","Olimpiadi Milano-Cortina 2026, Giochi Pericolosi","post",1668641344,[63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/milano-cortina-2026/","http://radioblackout.org/tag/montagna/","http://radioblackout.org/tag/olimpiadi/",[67,68,69],"milano cortina 2026","montagna","olimpiadi",{"post_content":71,"tags":75},{"matched_tokens":72,"snippet":73,"value":74},[68],"di interesse pubblico\", l'approccio alla \u003Cmark>montagna\u003C/mark> come terreno di conquista ed","A partire dalla presentazione di una giornata di analisi e controinformazione che si terrà all'Università Statale di Milano sabato 19 novembre, abbiamo toccato i vari punti critici delle Olimpiadi Invernali 2026 e della devastazione ambientale e urbana che la loro preparazione comporta: innanzitutto i grandi eventi in sé come elemento di governance della città, la liberalizzazione edilizia e il Decreto Olimpiadi che usano la deroga come strumento principale nel rilascio dei permessi a costruire per opere \"di interesse pubblico\", l'approccio alla \u003Cmark>montagna\u003C/mark> come terreno di conquista ed estrattivismo, la costruzione di infrastrutture che poi non hanno prospettive di riutilizzo dopo la fine della manifestazione (come insegnano Torino 2006 e l'Expo di Milano 2015, per citare due esempi vicini), l'impatto ambientale devastante dell'innevamento artificiale e della costruzione di strutture ricettive, e molto altro ancora. Ne abbiamo parlato con Luca del laboratorio politico OffTopic.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/olimpiadi.mp3\"][/audio]",[76,78,81],{"matched_tokens":77,"snippet":67},[],{"matched_tokens":79,"snippet":80},[68],"\u003Cmark>montagna\u003C/mark>",{"matched_tokens":82,"snippet":69},[],[84,90],{"field":37,"indices":85,"matched_tokens":87,"snippets":89},[86],1,[88],[68],[80],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":73,"value":74},"post_content",[68],578730123365712000,{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":49,"score":98,"tokens_matched":86,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",{"document":100,"highlight":118,"highlights":129,"text_match":93,"text_match_info":138},{"cat_link":101,"category":102,"comment_count":49,"id":103,"is_sticky":49,"permalink":104,"post_author":52,"post_content":105,"post_date":106,"post_excerpt":55,"post_id":103,"post_modified":107,"post_thumbnail":108,"post_thumbnail_html":109,"post_title":110,"post_type":60,"sort_by_date":111,"tag_links":112,"tags":115},[46],[48],"64833","http://radioblackout.org/2020/11/considerazioni-sulla-montagna-e-la-sua-urbanizzazione/","Il dibattito degli ultimi giorni sul dpcm \"di Natale\" e la chiusura degli impianti sciistici ci ha suscitato una serie di riflessioni: qual è stato l'impatto delle misure restrittive anti-Covid sulle comunità montane? In che modo questi territori sono guardati e narrati nel dibattito sul turismo e sull'economia che da esso deriva? Quale è e sarà l'impatto delle olimpiadi invernali 2026 (Milano-Cortina) sulle alpi centro-orientali? Di questo e molto altro abbiamo parlato con un compagno dell'Associazione Proletari Escursionisti-Milano.\r\n\r\nAscolta assolutamente la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/MONTAAAGNA.mp3\"][/audio]","25 Novembre 2020","2020-11-25 15:14:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"178\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni-300x178.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni-300x178.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni-1024x607.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni-768x455.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/neve-cannoni.jpg 1214w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Considerazioni sulla montagna e la sua urbanizzazione",1606317272,[64,113,114],"http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/","http://radioblackout.org/tag/turismo/",[68,116,117],"sfruttamento","turismo",{"post_title":119,"tags":122},{"matched_tokens":120,"snippet":121,"value":121},[68],"Considerazioni sulla \u003Cmark>montagna\u003C/mark> e la sua