","La Turchia e la guerra per il Nagorno-Karabakh","post",1602594359,[61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/armenia/","http://radioblackout.org/tag/azerbaigian/","http://radioblackout.org/tag/nagorno-karabakh/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[15,23,18,21],{"post_content":67,"post_title":72,"tags":75},{"matched_tokens":68,"snippet":70,"value":71},[69],"Nagorno-Karabakh","Azerbaigian per il controllo del \u003Cmark>Nagorno-Karabakh\u003C/mark>. Un equilibrio instabile, che, oltre","L'11 ottobre a Mosca è stata siglata una tregua nella guerra sanguinosa scoppiata due settimane prima tra Armenia ed Azerbaigian per il controllo del \u003Cmark>Nagorno-Karabakh\u003C/mark>. Un equilibrio instabile, che, oltre allo scambio di prigionieri e alla restituzione delle salme dei caduti, si baserebbe sulla ripresa dei negoziati affidati al \"gruppo di Minsk\".\r\n\r\nLa controversia ha un retroterra storico-culturale di lunga data.\r\nL’Armenia, a prevalenza cristiana, tra le chiese ortodosse orientali, e l’Azerbaijan, a larga maggioranza islamica, prevalentemente sciita, entrarono in conflitto per il \u003Cmark>Nagorno-Karabakh\u003C/mark>, enclave armena in territorio azero, provincia autonoma in epoca sovietica, riconosciuto parte dell’Azerbaijan dal 1991, ma controllato dagli armeni. Sebbene in territorio azero, infatti, la maggioranza della popolazione è armena, e il soviet locale vi proclamò una repubblica autonoma nel settembre 1991. Nel 1988, le truppe azere e le formazioni armene avviarono un lungo conflitto, con alterne vicende; la tregua del 1994, mediata dalla Russia, ha lasciato il \u003Cmark>Nagorno-Karabakh\u003C/mark> sotto controllo armeno di fatto. Oltre un milione di persone sono state costrette alla fuga, la popolazione azera (25% del totale) ha abbandonato l’enclave, mentre le popolazioni armene fuggivano dal resto dell’Azerbaijan, in un ulteriore esodo di profughi.\r\n\r\nIn questa partita c'è un quarto importante attore, la Turchia di Erdogan.\r\nLa Turchia è il potente alleato dell'Arzebaigian nel conflitto con l'Armenia per il controllo della regione contesa. Quali interessi muovono il sultano di Ankara?\r\nLe mosse della Turchia si muovono lungo tre assi.\r\nIl primo è l'espansionismo neo-ottomano di Erdogan, che in questi anni è intervenuto in aree un tempo sotto il controllo dell'impero, come la Siria e la Libia. Senza disdegnare incursioni in Africa, soprattutto in Somalia, e nel Caucaso.\r\nL'interventismo turco genera un potente warfare, utile a cercare di arginare il malcontento interno, dovuto all'intrecciarsi di crisi economica, crisi sociale, pessima gestione della pandemia.\r\nNon solo. La Turchia protegge e incrementa i propri interessi sui flussi di gas e petrolio, mettendo uomini in armi in Libia ed in Siria, e foraggiando la crescita dell'esercito azero, trasformatosi in pochi anni in modo radicale grazie alle forniture di armi e all'addestramento fornito da Ankara.\r\n\r\nErdogan ha stretto accordi per la fornitura di gas e petrolio azero, e, come in Libia e Somalia, gioca la carta della potenza amica, senza le ambizioni neocoloniali di paesi come l'Italia, la Francia, la Russia.\r\n\r\nSul piano interno la politica espansionista mira a rinforzare l'asse con i nazionalisti e a giustificare ulteriori attacchi alla libertà di espressione nel paese. Nelle ultime due settimane ci sono stati oltre 100 arresti, tra ex deputati, sindaci e giornalisti. Un giornalista di un'emittente non allineata è stato pesantemente multato per aver denunciato l'autoritarismo del regime azero.\r\nNel risico che investe il conflitto tra Armenia e Azerbaigian si inserisce un altro importante nemico della Turchia, l'Iran, che ha ottimi rapporti con l'Armenia.\r\nCon buona pace di chi legge i conflitti con la lente esclusiva dello scontro tra religioni, vale la pena notare che la Turchia sostiene l'Azerbaigian a maggioranza sciita, mentre l'Iran è alleato con l'Armenia a maggioranza cristiano-ortodossa.\r\nLe religioni sono un buon mezzo per giustificare le guerre e motivare i combattenti e chi, da casa, ne patisce le conseguenze, ma sono una pessima lente per decifrare la puntata del grande gioco che si sta facendo tra le montagne della terra del fuoco.