","L'alternativa è nelle lotte,non nei seggi elettorali. Le piazze studentesche","post",1360934253,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/austerity/","http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/movimento-studentesco/","http://radioblackout.org/tag/studenti/",[68,15,69,35,17,70],"austerity","elezioni","Studenti",{"post_content":72,"tags":78},{"matched_tokens":73,"snippet":76,"value":77},[74,75],"movimento","studentesco","L'alternativa è nella lotta\", il \u003Cmark>movimento\u003C/mark> \u003Cmark>studentesco\u003C/mark> riconquista le piazze e le"," \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nStudenti e studentesse delle scuole superiori oggi scendono in piazza in molte città italiane. Al grido \"Non ci rappresenta nessuno\" e \"L'alternativa è nella lotta\", il \u003Cmark>movimento\u003C/mark> \u003Cmark>studentesco\u003C/mark> riconquista le piazze e le strade portando un messaggio chiaro in un momento preelettorale. Buona la partecipazioni nelle piazze italiane, azioni di sanzionamento contro banche,cartelli elettorali e ministeri dell'istruzione.\r\n\r\nSi scardinanao così le ritualità che vedevano gli studenti mobilitarsi a scadenze ritmate dall'opposizione a decreti e riforme, e perlopiù limitate all'autunno. Il \u003Cmark>movimento\u003C/mark> dunque, si da i suoi tempi, le sue forme, allarga e rilancia i suoi contenuti,\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta con Nanni ,alla partenza del corteo di Torino\r\n\r\n15febbr_torino\r\n\r\nUn aggiornamento dal corteo torinese con Daniele\r\n\r\n15febbr_daniele_torino\r\n\r\nLa piazza parlemitana con Bianca\r\n\r\n15febbr_bianca_palermo\r\n\r\nLa piazza romana con Annalisa\r\n\r\n15febbr_annalisa_roma\r\n\r\nLa piazza bolognese con Luca\r\n\r\n15febbr_luca_bologna\r\n\r\nLa piazza pisana con Lorenzo\r\n\r\n15febbr_pisa\r\n\r\n ",[79,81,83,85,87,90],{"matched_tokens":80,"snippet":68},[],{"matched_tokens":82,"snippet":15},[],{"matched_tokens":84,"snippet":69},[],{"matched_tokens":86,"snippet":35},[],{"matched_tokens":88,"snippet":89},[74,75],"\u003Cmark>movimento\u003C/mark> \u003Cmark>studentesco\u003C/mark>",{"matched_tokens":91,"snippet":70},[],[93,98],{"field":36,"indices":94,"matched_tokens":95,"snippets":97},[14],[96],[74,75],[89],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":76,"value":77},"post_content",[74,75],1157451471441625000,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":105,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":107,"highlight":128,"highlights":138,"text_match":101,"text_match_info":144},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":48,"id":110,"is_sticky":48,"permalink":111,"post_author":27,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":114,"post_id":110,"post_modified":115,"post_thumbnail":116,"post_thumbnail_html":117,"post_title":118,"post_type":58,"sort_by_date":119,"tag_links":120,"tags":124},[45],[47],"82142","http://radioblackout.org/2023/05/fascisti-davanti-al-liceo-einstein/","Venerdì scorso ci sono stati momenti di tensione davanti al liceo Einstein di via Bologna tra studenti e militanti di Gioventù Nazionale. I fascisti che si erano radunati davanti al liceo torinese sono stati allontanati dagli studenti. 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A Torino il corteo partito da piazza arbarello conta di un grande numero di studenti e studentesse che si è diretto verso il palazzo della Provincia. Una volta raggiunta la sede, si sono verificate violenti cariche da parte della polizia, provocando alcuni feriti. Durante il corteo, sanzionata una sede dei Monte dei Paschi.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/Luca.Torino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nScontri a Bologna, con il corteo caricato nelle vicinanze della Provincia per più volte. L'obiettivo del corteo era proprio quello di entrare nella sede di via Zamboni per protestare contro i tagli occorsi nei confronti di diverse componenti del diritto allo studio. Ben tre cariche da parte delle forze dell'ordine hanno cercato di intimidire i manifestanti, che rimangono compatti e resistono alle provocazioni poliziesche; ci sarebbero dei feriti, mentre un ragazzo fermato durante le cariche è stato immediatamente rilasciato.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/Nicolò.Bologna.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nGli studenti medi di Roma, con numeri stimati in circa 3.000 persone, manifestano con gli studenti universitari dopo l'azione comunicativa in Sapienza. A Napoli la protesta studentesca oltre ai temi dell'aziendalizzazione della scuola parla già il linguaggio e gli slogan del corteo contro il biocidio che sfilerà domani per le vie del capoluogo campano. A Pisa invece lo striscione d'apertura recita \"RIprendiamoci il reddito a partire dalle scuole!\" e ha girato per il centro cittadino compiendo azioni contro il caro-trasporti e contro la Provincia locale a causa dei tagli all'edilizia scolastica.\r\n\r\nIn decine di migliaia a Palermo hanno bloccato il traffico delle vie del centro cittadino e hanno occupato assessorato regionale del territorio e ambiente. Cariche anche nel capoluogo della sicilia. In piazza bandiere No Muos e diversi slogan che comunicano alla città le recenti lotte dei senza casa di via Calvi; intanto gli universitari dell'UniPa occupano uno spazio abbandoanto su Viale delle Scienze per trasformarlo in una biblioteca autogestita.\r\n\r\nUltim'ora da Napoli, il numeroso corteo degli studenti medi ed universitari è stato brutalmente attaccato dalla polizia sotto l'assesorato regionale alle politiche ambientali, dove il corteo voleva concludersi rilanciando il corteo di domani in difesa del territorio e contro il biocidio della Campania. Cariche e inseguimenti fin dentro l'Università, si parla di fermi e feriti","15 Novembre 2013","2013-11-19 12:00:02","15 Novembre,cortei studenteschi in tutta Italia",1384517423,[159,160,62,65],"http://radioblackout.org/tag/assedio/","http://radioblackout.org/tag/autunno-caldo/",[162,163,15,17],"assedio","autunno caldo",{"tags":165},[166,168,170,172],{"matched_tokens":167,"snippet":162},[],{"matched_tokens":169,"snippet":163},[],{"matched_tokens":171,"snippet":15},[],{"matched_tokens":173,"snippet":89},[74,75],[175],{"field":36,"indices":176,"matched_tokens":177,"snippets":179},[19],[178],[74,75],[89],{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":145,"num_tokens_dropped":48,"score":146,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":182,"highlight":196,"highlights":206,"text_match":101,"text_match_info":212},{"cat_link":183,"category":184,"comment_count":48,"id":185,"is_sticky":48,"permalink":186,"post_author":27,"post_content":187,"post_date":188,"post_excerpt":53,"post_id":185,"post_modified":189,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":190,"post_type":58,"sort_by_date":191,"tag_links":192,"tags":194},[45],[47],"18499","http://radioblackout.org/2013/10/gli-studenti-scaldano-lautunno-in-tutta-italia/","Centinaia e centinaia di studenti e studentesse sono scesi in piazza in tantissime città. \"Assediamoli!\" è il grido che risuona da Torino a Palermo, mentre la provocazione della Carrozza riguardo l'essere ribelli è sbeffeggiata un po' ovunque.\r\n\r\nA Torino città militarizzata, con circa 1000 persone in piazza tra cui molti studenti dalla Val Susa. Azioni contro la GTT sul tema del caro-trasporti, lanci di uova alla sede dei gruppi consiliari della regione Piemonte nonchè una sede di Intesa SanPaolo. il corteo si è diretto successivamente sotto la sede del miur che è stata sanzionata anche qui con lanci di uova e vernice.\r\n\r\nAscolta la diretta con Nanni da Torino\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/corteo_medi_nanni_torino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNapoli corteo parte da piazza del Gesù con slogan contro austerità e lanci di petardi con un corteo sempre più numeroso. Il corteo invade la zona del porto urlando \"Lampedusa Strage di Stato!