","Proteste a Zarzis, Tunisia","post",1666028224,[63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/mar-mediterraneo/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/naufragi/","http://radioblackout.org/tag/tunisia/",[68,15,34,30],"mar mediterraneo",{"post_content":70,"tags":74},{"matched_tokens":71,"snippet":72,"value":73},[34],"suo ritrovamento riapre l’ipotesi del \u003Cmark>naufragi\u003C/mark>o. Altre due spedizioni dei pescatori"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPubblichiamo il resoconto e un contributo di un compagno che si trova a Zarzis, in Tunisia:\r\n\r\n\"Da più di una settimane la città di Zarzis, al sud della Tunisia, è attraversata da movimenti di protesta che pretendono la verità dalle istituzioni dello Stato sulla scomparsa di 18 concittadini in mare.\r\n\r\nIl 21 settembre scorso 15 ragazzi, 2 ragazze e una bambina di un anno e due mesi, tutte di Zarzis, prendono il mare per entrare nella zona europea. Dopo alcuni giorni senza informazioni, le famiglie e l’associazione dei pescatori di Zarzis iniziano autonomamente le ricerche dopo aver sollecitato le autorità tunisine, quelle italiane e le NGO presenti nelle acque internazionali. Secondo Mejid Amor, portavoce dell’Associazione dei Pescatori, il 26 Settembre le operazioni dell’associazione si stoppano in seguito alla notizia, messa in circolazione dal Procuratore di Medenine, per cui la barca è stata intercettata dalla Guardia Costiera libica e che bisognava iniziare le trattative per la loro liberazione. La notizia regge – e con essa il sollievo delle famiglie – fino a quando, il 2 Ottobre, iniziano a circolare le immagini di un corpo ritrovato sulla vicina isola di Djerba. Dalle immagine e da un braccialetto al polso, la famiglia ne riconosce l’identità: è il corpo di Malek e il suo ritrovamento riapre l’ipotesi del \u003Cmark>naufragi\u003C/mark>o. Altre due spedizioni dei pescatori monitorano tutte le coste tra Zarzis e Djerba. Il 9 Ottobre, durante la seconda giornata di ricerche, la foto di un corpo ritrovato in mare il 26 Settembre scorso viene riconosciuto dalla famiglia dai pantaloncini indossati; fino a prova contraria, è quello di Aymen (?). La domanda che ci si pone collettivamente a quel punto è: dov’è il corpo ritrovato il 26 settembre scorso? E dove sono tutti gli altri corpi segnalati durante le ricerche dei pescatori? La trama di retoriche e comunicazioni contraddittorie si strappa l’11 Ottobre: in occasione di un incontro ufficiale con il governatore del governatorato di Medenine, il delegato del prefetto,il vice-sindaco e le forze dell’ordine. Al sospetto che i corpi siano stati interrati nel cimitero degli stranieri senza test del DNA, le famiglie pretendono la riesumazione dei cadaveri interrati negli ultimi giorni. E’ nel cimitero “Jardin d’Afrique” che si ritrova il corpo della foto riconosciuta dalla famiglia il 9 Ottobre e ritrovato dai pescatori il 26 Settembre e che la famiglia è convinta fosse Aymen.\r\n\r\nNon è stato il mare bensì lo Stato a strappare figli e figlie al sacro gesto della sepoltura. Mercoledì 12 Ottobre la complicità delle istituzioni statali è approvata: gli studenti liceali attraversano la città durante tutta la giornata; i blocchi stradali si riproducono a più riprese nei punti nevralgici di Zarzis; gli uffici del comune e della delegazione occupati dalle famiglie e dalla popolazione. Nelle strade e negli spazi pubblici della città si creano cerchi o semicerchi di gente in cui rimbalzano rabbia e live fb.\r\n\r\nQuello che succede a Zarzis spacca il sentimento di vergogna che, normalmente, accompagna le famiglie di chi è scomparso e che alimenta le accuse alle famiglie degli harraga. Karim vive da 20 anni in Italia e sulla barca partita il 21 Settembre aveva sua moglie, Mouna Aouyda, e sua figlia, Sajda Nasr, di un anno e due mesi. Prima del 21 Settembre avevano ricevuto otto rifiuti alla loro domanda di congiungimento familiare. Il blocco stradale fatto nel suo quartiere, a Souilhel, dice: “è tutto quello che mi resta da poter fare tanto qui non ti ascolta nessuno, la giustizia dobbiamo cercarla da soli...sono due giorni che la strada è bloccata e nessuno è venuto a parlarmi, nessuno ci dice niente”.\r\n\r\nIn una dichiarazione al giornale Nawaat1 fatta il 14 Ottobre, dopo già 3 giorni dalla riesumazione dei corpi sepolti senza DNA al Jandin Afrique, il delegato del prefetto, Ezzedine Khelifi, afferma che dal 21 Settembre, quattro corpi sono stati interrati nel cimitero degli stranieri senza test del DNA. Le autorità non hanno proceduto al test per identificare i corpi dal momento che le famiglie pensavano i loro figli fossero ancora vivi.Avevano elementi capaci di provare la presenza delle 18 persone in Libia, per questo i test del DNA non sono stati reputati necessari.