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar, giornalista turco da molti anni a Torino\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-13-nagorno-turchia-murat.mp3\"][/audio]\r\n\r\nnagorno turchia murat\r\n\r\n ",{"matched_tokens":73,"snippet":74,"value":74},[69],"La Turchia e la guerra per il \u003Cmark>Nagorno-Karabakh\u003C/mark>",[76,78,80,83],{"matched_tokens":77,"snippet":15},[],{"matched_tokens":79,"snippet":23},[],{"matched_tokens":81,"snippet":82},[18],"\u003Cmark>nagorno-karabakh\u003C/mark>",{"matched_tokens":84,"snippet":21},[],[86,91,94],{"field":35,"indices":87,"matched_tokens":88,"snippets":90},[20],[89],[18],[82],{"field":92,"matched_tokens":93,"snippet":74,"value":74},"post_title",[69],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":70,"value":71},"post_content",[69],578730123365712000,{"best_field_score":99,"best_field_weight":100,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":101,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,"578730123365711979",{"document":103,"highlight":118,"highlights":130,"text_match":97,"text_match_info":138},{"cat_link":104,"category":105,"comment_count":47,"id":106,"is_sticky":47,"permalink":107,"post_author":50,"post_content":108,"post_date":109,"post_excerpt":53,"post_id":106,"post_modified":110,"post_thumbnail":111,"post_thumbnail_html":112,"post_title":113,"post_type":58,"sort_by_date":114,"tag_links":115,"tags":117},[44],[46],"88466","http://radioblackout.org/2024/04/la-pulizia-etnica-del-nagorno-karabakh-nella-linea-di-faglia-del-caucaso/","Cos'è successo all'Artsakh, o anche chiamata regione del Nagorno Karabakh, dopo l'attacco avvenuto nel Settembre 2023 da parte delle forze armate dell'Azerbaijan?\r\n\r\nNel giro di una settimana circa 100.000 persone (su un totale di 120.000) sono fuggite dal Nagorno-Karabakh. Tutte le altre se ne sono andate poco dopo. Oggi ne restano poche decine. Un esodo di massa di una intera popolazione. Nella più totale indifferenza di qualsiasi media o voce internazionale ed occidentale. Una pulizia etnica di fatto, non sfociata nello sterminio solo grazie al fatto che la popolazione dell'Artsakh è riuscita, tramite il corridoio di Lachin, a fuggire nella Repubblica d'Armenia. Una guerra lampo vinta grazie alla totale supremazia sia militare che diplomatica dell'Azerbaijan, supportata dalla Turchia (ma anche da Israele e dalle aziende belliche italiane).\r\n\r\nUn evento che purtroppo sembra essere nient'altro che un piccolo tassello nella prospettiva del rinnovato espansionismo turco-azero nella regione caucasica. Caucaso che appunto, è una grande “linea di faglia”, una delle faglie moderne ed attuali tra Imperi che stanno tornando a tremare (Occidente, Turchia, Russia, Iran), corridoio nord-sud tra l'area di influenza sovietica e Medio Oriente, corridoio est-ovest per le condutture energetiche e di gas tra Baku e l'Europa.\r\n\r\nDi tutto questo ne parliamo con Daniele, redattore della rivista Nunatak, su cui a breve uscirà un articolo su questi temi, e profondo conoscitore di quelle regioni. Ascolta la diretta su RadioBlackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer approfondire e leggere l'intero articolo (in pubblicazione):\r\n\r\nhttps://nunatak.noblogs.org/","3 Aprile 2024","2024-04-03 17:10:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso-300x225.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso-300x225.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso-768x576.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/caucaso.png 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La pulizia etnica del Nagorno Karabakh nella linea di faglia del Caucaso",1712164239,[61,116,63],"http://radioblackout.org/tag/caucaso/",[15,28,18],{"post_content":119,"tags":123},{"matched_tokens":120,"snippet":121,"value":122},[69],"di 120.000) sono fuggite dal \u003Cmark>Nagorno-Karabakh\u003C/mark>. 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Per la prima volta le truppe dell'Azerbaijan hanno attaccato all’interno del territorio armeno, un fatto rilevante di una escalation evidentemente legata agli eventi internazionali, visto che l’Armenia è alleata delle Russia e Mosca difficilmente in questo momento sarebbe potuta intervenire militarmente.