","Milano. Corteo antifascista dopo le aggressioni",1491319714,[126,127,128,129,60,61],"http://radioblackout.org/tag/aggressione-fascista-milano/","http://radioblackout.org/tag/casa-pound/","http://radioblackout.org/tag/corteo-antifascista-a-milano/","http://radioblackout.org/tag/forza-nuova/",[32,24,34,131,15,17],"forza nuova",{"post_content":133,"tags":137},{"matched_tokens":134,"snippet":135,"value":136},[77],"ragazzo viene infine gettato nel \u003Cmark>Navigli\u003C/mark>o, dove viene bersagliato con sputi,","Sabato scorso ci sono state ben due aggressioni fasciste. Hanno cominciato nel pomeriggio quelli di Forza Nuova, tentando di assaltare il Gratosoglio autogestito armati di caschi e coltelli.\r\nIn serata è il turno di Casa Paund. In 20 contro uno si avventano contro un ragazzo della Rete Studenti nel parcheggio di una discoteca del centro. Il ragazzo viene infine gettato nel \u003Cmark>Navigli\u003C/mark>o, dove viene bersagliato con sputi, bottiglie e insulti. Prima di allontanarsi i fascisti gridano “saluti da Casa Pound Milano!”.\r\nLunedì sera gli antifascisti si danno due appuntamenti: un presidio in piazza Abbiategrasso e un corteo cittadino da Porta Genova. Il corteo, che raccoglie un migliaio di persone, molti i giovanissimi, passa dai \u003Cmark>Navigli\u003C/mark> e si conclude in piazza Resistenza.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo di lunedì è un'anteprima delle numerose iniziative antifasciste che si svolgeranno a Milano sino al 25 aprile.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto “Abo”, che ieri sera ha partecipato alla manifestazione.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 04 04 abo antifa mi",[138,140,142,144,146,148],{"matched_tokens":139,"snippet":32},[],{"matched_tokens":141,"snippet":24},[],{"matched_tokens":143,"snippet":34},[],{"matched_tokens":145,"snippet":131},[],{"matched_tokens":147,"snippet":15},[],{"matched_tokens":149,"snippet":87},[17],[151,153],{"field":105,"matched_tokens":152,"snippet":135,"value":136},[77],{"field":35,"indices":154,"matched_tokens":156,"snippets":158},[155],5,[157],[17],[87],{"best_field_score":109,"best_field_weight":110,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":111,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},{"document":161,"highlight":175,"highlights":180,"text_match":183,"text_match_info":184},{"cat_link":162,"category":163,"comment_count":47,"id":164,"is_sticky":47,"permalink":165,"post_author":50,"post_content":166,"post_date":167,"post_excerpt":53,"post_id":164,"post_modified":168,"post_thumbnail":169,"post_thumbnail_html":170,"post_title":171,"post_type":56,"sort_by_date":172,"tag_links":173,"tags":174},[44],[46],"47518","http://radioblackout.org/2018/05/ri-maflow-a-manituana-giovedi-17-maggio/","Stamattina abbiamo fatto due chiacchiere con Giorgio, compagno del Gruppo di Acquisto Solidale di Manituana, a proposito dell'incontro, previsto per giovedì 17 maggio dalle 18:30, con un attivista e occupante della RI-Maflow, fabbrica recuperata e autogestita dal 2012, a Trezzano sul Naviglio. L'incontro sarà preceduto da aperitivo con cibo recuperato.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\nUnknown","14 Maggio 2018","2018-05-23 12:36:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/APC-AM20130603_143954_C3F0CD21-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/APC-AM20130603_143954_C3F0CD21-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/APC-AM20130603_143954_C3F0CD21-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/APC-AM20130603_143954_C3F0CD21.jpg 512w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","RI-Maflow a Manituana giovedi 17 maggio",1526317017,[],[],{"post_content":176},{"matched_tokens":177,"snippet":178,"value":179},[77],"dal 2012, a Trezzano sul \u003Cmark>Navigli\u003C/mark>o. L'incontro sarà preceduto da aperitivo","Stamattina abbiamo fatto due chiacchiere con Giorgio, compagno del Gruppo di Acquisto Solidale di Manituana, a proposito dell'incontro, previsto per giovedì 17 maggio dalle 18:30, con un attivista e occupante della RI-Maflow, fabbrica recuperata e autogestita dal 2012, a Trezzano sul \u003Cmark>Navigli\u003C/mark>o. L'incontro sarà preceduto da aperitivo con cibo recuperato.