","LA NAKBA NON E' FINITA","post",1747068224,[64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione/","http://radioblackout.org/tag/nakba/","http://radioblackout.org/tag/palestina/",[18,69,21,15],"manifestazione",{"post_content":71,"post_title":76,"tags":80},{"matched_tokens":72,"snippet":74,"value":75},[73],"Nakba","Il 15 maggio ricorre la \u003Cmark>Nakba\u003C/mark>: la catastrofe palestinese, l’esodo forzato","Il 15 maggio ricorre la \u003Cmark>Nakba\u003C/mark>: la catastrofe palestinese, l’esodo forzato della popolazione palestinese durante la guerra civile del 1948, dopo la fondazione dello Stato di Israele. 700.000 palestinesi furono espulsi e successivamente si videro negato il diritto al ritorno nelle proprie terre.\r\n\r\n\r\n77 anni anni dopo, il progetto coloniale dello stato sionista che prevede l'espulsione del popolo palestinese dalla Palestina storica sta arrivando alla realizzazione della soluzione finale. Con il sostegno esplicito dell'Occidente, il genocidio assume forme sempre più sofisticate e mostruose. Lo sterminio della popolazione gazawi si sta attuando attraverso bombardamenti, esecuzioni, carestia, persecuzione e la distruzione di ogni infrastruttura civile. Sono oltre 80.000 i palestinesi uccisi e centinaia di migliaia i dispersi. Lo stato sionista nonostante il dispiegarsi della sua potenza militare e l'esplicita connivenza dei governi occidentali non riesce a raggiungere gli obiettivi militari che si era prefissato. Il popolo palestinese ha dimostrato forza e tenacia che risiedono nella consapevolezza che l'unica liberazione passa per la resistenza alla volontà di sterminio esercitata dalla delirante e brutale macchina distruttiva del messianesimo sionista.\r\n\r\n\r\nIl Coordinamento Torino per Gaza chiama ad un grosso momento di partecipazione collettiva. Non ci si può più limitare ad un corteo di testimonianza, che racconti gli orrori che stanno avvenendo a Gaza, ma bisogna dispiegare iniziative che siano in grado di colpire le strutture logistiche della guerra che sostengono il genocidio.\r\n\r\nSettimana di mobilitazione e manifestazione sabato 17 maggio da Piazza crispi alle 14.30\r\n\r\nNe parliamo con una compagna del Coordinamento.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-12052025-PALESTINA.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":77,"snippet":79,"value":79},[78],"NAKBA","LA \u003Cmark>NAKBA\u003C/mark> NON E' FINITA",[81,83,85,88],{"matched_tokens":82,"snippet":18},[],{"matched_tokens":84,"snippet":69},[],{"matched_tokens":86,"snippet":87},[21],"\u003Cmark>nakba\u003C/mark>",{"matched_tokens":89,"snippet":15},[],[91,96,99],{"field":38,"indices":92,"matched_tokens":93,"snippets":95},[27],[94],[21],[87],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":79,"value":79},"post_title",[78],{"field":100,"matched_tokens":101,"snippet":74,"value":75},"post_content",[73],578730123365712000,{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":106,"num_tokens_dropped":50,"score":107,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",{"document":109,"highlight":127,"highlights":142,"text_match":102,"text_match_info":150},{"cat_link":110,"category":111,"comment_count":50,"id":112,"is_sticky":50,"permalink":113,"post_author":53,"post_content":114,"post_date":115,"post_excerpt":116,"post_id":112,"post_modified":117,"post_thumbnail":118,"post_thumbnail_html":119,"post_title":120,"post_type":61,"sort_by_date":121,"tag_links":122,"tags":126},[47],[49],"85522","http://radioblackout.org/2023/12/gaza-il-piano-inclinato-della-nuova-nakba/","Si moltiplicano le indiscrezioni sui piani israeliani per Gaza dalle ipotesi della creazione di una zona cuscinetto all'esilio dei militanti di Hamas come avvenne nel 1982 a Beirut con i fedayn ,al reinsediamento dei coloni mandati via da Sharon nel 2005. La mancanza di una prospettiva chiara che non sia il massacro indiscriminato,dimostra che la tentazione genocidaria inscritta nella logica sionista accarezza le élite israeliane sostenute dal fiume di dollari e armamenti americani .Delle prospettive future e della strategia sionista parliamo con il giornalista Bassam Saleh militante palestinese.