\"; la tragedia di ieri viene ricordata anche a Lamezia, dove 300 persone hanno contestato la legge Bossi-Fini durante un corteo che si è anche soffermato contro la chiusura della facoltà di Agraria del locale Ateneo e sanzionata una sede della BNL.\r\n\r\nAscolta la diretta con Andrea da Napoli\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/cortei_medi_andrea_napoli.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA Palermo ci si è diretti verso la Regione, intonando cori No Muos e contro Crocetta.Il corteo si conclude davanti alla sede dell'A.R.S. con fantocci di Berlusconi, Letta e Crocetta che sono stati dati alle fiamme.\r\n\r\nAscolta la diretta con Federico da Palermo\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/cortei_medi_federico_palermo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nStudenti in piazza anche a Firenze, contro una scuola che insegna obbedienza,nozionismo, ma anche palestra di precarietà e sfruttamento, già a partire da Stage i Tirocini non retribuiti, bloccati i viali, colpite banche e confindustria.\r\n\r\nAscolta la diretta con Matteo da Firenze\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/cortei_medi_matteo_firenze.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nA Brescia azione simbolica verso il #19o, con il corteo che devia dal percorso concordato e si dirige verso la Prefettura, simbolo dei palazzi del potere che saranno assediati nella sollevazione generale romana.\r\n\r\nAscolta la diretta con Anna da Brescia\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/cortei_medi_anna_brescia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA Milano sfilano a migliaia per le vie del centro. occupata la sede del Ministero dell'Economia. A Pisa al fianco degli studenti scendono i residenti del quartiere Sant'Ermete, partiti dallo \"Spazio popolare\" occupato questa estate.sanzionata la sede locale del PD contro la Carrozza e il governo delle larghe intese.\r\n\r\nA Roma in 3000 hanno raggiunto la zona del Colosseo,lo striscione che apre il corteo recita \"Vogliamo fatti, non scendiamo a patti\". Azione contro il caro-trasporti, con uno striscione affisso ad una fermata della Metro. A Piacenza continua la forte contestazione ai rincari del trasporto pubblico: autostazione assediata prima e poi invasa, si segnala un ragazzo fermato successivamente rilasciato.","4 Ottobre 2013","2013-10-12 14:35:37","Gli studenti scaldano l'autunno in tutta Italia",1380895824,[62,193,65,66],"http://radioblackout.org/tag/crisi/",[15,195,17,70],"crisi",{"tags":197},[198,200,202,204],{"matched_tokens":199,"snippet":15},[],{"matched_tokens":201,"snippet":195},[],{"matched_tokens":203,"snippet":89},[74,75],{"matched_tokens":205,"snippet":70},[],[207],{"field":36,"indices":208,"matched_tokens":209,"snippets":211},[24],[210],[74,75],[89],{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":145,"num_tokens_dropped":48,"score":146,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":214,"highlight":233,"highlights":242,"text_match":248,"text_match_info":249},{"cat_link":215,"category":216,"comment_count":48,"id":217,"is_sticky":48,"permalink":218,"post_author":27,"post_content":219,"post_date":220,"post_excerpt":53,"post_id":217,"post_modified":221,"post_thumbnail":222,"post_thumbnail_html":223,"post_title":224,"post_type":58,"sort_by_date":225,"tag_links":226,"tags":230},[45],[47],"89502","http://radioblackout.org/2024/05/movimento-studentesco-in-solidarieta-alla-palestina-voci-dalle-occupazioni-di-bologna-e-di-amsterdam/","Gli studenti e le studentesse non hanno un pensiero critico o il loro pensiero critico vorrebbe essere schiacciato attraverso la paura?\r\n\r\nSembrerebbe questo l'atteggiamento delle istituzioni nei confronti delle mobilitazioni studentesche a sostegno della Palestina che stanno scuotendo tutto il globo, ce lo dimostra la violenta repressione agita nelle acampade e nelle occupazioni delle università in giro per il mondo.\r\n\r\nDa Bologna ad Amsterdam abbiamo parlato con chi sta partecipando a questo movimento. 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Anche in questo caso però la partecipazione è stata importante e si è inserita in un contesto di mobilitazione in favore della Palestina degli ultimi mesi, come ci viene riportato da Lucia e Carlotta, studentesse italiane che studiano ad Amsterdam.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Università-per-Palestina-Bologna-e-Amsterdam-2024_05_09_2024.05.09-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","10 Maggio 2024","2024-05-10 12:07:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Istantanea_2024-05-10_12-06-30-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Istantanea_2024-05-10_12-06-30-300x225.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Istantanea_2024-05-10_12-06-30-300x225.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Istantanea_2024-05-10_12-06-30.png 749w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Movimento studentesco in solidarietà alla Palestina: voci dalle occupazioni di Bologna e di Amsterdam.",1715342874,[227,228,229],"http://radioblackout.org/tag/occupazioni-universita/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta/",[231,22,232],"#occupazioni università","solidarietà",{"post_content":234,"post_title":238},{"matched_tokens":235,"snippet":236,"value":237},[74],"chi sta partecipando a questo \u003Cmark>movimento\u003C/mark>. 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Un ultimatum che intima a coloro che hanno occupato illegalmente edifici pubblici o privati di evacuarli e continua dichiarando che i richiedenti asilo e le persone con nazionalità diversa da quella greca e che non sono cittadini di paesi UE che risiedono in questi edifici saranno comunque trasferiti in centri temporanei. Gli occupanti di edifici privati devono mettersi in contatto con i proprietari e cercare un accordo. Nel documento viene dato un termine di 15 giorni dal 20 novembre per evacuare gli edifici occupati o accordarsi con i proprietari se la proprietà è privata.\r\nÈ la prima volta che il governo greco mette in atto un simile attacco, generale e frontale contro tutte le occupazioni del paese. L’ultimatum si inserisce in una strategia repressiva più ampia: con le elezioni del 7 luglio è tornato al governo il partito Nuova Democrazia della destra conservatrice, che ha conquistato la maggioranza dei seggi nel parlamento greco. Come annunciato durante la campagna elettorale, nel primo provvedimento fatto approvare dal governo in parlamento lo scorso 8 agosto c’era l’eliminazione dell’asilo universitario, ovvero il divieto alla polizia ed all’esercito di intervenire negli spazi delle università se non con l’autorizzazione formale dei rettori. Un provvedimento dal grande significato simbolico considerando che l’inviolabilità delle università era stata una delle principali conquiste della lotta contro la dittatura dei colonnelli, ancor più importante sul piano concreto in quanto determina la seria la messa in discussione di alcuni di quegli spazi di libertà nella società greca che avevano permesso ai movimenti di lotta di svilupparsi, crescere e radicarsi nell’ultimo decennio. A novembre sono invece tornate a pattugliare le strade di Atene la Squadra Delta che era stata abolita dal governo di SYRIZA, sotto la pressione dei movimenti di lotta. Si tratta di unità speciali che intervengono con moto montate da due poliziotti, che sono state utilizzate per tendere agguati e colpire violentemente nelle strade chi partecipava ad azioni e manifestazioni.\r\nSia in campagna elettorale sia una volta al governo, Mitsotakis ha dichiarato di voler “ripulire” Exarchia, un quartiere in cui “è stata allevata una nuova generazione di terroristi”.