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\nUnknown",[181],{"field":105,"matched_tokens":182,"snippet":178,"value":179},[77],578730089005449300,{"best_field_score":185,"best_field_weight":186,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":187,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":19},"1108074561536",14,"578730089005449329",{"document":189,"highlight":207,"highlights":212,"text_match":183,"text_match_info":215},{"cat_link":190,"category":191,"comment_count":47,"id":192,"is_sticky":47,"permalink":193,"post_author":50,"post_content":194,"post_date":195,"post_excerpt":53,"post_id":192,"post_modified":196,"post_thumbnail":197,"post_thumbnail_html":198,"post_title":199,"post_type":56,"sort_by_date":200,"tag_links":201,"tags":205},[44],[46],"29301","http://radioblackout.org/2015/04/lacrime-di-coccodrillo-e-venti-di-guerra/","Oltre il cordoglio, cosa? Oltre alle parole di dolore, oltre alle lacrime, ai soliti politici inginocchiati e raccolti in preghiera, quali sono le reazioni sostanziali all'annegamento di oltre 900 persone? Gli xenofobi, i razzisti d'ogni tipo, oltre al lutto di circostanza, invocano blocchi navali per impedire la partenza di barconi pieni di migranti. Se il problema è l'annegamento in mare, impedirgli di arrivare al mare permetterebbe a Salvini e Co. di lavarsi la coscienza e lasciare migliaia di persone in pasto alle guerre e alle epidemie da cui cercano di scappare. I democratici, invece, dichiarando guerra agli scafisti, tentano di schivare le responsabilità della politica e di addensarle in capo a chi organizza questi viaggi-odissee attraverso il Mediterraneo. Ci provò già Fabrice Leggeri, direttore esecutivo dell'agenzia Frontex, con la storiella inventata delle cosiddette “navi fantasma” per attribuire ogni colpa agli scafisti. Ci riprova, oggi, Renzi.\r\n\r\nE' di oggi l'intervista al Capo di Stato maggiore della Difesa Claudio Graziano su La Stampa, in cui smonta, invece, l'ipotesi di blocchi navali, dal momento che “bisogna tenere presente il fatto che un eventuale blocco navale aumenterebbe la possibilità per gli scafisti di poter approfittare della massiccia presenza di navi militari, obbligandole ad intervenire in soccorso dei naufraghi”.\r\n\r\nOggi l'Italia non può più contare sugli accordi siglati dal governo italiano con l'allora Capo di Stato libico Gheddafi, vista la guerra civile in Libia. Accordi, formalmente ancora in vigore, che consentivano all'Italia di respingere i migranti verso le coste nord africane dove le autorità libiche garantivano galere per immigrati, luoghi di tortura, stupro e compra vendita di ostaggi umani.\r\n\r\nE allora tra le ipotesi sul piatto, un intervento militare: “saranno impegnati anche droni per individuare i porticcioli, le insenature, le spiagge dove arrivano le imbarcazioni che vengono riempite di immigrati. E poi interverranno i raid aerei, per distruggere il naviglio degli schiavisti del XXI secolo”, sempre per citare La Stampa. Insomma un'operazione sul modello “Atalanta”, ovvero quella condotta da forze europee contro la pirateria, soprattutto somala, nell'Oceano Indiano.\r\n\r\nDi questi scenari ne abbiamo parlato con Marco Rovelli, autore di numerosi testi sull'immigrazione.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2015_04_21_rovelli_morti_mare","21 Aprile 2015","2015-04-24 08:21:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/lampedusa-morti-mare-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"119\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/lampedusa-morti-mare-300x119.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/lampedusa-morti-mare-300x119.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/lampedusa-morti-mare.jpg 602w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lacrime di coccodrillo e venti di guerra",1429635212,[202,203,204],"http://radioblackout.org/tag/annegatmenti/","http://radioblackout.org/tag/immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/venti-di-guerra/",[26,206,28],"immigrazione",{"post_content":208},{"matched_tokens":209,"snippet":210,"value":211},[17],"raid aerei, per distruggere il \u003Cmark>navigli\u003C/mark>o degli schiavisti del XXI secolo”,","Oltre il cordoglio, cosa? Oltre alle parole di dolore, oltre alle lacrime, ai soliti politici inginocchiati e raccolti in preghiera, quali sono le reazioni sostanziali all'annegamento di oltre 900 persone? Gli xenofobi, i razzisti d'ogni tipo, oltre al lutto di circostanza, invocano blocchi navali per impedire la partenza di barconi pieni di migranti. Se il problema è l'annegamento in mare, impedirgli di arrivare al mare permetterebbe a Salvini e Co. di lavarsi la coscienza e lasciare migliaia di persone in pasto alle guerre e alle epidemie da cui cercano di scappare. I democratici, invece, dichiarando guerra agli scafisti, tentano di schivare le responsabilità della politica e di addensarle in capo a chi organizza questi viaggi-odissee attraverso il Mediterraneo. Ci provò già Fabrice Leggeri, direttore esecutivo dell'agenzia Frontex, con la storiella inventata delle cosiddette “navi fantasma” per attribuire ogni colpa agli scafisti. Ci riprova, oggi, Renzi.