","Verso un dicembre di lotta a difesa delle montagne!","post",1701371444,[59,60,61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/8-dicembre/","http://radioblackout.org/tag/athamanta/","http://radioblackout.org/tag/estrattivismo/","http://radioblackout.org/tag/marcia-popolare/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/",[65,66,67,68,12],"8 dicembre","athamanta","estrattivismo","marcia popolare",{"post_content":70,"post_title":76},{"matched_tokens":71,"snippet":74,"value":75},[72,73],"lotta","in","2005 e per unirsi nella \u003Cmark>lotta\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> un momento di attacco nei","Questo dicembre vede più di una data importante per la difesa delle \u003Cmark>montagne\u003C/mark>, per la \u003Cmark>lotta\u003C/mark> contro le grandi opere inutili e dannose e per fermare l'estrattivismo.\r\n\r\n\u003Cmark>In\u003C/mark> primo luogo, come di consueto l'8 dicembre il movimento no tav scenderà \u003Cmark>in\u003C/mark> strada per una marcia popolare da Susa a Venaus per ricordare la vittoria del 2005 e per unirsi nella \u003Cmark>lotta\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> un momento di attacco nei confronti del movimento. A seguito della messa sotto sequestro dei presidi di San Didero e dei Mulini sarà ancora più importante prendere parte alla mobilitazione che sarà su più giorni, proprio per effettuare un vero e proprio tour di iniziative di \u003Cmark>lotta\u003C/mark> e socialità lungo tutti i luoghi della devastazione.\r\n\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Ermelinda del movimento no tav che racconta i temi di queste giornate e il programma della tre giorni \u003Cmark>in\u003C/mark> Val Susa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/8-dicembre-notav-2023_11_30_2023.11.30-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDalle Alpi alle Apuane la difesa delle \u003Cmark>montagne\u003C/mark> è fondamentale: il 16 dicembre si terrà, infatti, sulle alpi Apuane una giornata di mobilitazione dal titolo \"Le \u003Cmark>montagne\u003C/mark> non ricrescono - Fermiamo l'estrattivismo \u003Cmark>in\u003C/mark> Apuane e ovunque\". Un territorio come questo vive storicamente la contraddizione del rapporto tra il lavoro e la salute dell'ambiente e delle persone che lo abitano e oggi ne subisce un'accelerazione. La giornata del 16 dicembre sarà il risultato di un percorso di attivazione e relazione sul territorio con tutti quei soggetti che lo vivono da vicino e sarà anche occasione di riflessione su questi temi per mantenere alta l'attenzione.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Mattia del collettivo Athamanta, per ulteriori informazioni e materiali rimandiamo al sito.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Athamanta-16-dic-2023_11_30_2023.11.30-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":77,"snippet":79,"value":79},[72,78],"montagne","Verso un dicembre di \u003Cmark>lotta\u003C/mark> a difesa delle \u003Cmark>montagne\u003C/mark>!",[81,84],{"field":82,"matched_tokens":83,"snippet":74,"value":75},"post_content",[72,73],{"field":85,"matched_tokens":86,"snippet":79,"value":79},"post_title",[72,78],1733921019837546500,{"best_field_score":89,"best_field_weight":90,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":45,"score":91,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":45},"2216192835584",14,"1733921019837546610",{"document":93,"highlight":113,"highlights":121,"text_match":87,"text_match_info":126},{"cat_link":94,"category":95,"comment_count":45,"id":96,"is_sticky":45,"permalink":97,"post_author":48,"post_content":98,"post_date":99,"post_excerpt":51,"post_id":96,"post_modified":100,"post_thumbnail":101,"post_thumbnail_html":102,"post_title":103,"post_type":56,"sort_by_date":104,"tag_links":105,"tags":109},[42],[44],"77976","http://radioblackout.org/2022/11/la-lotta-a-sainte-soline-contro-il-progetto-del-mega-bacino-idrico/","Lo scorso weekend si è tenuta una manifestazione importante a Sainte Soline, nel nord ovest della Francia, dove migliaia di persone messe in rete dal movimento Soulevement de la Terre si sono ritrovate per opporsi al progetto del mega bacino idrico.\r\n\r\nAbbiamo intervistato una compagna francese, simpatizzante della rete SDT, che ci ha raccontato le origini, gli sviluppi e le prospettive del movimento e della lotta contro il progetto. Di seguito riportiamo la traduzione dell'intervista radiofonica.\r\n\r\n \tCome nasce la rete Soulevement de la Terre, quali sono gli obiettivi e dove si sta sviluppando maggiormente?\r\n\r\nSDT e’ un movimento, una campagna nata da 2 anni in un contesto in cui i movimenti del clima, i sindacati, i partiti politici ed altri soggetti erano incapaci di costruire forza, quindi nasce il bisogno di creare una forza politica dove varie componenti si incontrano: abitanti di territori in lotta come nelle ZAD, giovani dei movimenti ecologisti, agricoltori sindacadicalizzati e giovani in rivolta. L'obiettivo parte dalla necessità di fare qualcosa di potente a partire da due assi: la crescente distruzione delle terre, dei campi, l'opera di cementificazione e la distruzione di risorse idriche; la constatazione di un aumento delle terre vuote o abbandonate, tanti contadini vanno in pensione e la lotta che portiamo avanti libera anche dei territori. Dunque la domanda è anche cosa facciamo con queste terre, come organizzarci per riprendere in mano queste risorse e affrontare la sensazione di essere privati delle proprie risorse.\r\n\r\n \tLa lotta di Sainte Soline: in che cosa consiste il progetto del mega bacino idrico, quali sono le conseguenze, come si inserisce nel ragionamento la questione dell’agroindustria in Francia, quali sono gli obiettivi di chi si batte contro questa grande opera?\r\n\r\nPrima di rispondere a questa domanda vorrei dare degli esempi delle lotte di SDT. Per esempio le lotte contro la distruzione e cementificazione nel sud della Francia, un anno e mezzo fa vi è stato un grande evento di più di 800 persone che hanno messo in atto una grande azione di sabotaggio che ha portato a grande visibilità ; attaccare direttamente le grandi industrie come Lafarge a Parigi, l'occupazione di Monsanto a Lione con i vari tentativi di entrare; la lotta contro la costruzione di riserve idriche artificiali nelle montagne delle Alpi, progetto che poi e’ stato abbandonato.\r\n\r\nArriviamo dunque alla lotta contro il bacino a Sainte Soline. Possiamo dire che e’ la lotta emblematica di SDT e occorre raccontare in che cosa consiste il progetto. Il mega bacino prevede lo scavo di crateri immensi che si estendono su 16 ettari di terre, all'interno vengono sistemati dei teli in plastica che dovrebbero fungere da vasche all'interno delle quali si va a pompare l’acqua direttamente dalle falde acquifere per poterla stoccare nel bacino e per poi irrigare d’estate. Questa logica di stoccaggio delle acque in un periodo di siccità viene promossa dal governo. Uno dei problemi è che quest'acqua servirebbe a una minoranza di agricoltori che lavorano nell'ambito dell’agroindustria e che producono mais per allevamento. La loro cultura distrugge il suolo, è causa di ulteriore siccità, causa l'erosione delle terre legata allo scavo delle vasche e, inoltre, rientra in una logica di privatizzazione dell’acqua. Chiaramente è basata su una logica a breve termine, ossia ce ne freghiamo di domani, in un momento di forte siccità e’ ancora più problematica.\r\n\r\n \tLo scorso weekend c'è stata una grande manifestazione contro il progetto del mega bacino a Sainte Soline, ci racconti come nasce, la composizione e quali prospettive si dà?\r\n\r\nIntanto bisogna partire dalla lotta contro le vasche: oggi ci sono 93 grandi vasche pensate in Francia e 16 in questa regione che e’ una zona di prova, quindi è ancor più importante lottare lì contro la propagazione di questo esperimento. Oggi abbiamo visto crescere il movimento territoriale che era attivo da 10 anni grazia alla collaborazione con altri soggetti e realtà di lotta. Già durante l'anno scorso vi sono stati tre grandi eventi: un'azione di smantellamento delle vasche quando a 9 vasche è stata tolta la plastica. L'obiettivo della manifestazione era impedire l’inizio del cantiere,ad oggi il progetto non e’ stato sospeso ma, dopo la mobilitazione, è stato messo in pausa il cantiere al momento perchè hanno paura della resistenza. In termini di analisi: e’ una delle prime volte che in Francia si dà una mobilitazione enorme, attraversata da una composizione molto diversa: agricoltori, persone anziane, giovani. Tutte queste persone hanno partecipato con lo stesso obbiettivo: fermare il cantiere. Quindi tutti sapevano che per praticare questo obiettivo si sarebbe andati incontro anche a sbarramenti della polizia. Il fatto che tutti avessero lo stesso obiettivo e che tutti siano stati all’ascolto delle varie pratiche per farle coesistere è stato vincente. Questa composizione ha anche permesso un vero rapporto di forza nel dibattito: da quando c’e’ stata questa manifestazione si parla ovunque di questa questione dando quindi grande visibilità al movimento. Inoltre è funzionale l’idea di creare una forza autonoma dai vecchi partiti e sindacati, questo apre nuovi spazi di lotta dove le persone possono veramente far sentire la loro voce e riprendere in mano la loro capacita di agire e costituire forza insieme.\r\n\r\nPer quanto riguarda le prospettive sicuramente tenere alta l'attenzione per impedire la costruzione delle vasche, partecipare e informare anche in Italia con l'idea di vivere insieme questi momenti e di partecipare ai prossimi appuntamenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/Soulevement-de-la-terre-2022_11_03_2022.11.03-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","4 Novembre 2022","2022-11-04 14:13:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/obietproxy-image-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/obietproxy-image-300x150.