\r\n\r\nNell’arco del mese scorso il governo ha avviato un più diretto attacco contro gli spazi di libertà all’interno delle università e contro il movimento studentesco in vista delle manifestazioni del 17 novembre. Il 17 novembre in Grecia si celebrano le vittime della rivolta studentesca del Politecnico di Atene del 1973, repressa nel sangue con i carri armati, che segnò l’inizio della fine della dittatura dei colonnelli, caduta l’anno seguente. Da allora la giornata del 17 novembre non è solo occasione di commemorazione e celebrazione per il nuovo stato democratico greco del proprio mito fondativo ma è anche una giornata in cui scendono per le strade i movimenti di lotta, i movimenti radicali e rivoluzionari, dove spesso la polizia interviene e vi sono duri scontri.\r\nIl sei dicembre sarà l’anniversario dell’assassinio di Alexis Grigoropoulos da parte della polizia il 6 dicembre 2008, che scatenò una rivolta che si saldò con le proteste contro le politiche antipopolari ed autoritarie del governo.\r\nIl governo greco ha dato un’accelerazione alla sua strategia repressiva. Nelle prossime settimane è probabile che si intensifichino gli attacchi violenti al movimento e gli sgomberi di spazi occupati.\r\nCerto la strategia del nuovo governo non è stata pianificata dall’oggi al domani, è evidentemente una strategia a lungo preparata e resa possibile dalla politica adottata dal governo precedente guidato da SYRIZA. Il governo di Alexis Tsipras non aveva infatti abbandonato la politica repressiva, anzi oltre ad attuare comunque sgomberi di occupazioni, aveva adottato strategie che miravano ad isolare ed indebolire il movimento delle occupazioni sul lungo periodo. Ad Exarchia questo si è concretizzato con il completo ritiro della polizia dal quartiere, che manteneva solo alcune pattuglie ai margini della zona ed il contemporaneo supporto alla criminalità organizzata, in particolare alle narcomafie nell’area per creare una situazione di insicurezza tale da rompere il tessuto sociale resistente e solidale del quartiere.\r\n\r\nIl governo Mitsotakis si propone infatti di farsi paladino delle politiche anti-immigrati dell’Unione Europea, inoltre sono in programma nuove leggi che mettono a rischio la libertà di sciopero, nuove privatizzazioni dei bisogni sociali di base della popolazione e ulteriori liberalizzazioni del saccheggio delle risorse naturali. Questi provvedimenti se portati fino in fondo possono riaccendere un’ampia opposizione sociale in Grecia: sostenere il movimento anarchico e delle occupazioni in Grecia significa anche favorire lo sviluppo ti tale opposizione ed una sua radicalizzazione nei prossimi mesi.\r\n\r\nDella repressione statale e delle risposte del movimento greco e delle prospettive di solidarietà internazionale ne parliamo con Simone Ruini, un compagno che da anni segue le vicende elleniche.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/2019.12.03-09.00.grecia-simone-ruini.mp3\"][/audio]","3 Dicembre 2019","2019-12-03 12:53:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-768x480.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La risposta del movimento greco agli attacchi statali",1575377586,[267,268,269,270],"http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/politecnico-di-atene/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/squat-atene/",[272,273,274,275],"grecia","politecnico di atene","repressione","squat atene",{"post_content":277,"post_title":281},{"matched_tokens":278,"snippet":279,"value":280},[74,75],"delle università e contro il \u003Cmark>movimento\u003C/mark> \u003Cmark>studentesco\u003C/mark> in vista delle manifestazioni del","Nelle ultime settimane il governo greco guidato da Kyriakos Mitsotakis, esponente di Nea Demokratia, ha impresso una forte accelerazione alla strategia repressiva contro il \u003Cmark>movimento\u003C/mark> anarchico e delle occupazioni, di fronte al quale è urgente rilanciare l’attività di solidarietà.\r\nLo scorso 20 novembre infatti è stato pubblicato dalla stampa greca un vero e proprio ultimatum alle occupazioni emesso dal “Ministero della protezione dei cittadini”, cui è delegata la gestione dell’ordine pubblico e da cui dipende, assieme ai vigili del fuoco e la protezione civile, anche la polizia. Un ultimatum che intima a coloro che hanno occupato illegalmente edifici pubblici o privati di evacuarli e continua dichiarando che i richiedenti asilo e le persone con nazionalità diversa da quella greca e che non sono cittadini di paesi UE che risiedono in questi edifici saranno comunque trasferiti in centri temporanei. Gli occupanti di edifici privati devono mettersi in contatto con i proprietari e cercare un accordo. Nel documento viene dato un termine di 15 giorni dal 20 novembre per evacuare gli edifici occupati o accordarsi con i proprietari se la proprietà è privata.\r\nÈ la prima volta che il governo greco mette in atto un simile attacco, generale e frontale contro tutte le occupazioni del paese. L’ultimatum si inserisce in una strategia repressiva più ampia: con le elezioni del 7 luglio è tornato al governo il partito Nuova Democrazia della destra conservatrice, che ha conquistato la maggioranza dei seggi nel parlamento greco. Come annunciato durante la campagna elettorale, nel primo provvedimento fatto approvare dal governo in parlamento lo scorso 8 agosto c’era l’eliminazione dell’asilo universitario, ovvero il divieto alla polizia ed all’esercito di intervenire negli spazi delle università se non con l’autorizzazione formale dei rettori. Un provvedimento dal grande significato simbolico considerando che l’inviolabilità delle università era stata una delle principali conquiste della lotta contro la dittatura dei colonnelli, ancor più importante sul piano concreto in quanto determina la seria la messa in discussione di alcuni di quegli spazi di libertà nella società greca che avevano permesso ai movimenti di lotta di svilupparsi, crescere e radicarsi nell’ultimo decennio. A novembre sono invece tornate a pattugliare le strade di Atene la Squadra Delta che era stata abolita dal governo di SYRIZA, sotto la pressione dei movimenti di lotta. Si tratta di unità speciali che intervengono con moto montate da due poliziotti, che sono state utilizzate per tendere agguati e colpire violentemente nelle strade chi partecipava ad azioni e manifestazioni.\r\nSia in campagna elettorale sia una volta al governo, Mitsotakis ha dichiarato di voler “ripulire” Exarchia, un quartiere in cui “è stata allevata una nuova generazione di terroristi”.\r\n\r\nNell’arco del mese scorso il governo ha avviato un più diretto attacco contro gli spazi di libertà all’interno delle università e contro il \u003Cmark>movimento\u003C/mark> \u003Cmark>studentesco\u003C/mark> in vista delle manifestazioni del 17 novembre. Il 17 novembre in Grecia si celebrano le vittime della rivolta studentesca del Politecnico di Atene del 1973, repressa nel sangue con i carri armati, che segnò l’inizio della fine della dittatura dei colonnelli, caduta l’anno seguente. Da allora la giornata del 17 novembre non è solo occasione di commemorazione e celebrazione per il nuovo stato democratico greco del proprio mito fondativo ma è anche una giornata in cui scendono per le strade i movimenti di lotta, i movimenti radicali e rivoluzionari, dove spesso la polizia interviene e vi sono duri scontri.\r\nIl sei dicembre sarà l’anniversario dell’assassinio di Alexis Grigoropoulos da parte della polizia il 6 dicembre 2008, che scatenò una rivolta che si saldò con le proteste contro le politiche antipopolari ed autoritarie del governo.\r\nIl governo greco ha dato un’accelerazione alla sua strategia repressiva. 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Se le volte precedenti i teatri di guerra in cui stava operando ci avevano permesso di descrivere il quadro attorno a Zaporižžja, stavolta si trovava in Iran mentre si andavano svolgendo le operazioni belliche della guerra battezzata da Trump dei 12 giorni, impegnato proprio con quelle centrali oggetto del contendere nel pretesto sionista per l'aggressione di Netanyahu e nella dimostrazione di muscoli machisti di Trump. Ci ha potuto quindi restituire un quadro di prima mano sia della comunità civile iraniana, sia delle figure di scienziati che a dispetto di ogni convenzione diplomatica e facendo strame del diritto internazionale sono stati decimati; ma contemporaneamente ha potuto con precisione descrivere e dirimere la questione più strettamente tecnologica. 