urbanizzazione",[123,125,127],{"matched_tokens":124,"snippet":80},[68],{"matched_tokens":126,"snippet":116},[],{"matched_tokens":128,"snippet":117},[],[130,135],{"field":37,"indices":131,"matched_tokens":132,"snippets":134},[49],[133],[68],[80],{"field":136,"matched_tokens":137,"snippet":121,"value":121},"post_title",[68],{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":49,"score":98,"tokens_matched":86,"typo_prefix_score":49},{"document":140,"highlight":158,"highlights":174,"text_match":184,"text_match_info":185},{"cat_link":141,"category":142,"comment_count":49,"id":143,"is_sticky":49,"permalink":144,"post_author":52,"post_content":145,"post_date":146,"post_excerpt":55,"post_id":143,"post_modified":147,"post_thumbnail":148,"post_thumbnail_html":149,"post_title":150,"post_type":60,"sort_by_date":151,"tag_links":152,"tags":156},[46],[48],"28010","http://radioblackout.org/2015/02/tav-il-governo-si-nasconde-dentro-la-montagna/","L’ultima mossa del governo è un evidente segno di debolezza. In questi mesi è entrata in ballo una variante al progetto del tunnel di base, il super tunnel di 57 chilometri nel massiccio dell’Ambin, il nodo strutturale della Torino Lyon, ormai ridotta al solo tunnel e alla stazione di Susa, perché il resto viaggerebbe sulla linea “storica”.\r\nL’uovo di Colombo sarebbe la decisione di rimandare di un decennio i cantieri a Susa, facendo partire i lavori per il tunnel di base dalla conclusione del tunnel geognostico di Chiomonte. Il governo intenderebbe cominciare il tunnel dentro la montagna, costruendo una sorta di mega caverna dove verrebbe montata la nuova talpa.\r\nUna soluzione “tecnica” ad una questione che è squisitamente politica. Il timore di blocchi e proteste che rendano ingovernabile la bassa valle è all’origine di questa trovata che farà inevitabilmente lievitare i costi dell’opera. Poco importa che in tutta questa partita nessuna delle regole del gioco sia stata rispettata: ancora oggi non c’è un progetto definitivo per il tunnel, né un calcolo dei costi per chiedere il finanziamento del 40% dell’opera all’Unione Europea.\r\nUn groviglio normativo nel quale le istituzioni non hanno timore di impigliarsi, mentre hanno ancora paura del movimento No Tav.\r\nIn questo clima il movimento No Tav si prepara a scendere in piazza il 21 febbraio per un corteo che ribadirà con forza le ragioni dell'opposizione all'opera e la solidarietà a chi è finito nel mirino della repressione per la lotta contro un progetto inutile, devastante, costosissimo.\r\nNe abbiamo parlato con Alberto Perino.\r\nAscolta la diretta:\r\n2015_02_18_perino_buco_montagna","18 Febbraio 2015","2015-02-24 13:19:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/21-febbraio-no-tav-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"134\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/21-febbraio-no-tav-300x134.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/21-febbraio-no-tav-300x134.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/21-febbraio-no-tav-768x342.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/21-febbraio-no-tav-100x44.jpg 100w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/21-febbraio-no-tav.jpg 823w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Tav. Il governo si nasconde dentro la montagna",1424286094,[153,154,155],"http://radioblackout.org/tag/buco-nella-montagna/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/tav/",[157,17,26],"buco nella montagna",{"post_content":159,"post_title":163,"tags":166},{"matched_tokens":160,"snippet":161,"value":162},[68],"cominciare il tunnel dentro la \u003Cmark>montagna\u003C/mark>, costruendo una sorta di mega","L’ultima mossa del governo è un evidente segno di debolezza. In questi mesi è entrata in ballo una variante al progetto del tunnel di base, il super tunnel di 57 chilometri nel massiccio dell’Ambin, il nodo strutturale della Torino Lyon, ormai ridotta al solo tunnel e alla stazione di Susa, perché il resto viaggerebbe sulla linea “storica”.\r\nL’uovo di Colombo sarebbe la decisione di rimandare di un decennio i cantieri a Susa, facendo partire i lavori per il tunnel di base dalla conclusione del tunnel geognostico di Chiomonte. 