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/obietproxy-image-300x150.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/obietproxy-image-1024x512.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/obietproxy-image-768x384.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/obietproxy-image.jpeg 1342w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La lotta a Sainte Soline contro il progetto del mega bacino idrico.",1667571205,[106,107,108],"http://radioblackout.org/tag/grandi-opere/","http://radioblackout.org/tag/movimento/","http://radioblackout.org/tag/soulevement-de-la-terre/",[110,111,112],"grandi opere","movimento","soulevement de la terre",{"post_content":114,"post_title":118},{"matched_tokens":115,"snippet":116,"value":117},[73,72],"si incontrano: abitanti di territori \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>lotta\u003C/mark> come nelle ZAD, giovani dei","Lo scorso weekend si è tenuta una manifestazione importante a Sainte Soline, nel nord ovest della Francia, dove migliaia di persone messe \u003Cmark>in\u003C/mark> rete dal movimento Soulevement de la Terre si sono ritrovate per opporsi al progetto del mega bacino idrico.\r\n\r\nAbbiamo intervistato una compagna francese, simpatizzante della rete SDT, che ci ha raccontato le origini, gli sviluppi e le prospettive del movimento e della \u003Cmark>lotta\u003C/mark> contro il progetto. 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La discarica, autorizzata dalla Provincia sorgerebbe sulla principale falda acquifera, che già oggi fornisce acqua a 50.000 persone e potenzialmente potrebbe rifornirne altre 150.000 anche nel Novese, nel Tortonese e nell'Alessandrino.\r\n\r\n \r\n\r\nNelle valli interessate dal Terzo Valico, nonostante una grande e generosa opposizione popolare, che ha ritardato di molto i lavori è in atto una vera devastazione ambientale.\r\n\r\n \r\n\r\nAlessandria, Sezzadio, Arquata, Serravalle, Novi, Pozzolo, Tortona, Pontecurone, Voltaggio, Casei Gerola, Cravasco e Genova, sono le città e paesi in cui è già iniziato o è previsto il conferimento dello smarino contenente amianto e schiumogeni del Terzo Valico.\r\n\r\n \r\n\r\nLa tragedia ancora in atto a Casale Monferrato non è bastata a fermare il Terzo Valico, 80 chilomeri di gallerie scavate in montagne piene di amianto. Il killer silenzioso, che uccide chi ne respira una sola fibra, anche a distanza di molti anni. Nelle cave del terzo valico è a rischio la salute di migliaia di persone per decine di anni.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 27 maggio ad Alessandria manifestazione popolare ore 15 in viale della Repubblica, di fronte al teatro comunale.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Salvatore del movimento No Tav di Alessandria.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 05 23 no tav ales\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","23 Maggio 2017","2017-05-24 12:25:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/no-cava-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/no-cava-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/no-cava-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/no-cava-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/no-cava-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/no-cava.jpg 1100w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Alessandria. 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Erdogan ha deciso di sferrare un attacco alla popolazione del Bakur, la parte meridionale del paese, quella abitata da persone di lingua curda.\r\nIn questi mesi l'imposizione continua del coprifuoco, gli arresti di massa degli attivisti più noti, l'occupazione militare delle zone che, dopo i primi attacchi armati, hanno proclamato l'autonomia, centinaia sono i morti, i feriti, migliaia i prigionieri politici.\r\nLe immagini delle case crivellate di colpi, dei corpi degli uccisi, dei guerriglieri torturati e umiliati sono affidate ai social media. La narrazione degli eventi passa attraverso quanto filtra dai curdi della diaspora, dalle reti solidali, mentre l'informazione main stream, specie in Italia, ha scelto un silenzio fragoroso, indecente.\r\nA pochi giorni dalla giornata della memoria una riflessione si impone. Il silenzio sul Bakur, non ricorda sin troppo bene quello sui lager nazisti, la cui “verità” emerse solo a guerra finita?\r\nIn Bakur si sta sperimentando una forma di autogoverno territoriale, che punta sul rifiuto dello Stato nazione, delle frontiere, delle divisioni tra i popoli.\r\n\r\nIl nazionalismo curdo, che per decenni è stato al centro delle rivendicazioni del PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, formazione marxista leninista classica, è ormai tramontato, il PKK ha subito una profonda mutazione culturale, che per certi aspetti richiama l'esperienza delle comunità chiapaneche insorte nel 1994.\r\nIn un patchwork in cui di Marx resta ben poco, mentre si affacciano nella borsa degli attrezzi Bakunin e, soprattutto, il teorico dell'ecologia sociale statunitense Murray Bookchin, in Bakur, come sulle montagne dell'Iraq e in Rojava si costruisce una società ecologica, che mira all'eguaglianza e propone una modello di mediazione del conflitto antiautoritario, basato su forme di autogoverno territoriale, in cui centrale è il superamento dell'oppressione femminile.\r\n\r\nUn esperienza concreta intollerabile per il Califfato di Raqqa come per progetto di egemonia in chiave neo-ottomana di Recep Erdogan.\r\nLa resistenza vittoriosa contro le truppe dell'ISIS a Kobane, il crescere della solidarietà internazionale, il rinforzarsi della lotta in Turchia, la stessa affermazione elettorale dell'HDP, hanno messo fine alla tregua che durava da decenni, scatenando tutta la potenza di uno degli eserciti più forti della NATO contro la popolazione civile curda.\r\nLa posta in gioco è chiara: il disciplinamento violento di un'area, che stava, nei fatti realizzando una sottrazione progressiva dal controllo dello Stato turco.\r\n\r\nNel silenzio sulla strage in Bakur sono partiti i negoziati di Ginevra 3 sulla Siria, cui i rappresentanti del Rojava, inizialmente invitati, sono stati tenuti fuori, per la ferma opposizione della Turchia.\r\n\r\nE' di questi giorni la notizia che una delegazione di statunitensi, britannici e francesi si è recata a Kobane per concordare la strategia di lotta all'ISIS.\r\nGli Stati Uniti, finanziatori dell'ISIS in chiave anti Assad, oggi siedono ad un tavolo con la Turchia a Ginevra e inviano emissari in Rojava.\r\nNel grande gioco mediorientale, l'amministrazione statunitense, prova a giocare una doppia partita sul filo del rasoio. Da un lato il mantenimento dell'alleanza strategica con la Turchia, dall'altro il ridimensionamento del ruolo della Russia, che dopo l'intervento diretto in Siria, per la prima volta da decenni si riaffaccia sul Mediterraneo.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Ferat, un sostenitore del confederalismo democratico, che da qualche anno vive nel nostro paese.\r\nFerat ha anche fatto il resoconto della giornata di informazione e lotta di sabato 30 gennaio a Torino.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-02-02-bakur-ferat","2 Febbraio 2016","2016-02-04 12:56:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/bakur-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/bakur-300x199.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/bakur-300x199.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/bakur.jpeg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Bakur. 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Le macerie dell'informazione che spesso non è corretta, le macerie della libertà di tutti ferita dalla militarizzazione di un'intera valle, le macerie del denaro pubblico che si sta sprecando in una grande opera inutile e dannosa di cui approfitteranno soprattutto mafie e affaristi, le macerie di quello che voi chiamate sviluppo e crescita e che invece porta crisi sociale ed economica.\r\nNoi non ci stiamo e continueremo ad opporci con la sola forza della nonviolenza popolare con forme di disubbidienza civile, di boicottaggio, di non collaborazione, di resistenza, di determinazione nella ricerca della giustizia.\r\nNoi non ci stiamo e continueremo a impegnarci per costruire una società e un mondo in cui le ricchezze siano redistribuite in modo più equo, in cui le risorse necessarie per il bene di tutti si trovino tagliando le spese militari e colpendo le grandi ricchezze non produttive, in cui i beni comuni siano al centro: lavoro, scuola, sanità, servizi per le persone più fragili, trasporti locali, cultura…\r\nInvitiamo i cittadini di Torino, della Valsangone, dei comuni della Collina Morenica, della Val di Susa a ritrovarsi il 22 gennaio alle h.14,30 in piazza Carlo Felice. \r\nPer garantire gli affari all’alta velocità, si cancellano servizi, si impongono costi elevati ai viaggiatori , si eliminano tratte, si peggiora il servizio per i pendolari, si licenziano lavoratori: testimoniamo con la nostra presenza nell’area della stazione la nostra solidarietà ai ferrovieri in lotta per difendere il proprio posto di lavoro.\r\nInvitiamo tutti a portare o indossare un cartellone che esprima le ragioni contro il Tav ed un messaggio costruttivo e di impegno per difendere le nostre colline, le nostre montagne, le nostre città.\r\nCercheremo il dialogo con i cittadini per le strade del centro, i nostri cartelli parleranno delle ragioni della nostra lotta, le performance teatrali che faremo in piazza Castello porteranno sotto gli occhi di tutti la quotidianità di una valle militarizzata.