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/finetreguagaza.mp3\"][/audio]\r\n\r\nRiferimenti di approfondimento :\r\n\r\nhttps://www.timesofisrael.com/return-to-gush-katif-determined-movement-emerges-to-resettle-israelis-in-gaza/\r\n\r\nhttps://www.scoop.co.nz/stories/HL2311/S00017/how-the-war-on-gaza-has-stalled-the-india-middle-east-europe-economic-corridor-imec.htm\r\n\r\n ","4 Dicembre 2023","Continua il massacro a Gaza senza che ci siano prospettive di soluzione diplomatica.","2023-12-04 15:55:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/GAZA-04122023-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/GAZA-04122023-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/GAZA-04122023-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/GAZA-04122023.jpg 740w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","GAZA IL PIANO INCLINATO DELLA NUOVA NAKBA",1701700590,[123,64,124,125,66],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-israelopalestinese/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/hamas/",[30,18,23,28,21],{"post_title":128,"tags":131},{"matched_tokens":129,"snippet":130,"value":130},[78],"GAZA IL PIANO INCLINATO DELLA NUOVA \u003Cmark>NAKBA\u003C/mark>",[132,134,136,138,140],{"matched_tokens":133,"snippet":30},[],{"matched_tokens":135,"snippet":18},[],{"matched_tokens":137,"snippet":23},[],{"matched_tokens":139,"snippet":28},[],{"matched_tokens":141,"snippet":87},[21],[143,148],{"field":38,"indices":144,"matched_tokens":145,"snippets":147},[20],[146],[21],[87],{"field":97,"matched_tokens":149,"snippet":130,"value":130},[78],{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":50,"score":151,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":50},"578730123365711978",{"document":153,"highlight":169,"highlights":181,"text_match":102,"text_match_info":189},{"cat_link":154,"category":155,"comment_count":50,"id":156,"is_sticky":50,"permalink":157,"post_author":53,"post_content":158,"post_date":159,"post_excerpt":160,"post_id":156,"post_modified":161,"post_thumbnail":162,"post_thumbnail_html":163,"post_title":164,"post_type":61,"sort_by_date":165,"tag_links":166,"tags":168},[47],[49],"47584","http://radioblackout.org/2018/05/massacro-a-gaza-le-proteste-si-fanno-piu-intense/","Nel 70esimo anniversario della Nakba, le proteste in Palestina si fanno più forti: le manifestazioni hanno avuto nel mirino il trasferimento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, mentre 13 milioni di palestinesi nel mondo commemorano la catastrofe del 1948, l’espulsione di un milione di persone dalle loro terre e la distruzione di circa 530 villaggi da parte delle milizie paramilitari sioniste. In seguito alle proteste, soprattutto nella striscia di Gaza, si contano cinquantanove morti, il più grande aveva 39 anni il più giovane otto mesi: un massacro. Usando cecchini, artiglieria e aviazione l’esercito israeliano ha aperto il fuoco su decine di migliaia di manifestanti negli accampamenti lungo le linee di demarcazione tra la Striscia e Israele.\r\n\r\nLa diretta da Gaza con Michele Giorgio, corrispondente del Medio Oriente per Il Manifesto e direttore di Nena News\r\n\r\nMG_gaza","16 Maggio 2018","","2018-05-19 02:30:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/1526386749178-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"201\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/1526386749178-300x201.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/1526386749178-300x201.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/1526386749178-768x515.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/1526386749178.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Massacro a Gaza, le proteste si fanno più intense",1526469234,[167,66,67],"http://radioblackout.org/tag/israele/",[25,21,15],{"post_content":170,"tags":174},{"matched_tokens":171,"snippet":172,"value":173},[73],"Nel 70esimo anniversario della \u003Cmark>Nakba\u003C/mark>, le proteste in Palestina si","Nel 70esimo anniversario della \u003Cmark>Nakba\u003C/mark>, le proteste in Palestina si fanno più forti: le manifestazioni hanno avuto nel mirino il trasferimento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, mentre 13 milioni di palestinesi nel mondo commemorano la catastrofe del 1948, l’espulsione di un milione di persone dalle loro terre e la distruzione di circa 530 villaggi da parte delle milizie paramilitari sioniste. 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Gli organizzatori in accordo con la Farnesina e le autorità di Tel Aviv (per il consesso internazionale ancora capitale dello Stato d'Israele) hanno organizzato un tracciato tutto all'interno dei confini del 1967; senza confrontarsi con l'Autorità palestinese, ovviamente. Soprattutto perché l'occasione è offerta dai 70 anni della creazione dello Stato israeliano, che corrisponde con la data infausta della Nakba per il mondo palestinese. Tutto era organizzato in modo che le scontate proteste di buonsenso da parte del mondo non sionista venissero rintuzzate trincerandosi dietro all'accusa di voler politicizzare un'occasione di comunione tra i popoli attraverso eventi esclusivamente sportivi\r\n\r\n \r\n\r\nAvevano organizzato tutto bene, tranne un dettaglio che ha fatto andare su tutte le furie i ministri sionisti di cultura e sport, perché la