","Biocarburanti, motori elettrici, crisi climatica","post",1680627419,[60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/biocarburanti/","http://radioblackout.org/tag/capitalismo/","http://radioblackout.org/tag/clima/","http://radioblackout.org/tag/co2/","http://radioblackout.org/tag/motori-elettrici/","http://radioblackout.org/tag/ue/",[29,27,67,17,31,15],"clima",{"post_content":69,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":70,"snippet":73,"value":74},[71,72],"motori","elettrici","dell’Italia di inserire, accanto ai \u003Cmark>motori\u003C/mark> \u003Cmark>elettrici\u003C/mark>, l’utilizzo dei biocarburanti per auto","L’Unione Europea ha respinto per ora la richiesta dell’Italia di inserire, accanto ai \u003Cmark>motori\u003C/mark> \u003Cmark>elettrici\u003C/mark>, l’utilizzo dei biocarburanti per auto e furgoni nuovi. L’ENI ha enormi interessi nella produzione dei biocarburanti e quindi il governo preme in tal senso. Nell’UE si combatte una battaglia senza esclusione di colpi tra interessi diversi di fronte alla necessità di ridurre le emissioni di CO2, e, quindi la corsa verso il punto di non ritorno della crisi climatica che investe il pianeta.\r\nResta aperto un grosso interrogativo: esistono soluzioni tecniche per una crisi che ha le sue radici nelle prospettiva di un aumento illimitato delle merci prodotte e fatte circolare? O siamo di fronte a cure palliative che non riusciranno ad invertire la rotta?\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Turco, giornalista e attivista ambientale\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-04-turco-biocarb-clima.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":77},[71,72],"Biocarburanti, \u003Cmark>motori\u003C/mark> \u003Cmark>elettrici\u003C/mark>, crisi climatica",[79,81,83,85,87,90],{"matched_tokens":80,"snippet":29},[],{"matched_tokens":82,"snippet":27},[],{"matched_tokens":84,"snippet":67},[],{"matched_tokens":86,"snippet":17},[],{"matched_tokens":88,"snippet":89},[71,72],"\u003Cmark>motori\u003C/mark> \u003Cmark>elettrici\u003C/mark>",{"matched_tokens":91,"snippet":15},[],[93,99,102],{"field":34,"indices":94,"matched_tokens":96,"snippets":98},[95],4,[97],[71,72],[89],{"field":100,"matched_tokens":101,"snippet":77,"value":77},"post_title",[71,72],{"field":103,"matched_tokens":104,"snippet":73,"value":74},"post_content",[71,72],1157451471441625000,{"best_field_score":107,"best_field_weight":108,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":46,"score":110,"tokens_matched":38,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",13,3,"1157451471441625195",{"document":112,"highlight":131,"highlights":136,"text_match":139,"text_match_info":140},{"cat_link":113,"category":114,"comment_count":46,"id":115,"is_sticky":46,"permalink":116,"post_author":49,"post_content":117,"post_date":118,"post_excerpt":52,"post_id":115,"post_modified":119,"post_thumbnail":120,"post_thumbnail_html":121,"post_title":122,"post_type":57,"sort_by_date":123,"tag_links":124,"tags":130},[43],[45],"59779","http://radioblackout.org/2020/04/il-diluvio-universale-di-petrolio/","Per il petrolio non c'è più spazio. E non si intenda che ora di abbandonare il fossile come principale fonte energetica nel globo, tutt'altro. Mentre le grandi aziende dell'automobile lanciano grandi proclami sui motori elettrici, per immaginare nuovi scenari dopo il coronavirus, diventa allo stesso tempo difficile immaginare un mondo che faccia a meno del fossile fossile come ora che il costo è ai minimi storici. A terminare è infatti la disponibilità di stoccaggio nei vari siti, al punto che l'ipotesi di interrompere l'estrazione sarebbe un'ipotesi al momento neanche troppo remota. \r\nLa soglia dei 10 dollari al barile è oramai prossima, ed è importante ricordare che i costi di estrazione per ogni singolo barile permangono intorno ai 60. Non soprende che siano tante le petroliere, le più battenti bandiera a stelle e strisce, ancorate al largo dei giacimenti per mettere da parte quanto più petrolio possibile, per rimpinzare i propri magazzini. \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDal punto di vista economico la saudita Aramco, la più grande compagnia di idrocarburi al mondo con una valutazione patrimoniale da oltre 2000 miliardi di dollari, corre ai ripari, anche per non danneggiare eccessivamente il suo titolo sbarcato in borsa in tempi recenti, entrando a gamba tesa nelle quote di Eni, Equinor, Shell e Total, ovvero le più grandi compagnie petrolifere europee.