\r\n\r\nE' di oggi l'intervista al Capo di Stato maggiore della Difesa Claudio Graziano su La Stampa, in cui smonta, invece, l'ipotesi di blocchi navali, dal momento che “bisogna tenere presente il fatto che un eventuale blocco navale aumenterebbe la possibilità per gli scafisti di poter approfittare della massiccia presenza di navi militari, obbligandole ad intervenire in soccorso dei naufraghi”.\r\n\r\nOggi l'Italia non può più contare sugli accordi siglati dal governo italiano con l'allora Capo di Stato libico Gheddafi, vista la guerra civile in Libia. Accordi, formalmente ancora in vigore, che consentivano all'Italia di respingere i migranti verso le coste nord africane dove le autorità libiche garantivano galere per immigrati, luoghi di tortura, stupro e compra vendita di ostaggi umani.\r\n\r\nE allora tra le ipotesi sul piatto, un intervento militare: “saranno impegnati anche droni per individuare i porticcioli, le insenature, le spiagge dove arrivano le imbarcazioni che vengono riempite di immigrati. E poi interverranno i raid aerei, per distruggere il \u003Cmark>navigli\u003C/mark>o degli schiavisti del XXI secolo”, sempre per citare La Stampa. Insomma un'operazione sul modello “Atalanta”, ovvero quella condotta da forze europee contro la pirateria, soprattutto somala, nell'Oceano Indiano.\r\n\r\nDi questi scenari ne abbiamo parlato con Marco Rovelli, autore di numerosi testi sull'immigrazione.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2015_04_21_rovelli_morti_mare",[213],{"field":105,"matched_tokens":214,"snippet":210,"value":211},[17],{"best_field_score":185,"best_field_weight":186,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":187,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":19},{"document":217,"highlight":238,"highlights":243,"text_match":183,"text_match_info":246},{"cat_link":218,"category":219,"comment_count":47,"id":220,"is_sticky":47,"permalink":221,"post_author":50,"post_content":222,"post_date":223,"post_excerpt":224,"post_id":220,"post_modified":225,"post_thumbnail":226,"post_thumbnail_html":227,"post_title":228,"post_type":56,"sort_by_date":229,"tag_links":230,"tags":235},[44],[46],"10245","http://radioblackout.org/2012/10/la-guerra-in-casa-il-corteo-no-muos-a-niscemi/","Il 6 ottobre si svolgerà a Niscemi una manifestazione antimilitarista contro il Muos, un sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, che qunado entrerà in funzione diverrà il perno delle nuove guerre degli Stati Uniti.\r\nContro quest'ennesima installazione bellica in Sicilia, sempre più portaerei per le guerre di oggi e di domani, sta crescendo la lotta dei comitati di cittadini, che sempre più numerosi si battono contro il Muos. All'inizio di settembre un gruppo di attivisti ha provato a contrastare attivamente i lavori nella sughereta di Niscemi: 17 sono stati denunciati per quest'azione.\r\nLa manifestazione di sabato 6 ottobre dovrebbe costituire una sorta di prova del fuoco per un movimento popolare che sta crescendo. In contemporanea si svolgerà un corteo in Australia, dove è in costruzione una installazione simile.\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Gurrieri, di cui riportiamo sotto un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nAscolta l'intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/No-nuos.mp3\"]\r\n\r\nScarica l'audio\r\n\r\nLa militarizzazione della Sicilia, dalla fine ufficiale della guerra fredda, non solo non è diminuita, ma ha interessato nuovi territori, adeguandosi alle più moderne strategie belliche statunitensi. Lo smantellamento della base missilistica costruita nell’area dell’ex aeroporto Magliocco di Comiso, alla fine degli anni ottanta, non fu il trionfo della pace sui venti di guerra, ma l’inizio di una nuova e più pericolosa fase in cui l’unica superpotenza rimasta ha rimodulato i suoi progetti di accaparramento violento delle risorse altrui (Iraq, Afganistan, ecc.), e di fronteggiamento della Cina, super potenza emergente, oggi probabilmente più forte dell’Amerika.\r\n\r\nIn questi piani le basi americane in Sicilia sono state rafforzate e hanno accolto truppe, mezzi e ruoli un tempo di altri siti del Centro e del Nord Europa.