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Quello di Villore è un progetto apri-pista, infatti, come se non bastasse, dopo il respingimento di tutti i ricorsi che sono stati portati avanti contro la sua realizzazione, sono state richieste molte altre autorizzazioni per nuovi “parchi” eolici in tutta la regione. L’opera è mastodontica. E infatti, nonostante i lavori procedano spediti, l'azienda sta realizzando la strada per raggiungere il crinale, che deve essere abbastanza larga per consentire il passaggio dei trasporti eccezionali che dovranno trascinare le enormi pale a mille metri di altezza, su un terreno frastagliato e impervio. Questi progetti prevedono altri lavori, che sono altrettanto invasivi: non solo Vicchio e Dicomano sono interessati da questi lavori, ma tantissime altre strutture e infrastrutture devono essere costruite: strade con una pendenza estrema, un centro di betonaggio (dove viene preparato il cemento) che serve per i basamenti per le pale eoliche, che saranno costruiti anche quelli nella foresta, perché non si possono costruire altrove e trasportarli in loco. Queste costruzioni richiedono moltissima acqua: ci sono diversi corsi d'acqua che scorrono sul crinale, che da un lato consentono l'autonomia idrica delle persone che lì abitano, dall'altro, danno la possibilità a altre forme di vita di sopravvivere. Queste saranno tutte intubate, provocando un cambiamento a livello del terreno, oltre alla privazione di accesso alla fonte. Meno di due mesi fa nel Mugello ci sono state alluvioni, moltissime esondazioni, frane e, non a caso, le conseguenze peggiori di questi giorni di pioggia sono state nei comuni interessati dal progetto.\r\n\r\nDal 2020, anno di approvazione di questo progetto, sono state fatte moltissime passeggiate sia nel Mugello sia a Firenze, ed è stato fatto un lavoro molto approfondito di monitoraggio dei lavori. Dopo i numerosi ricorsi, tutti persi, la costituzione di gruppi e comitati per salvare quest'area, il gruppo Siamo montagna sta provando a stare sui crinali, portare la presenza di persone che si prendono cura del territorio e ne monitorano lo stato, l'avanzamento dei lavori e tentano di fermarli, creando una forza che poi si possa portare in tanti luoghi simili.\r\n\r\nDopo il campeggio contro la devastazione dei crinali di inizio maggio, il gruppo ne sta organizzando un altro dal 2 al 6 luglio\r\n\r\nPer seguire le attività di Siamo Montagna, seguire il canale Telegram: https://t.me/SiamoMontagna\r\n\r\nSiamo al telefono con una compagna che sta seguendo la lotta contro il parco eolico nel Mugello:\r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/parco-eolico.wav\"][/audio]","14 Maggio 2025","2025-05-14 14:53:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/siamomontagna-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"212\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/siamomontagna-300x212.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/siamomontagna-300x212.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/siamomontagna-1024x724.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/siamomontagna-768x543.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/siamomontagna.jpeg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","SIAMO MONTAGNA - la lotta contro il parco eolico nel Mugello",1747234409,[203,204,205],"http://radioblackout.org/tag/crinali/","http://radioblackout.org/tag/parco-eolico/","http://radioblackout.org/tag/siamomontagna/",[207,208,209],"#crinali","#parco eolico","#siamomontagna",{"post_content":211,"post_title":215},{"matched_tokens":212,"snippet":213,"value":214},[68],"salvare quest'area, il gruppo Siamo \u003Cmark>montagna\u003C/mark> sta provando a stare sui","Sul crinale di Monte Giogo di Villore, nei comuni di Vicchio e Dicomano, sull’Appennino tra Toscana ed Emilia-Romagna, è in corso la costruzione di un “parco” eolico – o meglio, di un enorme sito industriale a 1000 metri d'altezza, con sette pale eoliche, alte 170 metri. 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Luogo dove da secoli il rapporto conflittuale e complesso tra uomo e montagna, intesa come risorsa, non può che essere più evidente. Montagne sventrate la cui morfologia è definita da secoli di escavazione e industria lapidea, dove l'annoso rapporto tra lavoro e tutela dell'ambiente tutt'oggi non ha trovato una soluzione.\r\n\r\nAndiamo a fare il punto su ciò che bolle in pentola in quei territori, tra privatizzazione della montagna e lotte (e cura) del territorio.