\r\nAl termine porteremo le macerie a chi le ha prodotte, a chi costruisce muri invece di ascoltare, a chi vuole continuare a distruggere i beni comuni.”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianna De Masi [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2012-01-25-Gianna-De-Masi-28-gennaio-No-Tav.mp3\"]\r\nscarica il file","26 Gennaio 2012","Sabato 28 gennaio si svolgerà a Torino una manifestazione No Tav.\r\nI No Tav si sono dati appuntamento alle 14,30 in piazza Carlo Felice, dove incontreranno i lavoratori dei Wagon Lits in lotta, poi con una sfilata comunicativa si sposteranno in piazza Castello con cartelloni e carriole piene di macerie, bossoli di lacrimogeno, alberi spezzati.\r\nLe macerie saranno riconsegnate a chi le ha prodotte.\r\n\r\nDi seguito l’appello per la manifestazione del Movimento No Tav: \r\n“No Tav, una garanzia per il futuro\r\nNoi vogliamo costruire un futuro per tutti\r\nPolitici, amministratori, affaristi tenetevi le vostre macerie\r\n\r\nIl 28 gennaio porteremo a Torino macerie della Maddalena di Chiomonte: pezzi di alberi tagliati per fare posto al non cantiere, pezzi di recinzione, bossoli di lacrimogeni che hanno gasato e ferito persone e piante.\r\nVi restituiamo le macerie che state creando. 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Diretta dalla Clarea dove Turi si è arrampicato sul traliccio dal quale Luca è caduto lunedì scorso.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/04-03-2012-20h-57m-46s.mp3\"] Scarica il file\r\n\r\nOre 17.35 ... Collegamento dalla \"Tate Gallery\" di Londra dove ques'oggi dove si è svolta un'azione in solidarietà con il movimento No Tav.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/04-03-2012-17h-31m-49s.mp3\"] Scarica il file \r\n\r\nOre 17.23 ... Diego di Blackout per un resoconto della giornata in valle.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/04-03-2012-17h-17m-41s.mp3\"] Scarica il file \r\n\r\n \r\n\r\nOre 16.11 ... 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Diretta dalla Clarea dove Turi si è arrampicato sul traliccio dal quale Luca è caduto lunedì scorso.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/04-03-2012-20h-57m-46s.mp3\"] Scarica il file\r\n\r\nOre 17.35 ... Collegamento dalla \"Tate Gallery\" di Londra dove ques'oggi dove si è svolta un'azione \u003Cmark>in\u003C/mark> solidarietà con il movimento No Tav.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/04-03-2012-17h-31m-49s.mp3\"] Scarica il file \r\n\r\nOre 17.23 ... Diego di Blackout per un resoconto della giornata \u003Cmark>in\u003C/mark> valle.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/04-03-2012-17h-17m-41s.mp3\"] Scarica il file \r\n\r\n \r\n\r\nOre 16.11 ... 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(Comitato Insostenibili Olimpiadi) a un anno dall’apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina.\r\n\r\nOggi 14 di febbraio ponte radio va in diretta da Radio Neanderthal di Napoli, qui trovate l'audio:\r\n\r\nponteradio 14 feb25\r\n\r\nquesto il minutaggio dei diversi contributi: 00:00 Brodo – 32:58 Rebecca – 1:06:14 Ghigliottina – 1:30:30 Nonsiamorazzistisonoloroultras\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta i podcast delle puntate di ponte radio precedenti il 7 febbraio 2025 qui: https://radiowombat.net/broadcast/ponte-radio/\r\n\r\n \r\n\r\n ","15 Febbraio 2025","2025-02-15 20:18:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/PONTERADIO2h_0-200x110.jpg","14/2/2025 Montagne in lotta da radio neanderthal","podcast",1739648838,[407,408,409,410],"http://radioblackout.org/tag/arrampicata-e-psichedelia/","http://radioblackout.org/tag/escursionismo-e-musica-sperimentale/","http://radioblackout.org/tag/montagne-in-lotta/","http://radioblackout.org/tag/radio-neanderthal/",[412,413,335,414],"arrampicata e psichedelia","escursionismo e musica sperimentale","radio neanderthal",{"post_content":416,"post_title":420,"tags":424},{"matched_tokens":417,"snippet":418,"value":419},[73],"di febbraio ponte radio va \u003Cmark>in\u003C/mark> diretta da Radio Neanderthal di"," \r\n\r\nPonte Radio è uno spazio condiviso tra sette radio autogestite (Radio Ondarossa, Radio Quar, Radio Wombat, Radio Eustachio, Radio Spore, Radio Blackout e Radio Neanderthal). 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(Comitato Insostenibili Olimpiadi) a un anno dall’apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina.\r\n\r\nOggi 14 di febbraio ponte radio va \u003Cmark>in\u003C/mark> diretta da Radio Neanderthal di Napoli, qui trovate l'audio:\r\n\r\nponteradio 14 feb25\r\n\r\nquesto il minutaggio dei diversi contributi: 00:00 Brodo – 32:58 Rebecca – 1:06:14 Ghigliottina – 1:30:30 Nonsiamorazzistisonoloroultras\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta i podcast delle puntate di ponte radio precedenti il 7 febbraio 2025 qui: https://radiowombat.net/broadcast/ponte-radio/\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":421,"snippet":423,"value":423},[422,73,72],"Montagne","14/2/2025 \u003Cmark>Montagne\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>lotta\u003C/mark> da radio neanderthal",[425,427,429,432],{"matched_tokens":426,"snippet":412,"value":412},[],{"matched_tokens":428,"snippet":413,"value":413},[],{"matched_tokens":430,"snippet":431,"value":431},[78,73,72],"\u003Cmark>montagne\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>lotta\u003C/mark>",{"matched_tokens":433,"snippet":414,"value":414},[],[435,441,443],{"field":33,"indices":436,"matched_tokens":437,"snippets":439,"values":440},[14],[438],[78,73,72],[431],[431],{"field":85,"matched_tokens":442,"snippet":423,"value":423},[422,73,72],{"field":82,"matched_tokens":444,"snippet":418,"value":419},[73],1736172819517538300,{"best_field_score":447,"best_field_weight":448,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":45,"score":449,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":45},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":451,"highlight":469,"highlights":485,"text_match":445,"text_match_info":494},{"comment_count":45,"id":452,"is_sticky":45,"permalink":453,"podcastfilter":454,"post_author":398,"post_content":455,"post_date":400,"post_excerpt":51,"post_id":452,"post_modified":456,"post_thumbnail":402,"post_title":457,"post_type":404,"sort_by_date":458,"tag_links":459,"tags":464},"95698","http://radioblackout.org/podcast/montagne-in-lotta-radio-spore-bologna-ponte-radio/",[350],"Le terre alte bruciano. Non è una metafora. Lo zero termico a 4200 in pieno autunno, i ghiacciai che si sfaldano , il permafrost che si scioglie, le alluvioni devastanti sono la realtà quotidiana delle nostre montagne. Una realtà che stride con l’ostinazione di chi, dalle Alpi agli Appennini, continua a proporre un modello di sviluppo anacronistico e predatorio, basato su pratiche estrattive e grandi-eventi come i giochi invernali. Gli scienziati ci dicono che l’ultimo turista sugli sci arriverà nel 2040 . Eppure si continuano a costruire nuovi impianti di risalita, a scavare bacini per l’innevamento artificiale, a devastare versanti per inutili collegamenti tra comprensori. Secondo questa visione predatoria potremmo arrivare a sciare sull’asfalto per rivitalizzare l’economia montana.\r\n\r\nRaccogliamo la chiamata di A.P.E. La montagna non si arrende perappello per una mobilitazione diffusa in montagna che attraversi l’intero arco alpino e la dorsale appenninica domenica 9 febbraio 2025 e approfittiamo per parlare di olimpiadi invernali, impianti di risalita e opere inutili e dannose in montagna con contributi di Ape, del CIO, di Sollevamenti della terra, Giuliano Bonanomi e del Movimento Pratomagno senza asfalto.\r\n\r\nqui l'audio della trasmissione:\r\n\r\nponteradio_Spore_montagnaDEF\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta i podcast delle puntate di ponte radio precedenti il 7 febbraio 2025 qui: https://radiowombat.net/broadcast/ponte-radio/","2025-02-15 20:16:07","7/2/2025 -Sciare sull’asfalto- RADIO SPORE",1739649981,[460,461,409,462,463],"http://radioblackout.org/tag/a-p-e/","http://radioblackout.org/tag/c-i-o/","http://radioblackout.org/tag/olimpiadi-invernali/","http://radioblackout.org/tag/radio-spore/",[465,466,335,467,468],"A.P.E.","C.I.O.","olimpiadi invernali","radio spore",{"post_content":470,"tags":474},{"matched_tokens":471,"snippet":472,"value":473},[73],"Lo zero termico a 4200 \u003Cmark>in\u003C/mark> pieno autunno, i ghiacciai che","Le terre alte bruciano. 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Formalmente nata nel 1343 con la Grande Charte des Libertès Briançonnaises, essa è in realtà il culmine di un’organizzazione secolare di comunità federate tra loro, eredi di una millenaria resistenza che oppone i montanari delle Alpi ai poteri che si sono susseguiti nei tentativi di “pacificare” e “normalizzare” un territorio ribelle, sempre in lotta a difesa della propria autonomia. Un cammino incompiuto, come dimostra la resistenza che in Valsusa continua; una resistenza che oggi, confrontandosi con i propri precedenti passi, non può che acquistare ulteriore consapevolezza e forza per le battaglie presenti e per quelle a venire.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 30 ore 12:30 - Tutta colpa dei padroni? 7 12 minuti [Marcello Pini e Federico Bosis]:\r\n\r\nVuoi gli aumenti? Sciopera! Scopri falsi miti, regole e problematiche di questa formidabile arma dei lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 30 ore 17:30 - Fratture: Contro la guerra alle droghe 48 minuti [Fratture]:\r\n\r\nIl collettivo Fratture si occupa di cronaca e analisi del carcere e della società che lo alimenta.\r\nIn questo podcast si affronta il tema della guerra alle droghe, della riduzione del danno, del rapporto tra sostanze e detenzione, grazie a un'intervista alle Chemical Sisters.