizzazione\u003C/mark> e gentrificazione \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>quartieri\u003C/mark>.\r\nL'iniziativa a Urban si inseriva nella lotta contro la \u003Cmark>militarizzazione\u003C/mark> \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>quartieri\u003C/mark> e le retate che quello stesso maggio aveva già portato all'arresto di cinque compagni e compagne accusati di essersi messi di mezzo durante una retata di immigrati in corso Giulio angolo corso Brescia.\r\nRetate e controlli militari sono la stampella della“pulizia urbana”, spacciata per “decoro” il cui scopo è la cacciata ed il disciplinamento \u003Cmark>dei\u003C/mark> poveri.\r\n\r\nAscolta la cronaca a caldo di Francesca:\r\n\r\n2016-01-19-francesca-urban",[76],{"field":77,"matched_tokens":78,"snippet":73,"value":74},"post_content",[70,71,72],1736172819517014000,{"best_field_score":81,"best_field_weight":82,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":45,"score":83,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":45},"3315704397824",14,"1736172819517014129",{"document":85,"highlight":113,"highlights":136,"text_match":145,"text_match_info":146},{"cat_link":86,"category":87,"comment_count":45,"id":88,"is_sticky":45,"permalink":89,"post_author":48,"post_content":90,"post_date":91,"post_excerpt":51,"post_id":88,"post_modified":92,"post_thumbnail":93,"post_thumbnail_html":94,"post_title":95,"post_type":56,"sort_by_date":96,"tag_links":97,"tags":106},[42],[44],"32113","http://radioblackout.org/2015/10/il-mercatino-di-torino-chiamato-suk-come-estrarre-valore-dal-controllo-dello-spazio-e-delle-persone/","Sabato e domenica si è svolto il mercatino - negli ultimi tempi chiamato \"suk\" - che un tempo trovava spazio nella zona del Balon. Dopo lunghe vicende, polemiche e resistenze, i venditori erano stati costretti a spostarsi dal Balon allo scalo Vanchiglia, vicino a corso Novara. Anche qui però gli sciacalli della politica e dei quartieri non avevano tardato a etichettare i momenti di mercato come dilagante \"degrado\". In seguito ad altre polemiche e strumentalizzazioni che hanno investito lo spazio di corso Novara ecco che il \"suk\" è approdato lo scorso fine settimana nello spazio di Via Monteverdi, vicino a via Bologna, in una zona praticamente disabitata e invisibile ai più. Ma anche qui non sono mancate le presenze di politici (di vario colore), \"comitati\", fascisti e leghisti di ogni sorta, e soprattutto uno spropositato schieramento di forze dell'ordine, vigili, transenne e controlli serrati nei confronti di chi espone e cerca di vendere la propria merce.\r\n\r\nNe abbiamo parlato questa mattina con Marianna che ci ha descritto la situazione del mercatino e delle persone che si recano a vendere, tra obblighi di tessere associative, \"recinti\", controlli pressanti, militarizzazione dello spazio. Ascolta il contributo:\r\n\r\nUnknown","26 Ottobre 2015","2015-10-29 12:28:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/mercatino-militarizzato-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/mercatino-militarizzato-225x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/mercatino-militarizzato-225x300.jpg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/mercatino-militarizzato.jpg 432w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Il mercatino di Torino chiamato \"suk\": come estrarre valore dal controllo dello spazio e delle persone",1445883178,[98,99,100,101,102,103,104,105],"http://radioblackout.org/tag/controllo-dello-pazio/","http://radioblackout.org/tag/controllo-sociale/","http://radioblackout.org/tag/gentrification/","http://radioblackout.org/tag/mercatino-balon/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione-del-territorio/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/suk/","http://radioblackout.org/tag/xenofobia/",[32,107,108,28,109,110,111,112],"controllo sociale","gentrification","militarizzazione del territorio","razzismo","suk","xenofobia",{"post_content":114,"tags":118},{"matched_tokens":115,"snippet":116,"value":117},[71,72],"gli sciacalli della politica e \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>quartieri\u003C/mark> non avevano tardato a etichettare","Sabato e domenica si è svolto il mercatino - negli ultimi tempi chiamato \"suk\" - che un tempo trovava spazio nella zona del Balon. 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Negli ultimi mesi il governo Meloni ha deciso di inserire Quarticciolo in una lista con altri 6 quartieri \"degradati\" in varie metropoli italiane, zone destinate alla sperimentazione del cosiddetto \"modello Caivano\", che presuppone la militarizzazione del quartiere e la colpevolizzazione degli abitanti e dei fenomeni di illegalità diffusa, raccontata perennemente come un \"problema di sicurezza\" e mai come una necessità di sopravvivenza. A questo si accompagna un progetto di maxi-investimenti che avranno come unico risultato l'allontanamento degli abitanti e delle abitanti storiche, lo sgombero delle case occupate e dei progetti sociali strutturati nel corso degli anni dal Comitat0. Proprio a Caivano la legalità imposta \"manu militari\" dallo Stato ha fatto ieri la prima vittima, con il suicidio di un abitante precario a cui era stato appena notificato lo sfratto. A maggior ragione diventa importante sostenere le esperienze di lotta del Quarticciolo, la palestra popolare, l'ambulatorio di quartiere, l'ex-questura occupata ed il tessuto sociale di un quartiere popolare che si autorganizza e resiste.\r\n\r\nSabato 1 marzo h. 17.00 corteo popolare \"Cambiamo davvero Quarticciolo\". Ne abbiamo parlato con Giulia del Comitato di Quartiere Quarticciolo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/quarticciolo.mp3\"][/audio]","1 Marzo 2025","2025-03-01 11:46:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/480138054_599170512749978_1756593469674107702_n-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"240\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/480138054_599170512749978_1756593469674107702_n-1-240x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/480138054_599170512749978_1756593469674107702_n-1-240x300.jpg 240w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/480138054_599170512749978_1756593469674107702_n-1-819x1024.jpg 819w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/480138054_599170512749978_1756593469674107702_n-1-768x960.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/480138054_599170512749978_1756593469674107702_n-1.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 240px) 100vw, 240px\" />","Sabato 1 marzo corteo popolare al Quarticciolo!",1740829582,[163,164,165],"http://radioblackout.org/tag/corteo-roma/","http://radioblackout.org/tag/decreto-caivano/","http://radioblackout.org/tag/quarticciolo-ribelle/",[167,168,169],"corteo Roma","decreto caivano","quarticciolo ribelle",{"post_content":171},{"matched_tokens":172,"snippet":173,"value":174},[71,72],"l'abbandono e la fatiscenza strutturale \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>quartieri\u003C/mark> popolari. 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Le proteste sono iniziate lo scorso 13 Giugno.\r\n\r\nTramite uno scritto, delx compagnx che si trovano in quei territori (e che ringraziamo molto!), ci raccontano con dettaglio cosa sta succedendo in quei luoghi.\r\n\r\nVe lo leggiamo, per voi. Ascolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/ecuador.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui un po' di foto di questi giorni:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQui il testo scritto da* compagn*:\r\n\r\nSUL PARO IN CORSO IN ECUADOR\r\n\r\nSiamo al nono giorno di proteste in Ecuador. Il 13 giugno é iniziato lo sciopero \"a tempo indeterminato\" chiamato dalla CONAIE (Confederación de Nacionalidades Indígenas), la principale organizzazione indigena ecuatoriana. \"Uno sciopero contro le politiche neoliberiste del governo\", questo fu l'annuncio di quasi un mese fa.\r\nI prezzi di tutto stanno aumentando vertiginosamente.\r\nCon l'aumento del prezzo della benzina, la canasta basica, i prodotti di prima necessità, così come i trasporti sono diventati irraggiungibili soprattutto per quella parte di popolazione che vive \"al margine\", e che se già prima aveva difficoltà ad arrivare alla fine del mese ora non ce la fa più.\r\nMa l'eliminazione delle sovvenzioni alla benzina non sono le sole motivazioni del paro.\r\nLa Conaie ha presentato 10 richieste al governo di Lasso: la riduzione e il congelamento dei prezzi dei carburanti (a 1,50 per il diesel e a 2,10 dollari per il gallone di benzina - ossia 3,78 litri); il rifinanziamento dei debiti del settore agricolo per un anno; il controllo dei prezzi dei prodotti agricoli, per garantire un minimo a contadini e allevatori; la non precarizzazione della giornata lavorativa; la revisione dei progetti estrattivi, con l'abrogazione dei decreti 95 e 151 che promuovono l'aumento dello sfruttamento petrolifero e minerario; il rispetto della consultazione preventiva, libera e informata per avviare progetti estrattivi nei territori comunitari e indigeni; la regolamentazione dei prezzi dei beni di prima necessità per evitare speculazioni; il rispetto dei diritti collettivi, come l'educazione bilingue e la giustizia indigena; la non privatizzazione dei settori strategici; un bilancio dignitoso per la sanità e l'istruzione; la creazione di politiche di sicurezza pubblica.\r\nIl paro è iniziato alla mezzanotte tra domenica 12 e lunedì 13 giugno. Un paro che si é voluto, fino a oggi, decentrato e diffuso. Bloccare le vie di comunicazione e dei trasporti. Bloccare l'economia. Queste le parole d'ordine.