","Il CPR uccide. Musa e gli altri","post",1621952420,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/cpr-di-torino/","http://radioblackout.org/tag/diritto-amministrativo-del-nemico/","http://radioblackout.org/tag/immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/musa-balde/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/ventimiglia/",[23,68,69,70,17,19],"diritto amministrativo del nemico","immigrazione","musa balde",{"post_content":72,"post_title":78,"tags":81},{"matched_tokens":73,"snippet":76,"value":77},[74,75],"Musa","Balde","di 23 anni. Si chiamava \u003Cmark>Musa\u003C/mark> \u003Cmark>Balde\u003C/mark> ed era nato in Guinea.\r","Nella notte tra il 22 e il 23 maggio nel CPR di Torino è morto un ragazzo di 23 anni. Si chiamava \u003Cmark>Musa\u003C/mark> \u003Cmark>Balde\u003C/mark> ed era nato in Guinea.\r\nIl 9 maggio era a Ventimiglia: tre uomini lo assalgono a calci, pugni e sprangate. 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Nella notte vengono appiccati fuochi in due sezioni.\r\nIl giorno successivo compaiono scritte di denuncia sui muri dell’ufficio immigrazione della Questura.\r\nUn gruppo di antirazzisti si reca al CPR per un saluto solidale.\r\n\r\nOggi alle 18 è stato indetto un presidio al CPR di corso Brunelleschi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato di \u003Cmark>Musa\u003C/mark>, Gianluca Vitale.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-25-musa-vitale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":79,"snippet":80,"value":80},[74],"Il CPR uccide. \u003Cmark>Musa\u003C/mark> e gli altri",[82,84,86,88,93,95],{"matched_tokens":83,"snippet":23},[],{"matched_tokens":85,"snippet":68},[],{"matched_tokens":87,"snippet":69},[],{"matched_tokens":89,"snippet":92},[90,91],"musa","balde","\u003Cmark>musa\u003C/mark> \u003Cmark>balde\u003C/mark>",{"matched_tokens":94,"snippet":17},[],{"matched_tokens":96,"snippet":19},[],[98,104,107],{"field":35,"indices":99,"matched_tokens":101,"snippets":103},[100],3,[102],[90,91],[92],{"field":105,"matched_tokens":106,"snippet":76,"value":77},"post_content",[74,75],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":80,"value":80},"post_title",[74],1157451471441625000,{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":47,"score":114,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625195",{"document":116,"highlight":140,"highlights":161,"text_match":170,"text_match_info":171},{"cat_link":117,"category":118,"comment_count":47,"id":119,"is_sticky":47,"permalink":120,"post_author":121,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":53,"post_id":119,"post_modified":124,"post_thumbnail":125,"post_thumbnail_html":126,"post_title":127,"post_type":58,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":137},[44],[46],"69742","http://radioblackout.org/2021/06/cure-negate-al-cpr-azione-diretta-alla-asl/","anarres","La tutela della salute dei reclusi nei CPR non è, e mai è stata, la prima preoccupazione né di chi li gestisce, né dei governi che si sono susseguiti.\r\nMancanza di cure, visite negate, sbrigative, psicofarmaci nel cibo e sonniferi a go go sono il segno distintivo della sanità nei CPR. In quello di Torino questa gestione è costata la vita a Fathi, Feisal e Musa.\r\n\r\nNel primo pomeriggio di venerdì scorso un gruppo di attivisti contro il CPR è entrato negli uffici dell’ASL di via San Secondo, responsabile per la sanità all’interno del Centro di corso Brunelleschi, per porre alcune domande ai responsabili, che hanno dato risposte evasive, cercando di scaricare altrove la responsabilità della mancanza di cure nelle prigioni per migranti.\r\nGli uomini e le donne che vi sono rinchiusi sono vuoti a perdere, che vanno smaltiti rapidamente, dopo essere stati rinchiusi in queste discariche sociali, uno dei tanti tasselli della macchina delle espulsioni, una frontiera in mezzo alle nostre città, estensione di quelle che in mare e sui monti fanno centinaia di morti. Uccisi dallo Stato, come Fathi, Feisal e Musa, uccisi da una linea fatta di nulla, che solo uomini in armi rendono reale.