","Confini, muri, esercito; treni infernali e carovane di autodifesa","post",1523181260,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/esercito/","http://radioblackout.org/tag/la-bestia-treno/","http://radioblackout.org/tag/marcia-migranti/","http://radioblackout.org/tag/muro/","http://radioblackout.org/tag/usa-mexico/",[68,69,70,24,71],"esercito","La Bestia treno","marcia migranti","Usa-Mexico",{"post_content":73,"tags":77},{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":76},[24],"lungo i 3000 chilometri di \u003Cmark>muro\u003C/mark>, eretto da tutti gli ultimi","Da un lato un presidente che deve mantenere promesse elettorali populiste e razziste,che si inventa invasioni, accusando lo stato messicano di non fare il suo ruolo di cane da guardia e filtro per le merci, al cui blocco è stato preposto con la Guerra alla droga e con la Guerra ai migranti; dall'altro una massa di migranti, sfruttati dai narcos che impongono prezzi da prima classe per viaggi pericolosi durante i quali le donne hanno quasi la certezza di venir stuprate, caricati su \"La Bestia\", il treno che dal Chiapas arriva alle 5 stazioni lungo i 3000 chilometri di \u003Cmark>muro\u003C/mark>, eretto da tutti gli ultimi presidenti americani e lungo il quale l'ultimo – il peggiore – ha deciso di schierare l'esercito per respingere i pochi migranti non rimpatriati o bloccati da Peña Nieto.\r\n\r\nOgni anno si compone una carovana in periodo pasquale che quest'anno si è coposta di alcune migliaia di persone dirette negli Usa, che con questa marcia di centinaia di chilometri dal Chiapas percorrono il territorio messicano anche con l'intento simbolico di proteggere i più deboli che subirebbero da soli ogni tipo di violenza. Sfruttando i numeri di quest'anno, l'inquilino della Casa Bianca ha lanciato una campagna di paura che mira a imporre la costruzione del \u003Cmark>muro\u003C/mark>, che il Mexico si rifiuta di pagare e il Congresso non vuole finanziare.\r\n\r\nIn questo modo il viaggio del lungo serpentone si è già bloccato a Oaxaca e molti stanno proseguendo a piccoli gruppi. Per comprendere meglio i risvolti di questo fenomeno, se è già stato almeno sufficiente a riportare alal ribalta il dramma della disperata migrazione verso gli Usa, o se invece a ottenere quanto si era prefisso è stato il feroce gringo abbiamo interpelalto Marco Dell'Aguzzo, esperto di questioni inrenti all’America Settentrionale\r\n\r\nConfine messicano, la carovana interrotta",[78,80,82,84,87],{"matched_tokens":79,"snippet":68},[],{"matched_tokens":81,"snippet":69},[],{"matched_tokens":83,"snippet":70},[],{"matched_tokens":85,"snippet":86},[24],"\u003Cmark>muro\u003C/mark>",{"matched_tokens":88,"snippet":71},[],[90,96],{"field":36,"indices":91,"matched_tokens":93,"snippets":95},[92],3,[94],[24],[86],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":75,"value":76},"post_content",[24],578730123365712000,{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":103,"num_tokens_dropped":48,"score":104,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",1,{"document":107,"highlight":128,"highlights":145,"text_match":99,"text_match_info":153},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":48,"id":110,"is_sticky":48,"permalink":111,"post_author":51,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":54,"post_id":110,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":59,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":124},[45],[47],"40152","http://radioblackout.org/2017/01/i-primi-dieci-giorni-di-trump/","La cerimonia di insediamento di Donald Trump è stata accompagnata da imponenti marce femministe e antisessiste. La settimana successiva, dopo la decisione di bandire l’ingresso ai cittadini di alcuni stati a prevalente religione musulmana e quella di sospendere l’accoglienza ai profughi, manifestazioni di protesta si sono svolte nei principali aeroporti statunitensi.\r\nIl “muslim ban” prevede il blocco per almeno 90 giorni degli ingressi da paesi giudicati tout court a “rischio terrorismo islamico”: Siria, Sudan, Libia, Somalia, Yemen, Iran e Iraq. Iran e Iraq hanno replicato attuando un provvedimento analogo nei confronti dei cittadini statunitensi. L’Arabia Saudita, il paese da cui provenivano quasi tutti gli attentatori dell’11 settembre, è invece stata esclusa dalla bad list del presidente.\r\nStretta pesante anche sul programma di accoglienza per i rifugiati: un blocco di 120 giorni dei visti, definiti dalla Casa Bianca “necessario per riesaminare” (in senso restrittivo) i meccanismi di accoglienza.\r\nLe proteste hanno attraversato il paese da New York a Los Angeles fin sotto alla Casa Bianca con lo slogan “no al bando no al muro”. Il “muro” è la nuova barriera che Trump vuole realizzare al tra Usa e Messico. La protesta ha invaso soprattutto gli aeroporti di 57 città Usa dove decine di migliaia di persone hanno espresso solidarietà alle centinaia di viaggiatori che sono stati bloccati dal mandato esecutivo di Trump, che, avendo decorso immediato, ha incastrato negli aeroporti moltissime persone prese alla sprovvista.\r\nDonald Trump è riuscito a catalizzare un vasto fronte di opposizione sociale che aveva disertato le urne, ma non intende disertare le piazze. Anzi.\r\nIl licenziamento del ministro della giustizia, ribelle alle imposizioni di Trump in materia di immigrazione, e la nomina di Steve Bannon, un suprematista bianco al consiglio di sicurezza del presidente, sono le ultime mosse di un uomo deciso a realizzare a testa bassa il proprio programma protezionista, di chiusura delle frontiere, di guerra aperta alle libertà femminili, di discriminazione nei confronti delle forti minoranze non bianche del paese.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Robertino, un compagno che conosce bene la situazione e imovimentinegli States, che ha tracciato un quadro delle forze politiche e sociali scese in campo in questi primi dieci giorni di presidenza di “The Donald”.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 01 31 trump robertino","31 Gennaio 2017","2017-02-03 21:28:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/proteste-trump-281-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/proteste-trump-281-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/proteste-trump-281-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/proteste-trump-281-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/proteste-trump-281.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I primi dieci giorni di Trump",1485895162,[65,120,121,122,123],"http://radioblackout.org/tag/muslin-ban/","http://radioblackout.org/tag/proteste-anti-trump/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[24,125,126,127,31],"muslin ban","proteste anti trump","Stati Uniti",{"post_content":129,"tags":134},{"matched_tokens":130,"snippet":132,"value":133},[131,131],"muro”","no al bando no al \u003Cmark>muro”\u003C/mark>. 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Seppure ai margini della cd. \"rotta balcanica\", sviluppatasi lungo l'asse Grecia-Macedonia-Serbia-Ungheria- Croazia, la Bulgaria – che svolge anche la funzione di confine esterno dell'Unione Europea – negli ultimi anni ha rappresentato un importante paese di transito per migliaia di persone in fuga da guerra e povertà. 