\r\nMoltissimi territori hanno risposto. Nella sierra, dove il movimento indigeno é più organizzato, sono state bloccate le arterie del paese, con blocchi diffusi e migliaia di persone per strada. Sassi, sabbia, tronchi, pneumatici in fiamme. Nell' Oriente, in amazzonia, gli indigeni hanno bloccato numerosi pozzi petroliferi, causando perdite per milioni di euro. A Quito e a Cuenca i movimenti studenteschi hanno chiamato manifestazioni quotidiane, a cui si sono unite migliaia di persone.\r\nIl governo ha risposto con la militarizzazione e la repressione.\r\nMartedì 14, all'1,30 del mattino il presidente della Conaie Leoniadas Iza é stato letteralmente rapito dalla macchina su cui viaggiava dai militari e arrestato. Il presidente Guillermo Lasso ha annunciato su Twitter l'inizio degli arresti di coloro che ha definito \"autori materiali e intellettuali di atti violenti\" durante la giornata di mobilitazione nazionale.\r\nIl giorno stesso la protesta si é radicalizzata, sfociando in scontri violenti fuori dal carcere di Latacunga, nella zona di Cotopaxi, dove era stato fermato Iza. Gli indigeni hanno anche \"preso in custodia\" vari agenti di polizia un delegato della Fiscalia in distinte zone del territorio, pretendendo la liberazione del loro referente.\r\nA Quito la manifestazione di martedì é arrivata davanti all'unità di Flagrancia (Ufficio della Procura), dove - pare - era stato portato in mattinata Iza, ed é finita con bruciare una macchina della polizia lì davanti. In serata alcuni camion pieni di manifestanti indigeni provenienti dal Cotopaxi si sono avviati verso Quito, per pretendere la liberazione del loro leader.\r\nLeonidas Iza é stato liberato mercoledì mattina con una denuncia per aver bloccato, in flagranza di reato, i servizi pubblici del paese. Gli hanno concesso misure alternative alla detenzione preventiva, ossia l'obbligo di non lasciare il paese e di presentarsi a firmare due volte alla settimana presso la procura.\r\nI blocchi stradali continuano, e anche le manifestazioni si moltiplicano in numerose città su tutto il territorio nazionale. Nelle città principali della sierra (Ande) già sta mancando il gas per uso domestico, per via dei blocchi totali delle vie del paese, e i prezzi di molti prodotti stanno aumentando, a causa del mancato approvigionamento e della speculazione.\r\nFino ad ora si contano almeno 79 detenzioni, di cui 2 persone accusate di sabotaggio e danneggiamento di bene pubblico per l'incendio del mezzo di polizia a Quito. La Conaie denunciava ieri 55 feriti a causa delle cariche di polizia, ma dopo la giornata di oggi sono sicuramente molte di più. Due persone sono in coma. Almeno 11 le persone ferite in faccia e agli occhi. Almeno due i morti ufficiali.\r\nLa polizia dichiara una decina di feriti e 25 poliziotti sequestrati nelle varie manifestazioni, anche se ormai tutti sono stati liberati. Dichiara inoltre l'apertura di 45 inchieste solo nei primi 4 giorni.\r\nLa Conaie aveva annunciato venerdì che se nelle successive 48 ore il governo di Lasso non avrebbe risposto alla collettività sulle 10 richieste effettuate, gli indigeni si sarebbero mossi su Quito. Non chiedevano un dialogo con il governo: solo risposte sui 10 punti richiesti.\r\nLasso ha risposto promettendo briciole e ignorando la maggior parte delle rivendicazioni. Inoltre ha istituito da venerdì a mezzanotte lo \"Stato di Emergenza\" in tre provincie (Cotopaxi, Pichincha e Imbabura), e il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino a partire da sabato. Ossia: militarizzazione delle strade, e poteri maggiori alle forze di polizia.\r\nLa Conaie ha annunciato la discesa su Quito.\r\nTutto ricorda molto il 2019, quando Quito é diventata il teatro delle manifestazioni nazionali, che rimasero sì sparse su tutto il territorio come oggi, ma dove l'epicentro dei cortei e della resistenza indigena e cittadina divenne la capitale.\r\nSabato 18 decine e decine di furgoni pieni di manifestanti delle comunità hanno iniziato ad arrivare nel sud di Quito, battagliando per arrivare a causa dei militari che impedivano il passo, preparandosi per scendere in piazza in questa settimana. Anche migliaia di militari stanno arrivando su Quito per il loro lavoro repressivo.\r\nLa Conaie ha anche annunciato un' assemblea aperta con realtà territoriali e movimenti di tutto il paese, per provare a mettere insieme le voci e le necessità non solo del movimento indigeno. Nella stessa giornata il presidente della Conaie, Leonidas Iza, é stato vittima di un attentato, anche se non é stato ferito: un proiettile ha perforato il vetro posteriore della macchina su cui era mentre era ferma.\r\nDomenica mattina la polizia, in chiaro atto intimidatorio, ha perquisito la Casa della Cultura di Quito, dove nel 2019 erano stati ospitati i manifestanti delle comunità indigene. Poi é uscita. Nel pomeriggio, verso le 17, é iniziato l'assedio, con centinaia di poliziotti e militari che hanno circondato la casa della cultura, pretendendone la requisizione per farne una base di polizia per questi giorni. Il parco dell'Arbolito, lì davanti, uno dei simboli e dei luoghi di organizzazione del paro del 2019, é stato riempito di telecamere e occupato dalla polizia a cavallo. Verso le 20 di sera poliziotti in antisommossa hanno scavalcato i cancelli della Casa della Cultura e sono entrati, costringendo le persone che resistevano all'interno ad uscire. Per la seconda volta, la polizia ha violato uno spazio autonomo e indipendente come la casa della cultura. L'ultima volta che era successo, era durante la dittatura di 42 anni fa.\r\nNella notte migliaia di manifestanti provenienti dalle provincie hanno forzato il blocco dei militari in uno dei due punti a nord di Quito, riuscendo ad avanzare.\r\nNel sud della capitale i manifestanti provenienti da Cotopaxi e dalle altre province sono rimasti bloccati a Cutuglagua fino a lunedì pomeriggio, con forti scontri con polizia e militari, contro cui si sono unite molte persone dei quartieri. Poi lunedì un corteo infinito di camion pieni di gente, accolto al suo passaggio da una grandissima solidarietà da parte degli abitanti delle strade in cui passava (pieni di barricate ovunque) é entrato in città.\r\nDato che la casa della cultura era occupata dalla polizia, gli studenti hanno aperto i cancelli dell'Università Centrale, che ha concesso gli spazi il martedì mattina. Anche l'Universtà dei Salesiani é stata utilizzata come luogo per dormire. La sera il presidente Lasso ha abrogato lo stato di eccezione per stabilirne un altro, allargando a 6 i territori toccati\r\nMartedì ci sono stati scontri tutto il giorno. I manifestanti, attaccati dalla polizia all'Università dei salesiani, si sono riversati per strada, in una battaglia di posizione in direzione della casa della cultura che é durata fino a sera.\r\nL'equilibrio politico é molto precario, e il presidente Guillermo Lasso si é ritrovato quasi senza appoggio in parlamento. 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Intanto continuano blocchi e manifestazioni in tutto il paese.\r\nSe e quando anche i quartieri di Quito si uniranno alle proteste, inizieranno problemi ancora più seri per il governo.\r\n\r\n(Aggiungiamo che è stata bruciata la banca di Guayaquil en El puyo in risposta all'uccisione di un giovane ieri).\r\n\r\nPer video e approfondimenti\r\n\r\nhttps://t.me/redfishstream/1293\r\n\r\nhttps://twitter.com/Davidem281/status/1539090904128135168?t=d9zizdKU6CmuOX_lMDhXAQ&s=09\r\n\r\nhttps://twitter.com/YajayraMerchan/status/1539004031439355911?t=MfTWrgel09axKGLczZySAg&s=09\r\n\r\nhttps://twitter.com/JudyMena5/status/1537921733759356930?t=Uc-Y0Z0Og62hH5ftkjJFaQ&s=09\r\n\r\nhttps://twitter.com/Craugastoridae/status/1538261833643171841?t=ZMq8CyMAWttGTSkI-yFUXg&s=096min","22 Giugno 2022","2022-06-22 20:20:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/signal-2022-06-22-195851_001-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/signal-2022-06-22-195851_001-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/signal-2022-06-22-195851_001-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/signal-2022-06-22-195851_001-1024x768.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/signal-2022-06-22-195851_001-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/signal-2022-06-22-195851_001.jpeg 1440w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ecuador, \"paro\" ad oltranza, blocchi e scontri da parte della comunità Indigena",1655918737,[194,195,196],"http://radioblackout.org/tag/ecuador/","http://radioblackout.org/tag/indigeni/","http://radioblackout.org/tag/paro/",[198,199,200],"Ecuador","indigeni","paro",{"post_content":202},{"matched_tokens":203,"snippet":204,"value":205},[71,72],"si sono unite molte persone \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>quartieri\u003C/mark>. Poi lunedì un corteo infinito","Cosa sta succedendo in Ecuador, dove da giorni ci sono blocchi, scioperi, scontri e proteste da parte della comunità Indigena del paese?\r\n\r\nUno sciopero ad oltranza chiamato dalla dalla CONAIE (Confederación de Nacionalidades Indígenas), la principale organizzazione indigena ecuatoriana, è in corso contro l'aumento dell'inflazione, la disoccupazione, il caro vita e le politiche neoliberiste del governo di Guillermo Lasso. Le proteste sono iniziate lo scorso 13 Giugno.\r\n\r\nTramite uno scritto, delx compagnx che si trovano in quei territori (e che ringraziamo molto!), ci raccontano con dettaglio cosa sta succedendo in quei luoghi.\r\n\r\nVe lo leggiamo, per voi. Ascolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/ecuador.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui un po' di foto di questi giorni:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQui il testo scritto da* compagn*:\r\n\r\nSUL PARO IN CORSO IN ECUADOR\r\n\r\nSiamo al nono giorno di proteste in Ecuador. Il 13 giugno é iniziato lo sciopero \"a tempo indeterminato\" chiamato dalla CONAIE (Confederación de Nacionalidades Indígenas), la principale organizzazione indigena ecuatoriana. \"Uno sciopero contro le politiche neoliberiste del governo\", questo fu l'annuncio di quasi un mese fa.