\r\n\r\nDiverse le questioni di rilievo attuali e all'orizzonte: i morti sul lavoro (l'ultimo proprio in cava qualche giorno fa), i rinnovi delle concessioni, l'inquinamento sempre più devastante legato agli scarti della lavorazione del marmo riversati nei fiumi (del cui smaltimento le aziende estrattive non vogliono occuparsi) l'accesso alle fonti d'acqua e l'utilizzo di questa nelle aree estrattive, e non da ultimo i meccanismi di repressione che colpiscono chi cerca di vivere quei territori criticamente.\r\n\r\nNe parliamo con Simone, un compagno del collettivo Athamanta. 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Montagne sventrate la cui morfologia è definita da secoli di escavazione e industria lapidea, dove l'annoso rapporto tra lavoro e tutela dell'ambiente tutt'oggi non ha trovato una soluzione.\r\n\r\nAndiamo a fare il punto su ciò che bolle in pentola in quei territori, tra privatizzazione della \u003Cmark>montagna\u003C/mark> e lotte (e cura) del territorio.\r\n\r\nDiverse le questioni di rilievo attuali e all'orizzonte: i morti sul lavoro (l'ultimo proprio in cava qualche giorno fa), i rinnovi delle concessioni, l'inquinamento sempre più devastante legato agli scarti della lavorazione del marmo riversati nei fiumi (del cui smaltimento le aziende estrattive non vogliono occuparsi) l'accesso alle fonti d'acqua e l'utilizzo di questa nelle aree estrattive, e non da ultimo i meccanismi di repressione che colpiscono chi cerca di vivere quei territori criticamente.\r\n\r\nNe parliamo con Simone, un compagno del collettivo Athamanta. 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Tre mesi di siccità e il forte vento hanno reso molto difficile il lavoro dei vigili del fuoco e dei vigili volontari che stanno lottando duramente contro il fuoco che divora la montagna, minaccia le frazioni alte, distrugge migliaia di ettari di bosco. L’incendio è divampato in più punti. Molto probabile che sia di origine dolosa. Chi ha agito ha saputo cogliere il momento più favorevole.\r\nMa non si è trattato di una casuale congiunzione astrale. I cambiamenti climatici, la desertificazione, la siccità hanno origine nelle attività umane, nella corsa forsennata al profitto. Costi quel che costi. Anche la vita, anche la salute, anche il nostro stesso futuro.\r\nMentre in Val Susa il vento alimentava i focolai, estendendo prima ad est, poi ad ovest e verso l’alto il fronte del fuoco, la sindaca Appendino dava il via alle auto diesel 1, 2, 3, 4 e 5 bloccate per tentare di mettere una pezza alla cappa di smog che rendeva irrespirabile l’aria su tutta la città. Un po’ di vento e lo smog si è spostato. La miopia dei politici mossi dall’emergenza e privi di concreta visione prospettica è evidente. Le polveri sottili ora sono sopra altre città ed avvelenano la salute altrove. Se e quando pioverà le polveri ricadranno sul terreno ma non spariranno, verranno assorbite nel suolo, inquineranno la falda, finiranno nell’insalata che mangeremo.\r\nUn circolo vizioso. Un circolo che solo una radicale inversione di tendenza può spezzare.\r\n\r\nCon Luca Giunti, guarda parco, naturalista e No Tav, impegnato in prima linea sulla montagna, abbiamo parlato di clima, modello di “sviluppo”, tutela del territorio, impiego delle risorse.\r\n\r\nQuanti Canadair potrebbero essere acquistati con i soldi di un solo Eurofighter?\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 10 24 giunti incendi","24 Ottobre 2017","2017-10-27 09:04:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/val-susa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"174\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/val-susa-300x174.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/val-susa-300x174.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/val-susa-768x445.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/val-susa.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Val Susa. 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Anche quest'anno, stampa e istituzioni ci chiedono di esaltarci per la fortunata stagione invernale degli impianti sciistici, di schierarci pro o contro il lupo, di plaudere all'incremento del turismo in valle, di discutere dell'opportunità di entrare nel parco del Monviso: nel migliore dei casi, anche a chi vive in montagna viene offerta una scelta binaria all'interno di opinioni preselezionate, spesso altrove. Nessuna novità, nessuna immaginazione, nessuna utopia.