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Pescali non nasconde che i risultati dell’attività delle centrali iraniane esulassero dagli accordi sull’arricchimento dell’uranio – ma comunque i persiani non hanno accesso al plutonio, indispensabile per dotarsi di una bomba che possa fare da deterrente – e che l’Aiea dovesse riferire, sicuramente il pericolo non legittimava la reazione assassina del governo di Netanyahu: eliminare gli scienziati e decapitare i comandi militari indebolisce la società iraniana ma la lascia in balia del regime confessionale non più in grado di contrastare le mire sioniste, ma ancora più feroce nel controllo interno.\r\nPeraltro, se si analizza la questione con gli occhiali dello scienziato informato di prima mano, il pericolo della dotazione nucleare iraniana sarebbe potenzialmente a tal punto risibile rispetto alla potenza nucleare israeliana che appare evidente che sia stato tutto un teatrino pretestuoso il putiferio luttuoso combinato dai potenti, inscenato per rafforzare il singolo potere interno sulla pelle dei morti civili, anche di valenti scienziati, menti sottratte alla comunità. Infatti dopo quei 12 giorni di guerra non è cambiato nulla: l’Iran non ha stracciato la firma dal Trattato sulla non proliferazione nucleare (che Israele non ha mai preso in considerazione nella sua consueta impunità), gli Usa continuano nell’ambiguità del sostegno acritico a Israele e a contrastare l’espansione cinese, Tel Aviv insiste a sfruttare la superiorità bellica per rintuzzare la potenza della Mezzaluna sciita. Il resto è show-war innescato da pretesti conflittuali per rendere accettabile la trasformazione del Sudovest asiatico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/scene-di-guerra-spettacolari-per-ridisegnare-il-medio-oriente-raccontando-favole-nucleari--66873848\r\n\r\ni precedenti episodi relativi alla Repubblica islamica si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/OneWayNukeProliferation.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nSono due mesi che si assiste a proteste incessanti che coinvolgono diversi settori della società panamense , le proteste godono di un ampio sostegno popolare ed è per questo che il governo ha iniziato ad aumentare la repressione.\r\nLe mobilitazioni che si stanno svolgendo in varie parti del paese sono contro la riforma del sistema pensionistico, la riapertura della miniera Cobre Panamá, i bacini idrici multifunzionali del canale interoceanico e l'accordo di intesa firmato da Panama con gli Stati Uniti.\r\nIl governo intende decapitare il movimento, criminalizzando e perseguendo penalmente i principali dirigenti sindacali e minacciando gli scioperanti . La verità è che ci troviamo di fronte a una dittatura in abiti civili, che gode del sostegno degli Stati Uniti e risponde al malcontento sociale con la repressione indiscriminata.\r\nNonostante lo stato d’assedio, la crescita delle proteste nella cosiddetta zona bananera, dove l’impresa Chiquita Panamá ha licenziato più di cinquemila lavoratori , ha incrementato la rivolta sociale contro il presidente Mulino, giunto al potere nel 2024 grazie al sostegno della borghesia panamense e del grande capitale e che era riuscito a guadagnarsi l’appoggio popolare intercettando l’elettorato ultraconservatore deluso dal neoliberista Martinelli, alla guida del paese tra il 2009 e il 2014 prima di essere travolto da una serie di scandali legati alla corruzione.\r\nIn un paese di poco più di 4 milioni di abitanti i primi a scendere in lotta, il 23 aprile scorso, sono stati i docenti. Successivamente, a far sentire la propria voce, sono stati lavoratori delle bananeras, i sindacati, a partire dal Suntracs (Sindicato Único Nacional de Trabajadores de la Construcción y Similares) e gli studenti, tutti riuniti sotto le insegne del collettivo Alianza Pueblo Unido por la Vida che, fin dall’inizio, ha definito quella di Mulino come un’”offensiva neoconservatrice e neocolonialista”.\r\n\r\nNe parliamo con David Lifodi attento osservatore della realtà latinoamericana.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/panama-s-incrociano-le-rivendicazioni-popolari-mentre-e-in-corso-la-contesa-per-il-controllo-del-canale--66875972\r\n\r\nQui trovate la serie dedicata al mondo latinoamericano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-PANAMA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQuando ormai sembrava che le proteste stessero per sgonfiarsi e che neanche gli studenti avessero più la forza, a Belgrado si è svolta una grande manifestazione, segnando un altro punto di svolta nella mobilitazione di studenti e cittadini che si protrae ormai da mesi.\r\nTuttavia, sabato 28 giugno è diventato chiaro che la situazione è molto più complessa.\r\nNella storia della Serbia, questa data ha un significato importante, quasi mitico. La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389, a Vidovdan (il giorno di San Vito) secondo il calendario gregoriano. A 636 anni di distanza, ancora si discute e ci si scontra sul significato di questo evento.\r\nPer la maggior parte dei cittadini serbi, questa è una delle date più significative della storia, il giorno in cui l’esercito serbo si oppose a quello ottomano, di gran lunga superiore, combatté eroicamente e, pur uscendo sconfitto, “salvò l'Europa”.\r\nPer altri – che restano in minoranza – Vidovdan è una ricorrenza da commemorare, ma non da celebrare, avendo spinto la Serbia in uno stato di prigionia e decadenza secolare. Per la destra, Vidovdan è un giorno sacro, per la sinistra una fonte di preoccupazione per le possibili recrudescenze nazionaliste e scioviniste.\r\nNegli ultimi trent’anni, Vidovdan ha assunto particolare rilevanza. A riportarlo in auge fu Slobodan Milošević.\r\nIl Kosovo è ancora uno dei punti nevralgici della società serba, tant’è che la stragrande maggioranza dei cittadini serbi continua a percepire il Kosovo come parte integrante della Serbia e a basare su questa convinzione le proprie opinioni politiche.\r\nQuesto il contesto in cui gli studenti hanno organizzato la grande manifestazione a Vidovdan. Stando alle stime in Piazza Slavija, a Belgrado, si sono radunate centoquarantamila persone. Altre fonti parlano anche di duecentomila manifestanti.\r\nIl salto di qualità del movimento studentesco, nato in seguito al crollo della pensilina della stazione di Novi Sad avvenuto il 1 novembre del 2024 e in cui persero la vita 15 persone, è evidente nella capillare mobilitazione che sta coinvolgendo ampi strati della società serba .Le rivendicazioni sono la richiesta di elezioni politiche anticipate e smantellare il cosiddetto Ćaciland, bastione del Partito progressista serbo (SNS) in centro a Belgrado, allestito dagli “studenti che vogliono tornare in aula”, che da mesi ormai blocca il traffico nella capitale.\r\nL'ampiamento della base sociale delle proteste ha portato a galla i residui del nazionalismo serbo che si sono visti in piazza Slavija dove sono intervenute personalità dall'evidente pedigree nazionalista .L'intossicazione nazionalista e la scelta di confrontarsi sul piano elettorale con Vucic rischiano di far scivolare il movimento verso la normalizzazione ,mentre rimane molto forte la mobilitazione e l'indignazione popolare contro il sistema di Vucic.\r\n\r\nNe parliamo con Tatjana Djordjevic corrispondente dall'Italia di vari media .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/serbia-ombre-nazionaliste-sulla-protesta-degli-studenti-contro-vucic--66876127\r\n\r\nI precedenti interventi relativi al Movimento serbo e anche alle altre realtà balcaniche potete ascoltare si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-SERBIA.mp3\"][/audio]","6 Luglio 2025","2025-07-07 09:27:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 03/07/2025 - LA FAVOLA DEL NUCLEARE IRANIANO È RACCONTATA DA SPECCHI SIONISTI DEFORMANTI E CRIMINALI. 