\r\n\r\n“Ma non è questione di essere necessario o meno, il test del DNA per la sepoltura di corpi non riconosciuti è e deve essere obbligatoria” afferma Chamseddine Marzouk a lungo volontario nel cimitero degli ignoti e poi allontanato dalla municipalità; “in una regolare sepoltura di un corpo non identificato, la Guardia Costiera deve comunicare alla municipalità e al procuratore della Repubblica (che per Zarzis ha sede a Mednine). Il corpo, sotto la responsabilità della municipalità, viene portato all’ospedale dove viene fatto il test del DNA e comunicato al procuratore che dà l’autorizzazione alla municipalità di seppellirlo. Ma è inutile risalire la scala delle responsabilità verso l’alto, piuttosto bisogna discenderla verso il basso: nella pratica più passaggi saltano o non sono veramente rispettati. Spesso le cose si risolvono con delle disattente telefonate o per fax. La municipalità e la Guardia Costiera lavorano sporco ci sono stati dei momenti in cui non sapevano dove interrare i corpi o come sbarazzarsene.\r\n“Dignità per tutti e test del DNA su tutti i corpi ritrovati” è anche il messaggio portato dagli studenti liceali di Zarzis; Non è possibile che nel 2022 dei corpi vengano ritrovati e buttati nel niente, è importante per chi resta di sapere dove è sepolto tua figlia o tuo figlio affermano un gruppo di studenti durante le loro mobilizzazioni. L’interramento di corpi senza test del DNA attraversa tutte le sponde del Mediterraneo centrale da ormai decenni, ad esserne testimone - in parte - è la lotta portata avanti dalle famiglie dei dispersi in mare riunitisi proprio a Zarzis agli inizi dello scorso Settembre e che, sollecitando più volte diverse istituzioni tra europee e italiane, non ha mai trovato né risposte né collaborazione.\r\n\r\nPoter ricollocare un corpo in una rete di affetti è un atto di dignità personale e collettiva. Le responsabilità delle istituzioni tunisine tradiscono il razzismo che da decenni viola questa dignità e che fa da matrice alle pratiche di controllo frontaliero in Europa e Mediterraneo: il ritardare le operazioni di soccorso in mare usato come strategia politica, i pushing-back degli harraga con ogni mezzo necessario, il disincentivare il movimento di persone senza documenti al costo della loro vita3 ne sono un esempio da anni. E’ anche a questa montagna di pratiche razziste che le mobilizzazioni sono reazione e quello che succede a Zarzis non riguarda solo Zarzis.\r\n\r\nNel momento in cui si scrive a Melek, Mouna, Mohammed Ali e Seifddine è stata data degna sepoltura; 14 sono le persone ancora disperse. Una comunicazione ufficiale della presidenza della repubblica garantisce le attività di ricerca lungo la costa e sottolinea, in chiusura, che la scomparsa dei corpi è il rischio che si corre facendo harraga e che la responsabilità è di chi decide di farlo. Nel pomeriggio dello stesso giorno l’associazione dei Pescatori di Zarzis, le famiglie, gli attivisti locali e la popolazione in solidarietà hanno chiesto all’UGTT e ai Sindacati dei Commercianti di indire uno sciopero generale per Martedì 18 Ottobre\"\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAscolta e scarica il racconto di ciò che è accaduto:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/tunisia.mp3\"][/audio]",[75,77,79,82],{"matched_tokens":76,"snippet":68},[],{"matched_tokens":78,"snippet":15},[],{"matched_tokens":80,"snippet":81},[34],"\u003Cmark>naufragi\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":30},[],[85,90],{"field":37,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[25],[88],[34],[81],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":72,"value":73},"post_content",[34],578730123365712000,{"best_field_score":95,"best_field_weight":14,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":49,"score":97,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",1,"578730123365711977",{"document":99,"highlight":121,"highlights":137,"text_match":93,"text_match_info":143},{"cat_link":100,"category":101,"comment_count":49,"id":102,"is_sticky":49,"permalink":103,"post_author":52,"post_content":104,"post_date":105,"post_excerpt":55,"post_id":102,"post_modified":106,"post_thumbnail":55,"post_thumbnail_html":55,"post_title":107,"post_type":60,"sort_by_date":108,"tag_links":109,"tags":115},[46],[48],"23703","http://radioblackout.org/2014/06/mare-nostrum-messo-alla-prova-di-migliaia-di-migranti/","Nelle ultime due settimane la situazione del Canale di Sicilia è improntata all'emergenza nell'emergenza e così si sono evidenziate le aporie dell'Operazione Mare Nostrum, istituita da Letta inginocchiato a implorare perdono alle centinaia di morti avvenute a Lampedusa. 