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Il portavoce di Tsahal, l'esercito di Israele, il generale Richard Hect, incalzato da Wolf Blitzer della CNN sul fatto che non distinguessero tra civili e Hamas ha candidamente ammesso: “Questa è la tragedia della guerra. Abbiamo detto loro di spostarsi a Sud”.\r\n\r\nCome sottolineato da molti analisti Israele sembra avere un piano militare che si va via via palesando ma che resta privo di una chiara visione politica del dopo. Ammesso che sia possibile sconfiggere Hamas, è indispensabile per Israele che non si presenti sotto altre forme nel giro di pochi anni e questo appare impossibile.\r\n\r\nL'agenda militare israeliana sembra aver messo in conto la fine della Striscia di Gaza come la conosciamo con la migrazione forzata di centinaia di migliaia di gazawi di cui dovrebbe farsi carico l'Egitto, per il quale Israele avrebbe pronto un formidabile piano di dimezzamento del debito. Il Paese appare però quanto mai recalcitrante e ieri ha espresso, attraverso la voce del suo premier Mostafa Madbouly, di essere disposto a sacrificare milioni di uomini per difendere i proprio confini. L'idea è la costituzione di una enorme fascia di sicurezza verso Israele che taglierebbe in due la Striscia, creando una zona cuscinetto militarizzata.\r\n\r\nAi nostri microfoni Michele Giorgio, corrispondente de Il Manifesto dal Medio Oriente, sulla drammatica situazione di Gaza e le presunte intenzioni israeliane.\r\n\r\nDentro l'assalto israeliano c'è la resistenza di Hamas di cui è difficile apprezzare la consistenza. Potrebbe essere piegata in qualche settimana ma anche durare mesi, visto che la formazione sembra in grado di portare a segno alcune controffensive grazie a una rete di tunnel ancora sconosciuta all'esercito israeliano. Il tempo sembrerebbe giocare in favore della Palestina perché continuerebbe a crescere la pressione internazionale su Israele e perché potrebbe emergere un protagonismo arabo, anche delle masse, che spingerebbe verso una regionalizzazione del conflitto; in particolare appare esplosiva la situazione in Cisgiordania, dove i coloni spadroneggiano protetti dall'esercito. Intanto l'Iran si è giocato la carta dello Yemen, che dal 31 ottobre è ufficialmente in guerra con Israele, ma sembrerebbe più una mossa politica che militare e rimane aperta la questione se e quando agirà Hezbollah, che rappresenta il pericolo più immediato per Israele.\r\n\r\nIntanto il massacro in atto sembra muovere qualcosa di inedito a certi livelli medio-alti della società americana, da sempre il miglior alleato di Israele che, però, sembra mostrare alcune crepe soprattutto nel mondo accademico e studentesco ma anche nella componente ebraica giovanile (e ovviamente a vari livelli del Partito Democratico, dove le minoranze arabe hanno un qualche peso).\r\nSulle manifestazioni che hanno interessato in particolare tre grandi città americane una corrispondenza con Felice Mometti da New York.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/la-fine-2-11.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nElijah J. Magnier - Il pantano di Gaza: La guerra mediatica e psicologica e la leadership di Netanyahu sotto il microscopio\r\n\r\nOrlando Trinchi - Gaza, il politologo israeliano Neve Gordon: “Israele vuole ottenere la deterrenza attraverso la punizione collettiva dei palestinesi” \r\n\r\nFranz Baraggino - Gaza, l’ipotesi dei due Stati ha ancora senso? Lo storico Lorenzo Kamel: “Soluzione più giusta. È una chimera dal ’47 anche per ipocrisie Usa e indifferenza Ue”\r\n\r\nMichele Giorgio - Nuova Nakba. Dal 1948 molti politici dicono che non è stato finito il lavoro - Intervista all'analista palestinese Diana Buttu\r\n\r\nLeila Seurat - Le Hamas veut parler au nom des Palestiniens (traduzione italiana qui)\r\n\r\nCongressional Staffers Are Turning Against Israel. Here’s What One of Them Told Us","3 Novembre 2023","2023-11-07 10:25:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/1698998849245-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #6 - \"...A TIME FOR WAR\"",1699003108,[],[],{"post_content":195},{"matched_tokens":196,"snippet":197,"value":198},[140],"indifferenza Ue”\r\n\r\nMichele Giorgio - Nuova \u003Cmark>Nakba\u003C/mark>. Dal 1948 molti politici dicono","Ventiseiesimo giorno di guerra su Gaza.