\r\n\r\n\r\nL'intervento molto informato e la sottile analisi del momento è di Enrico Duranti, militante No Triv di Crema:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020_04_23_meno-barili-al-giorno.mp3\"][/audio]\r\nNeanche questo tracollo consentirà di abbandonare il fossile?","24 Aprile 2020","2020-04-24 13:39:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/oil-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/oil-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/oil-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/oil-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/oil-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/oil.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il diluvio universale... di petrolio",1587735556,[125,126,127,128,129],"http://radioblackout.org/tag/aramco/","http://radioblackout.org/tag/crisi-del-petrolio/","http://radioblackout.org/tag/gazprom/","http://radioblackout.org/tag/opec/","http://radioblackout.org/tag/shale/",[23,33,25,19,21],{"post_content":132},{"matched_tokens":133,"snippet":134,"value":135},[71,72],"dell'automobile lanciano grandi proclami sui \u003Cmark>motori\u003C/mark> \u003Cmark>elettrici\u003C/mark>, per immaginare nuovi scenari dopo","Per il petrolio non c'è più spazio. 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il secondo ambito è quello ludico, parliamo dei cosiddetti \"quadricotteri\" dotati quindi di 4 eliche, una piccola telecamera, una capacità di carico rimanente di pochi grammi, un'autonomia di pochissimi minuti, pilotabili tramite rete wifi con smartphone/tablet e quindi con un campo d'azione di qualche decina di metri, il tutto alla modica cifra di pochissime centinaia di euro, tanto per passare il tempo (http://ardrone2.parrot.com/); il terzo ambito, quello che si vorrebbe trattare in questa puntata de \"il bit c'è o non c'è\", è quello degli scenari di sviluppo professionale ed eventualmente repressivo dei droni, parliamo di quadricotteri, esacotteri o ottacotteri gestiti da microcontrollori avanzati e dotati di parecchi sensori, capacità di carico vicine al kilogrammo per autonomie superiori alla mezzora ma soprattutto la capacità di essere pilotabili a grandi distanza o addirittura completamente autonome grazie al gps e con telecamere ad alta definizione (http://www.altrenotizie.org/esteri/5225-usa-vietato-criticare-i-droni.html , http://www.informa-azione.info/sorveglianza_tecnologica_primo_concorso_internazionale_di_caccia_alle_videocamere_di_sicurezza , http://www.informa-azione.info/droni_spia_anche_a_milano , http://roma.repubblica.it/multimedia/home/32270289 , http://www.lastampa.it/2013/03/27/tecnologia/il-drone-volante-delizia-dei-giornalisti-e-incubo-dei-cittadini-eV9wIX9cgLouwd1alBTIiM/pagina.html , http://www.lastampa.it/2012/12/18/multimedia/cronaca/il-drone-pizzica-i-parcheggiatori-abusivi-oPa2mZAu1ckIpNQyJtNRiP/pagina.html , http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=19019&boxone=5). Si può analizzare il fenomeno concentrandosi sulle aziende che ci campano e descrivere i loro prodotti o meglio approfondire cosa ha reso possibile questi scenari e ipotizzare quelli futuri, conoscendo le leggi della fisica, le regole dell'economia, un po' di antropologia e infine gli sviluppi raggiunti o che si stanno raggiungendo nei vari campi della tecnologia. Il primo aspetto da considerare è strettamente legato alla capacità di controllare il volo di un drone che sta su grazie a più eliche; da una parte ci sono alcuni motori che facendo girare delle eliche possono tenere su se stessi, il resto del velivolo ed un eventuale carico, da un altra parte abbiamo dei sensori che sanno indicare la posizione ed il movimento del velivolo, nel mezzo c'è un microcontrollore capace di regolare la velocità di rotazione dei motori secondo la posizione ed il movimento attuale e che si vuol raggiungere; la capitale