\r\nI prezzi di tutto stanno aumentando vertiginosamente.\r\nCon l'aumento del prezzo della benzina, la canasta basica, i prodotti di prima necessità, così come i trasporti sono diventati irraggiungibili soprattutto per quella parte di popolazione che vive \"al margine\", e che se già prima aveva difficoltà ad arrivare alla fine del mese ora non ce la fa più.\r\nMa l'eliminazione delle sovvenzioni alla benzina non sono le sole motivazioni del paro.\r\nLa Conaie ha presentato 10 richieste al governo di Lasso: la riduzione e il congelamento \u003Cmark>dei\u003C/mark> prezzi \u003Cmark>dei\u003C/mark> carburanti (a 1,50 per il diesel e a 2,10 dollari per il gallone di benzina - ossia 3,78 litri); il rifinanziamento \u003Cmark>dei\u003C/mark> debiti del settore agricolo per un anno; il controllo \u003Cmark>dei\u003C/mark> prezzi \u003Cmark>dei\u003C/mark> prodotti agricoli, per garantire un minimo a contadini e allevatori; la non precarizzazione della giornata lavorativa; la revisione \u003Cmark>dei\u003C/mark> progetti estrattivi, con l'abrogazione \u003Cmark>dei\u003C/mark> decreti 95 e 151 che promuovono l'aumento dello sfruttamento petrolifero e minerario; il rispetto della consultazione preventiva, libera e informata per avviare progetti estrattivi nei territori comunitari e indigeni; la regolamentazione \u003Cmark>dei\u003C/mark> prezzi \u003Cmark>dei\u003C/mark> beni di prima necessità per evitare speculazioni; il rispetto \u003Cmark>dei\u003C/mark> diritti collettivi, come l'educazione bilingue e la giustizia indigena; la non privatizzazione \u003Cmark>dei\u003C/mark> settori strategici; un bilancio dignitoso per la sanità e l'istruzione; la creazione di politiche di sicurezza pubblica.\r\nIl paro è iniziato alla mezzanotte tra domenica 12 e lunedì 13 giugno. Un paro che si é voluto, fino a oggi, decentrato e diffuso. Bloccare le vie di comunicazione e \u003Cmark>dei\u003C/mark> trasporti. Bloccare l'economia. Queste le parole d'ordine.\r\nMoltissimi territori hanno risposto. Nella sierra, dove il movimento indigeno é più organizzato, sono state bloccate le arterie del paese, con blocchi diffusi e migliaia di persone per strada. Sassi, sabbia, tronchi, pneumatici in fiamme. Nell' Oriente, in amazzonia, gli indigeni hanno bloccato numerosi pozzi petroliferi, causando perdite per milioni di euro. A Quito e a Cuenca i movimenti studenteschi hanno chiamato manifestazioni quotidiane, a cui si sono unite migliaia di persone.\r\nIl governo ha risposto con la militarizzazione e la repressione.\r\nMartedì 14, all'1,30 del mattino il presidente della Conaie Leoniadas Iza é stato letteralmente rapito dalla macchina su cui viaggiava dai militari e arrestato. Il presidente Guillermo Lasso ha annunciato su Twitter l'inizio degli arresti di coloro che ha definito \"autori materiali e intellettuali di atti violenti\" durante la giornata di mobilitazione nazionale.\r\nIl giorno stesso la protesta si é radicalizzata, sfociando in scontri violenti fuori dal carcere di Latacunga, nella zona di Cotopaxi, dove era stato fermato Iza. Gli indigeni hanno anche \"preso in custodia\" vari agenti di polizia un delegato della Fiscalia in distinte zone del territorio, pretendendo la liberazione del loro referente.\r\nA Quito la manifestazione di martedì é arrivata davanti all'unità di Flagrancia (Ufficio della Procura), dove - pare - era stato portato in mattinata Iza, ed é finita con bruciare una macchina della polizia lì davanti. In serata alcuni camion pieni di manifestanti indigeni provenienti dal Cotopaxi si sono avviati verso Quito, per pretendere la liberazione del loro leader.\r\nLeonidas Iza é stato liberato mercoledì mattina con una denuncia per aver bloccato, in flagranza di reato, i servizi pubblici del paese. Gli hanno concesso misure alternative alla detenzione preventiva, ossia l'obbligo di non lasciare il paese e di presentarsi a firmare due volte alla settimana presso la procura.\r\nI blocchi stradali continuano, e anche le manifestazioni si moltiplicano in numerose città su tutto il territorio nazionale. 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Dichiara inoltre l'apertura di 45 inchieste solo nei primi 4 giorni.\r\nLa Conaie aveva annunciato venerdì che se nelle successive 48 ore il governo di Lasso non avrebbe risposto alla collettività sulle 10 richieste effettuate, gli indigeni si sarebbero mossi su Quito. Non chiedevano un dialogo con il governo: solo risposte sui 10 punti richiesti.\r\nLasso ha risposto promettendo briciole e ignorando la maggior parte delle rivendicazioni. Inoltre ha istituito da venerdì a mezzanotte lo \"Stato di Emergenza\" in tre provincie (Cotopaxi, Pichincha e Imbabura), e il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino a partire da sabato. Ossia: \u003Cmark>militarizzazione\u003C/mark> delle strade, e poteri maggiori alle forze di polizia.\r\nLa Conaie ha annunciato la discesa su Quito.\r\nTutto ricorda molto il 2019, quando Quito é diventata il teatro delle manifestazioni nazionali, che rimasero sì sparse su tutto il territorio come oggi, ma dove l'epicentro \u003Cmark>dei\u003C/mark> cortei e della resistenza indigena e cittadina divenne la capitale.\r\nSabato 18 decine e decine di furgoni pieni di manifestanti delle comunità hanno iniziato ad arrivare nel sud di Quito, battagliando per arrivare a causa \u003Cmark>dei\u003C/mark> militari che impedivano il passo, preparandosi per scendere in piazza in questa settimana. Anche migliaia di militari stanno arrivando su Quito per il loro lavoro repressivo.\r\nLa Conaie ha anche annunciato un' assemblea aperta con realtà territoriali e movimenti di tutto il paese, per provare a mettere insieme le voci e le necessità non solo del movimento indigeno. Nella stessa giornata il presidente della Conaie, Leonidas Iza, é stato vittima di un attentato, anche se non é stato ferito: un proiettile ha perforato il vetro posteriore della macchina su cui era mentre era ferma.\r\nDomenica mattina la polizia, in chiaro atto intimidatorio, ha perquisito la Casa della Cultura di Quito, dove nel 2019 erano stati ospitati i manifestanti delle comunità indigene. Poi é uscita. Nel pomeriggio, verso le 17, é iniziato l'assedio, con centinaia di poliziotti e militari che hanno circondato la casa della cultura, pretendendone la requisizione per farne una base di polizia per questi giorni. Il parco dell'Arbolito, lì davanti, uno \u003Cmark>dei\u003C/mark> simboli e \u003Cmark>dei\u003C/mark> luoghi di organizzazione del paro del 2019, é stato riempito di telecamere e occupato dalla polizia a cavallo. 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In Argentina la violenza istituzionale colpisce gli attivisti politici ed i poveri. Non si contano i casi di ragazzi uccisi dalla polizia, perché accusati di furti o semplicemente “sospetti”, la pratica della tortura è “normale” nelle camere di sicurezza della gendarmeria.\r\n\r\n \r\n\r\nRicostruiamo i fatti: il giovedì precedente, mentre in Senato si votava la proroga di altri quattro anni della legge 26/160 che sospende gli sgomberi delle comunità indigene, riconoscendo il diritto al territorio ancestrale in attesa che l’Istituto Nazionale delle questioni indigene concluda il rilevamento delle terre spettanti alle diverse comunità, il giudice Villanueva ordina lo sgombero della comunità Lafken Winkul Mapu. L’occupazione risaliva al 14 settembre.\r\n\r\nLo scontro è sui megaimpianti turistici che le multinazionali e le imprese argentine vogliono costruire nel parco turistico nazionale di Villa Mascardi.\r\n\r\nNella stessa zona è prevista l’apertura di una miniera d’oro e di sfruttamento petrolifero. Non solo. La Patagonia possiede una ricchezza sempre più preziosa, l’oro blu, l’acqua.\r\n\r\nI mapuche si battono contro l’intento di mettere a profitto le aree protette, rivendicando il recupero delle terre ancestrali per vivere costruendo una diversa relazione con la natura e il territorio. Conflitti simili investono ampie aree dell’immensa Patagonia e non solo, perché lo scontro attorno all’appropriazione del territorio vede migliaia di comunità indigene in tutto il continente difendersi dall’estrattivismo (miniere, centri turistici, coltivazione estensiva, etc) e rappresenta uno snodo cruciale dei conflitti sociali in America Latina.\r\n\r\n \r\n\r\nLo stesso giovedì, come afferma l’antropologa Diana Lenton, era previsto un tavolo di negoziazione per risolvere il conflitto. «A tradimento e boicottando qualunque possibilità di dialogo, un enorme dispiegamento di forze dell’ordine ha fatto irruzione nella comunità all’alba, sparando con armi da fuoco e arrestando donne e bambini, detenuti in condizioni illegali per diverse ore» continua l’antropologa argentina. Secondo le testimonianza dei mapuche, una dozzina di uomini della comunità sono fuggiti sui monti a causa della caccia all’uomo violenta della polizia federale, della Gendarmeria e delle forze della Prefettura navale, impiegate congiuntamente con elicotteri e forze speciali. Ieri pomeriggio, tre di loro stavano tornando per ricongiungersi con le loro famiglie e sono stati attaccati con armi da fuoco dalla polizia. Così è stato assassinato Rafael, un giovane dei quartieri poveri di Bariloche, in visita ai parenti nella comunità in lotta, saldatore, falegname e lavoratore precario, un “pibe de barrio”, come lo ricordano gli amici.\r\n\r\nL’avvocata della comunità mapuche, Natalia Aranya, ha rilasciato dure dichiarazioni al quotidiano Pagina 12, parlando di una caccia all’uomo razzista e sottolineando le responsabilità del governo nell’operazione che ha coinvolto i gruppi speciali della Prefettura. Dopo la notizia della morte, ci sono state manifestazioni sia davanti all’ospedale che alla sede degli uffici dei Parchi Nazionali, proprietari delle terre contese dalla comunità mapuche. Le forze dell’ordine hanno bloccato le vie di accesso principali e i collegamenti, compresa la Ruta 40, tra le città di El Bolsòn e Bariloche. Alcuni giornali mainstream affermano, senza addurre prove, che sia stato uno scontro a fuoco tra mapuche e polizia. Una caccia all’uomo dopo una repressione violenta contro famiglie che dormivano nelle loro case diventa per i media uno scontro “armato” tra mapuche e polizia. Secondo le organizzazioni dei diritti umani sono le medesime modalità narrative adottate durante la dittatura.