\r\n\r\nLe nuove guerre che gli Stati Uniti si apprestano a combattere, sono altamente tecnologizzate e permettono di dispiegare armi sempre più efficaci e micidiali, il cui impiego rende l’armata americana quasi invincibile. Le guerre le faranno aerei senza pilota, missili a gettata intercontinentale, sistemi satellitari; provocheranno tanti morti in campo “nemico”, specie tra i civili, ma negli USA non rientreranno più militari dentro bare coperte dalla bandiera a stelle e strisce; il Pentagono annullerà così uno degli effetti negativi che ne hanno condizionato le politiche di aggressione; la guerra scomparirà dalla vista degli americani e sarà solo una “war game” per operatori di computer.\r\n\r\nLa costruzione della base MUOS (Mobile User Object System) di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, a ridosso di Gela, rappresenta un tassello di queste scelte; sono quattro le basi MUOS nel pianeta: Australia, Hawaii, Virginia e Sicilia; le prime tre in aree desertiche, la quarta in Sicilia, a 2 km da una cittadina di 30 mila abitanti, e per di più all’interno di un sito di interesse comunitario: la Sughereta di Niscemi. Il MUOS, sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, è il perno delle nuove guerre americane; quando entrerà in funzione (attorno al 2015), tutte le forze armate USA di terra, di cielo, di mare e sottomarine, ovunque stanziate, potranno essere messe in allerta e in azione simultaneamente; dal MUOS dipenderà il funzionamento dei droni (gli aerei senza pilota) già sperimentati con “successo” durante la guerra di Libia, di cui la base di Sigonella è diventata la capitale mondiale. “Sciami” di droni dalla Sicilia partiranno per bombardare qualsiasi zona del Mondo. Sigonella e Niscemi, dunque, ma anche Trapani Birgi, sono il futuro teatro delle operazioni militari USA. Gli aeroporti civili di Trapani e Catania Fontanarossa già adesso subiscono blocchi improvvisi per gli atterraggi dei droni, che hanno priorità sui voli civili.\r\n\r\nIl MUOS è quindi un tassello d’importanza mondiale nella strategia della nuova guerra americana; non può essere guardato come un problema dei niscemesi o al massimo dei siciliani. Sarà pericoloso sin da quando entrerà in funzione poiché le sue emissioni elettromagnetiche interferiranno con ogni tipo di apparecchiatura elettronica nel raggio d decine di km; inoltre il suo fascio di onde metterà fuori uso qualsiasi cosa incontri, tanto è vero che da Sigonella, dove inizialmente doveva essere installalto, è stato spostato a Niscemi, a 60 km circa: le apparecchiature della base e quelle degli stessi aerei militari avrebbero corso seri rischi. Tutt’intorno, per un raggio di 120 km, la vita delle persone ne sarà compromessa, in maniera particolare quella dei bambini e degli anziani: tumari al cervello, leucemie, glaucoma, distacchi della retina, malformazioni genetiche, problemi alla fertilità e alla libido, disturbi nervosi; l’ambiente ne sarà intaccato in maniera irreversibile. Tanto più che già l’attuale base americana NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) per le comunicazioni radio con arei e satelliti e con i sommergibili a propulsione nucleare, costruita all’interno della Sughereta nel 1991, produce emissioni di onde ad altissima e a bassissima frequenza in quantità fortemente inquinanti, e i danni provocati alla salute dei niscemesi, che ne sono più esposti, sono ingenti, per quanto mescolati con quelli dell’inquinamento del vicino Petrolchimico di Gela e non adeguatamente monitorati.\r\n\r\nCi troviamo di fronte a un’impennata della militarizzazione dalla portata eccezionale; tutte le altre basi in Sicilia e nelle isole minori vengono potenziate, mentre a Messina, nel cuore dello Stretto, lo storico Arsenale militare è destinato a divenire il Centro di eccellenza per la “demilitarizzazione e lo smaltimento” delle unità navali dell’Alleanza Atlantica fino a duemila tonnellate (il cosiddetto “naviglio sottile”); con annessa area di stoccaggio dove verranno assemblati agenti inquinanti e cancerogeni, rifiuti tossici e speciali e soprattutto un’enorme quantità di amianto da maneggiare, trattare e “bonificare” a due passi dal centro urbano.\r\n\r\nIn tutto questo si muovono le ditte legate alla mafia, le prime ad essere interessate a garantire l’ordine e la regolarità dei lavori ai committenti americani, come la Calcestruzzi di Niscemi, che da quanto il governo MPA-PD della regione ha concesso il nulla osta alla costruzione del MUOS (giugno 2011), ha fatto lavorare notte e giorno i propri dipendenti per completare l’impianto e la posa in opera delle parabole in tempi record, naturalmente dopo aver spianato una collina nell’area protetta della Sughereta.\r\n\r\nLa Sicilia continua ad essere occupata dall’esercito amerikano, ipotecata dalle strategie del Pentagono, proiettata nelle guerre del futuro come avamposto dei sistemi d’arma di ultima generazione e ovviamente obiettivo molto sensibile per qualsiasi tipo di ritorsione.