\r\n\r\nUn'identica negazione della possibilità esplorativa e della scoperta contagia l'idea di alpinismo, convertendolo ai due estremi del cronometro o del turismo \"responsabile\": l'alpinista superman o l'escursionista Siddartha, purché economicamente redditizi.\r\n\r\nA chi non si riconosce nel paradigma \"patrimoniale\" vigente, né nell'opposto complementare dello sfruttamento rapace, non resta che approfondire la zona d'ombra tra le dicotomie, tenendo in considerazione tutti gli abitanti della montagna, e ribadendo la possibilità per questo territorio d'essere campo di sperimentazione inedita di libertà individuali e collettive.\"\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo approfondito la questione con un'intervista, ascoltala qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/montagna1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","15 Maggio 2017","2018-10-24 18:39:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/2523-610x360-200x110.jpg","Quale idea di montagna?","podcast",1494881218,[377,378,64,114,379],"http://radioblackout.org/tag/alpinismo/","http://radioblackout.org/tag/ecologismo/","http://radioblackout.org/tag/wilderness/",[381,382,68,117,383],"alpinismo","ecologismo","wilderness",{"post_content":385,"post_title":389,"tags":392},{"matched_tokens":386,"snippet":387,"value":388},[68],"Turismo, Wilderness, quale idea di \u003Cmark>montagna\u003C/mark>?\".\r\n\r\nDi seguito il volantino di","Nella puntata di liberation front del 10 maggio abbiamo presentato l'iniziativa del 13 maggio a Bobbio Pellice, intitolata \"Alpinismo, Turismo, Wilderness, quale idea di \u003Cmark>montagna\u003C/mark>?\".\r\n\r\nDi seguito il volantino di presentazione:\r\n\r\n\"A oggi, la narrazione ufficiale sulla \u003Cmark>montagna\u003C/mark> sembra irrimediabilmente viziata: da interessi contrapposti, da prospettive eterodeterminate, dall'ortodossia dello sviluppo economico. 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Si tratta della prima associazione sportiva proletaria e antialcoolica di orientamento socialista, che rivendica il diritto allo sport non solo per un'élite borghese, ma per tutti, contro l'attitudine da imprese eroiche di conquista delle vette e di dominio sull'ambiente montano.\r\nLa sua attività venne interrotta, solo apparentemente, dalle leggi liberticide durante ventennio fascista, che vide molti appartenenti all'associazione arruolarsi tra le file dei partigiani.\r\n\r\nOggi l'A.P.E. conta diverse sezioni italiane, ognuna indipendente dall'altra, e tra queste è nata quella di Torino: l'intenzione di aprire questa sezione e di chiamarsi con tale nome deriva dalla volontà di riappropriazione dei termini che compongono tale sigla, e di continuità storica con la tradizione secolare di questa esperienza. Da circa un anno A.P.E. torino si ritrova con l'intenzione di organizzare uscite, approfondire la tematica dell'escursionismo montano ma anche dei modi di vivere la montagna, di chi la vive, di come la vive e di come è stata vissuta, tenendo conto dei suoi pregi e dei suoi difetti, per costruire un percorso di riflessioni politiche che sia in grado di arricchire le lotte di tutti i giorni.\r\n\r\nQui sotto il volantino ufficiale di presentazione:\r\n\r\n \r\n\r\nPerché A.P.E.\r\n\r\nAPE Torino\r\nL’Associazione Proletari Escursionisti nasce nel 1919 tra Lecco e Milano con lo scopo di proporre ai\r\nlavoratori e alle lavoratrici momenti di socialità e aggregazione, in montagna e all’aria aperta, al di\r\nfuori del formicaio urbano e, allo stesso tempo, di allontanarli dalla dilagante piaga dell’alcolismo (di\r\nqui la connotazione Antialcolica usata al tempo). Di chiaro orientamento antifascista, l’APE sarà\r\nsciolta forzatamente dal regime nel 1926.\r\n\r\nAbbiamo scelto di chiamarci A.P.E. per la volontà di reinserirci nel solco di un'esperienza storica e\r\nper restituire ad alcune parole un significato nostro che ci rappresenti, nonostante (e anzi proprio\r\nper il fatto che) esse siano usate e abusate nella società di oggi con connotati totalmente distorti e\r\nstrumentali.