","Senza Ritorno e liberazione animale: fine settimana di mobilitazioni","post",1421063217,[49,50,51,52,53],"http://radioblackout.org/tag/campagna-senza-ritorno/","http://radioblackout.org/tag/gateway-to-hell/","http://radioblackout.org/tag/liberazione-animale/","http://radioblackout.org/tag/mobilitazione-antispecista/","http://radioblackout.org/tag/preisidi-contro-air-france-klm-e-dhl/",[19,15,17,21,23],{"post_content":56,"tags":61},{"matched_tokens":57,"snippet":59,"value":60},[58],"antispecista","sentito Mattia, attivista del collettivo \u003Cmark>antispecista\u003C/mark> La Lepre, che ha presentato","Da ormai oltre un anno la campagna contro il trasporto di animali ‘Senza Ritorno – Gateway to Hell’ va avanti con determinazione anche in Italia con proteste contro le due aziende che al momento sono maggiormente responsabili di questa tratta: Air France – KLM, l’ultima azienda aerea commerciale coinvolta nel trasporto verso i laboratori nonchè responsabile della deportazione di migranti privi di documenti, e DHL principale partner commerciale delll’azienda cargo Abx Air che sta di fatto mantenendo in piedi il rifornimento di animali dal sud est asiatico verso gli Stati Uniti.\r\n\r\nNel fine settimana che va dal 16 al 18 Gennaio la campagna Senza Ritorno lancia un appuntamento nazionale, con proteste già confermate nelle zone di Milano e Firenze.\r\n\r\nAbbiamo sentito Mattia, attivista del collettivo \u003Cmark>antispecista\u003C/mark> La Lepre, che ha presentato il programma della tre giorni di \u003Cmark>mobilitazione\u003C/mark>.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nmattia.lepre",[62,64,66,68,72],{"matched_tokens":63,"snippet":19},[],{"matched_tokens":65,"snippet":15},[],{"matched_tokens":67,"snippet":17},[],{"matched_tokens":69,"snippet":71},[70,58],"mobilitazione","\u003Cmark>mobilitazione\u003C/mark> \u003Cmark>antispecista\u003C/mark>",{"matched_tokens":73,"snippet":23},[],[75,81],{"field":24,"indices":76,"matched_tokens":78,"snippets":80},[77],3,[79],[70,58],[71],{"field":82,"matched_tokens":83,"snippet":59,"value":60},"post_content",[58],1157451471441625000,{"best_field_score":86,"best_field_weight":87,"fields_matched":88,"num_tokens_dropped":35,"score":89,"tokens_matched":88,"typo_prefix_score":35},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",6646,{"collection_name":46,"first_q":21,"per_page":92,"q":21},6,{"facet_counts":94,"found":88,"hits":104,"out_of":155,"page":14,"request_params":156,"search_cutoff":25,"search_time_ms":157},[95,101],{"counts":96,"field_name":99,"sampled":25,"stats":100},[97],{"count":14,"highlighted":98,"value":98},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":102,"field_name":24,"sampled":25,"stats":103},[],{"total_values":35},[105,133],{"document":106,"highlight":120,"highlights":125,"text_match":128,"text_match_info":129},{"comment_count":35,"id":107,"is_sticky":35,"permalink":108,"podcastfilter":109,"post_author":110,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":41,"post_id":107,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_title":115,"post_type":116,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":119},"63888","http://radioblackout.org/podcast/smontiamo-la-gabbia/",[98],"liberationfront","In vista del corteo di domenica 18 in solidarietà con gli/le orsi/e rinchiusi/e nel bunker di Casteller in Trentino, abbiamo sentito Marco dell'assemblea antispecista.\r\nLa storia del ripopolamento degli orsi in trentino inizia negli anni '90 col progetto Life Ursus con lo scopo di introdurre nuove specie al fine di attirare turisti nelle verdeggianti montagne trentine. Peccato che gli orsi non siano statue e si comportano da orsi: riproducendosi, mangiando, difendendosi, valicando confini di cui non ne immaginano neppure l'esistenza creando, con questi comportamenti, paura e sgomento tra cittadini e visitatori. Non un euro dei finanziamenti è stato investito per progetti di convivenza con questa specie, anzi politici di destra e sinistra hanno strumentalizzato la paura reagendo con uccisioni e imprigionamenti.\r\n\r\nPiù di tutti il leghista Fugatti, presidente della provincia di Trento, che ha fatto della caccia all'orso una vera e propria crociata. E se non sono gli orsi sono i lupi, o i cinghiali, o le marmotte o gli uccelli, insomma Fugatti ha nei cacciatori e negli allevatori il suo più grande bacino di voti e cerca di ingraziarseli strumentalizzando la paura, come dimostrano gli enormi (quasi 1 milione) finanziamenti della provincia alle associazioni venatorie che, assurdamente, gestiscono anche centri faunistici, il censimento gli animali selvatici, le cure e la detenzione, come nel caso del Casteller.