mondiale dei microcontrollori è Ivrea grazie al mitico arduino, ogni approfondimento è lasciato al lettore, ma di sicuro nel panorama mondiale dei microcontrollori si sono raggiunti ragguardevoli risultati di capacità di elaborazione rispetto ai costi ed ai consumi elettrici. Il secondo aspetto da considerare dopo l'\"intelligenza\" è la potenza; per ogni veicolo non collegato a filo alla fonte di energia che lo fa muovere, occorre un \"serbatoio\" portatile di energia dotato di un fattore fondamentale, il rapporto kilowatt al kilogrammo, cioè quanta energia è concentrata nel proprio peso, per avere energia elettrica per alimentare motori elettrici le batterie al litio usate per cellulari e pc portatili, offrono ottime prestazioni, sempre in via di sviluppo, rispetto al loro costo, tenuto basso dalla produzione di massa. Il terzo aspetto sono i sensori secondo cui il drone può fare delle azioni: un giroscopio consente di sapere come è disposto sui 3 assi il drone, 3 accelerometri (uno per asse) consentono di sapere come invece si sta muovendo, un barometro da l'altitudine, un gps indica la posizione sul pianeta con precisione al metro, telemetri indicano la distanza da altri oggetti o dal suolo per migliorare l'atterraggio. Un altro aspetto non secondario è legato al controllo del velivolo, completamente autonomo può seguire un percorso, cambiarlo a seconda di vari aspetti, con un modem gprs o umts si può caricare via internet la missione, o sennò con il classico radiocomando fare volo \"acrobatico\" pilotato da un umano. L'ultimo aspetto è il \"payload\" del drone, cosa gli vogliamo far fare, nella stragrande maggioranza delle applicazioni abbiamo una foto/videocamera per riprese cinematografiche, per foto aeree o magari per videosorveglianza, con sensori ad alta definizione e magari con lenti molto luminose. A questo punto possiamo avere velivoli che possono spostarsi o restare fermi in qualsiasi punto del cielo, presidiando edifici o altri obiettivi strategici, magari ad un'altezza da terra che lo rendono invisibile e inudibile, con una bella telecamera ad alta definizione e perchè no la capacità di seguire un obiettivo, magari un cellulare la cui posizione viene rilevata costantemente dalle antenne a cui si collega, mandando in tempo reale ciò che sta filmando via internet su qualsiasi pc al mondo, il tutto a costo inferiore al migliaio di euro. Scenari allucinanti? E se i droni non lavorassero insieme ma in un unico sistema radiocontrollato? Magari chi lotta contro il MUOS sta lottando contro qualcosa di più di semplici antenne. Di sicuro la consapevolezza di cosa ci sta per riservare il futuro ce l'hanno in pochi, ma nessuna paranoia poichè capire che si sta per avere un problema è il primo passo da fare per riuscire a risolverlo.","13 Aprile 2013","2018-10-17 22:11:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/drone-200x110.jpg","La Drone","podcast",1365896448,[194,195,196,197],"http://radioblackout.org/tag/drone/","http://radioblackout.org/tag/bit/","http://radioblackout.org/tag/la-drone/","http://radioblackout.org/tag/quadricoptero/",[158,176,162,174],{"post_content":200},{"matched_tokens":201,"snippet":202,"value":203},[71,72],"avere energia elettrica per alimentare \u003Cmark>motori\u003C/mark> \u003Cmark>elettrici\u003C/mark> le batterie al litio usate"," \r\n\r\nbit_drone\r\n\r\nPrima di tutto occorre definire tre ambiti in cui si usa lo stesso termine\"drone\" col risultato di ingenerare spesso confusione o fraintendimenti: il primo è quello degli scenari bellici attuali e futuri e parliamo divelivoli molto simili a quelli da guerra ma senza pilota e quindi senza le sue due \"intelligenze\", quella di conduzione del mezzo e quella di sviluppo della missione, che vanno sostuite dai computer a bordo oppure da una rete di comunicazione per il controllo remoto oppure dalla combinazione di entrambe, per approfondire questi temi il blog di Antonio Mazzeo è una miniera di informazioni anche inerenti il MUOS a Niscemi (antoniomazzeoblog.blogspot.it), per capire invece quanto questi scenari siano tutt'altro che lontani interessante è l'articolo del 23esimo numero di Nunatak (www.ecn.org/peperonenero/nunatak.htm); il