\r\n\r\nAssociazione: A.P.E. Torino non è regolata da tessere o statuti, vuole essere una dimensione di libera\r\naggregazione connotata da orizzontalità e informalità. Un’unione collettiva nella quale non si va a\r\nperdere la diversità di ognuno, ma anzi la si amplifica, ed essa si arricchisce e contribuisce a\r\nvalorizzare l’esperienza del gruppo. C’è spazio per tutti ma non per chi discrimina: non accettiamo\r\ncomportamenti oppressivi e tesi a limitare la libertà altrui.\r\n\r\nProletari: come cento anni fa vi era la necessità di contrapporsi all’approccio dominante di\r\nalpinismo ed escursionismo, espressione della classe benestante che tramite il mito della conquista\r\ndella vetta e del dominio sulla natura affermava il proprio potere sulla società, oggi sentiamo il\r\nbisogno di contrapporci all’imperante sfruttamento della montagna, al suo consumo e\r\nmercificazione.\r\n\r\nEscursionisti: camminare restituisce la possibilità di sperimentare uno spazio e un tempo\r\nsufficientemente dilatati in cui è possibile relazionarsi, stare insieme, pensare e agire. Camminare\r\nsignifica anche parlare, scambiare idee, proposte, conoscenze e metodi. Camminare non significa\r\nper forza arrivare da un luogo a un altro, ma donare senso a ogni punto dello spazio attraversato nel\r\npercorso. Consideriamo importante che sia la conformazione, l’accessibilità o meno dello spazio a\r\nrenderlo attraversabile, e non solamente gli strumenti e la tecnologia posseduta. Per questo\r\npuntiamo a camminare con un ritmo non competitivo che si adegui alle condizioni morfologiche e\r\natmosferiche del territorio attraversato da ciascuna escursione.\r\n\r\nPerché montagna\r\n\r\nLe montagne, le vette e la terra tutta sono spesso viste in funzione di conquista e di colonizzazione,\r\nche di fatto impongono la narrazione di una dimensione di proprietà, determinandone le possibilità\r\ndi accesso e attraversamento. L’A.P.E., invece, vuole veicolare il senso che questi luoghi debbano\r\nessere vissuti con la possibilità e la libertà di essere percorsi da tutti e conquistati da nessuno.\r\n\r\nIl nostro desiderio e la nostra volontà vanno nella direzione di conoscere la montagna, le sue storie,\r\nle sue culture, e le persone che vi abitano. Senza volerlo mitizzare, crediamo fortemente\r\nnell'ambiente montano come luogo di possibilità, che sia in passato che nel presente ha permesso\r\ne può permettere di sviluppare delle forme altre di autorganizzazione, di rapporti, di riconoscimento\r\ndei propri bisogni e di soddisfacimento in prima persona degli stessi.\r\n\r\nNoi non portiamo nessuno in montagna, ma ci andiamo insieme, e richiediamo che ognuno sia\r\nresponsabile di se stesso e rispettoso degli altri e dell’ambiente.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta l'audio di presentazione qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/apeto.mp3\"][/audio]","4 Giugno 2018","2019-01-31 12:47:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/213014ffb1d2ee35429fc5711be96b77_w700_h350_mw_mh_cs_cx_cy-200x110.jpg","Nasce A.P.E. 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Si tratta della prima associazione sportiva proletaria e antialcoolica di orientamento socialista, che rivendica il diritto allo sport non solo per un'élite borghese, ma per tutti, contro l'attitudine da imprese eroiche di conquista delle vette e di dominio sull'ambiente montano.\r\nLa sua attività venne interrotta, solo apparentemente, dalle leggi liberticide durante ventennio fascista, che vide molti appartenenti all'associazione arruolarsi tra le file dei partigiani.\r\n\r\nOggi l'A.P.E. conta diverse sezioni italiane, ognuna indipendente dall'altra, e tra queste è nata quella di Torino: l'intenzione di aprire questa sezione e di chiamarsi con tale nome deriva dalla volontà di riappropriazione dei termini che compongono tale sigla, e di continuità storica con la tradizione secolare di questa esperienza. 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Di chiaro orientamento antifascista, l’APE sarà\r\nsciolta forzatamente dal regime nel 1926.\r\n\r\nAbbiamo scelto di chiamarci A.P.E. per la volontà di reinserirci nel solco di un'esperienza storica e\r\nper restituire ad alcune parole un significato nostro che ci rappresenti, nonostante (e anzi proprio\r\nper il fatto che) esse siano usate e abusate nella società di oggi con connotati totalmente distorti e\r\nstrumentali.