27mila persone nel solo 2015, principalmente provenienti da Siria, Iraq ed Afghanistan e desiderose di raggiungere l'Austria, la Germania o la Svezia.\r\n\r\nIl 25 febbraio di quest'anno il parlamento bulgaro aveva già approvato la possibilità di schierare l'esercito al confine turco-bulgaro per reprimere i migranti, con pratiche di maltrattamenti, violenze, rapine e respingimenti arbitrari più volte denunciate anche da organizzazioni non certo radicali, quali il Belgrade Centre for Human Rights e lo Human Rights Watch. Episodio emblematico quello del 15 ottobre 2015, quando un migrante afgano fu ucciso da un colpo di pistola esploso da un poliziotto di frontiera.\r\n\r\nIn un contesto di proliferazione di muri anti-immigrati fisici e simbolici all'interno dello spazio europeo - dall'Ungheria, alla Grecia, alla Spagna, alla Francia, all'Italia - il progetto di costruzione del muro al confine tra Bulgaria e Turchia, dal costo stimato di circa 50 milioni di euro, si inserisce in Bulgaria in un quadro di paura ed ostilità sociale diffusa nei confronti dello \"straniero\", fomentata da retoriche mediatiche e politiche istituzionali di stampo nazionalista. Sul territorio dello Stato si aggirano mercenari a caccia di teste migranti, come Dinko, presentato dai media come nuovo \"super-eroe\" nazionale, in quanto \"combina la guida estrema di quad con la caccia ai rifugiati” e nel giro di qualche mese ha catturato “almeno venti persone, e a mani nude”. Dinko, intervistato da una tv locale, si è espresso in favore della caccia al migrante, sostenendo la sua regolamentazione e retribuzione nella forma di “un premio in denaro, che so, 50 leva (25 euro), per ogni 'capo' catturato”.\r\n\r\nDi questo scenario agghiacciante, che rimanda in maniera lampante a pratiche coloniali, abbiamo parlato questa mattina con Francesco Martino, dell'Osservatorio Balcani e Caucaso:\r\n\r\nmartino","27 Maggio 2016","2016-05-30 12:33:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'Europa dei muri: 146 km di filo spinato tra Bulgaria e Turchia",1464373086,[168,169,170,65,171],"http://radioblackout.org/tag/bulgaria/","http://radioblackout.org/tag/dinko/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/nazionalismo/",[173,174,19,24,175],"Bulgaria","Dinko","nazionalismo",{"post_content":177,"tags":181},{"matched_tokens":178,"snippet":179,"value":180},[24],"in progetto di costruire un \u003Cmark>muro\u003C/mark> di filo spinato lungo 146","Nei prossimi due mesi il governo bulgaro ha in progetto di costruire un \u003Cmark>muro\u003C/mark> di filo spinato lungo 146 chilometri al confine con la Turchia, con lo scopo di respingere l’ingresso di migranti. “I cittadini bulgari si devono sentire al sicuro, la barriera praticamente non lascia opportunità per gli attraversamenti non autorizzati, nemmeno nelle zone più facilmente accessibili”, ha dichiarato il ministro degli Interni, Rumyana Bachvarova. 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Per ora non si tratta ancora di un muro vero e proprio ma di una sorta di transenne mobili che dovrebbero ordinare il flusso, ma sono a tutti gli effetti un embrione di muro. Contro cui la folla schiaccia le prime file, ma fa parte della sindrome che ha preso tutte quelle che furono in un lontano passato i paesi di frontiera con l'Impero Ottomano e quindi il terrore dell'invasione musulmana emerge come se fosse nei cromosomi di quelle popolazioni.\r\n\r\nImre ci ha raccontato anche la situazione nel resto dell'Austria: la quantità di migranti che richiedono asilo nel paese danubiano; le reazioni delle persone e le manifestazioni naziste di piazza, chiedendosi da ultimo come mai se sapevano da due settimane che si sarebbe scaricato il flusso migratorio su quella frontiera, come è potuta avvenire una simile disorganizzazione?\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","30 Ottobre 2015","2015-11-03 16:35:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/2015_10_30-austri-slovenia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"224\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/2015_10_30-austri-slovenia-300x224.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/2015_10_30-austri-slovenia-300x224.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/2015_10_30-austri-slovenia-768x574.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/2015_10_30-austri-slovenia-1024x765.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/2015_10_30-austri-slovenia.jpg 1296w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'esodo dei disperati risveglia mai sopite paure austroungariche",1446211936,[254,255,65,256,257],"http://radioblackout.org/tag/austria/","http://radioblackout.org/tag/confine-blindato/","http://radioblackout.org/tag/sentilj/","http://radioblackout.org/tag/slovenia/",[259,260,24,261,262],"austria","confine blindato","Sentilj","slovenia",{"post_content":264,"tags":268},{"matched_tokens":265,"snippet":266,"value":267},[24],"si tratta ancora di un \u003Cmark>muro\u003C/mark> vero e proprio ma di","La prima definizione usata dalla ministra austriaca degli interni Johanna Mikl-Leitner era stata di “bauliche Massnahmen” (“provvedimenti costruttivi”), poi di “technische Sperre” (“sbarramento tecnico”), infine di “intelligente Grenze” (“frontiera intelligente”), pur di non usare l'aborrito lemma \"barriere\". 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Contro cui la folla schiaccia le prime file, ma fa parte della sindrome che ha preso tutte quelle che furono in un lontano passato i paesi di frontiera con l'Impero Ottomano e quindi il terrore dell'invasione musulmana emerge come se fosse nei cromosomi di quelle popolazioni.\r\n\r\nImre ci ha raccontato anche la situazione nel resto dell'Austria: la quantità di migranti che richiedono asilo nel paese danubiano; le reazioni delle persone e le manifestazioni naziste di piazza, chiedendosi da ultimo come mai se sapevano da due settimane che si sarebbe scaricato il flusso migratorio su quella frontiera, come è potuta avvenire una simile disorganizzazione?\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ",[269,271,273,275,277],{"matched_tokens":270,"snippet":259},[],{"matched_tokens":272,"snippet":260},[],{"matched_tokens":274,"snippet":86},[24],{"matched_tokens":276,"snippet":261},[],{"matched_tokens":278,"snippet":262},[],[280,285],{"field":36,"indices":281,"matched_tokens":282,"snippets":284},[103],[283],[24],[86],{"field":97,"matched_tokens":286,"snippet":266,"value":267},[24],{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":103,"num_tokens_dropped":48,"score":104,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":48},{"document":289,"highlight":308,"highlights":316,"text_match":322,"text_match_info":323},{"cat_link":290,"category":291,"comment_count":48,"id":292,"is_sticky":48,"permalink":293,"post_author":51,"post_content":294,"post_date":295,"post_excerpt":54,"post_id":292,"post_modified":296,"post_thumbnail":297,"post_thumbnail_html":298,"post_title":299,"post_type":59,"sort_by_date":300,"tag_links":301,"tags":305},[45],[47],"32258","http://radioblackout.org/2015/10/31-ottobre-a-evros-contro-il-muro-della-fortezza-europa/","Nonostante le belle parole empie di retorica dei leader dell'UE, i naufragi di migranti nel mar Mediterraneo continuano con una frequenza spaventosa. Non passa ormai settimana senza che una nuova tragedia del mare occupi le prime pagine dei giornali.