\r\n\r\nIn questo bunker gli/le ors* rinchius* stanno lottando con tentativi di fughe, autolesionismo, scioperi della fame, tentativi di distruggere la struttura. Gli/le ors* cercano e rivendicano la propria libertà.\r\n\r\nRitrovo ore 11 stazione di Villazzano - Trento\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/orsi-liberi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIl volantino di lancio della manifestazione:\r\n\r\nFra il 1999 e il 2002 viene realizzato in provincia di Trento il Progetto Life Ursus finanziato dall’Unione Europea, con finalità di ripopolamento degli orsi bruni, all’epoca sostanzialmente estinti nell’arco alpino. Evidentemente, qualche ors* nei boschi fa bene al turismo e alle casse provinciali, deve aver pensato qualcuno. Ma bastano pochi anni e ci si rende conto che la presenza dell’orso Yoghi non è compatibile con un modello di turismo consumista e invasivo, nel contesto di un territorio in realtà ampiamente antropizzato.\r\n\r\nIl risultato 20 anni dopo: 34 ors* “indisciplinati* scompars*, uccis*, imprigionat*. Tra loro gli orsi (chiamati dalle autorità) M49 e M57 e l’orsa DJ3, attualmente detenut* nella struttura/prigione del Casteller, la cui gestione è - con macabra ironia - affidata all’Associazione dei Cacciatori Trentini. M49 evade clamorosamente, superando e forzando barriere e recinzioni apparentemente invalicabili, nella notte del 15 luglio 2019 (neanche un’ora dopo esser stato catturato a causa delle numerose denunce di danni da parte degli allevatori della zona) e fugge nuovamente il 27 luglio 2020, per poi venire nuovamente catturato poche settimane fa. Suoi compagni di prigionia DJ3 (figlia di Daniza, probabilmente l’orsa più tristemente nota nella mala gestione della provincia di Trento) reclusa da ben 9 anni (metà della sua vita) ed M57, riuscito a trascorrere solo due anni della sua vita in libertà prima di essere imprigionato (la vita media di un orso in natura è fra i 30 e i 35 anni). È notizia di questi giorni che le condizioni psico-fisiche dei tre plantigradi sono state definite “inaccettabili” persino dagli organi di controllo istituzionali che, come da copione, propongono per voce delle associazioni veterinarie la costituzione di “comitati etici” per ripulirsi la faccia con la solita favola del “benessere animale”.\r\n\r\nLa classe politica che ha governato il Trentino ha più volte dimostrato tutti i limiti e l’ipocrisia di un’impostazione antropocentrica rispetto alla convivenza con gli altri animali. Ovviamente le cose non sono né cambiate né migliorate dall’insediamento della nuova giunta leghista (sì, proprio loro: i machisti dei banchetti a base di carne d'orso).\r\n\r\nI milioni di euro che per il Progetto Life Ursus la Provincia ha ricevuto dall’Europa andavano spesi molto diversamente: progetti di educazione nelle scuole, formazione mirata agli operatori turistici, sensibilizzazione e informazione a tappeto a residenti e turisti, nell’ottica di una convivenza pacifica e rispettosa. E invece? E invece questa specie è stata presa, piazzata sul territorio, tolta dal territorio, uccisa, imprigionata, mostrata, nascosta, a seconda delle esigenze del potere.\r\n\r\nMa in conseguenza di quali colpe è stato deciso che la coercizione fisica di questi animali fosse necessaria? Il fatto è che gli animali selvatici hanno la pessima abitudine di comportarsi da tali. Non sono peluche, non sono gli animali depressi e tristi che vediamo negli zoo, resi inoffensivi dalla rassegnazione e dalle sbarre. Sono ors* che, come tutti gli individui, vogliono “solo” vivere liber*, scegliere cosa mangiare, dove andare, cosa esplorare, come giocare, oziare, odorare; e che, come chiunque altr*, se si sentono infastidit* o minacciat* reagiscono e si difendono. Ors* che fanno gli ors*, insomma.\r\n\r\nCome gli esseri umani da sempre hanno resistito alle oppressioni e alle discriminazioni, anche tutti gli animali non umani mal sopportano prigionia e sfruttamento, aggrediscono per difendersi e provano a fuggire, talvolta con successo. È ora di aprire gli occhi, di comprendere che gli animali non umani sono l’avanguardia del movimento di liberazione animale. È ora di smettere di pensare che gli altri animali siano creature senza voce, per le quali è necessario usare la nostra. La voce è espressione di potere e descrivere gli animali come privi di essa toglie potere alle loro esperienze di ribellione. Oltre la narrazione tossica dell’animalismo “classico”, che vede gli altri animali come inermi che solo degli umani illuminati possono adoperarsi a salvare, esiste una consistente storia