\r\n\r\nPer questo noi anarchici riteniamo importante riprendere la parola d’ordine di Mirikani Jativinni, che fu la nostra bandiera durante la lotta contro la costruzione della base missilistica di Comiso, e quindi, oggi più che mai occorre gridare No al MUOS! Mirkani jativinni! Oggi più che mai bisogna travolgere con un movimento di protesta sempre più forte, non solo i militari amerikani, ma tutti i servi politici e i complici che gli hanno permesso e gli permettono di fare i loro porci comodi, a partire dal governatore Raffaele Lombardo, passando per il PD che adesso cerca di cavalcare la battaglia contro il MUOS, mentre un anno fa ne avallava la costruzione, e che per anni ha finto di non vedere e non sentire, sia quando Berlusconi (2005) ha dato il “permesso” agli USA di costruire il MUOS, sia quando il governo Prodi (2006) glielo ha confermato.\r\n\r\nE’ in atto in molte province una forte campagna di sensibilizzazione che ha squarciato il velo dell’omertà e del silenzio, ma soprattutto della delega. Sono sorti decine di comitati NO MUOS lungo l’asse sud orientale dell’isola, e si vanno estendendo in altre zone del centro e dell’est; sono realtà eterogenee tra di loro e al loro interno, però in questa fase assolvono al compito importantissimo di far conoscere cos’è il MUOS, organizzando centinaia di banchetti di propaganda e raccolta firme, decine di conferenze, manifestazioni, presidi, grazie ai quali l’opinione pubblica è sempre più informata ed il consenso alla lotta contro il MUOStro è salito in maniera significativa. Sta crescendo così, accanto alla “vecchia” generazione di Comiso che si è battuta contro i missili, contro gli interventi militari in Iraq, per la smilitarizzazione di Sigonella, una nuova generazione dalle forti sensibilità ambientaliste, che man mano prende atto del contesto di guerra in cui la vicenda MUOS ci proietta, e che si rende conto, al di là dei metodi spesso contraddittori ed ingenui che una parte porta avanti (percorsi legalitari dietro sindaci e deputati, credere veramente nel “potere” di centomila firme raccolte, fiducia eccessiva nelle battaglie simboliche), che il MUOS vada bloccato, e comunque vada fatto smantellare, assieme alla base NRTF e a tutte le basi amerikane in Sicilia. Dalla preoccupazione per la salute e per l’ambiente è passata alla richiesta di un Mediterraneo mare di pace e ha intrapreso una dinamica di attivismo autonoma dai partiti. Così, mentre da una parte si è pronti a passare alla seconda fase della mobilitazione, quella dei presidi alla Sughereta, delle azioni dirette a scopo dimostrativo, delle azioni di disturbo verso i militari italiani e amerikani, in altre parti si prosegue con la costituzione delle realtà di base e della sensibilizzazione primaria. Ma non è più rinviabile il tentativo di fare assumere una centralità nazionale alla lotta contro il MUOS, impegno verso il quale noi anarchici dobbiamo dare il massimo per lasciare una forte impronta antimilitarista. Le premesse ci sono tutte perché quella contro il MUOS divenga presto una lotta popolare estesa e travolgente.\r\nPippo Gurrieri","4 Ottobre 2012","Il 6 ottobre si svolgerà a Niscemi una manifestazione antimilitarista contro il Muos, un sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, che qunado entrerà in funzione diverrà il perno delle nuove guerre degli Stati Uniti.\r\nContro quest'ennesima installazione bellica in Sicilia, sempre più portaerei per le guerre di oggi e di domani, sta crescendo la lotta dei comitati di cittadini, che sempre più numerosi si battono contro il Muos. All'inizio di settembre un gruppo di attivisti ha provato a contrastare attivamente i lavori nella sughereta di Niscemi: 17 sono stati denunciati per quest'azione.\r\nLa manifestazione di sabato 6 ottobre dovrebbe costituire una sorta di prova del fuoco per un movimento popolare che sta crescendo. In contemporanea si svolgerà un corteo in Australia, dove è in costruzione una installazione simile.\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Gurrieri, di cui riportiamo sotto un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nLa militarizzazione della Sicilia, dalla fine ufficiale della guerra fredda, non solo non è diminuita, ma ha interessato nuovi territori, adeguandosi alle più moderne strategie belliche statunitensi. Lo smantellamento della base missilistica costruita nell’area dell’ex aeroporto Magliocco di Comiso, alla fine degli anni ottanta, non fu il trionfo della pace sui venti di guerra, ma l’inizio di una nuova e più pericolosa fase in cui l’unica superpotenza rimasta ha rimodulato i suoi progetti di accaparramento violento delle risorse altrui (Iraq, Afganistan, ecc.), e di fronteggiamento della Cina, super potenza emergente, oggi probabilmente più forte dell’Amerika.