\r\n\r\nMa quali sono le radici politiche, economiche e territoriali di questo conflitto, che ciclicamente torna ad acuirsi? Che ruolo hanno i due grandi alleati potenti di Armenia e Azerbaijan, rispettivamente Russia e Turchia? Quali sono gli interessi economici dietro questo conflitto e dove si colloca il crocevia del Caucaso nello scacchiere geopolitico internazionale?\r\n\r\nDi tutto questo ne parliano con Daniele, scrittore, redattore della rivista Nunatak e conoscitore di quei contesti politici e territoriali:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/nagorno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","21 Settembre 2022","2022-09-21 15:02:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"203\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_-300x203.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_-300x203.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_-1024x694.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_-768x520.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_.png 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Nagorno Karabakh. 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Con la giornata di giovedì scorso il cessate il fuoco per la popolazione armena dovrebbe significare il passaggio sotto il controllo dell'Azerbaigian.\r\n\r\nRipercorrendo le tappe salienti della storia di questi territori insieme a Marilisa Lorusso, corrispondente per l'Osservatorio Balcani-Caucaso, Armenia e Azerbaigian vivono tensioni da decenni, sin dalla fine dell'Unione Sovietica. Il Karabakh aveva dichiarato la propria indipendenza nel 1994 data in cui il primo conflitto con l'Azerbaigian si era concluso con un cessate il fuoco, senza soluzioni politiche. Infatti, la sua indipendenza non è stata riconosciuta formalmente da nessuno Stato. Nel 2020 si è verificata la seconda guerra del Nagorno che ha portato alla riconquista da parte dell'Azerbaigian di buona parte del territorio del Nagorno secessionista ad esclusione di una piccola parte che, da dicembre scorso, era entrata in una sorta di embargo totale. Le pressioni da parte dell'Azerbaigian non si sono spente e così si giunge all'attuale operazione antiterroristica che in 24 ore ha portato alla riconquista dell'area. 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Ma dietro il lessico anodino della diplomazia economica si cela una realtà ben più grave: il forum sarà di fatto un’occasione di legittimazione istituzionale e industriale per Baykar, l’azienda produttrice dei droni da guerra turchi, che lo scorso dicembre ha acquistato Piaggio Aerospace con il pieno avallo del governo italiano e sta entrando in una robusta partnership industriale con il gotha dell'aerospace e delle tecnologie militari italiane, Leonardo SpA.\r\nBaykar è il principale produttore di UAV (droni armati) utilizzati dalle forze armate turche nelle operazioni militari in Siria, nel nord Iraq, contro le forze curde del confederalismo democratico ed il PKK, ma i suoi droni sono usati per bombardare anche in Etiopia, in Nagorno-Karabakh, in Ucraina e in Marocco. La sua ascesa nel mercato mondiale delle armi è parallela all’espansione geopolitica del regime di Erdogan, al quale l'azienda Baykar è direttamente organica: il presidente di Baykar è genero del presidente turco. Il forum di Torino, lungi dall’essere un incontro “tecnico”, è un atto politico preciso: una vetrina di normalizzazione del complesso militare-industriale turco che, con il disgregamento della solida alleanza tra USA e Europa in seguito all'elezione di Trump e la virata verso il riarmo dell'economia europea, ha fiutato un'occasione propizia per espandere i propri affari in Europa ed invitare, a sua volta, le aziende italiane specializzate nell'estrazione di materie prime e nella cementificazione selvaggia a venire a fare affari in Turchia.