","L'amianto uccide anche in cassazione","post",1416486738,[60,61,62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/amianto/","http://radioblackout.org/tag/asbestosi/","http://radioblackout.org/tag/eternit/","http://radioblackout.org/tag/iacoviello/","http://radioblackout.org/tag/impunita/","http://radioblackout.org/tag/morti-bianche/","http://radioblackout.org/tag/schmiheiny/","http://radioblackout.org/tag/sentenza-cassazione/",[69,19,70,23,17,27,21,31],"amianto","eternit",{"post_content":72,"tags":78},{"matched_tokens":73,"snippet":76,"value":77},[74,75],"morti","bianche","dei padroni e declassificando le \u003Cmark>morti\u003C/mark> \u003Cmark>bianche\u003C/mark> a episodi prescritti, anche se","Un nuovo atto della commedia della Giustizia dei padroni ha calato il sipario in modo brutale e offensivo sulla vicenda giudiziaria dell'Eternit, sancendo l'impunità dei padroni e declassificando le \u003Cmark>morti\u003C/mark> \u003Cmark>bianche\u003C/mark> a episodi prescritti, anche se magari non ancora avvenuti o solo annunciati.\r\n\r\nIacoviello è un procuratore generale tristemente noto per i suoi tentativi di salvare i potenti, da Dell'Utri ad Andreotti, da Squillante a Mannino, fino a De Gennaro: era quasi impossibile che data la creazione di un precedente utilizzabile nelle cause di \u003Cmark>morti\u003C/mark> \u003Cmark>bianche\u003C/mark> e il valore anche internazionale della senrtenza che condannava Schmidheiny, il padrone svizzero consapevole di uccidere con le sue fabbriche d'amianto, avrebbe trovato un cavillo per ribaltare il giudizio che aveva inferto 18 anni di reclusione al responsabile di 2200 \u003Cmark>morti\u003C/mark> e 800 malati. Stavolta Iacoviello ha superato se stesso, però ha dovuto ammettere che la legge non è uguale per tutti, o meglio che il Diritto (dei padroni) non coincide con la Giustizia e la magistratura, dovendo scegliere, sta con quel Diritto, ovviamente e per propria costituzione. Quindi non ci resta che la lotta nelle piazze e la sollevazione sociale, soprattutto quando persino la stampa mainstream si scopre indignata e riempie di retorica le prime pagine, ma si guarda bene dallo scoperchiare questa semplice verità: nelle aule difficilmente si ottiene giustizia.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Michele Michelino del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, che era presente ieri in Corte di Cassazione\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2014.11.20-amianto",[79,81,83,85,87,89,92,94],{"matched_tokens":80,"snippet":69},[],{"matched_tokens":82,"snippet":19},[],{"matched_tokens":84,"snippet":70},[],{"matched_tokens":86,"snippet":23},[],{"matched_tokens":88,"snippet":17},[],{"matched_tokens":90,"snippet":91},[74,75],"\u003Cmark>morti\u003C/mark> \u003Cmark>bianche\u003C/mark>",{"matched_tokens":93,"snippet":21},[],{"matched_tokens":95,"snippet":31},[],[97,102],{"field":34,"indices":98,"matched_tokens":99,"snippets":101},[38],[100],[74,75],[91],{"field":103,"matched_tokens":104,"snippet":76,"value":77},"post_content",[74,75],1157451471441625000,{"best_field_score":107,"best_field_weight":108,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":46,"score":110,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",{"document":112,"highlight":126,"highlights":135,"text_match":141,"text_match_info":142},{"cat_link":113,"category":114,"comment_count":46,"id":115,"is_sticky":46,"permalink":116,"post_author":49,"post_content":117,"post_date":118,"post_excerpt":52,"post_id":115,"post_modified":119,"post_thumbnail":120,"post_thumbnail_html":121,"post_title":122,"post_type":57,"sort_by_date":123,"tag_links":124,"tags":125},[43],[45],"5146","http://radioblackout.org/2011/11/morti-sul-lavoro-ben-otto-in-30-ore/","L'escalation di morti bianche provoca le critiche e gli appelli di sindacati e associazioni di categoria. 