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Una ricerca condotta su dati ufficiali forniti dall'Unhcr sulle partenze dalla Libia ci dice che negli ultimi 15 mesi le persone che hanno preso il mare per raggiungere l'Italia sono diminuite, tanto da fare di settembre il mese con il più basso numero di sbarchi dal 2012. Ma non è purtroppo l'unico dato a saltare agli occhi; negli ultimi mesi c'è stato anche un aumento esponenziale del numero di morti.\r\nQuesto perchè dal 15 luglio 2017 fino all'inizio del governo Conte la politica di gestione dei flussi portata avanti dal ministro Minniti non aveva potuto impedire i salvataggi in mare da parte delle Ong, pena una frattura nella maggioranza di governo. E questo, unito all'intervento del governo in terra libica per fermare le partenze, ha prodotto una diminuzione evidente degli sbarchi ma anche una diminuzione delle morti in mare.\r\n\r\nOra le politiche di dissuasione al salvataggio sono totali e, nonostante gli sbarchi siano diminuiti di circa l'80 per cento, il dato delle morti in mare è schizzato in alto.\r\n\r\nAltro problema, per ora e per il futuro, è la difficoltà di accertare i naufragi visto che non ci sono praticamente più navi che solcano il Mediterraneo con quello scopo.\r\n\r\nDunque anche se è difficile dire cosa succederà nei prossimi mesi, quello che pare essere certo, ed emerge chiaramente dalla ricerca di cui vi abbiamo parlato, è che il numero di morti in mare continuerà ad aumentare nonostante si preveda che gli sbarchi saranno circa di 20mila persone, un decimo rispetto ai numeri di qualche anno fa.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Matteo Villa ricercatore dell'Ispi\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nnumeromigranti","8 Ottobre 2018","2018-10-10 20:50:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/Migranti-Foto-Marina-Militare-2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/Migranti-Foto-Marina-Militare-2-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/Migranti-Foto-Marina-Militare-2-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/Migranti-Foto-Marina-Militare-2-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/Migranti-Foto-Marina-Militare-2.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I numeri sugli sbarchi e qualche riflessione",1539003075,[],[],{"post_content":160},{"matched_tokens":161,"snippet":162,"value":163},[34],"la difficoltà di accertare i \u003Cmark>naufragi\u003C/mark> visto che non ci sono","Schiacciate dalla retorica populista salviniana della chiusura dei porti, delle espulsioni lampo e della \"pacchia finita\" per tutti gli irregolari, finiscono tante vite che tentano la fortuna attraversando il mare. 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Non in un altro tempo e in un altro mondo, ma una settimana fa, il giorno di Natale, davanti alle nostre coste. La notizia è apparsa nelle pagine interne dei quotidiani ed è subito svanita, cancellata da articoli sui cenoni festivi, sulle star recentemente defunte e sulle nuove tensioni tra Usa e Russia. D’altronde, si stima che nel solo 2016 siano morti in mare 5000 migranti. E quindi, cento più o cento meno…\r\nE così in questi anni, giorno dopo giorno, ci siamo abituati a questa strage invisibile, di cui non sono responsabili terroristi o nemici dell’umanità, e che quindi appare una fatalità da attribuire a vaghe astrazioni (è la crisi globale, signora mia). In cambio, però, i cittadini di Goro insorgono se una decina di donne e bambini, scampati ai naufragi, vengono assegnati al loro villaggio, sommerso dalla nebbia. E se un Amri, freddato a Sesto San Giovanni, era stato nelle nostre galere, ecco che Grillo – sì, quello che scavalca a destra Salvini ed è così amato a sinistra – esige un giro di vite contro i clandestini, espulsioni immediate e il potenziamento delle forze dell’ordine.\r\nSe Grillo chiama, Minniti risponde. Questa specie di commissario Montalbano dall’aria feroce, che è stato al governo con chiunque (D’Alema, Amato, Prodi e oggi Gentiloni), a suo tempo grande amico di Cossiga e auto-promosso esperto di sicurezza e intelligence, ha deciso di intervenire a gamba tesa sulla questione migranti. E quindi, apprendiamo oggi dalla stampa, retate a più non posso di feroci lavavetri, venditori di fiori e lavapiatti abusivi, espulsioni in massa e Centri di Identificazione ed Espulsione in ogni regione. Non solo: il tarantolato Minniti si appresta a volare in Africa per stipulare nuovi patti con i paesi di provenienza dei migranti, un po’ recalcitranti a riprendersi i loro figli emigrati.