\r\nLe notizie di ieri sono i due bombardamenti con cui Israele ha raso al suolo lo storico campo profughi di Jabaliya dove iniziò la prima Intifada e dove si contano già a decine le vittime. Il portavoce di Tsahal, l'esercito di Israele, il generale Richard Hect, incalzato da Wolf Blitzer della CNN sul fatto che non distinguessero tra civili e Hamas ha candidamente ammesso: “Questa è la tragedia della guerra. 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È sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro e salute. Non è però un caso che la nascita di questi comitati coincida con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative sociali, uno dei più importanti del settore, che vedrà una ipotetica chiusura a giugno del 2023. Già da novembre sono iniziati i tavoli di contrattazione tra Sindacati Confederali, Legacoop e Confcooperative.\r\n\r\nTuttavia, tale percorso di rinnovo non ha visto una buona partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore: a che punto è la contrattazione? I punti di rivendicazione rispecchiano le reali condizioni di lavoro? Quali rapporti di forza sono messi in campo per decidere il destino del nostro contratto?\r\n\r\nSono domande semplici a cui però nessuno dà una risposta chiara e collettiva, nondimeno noi non solo pretendiamo una risposta, ma vogliamo e dobbiamo essere partecipi in prima istanza: è il nostro lavoro! Perché è chiaro ed evidente che se vogliamo cambiare le attuali condizioni di lavoro, parte del cambiamento deve passare per una seria riscrittura delle norme che regolano la nostra prestazione. Alle quali segua una mobilitazione che imponga tali regole in modo intransigente alle aziende e cooperative che hanno in gestione gli appalti e, non per ultimo, pretendere dagli enti locali appalti seri che non impoveriscano e umiliano, non solo la nostra professione, ma l’intero sistema di welfare pubblico.\r\n\r\nQui a Torino, durante le assemblee condivise della Rete del Lavoro Sociale, il Comitato Diritti Educatori Professionali Piemonte, il Coordinamento del Terzo Settore, l’Associazione “M.I.L.L.E. Professioni Educative”, oltre che nei diversi momenti di incontro e formazione con le lavoratrici e i lavoratori del sociale, sono emersi molti temi rivendicativi che abbiamo deciso di sintetizzare in un questionario. Il questionario è stato promosso dalla Rete del Lavoro Sociale, ma è andato immediatamente oltre il comitato, essendo stato compilato da più di 3.000 lavoratori e lavoratrici del sociale in meno di tre settimane. Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. Il momento è adesso!!\r\n\r\nL’attacco è diretto, tra le altre cose, ai contratti nazionali, con privatizzazioni ed ulteriori tagli ai servizi pubblici, la liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, la fine della scuola pubblica, etc.”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Dario-Fontana-e-Leo-su-incontro-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo affrontato con Enzo Miccoli, delegato del sindacato USB alla Reggia di Venaria, ovvero lo sciopero messo in piedi il 1 Maggio proprio davanti a questa importante attrazione turistica cittadina. Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La Nakba non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali e di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Maggio 2023","2023-05-10 19:58:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/344404315_1390176505158814_5960865848755411475_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/05/2023",1683748643,[],[],{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[140],"15 maggio ricorre l'anniversario della \u003Cmark>Nakba\u003C/mark>, la catastrofe che diede avvio"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Leo, lavoratore del terzo settore aderente alla rete Lavoro Sociale e Dario Fontana, ricercatore in sociologia del Lavoro presso il servizio di Epidemiologia Piemonte ASL TO3, sull’incontro di convergenza di lavorator* del settore educativo, socio-assistenziale e socio-sanitario, con comitati di base e organizzazioni sindacali che si terrà in corso Valdocco 4/A a Torino sabato 13 maggio 2023 alle ore 14.30.\r\n\r\nLa rete del Lavoro Sociale, tra gli organizzatori dell’incontro, ha deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, un dibattito allargato a tutte le sigle sindacali che intervengono nel settore:\r\n\r\n“In questi mesi sono nati diversi comitati in tutta Italia che raggruppano lavoratori e lavoratrici del settore. È sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro e salute. Non è però un caso che la nascita di questi comitati coincida con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative sociali, uno dei più importanti del settore, che vedrà una ipotetica chiusura a giugno del 2023. Già da novembre sono iniziati i tavoli di contrattazione tra Sindacati Confederali, Legacoop e Confcooperative.\r\n\r\nTuttavia, tale percorso di rinnovo non ha visto una buona partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore: a che punto è la contrattazione? I punti di rivendicazione rispecchiano le reali condizioni di lavoro? Quali rapporti di forza sono messi in campo per decidere il destino del nostro contratto?\r\n\r\nSono domande semplici a cui però nessuno dà una risposta chiara e collettiva, nondimeno noi non solo pretendiamo una risposta, ma vogliamo e dobbiamo essere partecipi in prima istanza: è il nostro lavoro! Perché è chiaro ed evidente che se vogliamo cambiare le attuali condizioni di lavoro, parte del cambiamento deve passare per una seria riscrittura delle norme che regolano la nostra prestazione. Alle quali segua una mobilitazione che imponga tali regole in modo intransigente alle aziende e cooperative che hanno in gestione gli appalti e, non per ultimo, pretendere dagli enti locali appalti seri che non impoveriscano e umiliano, non solo la nostra professione, ma l’intero sistema di welfare pubblico.\r\n\r\nQui a Torino, durante le assemblee condivise della Rete del Lavoro Sociale, il Comitato Diritti Educatori Professionali Piemonte, il Coordinamento del Terzo Settore, l’Associazione “M.I.L.L.E. Professioni Educative”, oltre che nei diversi momenti di incontro e formazione con le lavoratrici e i lavoratori del sociale, sono emersi molti temi rivendicativi che abbiamo deciso di sintetizzare in un questionario. Il questionario è stato promosso dalla Rete del Lavoro Sociale, ma è andato immediatamente oltre il comitato, essendo stato compilato da più di 3.000 lavoratori e lavoratrici del sociale in meno di tre settimane. Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. Il momento è adesso!!\r\n\r\nL’attacco è diretto, tra le altre cose, ai contratti nazionali, con privatizzazioni ed ulteriori tagli ai servizi pubblici, la liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, la fine della scuola pubblica, etc.”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Dario-Fontana-e-Leo-su-incontro-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo affrontato con Enzo Miccoli, delegato del sindacato USB alla Reggia di Venaria, ovvero lo sciopero messo in piedi il 1 Maggio proprio davanti a questa importante attrazione turistica cittadina. Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della \u003Cmark>Nakba\u003C/mark>, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La \u003Cmark>Nakba\u003C/mark> non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la \u003Cmark>Nakba\u003C/mark>, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali e di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa \u003Cmark>NAKBA\u003C/mark> CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[224],{"field":166,"matched_tokens":225,"snippet":221,"value":222},[140],{"best_field_score":176,"best_field_weight":177,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":28,"score":203,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":178},{"document":228,"highlight":243,"highlights":249,"text_match":174,"text_match_info":252},{"comment_count":28,"id":229,"is_sticky":28,"permalink":230,"podcastfilter":231,"post_author":232,"post_content":233,"post_date":234,"post_excerpt":34,"post_id":229,"post_modified":235,"post_thumbnail":236,"post_title":237,"post_type":122,"sort_by_date":238,"tag_links":239,"tags":241},"62835","http://radioblackout.org/podcast/from-inside-23-08-2020/",[76],"samba","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/08/FROM-INSIDE-23.08.2020-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nFROM INSIDE _ MIXTAPE #V.1 DJ PIO\r\n\r\n \r\n Dj Pio (The Wheelers/Black Vibration), al secolo Pio Mazzaro, classe '75, nasce a Salerno.\r\n\r\n\r\nInizia le prime esperienze con i giradischi nell'89.\r\nNel 1996 entra nel mondo dell' hiphop con l'amico Fabio Musta e la crew DCP, in cui riveste le qualità di dj e produttore. Nel 1999 esce così \"DCP ep\" stampata su 12\" dopo numerosi mixtapes e demotapes.\r\nDa lì collaborazioni, remix e concerti in tutto lo stivale lo portano a collaborare con artisti come: Ghemon, Ramtzu, Ogus, Tonico 70, Patto, Morfuco, L-Mare, Esa, Ffiume, Stokka & Madbuddy, Kajar e tanti altri.\r\nNegli anni 2000/2010 organizza o prende parte a numerosi concerti di artisti hip hop, che spesso accompagna ai giradischi, del calibro di Ganjafarm, Clementino, Funky Pushertz, Moda Loda Broda, Dope1, Ghemon, Paura,Kiave, Phogna, Uochi Toki, Skiattakiattilli, EmceeOzì, Fabio Farti, Uomodisu e persino Sean Price.\r\nNel 2017 entra a far parte del collettivo Black Vibration insieme a Dj Arnold, Darryl Zapata Douglas, Kowu e Paolo Caravano, con i quali condivide la consolle con dj di portata internazionale come Greg Belson,Rocdaspot e numerosi musicisti come Lndfk, Panties Soldiers, Funkallisto.\r\nNel 2018 diventa dj ufficiale dei Moda Loda Broda; negli ultimi anni come producer ha collaborato, e sta collaborando con : Moda Loda Broda (Comu Finiu), Goldschool Brothers (\"Sud\" e \"Prmess feat Sawerio\"),Patto (Rind E Man feat Angelo Napoli), Doc Domey & Fabio Musta (Eco Trip), Nabla & Ran (Battle Royale Dj Pio rmx), Speaker Vito, Lloyd & Domey (Quando Scorre 2019); Zazza (Damme na drum).\r\n\r\nAl giorno d'oggi seleziona in modo \"sparpagliato ma consapevole\" funk, soul, jazz, rhythm'n'blues, hiphop e qualsiasi altro genere di suo gradimento.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ","23 Agosto 2020","2020-09-03 08:46:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/Logo-from-insaide-hd-200x110.jpg","from inside 23.08-2020",1598149488,[240],"http://radioblackout.org/tag/mixtape/",[242],"MIXTAPE",{"post_content":244},{"matched_tokens":245,"snippet":247,"value":248},[246],"Nabla","amp; Fabio Musta (Eco Trip), \u003Cmark>Nabla\u003C/mark> & Ran (Battle Royale Dj","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/08/FROM-INSIDE-23.08.2020-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nFROM INSIDE _ MIXTAPE #V.1 DJ PIO\r\n\r\n \r\n Dj Pio (The Wheelers/Black Vibration), al secolo Pio Mazzaro, classe '75, nasce a Salerno.\r\n\r\n\r\nInizia le prime esperienze con i giradischi nell'89.\r\nNel 1996 entra nel mondo dell' hiphop con l'amico Fabio Musta e la crew DCP, in cui riveste le qualità di dj e produttore. 