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Alessio Ariotto\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/diretta-con-avv-alessio-ariotto.mp3\"] Scarica file","24 Novembre 2011","2025-09-24 22:01:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/thissen1-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"294\" height=\"171\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/thissen1.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Morti sul lavoro: ben otto in 30 ore",1322135903,[],[],{"post_content":127,"post_title":131},{"matched_tokens":128,"snippet":129,"value":130},[74,75],"L'escalation di \u003Cmark>morti\u003C/mark> \u003Cmark>bianche\u003C/mark> provoca le critiche e gli","L'escalation di \u003Cmark>morti\u003C/mark> \u003Cmark>bianche\u003C/mark> provoca le critiche e gli appelli di sindacati e associazioni di categoria. Il presidente dell'Anmil si rivolge direttamente al ministro Fornero, a cui chiede \"azioni mirate e condivise contro questa piaga sociale\". 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Il drammatico appello alla comunità internazionale può condurre anche a una campagna di boicottaggio assimilabile a quello messo in atto contro i prodotti israeliani a sostegno della lotta palestinese contro l'apartheid, intraprendendo l'invito a non incrementare l'industria del turismo.\r\nMa un aspetto singolare della vicenda deriva dal fatto che la lotta dei Pelle Rossa è speculare a quella dei Colli Rossi texani, le comunità bianche e bovare del sud che si trovano a sparare fucilate agli operai che si avventurano nei loro territori per costruire un gasdotto rifiutato dalle popolazioni locali. 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Di lavoro che uccide, di padroni che lucrano, delle vite operaie che non valgono il costo di un estintore.\r\nLa strage dell'acciaieria torinese divenne storia collettiva perché la lunga agonia degli operai uccisi dall'incuria e dalla sete di profitto, in condizioni di lavoro che parevano storia di altri tempi, restituì alla nostra città la loro umanità. Ne abbiamo visto i volti, ascoltato lo strazio dei parenti, riconosciuto in loro quello che tanti di noi siamo o siamo stati.\r\nMeno note sono le storie migranti, le storie dei lavoratori in nero, senza documenti, senza volto che muoiono più degli altri perché più ricattabili, più soli, più schiacciati dalle leggi che ne fanno mere pedine nel gioco del profitto. Eppure se oggi si vive peggio, se il lavoro è sempre più duro, se il ricatto dell'occupazione ci strangola, se gli omicidi bianchi e le morti nere si moltiplicano dipende anche dal nostro silenzio di fronte alla condizione dei nuovi schiavi, degli immigrati, senza carte e senza tutele, quando si accetta in silenzio la schiavitù di alcuni, si collabora a forgiare le catene per tutti.\r\nAnarres ne ha parlato con Marco Rovelli, autore, tra gli altri, di \"Servi\" e \"Il lavoro uccide\".\r\n\r\nAscolta l'intervista: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/2012-12-07-marco-Rovelli-lavoro-uccide-migranti.mp3|titles=2012 12 07 marco Rovelli lavoro uccide migranti]\r\n\r\nscarica l'audio","10 Dicembre 2012","2018-10-17 23:00:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/Photoxpress_2997375-200x110.jpg","Il lavoro uccide. 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Poi abbiamo trasmesso gli interventi da Piazza Palazzo di città, dove si è tenuto uno de presidi programmati dai vari coordinamenti No Green Pass registrati da noi durante lo sciopero.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/F_m_15_02_Sciopero-15-Febbraio-intervista-interventi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","20 Febbraio 2022","2022-02-25 19:26:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/morti-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 15/02/2022",1645357651,[],[],{"post_content":327},{"matched_tokens":328,"snippet":329,"value":330},[74,75],"tema sicurezza sul lavoro e \u003Cmark>morti\u003C/mark> \u003Cmark>bianche\u003C/mark>. La delicatezza dell'argomento è stata","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto sul tema sicurezza sul lavoro e \u003Cmark>morti\u003C/mark> \u003Cmark>bianche\u003C/mark>. 