\r\n\r\n \r\n\r\nLa Marcha de Mujeres Originarias, organizzazione di donne indigene, ha lanciato un appello invitando tutti a denunciare le menzogne e a diffondere la verità dei fatti: «non permetteremo alle menzogne di affermarsi, noi non siamo in guerra con lo Stato, ma è lo Stato argentino che sta applicando misure genocide contro le comunità indigene, questo dovrebbero dire i giornali». Chiediamo sostegno e supporto, vogliamo giustizia, affermano le donne indigene , esigiamo che «cessi immediatamente la violenza assassina contro i nostri fratelli e le nostre sorelle».\r\n\r\n \r\n\r\nManifestazioni si sono svolte a Buenos Aires e in diverse città della Patagonia per denunciare le responsabilità del governo Macri e del ministro Bullrich. Il sindacato dei lavoratori pubblici ATE ha riferito del fermo del responsabile provinciale e della moglie, liberati poche ore dopo, mentre Sonia Ivanoff, avvocata specialista in diritto indigeno, ha segnalato preoccupazione l’arresto di dei due testimoni dell’omicidio del giovane Rafael Nahuel. «Vogliamo la liberazione e la garanzia di protezione per questi due testimoni chiave, Fausto Horacio Jones Huala e Lautaro Alejando Gozalez» ha dichiarato l’avvocata all’agenzia di comunicazione indipendente Anred.\r\n\r\nDopo la rappresaglia c’è stata un’intensa militarizzazione dell’area: da settimane le organizzazioni dei diritti umani e le comunità mapuche denunciano come dopo «la desapariciòn e la morte di Santiago Maldonado la persecuzione contro i mapuche sia aumentata di intensità così come la violenza delle forze di polizia».\r\n\r\n \r\n\r\nL’intensificazione del conflitto è legata all’aumento della violenza repressiva che negli ultimi due anni, con il governo Macri, è stata diretta in gran parte contro i mapuche identificati come “nemico interno”, in linea con le dichiarazioni del Comando Sud delle forze militari degli Stati Uniti che hanno definito il popolo mapuche una “minaccia terroristica”. Un conflitto che vede da una parte uomini, donne e bambini in lotta per la difesa del territorio e della vita, e dall’altra una nuova ed intensa offensiva politica, economica e militare del capitalismo estrattivo, razzista, patriarcale e coloniale.\r\n\r\n \r\n\r\nNelle stesse ore in cui avveniva l’attacco alla comunità nei territori contesi di Villa Mascardi, in provincia di Buenos Aires si stava svolgendo il funerale di Santiago Maldonado, desaparecido durante una rappresaglia della gendarmeria nella comunità mapuche Pu Lof Cushamen il 1 agosto scorso. Il suo cadavere venne ritrovato 78 giorni dopo nel fiume Chabut, 300 metri a monte dal punto in cui i mapuche sotto attacco attraversarono il corso d’acqua.\r\n\r\nDurante l’attacco alla comunità i suoi compagni videro che Santiago Maldonado veniva preso e fatto salire a forza su un furgone bianco dalla polizia.\r\n\r\nLa scomparsa di Maldonado aveva suscitato ampie proteste in tutta l’Argentina: decine di migliaia di persone avevano manifestato il primo settembre e il primo ottobre a Buenos Aires.\r\n\r\nIl ragazzo è stato seppellito dopo un mese di attesa dei risultati dell’autopsia, che ha stabilito che Santiago è morto per asfissia da annegamento, ma non le modalità della desapariciòn.\r\n\r\nDall’inchiesta del giornalista Ricardo Ragendorfer pubblicata su Tiempo Argentino e altri quotidiani, emerge che l’autopsia ha stabilito che il corpo di Santiago non era restato più di 5 o 6 giorni in acqua al momento del ritrovamento. Ne consegue che è stato “illegalmente” trattenuto da qualche parte per diversi giorni.\r\n\r\nAlla luce di questi fatti potrebbero emergere responsabilità più dirette di Benetton, la multinazionale italiana proprietaria di oltre 900.000 ettari in territorio mapuche.\r\n\r\nSecondo Ragendorfer, l’unica cella frigorifera della zona capace di conservare un cadavere per diversi giorni si troverebbe proprio all’interno di una delle tenute di Benetton, denominata “Cabania Leleque”. Inoltre, rivela sempre Ragendorfer, la Gendarmeria possiede una base logistica informale dentro la stessa tenuta di Benetton da almeno 20 anni, grazie a un accordo firmato durante il governo di Carlos Menem tra Carlo Benetton, la Secretaria de Seguridad de la Nacion e la provincia di Chubut.\r\n\r\nRagendorfer ha anche rivelato che parte delle prime indagini “ufficiali” hanno avuto l’epicentro logistico proprio a Leleque. Da lì partirono buona parte dei gendarmi che tra il 10 e il 12 gennaio scorso sgomberarono in modo violento la comunità Mapuche di “Lof en Resistencia” di Cushamen. Ragendorfer inserisce un tassello chiave per dimostrare le eventuali la complicità dirette di Benetton nella desaparición forzada di Santiago: il 17 ottobre scorso, il giudice avrebbe ordinato, insieme al rastrellamento della zona in cui comparve il corpo, una perquisizione legale de la “Cabania Leleque” dei Benetton e di alcune delle zone adiacenti. Difficile pensare che sia stato per mera coincidenza che il corpo di Santiago sia ricomparso proprio quel giorno. Dopo il ritrovamento, naturalmente, la perquisizione venne cancellata.\r\n\r\n \r\nUn presidio di solidarietà con la lotta delle comunità mapuche resistenti e di denuncia delle responsabilità dello Stato argentino e di Benetton nella violenta repressione in atto si svolgerà a Torino il 22 dicembre di fronte al negozio Benetton di via Roma 121 – vicino a piazza San Carlo.\r\n \r\n\r\nAggiornamento al 12 dicembre\r\n\r\nLa scorsa settimana la polizia ha sgomberato una fabbrica di Neuquen, occupata dagli operai in lotta e a rischio licenziamento, che cercavano di impedire lo svuotamento dell'area di macchinari e dei prodotti ancora in magazzino.\r\nLo sgombero è stato attuato usando armi da fuoco. Un deputato - ex operaio della Zanon recuperata - che tentava una mediazione è stato colpito ad una gamba ed ha il perone spezzato.\r\nIl 9 dicembre una marcia transfrontaliera delle donne indigene ha raccolto scarse adesioni.\r\nIl governo Macrì sta scatenando una repressione poliziesca sempre più violenta contro le insorgenze sociali e le lotte popolari.\r\nIl fallimento delle sinistre istituzionali in Argentina e, in generale in tutto il continente, sta riportando al potere la destra. Una destra la cui linea di continuità con le dittature militari che hanno insanguinato il pianeta è molto chiara.\r\n\r\nAscolta la diretta con Ivan:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 11 ivan argentina\r\n ","12 Dicembre 2017","2017-12-13 12:05:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/rafael-nauhel-2-1024x683.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Argentina. Attacco alle comunità mapuche: un morto, due feriti, diversi desaparecidos... 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In Argentina la violenza istituzionale colpisce gli attivisti politici ed i poveri. Non si contano i casi di ragazzi uccisi dalla polizia, perché accusati di furti o semplicemente “sospetti”, la pratica della tortura è “normale” nelle camere di sicurezza della gendarmeria.\r\n\r\n \r\n\r\nRicostruiamo i fatti: il giovedì precedente, mentre in Senato si votava la proroga di altri quattro anni della legge 26/160 che sospende gli sgomberi delle comunità indigene, riconoscendo il diritto al territorio ancestrale in attesa che l’Istituto Nazionale delle questioni indigene concluda il rilevamento delle terre spettanti alle diverse comunità, il giudice Villanueva ordina lo sgombero della comunità Lafken Winkul Mapu. L’occupazione risaliva al 14 settembre.\r\n\r\nLo scontro è sui megaimpianti turistici che le multinazionali e le imprese argentine vogliono costruire nel parco turistico nazionale di Villa Mascardi.\r\n\r\nNella stessa zona è prevista l’apertura di una miniera d’oro e di sfruttamento petrolifero. Non solo. La Patagonia possiede una ricchezza sempre più preziosa, l’oro blu, l’acqua.\r\n\r\nI mapuche si battono contro l’intento di mettere a profitto le aree protette, rivendicando il recupero delle terre ancestrali per vivere costruendo una diversa relazione con la natura e il territorio. 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Il suo cadavere venne ritrovato 78 giorni dopo nel fiume Chabut, 300 metri a monte dal punto in cui i mapuche sotto attacco attraversarono il corso d’acqua.\r\n\r\nDurante l’attacco alla comunità i suoi compagni videro che Santiago Maldonado veniva preso e fatto salire a forza su un furgone bianco dalla polizia.\r\n\r\nLa scomparsa di Maldonado aveva suscitato ampie proteste in tutta l’Argentina: decine di migliaia di persone avevano manifestato il primo settembre e il primo ottobre a Buenos Aires.\r\n\r\nIl ragazzo è stato seppellito dopo un mese di attesa \u003Cmark>dei\u003C/mark> risultati dell’autopsia, che ha stabilito che Santiago è morto per asfissia da annegamento, ma non le modalità della desapariciòn.\r\n\r\nDall’inchiesta del giornalista Ricardo Ragendorfer pubblicata su Tiempo Argentino e altri quotidiani, emerge che l’autopsia ha stabilito che il corpo di Santiago non era restato più di 5 o 6 giorni in acqua al momento del ritrovamento. 