\r\nContro questa ipocrita indignazione, per un intervento radicale là dove i muri della Fortezza Europa si ergono, migliaia di compagn* andranno sabato 31 ottobre a Evros, sul confine greco-turco, per protestare contro la barriera fisica che costringe tanti migranti a scegliere la via del mare, talvolta morendovi nella traversata...\r\nAscolta la diretta con Niki, compagna di Salonicco, che presenta l'iniziativa di sabato 31 ottobre\r\n\r\nniki_no_muro_evros\r\n\r\n L'appello del Coordinamento contro le recinzioni di Evros \r\nOgni giorno, migliaia di persone perseguitate dai bombardamenti occidentali, regimi totalitari e violenza integralista, sradicati dalla povertà estrema e dalla \"crescita\" delle imprese, lottano per attraversare le frontiere e venire in Europa. Sono guidati dalla lotta per la sopravvivenza, in cerca di una vita di pace e dignità. In migliaia sono annegati sulle coste del Mediterraneo; ma quelli che riescono a raggiungere gli Stati europei vivi, si trovano di fronte a campi di detenzione, attacchi fascisti e razzisti, violenza della polizia e sciacallaggio, o vengono utilizzati come forza lavoro a basso costo e facilmente sfruttabile.\r\nI leader europei, che invocano tutti ipocritamente il loro presunto umanesimo, si concentrano sul rafforzamento dei controlli alle frontiere, l’aumento degli eserciti e di Frontex, dei campi di detenzione, deportazione e rimpatri forzati, rivelando così il vero volto della Fortezza-Europa.\r\nLa recinzione ad Evros (al confine tra la Turchia e la Grecia) non è solo il simbolo di esclusione, demonizzazione dello \"straniero\" e protezione della sicurezza nazionale ed europea a tutti i costi, ma anche la causa per cui tutte queste persone sono annegate nel Mar Egeo e nel Mar Mediterraneo. Le recinzioni forzano i rifugiati e gli immigrati a seguire pericolose rotte marittime per attraversare le frontiere. L'evidenza mostra che da quando è stata costruita la recinzione, le persone che sono annegate nel Mar Egeo sono schizzate alle stelle e il numero continuerà a crescere, visto che nessun filo spinato potrà fermare un uomo o una donna che combatte per la sopravvivenza e una vita dignitosa.\r\nAbbiamo creato il Coordinamento contro le recinzioni di Evros per abbattere la recinzione, aprire le frontiere e fermare la tragedia umana nel Mediterraneo. Gruppi e individui si sono incontrati per unire le forze, ognuno con un diverso portato ideologico, uniti dalla comune convinzione che fermare l'incubo dei confini macchiati di sangue è una questione che riguarda tutta la società e i movimenti. Le assemblee del team di coordinamento sono aperte e orizzontali in un processo che persegue il coordinamento e la cooperazione con iniziative simili, sia in Grecia che all'estero, visto che la questione dei confini riguarda tutti noi.\r\nNon possiamo rimanere in silenzio di fronte alla morte. Fino a quando il recinto è lì e le frontiere sono chiuse, lo Stato greco e l'Unione europea stanno commettendo l'uccisione di migliaia di migranti e rifugiati sulle coste del Mediterraneo, che muoiono dentro “carrette del mare” di trafficanti di esseri umani.\r\nPer questo chiamiamo a una mobilitazione, una manifestazione a Evros contro il muro e le frontiere, Sabato 31 Ottobre 2015.\r\n\r\n• Libera circolazione dei rifugiati e degli migranti\r\n\r\n• Documenti per tutti - Nessuna deportazione\r\n\r\n• No ai campi di detenzione\r\n\r\n• Contro la Fortezza-Europa\r\n\r\n• La nostra solidarietà abbatterà le recinzioni e le frontiere\r\n\r\nSABATO 31 OTTOBRE MANIFESTAZIONE ALLE RECENZIONI DI EVROS\r\n\r\nBus in partenza da Salonicco a 8:00 dalla Statua della Venizelos (Prenotazioni: +30 6949591336, +30 6970395852)\r\n\r\nTratto dal sito del coordinamento contro le recinzioni, traduzione dall'inglese a cura di Dinamopress","31 Ottobre 2015","2015-11-03 16:34:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/evros-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"206\" height=\"288\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/evros.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","31 ottobre - A Evros, contro il muro della fortezza Europa",1446250620,[302,303,304,170,216],"http://radioblackout.org/tag/evros/","http://radioblackout.org/tag/fortezza-europa/","http://radioblackout.org/tag/grecia/",[306,307,26,19,33],"evros","fortezza europa",{"post_content":309,"post_title":313},{"matched_tokens":310,"snippet":311,"value":312},[24],"manifestazione a Evros contro il \u003Cmark>muro\u003C/mark> e le frontiere, Sabato 31","Nonostante le belle parole empie di retorica dei leader dell'UE, i naufragi di migranti nel mar Mediterraneo continuano con una frequenza spaventosa. Non passa ormai settimana senza che una nuova tragedia del mare occupi le prime pagine dei giornali.\r\nContro questa ipocrita indignazione, per un intervento radicale là dove i muri della Fortezza Europa si ergono, migliaia di compagn* andranno sabato 31 ottobre a Evros, sul confine greco-turco, per protestare contro la barriera fisica che costringe tanti migranti a scegliere la via del mare, talvolta morendovi nella traversata...\r\nAscolta la diretta con Niki, compagna di Salonicco, che presenta l'iniziativa di sabato 31 ottobre\r\n\r\nniki_no_muro_evros\r\n\r\n L'appello del Coordinamento contro le recinzioni di Evros \r\nOgni giorno, migliaia di persone perseguitate dai bombardamenti occidentali, regimi totalitari e violenza integralista, sradicati dalla povertà estrema e dalla \"crescita\" delle imprese, lottano per attraversare le frontiere e venire in Europa. Sono guidati dalla lotta per la sopravvivenza, in cerca di una vita di pace e dignità. 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Lo ha annunciato il ministro \"per la protezione dei cittadini\" Michalis Chrisochoidis. L'Unione Europea non finanzierà il progetto, peraltro caldeggiato da Sarkozy, ma non si opporrà a quello che l'incaricata UE Cecilia Malmström, ha definito un \"affare interno\".\r\nLa pressione dell’estrema destra xenofoba, che i sondaggi danno in crescita, il tentativo di spezzare il fronte della lotta di classe giocando la carta della guerra tra poveri, sono all’origine della scelta di dare una ulteriore svolta disciplinare all’immigrazione nel paese ellenico.\r\nMolti immigrati sono afgani, spesso minorenni, cui è negato l’asilo politico o il riconoscimento dello status di profughi, perché provengono da una paese “democratico” e non hanno “motivo” di fuggire.\r\nTanti si ammassano in campi di fortuna alle spalle di Patrasso, nella speranza di guadagnare un passaggio clandestino verso l’Italia. Nel nostro paese se ne parla solo quando qualcuno muore schiacciato dalle ruote di un camion cui si era aggrappato.\r\nIl muro di Evros è solo uno dei tasselli – forse solo il più visibile – di una politica di repressione dell’immigrazione clandestina, che nei prossimi mesi porterà alla costruzione di 30 centri di detenzione da mille posti l’uno.