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 30 ore 22:30 - Musick To Play In The Dark intervista i The Danse Society 71 minuti [Radio Blackout, Musick to play in the dark]:\r\n\r\nUna lunga intervista chiacchierata, realizzata con due componenti dei The Danse Society, all'interno della trasmissione Musick to play in the dark.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 30 ore 00:30 - IconOut Records - Disco funk mix 61 minuti [IconOut Records]:\r\n\r\nMixtape sul genere disco funk compilato dalla IconOut Records.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 31 ore 9 - Ruanda 1994 26 minuti [Radio Blackout, Radio Kalakuta]:\r\n\r\nA 30 anni dal genocidio dei Tutsi e degli Hutu moderati raccontiamo gli antefatti della colonizzazione belga che ha seminato l’odio etnico e le responsabilita’ dei francesi nel sostegno al governo dell’hutu power .\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 31 ore 16 - Podcast Franti pt. 4 53 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 1 ore 9 - Sfruttamento settore alberghiero 22 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nInchiesta e testimonianze sullo sfruttamento nel settore alberghiero e del lusso\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 1 ore 15 - American punk hc 80's - Illinois 62 minuti [Radio Blackout, Radio kebab]:\r\n\r\nSpeciale prodotto da Radio Kebab sul punk hardcore statunitense degli anni '80, con estratti di letture tratte dal libro \"American punk hardcore - Una storia tribale\" di Steven Blush.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 1 ore 19 - L'alba di tutto pt.3 73 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nL’alba di tutto è un libro che ha la modesta pretesa di riscrivere la storia dell’umanità, partendo da presupposti tanti banali quanto innovativi: e se trattassimo gli esseri umani (tutti) come capaci di ragionare, decidere, scegliere per se stessi e sperimentare modalità di organizzazione sociale? Se smettessimo di proiettare le nostre istanze politiche su un passato di migliaia e migliaia di anni? Se studiassimo i reperti archeologici con sguardo libero e non con i prosciutti liberali sugli occhi? Ci renderemmo conto che la storia dell’umanità è stata un carosello di infinite possibilità di organizzazione sociale, moltissime delle quali avevano modalità pratiche per contenere il potere e garantire la libertà a tutt.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 2 ore 9 Lettera Samah Jabr su massacro a Gaza 11 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\n“Testimoniare affinché le umiliazioni, le torture, le conseguenze dell’occupazione non rimangano sepolte nel silenzio e non consumino per sempre l’anima di chi vi si oppone”.\r\n\r\nLettura di un messaggio di Samah Jabr, psichiatra Palestinese che lavora a Gaza, inviato al collettivo anti-psichiatrico Antonin Artaud il 17/11/2023\r\n\r\nAutrice del libro “Dietro i fronti. Cronache di una psichiatra psicoterapeuta palestinese sotto occupazione” e “Sumud. Resistere all’oppressione” editi da Sensibili alle foglie.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 2 ore 13:30 Intervista al musicista portoghese RAIA 22 minuti [Radio Blackout, No trip for cats]:\r\n\r\nIntervista al musicista portoghese RAIA realizzata dalla redazione di No Trip For Cats\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 2 ore 19 Quelli della THC Blob 40 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nIl meglio di “Quelli della THC” remixato per il vostro sballo ma anche per la vostra cura.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 3 ore 9 Un sabato italiano megamix 61 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]:\r\n\r\nMixtape di musica italiana realizzato durante il periodo pandemico da radio kebab\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 3 ore Una tendenza eccessiva in tutto 60 minuti [Federico Pit]:\r\n\r\nIn memoria di Alberto Grifi e di tuttɜ lɜ giovanɜ del Parco Lambro\r\n\r\nDiscorso iniziale di Fabrizio Passarella - Digital collage realizzati con pagine di giornali e riviste di movimento del periodo\r\n\r\nDedicato a M.\r\n\r\nIl mixtape rende omaggio al movimento italiano degli anni '70 ricordando la storia del « meraviglioso disastro» dell'edizione del 1976 del « festival del proletariato giovanile di Parco Lambro ».\r\n\r\nAlla sua sesta edizione il festival, nato dal sogno di unire la parte psichedelica del movimento con la parte più politicizzata (legata alle esperienze dei gruppi quali Lotta continua, Avanguardia Operaia, ecc.) registra la sua più grande crisi.\r\n\r\nSi verifica infatti una grossa spaccatura tra l'organizzazione del festival e la base dellɜ partecipantɜ.\r\n\r\nQuella di Parco Lambro è un’aggregazione sociale e politica, che vuole creare una città temporanea dentro la città. Ad affluire al festival sono ragazzɜ dei circoli del proletariato giovanile, delle radio libere, i collettivi femministi e omosessuali, alternativɜ e freaks.\r\n\r\nIl« personale» è politico, il comunismo si vuole concreto, sfacciato e immediato, la festa deve essere di tuttɜ. La contestazione della dimensione commerciale del festival si trasforma subito in una domanda di autogestione. Il palco viene occupato. Contro il caro prezzi di cibi e bevande cominciano gli espropri e contro tutti gli schemi morali borghesi si organizza una gigantesca tarantella e si comincia a ballare nudi. Sul lungo '68 italiano tuttavia, e anche su Parco Lambro, comincia ad affacciarsi anche « l'angelo del male »dell'eroina.\r\n\r\nGli Area, il leggendario gruppo psichedelico di Demetrio Stratos cominciano il loro live suonando « Caos parte II »: il pianista srotola due cavi scoperti in mezzo al pubblico collegati ad un sintetizzatore che se toccati interagiscono col suono e alzano le frequenze dello strumento.Subito dopo, il gruppo attacca con la sua versione de L'Internazionale.\r\n\r\nMusiche da queste label incredibili: Turspios, Random Numbers, Worst Records e altre...\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 3 ore 23:30 Dengue Dengue Dengue live al blackout fest 2018 72 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUna tempesta tropicale digitalizzata, sparata attraverso contorsioni di cumbia oscura e mega bassi direttamente dalla registrazione del live al Blkackout fest 2018\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 4 ore 9 Con gli insorti Naxaliti pt. 1 e pt. 2 24 e 32 minuti [Radio Alpi libere]:\r\n\r\nBenvenuti in India. La più grande Democrazia del mondo. Vessillo della Modernità trionfante.«…foreste, montagne e sistemi idrici vengono devastati dalle razzie delle multinazionali… interi ecosistemi vengono distrutti dalle miniere di bauxite e minerale ferroso…».Un «ecocidio» fatto di deportazioni, desertificazione e una vera e propria campagna militare, lanciata dal governo indiano contro la dilagante sollevazione armata delle popolazioni tribali e dei guerriglieri naxaliti.Sul cammino del Progresso, infuria la guerra civile…\r\n\r\nArundhati Roy è una scrittrice, non è una militante “maoista”. Armata di curiosità, ha vissuto con i guerriglieri naxaliti nelle zone tribali dell’India in cui brucia l’insurrezione, realizzando un reportage intenso, ricco di spunti preziosi. Non è un’ideologia preconfezionata, ma il contatto epidermico con i miliziani e con la gente dei villaggi, nelle giornate di marcia nella foresta e nelle notti passate insieme sotto le stelle, a dare forma alla sua narrazione e, con essa, alla sua limpida e inequivocabile scelta di campo.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 4 ore 20 Occult punk gang compilation per RBO 61 minuti [Occult punk gang]:\r\n\r\nOccult Punk Gang produce manifesti fotocopiati male da una grigia Milano, fa concerti e diffonde musica malsana. In questa edizione digitale puoi trovare un set fatto per Radio Blackout.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 4 ore 22 Il direttore del teatro pt. 1 11 minuti [Michele Mazzani]:\r\n\r\nUna scurissima parabola del totalitarismo a cura del maestro svizzero Friedrich Dürrenmatt, letta e interpretata dal maestro della Scarnanza Michele Mazzani.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 4 ore 00:30 Stato Brado Italo Libera Vinyl Mix 2020 50 minuti [Stato Brado]:\r\n\r\nA journey into freak music, groovy records, italo disco and everything in between run by Gabriele Guazzo.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","29 Luglio 2024","2024-07-29 17:09:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes+Worm Holes dal 29 luglio al 4 agosto 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externalisation strategy nei quali si affronta la dimensione economica, tecnologica, ma anche di eccezione normativa e morale, che caratterizza le evoluzioni della War on Migrants.\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 29 ore 13:30 - Estrus records 38 minuti [Estrus Records]:\r\n\r\nShovelin’ The Shit Since ’87 il libro definitivo sulla storia dell’etichetta GaragePunkTrashSurfR’n’r statunitense ESTRUS RECORDS\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 29 ore 21 - Psychotronic radio vol. 5 34 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 30 ore 9 - Escartoun, la federazione delle libertà 23 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nItinerari di autonomia, eresia e resistenza nelle Alpi Occidentali.