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Nel corso del tempo se ne aggiungeranno altri. Ma sono questi tre a trainare lo sviluppo della proto-industria dell'area tedesca nell'alto Medioevo [...] È questo lo sfondo e la base materiale per la proliferazione di sette religiose dalle vedute eterodosse e, più fondamentalmente, della rivendicazione di libero accesso alla parola divina di contro al suo monopolio ecclesiastico, che sarà il nodo ideologico della riforma protestante, come lo era già stato per le eresie catare e bogomile qualche secolo prima\" \r\n\r\n\"Come è noto, la cristallizzazione dell'idea protestante inizia prima della Guerra dei contadini del 1524-1526. È nel 1517 che il monaco agostiniano Martin Lutero pubblica la sue tesi ostili al traffico delle indulgenze, che contestano direttamente l'autorità papale. Quattro anni dopo, Lutero viene scomunicato dalla Chiesa di Roma e messo al bando dal Sacro Romano Impero. 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In questa puntata Light Item showcase, con: non materia, Rico + Mrs Bhutan, Radio merda malata random act sets, Bokeh Version vs RWDFWD,\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Ottobre-peso-Mixtape-Light-Item-Showcase_31.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 17 ore 8,30 - L'evasione è un dovere 29 minuti [Radio Blackout, C'hai le storie, Liberation Front]:\r\n\r\nTratto dal libro “istinto di morte”(Nautilus,El Paso) pubblicato nel 1977 alla vigilia di un processo, il bandito Jacques Mesrine racconta la sua incredibile vita. Autore di furti e rapine, è poi diventato una leggenda criminale per la sua capacità di evadere e di sfidare la legge. Il suo odio verso la società si forma sin da bambino con le immagini della guerra, per poi conoscere la violenza dello Stato come soldato in Algeria, infine assaggiandola sulla sua pelle, in quando emarginato, galeotto, reietto. Il carcere non è correttivo, è un marchio indelebile sulla pelle del detenuto, impossibilitato a reinserirsi, a cercare di vivere una vita normale.\r\nMesrine ha trasformato l’odio in una sfida, riuscendo ad evadere dai carceri più sicuri del mondo, fino ad arrivare ad assaltare, armi in pugno, il carcere di alta sicurezza del Quebec.\r\nPer fermarlo la polizia francese ha architettato una vera e propria esecuzione a cielo aperto, assassinandolo con 21 colpi in mezzo alla strada.\r\nIl podcast vuole ripercorrere il ruolo di Mesrine nella lotta al carcere.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Levasione-è-un-dovere_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 18 ore 8,30 - Dai monti del Kurdistan pt. 2 28 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nChiacchierata a più voci in un villaggio in montagna del Kurdistan Turco, realizzata a fine Marzo 2012.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Dai-monti-del-Kurdistan_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 20 - Psychotronic Radio vol.9 43 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/PSYCHOTRONIC-RADIO-VOL-9.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 20,30 - Ottobre Peso Mixtape - Blackout Garage Fest 37 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMixtape confenzionato ad hoc per presentare la tre giorni carica di concerti e live set che si svolgeranno tra il 17 e il 19 Ottobre 2024 nelle mura di Radio Blackout e lo storico palco di El Paso: Ottobre peso. In questa puntata: Blackout Garage Fest, con Timmy's Organism, Movie Star Junkies, Sloks, Violino Banfi\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Ottobre-peso-Mixtape-Blackout-Garage-Fest_37.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 23,30 - Brodo meridionali della galassia 70 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nRicomincia Brodo di Cagne Strategico, si inizia alla grande, maciulliamo Antonio Rezza beccato a Napoli per la presentazione del suo nuovo film “Il Cristo In Gola”, a seguire un po’ di nuovi ascolti e in fine in toto l’opera prima “Les Filles du Feu” dell’agitatore violoncellista/performer francese Sebastian Lemporte aka Aki Hano, per gli amanti della forma canzone, la poesia e la grana del nastro…\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Brodo-meridionali-della-galassia_70.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 20 ore 9,30 - Speciale OP. SCINTILLA – Rivolte, lotta e solidarietà 2021 57 minuti [Radio Blackout, Macerie su macerie]:\r\n\r\nGiovedì 7 ottobre 2021 è iniziato il processo per associazione sovversiva contro lo Stato e alcuni capi specifici per diciotto compagni e compagne. A trentadue mesi esatti dallo sgombero, alla sbarra vengono portati, oltre agli imputati, proprio l’esperienza intorno al fu Asilo occupato, il progetto Macerie e Storie di Torino e il sacrosanto odio verso le prigioni per immigrati irregolari (nati Cpt, poi Cie, ora Cpr).\r\n\r\nL’oggetto del teorema inquisitorio Scintilla è infatti una lotta ventennale, quella contro la detenzione amministrativa dei senza-documenti, portata avanti da un movimento reale dentro e fuori i Centri di reclusione. Una lotta composta anche da una serie lunghissima di iniziative all’esterno dei Centri: alcune indette, altre a sorpresa, alcune anonime, altre rivendicate, alcune “a volto scoperto” e altre “a volto coperto”. Per la maggior parte di queste ultime gli inquirenti non sono finora riusciti a raccogliere né prove né indizi sufficienti per attribuire precise responsabilità individuali, nonostante anni di esegesi di scritti, intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese, pedinamenti, rilievi e prelievi di impronte digitali e DNA.\r\n\r\nVi proponiamo un approfondimento che parte sì dall’inchiesta, ma per poi addentrarsi negli anni di lotta, nelle motivazioni, nel cuore della solidarietà e della vita che si sprigiona quando si combatte contro una delle tante ingiustizie di questo mondo, una delle più atroci: l’esistenza di lager per umani.\r\n\r\nIn conclusione, ancora voci, sono ancora quelle dei reclusi, sono ancora quelle di compagni e compagne, che raccontano oggi cosa accade nei Cpr, perché la lotta non si ferma con un’inchiesta tribunalizia, ma continua finché di queste gabbie non rimarranno che macerie.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Speciale-Operazione-Scintilla-da-info-2021_57.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 20 ore 13,30 - Te lo spiega arsider: la memetica 43 minuti [Radio Blackout, Arsider]:\r\n\r\n\r\nI media obbediscono a una logica fondamentalmente diversa rispetto alla rappresentazione, cioè a quella della simulazione.La crescente prevalenza della schiavitù macchinica rispetto ai meccanismi di sudditanza sociale deve essere in gran parte attribuita alle tecnologie dell’informazione e del calcolo. Detto in modo drammatico, dal punto di vista dell’ingegneria cibernetica, il significato di un messaggio sembra apparentemente irrilevante, o almeno escluso dall’equazione. D’ora in poi ogni evento storico sarà perseguitato dalla propria doppia memetica. Ridere è una tattica di difesa contro il non riconoscere nulla. Dobbiamo sublimare l’orrore con l’umorismo.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Te-lo-spiega-arsider_La-memeticaArsider_42.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","13 Ottobre 2024","2024-10-20 11:02:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black holes dal 14 al 20 ottobre 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È nel"," \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 14 ore 13,30 - Racconti ovali 4 31 minuti [Luca Wallace Costello]:\r\n\r\nAttraversiamo la città di Limerick ed il suo stadio ovale, ci addentriamo in un episodio della lotta anticoloniale irlandese e scopriamo l’incredibile partita del 31 ottobre 1978 tra Munster e gli All Blacks, ovvero una delle squadre più forti del rugby irish in maglia tutta rossa contro la formidabile nazionale neozelandese in maglia tutta nera.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Racconti-ovali4_31.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 15 ore 12,30 - Proiezioni di Sizigia pt.1 2 minuti [Proiezioni di Sizigia]:\r\n\r\nParole estratte da \"Fuoco fatuo\" di Pierre Drieu La Rochelle.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Alain_2.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 16 ore 8,30 - Perno Originario #2 20 minuti [Porfido]:\r\n\r\n\"Nello scorso episodio, abbiamo visto come lo spazio economico tedesco si sia costituito attorno a tre epicentri. Nel corso del tempo se ne aggiungeranno altri. Ma sono questi tre a trainare lo sviluppo della proto-industria dell'area tedesca nell'alto Medioevo [...] È questo lo sfondo e la base materiale per la proliferazione di sette religiose dalle vedute eterodosse e, più fondamentalmente, della rivendicazione di libero accesso alla parola divina di contro al suo monopolio ecclesiastico, che sarà il nodo ideologico della riforma protestante, come lo era già stato per le eresie catare e bogomile qualche secolo prima\" \r\n\r\n\"Come è noto, la cristallizzazione dell'idea protestante inizia prima della Guerra \u003Cmark>dei\u003C/mark> contadini del 1524-1526. È nel 1517 che il monaco agostiniano Martin Lutero pubblica la sue tesi ostili al traffico delle indulgenze, che contestano direttamente l'autorità papale. Quattro anni dopo, Lutero viene scomunicato dalla Chiesa di Roma e messo al bando dal Sacro Romano Impero. Ma è solo dopo la sconfitta della Guerra \u003Cmark>dei\u003C/mark> Contadini che questa cristallizzazione prosegue come un ché di essenzialmente religioso, costituendosi in un insieme distinto di dottrine. La vittoria della riforma nel cielo dell'ideologia è la sanzione della sconfitta della rivoluzione tedesca nel mondo materiale\"\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.2_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[donwload]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 16 ore 15,30 - Ottobre Peso Mixtape - Light Item showcase 31 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMixtape confenzionato ad hoc per presentare la tre giorni carica di concerti e live set che si svolgeranno tra il 17 e il 19 Ottobre 2024 nelle mura di Radio Blackout e lo storico palco di El Paso: Ottobre peso. In questa puntata Light Item showcase, con: non materia, Rico + Mrs Bhutan, Radio merda malata random act sets, Bokeh Version vs RWDFWD,\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Ottobre-peso-Mixtape-Light-Item-Showcase_31.