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Poi coloro che non sono di turno per la guardia o la cucina siedono in cerchio per l'\"auto-educazione\" con l'aiuto dei libri che custodiscono gelosamente. \"Un paese non può essere libero se le donne non sono libere. La schiavitù della donna é la base di tutte le altre schiavitù.\" Infine l'ultima battaglia contro i barbuti di Daesh che vogliono riportare indietro la storia di molti secoli. Adesso Avesta riposa sotto una lastra di pietra bianca con sopra il suo nome e una stella rossa, sulla montagna del Qandil. Buon ascolto.\r\n\r\nAltri libri di Marco Rovelli:\r\n\r\n\"I lager italiani - I centri di permanenza temporanea. Da Lampedusa a Milano, la storia dei clandestini reclusi senza colpa. Disperazione, solitudine, diritti violati. Com'é possibile? La sconfitta di un paese civile.\" BUR 2006:\r\n\r\n\"Lavorare uccide - Perdere la vita sul lavoro in Italia accade troppo spesso. Un viaggio alla scoperta delle vite nascoste dietro le cosiddette morti bianche. 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Accendere un riflettore sui prepotenti primi cento giorni del mandato trumpiano alla Casa Bianca con uno storico come Gian Giacomo Migone significa anche comprendere quali strategie di contenimento del declino americano può permettersi l'amministrazione americana, scoperchiando l'evidenza della dissoluzione del ruolo di gendarme pure nell'ultimo focolaio di tensione che sfrutta il momento di vacanza imperiale per sondare quali sviluppi potrebbe avere lo scontro indo-pakistano sul contenzioso relativo al Kashmir (diviso nelle sue tre componenti etno-religiose) incancrenito nel postcolonialismo del subcontinente indiano. Ne abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, con il quale avevamo preconizzato la potenziale esplosione innescata con l'attentato di Pahalgam. Ma anche il dinamismo polacco in materia militare e il conseguente avvicinamento delle due caserme Nato nell'Europa centrorientale: Germania e Polonia sono rivali per il primato militare in Europa e si alleano all'unica potenza nucleare del continente, sfruttando le paure scatenate da una Russia apparentemente aggressiva, anche se non avrebbe interesse a invadere Alessandro Ajres allude a una \"libido\" putiniana in un delirio di espansione imperiale, la paura del quale forse la società polacca ha introiettato in questi anni di destra estrema, alternati a centrodestra, che hanno sviluppato lo sviluppo economico per foraggiare l'industria bellica.\r\n\r\n\r\n\r\nNé India, né Pakistan trovano convenienza in uno scontro frontale ora sulla ottantennale \"questione del Kashmir\", eppure sta avvenendo ed è… esplosiva, nel senso che entrambe sono dotate di armamenti nucleari. L’India ha una preponderanza in ogni arma, ma quando si parla di nucleare e di dispute religioso-nazionaliste tra stati retti da fanatici difficilmente ne esce un vincitore vivo.\r\nCon Matteo Miavaldi percorriamo la china che ha portato a questa situazione pericolosa che ha già prodotto decine di morti dalla strage di Pahalgham del 22 aprile, quando un commando jihadista ha ucciso 26 indiani in Kashmir, evidenziando l’impreparazione dell’intelligence di Dehli e scatenando la reazione unitaria della nazione indiana che due settimane dopo ha prodotto una quarantina di morti con il bombardamento dell’Operazione Sindoor contro il Pakistan, i cui vertici negano ogni responsabilità nell’innesco della spirale. L’escalation muscolare è pari a quella propagandistica, tanto che è difficile accettare e prendere per buone quasi tutte le ricostruzioni che provengono da ciascuno dei contendenti.