\r\n\r\nNel 1713 il Trattato di Utrecht pone fine alla vicenda storica della Confederazione degli Escartons. Formalmente nata nel 1343 con la Grande Charte des Libertès Briançonnaises, essa è \u003Cmark>in\u003C/mark> realtà il culmine di un’organizzazione secolare di comunità federate tra loro, eredi di una millenaria resistenza che oppone i montanari delle Alpi ai poteri che si sono susseguiti nei tentativi di “pacificare” e “normalizzare” un territorio ribelle, sempre \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>lotta\u003C/mark> a difesa della propria autonomia. Un cammino incompiuto, come dimostra la resistenza che \u003Cmark>in\u003C/mark> Valsusa continua; una resistenza che oggi, confrontandosi con i propri precedenti passi, non può che acquistare ulteriore consapevolezza e forza per le battaglie presenti e per quelle a venire.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 30 ore 12:30 - Tutta colpa dei padroni? 7 12 minuti [Marcello Pini e Federico Bosis]:\r\n\r\nVuoi gli aumenti? Sciopera! Scopri falsi miti, regole e problematiche di questa formidabile arma dei lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 30 ore 17:30 - Fratture: Contro la guerra alle droghe 48 minuti [Fratture]:\r\n\r\nIl collettivo Fratture si occupa di cronaca e analisi del carcere e della società che lo alimenta.\r\n\u003Cmark>In\u003C/mark> questo podcast si affronta il tema della guerra alle droghe, della riduzione del danno, del rapporto tra sostanze e detenzione, grazie a un'intervista alle Chemical Sisters.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 30 ore 22:30 - Musick To Play \u003Cmark>In\u003C/mark> The Dark intervista i The Danse Society 71 minuti [Radio Blackout, Musick to play \u003Cmark>in\u003C/mark> the dark]:\r\n\r\nUna lunga intervista chiacchierata, realizzata con due componenti dei The Danse Society, all'interno della trasmissione Musick to play \u003Cmark>in\u003C/mark> the dark.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 30 ore 00:30 - IconOut Records - Disco funk mix 61 minuti [IconOut Records]:\r\n\r\nMixtape sul genere disco funk compilato dalla IconOut Records.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 31 ore 9 - Ruanda 1994 26 minuti [Radio Blackout, Radio Kalakuta]:\r\n\r\nA 30 anni dal genocidio dei Tutsi e degli Hutu moderati raccontiamo gli antefatti della colonizzazione belga che ha seminato l’odio etnico e le responsabilita’ dei francesi nel sostegno al governo dell’hutu power .\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 31 ore 16 - Podcast Franti pt. 4 53 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione \u003Cmark>in\u003C/mark> cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 1 ore 9 - Sfruttamento settore alberghiero 22 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nInchiesta e testimonianze sullo sfruttamento nel settore alberghiero e del lusso\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 1 ore 15 - American punk hc 80's - Illinois 62 minuti [Radio Blackout, Radio kebab]:\r\n\r\nSpeciale prodotto da Radio Kebab sul punk hardcore statunitense degli anni '80, con estratti di letture tratte dal libro \"American punk hardcore - Una storia tribale\" di Steven Blush.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 1 ore 19 - L'alba di tutto pt.3 73 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nL’alba di tutto è un libro che ha la modesta pretesa di riscrivere la storia dell’umanità, partendo da presupposti tanti banali quanto innovativi: e se trattassimo gli esseri umani (tutti) come capaci di ragionare, decidere, scegliere per se stessi e sperimentare modalità di organizzazione sociale? Se smettessimo di proiettare le nostre istanze politiche su un passato di migliaia e migliaia di anni? Se studiassimo i reperti archeologici con sguardo libero e non con i prosciutti liberali sugli occhi? Ci renderemmo conto che la storia dell’umanità è stata un carosello di infinite possibilità di organizzazione sociale, moltissime delle quali avevano modalità pratiche per contenere il potere e garantire la libertà a tutt.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 2 ore 9 Lettera Samah Jabr su massacro a Gaza 11 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\n“Testimoniare affinché le umiliazioni, le torture, le conseguenze dell’occupazione non rimangano sepolte nel silenzio e non consumino per sempre l’anima di chi vi si oppone”.\r\n\r\nLettura di un messaggio di Samah Jabr, psichiatra Palestinese che lavora a Gaza, inviato al collettivo anti-psichiatrico Antonin Artaud il 17/11/2023\r\n\r\nAutrice del libro “Dietro i fronti. Cronache di una psichiatra psicoterapeuta palestinese sotto occupazione” e “Sumud. Resistere all’oppressione” editi da Sensibili alle foglie.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 2 ore 13:30 Intervista al musicista portoghese RAIA 22 minuti [Radio Blackout, No trip for cats]:\r\n\r\nIntervista al musicista portoghese RAIA realizzata dalla redazione di No Trip For Cats\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 2 ore 19 Quelli della THC Blob 40 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nIl meglio di “Quelli della THC” remixato per il vostro sballo ma anche per la vostra cura.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 3 ore 9 Un sabato italiano megamix 61 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]:\r\n\r\nMixtape di musica italiana realizzato durante il periodo pandemico da radio kebab\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 3 ore Una tendenza eccessiva \u003Cmark>in\u003C/mark> tutto 60 minuti [Federico Pit]:\r\n\r\n\u003Cmark>In\u003C/mark> memoria di Alberto Grifi e di tuttɜ lɜ giovanɜ del Parco Lambro\r\n\r\nDiscorso iniziale di Fabrizio Passarella - Digital collage realizzati con pagine di giornali e riviste di movimento del periodo\r\n\r\nDedicato a M.\r\n\r\nIl mixtape rende omaggio al movimento italiano degli anni '70 ricordando la storia del « meraviglioso disastro» dell'edizione del 1976 del « festival del proletariato giovanile di Parco Lambro ».\r\n\r\nAlla sua sesta edizione il festival, nato dal sogno di unire la parte psichedelica del movimento con la parte più politicizzata (legata alle esperienze dei gruppi quali \u003Cmark>Lotta\u003C/mark> continua, Avanguardia Operaia, ecc.) registra la sua più grande crisi.\r\n\r\nSi verifica infatti una grossa spaccatura tra l'organizzazione del festival e la base dellɜ partecipantɜ.\r\n\r\nQuella di Parco Lambro è un’aggregazione sociale e politica, che vuole creare una città temporanea dentro la città. Ad affluire al festival sono ragazzɜ dei circoli del proletariato giovanile, delle radio libere, i collettivi femministi e omosessuali, alternativɜ e freaks.\r\n\r\nIl« personale» è politico, il comunismo si vuole concreto, sfacciato e immediato, la festa deve essere di tuttɜ. La contestazione della dimensione commerciale del festival si trasforma subito \u003Cmark>in\u003C/mark> una domanda di autogestione. Il palco viene occupato. Contro il caro prezzi di cibi e bevande cominciano gli espropri e contro tutti gli schemi morali borghesi si organizza una gigantesca tarantella e si comincia a ballare nudi. Sul lungo '68 italiano tuttavia, e anche su Parco Lambro, comincia ad affacciarsi anche « l'angelo del male »dell'eroina.\r\n\r\nGli Area, il leggendario gruppo psichedelico di Demetrio Stratos cominciano il loro live suonando « Caos parte II »: il pianista srotola due cavi scoperti \u003Cmark>in\u003C/mark> mezzo al pubblico collegati ad un sintetizzatore che se toccati interagiscono col suono e alzano le frequenze dello strumento.Subito dopo, il gruppo attacca con la sua versione de L'Internazionale.\r\n\r\nMusiche da queste label incredibili: Turspios, Random Numbers, Worst Records e altre...\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 3 ore 23:30 Dengue Dengue Dengue live al blackout fest 2018 72 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUna tempesta tropicale digitalizzata, sparata attraverso contorsioni di cumbia oscura e mega bassi direttamente dalla registrazione del live al Blkackout fest 2018\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 4 ore 9 Con gli insorti Naxaliti pt. 1 e pt. 2 24 e 32 minuti [Radio Alpi libere]:\r\n\r\nBenvenuti \u003Cmark>in\u003C/mark> India. La più grande Democrazia del mondo. Vessillo della Modernità trionfante.«…foreste, \u003Cmark>montagne\u003C/mark> e sistemi idrici vengono devastati dalle razzie delle multinazionali… interi ecosistemi vengono distrutti dalle miniere di bauxite e minerale ferroso…».Un «ecocidio» fatto di deportazioni, desertificazione e una vera e propria campagna militare, lanciata dal governo indiano contro la dilagante sollevazione armata delle popolazioni tribali e dei guerriglieri naxaliti.Sul cammino del Progresso, infuria la guerra civile…\r\n\r\nArundhati Roy è una scrittrice, non è una militante “maoista”. Armata di curiosità, ha vissuto con i guerriglieri naxaliti nelle zone tribali dell’India \u003Cmark>in\u003C/mark> cui brucia l’insurrezione, realizzando un reportage intenso, ricco di spunti preziosi. Non è un’ideologia preconfezionata, ma il contatto epidermico con i miliziani e con la gente dei villaggi, nelle giornate di marcia nella foresta e nelle notti passate insieme sotto le stelle, a dare forma alla sua narrazione e, con essa, alla sua limpida e inequivocabile scelta di campo.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 4 ore 20 Occult punk gang compilation per RBO 61 minuti [Occult punk gang]:\r\n\r\nOccult Punk Gang produce manifesti fotocopiati male da una grigia Milano, fa concerti e diffonde musica malsana. \u003Cmark>In\u003C/mark> questa edizione digitale puoi trovare un set fatto per Radio Blackout.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 4 ore 22 Il direttore del teatro pt. 1 11 minuti [Michele Mazzani]:\r\n\r\nUna scurissima parabola del totalitarismo a cura del maestro svizzero Friedrich Dürrenmatt, letta e interpretata dal maestro della Scarnanza Michele Mazzani.