sensibilità della comunità israeliana scatta immediatamente se anche il minimo dettaglio può mettere in dubbio le storie che si raccontano e poi impongono al consesso internazionale: durante la presentazione della kermesse veniva specificato che la prima tappa a cronometro si correva a \"West Jerusalem\", il che presuppone una \"East Jerusalem\" che l'annessione di Netanyahu avrebbe annullato, creando quella capitale di Israele che nega la Gerusalemme multireligiosa e multietnica. Insurrezione e minaccia di non versare i 12 milioni con i quali hanno pagato il bikewashing sono stati immediati; indignazione e ritorsione sono state la più patente dimostrazione di come il nervo scoperto fosse molto politico e non un crampo da attività meramente sportiva. \"il manifesto\" ha ospitato il 1° dicembre un intervento di Zvi Schuldiner in cui con il consueto sarcasmo l'intellettuale ebreo ha descritto la politica del suo governo e lo stato in cui versa Gerusalemme Est e il suo effettivo stato rispetto alla parte Ovest della città. Da questo articolo siamo partiti per una chiacchierata con Amedeo Rossi di Bds -Italia.\r\n\r\n\r\nbikewashing\r\n\r\nOvviamente la specificazione geografica \"West\" è sparita nel giro di poche ore: il cleaning del bikewashing è stato immediatamente operato dagli organizzatori e dalla diplomazia italiana, attenti a non urtare la sensibilità israeliana (e a non perdere il finanziamento). 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Una nuova nakba sarebbe funzionale ad un trasferimento della popolazione gazawi verso il Sinai e alla gentrificazione dell'area in funzione di un vecchio progetto di ricostruzione a beneficio dei capitali occidentali e dei paesi del golfo ? Quali sono le prospettive per la nascita di uno stato palestinese veramente indipendente ?\r\n\r\nNe parliamo con Bassam Saleh attivista palestinese che vive in Italia da molti anni .\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Bassan-versione-28-minuti.mp3\"][/audio]","23 Ottobre 2023","I piani di Israele e la nuova \"nakba\". 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In tutto il mondo si svolgono iniziative di commemorazione e lotta.\r\n\r\nAbbiamo approfondito il tema dapprima con una lunga intervista telefonica con Alfredo Tradardi di ISM-Italia, il quale prendendo spunto dalla visita in Italia della scrittrice palestinese Ghada Karmi (profuga nel 1948 all'età di 9 anni, oggi residente a Londra) ha delineato i principali avvenimenti che contornano la Nakba 2014: ipotesi di accordo Hamas - Fatah, difficili rapporti USA - Israele, situazione leggermente migliorata in Siria e peggiorata in Egitto, lenti passi in avanti dalla campagna di boicottaggio ma difficoltà della stessa in Italia, dove si sconta anche l'estremo frazionamento dei movimenti di solidarietà con la Palestina. 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Il portavoce di Tsahal, l'esercito di Israele, il generale Richard Hect, incalzato da Wolf Blitzer della CNN sul fatto che non distinguessero tra civili e Hamas ha candidamente ammesso: “Questa è la tragedia della guerra. Abbiamo detto loro di spostarsi a Sud”.\r\n\r\nCome sottolineato da molti analisti Israele sembra avere un piano militare che si va via via palesando ma che resta privo di una chiara visione politica del dopo. Ammesso che sia possibile sconfiggere Hamas, è indispensabile per Israele che non si presenti sotto altre forme nel giro di pochi anni e questo appare impossibile.\r\n\r\nL'agenda militare israeliana sembra aver messo in conto la fine della Striscia di Gaza come la conosciamo con la migrazione forzata di centinaia di migliaia di gazawi di cui dovrebbe farsi carico l'Egitto, per il quale Israele avrebbe pronto un formidabile piano di dimezzamento del debito. 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È sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro e salute. Non è però un caso che la nascita di questi comitati coincida con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative sociali, uno dei più importanti del settore, che vedrà una ipotetica chiusura a giugno del 2023. Già da novembre sono iniziati i tavoli di contrattazione tra Sindacati Confederali, Legacoop e Confcooperative.\r\n\r\nTuttavia, tale percorso di rinnovo non ha visto una buona partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore: a che punto è la contrattazione? I punti di rivendicazione rispecchiano le reali condizioni di lavoro? 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Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. Il momento è adesso!!\r\n\r\nL’attacco è diretto, tra le altre cose, ai contratti nazionali, con privatizzazioni ed ulteriori tagli ai servizi pubblici, la liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, la fine della scuola pubblica, etc.”