\r\n\r\nIn questi piani le basi americane in Sicilia sono state rafforzate e hanno accolto truppe, mezzi e ruoli un tempo di altri siti del Centro e del Nord Europa.\r\n\r\nLe nuove guerre che gli Stati Uniti si apprestano a combattere, sono altamente tecnologizzate e permettono di dispiegare armi sempre più efficaci e micidiali, il cui impiego rende l’armata americana quasi invincibile. Le guerre le faranno aerei senza pilota, missili a gettata intercontinentale, sistemi satellitari; provocheranno tanti morti in campo “nemico”, specie tra i civili, ma negli USA non rientreranno più militari dentro bare coperte dalla bandiera a stelle e strisce; il Pentagono annullerà così uno degli effetti negativi che ne hanno condizionato le politiche di aggressione; la guerra scomparirà dalla vista degli americani e sarà solo una “war game” per operatori di computer.\r\n\r\nLa costruzione della base MUOS (Mobile User Object System) di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, a ridosso di Gela, rappresenta un tassello di queste scelte; sono quattro le basi MUOS nel pianeta: Australia, Hawaii, Virginia e Sicilia; le prime tre in aree desertiche, la quarta in Sicilia, a 2 km da una cittadina di 30 mila abitanti, e per di più all’interno di un sito di interesse comunitario: la Sughereta di Niscemi. Il MUOS, sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, è il perno delle nuove guerre americane; quando entrerà in funzione (attorno al 2015), tutte le forze armate USA di terra, di cielo, di mare e sottomarine, ovunque stanziate, potranno essere messe in allerta e in azione simultaneamente; dal MUOS dipenderà il funzionamento dei droni (gli aerei senza pilota) già sperimentati con “successo” durante la guerra di Libia, di cui la base di Sigonella è diventata la capitale mondiale. “Sciami” di droni dalla Sicilia partiranno per bombardare qualsiasi zona del Mondo. Sigonella e Niscemi, dunque, ma anche Trapani Birgi, sono il futuro teatro delle operazioni militari USA. Gli aeroporti civili di Trapani e Catania Fontanarossa già adesso subiscono blocchi improvvisi per gli atterraggi dei droni, che hanno priorità sui voli civili.\r\n\r\nIl MUOS è quindi un tassello d’importanza mondiale nella strategia della nuova guerra americana; non può essere guardato come un problema dei niscemesi o al massimo dei siciliani. Sarà pericoloso sin da quando entrerà in funzione poiché le sue emissioni elettromagnetiche interferiranno con ogni tipo di apparecchiatura elettronica nel raggio d decine di km; inoltre il suo fascio di onde metterà fuori uso qualsiasi cosa incontri, tanto è vero che da Sigonella, dove inizialmente doveva essere installalto, è stato spostato a Niscemi, a 60 km circa: le apparecchiature della base e quelle degli stessi aerei militari avrebbero corso seri rischi. Tutt’intorno, per un raggio di 120 km, la vita delle persone ne sarà compromessa, in maniera particolare quella dei bambini e degli anziani: tumari al cervello, leucemie, glaucoma, distacchi della retina, malformazioni genetiche, problemi alla fertilità e alla libido, disturbi nervosi; l’ambiente ne sarà intaccato in maniera irreversibile. Tanto più che già l’attuale base americana NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) per le comunicazioni radio con arei e satelliti e con i sommergibili a propulsione nucleare, costruita all’interno della Sughereta nel 1991, produce emissioni di onde ad altissima e a bassissima frequenza in quantità fortemente inquinanti, e i danni provocati alla salute dei niscemesi, che ne sono più esposti, sono ingenti, per quanto mescolati con quelli dell’inquinamento del vicino Petrolchimico di Gela e non adeguatamente monitorati.","2025-09-24 22:01:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/304d3699297b0ef0fa1a24a686896b18_XL-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"222\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/304d3699297b0ef0fa1a24a686896b18_XL-300x222.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/304d3699297b0ef0fa1a24a686896b18_XL-300x222.