\r\nCosì, mentre gli italiani residenti in Inghilterra si apprestano a far causa al governo May che li vuole espellere, noi tentiamo di ricacciare in Africa quelli che hanno traversato deserti e mari per sopravvivere in Europa. Ma riuscirà Minniti nella sua coraggiosa impresa? Non credo proprio. Quanto costeranno i voli per rimandare in Egitto, Libia, Tunisia e Nigeria. non solo i cittadini di questi stati, ma tutti gli altri, afghani, etiopi, siriani, centro-africani? E basteranno quattro soldi, elargiti da Gentiloni-Minniti, per convincere detti stati a prendersi, cioè a internare, tutti quelli che vogliamo cacciare noi e che non sono cittadini loro?\r\nLa riposta è sempre no. Dove hanno fallito Amato, Prodi, Berlusconi e Renzi, non riuscirà Minniti. Tuttavia avremo migliaia di internati in più nei Cie, nuovi sbarchi, nuovi giri di vite, tensioni con la Ue e la solita solfa di Grillo e Salvini che incitano i cittadini a protestare. Così il buon senso svanisce tra ipocrisia, urla forcaiole e giri di vite, mentre in mezzo al Mediterraneo la gente continua ad annegare.”\r\n\r\nIn questo suo scritto, Alessandro Dal Lago butta sul piatto la tounee di Minniti in Africa trattare la restituzione di un po’ di esseri umani in eccesso, la violenta invettiva xenofoba di Grillo, i morti che non contano nel grande sudario azzurro del Mare di Mezzo.\r\n\r\nAscolta la diretta con Alessandro Dal Lago:\r\n\r\n2017-01-03-alessandrodallago-mediterraneominniti","3 Gennaio 2017","2017-01-11 12:46:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/filospinato3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/filospinato3-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/filospinato3-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/filospinato3.jpg 700w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grillo chiama, Minniti risponde",1483464060,[186,187,188,64,189,190],"http://radioblackout.org/tag/cie/","http://radioblackout.org/tag/grillo/","http://radioblackout.org/tag/mediterraneo/","http://radioblackout.org/tag/minniti/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/",[21,192,23,15,32,193],"Grillo","razzismo",{"post_content":195},{"matched_tokens":196,"snippet":197,"value":198},[34],"e bambini, in quattro diversi \u003Cmark>naufragi\u003C/mark> nel Canale di Sicilia. 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Non passa ormai settimana senza che una nuova tragedia del mare occupi le prime pagine dei giornali.\r\nContro questa ipocrita indignazione, per un intervento radicale là dove i muri della Fortezza Europa si ergono, migliaia di compagn* andranno sabato 31 ottobre a Evros, sul confine greco-turco, per protestare contro la barriera fisica che costringe tanti migranti a scegliere la via del mare, talvolta morendovi nella traversata...\r\nAscolta la diretta con Niki, compagna di Salonicco, che presenta l'iniziativa di sabato 31 ottobre\r\n\r\nniki_no_muro_evros\r\n\r\n L'appello del Coordinamento contro le recinzioni di Evros \r\nOgni giorno, migliaia di persone perseguitate dai bombardamenti occidentali, regimi totalitari e violenza integralista, sradicati dalla povertà estrema e dalla \"crescita\" delle imprese, lottano per attraversare le frontiere e venire in Europa. Sono guidati dalla lotta per la sopravvivenza, in cerca di una vita di pace e dignità. In migliaia sono annegati sulle coste del Mediterraneo; ma quelli che riescono a raggiungere gli Stati europei vivi, si trovano di fronte a campi di detenzione, attacchi fascisti e razzisti, violenza della polizia e sciacallaggio, o vengono utilizzati come forza lavoro a basso costo e facilmente sfruttabile.\r\nI leader europei, che invocano tutti ipocritamente il loro presunto umanesimo, si concentrano sul rafforzamento dei controlli alle frontiere, l’aumento degli eserciti e di Frontex, dei campi di detenzione, deportazione e rimpatri forzati, rivelando così il vero volto della Fortezza-Europa.\r\nLa recinzione ad Evros (al confine tra la Turchia e la Grecia) non è solo il simbolo di esclusione, demonizzazione dello \"straniero\" e protezione della sicurezza nazionale ed europea a tutti i costi, ma anche la causa per cui tutte queste persone sono annegate nel Mar Egeo e nel Mar Mediterraneo. Le recinzioni forzano i rifugiati e gli immigrati a seguire pericolose rotte marittime per attraversare le frontiere. L'evidenza mostra che da quando è stata costruita la recinzione, le persone che sono annegate nel Mar Egeo sono schizzate alle stelle e il numero continuerà a crescere, visto che nessun filo spinato potrà fermare un uomo o una donna che combatte per la sopravvivenza e una vita dignitosa.