\r\nLa storia del Jammu-Kashmir è travagliata dal dopoguerra: in comune con le vicende israelo-palestinesi non c’è solo il 1947 come data del vulnus, ma anche lo sfruttamento di ogni periodo in cui la diplomazia internazionale va in panne, permettendo all’apparato militare di risolvere con i suoi metodi le dispute; e forse si può individuare nel 2019 con la revoca dello stato semiautonomo della regione indiana una svolta a cui non si possono ricondurre questi risultati ma fu un avvio di un processo che ne ha consentito il deflagrare del problema in questi termini, perché ha prodotto un cambio nella composizione delle credenze e nella maggiore presenza culturale hindu tra la popolazione delle regioni di confine. Le conseguenze non possono che essere le risposte reciproche più violente dalla creazione del Bangla Desh dal Pakistan Orientale.\r\nE a fronte di un evento di portata così storica le reazioni internazionali o i tentativi di interposizione per arrivare a una pacificazione dell’area sono risibili da parte di tutte le potenze globali, peraltro difficilmente potrebbero venire accettate dai rispettivi nazionalismi dei contendenti. La Cina si è offerte come mediatrice, appalesando un interesse precipuo alla composizione del conflitto, benché sia chiaro che l’interesse di Pechino è il mantenimento del territorio pakistano, storico alleato e indispensabile corridoio per la Belt Road Initiative; facendo da contrappeso all’immediato sostegno di Israele alla rappresaglia indiana, tanto assimilabile alla reazione assassina dell’entità sionista a Gaza.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/7IBzky3YF9FknUxHEN6yWV?si=bHv964OURDqoJY5k3qRDSA\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Innesco-e-propaganda-in-Kashmir_Miavaldi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast sull'Estremo oriente si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nTusk partecipa ai summit sul destino della guerra con Merz e Macron, a dimostrazione della sua potenza militare che sfida la preminenza europea dei due partner, esaltando il nazionalismo di matrice romantica mai realmente venuto meno al paese, che negli ultimi 2/3 decenni ha raddoppiato il pil e livellato i tassi di povertà delle componenti sociali. Sottoposto questo paesaggio ad Alessandro Ajres, ci ha fatto notare come questo sia potuto accadere in seguito all’alternanza al potere dei rappresentanti della sacca rurale retriva e conservatrice che vota l'estrema destra del PiS e di quelli del centro destra liberal-conservatore che trova i propri consensi nelle metropoli e nei bacini minerari e navali. La matrice militare e reazionaria – sempre meno sfumata in entrambi i campi dalla forza della chiesa cattolica, che ha disperso la potenza data dal fanatismo dei tempi wojtyliani – si fonda su una produzione industriale a basso costo, e l’importanza della posizione geografica, che la pone tra quegli stati europei a ridosso del confine con i territori controllati da Mosca che cavalcano le paure dell’orso russo e le fomentano per spostare capitali statali verso il settore bellico (che drena il 5 per cento del pil ormai da anni).\r\nQuesta situazione pone la Polonia nella condizione di incalzare la potenza militare tedesca e la sua preminenza nel mettere a disposizione territorio e basi missilistiche al sistema di guerra occidentale; e questa spirale le consente inoltre di essere il faro della fazione degli impauriti baltici, inserendosi nella tradizione deel destre nazionaliste dell'Esteuropa. Ed è in questo contesto che diventa interessante vedere come anziché scontrarsi sembra che Polonia e Germania uniscano le loro forze per sostenere una politica europea a loro immagine.\r\nLa Polonia e i suoi fratelli comprende sia le repubbliche baltiche, sia gli altri stati ex sovietici, in cui la recrudescenza antirussa ha prodotto frange sempre più ampie di nostalgie fasciste che impastano un po' tutta la regione di nazionalismi fanatici, più che romantici.