\r\n\r\nAssociazione: A.P.E. Torino non è regolata da tessere o statuti, vuole essere una dimensione di libera\r\naggregazione connotata da orizzontalità e informalità. Un’unione collettiva nella quale non si va a\r\nperdere la diversità di ognuno, ma anzi la si amplifica, ed essa si arricchisce e contribuisce a\r\nvalorizzare l’esperienza del gruppo. C’è spazio per tutti ma non per chi discrimina: non accettiamo\r\ncomportamenti oppressivi e tesi a limitare la libertà altrui.\r\n\r\nProletari: come cento anni fa vi era la necessità di contrapporsi all’approccio dominante di\r\nalpinismo ed escursionismo, espressione della classe benestante che tramite il mito della conquista\r\ndella vetta e del dominio sulla natura affermava il proprio potere sulla società, oggi sentiamo il\r\nbisogno di contrapporci all’imperante sfruttamento della \u003Cmark>montagna\u003C/mark>, al suo consumo e\r\nmercificazione.\r\n\r\nEscursionisti: camminare restituisce la possibilità di sperimentare uno spazio e un tempo\r\nsufficientemente dilatati in cui è possibile relazionarsi, stare insieme, pensare e agire. Camminare\r\nsignifica anche parlare, scambiare idee, proposte, conoscenze e metodi. Camminare non significa\r\nper forza arrivare da un luogo a un altro, ma donare senso a ogni punto dello spazio attraversato nel\r\npercorso. Consideriamo importante che sia la conformazione, l’accessibilità o meno dello spazio a\r\nrenderlo attraversabile, e non solamente gli strumenti e la tecnologia posseduta. Per questo\r\npuntiamo a camminare con un ritmo non competitivo che si adegui alle condizioni morfologiche e\r\natmosferiche del territorio attraversato da ciascuna escursione.\r\n\r\nPerché \u003Cmark>montagna\u003C/mark>\r\n\r\nLe montagne, le vette e la terra tutta sono spesso viste in funzione di conquista e di colonizzazione,\r\nche di fatto impongono la narrazione di una dimensione di proprietà, determinandone le possibilità\r\ndi accesso e attraversamento. L’A.P.E., invece, vuole veicolare il senso che questi luoghi debbano\r\nessere vissuti con la possibilità e la libertà di essere percorsi da tutti e conquistati da nessuno.\r\n\r\nIl nostro desiderio e la nostra volontà vanno nella direzione di conoscere la \u003Cmark>montagna\u003C/mark>, le sue storie,\r\nle sue culture, e le persone che vi abitano. 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È il principio di una distruzione programmata di decine di ettari di zone umide e di foreste, l’inizio dell’artificializzazione di 1500 ettari di terre agricole; tutto ciò per realizzare cantieri, per depositare milioni di metri cubi di materiale di scavo strappato alla montagna, per costruire centrali di produzione di calcestruzzo, per creare nuove cave necessarie all’estrazione delle materie prime.\r\nLe estati canicolari si moltiplicano, i mesi di siccità si susseguono, l’acqua manca.\r\nLa realizzazione di grandi infrastrutture capitaliste di trasporto merci ferroviario non sarà mai una risposta ecologica e sociale. 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Insomma, due esempi diversi del dis-abitare la montagna.\r\n\r\nAscolta l’intervista qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/truc-11-ottobre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","15 Ottobre 2020","2020-10-15 21:19:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/9385-200x110.jpg","DIS-ABITARE LA MONTAGNA, USCITA TRÙC DELL’11 OTTOBRE",1602796784,[],[],{"post_content":569,"post_title":574},{"matched_tokens":570,"snippet":572,"value":573},[571],"montagna”","Dis-abitare la \u003Cmark>montagna”\u003C/mark> è l’ultima uscita proposta dal","“Dis-abitare la \u003Cmark>montagna”\u003C/mark> è l’ultima uscita proposta dal gruppo Trùc (escursionismo politico), per iniziare la serie di escursioni intitolate “La riqualificazione sale in quota”, e vede come meta la Valgrana, zona remota e poco abitata, situata nella provincia di Cuneo, che narra, attraverso le sue borgate, la propria storia ma anche il proprio futuro (o per lo meno l’attuale presente): la piccola Arbona, arroccata in vertiginosa pendenza è stata definitivamente abbandonata dai suoi abitanti a metà del secolo scorso, e la sua vicenda racchiude testimonianze di modi di vivere e tradizioni culturali particolari; Valliera, al contrario, è lanciata verso il futuro, poiché resa oggetto di un investimento imprenditoriale d’alto calibro, che con la giustificazione del turismo dolce si è accaparrato il monopolio economico del luogo (attraverso iniziative turistiche, commerciali ed enogastronomiche d’elité) e ha reso impossibile un eventuale ripopolamento della borgata che possa essere estraneo a questo progetto di riqualificazione. 