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Ogni venerdì sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Nel nuovo orario dalle 11 alle 13. Anche in streaming http://radioblackout.org/streaming/\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 13 anarres1\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 13 anarres2\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 13 anarres3\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 13 anarres4\r\n\r\n \r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\n\r\nVi proponiamo un'intervista ad Hamid Zanaz, comparsa sull'ultimo numero di Arivista, che prende le mosse dal suo libro “La nostra rivoluzione. Voci di donne arabe”. \r\n\r\n \r\n\r\nPioniere e rivoluzionarie – Donne anarchiche in Spagna dalla rivoluzione sociale alla resistenza al franchismo...\r\n\r\n \r\n\r\nEulalia Vega ci parla del suo libro, appena uscito per le edizioni Zero in Condotta, che presenterà a Torino la prossima settimana.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta sera sarà con noi l'antropologo Andrea Staid, autore di Abitare illegale, etnologia del vivere ai margini in Occidente. Lo abbiamo già sentito la scorsa settimana. Lo risentiamo oggi per discutere dell'agire il conflitto per l'autogestione.\r\n\r\n \r\n\r\nL'ultima strage negli Stati Uniti è stata fatta il 2 ottobre scorso in una discoteca di Las Vegas. Le stragi negli Stati Uniti suscitano sempre grande attenzione mediatica, perché siamo – ancora – nel cuore dell'impero. Ma non solo. Queste stragi riaprono ogni volta il dibattito sulla libera vendita delle armi. In prima fila sul fronte proibizionista tanta parte della sinistra statalista, che vorrebbe che le armi le tenessero in mano solo poliziotti e soldati. Ne parliamo con Lorenzo, autore di diversi articoli sull'argomento.\r\n\r\n \r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ottobre\r\n\r\n\r\nore 21\r\n\r\n\r\ncorso Palermo 46\r\n\r\n\r\nLe case fuorilegge \r\n\r\n\r\n…e chi ci vive, costruendo – anche – utopia concreta \r\n\r\n \r\n\r\n\r\nNe parliamo con l'antropologo Andrea Staid, autore del libro “Abitare illegale. Etnografia del vivere ai margini in occidente”, docente alla NABA\r\n\r\n \r\n\r\ncase occupate, costruite sugli alberi in Germania, accampamenti rom e sinti, le case autocostruite in Spagna, eco villaggi, comuni, wagenplatz, squatt, nomadi…\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 20 ottobre \r\n\r\n\r\nore 21\r\n\r\n\r\ncorso Palermo 46\r\n\r\n\r\nEulalia Vega delle università di Lleida e Trieste presenta il suo libro:\r\n\r\n\r\n“Pioniere e rivoluzionarie – Donne anarchiche nella Spagna (1931-1975)”\r\n\r\n\r\nDalla rivoluzione sociale alla resistenza al franchismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 28 ottobre\r\n\r\n \r\n\r\nore 20\r\n\r\n\r\ncorso Palermo 46\r\n\r\n\r\ncena benefit lotte sociali – menù vegetariano/vegano\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 4 novembre\r\n\r\n\r\nore 15\r\n\r\n\r\nquattro passi contro il militarismo\r\n\r\n\r\npasseggiata con lunghe soste da piazza Statuto a piazza Castello\r\n\r\n\r\nnel giorno che il governo celebra la festa degli assassini in divisa con una cerimonia militarista\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 10 novembre\r\n\r\n\r\nore 21\r\n\r\n\r\ncorso Palermo 46\r\n\r\n\r\nVio. Me. Una fabbrica autogestita a Salonicco\r\n\r\n \r\n\r\nserata informativa e\r\nDistribuzione di saponi, detersivi autoprodotti nella Vio.Me occupata\r\n\r\n \r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese sono aperte a tutti gli interessati e si svolgono ogni giovedì alle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","13 Ottobre 2017","2018-10-17 22:58:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/2017-10-12-manif-fat-donne-anar-200x110.jpg","Anarres del 13 ottobre. Voci di donne arabe. Donne anarchiche in Spagna. Case fuorilegge. Armi e