\r\nDi fronte a questa operazione, non c’è spazio per la neutralità: schierarsi contro la guerra significa opporsi alla trasformazione dell’industria civile italiana in industria militare ed opporsi alle relazioni produttive che vengono strette con il complesso militare turco, direttamente colluso con un regime dittatoriale che incarcera chi protesta e dissente nelle metropoli mentre bombarda quotidianamente chi resiste sulle montagne del Kurdistan. Contro il \"Business Forum Turchia\" è stato chiamato un presidio alle ore 14, in corso Stati Uniti 27.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/muratcinar.mp3\"][/audio]","9 Maggio 2025","2025-05-09 17:30:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/ISTANBUL_DHA_GOZCU1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"218\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/ISTANBUL_DHA_GOZCU1-300x218.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/ISTANBUL_DHA_GOZCU1-300x218.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/ISTANBUL_DHA_GOZCU1.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Collaborazione tra industrie delle armi italiane e turche: lunedì mobilitazione a Torino contro il \"Forum Turchia\"",1746811802,[220,221,64],"http://radioblackout.org/tag/baykar/","http://radioblackout.org/tag/leonardo/",[26,30,21],{"post_content":224},{"matched_tokens":225,"snippet":226,"value":227},[69],"bombardare anche in Etiopia, in \u003Cmark>Nagorno-Karabakh\u003C/mark>, in Ucraina e in Marocco.","Lunedì 12 maggio a Torino si terrà il forum “Turchia: un hub verso il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare la cooperazione economica” tra Italia e Turchia nei settori dell’aerospazio, dell’automotive e della digitalizzazione. Ma dietro il lessico anodino della diplomazia economica si cela una realtà ben più grave: il forum sarà di fatto un’occasione di legittimazione istituzionale e industriale per Baykar, l’azienda produttrice dei droni da guerra turchi, che lo scorso dicembre ha acquistato Piaggio Aerospace con il pieno avallo del governo italiano e sta entrando in una robusta partnership industriale con il gotha dell'aerospace e delle tecnologie militari italiane, Leonardo SpA.\r\nBaykar è il principale produttore di UAV (droni armati) utilizzati dalle forze armate turche nelle operazioni militari in Siria, nel nord Iraq, contro le forze curde del confederalismo democratico ed il PKK, ma i suoi droni sono usati per bombardare anche in Etiopia, in \u003Cmark>Nagorno-Karabakh\u003C/mark>, in Ucraina e in Marocco. 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Contro il \"Business Forum Turchia\" è stato chiamato un presidio alle ore 14, in corso Stati Uniti 27.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/muratcinar.mp3\"][/audio]",[229],{"field":95,"matched_tokens":230,"snippet":226,"value":227},[69],{"best_field_score":203,"best_field_weight":232,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":47,"score":233,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":47},14,"578730123365187697",6646,{"collection_name":58,"first_q":18,"per_page":236,"q":18},6,{"facet_counts":238,"found":17,"hits":257,"out_of":334,"page":25,"request_params":335,"search_cutoff":36,"search_time_ms":25},[239,249],{"counts":240,"field_name":247,"sampled":36,"stats":248},[241,243,245],{"count":25,"highlighted":242,"value":242},"metix flow",{"count":25,"highlighted":244,"value":244},"No Trip For Cats",{"count":25,"highlighted":246,"value":246},"Il giornale malandrino","podcastfilter",{"total_values":17},{"counts":250,"field_name":35,"sampled":36,"stats":256},[251,253,254],{"count":25,"highlighted":252,"value":252},"notripforcats",{"count":25,"highlighted":18,"value":18},{"count":25,"highlighted":255,"value":255},"Tutto squat - Il giornale malandrino",{"total_values":17},[258,285,309],{"document":259,"highlight":273,"highlights":277,"text_match":97,"text_match_info":284},{"comment_count":47,"id":260,"is_sticky":47,"permalink":261,"podcastfilter":262,"post_author":263,"post_content":264,"post_date":265,"post_excerpt":53,"post_id":260,"post_modified":266,"post_thumbnail":267,"post_title":268,"post_type":269,"sort_by_date":270,"tag_links":271,"tags":272},"84116","http://radioblackout.org/podcast/metix-flow-6-ottobre-2023/",[242],"metrixflow","Durante l'ultima settimana di settembre il Nagorno Karabakh o Artsakh, enclave armena all'interno dell'Azerbaigian, nonchè stato non riconosciuto internazionalmente, si è di fatto sciolto in seguito all'aggressione dell'esercito Azero.