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/304d3699297b0ef0fa1a24a686896b18_XL.jpg 500w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La guerra in casa, il corteo No MUOS a Niscemi",1349354864,[231,232,233,234],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/basi-usa/","http://radioblackout.org/tag/muos/","http://radioblackout.org/tag/niscemi/",[236,22,20,237],"antimilitarismo","niscemi",{"post_content":239},{"matched_tokens":240,"snippet":241,"value":242},[17],"a duemila tonnellate (il cosiddetto “\u003Cmark>navigli\u003C/mark>o sottile”); con annessa area di","Il 6 ottobre si svolgerà a Niscemi una manifestazione antimilitarista contro il Muos, un sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, che qunado entrerà in funzione diverrà il perno delle nuove guerre degli Stati Uniti.\r\nContro quest'ennesima installazione bellica in Sicilia, sempre più portaerei per le guerre di oggi e di domani, sta crescendo la lotta dei comitati di cittadini, che sempre più numerosi si battono contro il Muos. All'inizio di settembre un gruppo di attivisti ha provato a contrastare attivamente i lavori nella sughereta di Niscemi: 17 sono stati denunciati per quest'azione.\r\nLa manifestazione di sabato 6 ottobre dovrebbe costituire una sorta di prova del fuoco per un movimento popolare che sta crescendo. In contemporanea si svolgerà un corteo in Australia, dove è in costruzione una installazione simile.\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Gurrieri, di cui riportiamo sotto un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nAscolta l'intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/No-nuos.mp3\"]\r\n\r\nScarica l'audio\r\n\r\nLa militarizzazione della Sicilia, dalla fine ufficiale della guerra fredda, non solo non è diminuita, ma ha interessato nuovi territori, adeguandosi alle più moderne strategie belliche statunitensi. Lo smantellamento della base missilistica costruita nell’area dell’ex aeroporto Magliocco di Comiso, alla fine degli anni ottanta, non fu il trionfo della pace sui venti di guerra, ma l’inizio di una nuova e più pericolosa fase in cui l’unica superpotenza rimasta ha rimodulato i suoi progetti di accaparramento violento delle risorse altrui (Iraq, Afganistan, ecc.), e di fronteggiamento della Cina, super potenza emergente, oggi probabilmente più forte dell’Amerika.\r\n\r\nIn questi piani le basi americane in Sicilia sono state rafforzate e hanno accolto truppe, mezzi e ruoli un tempo di altri siti del Centro e del Nord Europa.\r\n\r\nLe nuove guerre che gli Stati Uniti si apprestano a combattere, sono altamente tecnologizzate e permettono di dispiegare armi sempre più efficaci e micidiali, il cui impiego rende l’armata americana quasi invincibile. Le guerre le faranno aerei senza pilota, missili a gettata intercontinentale, sistemi satellitari; provocheranno tanti morti in campo “nemico”, specie tra i civili, ma negli USA non rientreranno più militari dentro bare coperte dalla bandiera a stelle e strisce; il Pentagono annullerà così uno degli effetti negativi che ne hanno condizionato le politiche di aggressione; la guerra scomparirà dalla vista degli americani e sarà solo una “war game” per operatori di computer.\r\n\r\nLa costruzione della base MUOS (Mobile User Object System) di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, a ridosso di Gela, rappresenta un tassello di queste scelte; sono quattro le basi MUOS nel pianeta: Australia, Hawaii, Virginia e Sicilia; le prime tre in aree desertiche, la quarta in Sicilia, a 2 km da una cittadina di 30 mila abitanti, e per di più all’interno di un sito di interesse comunitario: la Sughereta di Niscemi. Il MUOS, sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, è il perno delle nuove guerre americane; quando entrerà in funzione (attorno al 2015), tutte le forze armate USA di terra, di cielo, di mare e sottomarine, ovunque stanziate, potranno essere messe in allerta e in azione simultaneamente; dal MUOS dipenderà il funzionamento dei droni (gli aerei senza pilota) già sperimentati con “successo” durante la guerra di Libia, di cui la base di Sigonella è diventata la capitale mondiale. “Sciami” di droni dalla Sicilia partiranno per bombardare qualsiasi zona del Mondo. Sigonella e Niscemi, dunque, ma anche Trapani Birgi, sono il futuro teatro delle operazioni militari USA. Gli aeroporti civili di Trapani e Catania Fontanarossa già adesso subiscono blocchi improvvisi per gli atterraggi dei droni, che hanno priorità sui voli civili.