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Quando nel 2009 emerse che i conti amministrativi dello Stato erano stati falsificati, con un rapporto deficit/PIL che superava di gran lunga quello dichiarato, nonostante questo fosse ben noto da sempre e funzionale all'ingresso nell'Euro, la Commissione Europea in combutta con il Fondo Monetario Internazionale e la BCE imposero un programma di salvataggio. In cambio di lauti prestiti per non far fallire lo Stato, il piano prevedeva una riduzione massiccia della spesa pubblica, un eufemismo che nascondeva un ricatto. L'obbligo a severe misure di austerità economica hanno reso in Europa il popolo greco il più ricattabile dal punto di vista lavorativo, il peggio rettribuito, senza più l'ombra di alcun servizio sociale. 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Incapaci di accettare il dato di fatto di una impossibile vittoria ucraina, come sottolineato dai maggiori analisti sistemici ed espressamente filo-occidentali, alzano la posta in gioco e stanziano nuovi generosi fondi per armare una nazione prostrata e semi-distrutta. Macron ha anche provato ad ipotizzare un ingaggio diretto boots on the ground, sconfessato, per ora, dagli altri alleati \"democratici\"; la palla viene però ripresa e rilanciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nei termini consueti del rifinanziamento a scopi militari. Così l'Europa, unico attore politico-economico destinato ad accollarsi i corsi di una enorme ricostruzione (quando avverrà) del paese sconfitto, stanzia un nuovo pacchetto di aiuti finalizzati \"alla riconquista di tutti i territori occupati\", con dotazione di caccia e missili a lunga gittata. Tanto per non farci mancare niente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso weekend è volata a Kiev per sottoscrivere un accordo di \"cooperazione e sicurezza\" della durata di 10 anni e denso di conseguenze per quanto riguarda l'ingaggio italiano. Da parte sua Putin non le manda a dire e ricorda agli incauti europei che anche loro hanno \"l'arma\" e non esiteranno ad utilizzarla se necessario. L'orologio del Doomsday ticchetta un'altra manciata di secondi verso Mezzanotte.\r\n\r\nAbbiamo commentato questi preoccupanti passaggi verso un rilancio della guerra con Antonio Mazzeo, anti-militarista ed ecologista, autore di La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell'istruzione in Italia.\r\n\r\nAbbiamo quindi raggiunto Sabato Angieri, inviata del Manifesto sul fronte ucraino, per avere aggiornamenti sul campo e commentare le crepe che incrinano la tenuta interna ucraina.\r\n\r\n***\r\n\r\nSul fronte mediorientale la carneficina israeliana contro la popolazione di Gaza continua senza sosta con una strage di civili affamati falcidiati dai fucili di Tsahal. Mentre alcuni storici sostenitori dell'opzione \"Due popoli, due stati\" continuano a proporla come unica soluzione possibile, pur spiegando l'impossibile sua realizzazione, altri commentatori denunciano trattative in atto tra israeliani ed egiziani per trasferire centinaia di migliaia di palestinesi nel Sinai in cambio di un sostanzioso pacchetto di aiuti di 10 miliardi di $ con la complicità attiva di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. 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Utopie e autoritarismi nel decennio 1968-1977”\r\n\r\nDa Kinshasa a Bombay, dal Cairo a Città del Messico le megalopoli del sud del mondo sono cresciute moltiplicando le baraccopoli, che ospitano una popolazione di persone, che, nella logica del profitto capitalista, sono solo vuoti a perdere. Gli incubi sociali dell’Inghilterra vittoriana descritti da Charles Dickens, si ripresentano, moltiplicati all’infinito in Africa, in Asia, in Sud America e non solo, perché i ghetti urbani assediano silenti e occasionalmente rabbiosi, le periferie di tanta parte dell’Europa e degli Stati Uniti. Qui da noi è roba nuova. Ad altre latitudini tutto comincia con i piani di aggiustamento strutturale imposti dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale ad ogni latitudine. 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La fotografia di un mondo dove la violenza di stato si incide a ferro e fuoco sui corpi e le coscienze dei soldati destinati a bruciare villaggi, torturare e stuprare.