\r\nNei quartieri periferici di Atene, la grande città dove si concentrano gran parte degli immigrati che provano, attraverso la Grecia, ad approdare nell’Europa più ricca, si moltiplicano le aggressioni fasciste.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Georgios del gruppo di comunisti libertari di Atene.\r\n\r\nAscolta l’intervista a radio Blackout: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/2012-04-08-georghios-fasci-immigrazione.mp3|titles=2012 04 08 georghios fasci immigrazione]\r\n\r\nScarica l'audio","14 Aprile 2012","La Grecia ha deciso: il muro lungo il confine con la Turchia si farà. 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L' incremento della repressione degli stati spagnolo e francese, la complicità e l'ambiguità del PNV -Partito Nazionalista Basco-, l'utilizzo della Polizia Autonoma Basca - l'Ertzaintza-, le risposte del movimento popolare per l'indipendenza e il socialismo alla crisi economica e al nuovo scenario politico\r\n\r\nAscolta la chiacchierata con Patxi, di ritorno da Ondarroa patxi.ondarroa\r\n\r\nAlcuni link:\r\n\r\nhttp://www.contropiano.org/esteri/item/16518-paese-basco-un-nuovo-muro-di-solidariet%C3%A0-contro-la-repressione\r\n\r\nhttp://www.contropiano.org/esteri/item/16582\r\n\r\nhttp://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/7799-il-muro-popolare-resiste-allarresto-di-una-giovane-basca\r\n\r\nResoconti multimediali, video e foto\r\n\r\nhttp://www.naiz.info/eu/mediateca/video/cronica-de-lo-sucedido-en-ondarroa\r\n\r\nhttp://www.demotix.com/news/2055139/basque-police-arrest-eta-collaborator-urtza-alkorta#media-2055005\r\n\r\nhttp://www.youtube.com/watch?v=CyifWv-e11Q","16 Maggio 2013","2018-10-17 22:10:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/68683_570763832955944_1979991173_n-200x110.jpg","Pratiche di solidarietà e resistenza, il \"Muro Popolare\" in Euskal Herria",1368710946,[447,448,449,450,451,452,453],"http://radioblackout.org/tag/autodeterminazione/","http://radioblackout.org/tag/euskal-herria/","http://radioblackout.org/tag/lotta-popolare/","http://radioblackout.org/tag/paesi-baschi/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/","http://radioblackout.org/tag/sinistra-indipendentista/",[455,456,457,458,459,363,460],"autodeterminazione","euskal herria","lotta popolare","paesi baschi","repressione","Sinistra indipendentista",{"post_content":462,"post_title":467},{"matched_tokens":463,"snippet":465,"value":466},[464],"Muro","dello sgombero dell'Herri Harresia - il \u003Cmark>Muro\u003C/mark> Popolare creato a difesa della","All'indomani dello sgombero dell'Herri Harresia - il \u003Cmark>Muro\u003C/mark> Popolare creato a difesa della giovane militante basca Urtza Alkorta nella cittadina del golfo di Bizkaia, Ondarroa, abbiamo fatto quattro chiacchiere con un compagno italiano, di ritorno da Euskal Herria.\r\n\r\n[ maggiori info nei link a fine articolo ]\r\n\r\nAbbiamo raccolto le sue impressioni sul cima che si respirava nell'Aske Gunea, lo spazio liberato creato nel viale principale del paese della militante basca sulla quale pendeva un mandato di arresto, ci siamo interrogati sul significato di questa nuova forma di resistenza popolare, inserita nel nuovo contesto politico che si vive nelle terre basche. 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Violenze se possibile ancora più efferate a Port-au-Prince, blocco di merci, fame e migrazione; muro dominicano, traffici di armi e droga. Noboa vs Gonzáles: il ballottaggio in Ecuador vede il confronto dei molti mondi che compongono il paese..\r\n\r\nI reciproci tentativi di isolare il nemico dal mercato\r\nAbbiamo chiesto ad Alessandra Colarizi, direttrice editoriale di “China Files”, di restituirci un’idea di quello che può essere lo sguardo della società cinese sulla scomposta guerra commerciale trumpiana.\r\nA iniziare dall’identificazione di eventuali nuovi partner commerciali in sostituzione del mercato statunitense (considerando anche un’improbabile ulteriore estensione della presenza cinese in Africa, a fronte di un più probabile controllo della regione limitrofa – il libero scambio con Corea e Giappone? – e dell’Asean), o di assorbimento interno di parte delle esportazioni; prendendo poi in considerazione le contromisure non solo tariffarie adottate dal governo cinese, mirate e dunque già meditate prima che si scatenasse la buriana; la riduzione dei bond americani in pancia alle casse di Pechino (secondo detentore mondiale del debito di Washington); la creazione del welfare.\r\nSi è inserito anche il problema dei porti di Panama e degli altri scali interessati all’operazione di Trump, che mira a mettere sotto pressione la Cina. Il problema è quanto la guerra commerciale vada a impattare sul mercato del lavoro e sulle condizioni dei lavoratori cinesi, che hanno saputo inscenare “incidenti di massa” per protestare contro la recessione della qualità della vita.\r\nQueste ostilità si vanno a inserire in una contingenza che vede dal covid e dalla bolla immobiliare in avanti la situazione economico-finanziaria meno positiva e arrembante nello sviluppo commerciale cinese, che viene tamponata con il nazionalismo e la rivalità con gli Usa, quindi la guerra commerciale scatenata da Trump potrebbe essere un atout per rinforzare la difesa. Si va dipingendo un gioco di guerra che vede i due contendenti intenti a isolare il nemico nel suo recinto, precludendogli relazioni commerciali con il resto del mondo.\r\nSicuramente i prodotti cinesi sono concorrenziali con qualsiasi altro prodotto per qualità/prezzo, a prescindere da qualsiasi guerra di dazi. 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Infatti l’indifferenza per le condizioni disastrose in cui versa in particolare la capitale e la crisi esistenziale di un paese privo di risorse, saccheggiato da gang che spadroneggiano facendosi beffe di truppe keniane dell’Onu e armate dalla vicina Florida.\r\nRoberto Codazzi ci aggiorna sulla situazione, ma soprattutto dipinge il quadro per cui riusciamo a farci un’idea di cosa significa vivere in queste condizioni, con le gang che controllano tutti i quartieri della capitale tranne uno, con sparuti gruppi di autodifesa di cittadini (e si registrano linciaggi di appartenenti alle gangs catturati), scarsità di cibo, baratto, ritorno alle campagne per poter coltivare almeno il nutrimento, difficoltà di movimenti per i molti posti di blocco gestiti dalle bande e le comunicazioni affidate a eroici giornalisti radiofonici che vengono assassinati, quando si individuano le sedi delle radio. Le uniche merci che transitano tra Miami e Port-au-Prince sono le armi; altra provenienza di armi è dalla Colombia/Venezuela nel sistema del narcotraffico, che vede in Haiti un hub.\r\nTra Repubblica dominicana e Haiti ci sono costanti frizioni, frontiere chiuse – pur se sono concesse aperture a merci per consentire la sopravvivenza in assenza di possibilità di accesso al territorio haitiano. Ora si aggiungono rimpatri e restrizioni sui cittadini haitiani presenti in territorio dominicano, anche se la repubblica dominicana si fonda sulla manodopera a basso costo dei “cugini” haitiani, che ora si contano in misura di circa 2 milioni di presenze in condizioni precarie. Si organizzano marce per l’espulsione dal territorio turistico dominicano.