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Dario-Fontana-e-Leo-su-incontro-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo affrontato con Enzo Miccoli, delegato del sindacato USB alla Reggia di Venaria, ovvero lo sciopero messo in piedi il 1 Maggio proprio davanti a questa importante attrazione turistica cittadina. Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La Nakba non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali e di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Maggio 2023","2023-05-10 19:58:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/344404315_1390176505158814_5960865848755411475_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/05/2023",1683748643,[],[],{"post_content":428},{"matched_tokens":429,"snippet":430,"value":431},[73],"15 maggio ricorre l'anniversario della \u003Cmark>Nakba\u003C/mark>, la catastrofe che diede avvio"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Leo, lavoratore del terzo settore aderente alla rete Lavoro Sociale e Dario Fontana, ricercatore in sociologia del Lavoro presso il servizio di Epidemiologia Piemonte ASL TO3, sull’incontro di convergenza di lavorator* del settore educativo, socio-assistenziale e socio-sanitario, con comitati di base e organizzazioni sindacali che si terrà in corso Valdocco 4/A a Torino sabato 13 maggio 2023 alle ore 14.30.\r\n\r\nLa rete del Lavoro Sociale, tra gli organizzatori dell’incontro, ha deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, un dibattito allargato a tutte le sigle sindacali che intervengono nel settore:\r\n\r\n“In questi mesi sono nati diversi comitati in tutta Italia che raggruppano lavoratori e lavoratrici del settore. È sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro e salute. Non è però un caso che la nascita di questi comitati coincida con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative sociali, uno dei più importanti del settore, che vedrà una ipotetica chiusura a giugno del 2023. Già da novembre sono iniziati i tavoli di contrattazione tra Sindacati Confederali, Legacoop e Confcooperative.\r\n\r\nTuttavia, tale percorso di rinnovo non ha visto una buona partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore: a che punto è la contrattazione? I punti di rivendicazione rispecchiano le reali condizioni di lavoro? Quali rapporti di forza sono messi in campo per decidere il destino del nostro contratto?\r\n\r\nSono domande semplici a cui però nessuno dà una risposta chiara e collettiva, nondimeno noi non solo pretendiamo una risposta, ma vogliamo e dobbiamo essere partecipi in prima istanza: è il nostro lavoro! Perché è chiaro ed evidente che se vogliamo cambiare le attuali condizioni di lavoro, parte del cambiamento deve passare per una seria riscrittura delle norme che regolano la nostra prestazione. Alle quali segua una mobilitazione che imponga tali regole in modo intransigente alle aziende e cooperative che hanno in gestione gli appalti e, non per ultimo, pretendere dagli enti locali appalti seri che non impoveriscano e umiliano, non solo la nostra professione, ma l’intero sistema di welfare pubblico.\r\n\r\nQui a Torino, durante le assemblee condivise della Rete del Lavoro Sociale, il Comitato Diritti Educatori Professionali Piemonte, il Coordinamento del Terzo Settore, l’Associazione “M.I.L.L.E. Professioni Educative”, oltre che nei diversi momenti di incontro e formazione con le lavoratrici e i lavoratori del sociale, sono emersi molti temi rivendicativi che abbiamo deciso di sintetizzare in un questionario. Il questionario è stato promosso dalla Rete del Lavoro Sociale, ma è andato immediatamente oltre il comitato, essendo stato compilato da più di 3.000 lavoratori e lavoratrici del sociale in meno di tre settimane. Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. Il momento è adesso!!\r\n\r\nL’attacco è diretto, tra le altre cose, ai contratti nazionali, con privatizzazioni ed ulteriori tagli ai servizi pubblici, la liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, la fine della scuola pubblica, etc.”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Dario-Fontana-e-Leo-su-incontro-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo affrontato con Enzo Miccoli, delegato del sindacato USB alla Reggia di Venaria, ovvero lo sciopero messo in piedi il 1 Maggio proprio davanti a questa importante attrazione turistica cittadina. Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della \u003Cmark>Nakba\u003C/mark>, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La \u003Cmark>Nakba\u003C/mark> non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. 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