\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nGiovedì 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, info antifascista e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nSabato 27 aprile\r\nSalta il Tornello! Giornata di informazione e lotta per trasporti gratuiti per tutti\r\nOre 11 al Balon, poi in piazza della Repubblica\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro sale, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\n1 maggio. 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Gli incubi sociali dell’Inghilterra vittoriana descritti da Charles Dickens, si ripresentano, moltiplicati all’infinito in Africa, in Asia, in Sud America e non solo, perché i ghetti urbani assediano silenti e occasionalmente rabbiosi, le periferie di tanta parte dell’Europa e degli Stati Uniti. Qui da noi è roba nuova. Ad altre latitudini tutto comincia con i piani di aggiustamento strutturale imposti dal Fondo \u003Cmark>Monetario\u003C/mark> Internazionale e dalla Banca Mondiale ad ogni latitudine. Un massacro sociale, che ci riporta agli albori del capitalismo, anche se in versione turbo.\r\nNe parliamo con Francesco, per capire meglio le dinamiche economiche che hanno segnato il pianeta negli ultimi 30 anni.\r\n\r\nTutti amano la polizia?\r\nControllo, periferie, gentrification\r\n\r\nMercato Centrale. Il cibo e i poveri a Porta Palazzo\r\n\r\nSalta il tornello. 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Il biglietto di tram, bus e metro sale, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\n1 maggio. Spezzone anarchico al corteo\r\nOre 9 piazza Vittorio Veneto\r\nOre 13 pranzo per la liberazione dai padroni – benefit lotte sociali – alla FAT, in corso Palermo 46\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[217],{"field":165,"matched_tokens":218,"snippet":214,"value":215},[160],{"best_field_score":169,"best_field_weight":170,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":39,"score":171,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":106},{"document":221,"highlight":240,"highlights":245,"text_match":167,"text_match_info":248},{"comment_count":39,"id":222,"is_sticky":39,"permalink":223,"podcastfilter":224,"post_author":177,"post_content":225,"post_date":226,"post_excerpt":45,"post_id":222,"post_modified":227,"post_thumbnail":228,"post_title":229,"post_type":153,"sort_by_date":230,"tag_links":231,"tags":236},"38551","http://radioblackout.org/podcast/aggiornamenti-dalla-crisi-economica-egiziana/",[],"A quasi 6 anni dalla rivoluzione che nel gennaio 2011 spodestò il presidente Mubarak, l'Egitto vede nelle ultime settimane un'accelerazione della crisi economica che da anni affligge il paese. Le misure di austerità, i tagli ai sussidi pubblici per l'acquisto dei beni di prima necessità (zucchero, farina, olio, benzina...) e la svalutazione della moneta legata alla concessione di un nuovo prestito da 12 miliardi di dollari da parte del Fondo Monetario Internazionale, aprono una spirale di rapido peggioramento delle condizioni di vita e sussistenza delle classi più povere del paese. L'esercito egiziano, attore di primo piano nell'economia nazionale, e le forze di sicurezza del presidente al-Sisi proseguono nella repressione delle manifestazioni di dissenso e dei tentativi di lotta delle organizzazioni dei lavoratori, attraverso arresti mirati, sparizioni forzate ed un controllo sempre più capillare del territorio.\r\n\r\n\r\nInquadriamo la situazione attuale del paese in una prospettiva storica con il professor Gennaro Gervasio dell'Università Roma3:\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/Egitto-Gervasio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nUn compagno in diretta da il Cairo ci restituisce invece il clima che si respira in questi giorni nella capitale, fra appelli alla mobilitazione, malcontento generale e timori della popolazione:\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/Egitto-Cairo.mp3\"][/audio]","8 Novembre 2016","2018-10-17 22:08:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/EgyptSugar.3Nov2016.AFP_-200x110.jpg","Aggiornamenti dalla crisi economica egiziana",1478645259,[232,233,234,235],"http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/economia/","http://radioblackout.org/tag/egitto/","http://radioblackout.org/tag/primavera-araba/",[237,238,239,135],"crisi","economia","Egitto",{"post_content":241},{"matched_tokens":242,"snippet":243,"value":244},[160],"dollari da parte del Fondo \u003Cmark>Monetario\u003C/mark> Internazionale, aprono una spirale di","A quasi 6 anni dalla rivoluzione che nel gennaio 2011 spodestò il presidente Mubarak, l'Egitto vede nelle ultime settimane un'accelerazione della crisi economica che da anni affligge il paese. 