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 17 ore 8,30 - L'evasione è un dovere 29 minuti [Radio Blackout, C'hai le storie, Liberation Front]:\r\n\r\nTratto dal libro “istinto di morte”(Nautilus,El Paso) pubblicato nel 1977 alla vigilia di un processo, il bandito Jacques Mesrine racconta la sua incredibile vita. Autore di furti e rapine, è poi diventato una leggenda criminale per la sua capacità di evadere e di sfidare la legge. Il suo odio verso la società si forma sin da bambino con le immagini della guerra, per poi conoscere la violenza dello Stato come soldato in Algeria, infine assaggiandola sulla sua pelle, in quando emarginato, galeotto, reietto. Il carcere non è correttivo, è un marchio indelebile sulla pelle del detenuto, impossibilitato a reinserirsi, a cercare di vivere una vita normale.\r\nMesrine ha trasformato l’odio in una sfida, riuscendo ad evadere dai carceri più sicuri del mondo, fino ad arrivare ad assaltare, armi in pugno, il carcere di alta sicurezza del Quebec.\r\nPer fermarlo la polizia francese ha architettato una vera e propria esecuzione a cielo aperto, assassinandolo con 21 colpi in mezzo alla strada.\r\nIl podcast vuole ripercorrere il ruolo di Mesrine nella lotta al carcere.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Levasione-è-un-dovere_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 18 ore 8,30 - Dai monti del Kurdistan pt. 2 28 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nChiacchierata a più voci in un villaggio in montagna del Kurdistan Turco, realizzata a fine Marzo 2012.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Dai-monti-del-Kurdistan_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 20 - Psychotronic Radio vol.9 43 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/PSYCHOTRONIC-RADIO-VOL-9.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 20,30 - Ottobre Peso Mixtape - Blackout Garage Fest 37 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMixtape confenzionato ad hoc per presentare la tre giorni carica di concerti e live set che si svolgeranno tra il 17 e il 19 Ottobre 2024 nelle mura di Radio Blackout e lo storico palco di El Paso: Ottobre peso. In questa puntata: Blackout Garage Fest, con Timmy's Organism, Movie Star Junkies, Sloks, Violino Banfi\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Ottobre-peso-Mixtape-Blackout-Garage-Fest_37.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 23,30 - Brodo meridionali della galassia 70 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nRicomincia Brodo di Cagne Strategico, si inizia alla grande, maciulliamo Antonio Rezza beccato a Napoli per la presentazione del suo nuovo film “Il Cristo In Gola”, a seguire un po’ di nuovi ascolti e in fine in toto l’opera prima “Les Filles du Feu” dell’agitatore violoncellista/performer francese Sebastian Lemporte aka Aki Hano, per gli amanti della forma canzone, la poesia e la grana del nastro…\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Brodo-meridionali-della-galassia_70.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 20 ore 9,30 - Speciale OP. SCINTILLA – Rivolte, lotta e solidarietà 2021 57 minuti [Radio Blackout, Macerie su macerie]:\r\n\r\nGiovedì 7 ottobre 2021 è iniziato il processo per associazione sovversiva contro lo Stato e alcuni capi specifici per diciotto compagni e compagne. A trentadue mesi esatti dallo sgombero, alla sbarra vengono portati, oltre agli imputati, proprio l’esperienza intorno al fu Asilo occupato, il progetto Macerie e Storie di Torino e il sacrosanto odio verso le prigioni per immigrati irregolari (nati Cpt, poi Cie, ora Cpr).\r\n\r\nL’oggetto del teorema inquisitorio Scintilla è infatti una lotta ventennale, quella contro la detenzione amministrativa \u003Cmark>dei\u003C/mark> senza-documenti, portata avanti da un movimento reale dentro e fuori i Centri di reclusione. Una lotta composta anche da una serie lunghissima di iniziative all’esterno \u003Cmark>dei\u003C/mark> Centri: alcune indette, altre a sorpresa, alcune anonime, altre rivendicate, alcune “a volto scoperto” e altre “a volto coperto”. Per la maggior parte di queste ultime gli inquirenti non sono finora riusciti a raccogliere né prove né indizi sufficienti per attribuire precise responsabilità individuali, nonostante anni di esegesi di scritti, intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese, pedinamenti, rilievi e prelievi di impronte digitali e DNA.\r\n\r\nVi proponiamo un approfondimento che parte sì dall’inchiesta, ma per poi addentrarsi negli anni di lotta, nelle motivazioni, nel cuore della solidarietà e della vita che si sprigiona quando si combatte contro una delle tante ingiustizie di questo mondo, una delle più atroci: l’esistenza di lager per umani.\r\n\r\nIn conclusione, ancora voci, sono ancora quelle \u003Cmark>dei\u003C/mark> reclusi, sono ancora quelle di compagni e compagne, che raccontano oggi cosa accade nei Cpr, perché la lotta non si ferma con un’inchiesta tribunalizia, ma continua finché di queste gabbie non rimarranno che macerie.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Speciale-Operazione-Scintilla-da-info-2021_57.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 20 ore 13,30 - Te lo spiega arsider: la memetica 43 minuti [Radio Blackout, Arsider]:\r\n\r\n\r\nI media obbediscono a una logica fondamentalmente diversa rispetto alla rappresentazione, cioè a quella della simulazione.La crescente prevalenza della schiavitù macchinica rispetto ai meccanismi di sudditanza sociale deve essere in gran parte attribuita alle tecnologie dell’informazione e del calcolo. Detto in modo drammatico, dal punto di vista dell’ingegneria cibernetica, il significato di un messaggio sembra apparentemente irrilevante, o almeno escluso dall’equazione. D’ora in poi ogni evento storico sarà perseguitato dalla propria doppia memetica. Ridere è una tattica di difesa contro il non riconoscere nulla. Dobbiamo sublimare l’orrore con l’umorismo.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Te-lo-spiega-arsider_La-memeticaArsider_42.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n 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Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-05-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n2 giugno. La Repubblica del militarismo e della guerra\r\nOgni 2 giugno la Repubblica celebra sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni. Una “festa” nazionalista e militarista.\r\nIl governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra.\r\nGuerre di portata planetaria ci stanno portando sull'orlo della terza guerra mondiale. La spirale pare inarrestabile: il conflitto Russia Ucraina rischia di deflagrare in tutta Europa.\r\nL'Italia è direttamente coinvolta con le proprie truppe e con il proprio apparato militare industriale. È in prima fila in conflitti in cui gioca in proprio e in varie alleanze a geografia variabile.\r\nUn processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi. \r\nIniziative di lotta in varie città\r\nFederico dell’assemblea antimilitarista ha presentato la giornata\r\n\r\nFermare le guerre. Una prima riflessione a margine delle acampade studentesche\r\nI movimenti che si sono sviluppati negli ultimi mesi soprattutto nelle università hanno il merito di aver colto il nesso fondamentale tra ricerca accademica ed industria bellica, in un intrecciarsi di interessi che pongono al centro la logica del dominio e quella del profitto, fuori e contro ogni supposta neutralità di un’indagine scientifica che si muove seguendo gli indirizzi dei committenti di turno. Hanno tuttavia un forte limite sia nella definizione degli obiettivi che nelle modalità nel perseguirli.\r\nL’enorme emozione che accompagna l’immane massacro con finalità genocide della popolazione gazawi, finisce con il porre in primo piano solo la critica e il boicottaggio verso lo Stato di Israele, dimenticando che il nostro paese (e le sue università) sono in prima fila in numerosi teatri di guerra, che restano sullo sfondo, avvolti in un oblio pericoloso, che rischia di renderci complici di infiniti orrori. Basti pensare all’Artsakh e al Sudan, due tra le tante guerre cui l’Italia ha contribuito direttamente, fornendo armi e addestratori nel silenzio dei più.\r\n\r\nUna critica reale delle collusioni tra Università e ricerca bellica dovrebbe avere l’obiettivo minimo della cancellazione di accordi di cooperazione con tutte le industrie belliche e tutti gli Stati in guerra. Una critica radicale si dovrebbe interrogare sul ruolo delle Università e sulla necessità di espropriazione permanente di ambiti di studio e ricerca al servizio dell’imperialismo e della logica capitalista. \r\n\r\nLe guerre moderne, non ultima quella cominciata il 7 ottobre tra Israele e Gaza, hanno come principali vittime le popolazioni civili, massacrate per fiaccare il nemico, per indurlo alla resa o alla fuga. \r\nOpporsi alla guerra senza opporsi al militarismo è una prospettiva miope, perché alimenta l’opinione che vi siano eserciti buoni. 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In base a questo progetto le ragazze, che non erano sottoposte all’obbligo, lo sarebbero al pari dei ragazzi.\r\nNei fatti questa leva in salsa leghista, su base regionale, sarebbe una sorta di servizio civile militarizzato. Salvini disegna un quadro di soldati impegnati in corsi di salvataggio, protezione civile, primo soccorso, protezione dei boschi e un gran numero di altre varie attività. \r\nNel nostro paese il ministro della Difesa Crosetto si è detto nettamente contrario. Crosetto sostiene che una simile ipotesi mai comunque potrebbe riguardare le forze armate, \"che non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola\".