secondo ambito è quello ludico, parliamo dei cosiddetti \"quadricotteri\" dotati quindi di 4 eliche, una piccola telecamera, una capacità di carico rimanente di pochi grammi, un'autonomia di pochissimi minuti, pilotabili tramite rete wifi con smartphone/tablet e quindi con un campo d'azione di qualche decina di metri, il tutto alla modica cifra di pochissime centinaia di euro, tanto per passare il tempo (http://ardrone2.parrot.com/); il terzo ambito, quello che si vorrebbe trattare in questa puntata de \"il bit c'è o non c'è\", è quello degli scenari di sviluppo professionale ed eventualmente repressivo dei droni, parliamo di quadricotteri, esacotteri o ottacotteri gestiti da microcontrollori avanzati e dotati di parecchi sensori, capacità di carico vicine al kilogrammo per autonomie superiori alla mezzora ma soprattutto la capacità di essere pilotabili a grandi distanza o addirittura completamente autonome grazie al gps e con telecamere ad alta definizione (http://www.altrenotizie.org/esteri/5225-usa-vietato-criticare-i-droni.html , http://www.informa-azione.info/sorveglianza_tecnologica_primo_concorso_internazionale_di_caccia_alle_videocamere_di_sicurezza , http://www.informa-azione.info/droni_spia_anche_a_milano , http://roma.repubblica.it/multimedia/home/32270289 , http://www.lastampa.it/2013/03/27/tecnologia/il-drone-volante-delizia-dei-giornalisti-e-incubo-dei-cittadini-eV9wIX9cgLouwd1alBTIiM/pagina.html , http://www.lastampa.it/2012/12/18/multimedia/cronaca/il-drone-pizzica-i-parcheggiatori-abusivi-oPa2mZAu1ckIpNQyJtNRiP/pagina.html , http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=19019&boxone=5). 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Diviene subito un personaggio di spicco negli ambienti sovversivi e antifascisti ed organizza attorno a sé un nutrito gruppo di compagni. Sfumato il tentativo di raggiungere la Spagna rivoluzionaria nel ’36, si dedica in tutto e per tutto alla resistenza antifascista a Torino.\r\nCondannato per attività antifascista e propaganda anarchica e trascorsi alcuni anni di carcere e confino, diventa il comandante della VII brigata Sap delle Ferriere.\r\nIl compito delle Squadre di Azione Patriottica (Sap), che vedevano affiancati partigiani provenienti da diverse realtà politiche, era di difendere industrie e macchinari, sabotare la produzione, rafforzare la coscienza antifascista con la propaganda e prepararsi militarmente all’insurrezione. \r\nIl Moro, al comando della squadra di manovra Sap, sarà protagonista di vere e proprie azioni di guerra in stile gappista, fino a quando, nel fatidico aprile del ’45, troverà la morte in battaglia.\r\nIl 25 aprile a Torino la città è paralizzata dallo sciopero generale, scoppia l’insurrezione, e la città diventa a breve un campo di battaglia. Baroni e i suoi attaccano la stazione Dora e si guadagnano un successo, ma giunge una richiesta d’aiuto dalla Grandi Motori. Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco tedesco. È il 26 aprile. Il giorno dopo la città sarà completamente liberata dai fascisti, senza dover nemmeno aspettare l’arrivo delle formazioni esterne.\r\nIl 28 aprile i Volontari della libertà di tutte le formazioni percorrono le vie di Torino cantando le loro canzoni.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\n\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\n\r\nStiamo scivolando verso un baratro. È il baratro del fascismo che ritorna, che ritorna nelle strade, che ritorna nelle leggi sempre più razziste e liberticide.\r\nNon si contano più le aggressioni di fascisti e polizia contro immigrati e rom. Dal pogrom della Continassa agli omicidi fascisti di Firenze, dal sudamericano ucciso a Milano dalla polizia al ragazzo tunisino ammazzato a Ravenna dai carabinieri.\r\nUn vero bollettino di guerra. Una guerra aperta, una guerra scritta nel nostro stesso ordinamento giuridico, che sancisce che qualcuno può essere perseguito per quello che è, non per quello che fa. Come nella Germania nazista, come nell’Italia fascista. Sei rinchiuso, perseguitato, discriminato perché sei ebreo, rom, asociale, omosessuale, oppositore politico.\r\nSei escluso dai diritti umani, perché non sei davvero umano, sei inferiore e, quindi, pericoloso.