\r\nGli haitiani sono respinti senza interruzione dagli Usa dal mandato di Obama: una situazione consolidata dalle immagini al confine messicano, quando venivano inseguiti con i lazos; i rimpatri sono ora ridotti dalla chiusura degli aeroporti.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/l-ulteriore-deterioramento-della-vita-di-haiti--65552467\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione al Caribe si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/RobertoCodazzi_Gangs-of-Port-au-Prince.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Davide Matrone ,docente universitario e giornalista freelance che vive a Quito , parliamo delle elezioni presidenziali in Ecuador , lunedi ci sarà il ballottaggio fra la candidata di \"Revolucion Ciudadana\", partito legato al correismo ,Luisa Gonzalez e il figlioccio della dinastia più ricca dell'Ecuador ,Daniel Noboa ,attuale presidente . Nonostante qualche scivolone xenofobo sulla questione dei rifugiati venezuelani che vorrebbe rimpatriare forzosamente e l'assenza nella sua campagna elettorale dei temi del lavoro ,Luisa Gonzalez incarna la sinistra che c'è in Ecuador in questo momento storico ,sicuramente lontana dalla radicalità del correismo della prima ora .L'alleanza storica con il movimento indigeno Pachakutik - braccio politico della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), la più grande del Paese - guidato da Leonidas Iza sposta il baricentro della \" revolucion ciudadana\" verso posizioni piu' progressiste ed evidenzia il prevalere all'interno delle comunità indigene di posizioni antiliberiste rompendo con il sostegno ai presidenti conservatori Lasso e Noboa dei cosidetti \"ponchos dorados \" la borghesia indigena che aveva fatto blocco con le élite reazionarie di Quito. Noboa ha fallitto totalmente sulla questione della sicurezza in un paese che è diventato hub privilegiato dei narcotrafficanti in America Latina ,tanto da dover ricorrere ai mercenari americani della \"Blackwater\" ,mandando evidenti segnali di debolezza e inadeguatezza nell'affrontare il problema della sicurezza che è molto sentito dalla popolazione che fino a qualche tempo fa viveva in paese considerato realtivamente sicuro ,mentre adesso L'Ecuador ha il tasso di omicidi più elevato del Sudamerica. Il ricorso ai mercenari nordamericani si configura anche come un ingerenza palese di un paese straniero negli affari interni dell'Ecuador ,mentre si manifesta la subordinazione di Noboa alle pretese di Washington che vorrebbe riappropiarsi anche della base militare di Manta , chiusa nel 2006 da Correa.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-nuovo-ciclo-del-correismo--65555974\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione all'America latina si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BASTIONI-10042025-ECUADOR.mp3\"][/audio]","13 Aprile 2025","2025-04-14 12:50:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 10/04/2025- LA SOCIETÀ CINESE AL TEMPO DEI DAZI - IL TERRORE S’INSTALLA A PORT-AU-PRINCE -DIETRO AL BALLOTTAGGIO TANTI ECUADOR",1744540748,[488],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[365],{"post_content":491},{"matched_tokens":492,"snippet":493,"value":494},[24],"di merci, fame e migrazione; \u003Cmark>muro\u003C/mark> dominicano, traffici di armi e","La Guerra dei dazi impatta con il Partito comunista cinese e la società cinese, decoupling e reazioni alla confusione trumpiana. 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Ci facciamo aiutare da Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista esperta della penisola araba che ha seguito a lungo anche le vicende yemenite.\r\n\r\nL'Arabia Saudita di Bin Salman si presenta forte della potenza finanziaria del suo fondo sovrano e della società che gestisce le ricchezze petrolifere del paese Aramco,che ormai estende i suoi interessi anche verso l'Asia meridionale .Il faraonico progetto della Vision 2030 che ha come obiettivo anche quello di diversificare le fonti dell'economia saudita e di modernizzare il paese ,per quanto ridimensionato, costituisce il volano con il quale Bin Salman vuole proiettare un' immagine diversa del paese come elemento di stabilità che tenga insieme gli USA ,Russia e Cina dialogando al contempo con lo storico rivale persiano. L'Arabia Saudita guarda anche con interesse al Libano dopo l'elezione di Aoun come presidente e l'indebolimento di Hezbollah e alla Siria mirando a diventare un nodo decisionale che non si puo' ignorare . Forte dei rapporti che lo legano a Trump Bin Salman sta giocando una partita globale, non a caso gli incontri tra le delegazioni russe e americane si sono tenuti a Riyad ,ma non solo sul piano diplomatico anche su quello economico come dimostra la quasi adesione ai BRICS, l'emissioni di obbligazioni in euro per sostenere il progetto \"Vision 2030\" , il mancato rinnovo dell'accordo relativo al pagamento del petrolio in dollari Usa, promosso cinquanta anni fa tra gli Stati Uniti d’America e l’Arabia Saudita . 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Al di fuori delle città si vedono le conseguenze delle devastazioni provocate dalla guerra ,impianti produttivi danneggiati e chiusi ,con migliaia di persone che hanno perso il lavoro ,molti vagano traumatizzati dalle violenze del conflitto per le strade ,i giovani tentano di andarsene verso la penisola arabica o verso l'Europa intraprendendo viaggi pericolsi che spesso si concludono tragicamente. Si prova a riaprire le scuole ma la gestione dei giovani alunni traumatizzati perchè orfani o perchè ex combattenti è estremamente complessa mentre emergono i dati raccapriccianti delle vittime degli stupri ,usati dalle milizie combattenti come arma contro la popolazione civile .Nonostante questo quadro drammatico la popolazione cerca di ricostruire senza aspettare aiuti che tardano ad arrivare , si ricostituisce un tessuto di solidarietà e sostegno reciproco per sanare le ferite della guerra .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/bastioni-27022025-palamidesse.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vita Lo Russo attivista e giornalista che vive a Berlino , parliamo delle elezioni tedesche in particolare dell'influenza sull'esito del voto delle mobilitazioni di massa contro AFD ,la composizione del voto per la Linke che inaspettatamente ha raddoppiato i consensi ,l'ambiguità di fondo delle posizioni di certa sinistra tedesca rispetto alla condanna dei crimini sionisti a Gaza e nei territori occupati. A 36 anni dalla caduta del muro l'esito di queste elezioni con il successo della destra di AFD nei laender orientali ,rimanda al fallimento sostanziale del processo di unificazione vissuto ad est come un' annessione forzata a suon di trasferimento di risorse economiche ed umane che però non hanno contribuito alla crescita delle regioni orientali. Con Vita parliamo anche dell'impatto della riunificazione sulla vita delle persone che vivevano nella DDR.