\r\nAbbiamo creato il Coordinamento contro le recinzioni di Evros per abbattere la recinzione, aprire le frontiere e fermare la tragedia umana nel Mediterraneo. Gruppi e individui si sono incontrati per unire le forze, ognuno con un diverso portato ideologico, uniti dalla comune convinzione che fermare l'incubo dei confini macchiati di sangue è una questione che riguarda tutta la società e i movimenti. 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Fino a quando il recinto è lì e le frontiere sono chiuse, lo Stato greco e l'Unione europea stanno commettendo l'uccisione di migliaia di migranti e rifugiati sulle coste del Mediterraneo, che muoiono dentro “carrette del mare” di trafficanti di esseri umani.\r\nPer questo chiamiamo a una mobilitazione, una manifestazione a Evros contro il muro e le frontiere, Sabato 31 Ottobre 2015.\r\n\r\n• Libera circolazione dei rifugiati e degli migranti\r\n\r\n• Documenti per tutti - Nessuna deportazione\r\n\r\n• No ai campi di detenzione\r\n\r\n• Contro la Fortezza-Europa\r\n\r\n• La nostra solidarietà abbatterà le recinzioni e le frontiere\r\n\r\nSABATO 31 OTTOBRE MANIFESTAZIONE ALLE RECENZIONI DI EVROS\r\n\r\nBus in partenza da Salonicco a 8:00 dalla Statua della Venizelos (Prenotazioni: +30 6949591336, +30 6970395852)\r\n\r\nTratto dal sito del coordinamento contro le recinzioni, traduzione dall'inglese a cura di Dinamopress","31 Ottobre 2015","2015-11-03 16:34:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/evros-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"206\" height=\"288\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/evros.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","31 ottobre - A Evros, contro il muro della fortezza Europa",1446250620,[247,248,249,64,250],"http://radioblackout.org/tag/evros/","http://radioblackout.org/tag/fortezza-europa/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[252,253,28,15,254],"evros","fortezza europa","Turchia",{"post_content":256},{"matched_tokens":257,"snippet":258,"value":259},[34],"retorica dei leader dell'UE, i \u003Cmark>naufragi\u003C/mark> di migranti nel mar Mediterraneo","Nonostante le belle parole empie di retorica dei leader dell'UE, i \u003Cmark>naufragi\u003C/mark> di migranti nel mar Mediterraneo continuano con una frequenza spaventosa. 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Eppure vale la pena ogni volta ribadirlo e darsi il tempo per capire come – e con quali intenti – il potere decida di protrarre le pratiche razziste anche al di là del confine della vita stessa.\r\n\r\nChe il Mar Mediterraneo sia un cimitero a cielo aperto non è di certo un segreto; eppure puntualmente ogni strage in mare viene silenziata dalla stragrande maggioranza delle coperture mediatiche.\r\nIn questo episodio di Harraga, cerchiamo piuttosto di approfondire la notizia del naufragio di metà Agosto 2025 riportando il giusto termine di strage – non tragedia - per descriverlo e sottolineare le precise responsabilità. Nonché con l’aiuto di attivistx di Maldusa a Lampedusa e con quellx di MEM.MED dalla Sicilia, cerchiamo non solo di entrare nel merito degli eventi ma anche di descrivere, e far una prima analisi, di come il razzismo – e la sua burocrazia – si spinga ben oltre il confine della vita, ricadendo a cascata sulle famiglie dei morti di frontiera.\r\n\r\nPrimo collegamento con chi si trova in questo momento a Lampedusa con Maldusa,\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/Maldusa-2025_08_22_2025.08.22-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSecondo collegamento con MemMed -Memoria Mediterranea, gruppo attivo nel supporto alla ricerca delle persone migranti disperse nel Mediterraneo e nel monitoraggio delle pratiche di frontiera.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/MemMed.mp3\"][/audio]","26 Agosto 2025","2025-08-26 07:31:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/Immagine-2025-08-23-152414-200x110.png","Il naufragio di Lampedusa e il razzismo anche dopo la morte",1756193505,[363,364,365,366,112],"http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/maldusa/","http://radioblackout.org/tag/memmed/","http://radioblackout.org/tag/naufragio/",[18,292,290,294,118],{"post_content":369,"post_title":373,"tags":376},{"matched_tokens":370,"snippet":371,"value":372},[34],"di approfondire la notizia del \u003Cmark>naufragi\u003C/mark>o di metà Agosto 2025 riportando","Che lo Stato periodicamente eserciti il suo potere di uccidere, come forma di controllo ed annichilimento delle vite nonché con l’obbiettivo di terrorizzare – e così controllare – il più ampio numero di persone in viaggio senza documenti europei, non è certo novità. 