\r\n\r\nLeggiamo in un comunicato diffuso dall’assemblea contro il CPR in questi giorni:\r\n\r\n“Nel 2014 la Prefettura e l’ASL hanno stipulato dei protocolli di intesa e collaborazione, redatti secondo lo schema allegato nel Regolamento unico dei CIE (nome che avevamo fino al 2017 i CPR) che prende il nome di “Bozza d’intesa tra la Prefettura e l’ASL”.\r\nIn base a questi accordi le persone recluse accedono al Centro previa visita medica effettuata da un medico dell’ASL o dell’azienda ospedaliera competente. La visita serve ad accertare l’assenza di patologie che renderebbero incompatibile la reclusione all’interno del Centro: malattie infettive, contagiose o pericolose per la comunità, stati psichiatrici, patologie croniche o degenerative, quadri clinici che non possono ricevere le cure adeguate nei Centri stessi. Eppure, questa visita secondo le testimonianze dirette delle persone recluse non è mai stata effettuata. L’ASL non si è mai occupata delle questioni sanitarie all’interno del Centro.\r\n\r\nQuindi, (per) avere delle risposte alla domanda se la ASL si occupasse o meno delle persone recluse, nella giornata di venerdì 4 un gruppo di persone è entrato nella sede centrale della ASL “Città di Torino” in via San Secondo. Volevamo parlare con il direttore generale dell’azienda Carlo Picco, di modo tale da fermare il solito scaricabarile verso l’alto ben noto all’interno delle pubbliche amministrazioni (più in su della direzione generale non si può scaricare la responsabilità), consapevoli dell’importanza di dare un volto e un nome a chi ha delle grosse responsabilità rispetto alla situazione sanitaria del CPR. Apparentemente, il direttore non era presente in sede né era raggiungibile.\r\n\r\nAbbiamo però avuto un lungo colloquio con il direttore sanitario dell’ASL, Stefano Taraglio, al quale abbiamo posto diverse questioni che riguardano la mancanza di cure all'interno del CPR e l’assenza della visita medica iniziale che l'ASL dovrebbe effettuare per verificare eventuali incompatibilità con la detenzione. In particolare abbiamo ricordato la storia di Musa Balde, il ragazzo della Guinea morto in una cella di isolamento nella notte tra il 22 e il 23 maggio, entrato nel CPR di Torino con gravi lesioni sul corpo e un trauma facciale il giorno dopo aver subito a Ventimiglia un violento pestaggio, evidenziando la responsabilità dell'ASL che avrebbe dovuto verificare le sue condizioni di salute. Abbiamo inoltre preteso di avere notizie di Salim Hussin, il ragazzo egiziano che un paio di settimane fa per protesta si è arrampicato su una cancellata che delimita l'area del CPR dove era recluso quando all'improvviso è scivolato cadendo da circa quattro metri di altezza e sbattendo violentemente la testa. Rimasto per circa 45 minuti per terra privo di conoscenza, con un'evidente emorragia cerebrale, senza ricevere alcun soccorso da parte del personale medico nonostante le richieste di intervento, è stato poi portato via in ambulanza e da allora non se ne è più saputo nulla, nemmeno in quale ospedale sia stato ricoverato. Riguardo a quest’ultima vicenda il direttore sanitario si è rifiutato categoricamente di cercare una soluzione.\r\nPiuttosto, ha dapprima descritto questa situazione come “un’occasione propizia” al fine di rimettere in discussione gli accordi pregressi e la collaborazione con la Prefettura per quanto riguarda la sanità nel CPR, successivamente ha affermato che “che tutti i compiti che aveva l’ASL li ha sempre espletati”, e infine ha negato che l’ASL avesse mai avuto il compito di effettuare delle visite all’interno del Centro. A sua detta, quando una persona entra nel CPR “non è compito dell’ASL garantire la visita medica” ed “è in discussione il fatto che ASL “Città di Torino” la debba fare”. Anche per quanto concerne il Regolamento unico ha confessato di “doverselo andare a rivedere” dimostrando di non essere minimamente a conoscenza di quelli che sono i compiti e i doveri dell’azienda per cui lavora. L’arrampicata sugli specchi si é conclusa con il generico impegno di recepire la situazione e provare ad interpellare il direttore generale e tutti gli altri soggetti coinvolti nella gestione dell’assistenza sanitaria del CPR: Prefettura e GEPSA, l’ente che gestisce il Centro. Come a dire che quando non si può più scaricare le colpe più in alto, ci si inizia a guardare attorno e ci si nasconde e sparisce in quella opaca rete istituzionale e burocratica che finisce sempre e solo in vicoli ciechi.