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-27022025-GERMANIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Laura Schrader ,giornalista e studiosa della questione kurda ,parliamo degli Yazidi in occasione di una mostra che si terrà da sabato 1 marzo al polo del '900 sulla comunità yezidae lo spazio sacro. Il popolo degli yazidi è stato vittima di varie persecuzioni a causa della sua religione eterodossa e l'ultimo tentativo di genocidio è stato perpretato dall'Isis nell'agosto del 2014 nella regione irachena nord occidentale di Sinjar, nel giro di poche settimane più di 5000 persone furono uccise mentre donne e bambini furono ridotti in schiavitù. Un decennio dopo il massacro risultano ancora disperse 2600 persone e molte fosse comuni non sono ancora stae scavate , il massacro ha provocato circa 350000 profughi costretti a fuggire. Con Laura parliamo anche della situazione nel Rojava e dell'attacco delle milizie filo turche contro la diga di Tishrin difesa dalla popolazione del luogo e dai combattenti curdi. Il nuovo governo siriano ,nonostante il maquillage democratico ,è espressione degli integralisti islamici e controllato dalla Turchia che ha come obiettivo quello di cancellare la presenza curda nel nord est e cancellare l'esperienza dell'Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale che vuole costruire una Siria laica e multietnica.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Bastioni-27022025-schrader.mp3\"][/audio]","1 Marzo 2025","2025-03-01 12:14:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 27/02/2025- ARABIA SAUDITA: MBS E LE ASPIRAZIONI DI POTENZA GLOBALE -TIGRAY: LE FERITE DELLA GUERRA - GERMANIA DOPO LE ELEZIONI -YAZIDI UN POPOLO PERSEGUITATO.",1740831265,[488],[365],{"post_content":516},{"matched_tokens":517,"snippet":518,"value":519},[24],"36 anni dalla caduta del \u003Cmark>muro\u003C/mark> l'esito di queste elezioni con","In questa puntata Bastioni di Orioni approfondisce il ruolo che l'Arabia Saudita sta giocando sullo scacchiere internazionale ,aspirando ad essere riconosciuta come potenza globale imprescindibile nella definizione dei nuovi equilibri non solo regionali. Ci facciamo aiutare da Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista esperta della penisola araba che ha seguito a lungo anche le vicende yemenite.\r\n\r\nL'Arabia Saudita di Bin Salman si presenta forte della potenza finanziaria del suo fondo sovrano e della società che gestisce le ricchezze petrolifere del paese Aramco,che ormai estende i suoi interessi anche verso l'Asia meridionale .Il faraonico progetto della Vision 2030 che ha come obiettivo anche quello di diversificare le fonti dell'economia saudita e di modernizzare il paese ,per quanto ridimensionato, costituisce il volano con il quale Bin Salman vuole proiettare un' immagine diversa del paese come elemento di stabilità che tenga insieme gli USA ,Russia e Cina dialogando al contempo con lo storico rivale persiano. L'Arabia Saudita guarda anche con interesse al Libano dopo l'elezione di Aoun come presidente e l'indebolimento di Hezbollah e alla Siria mirando a diventare un nodo decisionale che non si puo' ignorare . Forte dei rapporti che lo legano a Trump Bin Salman sta giocando una partita globale, non a caso gli incontri tra le delegazioni russe e americane si sono tenuti a Riyad ,ma non solo sul piano diplomatico anche su quello economico come dimostra la quasi adesione ai BRICS, l'emissioni di obbligazioni in euro per sostenere il progetto \"Vision 2030\" , il mancato rinnovo dell'accordo relativo al pagamento del petrolio in dollari Usa, promosso cinquanta anni fa tra gli Stati Uniti d’America e l’Arabia Saudita . Il principe trova l'opposizione delle correnti conservatrici legate ai valori tradizionale ma è sostenuto dalla maggioranza della popolazione giovane che aspira ad uno stile di vita in linea con le modernizazioni promesse da Bin Salman.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI27022025-BATTAGLIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMatteo Palamidesse ,giornalista di Focus on Africa ,ci racconta della situazione che ha trovato in Tigray devastato dall guerra civile . Nella regione manca il carburante ,le file ai distributori sono infinite e il prezzo della benzina è arrivato al cambio attuale a quasi 2 euro al litro ,con conseguenze devastanti per il trasporto pubblico che è praticamente fermo. Al di fuori delle città si vedono le conseguenze delle devastazioni provocate dalla guerra ,impianti produttivi danneggiati e chiusi ,con migliaia di persone che hanno perso il lavoro ,molti vagano traumatizzati dalle violenze del conflitto per le strade ,i giovani tentano di andarsene verso la penisola arabica o verso l'Europa intraprendendo viaggi pericolsi che spesso si concludono tragicamente. Si prova a riaprire le scuole ma la gestione dei giovani alunni traumatizzati perchè orfani o perchè ex combattenti è estremamente complessa mentre emergono i dati raccapriccianti delle vittime degli stupri ,usati dalle milizie combattenti come arma contro la popolazione civile .Nonostante questo quadro drammatico la popolazione cerca di ricostruire senza aspettare aiuti che tardano ad arrivare , si ricostituisce un tessuto di solidarietà e sostegno reciproco per sanare le ferite della guerra .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/bastioni-27022025-palamidesse.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vita Lo Russo attivista e giornalista che vive a Berlino , parliamo delle elezioni tedesche in particolare dell'influenza sull'esito del voto delle mobilitazioni di massa contro AFD ,la composizione del voto per la Linke che inaspettatamente ha raddoppiato i consensi ,l'ambiguità di fondo delle posizioni di certa sinistra tedesca rispetto alla condanna dei crimini sionisti a Gaza e nei territori occupati. 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Dalla recrudescenza della loro codificazione giuridica in Cutro fino ad arrivare all’Albania.\r\n\r\nPer chi volesse riprendere uno degli approfondimenti dedicati ai decreti Cutro, Sud e Caivano, nonché al pacchetto sicurezza (DDL 1660):\r\n\r\n“Mattone su mattone. La costruzione del muro repressivo”\r\n\r\nInvece per approfondire l’accordo Rama-Meloni, vi lasciamo alcuni link di puntante passate dove si entra nel vivo del rapporto fra i due governi:\r\n\r\n“Aggiornamenti dall’Albania e l’esternalizzazione della detenzione amministrativa”\r\n\r\n“Accordo Italia/Albania: fra stratificazione coloniale e devozione”\r\n\r\nCon l’aiuto di Giorgia, avvocata bolognese che non di rado ci aiuta a cogliere ed analizzare i contesti normativi che caratterizzano le procedure di frontiera e la detenzione amministrativa, abbiamo ricordato cosa prevedono le procedure accelerate e che tipo di strutture lo Stato necessita per metterle in atto. Tracciando una linea cronologica dall’apertura dei CPRI in suolo siciliano, da Modica Pozzallo a Porto Empedocle, fino ad arrivare alla costruzione del hotspot di Gjader e del CPRI di Shengjin ciò che emerge è che le scorciatoie politiche dell’esecutivo che – tra un decreto ed un altro – cerca sempre di più di criminalizzare la migrazione e sigillare le frontiere della fortezza Europa, si trovano davanti agli ostacoli del diritto internazionale. Emblematiche sono a tal punte le vicende che stanno caratterizzando i centri in Albania sin dalla loro apertura.