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Se le volte precedenti i teatri di guerra in cui stava operando ci avevano permesso di descrivere il quadro attorno a Zaporižžja, stavolta si trovava in Iran mentre si andavano svolgendo le operazioni belliche della guerra battezzata da Trump dei 12 giorni, impegnato proprio con quelle centrali oggetto del contendere nel pretesto sionista per l'aggressione di Netanyahu e nella dimostrazione di muscoli machisti di Trump. Ci ha potuto quindi restituire un quadro di prima mano sia della comunità civile iraniana, sia delle figure di scienziati che a dispetto di ogni convenzione diplomatica e facendo strame del diritto internazionale sono stati decimati; ma contemporaneamente ha potuto con precisione descrivere e dirimere la questione più strettamente tecnologica. 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Abbiamo di nuovo rivolto la prua verso il Canale, perché ci sembrava che la quantità di motivi di scontro e la serie di interessi planetari che passano da quella via di comunicazione che va prosciugandosi sia tale che vede tutte le grandi potenze impegnate: la Cina lascia il controllo dei porti, Trump pretende di annettersi il paese che tanto ha lottato per l'indipendenza, un presidente traditore che svende il paese agli americani, che dispiegheranno truppe di nuovo lungo il Canale, e alla Chiquita, che impone licenziamenti e dimezzamenti salariali e pensionistici (i lavoratori andrebbero in pensione con il 30% del loro stipendio – ora sarebbe con il 60%). I tumulti in piazza sono scoppiati, la repressione è stata feroce.\r\nE sulla scorta di questa ondata di lotte di piazza mesoamericane abbiamo sentito l'impulso di sentire ancora una volta Tatjana Djordjevic per documentare la svolta del \u003Cmark>Movimento\u003C/mark> serbo contro Vucic: stavolta la posizione si è più politicizzata e chiede dimissioni, si contrappone al rifiuto di rispondere dell'apparato di potere, forse perdendo l'anima movimentista, fresca e irridente, probabilmente per l'infiltrazione di elementi organizzati.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPiergiorgio Pescali, ingegnere nucleare che svolge i controlli per conto dell’Aiea, durante la guerra dei 12 giorni svolgeva il suo compito a Teheran e ci ha restituito alcune impressioni sulla società iraniana coinvolta nel conflitto, reazioni e speranze scaturite dalla situazione, ma soprattutto ci ha fatto il quadro preciso dello stato dell’arte tecnologico da esperto che ha conosciuto buona parte degli scienziati uccisi dall’Idf, colleghi preparati e che hanno sempre ribadito l’intento non militare del loro lavoro. Pescali non nasconde che i risultati dell’attività delle centrali iraniane esulassero dagli accordi sull’arricchimento dell’uranio – ma comunque i persiani non hanno accesso al plutonio, indispensabile per dotarsi di una bomba che possa fare da deterrente – e che l’Aiea dovesse riferire, sicuramente il pericolo non legittimava la reazione assassina del governo di Netanyahu: eliminare gli scienziati e decapitare i comandi militari indebolisce la società iraniana ma la lascia in balia del regime confessionale non più in grado di contrastare le mire sioniste, ma ancora più feroce nel controllo interno.\r\nPeraltro, se si analizza la questione con gli occhiali dello scienziato informato di prima mano, il pericolo della dotazione nucleare iraniana sarebbe potenzialmente a tal punto risibile rispetto alla potenza nucleare israeliana che appare evidente che sia stato tutto un teatrino pretestuoso il putiferio luttuoso combinato dai potenti, inscenato per rafforzare il singolo potere interno sulla pelle dei morti civili, anche di valenti scienziati, menti sottratte alla comunità. Infatti dopo quei 12 giorni di guerra non è cambiato nulla: l’Iran non ha stracciato la firma dal Trattato sulla non proliferazione nucleare (che Israele non ha mai preso in considerazione nella sua consueta impunità), gli Usa continuano nell’ambiguità del sostegno acritico a Israele e a contrastare l’espansione cinese, Tel Aviv insiste a sfruttare la superiorità bellica per rintuzzare la potenza della Mezzaluna sciita. Il resto è show-war innescato da pretesti conflittuali per rendere accettabile la trasformazione del Sudovest asiatico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/scene-di-guerra-spettacolari-per-ridisegnare-il-medio-oriente-raccontando-favole-nucleari--66873848\r\n\r\ni precedenti episodi relativi alla Repubblica islamica si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/OneWayNukeProliferation.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nSono due mesi che si assiste a proteste incessanti che coinvolgono diversi settori della società panamense , le proteste godono di un ampio sostegno popolare ed è per questo che il governo ha iniziato ad aumentare la repressione.\r\nLe mobilitazioni che si stanno svolgendo in varie parti del paese sono contro la riforma del sistema pensionistico, la riapertura della miniera Cobre Panamá, i bacini idrici multifunzionali del canale interoceanico e l'accordo di intesa firmato da Panama con gli Stati Uniti.\r\nIl governo intende decapitare il \u003Cmark>movimento\u003C/mark>, criminalizzando e perseguendo penalmente i principali dirigenti sindacali e minacciando gli scioperanti . La verità è che ci troviamo di fronte a una dittatura in abiti civili, che gode del sostegno degli Stati Uniti e risponde al malcontento sociale con la repressione indiscriminata.\r\nNonostante lo stato d’assedio, la crescita delle proteste nella cosiddetta zona bananera, dove l’impresa Chiquita Panamá ha licenziato più di cinquemila lavoratori , ha incrementato la rivolta sociale contro il presidente Mulino, giunto al potere nel 2024 grazie al sostegno della borghesia panamense e del grande capitale e che era riuscito a guadagnarsi l’appoggio popolare intercettando l’elettorato ultraconservatore deluso dal neoliberista Martinelli, alla guida del paese tra il 2009 e il 2014 prima di essere travolto da una serie di scandali legati alla corruzione.\r\nIn un paese di poco più di 4 milioni di abitanti i primi a scendere in lotta, il 23 aprile scorso, sono stati i docenti. Successivamente, a far sentire la propria voce, sono stati lavoratori delle bananeras, i sindacati, a partire dal Suntracs (Sindicato Único Nacional de Trabajadores de la Construcción y Similares) e gli studenti, tutti riuniti sotto le insegne del collettivo Alianza Pueblo Unido por la Vida che, fin dall’inizio, ha definito quella di Mulino come un’”offensiva neoconservatrice e neocolonialista”.\r\n\r\nNe parliamo con David Lifodi attento osservatore della realtà latinoamericana.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/panama-s-incrociano-le-rivendicazioni-popolari-mentre-e-in-corso-la-contesa-per-il-controllo-del-canale--66875972\r\n\r\nQui trovate la serie dedicata al mondo latinoamericano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-PANAMA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQuando ormai sembrava che le proteste stessero per sgonfiarsi e che neanche gli studenti avessero più la forza, a Belgrado si è svolta una grande manifestazione, segnando un altro punto di svolta nella mobilitazione di studenti e cittadini che si protrae ormai da mesi.\r\nTuttavia, sabato 28 giugno è diventato chiaro che la situazione è molto più complessa.\r\nNella storia della Serbia, questa data ha un significato importante, quasi mitico. La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389, a Vidovdan (il giorno di San Vito) secondo il calendario gregoriano. A 636 anni di distanza, ancora si discute e ci si scontra sul significato di questo evento.\r\nPer la maggior parte dei cittadini serbi, questa è una delle date più significative della storia, il giorno in cui l’esercito serbo si oppose a quello ottomano, di gran lunga superiore, combatté eroicamente e, pur uscendo sconfitto, “salvò l'Europa”.\r\nPer altri – che restano in minoranza – Vidovdan è una ricorrenza da commemorare, ma non da celebrare, avendo spinto la Serbia in uno stato di prigionia e decadenza secolare. Per la destra, Vidovdan è un giorno sacro, per la sinistra una fonte di preoccupazione per le possibili recrudescenze nazionaliste e scioviniste.