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E poi è l'anno della \"ripresina\" economica, dell'ingresso dell'Italia nello SME (Sistema Monetario Europeo), del governo Andreotti (settimo e ottavo), e della lotta armata.\r\nEd è l'anno di Grease.\r\n27 nov 2015 1\r\n\r\n27 novembre3 2015 2","30 Novembre 2015","2018-10-17 22:09:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/grease-192x110.jpeg","I podcast di 1959: la puntata del 27 novembre 2015",1448914494,[262,263,264,265],"http://radioblackout.org/tag/1959/","http://radioblackout.org/tag/1978/","http://radioblackout.org/tag/cronologia/","http://radioblackout.org/tag/radio-blackout/",[121,119,127,267],"Radio Blackout",{"post_content":269},{"matched_tokens":270,"snippet":271,"value":272},[160],"dell'ingresso dell'Italia nello SME (Sistema \u003Cmark>Monetario\u003C/mark> Europeo), del governo Andreotti (settimo"," \r\nInizia il 1978: in Italia è l'anno del rapimento Moro, dello scandalo Lockheed e delle conseguenti dimissioni del Presidente, dell'elezione di Pertini; ed è anche l'anno in cui nell'arco di pochi mesi salgono al soglio pontificio tre Papi. 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Allo scontro interno alla classe dirigente ucraina infatti si sovrappone la contesa tra le potenze imperialiste.\r\nPer capirlo non c'è bisogno di ascoltare i deliri e le minacce del potente di turno, che sia Tusk, Putin o Poroshenko.\r\nCon la strage del 2 maggio scorso nella Casa dei Sindacati di Odessa, la situazione in Ucraina è precipitata in una vera e propria guerra. Una guerra che non è altro che la tragica prosecuzione dello scontro tra Russia, Unione Europea e USA in atto da quasi un ventennio in quella regione.\r\nL'Ucraina ha avuto negli ultimi anni un ruolo chiave nelle relazioni tra Russia e Unione Europea, importanti relazioni economiche dalle quali ovviamente ciascuna delle due parti ha sempre tentato di trarre il massimo profitto; relazioni che hanno attraversato numerose crisi, anche molto gravi, spesso segnate dall'intervento del Fondo Monetario Internazionale, della NATO o da quello diretto degli USA.\r\nUno scontro tra imperialismi diretto ed evidente, in cui sono in ballo grossi interessi.\r\nGli interessi per gli importanti gasdotti ucraini che permettono alla Russia di rifornire l'Europa; gli interessi strategici per il controllo del Mar Nero e della nuova frontiera che si verrebbe a creare in Ucraina tra Russia e Unione Europea; gli interessi delle aziende straniere che operano in quel paese, tra cui molte italiane; l'importanza delle regioni industrializzate dell'est ucraino, che negli scorsi anni avevano conosciuto una forte crescita produttiva, e che pesano molto sia sul mercato estero delle esportazioni che su quello interno ucraino; gli interessi coloniali e di influenza della Nato del FMI e della Russia.\r\nCi troviamo di fronte all'ennesima guerra tra forze imperialiste. 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Si ha l’impressione che, una volta consolidate le rispettive aree di influenza e posta sotto maggiore controllo politico, finanziario e militare l'Ucraina, sia interesse di tutti che le relazioni economiche ripartano il prima possibile.\r\nAncora una volta i lavoratori, come la grande maggioranza della popolazione di queste regioni, non hanno niente da guadagnare dalla guerra, ma ne subiscono solo le drammatiche conseguenze, sul piano umanitario come nelle condizioni di vita e di lavoro.