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Qualcuno viene ucciso e qualcun altro deve scoprire chi é stato. Alcuni autori hanno provato a riderci sopra. Horatio, il protagonista di \"Un consiglio prezioso per gli scrittori di gialli\" è appunto uno scrittore di gialli che crede di avere trovato la casa ideale per lavorare in pace. Ma subito cominciano le visite di personaggi bizzarri e inquietanti. La più inquietante é Lavender. \"Sono perfida, Horatio, proprio come le ragazze dei tuoi romanzi.\" Jim, il protagonista di \"Solo su un'isola deserta\", non sopporta più la sua vita monotona e mediocre, si imbarca e fa naufragio su un'isola deserta. Per passare il tempo immagina Doreen, la donna che avrebbe sempre voluto incontrare. \"Aveva i capelli color del miele, gli occhi azzurri più profondi dell'oceano, un corpo armonioso non eccessivamente procace.\" Giorno dopo giorno Doreen diventa sempre più petutante e invadente. Ma come si può uccidere qualcuno che esiste solo nella nostra mente? Pete, il protagonista di \"Lily Bell\", ama la donna del titolo fin da quando erano ragazzi al liceo. Ma lei preferisce sposare un uomo più vecchio e ricco. \"Ti sposerei subito, Pete, se avessi un futuro. Ma cosa puoi offrire a una moglie?\" Passano gli anni e Pete vede riapparire Lily che gli chiede di aiutarla contro il marito diventato violento. Louis, il protagonista di \"Una visita prolungata\", é felice con sua moglie e le sue abitudini, fino a quando sua suocera si trasferisce da loro. Niente più sale in tavola né western in televisione né bridge con gli amici né sigari. \"Non sopporto la puzza, Louis. Se c'é qualcosa che brucia in casa comincio a tossire.\" Mamma Harnisch si é fatta portare il baule con tutte le sue cose e non intende andarsene. Si impone una misura drastica. Riscopriamo questi gioiellini dimenticati con l'aiuto di Alfred Hitchcock, che di morte se ne intendeva. I personaggi nella loro normalità e mediocrità ci ricordano che chiunque di noi, nelle giuste condizioni, può diventare un assassino. Buon ascolto.","19 Luglio 2021","2021-07-19 08:45:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/HITCH1-200x110.jpg","RIDENDO CON IL MORTO - LA PERLA DI LABUAN 16/7/2021",1626684308,[],[],{"post_content":420},{"matched_tokens":421,"snippet":422,"value":423},[34],"mediocre, si imbarca e fa \u003Cmark>naufragi\u003C/mark>o su un'isola deserta. Per passare","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/2021.07.16-14.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL'essenza del giallo é la morte. Qualcuno viene ucciso e qualcun altro deve scoprire chi é stato. Alcuni autori hanno provato a riderci sopra. Horatio, il protagonista di \"Un consiglio prezioso per gli scrittori di gialli\" è appunto uno scrittore di gialli che crede di avere trovato la casa ideale per lavorare in pace. 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L'autore Jonathan Swifrt, nato a Dublino nel 1667, si traferì a Londra dove si mise a scrivere e trovò la sua ispirazione nel satireggiare la società del suo tempo, soprattutto inglese. Dopo il primo momento di stupore reciproco, Gulliver apprende che i lillipuziani, che lo chiamano Uomo-Montagna, sono da anni in guerra con i loro vicini di Blefusco. Il motivo è il dissidio se sia meglio rompere le uova dalla parte stretta o quella larga. Gulliver riparte e arriva nel paese dei Giganti, che sono molto colti e curiosi, chiedono a Gulliver in che modo nel suo paese si evita l'accesso alle cariche pubbliche per mezzo di \"una buona sommetta data a una dama di corte o un favorito\" invece che sulla base di reali capacità, provocandogli grave imbarazzo. Poi arriva a Lagado, abitata da scienziati che passano tutto il tempo in esperimenti del tutto inutili, come ritrasformare le feci umane nella condizione originaria di cibo o tentare di costruire le case partendo dal tetto. Nel 1713 Jonathan Swift diventò Decano della cattedrale di St. Patrick a Dublino. Morì nel 1745 lasciando gran parte del suo patrimonio alla costruzione di un manicomio per ricordare ai suoi concittadini che erano folli e ne avevano urgente bisogno. Buon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019.03.08-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","6 Maggio 2019","2019-05-06 06:46:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/GULL2-200x110.jpg","I VIAGGI DI GULLIVER - LA PERLA DI LABUAN 8/3/2019",1557125186,[],[],{"post_content":444},{"matched_tokens":445,"snippet":446,"value":447},[34],"bordo Lemuel Gulliver sopravvive al \u003Cmark>naufragi\u003C/mark>o della \"Rondine\" dove era imbarcato","\"Guardando alla meglio da quella parte, vidi una creatura umana alta forse sei pollici.