\r\nNegli ultimi trent’anni, Vidovdan ha assunto particolare rilevanza. A riportarlo in auge fu Slobodan Milošević.\r\nIl Kosovo è ancora uno dei punti nevralgici della società serba, tant’è che la stragrande maggioranza dei cittadini serbi continua a percepire il Kosovo come parte integrante della Serbia e a basare su questa convinzione le proprie opinioni politiche.\r\nQuesto il contesto in cui gli studenti hanno organizzato la grande manifestazione a Vidovdan. Stando alle stime in Piazza Slavija, a Belgrado, si sono radunate centoquarantamila persone. Altre fonti parlano anche di duecentomila manifestanti.\r\nIl salto di qualità del \u003Cmark>movimento\u003C/mark> \u003Cmark>studentesco\u003C/mark>, nato in seguito al crollo della pensilina della stazione di Novi Sad avvenuto il 1 novembre del 2024 e in cui persero la vita 15 persone, è evidente nella capillare mobilitazione che sta coinvolgendo ampi strati della società serba .Le rivendicazioni sono la richiesta di elezioni politiche anticipate e smantellare il cosiddetto Ćaciland, bastione del Partito progressista serbo (SNS) in centro a Belgrado, allestito dagli “studenti che vogliono tornare in aula”, che da mesi ormai blocca il traffico nella capitale.\r\nL'ampiamento della base sociale delle proteste ha portato a galla i residui del nazionalismo serbo che si sono visti in piazza Slavija dove sono intervenute personalità dall'evidente pedigree nazionalista .L'intossicazione nazionalista e la scelta di confrontarsi sul piano elettorale con Vucic rischiano di far scivolare il \u003Cmark>movimento\u003C/mark> verso la normalizzazione ,mentre rimane molto forte la mobilitazione e l'indignazione popolare contro il sistema di Vucic.\r\n\r\nNe parliamo con Tatjana Djordjevic corrispondente dall'Italia di vari media .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/serbia-ombre-nazionaliste-sulla-protesta-degli-studenti-contro-vucic--66876127\r\n\r\nI precedenti interventi relativi al \u003Cmark>Movimento\u003C/mark> serbo e anche alle altre realtà balcaniche potete ascoltare si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-SERBIA.mp3\"][/audio]",[361],{"field":99,"matched_tokens":362,"snippet":358,"value":359},[74,75],{"best_field_score":250,"best_field_weight":290,"fields_matched":145,"num_tokens_dropped":48,"score":364,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},"1157451471441100913",{"document":366,"highlight":380,"highlights":385,"text_match":248,"text_match_info":388},{"comment_count":48,"id":367,"is_sticky":48,"permalink":368,"podcastfilter":369,"post_author":327,"post_content":370,"post_date":371,"post_excerpt":53,"post_id":367,"post_modified":372,"post_thumbnail":373,"post_title":374,"post_type":348,"sort_by_date":375,"tag_links":376,"tags":378},"96397","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-11-03-2025/",[302],"Il primo argomento trattato in questa puntata è stato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale Lavoratori del pubblico impiego, lo abbiamo fatto in compagnia telefonica di Alessandro Giannelli dell' esecutivo USB nazionale pubblico impiego.\r\n\r\nCol nostro ospite abbiamo illustrato la situazione generale in cui verte la contrattazione nazionale anche in altri settori, importante per inquadrare quella trattata in esame, che colloca circa 190mila persone in Italia tra dipendenti diretti di uffici ministeriali, INPS e altri istituti para-statali. Si ripete la solita solfa: un contratto firmato sulla testa di lavoratori contrari a quanto già si prefigurava, giudizio negativo espresso in maniera esplicita dal 98% sul totale,risultato del referendum proposto da USB per indagare le opinioni dei propri iscritti nel comparto. Ma in questa intervista ci vengono raccontate anche altre peculiarità che riguardano questa contrattazione e le sigle firmatarie. Abbiamo ampliato infine lo sguardo sul contesto di economia di guerra imperante, ricordando le piazze nazionali lanciate da USB anche su questo argomento.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_11_03_Alessandro-Giannelli-USB-funzione-pubblica-su-rinnovo-CCNL-di-categoria-e-prossime-mobilitazioni-nazionali.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di\r\n\r\nAlessandro Tapinassi operaio ex GKN sul corteo di Sabato 5 aprile, h 18.00\r\n\r\ndalla fabbrica al centro di Campi Bisenzio per pretendere \"pubblica\r\n\r\nutilità\". Il corteo si farà durante il festival di letteratura Working\r\n\r\nclass alla sua terza edizione ( qui trovi il programma\r\n\r\nhttps://edizionialegre.it/notizie/festival-di-letteratura-working-class-2025-il-programma/)\r\n\r\ned è rivolto a tutte le realtà. In un comunicato del collettivo di fabbrica si legge: \" *A tutte le realtà solidali e sorelle* , alle lotte\r\ndi convergenza, intersezionali, *a tutto il movimento sindacale* , al\r\nmovimento studentesco, all’associazionismo progressista, a chiunque ci\r\nsia stato in questi tre anni di lotta, al movimento climatico, al\r\ncicloattivismo solidale, a chi lotta per comunità energetiche, ad ogni\r\nspazio sociale, a chi lotta contro la repressione, alle povere e ai poveri\r\ndi questo nostro mondo, subumanizzati e invisibilizzati, a chi pratica mutualismo, *ai quartieri della periferia che sono il centro di ogni\r\nribellione futura*, a chi crede che sia necessario cooperare e non\r\ncompetere, a chi è stanco di avere ragione e ora vuole avere la forza,\r\ncome lotta ex Gkn, siamo di nuovo di fronte a un bivio. E siamo stati così\r\ntante volte a un bivio in questa lotta, che ormai facciamo fatica anche\r\nsolo a trasmettervelo e a raccontarvelo.\r\n(…) Se pensiamo anche all'ultimo dibattito sul riarmo nell'Ue, è\r\nevidente che il piano irresponsabile e criminale di coloro “che stanno in alto” nella società è guidare un processo di reindustrializzazione\r\nattraverso l’industria bellica. Questo piano è economicamente sbagliato\r\ne umanamente atroce. Oggi più che mai la reindustrializzazione dal basso\r\ndella ex Gkn è un esempio contagioso di alternativa al ritorno del\r\nmilitarismo.\"\r\nAlessandro sottolinea infine che scopriremo insieme dove ci troverà la\r\nprimavera: con la *fabbrica socialmente integrata* o con la fabbrica\r\ndiventata pura speculazione immobiliare?\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto con Carlo Minoli dell'associazione Volere La Luna, per descrivere ed invitare all'iniziativa \"Risaie e mondine: Realtà e rappresentazione \" che si svolgerà nei locali della sede dell'associazione dal 18 marzo al 2 aprile.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_11_03_Carlo-Minoli-di-Volere-La-Luna-introduce-evento-risaie-e-mondine.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","12 Marzo 2025","2025-03-12 10:43:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/bottone-mondine-1030x407-1-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 11/03/2025",1741776239,[377],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[379],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":381},{"matched_tokens":382,"snippet":383,"value":384},[74,74,75],"tutto il \u003Cmark>movimento\u003C/mark> sindacale* , al\r\n\u003Cmark>movimento\u003C/mark> \u003Cmark>studentesco\u003C/mark>, all’associazionismo progressista, a chiunque ci\r","Il primo argomento trattato in questa puntata è stato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale Lavoratori del pubblico impiego, lo abbiamo fatto in compagnia telefonica di Alessandro Giannelli dell' esecutivo USB nazionale pubblico impiego.\r\n\r\nCol nostro ospite abbiamo illustrato la situazione generale in cui verte la contrattazione nazionale anche in altri settori, importante per inquadrare quella trattata in esame, che colloca circa 190mila persone in Italia tra dipendenti diretti di uffici ministeriali, INPS e altri istituti para-statali. 