di ribelli e di ribellione ancora tutta da raccontare, di fronte alla quale il posizionamento degli individui umani non può che considerarsi come mera solidarietà. Riconosciamo la capacità degli animali di sottrarsi allo sfruttamento umano come una forza socialmente non trascurabile, una forza in grado di muovere le energie di associazioni, singole persone, gruppi locali verso una solidarietà che può essere definita senza dubbio politica. Una solidarietà attiva che si esprime nella consapevolezza di condurre lotte comuni tra sfruttati, indipendentemente dalla specie di appartenenza. Aprendoci alla possibilità di adozione di un inedito sguardo decoloniale, scegliamo di dismettere il nostro privilegio di specie per metterlo al servizio della resistenza animale.\r\n\r\nNell’operato della Giunta Fugatti in questo particolare frangente, riconosciamo con evidenza le stesse politiche repressive nei confronti di tutti quei corpi indecorosi ed eccedenti, che varcano confini ed esprimono volontà di autodeterminazione, che mille volte abbiamo visto all’opera nei più disparati contesti di resistenza. Da sempre solidali con la lotta di chi viola i confini per riprendersi la libertà, ci schieriamo senza esitazioni dalla parte degli/le ors* ribelli.\r\n\r\nNella persecuzione contro di loro nella nostra piccola, periferica provincia non possiamo non individuare la comune matrice della più grande e cieca persecuzione ai danni di tutte le forme di vita terrestri che sta determinando a livello planetario la catastrofe climatica ormai alle porte.\r\n\r\nPer questa ragione, nella decisione di schierarci al fianco di questi corpi resistenti, facciamo appello per allargare la mobilitazione a tutte le soggettività ed i collettivi impegnati nelle lotte ecotransfemministe, antirazziste, antifasciste e per la giustizia climatica, a tutt* coloro che credono che la mobilitazione contro la guerra totale al vivente attualmente in corso da parte del sistema capitalista vada fermata non tanto - per dirla con un’altra narrazione tossica - per “salvare il pianeta”, ma per provare a garantire alla nostra specie e a tutte le altre (animali e vegetali) la possibilità di continuare ad abitare la Terra. Crediamo fermamente che solo l’intersezione di tutte queste lotte possa ambire a scardinare il paradigma del capitalismo antropocentrico che ci ha già condotti dentro la sesta estinzione di massa. Un sistema rapace che attraverso un meccanismo distopico e perfetto distrugge e strappa territori ad animali ed umani, capitalizzando ogni respiro. E che avvelena anche il linguaggio ed il pensiero, relegando nella dimensione dell’irrilevanza e del silenzio, minorizzandole, tutte quelle identità che si discostano dal paradigma proprietario dell’antropocentrismo colonialista maschio e bianco. Noi non ci stiamo, e ci batteremo perché i prossimi mesi ed anni vedano l’attraversamento delle piazze da parte di una nuova ondata di ribellione globale generalizzata. Iniziamo da qui. 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Per circa 3 mesi diversi compagni antispecisti provenienti dalla Spagna e non solo, hanno occupato una piazza antistante ai cancelli del macello per lottare contro l'apertura del Megamatadero, scontrandosi però con l'avversità di una regione in cui macelli e campi di mais (per l'alimentazione animale) sono praticamente le uniche attività economiche. I compagni hanno resistito facendo informazione e distribuendo cibo vegan per tentare di sensibilizzare e proporre un alternativa in una zona particolarmente ostile a una visione antispecista, ma anche bloccando i camion che trasportavano i maiali. Dopo circa 3 mesi la polizia ha sgomberato l'acampada, ma non per questo si sono interrotte le mobilitazioni contro il macello che hanno trovato appoggio e solidarietà da ogni parte d'Europa. La prossima mobilitazione è prevista il 25 gennaio (https://www.facebook.com/StopMacromataderodeBinefar/)\r\nLa Spagna tenta di aggiudicarsi un ruolo di primo piano nel settore agro-alimentare europeo incentivando l'apertura di macelli e convertendo le coltivazioni in piantagioni estensive volte al nutrimento degli allevamenti, così come a Binefar anche a Zafra è in costruzione un altro mega-macello.