\" Il medico di bordo Lemuel Gulliver sopravvive al \u003Cmark>naufragi\u003C/mark>o della \"Rondine\" dove era imbarcato e si ritrova a Lilliput, dove gli esseri umani sono piccolissimi. L'autore Jonathan Swifrt, nato a Dublino nel 1667, si traferì a Londra dove si mise a scrivere e trovò la sua ispirazione nel satireggiare la società del suo tempo, soprattutto inglese. 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Un deputato del PD, Khalid Chaouki, dopo una visita al Centro di prima accoglienza di Lampedusa, ha deciso di non andarsene, facendosi rinchiudere con i profughi dimenticati lì da mesi. Tra loro i superstiti del naufragio del 2 ottobre, che suscitò commozione ed indignazione anche istituzionale, ma, al di là della pubblica esibizione di cordoglio, delle promesse di superamento della Bossi-Fini, nulla è cambiato. Chaouki ha dichiarato che non se ne sarebbe andato finché i reclusi non fossero stati trasferiti in un CARA.\r\n\r\n21 dicembre. Quattro immigrati si sono cuciti le bocche per protestare contro il prolungarsi della detenzione nel CIE di Ponte Galeria a Roma. Immediatamente il quotidiano \"La Stampa\" ha pubblicato la notizia con il massimo del rilievo e il titolo \"protesta choc\". Chi segue da anni le lotte degli immigrati nei CIE della penisola non può che constatare amaramente che si tratta di uno \"choc\" a scoppio ritardato, uno \"choc\" mediatico, studiato a tavolino per aprire la strada a qualche provvedimento sui CIE. Sono anni che gli immigrati si cuciono la bocca per protesta, sono anni che dai CIE filtrano le immagini che riprendono le bocche serrate da fili robusti, ferite dall'ago, simbolo di una resistenza che cerca di spezzare il silenzio. Inutilmente. A Torino nel lontano 2009 alcuni compagni fecero iniziative perché si parlasse di quelle bocche cucite, di quelle bocche serrate perché anche le urla si schiantano sul muro dell'indifferenza. I media parlarono del dito e nascosero la luna.\r\n\r\nOggi tutto sembra cambiato.\r\nL’atteggiamento nei confronti dell'immigrazione clandestina si sta modificando. Sospettiamo tuttavia che probabilmente tutto debba cambiare, perché tutto resti come prima.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Federico, un compagno impegnato da anni nella lotta contro i CIE.\r\nAscolta la chiacchierata:\r\n\r\n2013 12 20 denitto cie\r\n\r\nProviamo insieme a fare il punto.\r\nLe galere per immigrati senza carte nell'ultimo anno si sono dimezzate. Ne rimangono aperte solo sei (Torino, Milano, Roma, Trapani Milo, Pian Del Lago, Bari), le altre sono state, una dopo l'altra, bruciate e fatte a pezzi dei reclusi. Il governo ha dovuto chiudere i CIE di Gradisca, Trapani Vulpitta, Bologna, Modena, Crotone. Ufficialmente sono tutti in attesa di ristrutturazione, ma non c'é nessuna notizia certa su una possibile riapertura.\r\nTutti i CIE ancora aperti sono stati a loro volta gravemente danneggiati dalle continue rivolte, la conclusione è una sola: la macchina delle espulsioni è ormai al collasso.\r\nIn base ai dati, ormai calcolati per difetto, dello stesso Viminale, degli oltre 1800 posti dei CIE ne sarebbero ancora agibili meno della metà ed effettivamente riempiti nemmeno un terzo.\r\nIl governo tace, gli specialisti della guerra contro i poveri sono alle prese con la rovina dei loro leader, i poliziotti premono perché non ne vogliono più sapere di fare i secondini nei CIE, dove si rischia di incappare nella rabbia di chi si vede sfilare la vita giorno dopo giorno. 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Chi segue da anni le lotte degli immigrati nei CIE della penisola non può che constatare amaramente che si tratta di uno \"choc\" a scoppio ritardato, uno \"choc\" mediatico, studiato a tavolino per aprire la strada a qualche provvedimento sui CIE. Sono anni che gli immigrati si cuciono la bocca per protesta, sono anni che dai CIE filtrano le immagini che riprendono le bocche serrate da fili robusti, ferite dall'ago, simbolo di una resistenza che cerca di spezzare il silenzio. Inutilmente. A Torino nel lontano 2009 alcuni compagni fecero iniziative perché si parlasse di quelle bocche cucite, di quelle bocche serrate perché anche le urla si schiantano sul muro dell'indifferenza. I media parlarono del dito e nascosero la luna.