\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/gli-assi-di-potere-europei-inglobano-la-polonia--66032024\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/La-Polonia-e-i-suoi-fratelli_Ajres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti relativi alla regione pannonica, balcanica e caucasica si trovano qui\r\n\r\nCon Giangiacomo Migone che fra le altre cose ha insegnato storia dell'America del nord all'università di Torino ,parliamo delle fratture all'interno della società americana e della crisi di egemonia di cui l'elezione di Trump è la conseguenza. Trump si è rivolto ad un altro elettorato ,la parte dei bianchi americani impoveriti dalla globalizzazione che ha mangiato i posti di lavoro che sono stati delocalizzati altrove .Trump prende atto che gli USA nonostante la potenza militare non sono più l'egemone e la sua visione incarna la nostalgia della grandezza americana che vorrebbe far rivivere nonostante la concorrenza della Cina che ha invece una percezione multipolare del mondo.\r\nNonostante la torsione autoritaria che è incarnata dalla politica trumpiana ci sono delle resistenze all'interno del tessuto sociale americano che si manifestano nelle università ,nell'opposizione dei tribunali ai decreti del presidente che non considera i contrappesi istituzionali e si concretizzano anche nelle affollate piazze che stanno seguendo il tour contro l'oligarchia del senatore Sanders e di Alexandra Ocasio Cortez. La politica di Trump è al servizio dell'1% più ricco e alimenta la guerra fra poveri delle classi medie impoverite bianche contro gli immigrati .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-specchio-della-crisi-di-egemonia-degli-usa--66055851\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-DI-ORIONE-08052025-MIGONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSi è affrontata il sovranismo imperante dall'avvento del Trump Revenge qui\r\n\r\n ","11 Maggio 2025","2025-05-14 00:54:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 08/05/2025 - IL NUOVO ASSE MILITARE PARIGI BERLINO VARSAVIA A DIFESA DAGLI USA DI TRUMP MENTRE ESPLODE LA REGIONE INDO-PAKISTANA.",1746964824,[370],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[273],{"post_content":373},{"matched_tokens":374,"snippet":375,"value":376},[74],"ha già prodotto decine di \u003Cmark>morti\u003C/mark> dalla strage di Pahalgham del","In questa puntata \"Bastioni di Orione\" torna a toccare vari punti dell'orbe terraqueo che sono in qualche modo collegati tra loro. Accendere un riflettore sui prepotenti primi cento giorni del mandato trumpiano alla Casa Bianca con uno storico come Gian Giacomo Migone significa anche comprendere quali strategie di contenimento del declino americano può permettersi l'amministrazione americana, scoperchiando l'evidenza della dissoluzione del ruolo di gendarme pure nell'ultimo focolaio di tensione che sfrutta il momento di vacanza imperiale per sondare quali sviluppi potrebbe avere lo scontro indo-pakistano sul contenzioso relativo al Kashmir (diviso nelle sue tre componenti etno-religiose) incancrenito nel postcolonialismo del subcontinente indiano. Ne abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, con il quale avevamo preconizzato la potenziale esplosione innescata con l'attentato di Pahalgam. Ma anche il dinamismo polacco in materia militare e il conseguente avvicinamento delle due caserme Nato nell'Europa centrorientale: Germania e Polonia sono rivali per il primato militare in Europa e si alleano all'unica potenza nucleare del continente, sfruttando le paure scatenate da una Russia apparentemente aggressiva, anche se non avrebbe interesse a invadere Alessandro Ajres allude a una \"libido\" putiniana in un delirio di espansione imperiale, la paura del quale forse la società polacca ha introiettato in questi anni di destra estrema, alternati a centrodestra, che hanno sviluppato lo sviluppo economico per foraggiare l'industria bellica.\r\n\r\n\r\n\r\nNé India, né Pakistan trovano convenienza in uno scontro frontale ora sulla ottantennale \"questione del Kashmir\", eppure sta avvenendo ed è… esplosiva, nel senso che entrambe sono dotate di armamenti nucleari. L’India ha una preponderanza in ogni arma, ma quando si parla di nucleare e di dispute religioso-nazionaliste tra stati retti da fanatici difficilmente ne esce un vincitore vivo.