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Da questa presa di coscienza della necessità di frequentare degli spazi aperti e naturali nella nostra vita è possibile scaturisca un diverso approccio a luoghi come la montagna, da tempo sottoposta ad invasioni predatorie e turistiche mordi-e-fuggi?\r\n\r\nLa pandemia ci insegna, per sua stessa definizione, che il concetto politico di frontiera è una pura astrazione, infranta nella sua staticità dal costante attraversamento da parte non solo della malattia, ma anche da tutto quel mondo naturale che all’idea di confine sostituisce l’alternarsi e la sovrapposizione di habitat, in una continua fluidità e convivenza tra specie diverse, da cui avremmo molto da imparare.\r\n\r\nLe restrizioni imposte dal decreto contro la diffusione del coronavirus hanno inoltre avuto degli effetti evidenti nella ri-frequentazione e ri-appropriazione da parte della fauna selvatica di zone attualmente prive di presenza umana: dai parchi cittadini milanesi in cui compaiono le lepri, al porto commerciale di Cagliari in cui tornano a nuotare i delfini, gli esempi di questo fenomeno sono tanti e ben documentati dai giornali, qual è la situazione attuale per gli animali selvatici delle montagne valsusine?\r\n\r\nPer rispondere a queste e ad altre domande, abbiamo costruito questa lunga chiacchierata che potete ascoltare qui sotto:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/giunti.mp3\"][/audio]","6 Aprile 2020","2020-04-06 14:11:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/1-200x110.jpeg","La montagna ed il selvatico ai tempi del coronavirus: intervista a Luca Giunti, guardiaparco della Valsusa",1586182267,[],[],{"post_content":597,"post_title":601},{"matched_tokens":598,"snippet":599,"value":600},[68],"come quella della visione della \u003Cmark>montagna\u003C/mark> come “rifugio sepolto in fondo","La diffusione del contagio del Covid-19 è stata da tempo e da più voci correlata al problema della precarietà ambientale: in primis per il fatto che il cosiddetto “salto di specie” (spillover) del virus da alcuni animali all’uomo viene favorito dalla distruzione degli habitat naturali che ospitano queste specie selvatiche, che giungono per questo motivo (e per le eventuali attività di caccia e di commercializzazione dei loro corpi) ad un contatto ravvicinato con l’essere umano; in secondo luogo non è un caso che le zone più colpite da questa malattia siano da tempo caratterizzate da un forte livello di industrializzazione, iper-urbanizzazione e conseguente inquinamento, che non solo sembrerebbe consentire al virus di propagarsi maggiormente, ma compromette già in partenza il sistema immunitario e respiratorio delle persone che vivono in questi territori, rendendole più inclini ad ammalarsi.\r\n\r\nSe c’è una lezione da imparare da questo momento difficile, è quella di andare a ragionare più a fondo nelle cause che l’hanno creato e nel rendersi conto che se dopo quest’esperienza non cambieremo radicalmente i nostri modi di vivere e di concepire il mondo che ci circonda, la “normalità” che ci sarà restituita rappresenterà un semplice intervallo tra questa crisi (sanitaria o meno) e la prossima.\r\n\r\nAlcuni spunti per questo cambio di paradigma ci vengono forniti da Luca Giunti, guardiaparco della Valsusa, in un suo articolo (http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/ambiente/divulgazione/item/3486-cattivi-pensieri-di-un-guardiaparco-in-servizio-sulle-montagne-valsusine) che ci ha permesso di parlare di diverse tematiche, come quella della visione della \u003Cmark>montagna\u003C/mark> come “rifugio sepolto in fondo all’anima”, ovvero un luogo di richiamo e di necessità nei momenti duri della nostra vita, ancora di più in questo periodo in cui risulta (per i molti che vivono in città) irraggiungibile. 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