\r\nDal 1988 sono 18.244 gli immigrati morti nel tentativo di attraversare la frontiera con la fortezza Europa.\r\nUna lunga strage, non diversa da quelle delle truppe coloniali di Mussolini in Libia e nel Corno d’Africa.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nChi ce la fa ad arrivare trova lavoro nero, salari infimi, paura, discriminazione, leggi razziste.\r\nChi viene pescato senza documenti sale gratis sulla macchina delle espulsioni: reclusione amministrativa sino a diciotto mesi e poi il ritorno con comodo volo di linea. A testa china e in silenzio. Se parli, se gridi che non vuoi andare via, se ti agiti per suscitare l’attenzione ti stringono i polsi con le fascette da elettricista, che fermano il sangue, incidono le carni e ti impacchettano la bocca con lo scotch. Perché questa pratica venisse alla luce c’è voluto un passeggero con un briciolo di umanità, mentre gli altri restavano in silenzio, infastiditi dall’indignazione di quell’unico che non riusciva a tollerare l’intollerabile.\r\nIn questo silenzio complice si annida il fascismo.\r\n\r\nIl processo di disumanizzazione dell’immigrato, rinchiuso nella gabbia semantica della clandestinità, che lo rende sospetto, probabilmente delinquente, sicuramente pericoloso, equiparabile ad una bestia feroce è parte integrante nella costruzione del consenso alle pratiche più indecenti.\r\nL’immigrato cui serrano le labbra a forza è come il cane cui viene imposta la museruola, come la tigre rinchiusa in gabbia, come il serpente cui viene tolto il veleno.\r\nMuseruole, gabbie, psicofarmaci narrano la bestialità di chi li usa.\r\nUna bestialità pervasiva, che rischia di farsi lessico comune, aberrante normalità, giudiziosa condotta. Un anestetico morale, un alibi collettivo.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nStiamo scivolando in un baratro: occorre fare barriera contro la barbarie che avanza, con l’azione diretta, senza deleghe, in prima persona.\r\nIn questo 25 aprile vogliamo ricordare le ragioni di tanti di quelli che combatterono e morirono, le ragioni di chi combatteva il fascismo perché portava in se il sogno di un’umanità senza stati né frontiere, solidale, dove l’uguaglianza reale si accompagnasse al rispetto ed alla salvaguardia delle differenze.\r\nQueste ragioni sono state dimenticate o gettate nel fango.\r\nSpetta a noi raccoglierle e farne una bandiera.\r\nSpetta a noi riprendere il cammino dei nostri padri e dei nostri nonni. Spetta a noi conquistare un nuovo aprile.\r\nA Torino la Resistenza continua, ogni giorno.","23 Aprile 2012","Mercoledì 25 aprile\r\nore 15\r\npresidio alla lapide al partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio è morto combattendo i nazifascisti\r\n\r\nRicordo, deposizione di fiori, musica – banchetti informativi antifascisti e antirazzisti – volantinaggio in quartiere – bicchierata in ricordo delle tante vittime del fascismo di ieri e di oggi.\r\nInterverranno Roberto Prato e Tobia Imperato\r\n\r\nSugli anarchici nella resistenza a Torino Ascolta l’intervista a Tobia:\r\n\r\n","2018-10-17 23:26:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/2012-04-23-manif-fat-25-aprile-copy-200x110.jpg","Torino 25 aprile. 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Diviene subito un personaggio di spicco negli ambienti sovversivi e antifascisti ed organizza attorno a sé un nutrito gruppo di compagni. Sfumato il tentativo di raggiungere la Spagna rivoluzionaria nel ’36, si dedica in tutto e per tutto alla resistenza antifascista a Torino.\r\nCondannato per attività antifascista e propaganda anarchica e trascorsi alcuni anni di carcere e confino, diventa il comandante della VII brigata Sap delle Ferriere.\r\nIl compito delle Squadre di Azione Patriottica (Sap), che vedevano affiancati partigiani provenienti da diverse realtà politiche, era di difendere industrie e macchinari, sabotare la produzione, rafforzare la coscienza antifascista con la propaganda e prepararsi militarmente all’insurrezione. \r\nIl Moro, al comando della squadra di manovra Sap, sarà protagonista di vere e proprie azioni di guerra in stile gappista, fino a quando, nel fatidico aprile del ’45, troverà la morte in battaglia.