\r\n\r\nAscolta qui la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/ProcedureAccelerate7.02.2024.mp3\"][/audio]","14 Febbraio 2025","2025-02-14 12:58:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/cadutalibera-200x110.jpg","Ancora dall’Albania: su procedure accelerate di frontiera e pantomime",1739537856,[538,539,540],"http://radioblackout.org/tag/colonialismo-italiano/","http://radioblackout.org/tag/cpr-albania/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[542,543,544],"colonialismo italiano","cpr albania","war on migrants",{"post_content":546},{"matched_tokens":547,"snippet":548,"value":549},[24],"su mattone. 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Partendo proprio dalle motivazioni che hanno portato ad indire questo presidio, siamo andati a ripercorre le principali delle vicende capitate a queste donne che hanno iniziato ad operare in un'associazione che si dichiara nel proprio statuto trans-femminista, decisa a combattere le discriminazioni di razza e di genere, ma che a chi ci lavora somministra contratti di collaborazione, quando si richiede invece una presenza costante, de facto full time; oppure che per bocca di alcune dirigenti, si permette di infantilizzare le persone a cui presta servizio, anche su base razziale; fino ad arrivare all'episodio scatenante di questo primo licenziamento di una lavoratrice, (tra le nostre intervistate) che ha preso le difese della cuoca della mensa durante una lite con un'amministratrice dell'associazione ed è stata da quest'ultima aggredita verbalmente e fisicamente.\r\n\r\nLa reazione di chi ha subito questa aggressione è stata molto meno scomposta, ha mandato una lettera alle socie dell'amministrazione per chiedere che venisse indetto un momento di discussione collettiva su quello che era successo e la risposta da parte di Almaterra è stato il licenziamento della ragazza in questione. Certamente con questa storia non stiamo descrivendo l'atteggiamento meschino di una singola amministratrice o di una sola associazione, ma quello di un sistema che prima lentamente (e poi negli ultimi anni, sempre più velocemente) si è tramutato da ambito di cura alla persona a settore strategico di profitto per fondazioni bancarie, con l'approccio dirigenziale che ne consegue, come ci hanno raccontato per tanti altri vari risvolti le nostre ospiti intervistate.\r\n\r\nProprio per questo era stato chiamata anche un'assemblea tenutasi nel cortile del Cecchi Point a giugno 2024 con l'intento di unire le voci e le forze tra chi opera in questo ambito e riscontra problematiche molto simili l'un l'altra, cosa che sta lentamente avvendendo.\r\n\r\nPer informarvi a riguardo se lavorate nel sociale e non, vi invitiamo perciò ad unirvi al loro canale telegram Lottiamo nel sociale!\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_04_02_Ex-lavoratrici-Almaterra-su-condizioni-nel-lavoro-sociale-e-presidio-11febbraio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVi rimandiamo anche ad una puntata della trasmissione Ricongiunzioni sempre a riguardo delle lavoratrici di Almaterra\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in collegamento telefonico con Mimì Ercolano, coordinatrice del SiCobas Napoli, sulle lotte dei lavoratori GLS di Napoli e provincia. Continua infatti incessante da mesi,la mobilitazione in risposta alla pessime situazioni lavorative, contrattuali e repressive di chi lavora in subappalto per questo colosso delle consegne. Vi proponiamo degli estratti da un loro comunicato stampa uscito a seguito delle violenze poliziesche subite, oltre che dai lavoratori stessi, anche nel fermo di Giuseppe D'Alesio, altro coordinatore del sindacato:\r\n\r\n\"Quella in corso alla GLS di Napoli non è una semplice \"vertenza per il reintegro dei licenziati\", bensì un grimaldello fondamentale per rilanciare un serio e credibile processo di emancipazione di migliaia di lavoratori e proletari, i quali soprattutto al sud sono alla mercé di sfruttatori senza scrupoli e sono costretti ad abbassare la testa e ad accettare salari da fame e condizioni di lavoro umilianti sotto perenne il ricatto dei licenziamenti e della disoccupazione dilagante.\r\n\r\nLo sciopero che tra ieri e oggi ha bloccato per quasi 20 ore consecutive i 2 principali magazzini TEMI-GLS di Napoli (Gianturco e Frattamaggiore) nel contesto di un riuscitissimo sciopero nazionale che ha visto fermarsi decine e decine di magazzini in tutte e 3 le filiere Fedit (GLS, SDA e BRT) ha inferto un colpo durissimo ai padroni e soprattutto alla TEMI di Francesco Tavassi, già da tempo smascherata a tutti gli effetti come la vera responsabile dei 58 licenziamenti ritorsivi e antisindacali e soprattutto come uno dei principali avamposti di precarietà e sfruttamento in Campania col beneplacito dei sindacati complici e collaborazionisti (su tutti la UIL).\r\n Fin dall'inizio di questa dura vertenza non avevamo alcun dubbio sul fatto che non appena questo sistema avesse iniziato a vacillare, sarebbe puntualmente giunta in suo soccorso la repressione dello stato e delle forze dell'ordine, tanto solerti nel tentare di fermare gli scioperi e salvare i profitti di Tavassi, quanto inerti e omertosi di fronte alle palesi illegalità e alle condotte antisindacali perpetrate nei magazzini TEMI. \r\n\r\n\r\nMa è stato proprio in queste ultime ore che stato e padroni hanno perso ogni \"freno inibitorio\": lo dimostrano le barricate di bancali \"anti-sciopero\" erette da Tavassi sulla strada d'accesso al magazzino di Gianturco (a proposito di blocchi stradali...), le identificazioni mirate nei confronti dei solidali provenienti dal presidio così come compiute dalla polizia la notte scorsa nei viali adiacenti al magazzino, la chiusura di tutti i cancelli di entrata per impedire ogni forma di sostegno agli scioperanti.\r\n\r\nGrazie a un mese e mezzo di lotta, il muro di connivenze che finora ha permesso a Temi di poter imporre in maniera indisturbata il proprio sistema di dumping salariale, inizia chiaramente a scricchiolare!\r\n\r\n\r\nE non sará di certo la repressione, ne tantomeno le misure anti-sciopero di Questura e governo a fermare la lotta!\r\n\r\n\r\nDa questa straordinaria giornata di mobilitazione i licenziati escono chiaramente rafforzati grazie al sostegno di migliaia di loro colleghi del SI Cobas che hanno scioperato in tutta Italia e grazie alla simpatia che va crescendo e diffondendosi nei loro confronti anche al di fuori dei luoghi di lavoro.\r\n\r\n\r\nL'unica lotta che si perde è quella che si abbandona!\r\n\r\n\r\nReintegro immediato per tutti i lavoratori TEMI-GLS licenziati!\"\r\n\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_04_02_Mimì-Ercolano-Coord.-Sicobas-Napoli-su-lotte-GLS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto i compagnia di Carlo Pallavicini Sicobas Piacenza sul sequestro di 46 milioni di euro da parte della procura di Milano ai danni di FedEx che, nel settore malato della logistica, ha usato contratti illeciti per avere manodopera a buon mercato evadendo le tasse.