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 4 ore 00:30 Stato Brado Italo Libera Vinyl Mix 2020 50 minuti [Stato Brado]:\r\n\r\nA journey into freak music, groovy records, italo disco and everything \u003Cmark>in\u003C/mark> between run by Gabriele Guazzo.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n 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Fuori da ogni intento apologetico, la lettura dei testi contenuti in questa pubblicazione può fornire alcuni spunti di riflessione sulle possibili prospettive anti-politiche di una lotta contro l’istituzione carceraria, che non si può concepire senza attaccare in tutti i suoi aspetti la società che la ospita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Os-Cangaceiros.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 16 ore 12 - Ruanda 1994 26 minuti [Radio blackout, Radio kalakuta]:\r\n\r\nA 30 anni dal genocidio dei Tutsi e degli Hutu moderati raccontiamo gli\r\nantefatti della colonizzazione belga che ha seminato l’odio etnico e le\r\nresponsabilita’ dei francesi nel sostegno al governo dell’hutu power .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Ruanda-1994_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 17 ore 8,30 - Lettera di Samah Jabr su massacro a Gaza 11 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\n“Testimoniare affinché le umiliazioni, le torture, le conseguenze dell’occupazione non rimangano sepolte nel silenzio e non consumino per sempre l’anima di chi vi si oppone”.\r\n\r\nLettura di un messaggio di Samah Jabr, psichiatra Palestinese che lavora a Gaza, inviato al collettivo anti-psichiatrico Antonin Artaud il 17/11/2023\r\n\r\nAutrice del libro “Dietro i fronti. Cronache di una psichiatra psicoterapeuta palestinese sotto occupazione” e “Sumud. Resistere all’oppressione” editi da Sensibili alle foglie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Lettera-Samah-Jabr-su-massacro-a-Gaza-tradotta_10.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 18 ore 8,30 - Report su AI e confini 22 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nEstratti dalle puntate del 17 e 24 luglio 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia:\r\n\r\nSi è recentemente tenuto un incontro internazionale – curato da Statewatch e EuroMed Rights – sulle frontiere tecnologiche della Fortezza Europa.\r\n\r\nAscoltiamo alcuni contributi inviatici da Antonella Napolitano, curatrice del report Artificial intelligence: the new frontier of the EU’s border externalisation strategy nei quali si affronta la dimensione economica, tecnologica, ma anche di eccezione normativa e morale, che caratterizza le evoluzioni della War on Migrants.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/BH_ai-borders_20min.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 ore 8,30 - Escartoun, la federazione delle libertà 23 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nItinerari di autonomia, eresia e resistenza nelle Alpi Occidentali.\r\n\r\nNel 1713 il Trattato di Utrecht pone fine alla vicenda storica della Confederazione degli Escartons. Formalmente nata nel 1343 con la Grande Charte des Libertès Briançonnaises, essa è in realtà il culmine di un’organizzazione secolare di comunità federate tra loro, eredi di una millenaria resistenza che oppone i montanari delle Alpi ai poteri che si sono susseguiti nei tentativi di “pacificare” e “normalizzare” un territorio ribelle, sempre in lotta a difesa della propria autonomia. Un cammino incompiuto, come dimostra la resistenza che in Valsusa continua; una resistenza che oggi, confrontandosi con i propri precedenti passi, non può che acquistare ulteriore consapevolezza e forza per le battaglie presenti e per quelle a venire.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Escarton-radio-alpi-libere_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 ore 13,30 - San Basilio 8/9/1974 29 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nRicordo di una battaglia che tra il 5 e l’8 Settembre del ’74 coinvolse l’intero quartiere di San Basilio, e non solo, in una dura lotta di strada contro governo e polizia. Un ricordo vivido nel suo significato più indimenticabile: fu una ribellione giusta in cui nessuno chinò la testa; e allo stesso tempo un ricordo cangiante rielaborato attorno a piccoli dettagli e aneddoti consegnati ad un’oralità fluttuante come la memoria.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/San-Basilio-8_9_1974_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 ore 20,30 - Quelli della THC Blob 40 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nIl meglio di “Quelli della THC” remixato per il vostro sballo ma anche per la vostra cura.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Quelli-della-THC-Blob_40mp3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 ore 9,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.3 26 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_3Tullio-Togni_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 ore 19,30 - Con gli insorti Naxaliti pt.1 24 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nBenvenuti in India. La più grande Democrazia del mondo. Vessillo della Modernità trionfante.«…foreste, montagne e sistemi idrici vengono devastati dalle razzie delle multinazionali… interi ecosistemi vengono distrutti dalle miniere di bauxite e minerale ferroso…».Un «ecocidio» fatto di deportazioni, desertificazione e una vera e propria campagna militare, lanciata dal governo indiano contro la dilagante sollevazione armata delle popolazioni tribali e dei guerriglieri naxaliti.Sul cammino del Progresso, infuria la guerra civile…\r\n\r\nArundhati Roy è una scrittrice, non è una militante “maoista”. Armata di curiosità, ha vissuto con i guerriglieri naxaliti nelle zone tribali dell’India in cui brucia l’insurrezione, realizzando un reportage intenso, ricco di spunti preziosi. Non è un’ideologia preconfezionata, ma il contatto epidermico con i miliziani e con la gente dei villaggi, nelle giornate di marcia nella foresta e nelle notti passate insieme sotto le stelle, a dare forma alla sua narrazione e, con essa, alla sua limpida e inequivocabile scelta di campo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Con-gli-insorti-Naxaliti-nel-cuore-della-foresta-indiana_1@radio-alpi-libere_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 20 ore 20,30 - Con gli insorti Naxaliti pt.2 32 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Con-gli-insorti-Naxaliti-nel-cuore-della-foresta-indiana_2@-radio-alpi-libere.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 21 ore 10 - Cinema Underground: Antonio Margheriti 18 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nAnthony M. Dawson,regista,sceneggiatore ed effettista. Un maestro dei generi del cinema italiano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/CinemaUndergroundAntonioMargheriti_18.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 21 ore 13,30 - Maggot Brain 23 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nApprofondimento dedicato all’album dei Funkadelic uscito nel 1971.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Maggot-Brain_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","15 Aprile 2024","2024-04-21 17:04:44","Black Holes dal 15 al 21 aprile",1713199389,[513,514,518,519,1219,522,1220,1221,527,530,531,534,537,538,1222,557,558,567,568,1223,572,576,577,580,581,586,588,593,1224,1225,601,1226,602,604,607,608,1227,618,622,1228,625,1229,632,633,634,635,642,1230,1231,1232,643,1233,647,648,651,1234,664,666,1235,671],"http://radioblackout.org/tag/antonio-margheriti/","http://radioblackout.org/tag/audiocapitoli-di-porfido/","http://radioblackout.org/tag/audiodocumentario/","http://radioblackout.org/tag/effetti-speciali/","http://radioblackout.org/tag/funkadelic/","http://radioblackout.org/tag/lotta-anticarceraria/","http://radioblackout.org/tag/lotta-per-la-casa/","http://radioblackout.org/tag/maggot-brain/","http://radioblackout.org/tag/movimento-per-la-casa/","http://radioblackout.org/tag/os-cangaceiros/","http://radioblackout.org/tag/porfido/","http://radioblackout.org/tag/sabotaggio/","http://radioblackout.org/tag/sahara/","http://radioblackout.org/tag/saharawi/","http://radioblackout.org/tag/san-basilio/","http://radioblackout.org/tag/tullio-togni/","http://radioblackout.org/tag/underground/",[685,686,690,691,1237,694,1238,1239,698,701,702,705,708,709,1240,26,727,736,737,1241,741,745,382,748,749,372,755,760,1242,1243,766,1244,376,768,771,772,1245,380,785,1246,788,1247,795,370,796,797,804,1248,1249,1250,805,1251,809,810,813,1252,826,828,1253,833],"Antonio Margheriti","audiocapitoli di Porfido","audiodocumentario","effetti speciali","Funkadelic","lotta anticarceraria","lotta per la casa","Maggot brain","movimento per la casa","Os Cangaceiros","Porfido","sabotaggio","Sahara","saharawi","san basilio","tullio togni","underground",{"post_content":1255,"tags":1258},{"matched_tokens":1256,"snippet":844,"value":1257},[73,72]," \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 16 ore 8,30 - Sfruttamento settore alberghiero 22 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nInchiesta e testimonianze sullo sfruttamento nel settore alberghiero e del lusso\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Sfruttamento-settore-alberghiero_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 16 ore 11,30 - Os Cangaceiros 11 minuti [Porfido]:\r\n\r\nTeoria e pratica di \u003Cmark>lotta\u003C/mark> contro le prigioni condotta \u003Cmark>in\u003C/mark> Francia nella seconda metà degli anni ’80. Fuori da ogni intento apologetico, la lettura dei testi contenuti \u003Cmark>in\u003C/mark> questa pubblicazione può fornire alcuni spunti di riflessione sulle possibili prospettive anti-politiche di una \u003Cmark>lotta\u003C/mark> contro l’istituzione carceraria, che non si può concepire senza attaccare \u003Cmark>in\u003C/mark> tutti i suoi aspetti la società che la ospita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Os-Cangaceiros.