\r\n\r\nNon ci aspettavamo grandi risposte né ci fidiamo delle promesse del direttore. La storia pesa molto più delle parole di un burocrate. La realtà dei fatti è che il Centro di Permanenza per il Rimpatrio non è che una questione residuale, ritenuta insignificante dalla pubblica amministrazione, in particolare se si tratta delle condizioni di salute delle persone che vengono rinchiuse li dentro. Il motivo principale è che queste persone dovrebbero essere rimpatriate e fatte sparire in fretta. Che senso può avere curarle.\r\nNoi, dal canto nostro, continueremo a lottare contro questo sistema di detenzione amministrativa e contro tutti i suoi strumenti di dominio quotidiano. Sempre complici e solidali con chi lotta nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio.”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Andrea dell’assemblea No CPR\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-08-asl-cpr-andrea.mp3\"][/audio]","8 Giugno 2021","2021-06-08 17:06:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"127\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-300x127.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-300x127.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-1024x434.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-768x326.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-1536x651.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis.jpg 1585w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cure negate al CPR: azione diretta alla ASL",1623171875,[130,131,132,133,134,135,136],"http://radioblackout.org/tag/asl/","http://radioblackout.org/tag/asl-via-san-secondo/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/cpr-di-corso-brunelleschi/","http://radioblackout.org/tag/gepsa/","http://radioblackout.org/tag/mua-balde/","http://radioblackout.org/tag/psicofarmaci-nel-cibo/",[138,139,15,34,26,28,32],"asl","asl via san secondo",{"post_content":141,"tags":145},{"matched_tokens":142,"snippet":143,"value":144},[74,75],"abbiamo ricordato la storia di \u003Cmark>Musa\u003C/mark> \u003Cmark>Balde\u003C/mark>, il ragazzo della Guinea morto","La tutela della salute dei reclusi nei CPR non è, e mai è stata, la prima preoccupazione né di chi li gestisce, né dei governi che si sono susseguiti.\r\nMancanza di cure, visite negate, sbrigative, psicofarmaci nel cibo e sonniferi a go go sono il segno distintivo della sanità nei CPR. 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Di fronte al tribunale c’era un presidio antirazzista.\r\nMoussa Balde aveva 23 anni. Nella notte del 23 maggio 2021 è morto suicida nel CPR di Torino.\r\nIl 9 maggio era a Ventimiglia, fuori da un supermercato dove cercava di racimolare qualche soldo. Tre uomini lo assalirono a calci, pugni e sprangate. Qualcuno fa un video: Musa è a terra, rannicchiato mentre i tre infieriscono su di lui.\r\nUna vicenda di violenza razzista come tante: solo la diffusione delle immagini impedisce che il silenzio cali sulla sua storia, perché quelli come Moussa raramente hanno la possibilità di raccontare ed essere creduti. Va da se che i media danno ampio spazio alla versione degli assalitori, che lo accusano di tentato furto, come se quest’accusa potesse rendere meno grave un brutale pestaggio.\r\nMoussa era nato in Guinea: era uno dei tanti che cercano di campare la vita, sperando di riuscire a bucare la frontiera, di proseguire il viaggio, di dare senso al proprio progetto di vita.