\r\nCon l'aiuto di Carlo abbiamo analizzato il caso dal punto di vista dei lavoratori che hanno preso consapevolezza da tempo sulle condizioni misere contrattuali e con la lotta in svariate occasioni hanno fatto la differenza.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_04_02_Carlo-SiCobas-Piacenza-su-sequestri-FedEx-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ","6 Febbraio 2025","2025-02-06 22:26:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/photo_2025-01-16_18-38-14-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 04/02/2025",1738880605,[567],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[361],{"post_content":570},{"matched_tokens":571,"snippet":572,"value":573},[24],"e mezzo di lotta, il \u003Cmark>muro\u003C/mark> di connivenze che finora ha","Il primo argomento della trasmissione è stato quello delle lotte nel sociale, in particolare abbiamo avuto ospiti al telefono due ex lavoratrici dell'associazione Almaterra.\r\n\r\nTorniamo a parlare di questo settore, in occasione dell'invito ad un presidio che si terrà davanti al palagiustizia di Torino martedì 11 Febbraio, fatto girare in rete dalle stesse lavoratrici auto organizzate. 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Certamente con questa storia non stiamo descrivendo l'atteggiamento meschino di una singola amministratrice o di una sola associazione, ma quello di un sistema che prima lentamente (e poi negli ultimi anni, sempre più velocemente) si è tramutato da ambito di cura alla persona a settore strategico di profitto per fondazioni bancarie, con l'approccio dirigenziale che ne consegue, come ci hanno raccontato per tanti altri vari risvolti le nostre ospiti intervistate.\r\n\r\nProprio per questo era stato chiamata anche un'assemblea tenutasi nel cortile del Cecchi Point a giugno 2024 con l'intento di unire le voci e le forze tra chi opera in questo ambito e riscontra problematiche molto simili l'un l'altra, cosa che sta lentamente avvendendo.\r\n\r\nPer informarvi a riguardo se lavorate nel sociale e non, vi invitiamo perciò ad unirvi al loro canale telegram Lottiamo nel sociale!\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_04_02_Ex-lavoratrici-Almaterra-su-condizioni-nel-lavoro-sociale-e-presidio-11febbraio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVi rimandiamo anche ad una puntata della trasmissione Ricongiunzioni sempre a riguardo delle lavoratrici di Almaterra\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in collegamento telefonico con Mimì Ercolano, coordinatrice del SiCobas Napoli, sulle lotte dei lavoratori GLS di Napoli e provincia. Continua infatti incessante da mesi,la mobilitazione in risposta alla pessime situazioni lavorative, contrattuali e repressive di chi lavora in subappalto per questo colosso delle consegne. Vi proponiamo degli estratti da un loro comunicato stampa uscito a seguito delle violenze poliziesche subite, oltre che dai lavoratori stessi, anche nel fermo di Giuseppe D'Alesio, altro coordinatore del sindacato:\r\n\r\n\"Quella in corso alla GLS di Napoli non è una semplice \"vertenza per il reintegro dei licenziati\", bensì un grimaldello fondamentale per rilanciare un serio e credibile processo di emancipazione di migliaia di lavoratori e proletari, i quali soprattutto al sud sono alla mercé di sfruttatori senza scrupoli e sono costretti ad abbassare la testa e ad accettare salari da fame e condizioni di lavoro umilianti sotto perenne il ricatto dei licenziamenti e della disoccupazione dilagante.\r\n\r\nLo sciopero che tra ieri e oggi ha bloccato per quasi 20 ore consecutive i 2 principali magazzini TEMI-GLS di Napoli (Gianturco e Frattamaggiore) nel contesto di un riuscitissimo sciopero nazionale che ha visto fermarsi decine e decine di magazzini in tutte e 3 le filiere Fedit (GLS, SDA e BRT) ha inferto un colpo durissimo ai padroni e soprattutto alla TEMI di Francesco Tavassi, già da tempo smascherata a tutti gli effetti come la vera responsabile dei 58 licenziamenti ritorsivi e antisindacali e soprattutto come uno dei principali avamposti di precarietà e sfruttamento in Campania col beneplacito dei sindacati complici e collaborazionisti (su tutti la UIL).\r\n Fin dall'inizio di questa dura vertenza non avevamo alcun dubbio sul fatto che non appena questo sistema avesse iniziato a vacillare, sarebbe puntualmente giunta in suo soccorso la repressione dello stato e delle forze dell'ordine, tanto solerti nel tentare di fermare gli scioperi e salvare i profitti di Tavassi, quanto inerti e omertosi di fronte alle palesi illegalità e alle condotte antisindacali perpetrate nei magazzini TEMI. \r\n\r\n\r\nMa è stato proprio in queste ultime ore che stato e padroni hanno perso ogni \"freno inibitorio\": lo dimostrano le barricate di bancali \"anti-sciopero\" erette da Tavassi sulla strada d'accesso al magazzino di Gianturco (a proposito di blocchi stradali...), le identificazioni mirate nei confronti dei solidali provenienti dal presidio così come compiute dalla polizia la notte scorsa nei viali adiacenti al magazzino, la chiusura di tutti i cancelli di entrata per impedire ogni forma di sostegno agli scioperanti.\r\n\r\nGrazie a un mese e mezzo di lotta, il \u003Cmark>muro\u003C/mark> di connivenze che finora ha permesso a Temi di poter imporre in maniera indisturbata il proprio sistema di dumping salariale, inizia chiaramente a scricchiolare!\r\n\r\n\r\nE non sará di certo la repressione, ne tantomeno le misure anti-sciopero di Questura e governo a fermare la lotta!\r\n\r\n\r\nDa questa straordinaria giornata di mobilitazione i licenziati escono chiaramente rafforzati grazie al sostegno di migliaia di loro colleghi del SI Cobas che hanno scioperato in tutta Italia e grazie alla simpatia che va crescendo e diffondendosi nei loro confronti anche al di fuori dei luoghi di lavoro.\r\n\r\n\r\nL'unica lotta che si perde è quella che si abbandona!\r\n\r\n\r\nReintegro immediato per tutti i lavoratori TEMI-GLS licenziati!\"\r\n\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_04_02_Mimì-Ercolano-Coord.-Sicobas-Napoli-su-lotte-GLS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto i compagnia di Carlo Pallavicini Sicobas Piacenza sul sequestro di 46 milioni di euro da parte della procura di Milano ai danni di FedEx che, nel settore malato della logistica, ha usato contratti illeciti per avere manodopera a buon mercato evadendo le tasse.\r\nCon l'aiuto di Carlo abbiamo analizzato il caso dal punto di vista dei lavoratori che hanno preso consapevolezza da tempo sulle condizioni misere contrattuali e con la lotta in svariate occasioni hanno fatto la differenza.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_04_02_Carlo-SiCobas-Piacenza-su-sequestri-FedEx-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ",[575],{"field":97,"matched_tokens":576,"snippet":572,"value":573},[24],{"best_field_score":324,"best_field_weight":499,"fields_matched":105,"num_tokens_dropped":48,"score":500,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":394,"first_q":24,"per_page":14,"q":24},["Reactive",581],{},["Set"],["ShallowReactive",584],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fzNmsKSOWKgXelpdrFR3VQXFXHy7tjyU7KozXB5gJFA4":-1},true,"/search?query=muro"]