\r\nCon Matteo Miavaldi percorriamo la china che ha portato a questa situazione pericolosa che ha già prodotto decine di \u003Cmark>morti\u003C/mark> dalla strage di Pahalgham del 22 aprile, quando un commando jihadista ha ucciso 26 indiani in Kashmir, evidenziando l’impreparazione dell’intelligence di Dehli e scatenando la reazione unitaria della nazione indiana che due settimane dopo ha prodotto una quarantina di \u003Cmark>morti\u003C/mark> con il bombardamento dell’Operazione Sindoor contro il Pakistan, i cui vertici negano ogni responsabilità nell’innesco della spirale. L’escalation muscolare è pari a quella propagandistica, tanto che è difficile accettare e prendere per buone quasi tutte le ricostruzioni che provengono da ciascuno dei contendenti.\r\nLa storia del Jammu-Kashmir è travagliata dal dopoguerra: in comune con le vicende israelo-palestinesi non c’è solo il 1947 come data del vulnus, ma anche lo sfruttamento di ogni periodo in cui la diplomazia internazionale va in panne, permettendo all’apparato militare di risolvere con i suoi metodi le dispute; e forse si può individuare nel 2019 con la revoca dello stato semiautonomo della regione indiana una svolta a cui non si possono ricondurre questi risultati ma fu un avvio di un processo che ne ha consentito il deflagrare del problema in questi termini, perché ha prodotto un cambio nella composizione delle credenze e nella maggiore presenza culturale hindu tra la popolazione delle regioni di confine. Le conseguenze non possono che essere le risposte reciproche più violente dalla creazione del Bangla Desh dal Pakistan Orientale.\r\nE a fronte di un evento di portata così storica le reazioni internazionali o i tentativi di interposizione per arrivare a una pacificazione dell’area sono risibili da parte di tutte le potenze globali, peraltro difficilmente potrebbero venire accettate dai rispettivi nazionalismi dei contendenti. La Cina si è offerte come mediatrice, appalesando un interesse precipuo alla composizione del conflitto, benché sia chiaro che l’interesse di Pechino è il mantenimento del territorio pakistano, storico alleato e indispensabile corridoio per la Belt Road Initiative; facendo da contrappeso all’immediato sostegno di Israele alla rappresaglia indiana, tanto assimilabile alla reazione assassina dell’entità sionista a Gaza.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/7IBzky3YF9FknUxHEN6yWV?si=bHv964OURDqoJY5k3qRDSA\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Innesco-e-propaganda-in-Kashmir_Miavaldi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast sull'Estremo oriente si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nTusk partecipa ai summit sul destino della guerra con Merz e Macron, a dimostrazione della sua potenza militare che sfida la preminenza europea dei due partner, esaltando il nazionalismo di matrice romantica mai realmente venuto meno al paese, che negli ultimi 2/3 decenni ha raddoppiato il pil e livellato i tassi di povertà delle componenti sociali. Sottoposto questo paesaggio ad Alessandro Ajres, ci ha fatto notare come questo sia potuto accadere in seguito all’alternanza al potere dei rappresentanti della sacca rurale retriva e conservatrice che vota l'estrema destra del PiS e di quelli del centro destra liberal-conservatore che trova i propri consensi nelle metropoli e nei bacini minerari e navali. La matrice militare e reazionaria – sempre meno sfumata in entrambi i campi dalla forza della chiesa cattolica, che ha disperso la potenza data dal fanatismo dei tempi wojtyliani – si fonda su una produzione industriale a basso costo, e l’importanza della posizione geografica, che la pone tra quegli stati europei a ridosso del confine con i territori controllati da Mosca che cavalcano le paure dell’orso russo e le fomentano per spostare capitali statali verso il settore bellico (che drena il 5 per cento del pil ormai da anni).