\r\nParadossalmente di fronte ad uno scenario tanto chiaro di contesa e spartizione tra le potenze imperialiste, sono fortissime le connotazioni ideologiche tra gli schieramenti armati che si affrontano, costituendo un vero e proprio elemento della propaganda di guerra. In questi schieramenti cui giocano un importante ruolo milizie, mercenari, “volontari” stranieri, e formazioni armate legate direttamente a partiti politici. Queste, facendo leva sulle differenze linguistiche, culturali e religiose della regione, dividono la popolazione alimentando le vecchie forme di nazionalismo ed introducendone di nuove. La rappresentazione ideale del conflitto e delle parti che si affrontano fa sì che lo scontro imperialista si presenti attraverso le lenti della propaganda come un caleidoscopio di forze. A combattere dalla parte delle repubbliche dell'est ucraino troviamo eurasiatisti sostenitori della politica di Putin, ultraortodossi russi, cetnici serbi, nazisti polacchi, rossobruni di mezza Europa, ceceni, nazisti russi, gruppi della “sinistra” nazionalista e autoritaria. Tra le fila delle milizie che sostengono il governo di Kiev troviamo formazioni naziste e ultranazionaliste ucraine, terzoposizionisti, cosacchi, nazisti polacchi, autonomi nazionalisti, “liberali” europeisti. I caratteri di identità nazionale, culturale e religiosa sono da parte russa come da parte ucraina uno strumento della propaganda di guerra.\r\nQuesta fortissima ideologizzazione, ma soprattutto i forti interessi in gioco, che fanno girare soldi e armi, hanno portato ad una internazionalizzazione delle milizie. Per cui sono moltissimi e da tutta Europa i piccoli movimenti politici e i gruppuscoli, soprattutto della destra estrema, a inviare delegazioni e volontari combattenti in Ucraina. Anche dall'Italia andati a combattere noti fascisti, schierati soprattutto con le milizie più crudeli legate al governo di Kiev, mentre alcuni combattono anche per le regioni “separatiste” dell'est. Sul piano dell'appoggio politico vediamo come le formazioni neofasciste italiane siano divise, alcune propendono per un appoggio al governo di Kiev, altre invece, tra cui anche i gruppuscoli nazisti ed eurasiatisti rossobruni, propendono per un appoggio ai cosiddetti “filorussi” e alla politica di potenza di Putin. Ma c'è anche qualcuno che “da sinistra” ha deciso di sostenere una delle due parti in questa guerra imperialista, probabilmente attirati dal presunto carattere “antifascista” dell'autoproclamato Stato Federale della Nuova Russia; visto anche l'uso, nella propaganda di quello schieramento, di una simbologia che rimanda alla Grande Guerra Patriottica condotta dall'Unione Sovietica contro l'invasione nazista. Peccato che a fianco di tale simbologia “sovietica” si trovino presenti, spesso in modo prevalente, i simboli della chiesa ortodossa russa e soprattutto dello zarismo imperiale, tra cui la bandiera dei Romanov, nera bianca ed oro, adottata come bandiera ufficiale dallo Stato Federale di Nuova Russia il 13 agosto scorso.\r\nIl governo di Kiev rappresenta certamente la principale minaccia per i lavoratori e le popolazioni dell'Ucraina. Un governo che fa largo uso dei paramilitari nazisti, premiandone i capi conferendo loro importanti incarichi. Un governo che chiama “operazione antiterrorismo” il bombardamento delle città del suo stesso territorio, la strage e la deportazione di civili. 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Come ci hanno dimostrato la crisi di Crimea e gli accordi degli ultimi giorni, a Mosca basta che siano consolidate le sue postazioni strategiche, basta che siano acquisite sicure posizioni di influenza politica ed economica nel nuovo scenario.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Dario Antonelli.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 09 19 dario ucraina","26 Settembre 2014","2018-10-17 22:59:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/09/gas-ucraina-200x110.jpg","Ucraina. Il grande gioco tra gas, fascisti e preti",1411755138,[],[],{"post_content":291},{"matched_tokens":292,"snippet":293,"value":294},[160],"spesso segnate dall'intervento del Fondo \u003Cmark>Monetario\u003C/mark> Internazionale, della NATO o da","Quella che si sta combattendo in Ucraina non è solo una guerra civile, le forze coinvolte più o meno formalmente e gli interessi in ballo nel conflitto ci mostrano che la partita si gioca su un piano molto più complesso. 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