\r\nNe parliamo con Beatrice:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/macello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTelethon, il programma per la raccolta fondi per la ricerca, dietro il volto caritatevole e filantropo, ha le mani macchiate di sangue degli animali su cui sperimenta nei propri laboratori le nuove tecnologie nel campo medico. Ma spesso, dietro la ricerca volta a sconfiggere malattie rarissime (con soluzioni costosissime) si elabora la costruzione dell'umano del domani, strettamente correlato alla ricerca scientifica e all'uso delle nuove pratiche di modificazione genetica come l'editing genetico sull'RNA, pratica già largamente usata in agricoltura e che non ha trovato l'opposizione decisa che vent'anni fa fronteggiò l'ascesa degli OGM, seppur si tratta comunque di modifiche del DNA allo stato embrionale.\r\nQueste nuove tecnologie sembrano lontane dall'avvenire eppure il futuro è già qui: non si contano i tentativi di clonazione, lo sviluppo dell'ingegneria genetica o le pratiche di fecondazione assistita.\r\nDietro queste pratiche, sventolate come \"ricerca filantropica\" e \"lotta alle malattie rare\", si cela il pericolo del controllo biopolitico delle masse. La creazione dell'umano in provetta è stato un mito dei regimi totalitari che non ha mai smesso di affascinare i potenti della terra e che oggi, grazie alle nuove tecnologie di controllo e inquadramento, sembra più che mai possibile.\r\nQui un estratto dal Bollettino Antispecista Quaglia (https://quaglia.noblogs.org/files/2020/01/QUAGLIA-5_web.pdf)\r\nPer ascoltare l'audio:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/teleton.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","21 Gennaio 2020","2020-01-21 19:27:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/one-fight-782x510-1-200x110.jpg","inferno animale: macelli e laboratori",1579634872,[],[],{"post_content":147},{"matched_tokens":148,"snippet":149,"value":150},[58],"particolarmente ostile a una visione \u003Cmark>antispecista\u003C/mark>, ma anche bloccando i camion","a Binefar (Huesca) è in fase di ristrutturazione il più grande macello per suini d'Europa, il Litera meat dell'azienda italiana Pini Group, una fabbrica di morte capace di uccidere 30000 maiali al giorno, circa 7/8 milioni l'anno: un vero e proprio olocausto. 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La prossima \u003Cmark>mobilitazione\u003C/mark> è prevista il 25 gennaio (https://www.facebook.com/StopMacromataderodeBinefar/)\r\nLa Spagna tenta di aggiudicarsi un ruolo di primo piano nel settore agro-alimentare europeo incentivando l'apertura di macelli e convertendo le coltivazioni in piantagioni estensive volte al nutrimento degli allevamenti, così come a Binefar anche a Zafra è in costruzione un altro mega-macello.\r\nNe parliamo con Beatrice:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/macello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTelethon, il programma per la raccolta fondi per la ricerca, dietro il volto caritatevole e filantropo, ha le mani macchiate di sangue degli animali su cui sperimenta nei propri laboratori le nuove tecnologie nel campo medico. Ma spesso, dietro la ricerca volta a sconfiggere malattie rarissime (con soluzioni costosissime) si elabora la costruzione dell'umano del domani, strettamente correlato alla ricerca scientifica e all'uso delle nuove pratiche di modificazione genetica come l'editing genetico sull'RNA, pratica già largamente usata in agricoltura e che non ha trovato l'opposizione decisa che vent'anni fa fronteggiò l'ascesa degli OGM, seppur si tratta comunque di modifiche del DNA allo stato embrionale.\r\nQueste nuove tecnologie sembrano lontane dall'avvenire eppure il futuro è già qui: non si contano i tentativi di clonazione, lo sviluppo dell'ingegneria genetica o le pratiche di fecondazione assistita.\r\nDietro queste pratiche, sventolate come \"ricerca filantropica\" e \"lotta alle malattie rare\", si cela il pericolo del controllo biopolitico delle masse. La creazione dell'umano in provetta è stato un mito dei regimi totalitari che non ha mai smesso di affascinare i potenti della terra e che oggi, grazie alle nuove tecnologie di controllo e inquadramento, sembra più che mai possibile.\r\nQui un estratto dal Bollettino \u003Cmark>Antispecista\u003C/mark> Quaglia (https://quaglia.noblogs.org/files/2020/01/QUAGLIA-5_web.pdf)\r\nPer ascoltare l'audio:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/teleton.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[152],{"field":82,"matched_tokens":153,"snippet":149,"value":150},[58],{"best_field_score":130,"best_field_weight":131,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":35,"score":132,"tokens_matched":88,"typo_prefix_score":35},6637,{"collection_name":116,"first_q":21,"per_page":92,"q":21},4,["Reactive",159],{},["Set"],["ShallowReactive",162],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f2RVWMUPZte0BIbojcjWcf1x4SVwmPNOEc-OwqmkvYEI":-1},true,"/search?query=mobilitazione+antispecista"]