\r\nQuesta situazione pone la Polonia nella condizione di incalzare la potenza militare tedesca e la sua preminenza nel mettere a disposizione territorio e basi missilistiche al sistema di guerra occidentale; e questa spirale le consente inoltre di essere il faro della fazione degli impauriti baltici, inserendosi nella tradizione deel destre nazionaliste dell'Esteuropa. Ed è in questo contesto che diventa interessante vedere come anziché scontrarsi sembra che Polonia e Germania uniscano le loro forze per sostenere una politica europea a loro immagine.\r\nLa Polonia e i suoi fratelli comprende sia le repubbliche baltiche, sia gli altri stati ex sovietici, in cui la recrudescenza antirussa ha prodotto frange sempre più ampie di nostalgie fasciste che impastano un po' tutta la regione di nazionalismi fanatici, più che romantici.\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/gli-assi-di-potere-europei-inglobano-la-polonia--66032024\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/La-Polonia-e-i-suoi-fratelli_Ajres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti relativi alla regione pannonica, balcanica e caucasica si trovano qui\r\n\r\nCon Giangiacomo Migone che fra le altre cose ha insegnato storia dell'America del nord all'università di Torino ,parliamo delle fratture all'interno della società americana e della crisi di egemonia di cui l'elezione di Trump è la conseguenza. Trump si è rivolto ad un altro elettorato ,la parte dei bianchi americani impoveriti dalla globalizzazione che ha mangiato i posti di lavoro che sono stati delocalizzati altrove .Trump prende atto che gli USA nonostante la potenza militare non sono più l'egemone e la sua visione incarna la nostalgia della grandezza americana che vorrebbe far rivivere nonostante la concorrenza della Cina che ha invece una percezione multipolare del mondo.\r\nNonostante la torsione autoritaria che è incarnata dalla politica trumpiana ci sono delle resistenze all'interno del tessuto sociale americano che si manifestano nelle università ,nell'opposizione dei tribunali ai decreti del presidente che non considera i contrappesi istituzionali e si concretizzano anche nelle affollate piazze che stanno seguendo il tour contro l'oligarchia del senatore Sanders e di Alexandra Ocasio Cortez. La politica di Trump è al servizio dell'1% più ricco e alimenta la guerra fra poveri delle classi medie impoverite \u003Cmark>bianche\u003C/mark> contro gli immigrati .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-specchio-della-crisi-di-egemonia-degli-usa--66055851\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-DI-ORIONE-08052025-MIGONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSi è affrontata il sovranismo imperante dall'avvento del Trump Revenge qui\r\n\r\n ",[378],{"field":103,"matched_tokens":379,"snippet":375,"value":376},[74],{"best_field_score":208,"best_field_weight":144,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":209,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":46},{"document":382,"highlight":399,"highlights":404,"text_match":407,"text_match_info":408},{"comment_count":46,"id":383,"is_sticky":46,"permalink":384,"podcastfilter":385,"post_author":340,"post_content":386,"post_date":387,"post_excerpt":52,"post_id":383,"post_modified":388,"post_thumbnail":389,"post_title":390,"post_type":287,"sort_by_date":391,"tag_links":392,"tags":398},"48119","http://radioblackout.org/podcast/la-perla-di-labuan-20-aprile-2018-i-luoghi-oscuri-di-james-ellroy/",[247],"\"Una calza di nylon e un laccio di cotone erano avvolti intorno al collo. Entrambi affondati nella pelle\". Il 22 giugno 1958 venne trovato il cadavere di Jean Ellroy. Suo figlio di 10 anni cominciò il suo viaggio tra carceri minorili e comunità alloggio, piccoli furti (soprattutto di biancheria intima femminile) e abuso di alcol e droghe. Si chiamava Lee Earl Ellroy, ma lo cambiò in James Ellroy perché gli sembrava \"troppo da pappone negro\". Scopriremo in \"I miei luoghi oscuri\" come si formò il suo mondo mentale, che poi riversò nei suoi romanzi cupi e crudi. Lo alimentarono i romanzacci pulp, film come \"L'ombra del passato\" e \"La fiamma del peccato\" e le serie TV come \"Dragnet\" e \"Il fuggitivo\", ma soprattutto la cronaca nera che, in tutti i risvolti possibili, divenne la sua ossessione: \"Gli uomini uccidono perché ubriachi, stonati o incazzati. Gli uomini uccidono per fare impressione su altri uomini. Gli uomini uccidono per poterne parlare.