\r\nLe forze armate sono oggi costituite da professionisti altamente specializzati, necessari per le guerre ultratecnologiche che si combattono in ogni dove. 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In questi anni la spesa militare è costantemente aumentata, le missioni all’estero delle forze armate italiane si sono moltiplicate.\r\nIl governo e i fascisti soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e poveri immigrati, per avere mano libera a fare la guerra a noi tutti.\r\nNei quartieri poveri il controllo militare è diventato normale. Anzi! Ogni giorno è peggio.\r\nIntere aree del quartiere vengono messe sotto assedio, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.\r\nTorino da città dell’auto si sta trasformando in città dei bombardieri e vetrina per turisti.\r\nPresentazione dell’iniziativa antimilitarista che si è tenuta in Barriera il primo giugno.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","3 Giugno 2024","2024-06-03 12:41:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/oops-715x480-1-200x110.jpg","Anarres del 31 maggio. 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Anche lì era troppo indecoroso, troppo irregolare, troppo povero per la nuova vocazione turistica e studentile del quartiere Aurora, da qui lo sgombero dopo una lunga resistenza e l’arrivo in via Carcano.\r\nL’assessore regionale Marrone ha deciso di chiudere i conti, facendo una modifica alla legge regionale che regolamenta i mercati, e facendo del Barattolo un mercato di robivecchi come tutti gli altri. Potrà aprire solo 18 volte all’anno. Per i poveri che sopravvivono sul recupero e la rivendita di roba pescata nei cassonetti è un taglio secco ad una delle principali fonti di sopravvivenza.\r\nIn un intervento registrato domenica 19 in via Carcano ce ne ha parlato Francesco Migliaccio\r\n\r\nZic, Zero in Condotta, compie 35 anni e li festeggia con una giornata di iniziative\r\n\"Zero in Condotta\" nasce tra la fine del 1988 e l’inizio del 1989. Il suo nome evoca la trasgressione e l'indisciplina a fronte di un panorama sociale, politico e culturale sempre più orientato verso l'appiattimento e il conformismo generalizzati, mascherati da un continuo “falso movimento”.\r\nIl rifiuto di partecipare allo “spettacolo” si traduce in un impegno di approfondimento culturale che intende rompere le regole del gioco preordinato per provare ad aprire nuovi orizzonti di libertà.\r\nL'intenzione è di varcare soglie e frontiere mai raggiunte, di incontrare e comunicare storie mai narrate, di leggere dati e realtà concrete mai rivelate.\r\nUn asse privilegiato di questa scommessa è lo scavo della memoria storica minore, quella occulta e occultata non tanto perché perdente, quanto perché scomoda, anti-accademica, veritiera.\r\n\"Zero in Condotta\" non gode né di finanziamenti né di settori precostituiti cui indirizzarsi né di sbocchi commerciali consolidati. E' una scommessa di non consumismo del libro che riguarda sia chi lo progetta sia chi lo legge e contribuisce a diffonderlo.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo di Zic\r\n\r\nLa guerra globale\r\nL'intersecarsi di pulsioni nazionaliste, guerre di religione e di interesse mira a rendere complici dei massacri le popolazioni più direttamente colpite.\r\nNon solo. Nel nostro paese il governo sta facendo una campagna di arruolamento permanente. Di fronte all'escalation bellica vogliono gente assuefatta e disponibile alla concreta possibilità di un coinvolgimento diretto sempre maggiore.\r\nNon per caso il processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi.\r\nComprendere le dinamiche della guerra globale, cogliere gli elementi di resistenza, disfattismo, diserzione è necessario per rinforzare le reti antimilitariste ed internazionaliste di opposizione alla guerra.\r\nNe abbiamo parlato con Lollo\r\n\r\nVerso le giornate di lotta antimilitarista dell’1 e del 2 giugno\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi.\r\nDa gennaio di quest’anno i militari dell’operazione “Strade sicure”, partita nel 2009 e costantemente rifinanziata dai governi di turno, sono stati destinati, oltre alla sorveglianza di CPR, siti istituzionali e cantieri militarizzati, anche nelle stazioni e nelle periferie delle grandi città. \r\nIntere aree dei quartieri poveri vengono messe sotto assedio, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.\r\nPer questo il 1 giugno saremo nel cuore di Barriera di Milano per contrastare attivamente la presenza dei militari nel quartiere, il 2 giugno smilitarizziamo la città!\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSenzapatria \r\nSabato 1 e domenica 2 giugno\r\nGiornate di lotta al militarismo\r\nContro la guerra, l’occupazione militare delle periferie, la produzione bellica, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon i disertori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 1 giugno\r\nVia i militari dalle strade!\r\nore 15,30 corso Palermo angolo via Sesia (se piove in piazza Crispi)\r\nDistro, interventi, musica, giri per il quartiere militarizzato.\r\nAlba e Carenza 503 nel canzoniere antimilitarista, la Clown Army pattuglierà l’area per l’intera giornata. \r\n\r\nDomenica 2 giugno\r\nAntimilitaristi per i quartieri di Torino\r\nSmilitarizziamo la città!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","30 Maggio 2024","2024-05-30 18:56:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/2024-05-21-manif-antimili-1-2-giugno-g-200x110.jpg","Anarres del 24 maggio. L’attacco al Barattolo. I primi 35 anni di Zic. Guerra globale. 1 e 2 giugno: via i militari da Torino!",1717095329,[1021],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[324],{"post_content":1024},{"matched_tokens":1025,"snippet":1026,"value":1027},[71,72],"delle grandi città. \r\nIntere aree \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>quartieri\u003C/mark> poveri vengono messe sotto assedio,","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Anche lì era troppo indecoroso, troppo irregolare, troppo povero per la nuova vocazione turistica e studentile del quartiere Aurora, da qui lo sgombero dopo una lunga resistenza e l’arrivo in via Carcano.\r\nL’assessore regionale Marrone ha deciso di chiudere i conti, facendo una modifica alla legge regionale che regolamenta i mercati, e facendo del Barattolo un mercato di robivecchi come tutti gli altri. Potrà aprire solo 18 volte all’anno. Per i poveri che sopravvivono sul recupero e la rivendita di roba pescata nei cassonetti è un taglio secco ad una delle principali fonti di sopravvivenza.\r\nIn un intervento registrato domenica 19 in via Carcano ce ne ha parlato Francesco Migliaccio\r\n\r\nZic, Zero in Condotta, compie 35 anni e li festeggia con una giornata di iniziative\r\n\"Zero in Condotta\" nasce tra la fine del 1988 e l’inizio del 1989. Il suo nome evoca la trasgressione e l'indisciplina a fronte di un panorama sociale, politico e culturale sempre più orientato verso l'appiattimento e il conformismo generalizzati, mascherati da un continuo “falso movimento”.\r\nIl rifiuto di partecipare allo “spettacolo” si traduce in un impegno di approfondimento culturale che intende rompere le regole del gioco preordinato per provare ad aprire nuovi orizzonti di libertà.\r\nL'intenzione è di varcare soglie e frontiere mai raggiunte, di incontrare e comunicare storie mai narrate, di leggere dati e realtà concrete mai rivelate.\r\nUn asse privilegiato di questa scommessa è lo scavo della memoria storica minore, quella occulta e occultata non tanto perché perdente, quanto perché scomoda, anti-accademica, veritiera.\r\n\"Zero in Condotta\" non gode né di finanziamenti né di settori precostituiti cui indirizzarsi né di sbocchi commerciali consolidati. E' una scommessa di non consumismo del libro che riguarda sia chi lo progetta sia chi lo legge e contribuisce a diffonderlo.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo di Zic\r\n\r\nLa guerra globale\r\nL'intersecarsi di pulsioni nazionaliste, guerre di religione e di interesse mira a rendere complici \u003Cmark>dei\u003C/mark> massacri le popolazioni più direttamente colpite.\r\nNon solo. Nel nostro paese il governo sta facendo una campagna di arruolamento permanente. Di fronte all'escalation bellica vogliono gente assuefatta e disponibile alla concreta possibilità di un coinvolgimento diretto sempre maggiore.\r\nNon per caso il processo di \u003Cmark>militarizzazione\u003C/mark> investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e \u003Cmark>dei\u003C/mark> flussi informativi.\r\nComprendere le dinamiche della guerra globale, cogliere gli elementi di resistenza, disfattismo, diserzione è necessario per rinforzare le reti antimilitariste ed internazionaliste di opposizione alla guerra.\r\nNe abbiamo parlato con Lollo\r\n\r\nVerso le giornate di lotta antimilitarista dell’1 e del 2 giugno\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e \u003Cmark>dei\u003C/mark> flussi informativi.\r\nDa gennaio di quest’anno i militari dell’operazione “Strade sicure”, partita nel 2009 e costantemente rifinanziata dai governi di turno, sono stati destinati, oltre alla sorveglianza di CPR, siti istituzionali e cantieri militarizzati, anche nelle stazioni e nelle periferie delle grandi città. \r\nIntere aree \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>quartieri\u003C/mark> poveri vengono messe sotto assedio, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.\r\nPer questo il 1 giugno saremo nel cuore di Barriera di Milano per contrastare attivamente la presenza \u003Cmark>dei\u003C/mark> militari nel quartiere, il 2 giugno smilitarizziamo la città!\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSenzapatria \r\nSabato 1 e domenica 2 giugno\r\nGiornate di lotta al militarismo\r\nContro la guerra, l’occupazione militare delle periferie, la produzione bellica, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon i disertori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 1 giugno\r\nVia i militari dalle strade!