proibizionismo...",1507919542,[265,266,267,268,269,270,271],"http://radioblackout.org/tag/abitare-illegale/","http://radioblackout.org/tag/antropologia/","http://radioblackout.org/tag/armi/","http://radioblackout.org/tag/autogestione-conflitto/","http://radioblackout.org/tag/donne-anarchiche/","http://radioblackout.org/tag/donne-arabe/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[105,99,273,107,103,95,274],"armi","Stati Uniti",{"post_content":276},{"matched_tokens":277,"snippet":279,"value":280},[278],"NABA","margini in occidente”, docente alla \u003Cmark>NABA\u003C/mark>\r\n\r\n \r\n\r\ncase occupate, costruite sugli","Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Ogni venerdì sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Nel nuovo orario dalle 11 alle 13. 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Lo risentiamo oggi per discutere dell'agire il conflitto per l'autogestione.\r\n\r\n \r\n\r\nL'ultima strage negli Stati Uniti è stata fatta il 2 ottobre scorso in una discoteca di Las Vegas. Le stragi negli Stati Uniti suscitano sempre grande attenzione mediatica, perché siamo – ancora – nel cuore dell'impero. Ma non solo. Queste stragi riaprono ogni volta il dibattito sulla libera vendita delle armi. In prima fila sul fronte proibizionista tanta parte della sinistra statalista, che vorrebbe che le armi le tenessero in mano solo poliziotti e soldati. Ne parliamo con Lorenzo, autore di diversi articoli sull'argomento.\r\n\r\n \r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ottobre\r\n\r\n\r\nore 21\r\n\r\n\r\ncorso Palermo 46\r\n\r\n\r\nLe case fuorilegge \r\n\r\n\r\n…e chi ci vive, costruendo – anche – utopia concreta \r\n\r\n \r\n\r\n\r\nNe parliamo con l'antropologo Andrea Staid, autore del libro “Abitare illegale. Etnografia del vivere ai margini in occidente”, docente alla \u003Cmark>NABA\u003C/mark>\r\n\r\n \r\n\r\ncase occupate, costruite sugli alberi in Germania, accampamenti rom e sinti, le case autocostruite in Spagna, eco villaggi, comuni, wagenplatz, squatt, nomadi…\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 20 ottobre \r\n\r\n\r\nore 21\r\n\r\n\r\ncorso Palermo 46\r\n\r\n\r\nEulalia Vega delle università di Lleida e Trieste presenta il suo libro:\r\n\r\n\r\n“Pioniere e rivoluzionarie – Donne anarchiche nella Spagna (1931-1975)”\r\n\r\n\r\nDalla rivoluzione sociale alla resistenza al franchismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 28 ottobre\r\n\r\n \r\n\r\nore 20\r\n\r\n\r\ncorso Palermo 46\r\n\r\n\r\ncena benefit lotte sociali – menù vegetariano/vegano\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 4 novembre\r\n\r\n\r\nore 15\r\n\r\n\r\nquattro passi contro il militarismo\r\n\r\n\r\npasseggiata con lunghe soste da piazza Statuto a piazza Castello\r\n\r\n\r\nnel giorno che il governo celebra la festa degli assassini in divisa con una cerimonia militarista\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 10 novembre\r\n\r\n\r\nore 21\r\n\r\n\r\ncorso Palermo 46\r\n\r\n\r\nVio. Me. Una fabbrica autogestita a Salonicco\r\n\r\n \r\n\r\nserata informativa e\r\nDistribuzione di saponi, detersivi autoprodotti nella Vio.Me occupata\r\n\r\n \r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese sono aperte a tutti gli interessati e si svolgono ogni giovedì alle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[282],{"field":166,"matched_tokens":283,"snippet":279,"value":280},[278],{"best_field_score":176,"best_field_weight":177,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":28,"score":203,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":178},6662,{"collection_name":122,"first_q":12,"per_page":68,"q":12},9,{"title":289,"slug":290,"exerpt":291,"link":292,"featured_media":293,"slot":294},"L’Informazione di Blackout","linformazione-di-blackout","Comprende rassegna stampa, flash informativi, giornali radio, dirette e approfondimenti. Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 11. 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