\" Nel 1948 il cadavere di Elizabeth Short venne trovato tagliato in due. Era un'attricetta di Hollywood, vestiva sempre di nero e i giornalisti la chiamarono \"la dalia nera\" ispirandosi al film \"La dalia azzurra\" del 1946 diretto da George Marshall con Alan Ladd e Veronica Lake. Negli anni successivi centinaia di mitomani si autoaccusarono, una donna scrisse un libro per accusare suo padre di essere l'assassino di Elizabeth Short. James Ellroy vi si ispirò per \"The Black Dahlia\" da cui Brian de Palma trasse nel 2006 l'omonimo film. La Dalia Nera Non fu il primo caso di cronaca nera che sconvolse e divise l'opinione pubblica americana. Nel 1892 a Fall River i coniugi Andrew e Agnes Borden furono trovati in un lago di sangue, le teste fracassate a colpi d'ascia. Fu incriminata la figlia Lizzie Borden, che era l'unica persona presente in casa. L'assoluzione non le risparmiò canzoni, vignette e filastrocche. Ormai scrittore affermato, James Ellroy cercò di ritrovare il rapporto con sua madre frugando in vecchi incartamenti e interrogando vecchi poliziotti che avevano indagato sul suo omicidio (i pochi che nel frattempo non erano morti). \"Avevo voglia di piantare per sempre la scuola e di vivere a tempo pieno le mie ossessioni. Ero destinato a diventare un grande romanziere. Il mio vero curriculum erano i libri e i film che amavo.\" Né l'assassino di Elizabeth Short né quello di Jean Ellroy vennero mai scoperti.\r\n\r\nBuon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/ESCOPOST_ELLROY.mp3\"][/audio]","14 Giugno 2018","2019-06-05 08:49:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/ELLEROY1-200x110.jpg","I LUOGHI OSCURI DI JAMES ELLROY - LA PERLA DI LABUAN 20/4/2018",1528990531,[393,394,395,396,397],"http://radioblackout.org/tag/brian-de-palma/","http://radioblackout.org/tag/elizabeth-short/","http://radioblackout.org/tag/james-ellroy/","http://radioblackout.org/tag/jean-ellroy/","http://radioblackout.org/tag/lizzie-borden/",[267,271,262,260,265],{"post_content":400},{"matched_tokens":401,"snippet":402,"value":403},[75],"alloggio, piccoli furti (soprattutto di \u003Cmark>bianche\u003C/mark>ria intima femminile) e abuso di","\"Una calza di nylon e un laccio di cotone erano avvolti intorno al collo. 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Era un'attricetta di Hollywood, vestiva sempre di nero e i giornalisti la chiamarono \"la dalia nera\" ispirandosi al film \"La dalia azzurra\" del 1946 diretto da George Marshall con Alan Ladd e Veronica Lake. Negli anni successivi centinaia di mitomani si autoaccusarono, una donna scrisse un libro per accusare suo padre di essere l'assassino di Elizabeth Short. James Ellroy vi si ispirò per \"The Black Dahlia\" da cui Brian de Palma trasse nel 2006 l'omonimo film. La Dalia Nera Non fu il primo caso di cronaca nera che sconvolse e divise l'opinione pubblica americana. Nel 1892 a Fall River i coniugi Andrew e Agnes Borden furono trovati in un lago di sangue, le teste fracassate a colpi d'ascia. Fu incriminata la figlia Lizzie Borden, che era l'unica persona presente in casa. L'assoluzione non le risparmiò canzoni, vignette e filastrocche. Ormai scrittore affermato, James Ellroy cercò di ritrovare il rapporto con sua madre frugando in vecchi incartamenti e interrogando vecchi poliziotti che avevano indagato sul suo omicidio (i pochi che nel frattempo non erano \u003Cmark>morti\u003C/mark>). \"Avevo voglia di piantare per sempre la scuola e di vivere a tempo pieno le mie ossessioni. Ero destinato a diventare un grande romanziere. 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