\r\n\r\nOggi tutto sembra cambiato.\r\nL’atteggiamento nei confronti dell'immigrazione clandestina si sta modificando. Sospettiamo tuttavia che probabilmente tutto debba cambiare, perché tutto resti come prima.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Federico, un compagno impegnato da anni nella lotta contro i CIE.\r\nAscolta la chiacchierata:\r\n\r\n2013 12 20 denitto cie\r\n\r\nProviamo insieme a fare il punto.\r\nLe galere per immigrati senza carte nell'ultimo anno si sono dimezzate. Ne rimangono aperte solo sei (Torino, Milano, Roma, Trapani Milo, Pian Del Lago, Bari), le altre sono state, una dopo l'altra, bruciate e fatte a pezzi dei reclusi. Il governo ha dovuto chiudere i CIE di Gradisca, Trapani Vulpitta, Bologna, Modena, Crotone. Ufficialmente sono tutti in attesa di ristrutturazione, ma non c'é nessuna notizia certa su una possibile riapertura.\r\nTutti i CIE ancora aperti sono stati a loro volta gravemente danneggiati dalle continue rivolte, la conclusione è una sola: la macchina delle espulsioni è ormai al collasso.\r\nIn base ai dati, ormai calcolati per difetto, dello stesso Viminale, degli oltre 1800 posti dei CIE ne sarebbero ancora agibili meno della metà ed effettivamente riempiti nemmeno un terzo.\r\nIl governo tace, gli specialisti della guerra contro i poveri sono alle prese con la rovina dei loro leader, i poliziotti premono perché non ne vogliono più sapere di fare i secondini nei CIE, dove si rischia di incappare nella rabbia di chi si vede sfilare la vita giorno dopo giorno. Il CIE è un limbo, che precede la deportazione, una sala d'aspetto con sbarre e filo spinato in attesa di un treno che nessuno vuole prendere. \r\n\r\nSi dice che a gennaio possa riaprire il Centro di Bologna e successivamente la struttura modenese ma ancora non si sa chi verrà chiamato a gestirli dopo il disastro della cooperativa Oasi, che si era aggiudicata l'affare vincendo la gara d'appalto con un ribasso enorme rispetto alla precedente gestione della Misericordia di Giovanardi.\r\nA Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e Palazzo San Gervasio (Potenza) potrebbero sorgere due nuovi CIE, dopo l'avventura presto finita dell'emergenza Nordafrica.\r\nIl governo ha stanziato 13 milioni di euro ma non si sa se i lavori abbiano preso l'avvio e che punto siano.\r\n\r\nNumerosi segnali indicano che la ricetta individuata dal governo potrebbe essere decisamente più complessa del \"semplice\" riattamento dei CIE distrutti e dell'eventuale apertura di nuove strutture.\r\n\r\nLa decisione di spedire gli immigrati reclusi nelle patrie galere a scontare gli ultimi due anni nei paesi d'origine assunta con il decreto svuotacarceri prenderebbe due piccioni con la solita fava. Alleggerire il sovraffollamento carcerario e, nel contempo, evitare il trasferimento nei CIE e la trafila del riconoscimento espulsione dell'immigrato. Difficile dire se funzionerà, perché molto dipende dalla disponibilità dei paesi di emigrazione ad accettare questo pacco/dono dall'Italia.\r\n\r\nA fine novembre il governo Letta ha stipulato un nuovo accordo con la Libia per il controllo congiunto delle frontiere: droni italiani nel sud della Libia, militari libici e bordo delle unità della marina militare impegnate nell’operazione Mare Nostrum.\r\n\r\nAl ministero stanno studiando la possibilità di introdurre dei secondini privati per le funzioni di sorveglianza a diretto contatto con i reclusi.\r\nQualche solerte e sinistro esperto del business dell’umanitario, come il consorzio Connecting People, propone di trasformare i CIE in campi di lavoro.\r\n\r\nIl quadro che ne emerge ci pare chiaro. Outsourcing della repressione alla frontiera sud, riduzione degli internati con il trasferimento anticipato dei carcerati nei paesi d’origine, accoglimento delle proteste dei poliziotti, in parte esonerati dal compito di secondini, probabilmente una maggiore attenzione alle prescrizioni della direttiva rimpatri. Un pizzico di umanità in più (se trovano i soldi.)\r\n\r\nUna polpetta avvelenata con una spolverata di zucchero.",[472],{"field":91,"matched_tokens":473,"snippet":469,"value":470},[34],{"best_field_score":402,"best_field_weight":170,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":49,"score":428,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":96},6637,{"collection_name":313,"first_q":34,"per_page":266,"q":34},["Reactive",478],{},["Set"],["ShallowReactive",481],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fhgErGMvGPOxPJ-QdJbnFtZekAWfO66D8V7_kQN7F8IM":-1},true,"/search?query=naufragi"]