\r\nIl 25 aprile a Torino la città è paralizzata dallo sciopero generale, scoppia l’insurrezione, e la città diventa a breve un campo di battaglia. Baroni e i suoi attaccano la stazione Dora e si guadagnano un successo, ma giunge una richiesta d’aiuto dalla Grandi \u003Cmark>Motori\u003C/mark>. Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco tedesco. È il 26 aprile. Il giorno dopo la città sarà completamente liberata dai fascisti, senza dover nemmeno aspettare l’arrivo delle formazioni esterne.\r\nIl 28 aprile i Volontari della libertà di tutte le formazioni percorrono le vie di Torino cantando le loro canzoni.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\n\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\n\r\nStiamo scivolando verso un baratro. È il baratro del fascismo che ritorna, che ritorna nelle strade, che ritorna nelle leggi sempre più razziste e liberticide.\r\nNon si contano più le aggressioni di fascisti e polizia contro immigrati e rom. Dal pogrom della Continassa agli omicidi fascisti di Firenze, dal sudamericano ucciso a Milano dalla polizia al ragazzo tunisino ammazzato a Ravenna dai carabinieri.\r\nUn vero bollettino di guerra. Una guerra aperta, una guerra scritta nel nostro stesso ordinamento giuridico, che sancisce che qualcuno può essere perseguito per quello che è, non per quello che fa. Come nella Germania nazista, come nell’Italia fascista. Sei rinchiuso, perseguitato, discriminato perché sei ebreo, rom, asociale, omosessuale, oppositore politico.\r\nSei escluso dai diritti umani, perché non sei davvero umano, sei inferiore e, quindi, pericoloso.\r\nDal 1988 sono 18.244 gli immigrati morti nel tentativo di attraversare la frontiera con la fortezza Europa.\r\nUna lunga strage, non diversa da quelle delle truppe coloniali di Mussolini in Libia e nel Corno d’Africa.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nChi ce la fa ad arrivare trova lavoro nero, salari infimi, paura, discriminazione, leggi razziste.\r\nChi viene pescato senza documenti sale gratis sulla macchina delle espulsioni: reclusione amministrativa sino a diciotto mesi e poi il ritorno con comodo volo di linea. A testa china e in silenzio. Se parli, se gridi che non vuoi andare via, se ti agiti per suscitare l’attenzione ti stringono i polsi con le fascette da \u003Cmark>elettrici\u003C/mark>sta, che fermano il sangue, incidono le carni e ti impacchettano la bocca con lo scotch. Perché questa pratica venisse alla luce c’è voluto un passeggero con un briciolo di umanità, mentre gli altri restavano in silenzio, infastiditi dall’indignazione di quell’unico che non riusciva a tollerare l’intollerabile.\r\nIn questo silenzio complice si annida il fascismo.\r\n\r\nIl processo di disumanizzazione dell’immigrato, rinchiuso nella gabbia semantica della clandestinità, che lo rende sospetto, probabilmente delinquente, sicuramente pericoloso, equiparabile ad una bestia feroce è parte integrante nella costruzione del consenso alle pratiche più indecenti.\r\nL’immigrato cui serrano le labbra a forza è come il cane cui viene imposta la museruola, come la tigre rinchiusa in gabbia, come il serpente cui viene tolto il veleno.\r\nMuseruole, gabbie, psicofarmaci narrano la bestialità di chi li usa.\r\nUna bestialità pervasiva, che rischia di farsi lessico comune, aberrante normalità, giudiziosa condotta. Un anestetico morale, un alibi collettivo.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nStiamo scivolando in un baratro: occorre fare barriera contro la barbarie che avanza, con l’azione diretta, senza deleghe, in prima persona.\r\nIn questo 25 aprile vogliamo ricordare le ragioni di tanti di quelli che combatterono e morirono, le ragioni di chi combatteva il fascismo perché portava in se il sogno di un’umanità senza stati né frontiere, solidale, dove l’uguaglianza reale si accompagnasse al rispetto ed alla salvaguardia delle differenze.\r\nQueste ragioni sono state dimenticate o gettate nel fango.\r\nSpetta a noi raccoglierle e farne una bandiera.\r\nSpetta a noi riprendere il cammino dei nostri padri e dei nostri nonni. 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