\r\nore 15,30 corso Palermo angolo via Sesia (se piove in piazza Crispi)\r\nDistro, interventi, musica, giri per il quartiere militarizzato.\r\nAlba e Carenza 503 nel canzoniere antimilitarista, la Clown Army pattuglierà l’area per l’intera giornata. \r\n\r\nDomenica 2 giugno\r\nAntimilitaristi per i \u003Cmark>quartieri\u003C/mark> di Torino\r\nSmilitarizziamo la città!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[1029],{"field":77,"matched_tokens":1030,"snippet":1026,"value":1027},[71,72],{"best_field_score":147,"best_field_weight":82,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":45,"score":179,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":45},{"document":1033,"highlight":1046,"highlights":1051,"text_match":145,"text_match_info":1054},{"comment_count":45,"id":1034,"is_sticky":45,"permalink":1035,"podcastfilter":1036,"post_author":1037,"post_content":1038,"post_date":1039,"post_excerpt":51,"post_id":1034,"post_modified":1040,"post_thumbnail":1041,"post_title":1042,"post_type":358,"sort_by_date":1043,"tag_links":1044,"tags":1045},"88737","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-21-laboratorio-palestina/",[318],"cattivipensieri","La puntata si apre con l’intervista a Michele Lancione, professore del Politecnico di Torino, autore del libro “Università e Militarizzazione. Il duplice uso della Ricerca” e tra i promotori dell’appello contro il bando MAECI firmato da oltre 2500 tra docenti e ricercatori, che nelle scorse settimane ha in cassato il sostegno delle Università di Torino e della Normale di Pisa, nonché l’impegno del CNR a no promuovere collaborazioni in ambito militare o “dual use”. La mobilitazione ha riguardato e continua a riguardare decine di atenei in tutta Italia ma per quanto una certa narrazione mediatica abbia voluto raccontare le Università ostaggio di pochi studenti facinorosi, è stato invece il corpo docenti e ricercatori a prendere l’iniziativa. Ovviamente l’iniziativa non ha nulla a che vedere con la collaborazione tra singoli professori nell’ambito della ricerca o della didattica ma cerca di evidenziare come il sapere scientifico non abbia nulla di neutro e le Università possono rendersi strumento di oppressione e aggressione non solo in tempo di guerra, come testimonia la massiccia presenza di Leonardo S.P.A. all’interno dei nostri programmi di ricerca.\r\n\r\nProseguiamo presentando un libro, “Laboratorio Palestina. Come Israele esporta la tecnologia dell’occupazione in tutto il mondo”, di Antony Loewenstein, ebreo australiano, che esce in inglese nel 2023 qualche mese prima degli attacchi del 7 ottobre. \r\n\r\nSi tratta di un libro divulgativo che possiamo inserire nel solco del giornalismo d’inchiesta di matrice liberale. Il focus del libro è dimostrare come Israele abbia fornito le sue tecnologie militari in sprezzo di qualunque considerazione sull’utilizzo che ne sarebbe stato fatto da regimi criminali o anche a stati democratici che hanno affrontato situazioni interne particolarmente difficili. Il nesso è chiaro: «L’alternativa è tra i diritti civili in qualche paese e il diritto di Israele a esistere (…) vorrei vedere uno qualsiasi di voi che, di fronte a questo dilemma, dica: “No, sosterremo i diritti umani in quest’altro paese”. Signori, non funziona così» (Eli Pinko, ex capo dell’Agenzia per il Controllo delle Esportazioni della Difesa di Israele).\r\n\r\nLa tesi più rilevante del libro è che la Palestina sia il vero laboratorio dentro il quale Israele ha costruito la sua supremazia globale in tema di oppressione, di sicurezza interna, di cybersicurezza, di controllo. Sulla pelle dei Palestinesi e sulle loro sofferenze è stata costruita un’immagine globale che viene venduta alle fiere specializzate del settore da una Paese che si è costruito in questo campo come una vera “Startup Nation” in salsa etnonazionalista senza che in realtà Israele sia in grado di mantenere questa promessa globale che anzi, si alimenta della sua stessa irrealizzabilità. Perché quello dell’insicurezza è un business senza fine. Al punto che non si capisce più se il rapporto coloniale con la Palestina sia la causa o l’effetto della mission economica diIsraele. E oggi, ça va sans dire, è naturalmente Gaza il più avanzato terreno di sperimentazione per l’applicazione dell’AI agli obiettivi militari, come testimoniato dalle brillanti inchieste di Yuval Abraham.\r\n\r\n----------------------------------\r\n\r\nNell'ultima parte di trasmissione abbiamo mandato in onda un'intervista realizzata con il sociologo franco-algerino Said Bouamama, militante di lungo corso nei movimenti dei quartieri popolari (banlieues), innescati dai figli delle grandi migrazioni dell'epoca della decolonizzazione. Fautore di una lettura peculiare della condizione migrante come strutturalmente intrecciata alla condizione lavorativa di cui rappresenterebbe la quota di forza-lavoro pensata e trattata dal Capitale come perennemente provvisoria e dunque regolabile al di sotto delle altre condizioni di classe. L'abbiamo intervistato sulle caratteristiche delle guerre in corso e sulle tendenze di medio periodo dello scontro imperialista/multipolarista in atto, con un focus sui limiti e le contraddizioni che travagliano la sinistra anti-capitalista sul tema guerra/imperialismo.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/la-fine-21.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nMichele Lancione, Università e Militarizzazione. Il duplice uso della Ricerca, Eris, 2023\r\n\r\nAntony Loewenstein, Laboratorio Palestina. Come Israele esporta la tecnologia dell’occupazione in tutto il mondo, Fazi, 2024\r\n\r\nL'inchiesta di Yuval Abraham: lavender-ai-israeli-army-gaz\r\n\r\nFrancesca Mannocchi - Yagil Levy: \"L'esercito israeliano è disintegrato. Conta solo l'ossessione di uccidere\" La Stampa 11/04/2024\r\n\r\nSaid Bouamama - La Gauche et la Guerre: Analyse d'une capitulation idéologique\r\n\r\nhttps://investigaction.net/author/said-bouamama/\r\n\r\nLE MONDE VU D'EN BAS\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ","12 Aprile 2024","2024-04-12 16:32:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1712868471732-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #21 - LABORATORIO PALESTINA",1712937076,[],[],{"post_content":1047},{"matched_tokens":1048,"snippet":1049,"value":1050},[71,72],"di lungo corso nei movimenti \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>quartieri\u003C/mark> popolari (banlieues), innescati dai figli","La puntata si apre con l’intervista a Michele Lancione, professore del Politecnico di Torino, autore del libro “Università e \u003Cmark>Militarizzazione\u003C/mark>. 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Infatti, oltre alla ventina di negozi già presenti, un nuovo Lild è già in cantiere.\r\nDa Fassino all’Appendino la solfa non cambia, in 7 anni sono stati aperti 28 supermercati e altri progetti sono al vaglio. Il Comune trae subito profitto dalla concessione di spazi per la costruzione di centri commerciali che considera opere di interesse pubblico. D’altronde nelle periferie abbandonate il mito dell’occupazione all’interno di queste catene può essere una speranza reale che però cela contratti precari, condizioni di lavoro infime e la chiusura di\r\n\r\n\r\n\r\npiccole botteghe o interi mercati rionali.\r\n\r\nLa grande distribuzione copre i ¾ delle vendite di cibo in Italia, manipolando il mercato e imponendo prezzi a ribasso su tutta la filiera, a scapito non solo dei produttori, ma anche di chi di fatto crea gli alimenti: terre e animali, il cui valore precipita. Naturalmente questa corsa al ribasso pone i poveri uni contro gli altri, alimentando la ferocia del mercato globale sulla pelle di contadini e agricoltori che spesso divengono schiavi sotto la frusta del caporalato.\r\n\r\nI processi di riqualificazione delle periferie attraverso l’apertura di discount e centri commerciali erodono gli spazi liberi e conviviali nei quartieri. Queste cattedrali del consumo sventagliate come luoghi di interesse pubblico sono aree totalmente controllate da privati in cui nessun’altra attività è consentita se non quella dell’acquisto di merci.\r\n\r\nI supermercati sono non-luoghi che eliminano gli spazi pubblici, ovvero luoghi standardizzati che rubano terreno a spazi di scambio, svago e confronto disinteressato. Nelle periferie che “non ce la fanno a tirare avanti” l’unica alternativa proposta dalle varie giunte comunali è l’apertura di questi mostri commerciali voltando le spalle alle reali necessità degli abitanti dei quartieri, che siano esse servizi pubblici o spazi liberi dove sperimentare e auto-gestirsi.\r\n\r\nPer scaricare l'opuscolo clicca qui:\r\nhttps://ederasquat.noblogs.org/files/2019/05/Linvasione-dei-supermercati.pdf\r\n\r\nper ascoltare la puntata clicca qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/supermercati.mp3\"][/audio]","9 Luglio 2019","2019-07-10 21:05:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/Invasione-236x500-200x110.jpg","La peste della grande distribuzione",1562676828,[],[],{"post_content":1070},{"matched_tokens":1071,"snippet":1072,"value":1073},[71,72],"alle reali necessità degli abitanti \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>quartieri\u003C/mark>, che siano esse servizi pubblici","Non tutti i progetti di riqualificazione sono uguali, dal centro alla periferia interessi e prospettive si diversificano, seppur questi processi in diversi tratti (lotta al degrado, \u003Cmark>militarizzazione\u003C/mark>) si somiglino.\r\n\r\nSembra che l’amministrazione comunale voglia scomporre la città in più hub diversificati: così San Salvario diviene il quartiere della movida, Porta Palazzo adibito alla foodification, mentre per Lucento la prospettiva è di diventare un enorme discount. 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