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 16 ore 12 - Ruanda 1994 26 minuti [Radio blackout, Radio kalakuta]:\r\n\r\nA 30 anni dal genocidio dei Tutsi e degli Hutu moderati raccontiamo gli\r\nantefatti della colonizzazione belga che ha seminato l’odio etnico e le\r\nresponsabilita’ dei francesi nel sostegno al governo dell’hutu power .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Ruanda-1994_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 17 ore 8,30 - Lettera di Samah Jabr su massacro a Gaza 11 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\n“Testimoniare affinché le umiliazioni, le torture, le conseguenze dell’occupazione non rimangano sepolte nel silenzio e non consumino per sempre l’anima di chi vi si oppone”.\r\n\r\nLettura di un messaggio di Samah Jabr, psichiatra Palestinese che lavora a Gaza, inviato al collettivo anti-psichiatrico Antonin Artaud il 17/11/2023\r\n\r\nAutrice del libro “Dietro i fronti. Cronache di una psichiatra psicoterapeuta palestinese sotto occupazione” e “Sumud. Resistere all’oppressione” editi da Sensibili alle foglie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Lettera-Samah-Jabr-su-massacro-a-Gaza-tradotta_10.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 18 ore 8,30 - Report su AI e confini 22 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nEstratti dalle puntate del 17 e 24 luglio 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia:\r\n\r\nSi è recentemente tenuto un incontro internazionale – curato da Statewatch e EuroMed Rights – sulle frontiere tecnologiche della Fortezza Europa.\r\n\r\nAscoltiamo alcuni contributi inviatici da Antonella Napolitano, curatrice del report Artificial intelligence: the new frontier of the EU’s border externalisation strategy nei quali si affronta la dimensione economica, tecnologica, ma anche di eccezione normativa e morale, che caratterizza le evoluzioni della War on Migrants.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/BH_ai-borders_20min.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 19 ore 8,30 - Escartoun, la federazione delle libertà 23 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nItinerari di autonomia, eresia e resistenza nelle Alpi Occidentali.\r\n\r\nNel 1713 il Trattato di Utrecht pone fine alla vicenda storica della Confederazione degli Escartons. 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Oltre alla documentazione delle mattanze di civili, sono arrivate notizie anche di una imponente carovana composta da membri del Fronte al-Nusra, di al-Qaeda, dell'ISIS e dell'SNA dirette nelle aree dove sono maggiormente concentrare le comunità di fede nusayri-alawita.\r\n\r\nI massacri continuano anche ora mentre stiamo registrando, nella sera del nove marzo, e l'Osservatorio Siriano per i diritti umani conta ormai centinaia di civili alawiti uccisi nella regione costiera dalle cosìddette forze di sicurezza e dai gruppi alleati tramite esecuzioni seguite da saccheggi e distruzione delle proprietà. L'accusa che pare muovere queste operazioni è quella di presunta fedeltà al regime caduto di Assad, le cui tecniche di guerra vengono ora replicate dalle milizie di HTS che lanciano indiscriminatamente esplosivi dagli elicotteri, come le forze di Bashar Assad facevano a inizio della guerra.\r\n\r\nGià dalla prima mattina si sono tenute proteste di parte della popolazione delle principali aree costiere, in particolare in prossimità delle basi russe ancora presenti sul territorio, per chiedere l'intervento dell'esercito contro le bande assassine di al Jolani e dello stato fascista turco che hanno ripreso questi massacri. non si tratta tuttavia di una risposta limitata alla situazione di queste notti, perchè già nei giorni precedenti in diverse aree della Siria si erano formate proteste simili contro il governo di transizione e l'attuale processo costituente.\r\n\r\nE' inoltre delle ultime ore di questa giornata la notizia che le forze fedeli all'amministrazione di Damasco hanno attaccato il checkpoint nel quartiere Shex Meqsoud di Aleppo, che è fin ora autoamministrato e protetto dalle forza di difesa democratiche, le SDF. 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Le donne difendono se stesse e le loro società con sacrificio, eroismo e resilienza senza precedenti in tutti gli ambiti della vita. Migliaia di belle anime combatterono eroicamente in queste terre e furono martirizzate nella lotta per la libertà. Donne provenienti da tutto il mondo e dal Kurdistan si sono riversate nella rivoluzione e hanno scritto poemi epici con il loro coraggio. (...) Ancora una volta, persone di tutte le fedi, gruppi etnici e colori si abbracciarono e furono testimoni di questa lotta storica. Questa lotta sarà coronata dalla vittoria con la fede, la conoscenza, la volontà e il potere delle donne.\"\r\n\r\n Riguardo all'appello del leader Apo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana le compagne riportano il grande entusiasmo che ha suscitato nel popolo e in particolare nelle donne, che ne hanno tratto forza rinnovata anche per affrontare un otto marzo di celebrazioni e lotta. \"Riteniamo - scrivono - che la chiamata di Leader APO sia significativa e preziosa. 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Questo anche la rivoluzione del Rojava lo sa ed è infatti in occasione delle celebrazioni dell'otto marzo del 1998 che il leader Ocalan ha invitato le compagne a teorizzare e rendere strategia rivoluzionaria l'ideologia di liberazione della donna. Dove tutti i socialismi precedenti hanno fallito, lì le donne del Rojava hanno posto le basi profonde per una vita libera in primis dal patriarcato, unendo alla lotta di classe quella di genere. \r\n\r\nL'auto-organizzazione delle donne era iniziata nella guerriglia nel 1993, ma è dal congresso del 1995 che anche per il PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui presidente è tutt'ora Abdullah Ocalan, diventa una necessità ineludibile dell'organizzazione rivoluzionaria. 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Constatata, anche nelle più rosse lotte di liberazione nazionale, la mancanza di profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme di oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi di oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica di violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva di Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima colonia è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma di autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche di questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere di Imrali, un messaggio di speranza e di affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti di una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme di città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore di Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!","11 Marzo 2025","2025-03-11 14:25:38","Otto marzo: giornata internazionale della donna lavoratrice. 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Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e \u003Cmark>in\u003C/mark> particolare gli uomini socialisti, si questionino \u003Cmark>in\u003C/mark> maniera radicale su se e come sono \u003Cmark>in\u003C/mark> grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo \u003Cmark>in\u003C/mark> cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo \u003Cmark>in\u003C/mark> cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti \u003Cmark>in\u003C/mark> questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra \u003Cmark>lotta\u003C/mark>.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore di Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!",[1413],{"field":82,"matched_tokens":1414,"snippet":1410,"value":1411},[72,73],{"best_field_score":89,"best_field_weight":90,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":45,"score":159,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":45},{"document":1417,"highlight":1430,"highlights":1435,"text_match":87,"text_match_info":1438},{"comment_count":45,"id":1418,"is_sticky":45,"permalink":1419,"podcastfilter":1420,"post_author":1421,"post_content":1422,"post_date":1423,"post_excerpt":51,"post_id":1418,"post_modified":1424,"post_thumbnail":1425,"post_title":1426,"post_type":404,"sort_by_date":1427,"tag_links":1428,"tags":1429},"63888","http://radioblackout.org/podcast/smontiamo-la-gabbia/",[352],"liberationfront","In vista del corteo di domenica 18 in solidarietà con gli/le orsi/e rinchiusi/e nel bunker di Casteller in Trentino, abbiamo sentito Marco dell'assemblea antispecista.\r\nLa storia del ripopolamento degli orsi in trentino inizia negli anni '90 col progetto Life Ursus con lo scopo di introdurre nuove specie al fine di attirare turisti nelle verdeggianti montagne trentine. Peccato che gli orsi non siano statue e si comportano da orsi: riproducendosi, mangiando, difendendosi, valicando confini di cui non ne immaginano neppure l'esistenza creando, con questi comportamenti, paura e sgomento tra cittadini e visitatori. Non un euro dei finanziamenti è stato investito per progetti di convivenza con questa specie, anzi politici di destra e sinistra hanno strumentalizzato la paura reagendo con uccisioni e imprigionamenti.\r\n\r\nPiù di tutti il leghista Fugatti, presidente della provincia di Trento, che ha fatto della caccia all'orso una vera e propria crociata. E se non sono gli orsi sono i lupi, o i cinghiali, o le marmotte o gli uccelli, insomma Fugatti ha nei cacciatori e negli allevatori il suo più grande bacino di voti e cerca di ingraziarseli strumentalizzando la paura, come dimostrano gli enormi (quasi 1 milione) finanziamenti della provincia alle associazioni venatorie che, assurdamente, gestiscono anche centri faunistici, il censimento gli animali selvatici, le cure e la detenzione, come nel caso del Casteller.