\r\nA Ventimiglia, come sulle montagne piemontesi, il confine è una linea virtuale per chi ha le carte in regola per vivere in Europa. Le porte sono chiuse per i poveri, per i tanti che si mettono in viaggio dall’Africa depredata, colonizzata, desertificata.\r\nIn Francia Musa era riuscito ad arrivare e a lavorare per un periodo. Ma poi lui, in quella città di confine, era riuscito a studiare, prendere la terza media, costruirsi una rete di amici e solidali. Frequentava il centro sociale La talpa e l’orologio, aveva partecipato anche ad iniziative e manifestazioni antirazziste.\r\nIl nove maggio Musa viene portato in ospedale: viene dimesso il giorno stesso, senza che gli vengano consegnati i fogli con la diagnosi. Trascorre la notte in cella di sicurezza. Il mattino successivo viene portato a Torino, dove, dopo l’udienza di convalida, viene rinchiuso al CPR di corso Brunelleschi.\r\nTra i tanti fogli che gli fanno firmare non c’è nulla sul pestaggio subito.\r\nFinisce presto in isolamento. Probabilmente venne rinchiuso nel cosiddetto “ospedaletto”, un’area del CPR a ridosso del muro dove ci sono celle singole simili a pollai. Niente a che fare con un ospedale. Nonostante le vistose ferite al volto, Musa non viene mai visitato.\r\nGianluca Vitale, il suo avvocato, era riuscito ad incontrarlo una sola volta e gli era parso molto giù, incredulo di essere stato imprigionato dopo aver subito un’aggressione. La ragione è banale: la sua rapida deportazione avrebbe reso molto difficile il processo contro i suoi aggressori.\r\nNe parliamo con Gianluca Vitale, che oggi rappresenta il fratello al processo cominciato ad Imperia la scorsa settimana.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-18-vitale-moussa-balde.mp3\"][/audio]","18 Ottobre 2022","2022-10-18 16:00:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2021-05-23-musa-scritta-1280x640-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2021-05-23-musa-scritta-1280x640-1-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2021-05-23-musa-scritta-1280x640-1-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2021-05-23-musa-scritta-1280x640-1-1024x512.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2021-05-23-musa-scritta-1280x640-1-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2021-05-23-musa-scritta-1280x640-1.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Moussa Balde. 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Le porte sono chiuse per i poveri, per i tanti che si mettono in viaggio dall’Africa depredata, colonizzata, desertificata.\r\nIn Francia \u003Cmark>Musa\u003C/mark> era riuscito ad arrivare e a lavorare per un periodo. Ma poi lui, in quella città di confine, era riuscito a studiare, prendere la terza media, costruirsi una rete di amici e solidali. Frequentava il centro sociale La talpa e l’orologio, aveva partecipato anche ad iniziative e manifestazioni antirazziste.\r\nIl nove maggio \u003Cmark>Musa\u003C/mark> viene portato in ospedale: viene dimesso il giorno stesso, senza che gli vengano consegnati i fogli con la diagnosi. Trascorre la notte in cella di sicurezza. Il mattino successivo viene portato a Torino, dove, dopo l’udienza di convalida, viene rinchiuso al CPR di corso Brunelleschi.\r\nTra i tanti fogli che gli fanno firmare non c’è nulla sul pestaggio subito.\r\nFinisce presto in isolamento. Probabilmente venne rinchiuso nel cosiddetto “ospedaletto”, un’area del CPR a ridosso del muro dove ci sono celle singole simili a pollai. Niente a che fare con un ospedale. Nonostante le vistose ferite al volto, \u003Cmark>Musa\u003C/mark> non viene mai visitato.\r\nGianluca Vitale, il suo avvocato, era riuscito ad incontrarlo una sola volta e gli era parso molto giù, incredulo di essere stato imprigionato dopo aver subito un’aggressione. La ragione è banale: la sua rapida deportazione avrebbe reso molto difficile il processo contro i suoi aggressori.\r\nNe parliamo con Gianluca Vitale, che oggi rappresenta il fratello al processo cominciato ad Imperia la scorsa settimana.