\r\n\r\nAbbiamo dedicato tutta questa puntata di Metix Flow a cercare di capire le origini storiche e geopolitiche che hanno portato a questo ennesimo conflitto nell'Artsakh e alle conseguenze in quella regione.\r\n\r\nCe ne ha parlato un ospite in studio, Gianluca Proietto, che vive da diversi anni in quell'area ed è giornalista di Haik, un media indipendente focalizzato sulla divulgazione di tematiche storiche, culturali e geopolitiche riguardanti i paesi del Caucaso e dell'Asia Centrale, con un focus particolare su Georgia, Armenia ed Iran.\r\n\r\nhttps://www.haik.it/podcast.php\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/metix-flow-6-ottobre-2023-1.mp3\"][/audio]","7 Ottobre 2023","2023-10-07 21:46:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/zapa296-200x110.jpg","Metix Flow - 6 ottobre 2023","podcast",1696715210,[63],[18],{"tags":274},[275],{"matched_tokens":276,"snippet":82,"value":82},[18],[278],{"field":35,"indices":279,"matched_tokens":280,"snippets":282,"values":283},[47],[281],[18],[82],[82],{"best_field_score":99,"best_field_weight":100,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":47,"score":171,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":47},{"document":286,"highlight":300,"highlights":305,"text_match":201,"text_match_info":308},{"comment_count":47,"id":287,"is_sticky":47,"permalink":288,"podcastfilter":289,"post_author":290,"post_content":291,"post_date":292,"post_excerpt":53,"post_id":287,"post_modified":293,"post_thumbnail":294,"post_title":295,"post_type":269,"sort_by_date":296,"tag_links":297,"tags":299},"90125","http://radioblackout.org/podcast/internazionalismo-e-resistenza-dei-femminielli-29-09-23/",[246],"giornalemalandrino"," \r\n\r\nOggi Mario Beiletti racconta di come Piero Piero affronta una situazione tesa a Ozzegna e dei dialoghi surreali con il capitano Bardelli della Decima MAS. Ancora, analisi della situazione dei femminielli nella società napoletana durante il periodo fascista.\r\n\r\n\r\n\r\nLe voci della rubrica schegge che avete ascoltato quest'oggi ci sono state gentilmente concesse dal collettivo Polente Froce. È un collettivo nato recentemente, è stabile in Valchiusella, dove la loro sfida, la loro intenzione è quella di riuscire un po' a cambiare la narrazione sulla montagna. Quindi non solo più rudi uomini di montagna, boscaioli e allevatori con i soliti atteggiamenti di pregiudizio nei confronti di tutto ciò che non appartiene al loro luogo e alla loro visione, ma cercare di raccontarsi all'interno di questo ambiente che dire ostile è dire poco. Infatti ci sono già state delle azioni, delle ripercussioni proprio per la scelta di trovarsi in alcuni luoghi a raccontarsi come froce. Alcune persone del luogo hanno preso assolutamente le distanze, hanno anzi addirittura intrapreso delle contromisure per far sì che questo collettivo non potesse, come dire, portare avanti la sua attività in alcuni locali.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nTemi internazionali come gli sgomberi di centri sociali occupati in Spagna e la situazione degli armeni nel conflitto del Nagorno-Karabakh.\r\n\r\nTentativo di sgombero del centro sociale occupato Nabat e le attività svolte e lettura del comunicato.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSelezione musicale a cura di Mr. Kang & Miss Fra riascoltabile qui\r\n\r\n \r\n\r\nTutto Squat, il giornale malandrino del 29 settembre 2023","29 Settembre 2023","2024-11-22 00:44:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/immagine_2024-08-09_102806890-e1723192325163-200x110.png","Internazionalismo e resistenza dei femminielli - TuttoSquat 29.09.23",1696014789,[298],"http://radioblackout.org/tag/tutto-squat-il-giornale-malandrino/",[255],{"post_content":301},{"matched_tokens":302,"snippet":303,"value":304},[69],"degli armeni nel conflitto del \u003Cmark>Nagorno-Karabakh\u003C/mark>.\r\n\r\nTentativo di sgombero del centro"," \r\n\r\nOggi Mario Beiletti racconta di come Piero Piero affronta una situazione tesa a Ozzegna e dei dialoghi surreali con il capitano Bardelli della Decima MAS. 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