\r\n\r\nIn questo bunker gli/le ors* rinchius* stanno lottando con tentativi di fughe, autolesionismo, scioperi della fame, tentativi di distruggere la struttura. Gli/le ors* cercano e rivendicano la propria libertà.\r\n\r\nRitrovo ore 11 stazione di Villazzano - Trento\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/orsi-liberi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIl volantino di lancio della manifestazione:\r\n\r\nFra il 1999 e il 2002 viene realizzato in provincia di Trento il Progetto Life Ursus finanziato dall’Unione Europea, con finalità di ripopolamento degli orsi bruni, all’epoca sostanzialmente estinti nell’arco alpino. Evidentemente, qualche ors* nei boschi fa bene al turismo e alle casse provinciali, deve aver pensato qualcuno. Ma bastano pochi anni e ci si rende conto che la presenza dell’orso Yoghi non è compatibile con un modello di turismo consumista e invasivo, nel contesto di un territorio in realtà ampiamente antropizzato.\r\n\r\nIl risultato 20 anni dopo: 34 ors* “indisciplinati* scompars*, uccis*, imprigionat*. Tra loro gli orsi (chiamati dalle autorità) M49 e M57 e l’orsa DJ3, attualmente detenut* nella struttura/prigione del Casteller, la cui gestione è - con macabra ironia - affidata all’Associazione dei Cacciatori Trentini. M49 evade clamorosamente, superando e forzando barriere e recinzioni apparentemente invalicabili, nella notte del 15 luglio 2019 (neanche un’ora dopo esser stato catturato a causa delle numerose denunce di danni da parte degli allevatori della zona) e fugge nuovamente il 27 luglio 2020, per poi venire nuovamente catturato poche settimane fa. Suoi compagni di prigionia DJ3 (figlia di Daniza, probabilmente l’orsa più tristemente nota nella mala gestione della provincia di Trento) reclusa da ben 9 anni (metà della sua vita) ed M57, riuscito a trascorrere solo due anni della sua vita in libertà prima di essere imprigionato (la vita media di un orso in natura è fra i 30 e i 35 anni). È notizia di questi giorni che le condizioni psico-fisiche dei tre plantigradi sono state definite “inaccettabili” persino dagli organi di controllo istituzionali che, come da copione, propongono per voce delle associazioni veterinarie la costituzione di “comitati etici” per ripulirsi la faccia con la solita favola del “benessere animale”.\r\n\r\nLa classe politica che ha governato il Trentino ha più volte dimostrato tutti i limiti e l’ipocrisia di un’impostazione antropocentrica rispetto alla convivenza con gli altri animali. Ovviamente le cose non sono né cambiate né migliorate dall’insediamento della nuova giunta leghista (sì, proprio loro: i machisti dei banchetti a base di carne d'orso).\r\n\r\nI milioni di euro che per il Progetto Life Ursus la Provincia ha ricevuto dall’Europa andavano spesi molto diversamente: progetti di educazione nelle scuole, formazione mirata agli operatori turistici, sensibilizzazione e informazione a tappeto a residenti e turisti, nell’ottica di una convivenza pacifica e rispettosa. E invece? E invece questa specie è stata presa, piazzata sul territorio, tolta dal territorio, uccisa, imprigionata, mostrata, nascosta, a seconda delle esigenze del potere.\r\n\r\nMa in conseguenza di quali colpe è stato deciso che la coercizione fisica di questi animali fosse necessaria? Il fatto è che gli animali selvatici hanno la pessima abitudine di comportarsi da tali. Non sono peluche, non sono gli animali depressi e tristi che vediamo negli zoo, resi inoffensivi dalla rassegnazione e dalle sbarre. Sono ors* che, come tutti gli individui, vogliono “solo” vivere liber*, scegliere cosa mangiare, dove andare, cosa esplorare, come giocare, oziare, odorare; e che, come chiunque altr*, se si sentono infastidit* o minacciat* reagiscono e si difendono. Ors* che fanno gli ors*, insomma.\r\n\r\nCome gli esseri umani da sempre hanno resistito alle oppressioni e alle discriminazioni, anche tutti gli animali non umani mal sopportano prigionia e sfruttamento, aggrediscono per difendersi e provano a fuggire, talvolta con successo. È ora di aprire gli occhi, di comprendere che gli animali non umani sono l’avanguardia del movimento di liberazione animale. È ora di smettere di pensare che gli altri animali siano creature senza voce, per le quali è necessario usare la nostra. La voce è espressione di potere e descrivere gli animali come privi di essa toglie potere alle loro esperienze di ribellione. Oltre la narrazione tossica dell’animalismo “classico”, che vede gli altri animali come inermi che solo degli umani illuminati possono adoperarsi a salvare, esiste una consistente storia di ribelli e di ribellione ancora tutta da raccontare, di fronte alla quale il posizionamento degli individui umani non può che considerarsi come mera solidarietà. Riconosciamo la capacità degli animali di sottrarsi allo sfruttamento umano come una forza socialmente non trascurabile, una forza in grado di muovere le energie di associazioni, singole persone, gruppi locali verso una solidarietà che può essere definita senza dubbio politica. Una solidarietà attiva che si esprime nella consapevolezza di condurre lotte comuni tra sfruttati, indipendentemente dalla specie di appartenenza. Aprendoci alla possibilità di adozione di un inedito sguardo decoloniale, scegliamo di dismettere il nostro privilegio di specie per metterlo al servizio della resistenza animale.\r\n\r\nNell’operato della Giunta Fugatti in questo particolare frangente, riconosciamo con evidenza le stesse politiche repressive nei confronti di tutti quei corpi indecorosi ed eccedenti, che varcano confini ed esprimono volontà di autodeterminazione, che mille volte abbiamo visto all’opera nei più disparati contesti di resistenza. Da sempre solidali con la lotta di chi viola i confini per riprendersi la libertà, ci schieriamo senza esitazioni dalla parte degli/le ors* ribelli.\r\n\r\nNella persecuzione contro di loro nella nostra piccola, periferica provincia non possiamo non individuare la comune matrice della più grande e cieca persecuzione ai danni di tutte le forme di vita terrestri che sta determinando a livello planetario la catastrofe climatica ormai alle porte.\r\n\r\nPer questa ragione, nella decisione di schierarci al fianco di questi corpi resistenti, facciamo appello per allargare la mobilitazione a tutte le soggettività ed i collettivi impegnati nelle lotte ecotransfemministe, antirazziste, antifasciste e per la giustizia climatica, a tutt* coloro che credono che la mobilitazione contro la guerra totale al vivente attualmente in corso da parte del sistema capitalista vada fermata non tanto - per dirla con un’altra narrazione tossica - per “salvare il pianeta”, ma per provare a garantire alla nostra specie e a tutte le altre (animali e vegetali) la possibilità di continuare ad abitare la Terra. Crediamo fermamente che solo l’intersezione di tutte queste lotte possa ambire a scardinare il paradigma del capitalismo antropocentrico che ci ha già condotti dentro la sesta estinzione di massa. Un sistema rapace che attraverso un meccanismo distopico e perfetto distrugge e strappa territori ad animali ed umani, capitalizzando ogni respiro. E che avvelena anche il linguaggio ed il pensiero, relegando nella dimensione dell’irrilevanza e del silenzio, minorizzandole, tutte quelle identità che si discostano dal paradigma proprietario dell’antropocentrismo colonialista maschio e bianco. Noi non ci stiamo, e ci batteremo perché i prossimi mesi ed anni vedano l’attraversamento delle piazze da parte di una nuova ondata di ribellione globale generalizzata. Iniziamo da qui. Restituiamo agli/le ors* i boschi e le montagne in cui sono nati/e liber*.\r\n\r\n ","16 Ottobre 2020","2020-10-17 18:04:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/m49-200x110.jpg","smontiamo la gabbia",1602868099,[],[],{"post_content":1431},{"matched_tokens":1432,"snippet":1433,"value":1434},[78,73],"ors* i boschi e le \u003Cmark>montagne\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> cui sono nati/e liber*.\r\n\r\n ","\u003Cmark>In\u003C/mark> vista del corteo di domenica 18 \u003Cmark>in\u003C/mark> solidarietà con gli/le orsi/e rinchiusi/e nel bunker di Casteller \u003Cmark>in\u003C/mark> Trentino, abbiamo sentito Marco dell'assemblea antispecista.\r\nLa storia del ripopolamento degli orsi \u003Cmark>in\u003C/mark> trentino inizia negli anni '90 col progetto Life Ursus con lo scopo di introdurre nuove specie al fine di attirare turisti nelle verdeggianti \u003Cmark>montagne\u003C/mark> trentine. 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La voce è espressione di potere e descrivere gli animali come privi di essa toglie potere alle loro esperienze di ribellione. Oltre la narrazione tossica dell’animalismo “classico”, che vede gli altri animali come inermi che solo degli umani illuminati possono adoperarsi a salvare, esiste una consistente storia di ribelli e di ribellione ancora tutta da raccontare, di fronte alla quale il posizionamento degli individui umani non può che considerarsi come mera solidarietà. Riconosciamo la capacità degli animali di sottrarsi allo sfruttamento umano come una forza socialmente non trascurabile, una forza \u003Cmark>in\u003C/mark> grado di muovere le energie di associazioni, singole persone, gruppi locali verso una solidarietà che può essere definita senza dubbio politica. Una solidarietà attiva che si esprime nella consapevolezza di condurre lotte comuni tra sfruttati, indipendentemente dalla specie di appartenenza. 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