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-18-vitale-moussa-balde.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":198,"snippet":199,"value":199},[75],"Moussa \u003Cmark>Balde\u003C/mark>. 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Per altri poliziotti la Procura ha chiesto l’archiviazione, contro la quale gli avvocati di parte civile hanno fatto ricorso, che è stato discusso venerdì 1 marzo, ma di cui non sono noti gli esiti.\r\nQuesta inchiesta, partita dopo la morte di Moussa, un vero suicidio di Stato, si incardina intorno alla questione “ospedaletto”, una struttura di isolamento, ulteriormente afflittiva rispetto alla detenzione amministrativa. In base alla legge la detenzione amministrativa è ammessa, ma non forme di isolamento e punizione. Se qualcuno, per i più diversi motivi, è incompatibile con la prigione, può e dovrebbe essere liberato o ricoverato, non rinchiuso in una cella di isolamento.\r\nIn discussione, oltre a quello di Moussa, i casi di altre persone fragili, messe in isolamento, senza cure né assistenza.\r\nNe abbiamo parlato con Gianluca Vitale, l’avvocato che aveva assistito Moussa e che oggi rappresenta la sua famiglia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-12-vitale-processo-moussa.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAGGIORNAMENTO\r\n\r\nL'udienza preliminare, iniziata il 13 marzo, è stata rinviata al 18 maggio","12 Marzo 2024","2024-03-15 10:17:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/cpr-uccide-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"155\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/cpr-uccide-300x155.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/cpr-uccide-300x155.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/cpr-uccide-1024x528.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/cpr-uccide-768x396.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/cpr-uccide.jpg 1304w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Moussa Balde. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo\r\n\r\np { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 115% }a:link { so-language: zxx }",{"matched_tokens":329,"snippet":330,"value":330},[74],"Anarres del 28 maggio. \u003Cmark>Musa\u003C/mark> e gli altri. Contro le seduzioni del nazionalismo: Rudolf Rocker. 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Un presidio che dopo qualche ora si è mosso in corteo per il quartiere.\r\n\r\nAi microfoni di ACAB, una chiacchierata collettiva sulla mostruosa non-eccezionalità di questa morte e sui suoi responsabili, sulla lotta al Cpr e sulle stragi di Stato.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/cpr.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n ","28 Maggio 2021","2021-05-28 11:34:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/cprgepsa-e1622194249692-200x110.jpg","A.C.A.B. - Il Cpr uccide, tutti i giorni",1622201642,[349,132],"http://radioblackout.org/tag/a-c-a-b/",[306,15],{"post_content":352},{"matched_tokens":353,"snippet":354,"value":355},[74,75],"9.00\r\n\r\nLa tragica storia di \u003Cmark>Musa\u003C/mark> \u003Cmark>Balde\u003C/mark>, morto a 23 anni nella","Dalla puntata di mercoledì 26 maggio:\r\n\r\nAggiornamenti dalla lotta in frontiera a Claviere;\r\n\r\ne dal minuto 9.00\r\n\r\nLa tragica storia di \u003Cmark>Musa\u003C/mark> \u003Cmark>Balde\u003C/mark>, morto a 23 anni nella notte fra il 22 e il 23 maggio nel CPR di corso Brunelleschi a Torino è riuscita a scuotere le coscienze dei più e a riportare l’attenzione sulla detenzione amministrativa e sul razzismo strutturale che viviamo. \r\n\r\nMartedì 25 più di trecento persone si sono presentate sotto le mura del CPR ad un presidio partecipato, in cui si sono susseguiti interventi, grida e cori per provare a rompere l’isolamento imposto dallo Stato e l’invisibilizzazione che vivono quotidianamente i reclusi. 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