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Nel giugno del 1989 ci fu la repressione di un movimento studentesco di massa che chiedeva a gran voce di superare le modernizzazioni di Deng che avevano consentito l'ingresso della Cina nella globalizzazione a costo dell'aumento delle disuguaglianze,per immaginare una nuova dinamica fra il partito e la società. Di fronte alla radicalità delle richieste del movimento il partito e le èlite che stavano beneficiando delle privatizzazioni in corso si arroccarono su posizioni oltranziste scatenando una repressione militare brutale. Il ricordo di quegli avvenimenti ,come ci racconta la nostra interlocutrice,è cancellato dalla memoria collettiva dei cinesi , la fedeltà al partito che si rivela un apparato rigido ma al colntempo camaleontico è sostituita dalla retorica nazionalista e all'assertività bellicista sulla questione di Taiwan. Nonostante i disagi dovuti alla crisi immobilare e la crescita esponenziale della disoccupazione giovanile ,il potenziale malcontento è contenuto da una rigida censura sull'informazione e dall'accentramento dei poteri nelle mani di Xi che ha detronizzato anche i potenziali rivali all'interno della nomenklatura del partito nonchè dalla montante mobilitazione nazionalista.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI06062024-CINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Adriano Favole , antropologo che ha condotto numerose ricerche in Nuova Caledonia, approfondendo i temi della formazione e percezione nel mondo nativo di concetti quali cittadinanza e democrazia, parliamo della situazione in Nuova Caledonia . Approfittando della competenza del nostro interlocutore guardiamo alle componenti sociali della Nuova Caledonia e alla complessità di una società multicomposta dove convivono i Kanak discendenti dei primi abitanti insediati 3000 anni fa nell'isola, che hanno perso circa 80% della popolazione in seguito al disastroso incontro con i bianchi provenienti dall'Europa, i discendenti dei galeotti deportati dal 1860 al 1890 ,gli abitanti degli arcipelaghi vicini che sono migrati circa 40 anni fa, gli asiatici , i primi di origine giapponese ,e infine i francesi ,funzionari dell'amministrazione statale della metropoli che si sono stabiliti nelle isole.\r\n\r\nA questa complessità lo stato francese risponde con la pulsione repressiva ,cercando di mutare un equilibrio delicato fondato sugli accordi di Noumea del 1998 ,con il disgelo del corpo elettorale attraverso la riforma costituzionale che amplierebbe l’accesso al voto e modificherebbe le liste elettorali ma ridurrebbe il peso politico della popolazione indigena locale, i Kanak.\r\n\r\nLa rivolta ,agita sopratutto dai giovani , ha anche una radicalità che risiede nella opposizione ad un modello di sviluppo imposto e che si concentra nella distruzione delle merci ,dei simboli del capitalismo francese di occupazione con la distruzione dell'80% delle struttura commerciali della capitale. Una modernità imposta che non si concilia con i tempi di una società ,come quella kanak, che decide per consenso ,che regola l'ordine senza violenza, ha un tessuto politico organizzato e una società civile articolata .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-06062024.mp3\"][/audio]","9 Giugno 2024","2024-06-09 15:54:05","BASTIONI DI ORIONE 06/062024- PIAZZA TIENANMEN 35 ANNI DOPO LA RIMOZIONE FORZATA - NUOVA CALEDONIA LA RIVOLTA DI CHI NON SI ADEGUA ALLA VELOCITA' DELLA FALSA MODERNIZZAZIONE NEOCOLONIALE.",1717948343,[351],[320],{"post_content":403},{"matched_tokens":404,"snippet":405,"value":406},[74,75],"fu la repressione di un \u003Cmark>movimento\u003C/mark> \u003Cmark>studentesco\u003C/mark> di massa che chiedeva a","Bastioni di Orione in questa puntata ricorda con Ilaria Maria Sala , giornalista e scrittrice che vive a Hong Kong, da dove collabora con “The Guardian”, “The South China Morning Post” e “Hong Kong Free Press”, i 35 anni dalla rivolta di Piazza Tienanmen. 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Nonostante i disagi dovuti alla crisi immobilare e la crescita esponenziale della disoccupazione giovanile ,il potenziale malcontento è contenuto da una rigida censura sull'informazione e dall'accentramento dei poteri nelle mani di Xi che ha detronizzato anche i potenziali rivali all'interno della nomenklatura del partito nonchè dalla montante mobilitazione nazionalista.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI06062024-CINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Adriano Favole , antropologo che ha condotto numerose ricerche in Nuova Caledonia, approfondendo i temi della formazione e percezione nel mondo nativo di concetti quali cittadinanza e democrazia, parliamo della situazione in Nuova Caledonia . Approfittando della competenza del nostro interlocutore guardiamo alle componenti sociali della Nuova Caledonia e alla complessità di una società multicomposta dove convivono i Kanak discendenti dei primi abitanti insediati 3000 anni fa nell'isola, che hanno perso circa 80% della popolazione in seguito al disastroso incontro con i bianchi provenienti dall'Europa, i discendenti dei galeotti deportati dal 1860 al 1890 ,gli abitanti degli arcipelaghi vicini che sono migrati circa 40 anni fa, gli asiatici , i primi di origine giapponese ,e infine i francesi ,funzionari dell'amministrazione statale della metropoli che si sono stabiliti nelle isole.\r\n\r\nA questa complessità lo stato francese risponde con la pulsione repressiva ,cercando di mutare un equilibrio delicato fondato sugli accordi di Noumea del 1998 ,con il disgelo del corpo elettorale attraverso la riforma costituzionale che amplierebbe l’accesso al voto e modificherebbe le liste elettorali ma ridurrebbe il peso politico della popolazione indigena locale, i Kanak.\r\n\r\nLa rivolta ,agita sopratutto dai giovani , ha anche una radicalità che risiede nella opposizione ad un modello di sviluppo imposto e che si concentra nella distruzione delle merci ,dei simboli del capitalismo francese di occupazione con la distruzione dell'80% delle struttura commerciali della capitale. Una modernità imposta che non si concilia con i tempi di una società ,come quella kanak, che decide per consenso ,che regola l'ordine senza violenza, ha un tessuto politico organizzato e una società civile articolata .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-06062024.mp3\"][/audio]",[408],{"field":99,"matched_tokens":409,"snippet":405,"value":406},[74,75],{"best_field_score":250,"best_field_weight":290,"fields_matched":145,"num_tokens_dropped":48,"score":364,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":412,"highlight":425,"highlights":430,"text_match":248,"text_match_info":433},{"comment_count":48,"id":413,"is_sticky":48,"permalink":414,"podcastfilter":415,"post_author":416,"post_content":417,"post_date":418,"post_excerpt":53,"post_id":413,"post_modified":419,"post_thumbnail":420,"post_title":421,"post_type":348,"sort_by_date":422,"tag_links":423,"tags":424},"65909","http://radioblackout.org/podcast/la-fuga-in-avanti-la-perla-di-labuan-15-1-2021/",[308],"Riccardino","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021.01.15-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\"L'ultima volta che arrestarono mio padre avevo dieci anni. Lo presero mentre in piena notte faceva delle scritte inneggianti alle Brigate Rosse.\" Con un lavoro di 15 anni Manolo Morlacchi ricostruisce la storia della sua famiglia cominciando dal bisnonno Carlo Morlacchi e la bisnonna Carolina Gibboni, e il risultato è il libro \"La fuga in avanti - La rivoluzione è un fiore che non muore.\" E' la storia di una famiglia dell'hinterland operaio milanese che si intreccia con la storia d'Italia e del movimento operaio. \"Nel 1929 nonno Remo faceva lo smerigliatore e guadagnava bene. Aveva però due vizi che minavano la stabilità della famiglia: le scommesse sui cavalli e le donne.\" Poi ci sono il fascismo, la guerra, i bombardamenti, la lotta partigiana e la militanza nel Pci. \"Leggevo di tutto, avevo esigenza di capire, e quello che non c'era nei libri lo si apprendeva in fabbrica.\" Negli anni 50 molti militanti contestano la linea del partito e prendono un'altra strada. \"Alcuni restituirono la tessera, altri dovettero essere espulsi. Più di cento iscritti lasciarono il partito.\" Poi l'autunno caldo, il movimento studentesco e la lotta armata. La storia di Giacomo Cattaneo che partecipa al sequestro di Idalgo Macchiarini, il primo delle Brigate Rosse. La storia di Heidi Peusch, che nasce in una famiglia tedesca benestante ma sceglie la rivoluzione e viaggia tra Olanda, Inghilterra, Svezia e Italia, dove diventa la madre di Manolo, l'autore di \"La fuga in avanti.\" Le dure regole della clandestinità. Il carcere speciale. Infine arrivano i funerali, prima di Pierino Morlacchi, poi di Heidi. \"Quando passammo davanti alla sede dell'Anpi, i vecchi uscirono, abbassarono la serranda e salutarono alla maniera dei comunisti.\" Completa il libro una ricca appendice di foto d'epoca, articoli di giornale e vecchi volantini. Buon ascolto.","17 Gennaio 2021","2021-01-31 11:11:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/FUGA1-184x110.jpg","LA FUGA IN AVANTI - LA PERLA DI LABUAN 15/1/2021",1610875045,[],[],{"post_content":426},{"matched_tokens":427,"snippet":428,"value":429},[74,75],"partito.\" Poi l'autunno caldo, il \u003Cmark>movimento\u003C/mark> \u003Cmark>studentesco\u003C/mark> e la lotta armata. La","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021.01.15-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\"L'ultima volta che arrestarono mio padre avevo dieci anni. 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parte:\r\nOperazione internazionale contro gruppi di writers nel milanese.\r\nAggiornamenti dalle carceri.\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/2016.10.19-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/2016.10.19-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/2016.10.19-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\nTrasmissione del 26 Ottobre\r\nPrima parte:\r\nSpagna: Rivolta nel cie di Aluche.\r\nSeconda parte:\r\nSpagna: Rivolte e proteste nei Centri di detenzione per migranti.\r\nBuone nuove: Sull'aereo spia francese che si è schiantato.\r\nTerza parte:\r\nBrasile: Rivendicazione di un attacco incendiario.\r\nGermania: attacchi contro Centri profughi.\r\nGermania: Poliziotto ucciso da un neonazista in un conflitto a fuoco.\r\nGorino: critiche sulle barricate contro i migranti.\r\nQuarta parte:\r\nGrecia: Sulle rivolte nei Centri di 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\"Capitale fittizio\" alla luce della lunga crisi del dollaro (che per Goldner non inizia solo nel 1973, ma già nel 1958).\r\nIn sintesi, la critica di Goldner è che la maggiornaza dei marxisti si limita a leggere il vol. I del Capitale (al massimo l'inizio del vol.II), fermandosi al \"sistema chiuso\", in cui compaiono solo capitalisti e proletari, mentre nel III vol. Marx analizza il capitale sotto forma di titoli cartacei (azioni, obbligazioni, titoli di proprietà fondiaria). Questa richhezza, solo nominalmente \"fittizia\", pesa come un macigno sul lavoro vivo e sulla riproduzione sociale, abbassando il salario della forza lavoro.\r\nPassato per Torino in occasione di un incontro pubblico, lo abbiamo intervistato mercoledì 21 ottobre negli studi di Radio Blackout\r\nParte 1 - \"Capitale Fittizio\" - La crisi negli Usa (Ferguson, Obama, le primarie per le presidenziali, il sistema penale)\r\nLoren_Goldner_part_1\r\nPArte 2 - La Cina (la bolla e le riforme, la paura di una rivoluzione operaia) - Impressioni sull'Italia\r\nLoren_Goldner_part_2\r\n\r\nQui di seguito una scheda a cura di Pon Sin Mor, principale editore italiano di Goldner.\r\nLOREN GOLDNER risiede a New York. Ha iniziato (1964) la sua attività politica nel Liceo a S. Francisco, nelle manifestazioni per i diritti dei neri e, dal 1965, anche contro la guerra del Vietnam. Nell’Università di Berkeley era attivo nel movimento studentesco e, fino ai primi anni ‘70, militante in gruppi trotsky-luxemburghiani. Dal 1973 è stato militante indipendente senza organizzazione politica. È stato in sindacati diversi come impiegato d’ufficio, taxista, portiere, e anche come inquilino. Ha partecipato alle poche lotte rivendicative specifiche degli ultimi 30 anni, negli Stati Uniti ma anche dove si trovi per ragioni di lavoro, come nel maggio-giugno 2004 in Francia, successivamente in Argentina, in Corea, dove oggi lavora. È stato anche in Italia in più occasioni, come un incontro con gli operai della Fiat a Torino. In trattiene rapporti con militanti e organismi di lotta del movimento operaio in numerosi Paesi. Ha al suo attivo un’infaticabile attività di pubblicista, con numerosi saggi di critica dell’economia politica, filosofici, letterari e articoli di storia del movimento operaio, alcuni dei quali tradotti anche in Italia. I suoi scritti sono tradotti in tedesco, francese, russo, ceco, coreano. Nelle Edizioni PonSinMor è già apparso il volume\r\nL’avanguardia della regressione. 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I del Capitale (al massimo l'inizio del vol.II), fermandosi al \"sistema chiuso\", in cui compaiono solo capitalisti e proletari, mentre nel III vol. Marx analizza il capitale sotto forma di titoli cartacei (azioni, obbligazioni, titoli di proprietà fondiaria). Questa richhezza, solo nominalmente \"fittizia\", pesa come un macigno sul lavoro vivo e sulla riproduzione sociale, abbassando il salario della forza lavoro.\r\nPassato per Torino in occasione di un incontro pubblico, lo abbiamo intervistato mercoledì 21 ottobre negli studi di Radio Blackout\r\nParte 1 - \"Capitale Fittizio\" - La crisi negli Usa (Ferguson, Obama, le primarie per le presidenziali, il sistema penale)\r\nLoren_Goldner_part_1\r\nPArte 2 - La Cina (la bolla e le riforme, la paura di una rivoluzione operaia) - Impressioni sull'Italia\r\nLoren_Goldner_part_2\r\n\r\nQui di seguito una scheda a cura di Pon Sin Mor, principale editore italiano di Goldner.\r\nLOREN GOLDNER risiede a New York. Ha iniziato (1964) la sua attività politica nel Liceo a S. Francisco, nelle manifestazioni per i diritti dei neri e, dal 1965, anche contro la guerra del Vietnam. Nell’Università di Berkeley era attivo nel \u003Cmark>movimento\u003C/mark> \u003Cmark>studentesco\u003C/mark> e, fino ai primi anni ‘70, militante in gruppi trotsky-luxemburghiani. Dal 1973 è stato militante indipendente senza organizzazione politica. È stato in sindacati diversi come impiegato d’ufficio, taxista, portiere, e anche come inquilino. Ha partecipato alle poche lotte rivendicative specifiche degli ultimi 30 anni, negli Stati Uniti ma anche dove si trovi per ragioni di lavoro, come nel maggio-giugno 2004 in Francia, successivamente in Argentina, in Corea, dove oggi lavora. È stato anche in Italia in più occasioni, come un incontro con gli operai della Fiat a Torino. In trattiene rapporti con militanti e organismi di lotta del \u003Cmark>movimento\u003C/mark> operaio in numerosi Paesi. Ha al suo attivo un’infaticabile attività di pubblicista, con numerosi saggi di critica dell’economia politica, filosofici, letterari e articoli di storia del \u003Cmark>movimento\u003C/mark> operaio, alcuni dei quali tradotti anche in Italia. I suoi scritti sono tradotti in tedesco, francese, russo, ceco, coreano. Nelle Edizioni PonSinMor è già apparso il volume\r\nL’avanguardia della regressione. Pensiero dialettico e parodie post-moderne nell’era del capitale fittizio, in Appendice al quale è il suo saggio più noto, Il comunismo è la comunità materiale umana: Amadeo Bordiga oggi, e in concomitanza con la crisi dei subprime in America, il volume Capitale fittizio e crisi del capitalismo.",[484],{"field":99,"matched_tokens":485,"snippet":481,"value":482},[74,75],{"best_field_score":250,"best_field_weight":290,"fields_matched":145,"num_tokens_dropped":48,"score":364,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":348,"first_q":17,"per_page":294,"q":17},["Reactive",490],{},["Set"],["ShallowReactive",493],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fF79aeDLlV0FunS8t1rjF8EVwelqXLCtfF2GfsqTu9vU":-1},true,"/search?query=movimento+studentesco"]