\r\n\r\nIl MUOS è quindi un tassello d’importanza mondiale nella strategia della nuova guerra americana; non può essere guardato come un problema dei niscemesi o al massimo dei siciliani. Sarà pericoloso sin da quando entrerà in funzione poiché le sue emissioni elettromagnetiche interferiranno con ogni tipo di apparecchiatura elettronica nel raggio d decine di km; inoltre il suo fascio di onde metterà fuori uso qualsiasi cosa incontri, tanto è vero che da Sigonella, dove inizialmente doveva essere installalto, è stato spostato a Niscemi, a 60 km circa: le apparecchiature della base e quelle degli stessi aerei militari avrebbero corso seri rischi. Tutt’intorno, per un raggio di 120 km, la vita delle persone ne sarà compromessa, in maniera particolare quella dei bambini e degli anziani: tumari al cervello, leucemie, glaucoma, distacchi della retina, malformazioni genetiche, problemi alla fertilità e alla libido, disturbi nervosi; l’ambiente ne sarà intaccato in maniera irreversibile. Tanto più che già l’attuale base americana NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) per le comunicazioni radio con arei e satelliti e con i sommergibili a propulsione nucleare, costruita all’interno della Sughereta nel 1991, produce emissioni di onde ad altissima e a bassissima frequenza in quantità fortemente inquinanti, e i danni provocati alla salute dei niscemesi, che ne sono più esposti, sono ingenti, per quanto mescolati con quelli dell’inquinamento del vicino Petrolchimico di Gela e non adeguatamente monitorati.\r\n\r\nCi troviamo di fronte a un’impennata della militarizzazione dalla portata eccezionale; tutte le altre basi in Sicilia e nelle isole minori vengono potenziate, mentre a Messina, nel cuore dello Stretto, lo storico Arsenale militare è destinato a divenire il Centro di eccellenza per la “demilitarizzazione e lo smaltimento” delle unità navali dell’Alleanza Atlantica fino a duemila tonnellate (il cosiddetto “\u003Cmark>navigli\u003C/mark>o sottile”); con annessa area di stoccaggio dove verranno assemblati agenti inquinanti e cancerogeni, rifiuti tossici e speciali e soprattutto un’enorme quantità di amianto da maneggiare, trattare e “bonificare” a due passi dal centro urbano.\r\n\r\nIn tutto questo si muovono le ditte legate alla mafia, le prime ad essere interessate a garantire l’ordine e la regolarità dei lavori ai committenti americani, come la Calcestruzzi di Niscemi, che da quanto il governo MPA-PD della regione ha concesso il nulla osta alla costruzione del MUOS (giugno 2011), ha fatto lavorare notte e giorno i propri dipendenti per completare l’impianto e la posa in opera delle parabole in tempi record, naturalmente dopo aver spianato una collina nell’area protetta della Sughereta.\r\n\r\nLa Sicilia continua ad essere occupata dall’esercito amerikano, ipotecata dalle strategie del Pentagono, proiettata nelle guerre del futuro come avamposto dei sistemi d’arma di ultima generazione e ovviamente obiettivo molto sensibile per qualsiasi tipo di ritorsione.\r\n\r\nPer questo noi anarchici riteniamo importante riprendere la parola d’ordine di Mirikani Jativinni, che fu la nostra bandiera durante la lotta contro la costruzione della base missilistica di Comiso, e quindi, oggi più che mai occorre gridare No al MUOS! Mirkani jativinni! Oggi più che mai bisogna travolgere con un movimento di protesta sempre più forte, non solo i militari amerikani, ma tutti i servi politici e i complici che gli hanno permesso e gli permettono di fare i loro porci comodi, a partire dal governatore Raffaele Lombardo, passando per il PD che adesso cerca di cavalcare la battaglia contro il MUOS, mentre un anno fa ne avallava la costruzione, e che per anni ha finto di non vedere e non sentire, sia quando Berlusconi (2005) ha dato il “permesso” agli USA di costruire il MUOS, sia quando il governo Prodi (2006) glielo ha confermato.\r\n\r\nE’ in atto in molte province una forte campagna di sensibilizzazione che ha squarciato il velo dell’omertà e del silenzio, ma soprattutto della delega. Sono sorti decine di comitati NO MUOS lungo l’asse sud orientale dell’isola, e si vanno estendendo in altre zone del centro e dell’est; sono realtà eterogenee tra di loro e al loro interno, però in questa fase assolvono al compito importantissimo di far conoscere cos’è il MUOS, organizzando centinaia di banchetti di propaganda e raccolta firme, decine di conferenze, manifestazioni, presidi, grazie ai quali l’opinione pubblica è sempre più informata ed il consenso alla lotta contro il MUOStro è salito in maniera significativa. Sta crescendo così, accanto alla “vecchia” generazione di Comiso che si è battuta contro i missili, contro gli interventi militari in Iraq, per la smilitarizzazione di Sigonella, una nuova generazione dalle forti sensibilità ambientaliste, che man mano prende atto del contesto di guerra in cui la vicenda MUOS ci proietta, e che si rende conto, al di là dei metodi spesso contraddittori ed ingenui che una parte porta avanti (percorsi legalitari dietro sindaci e deputati, credere veramente nel “potere” di centomila firme raccolte, fiducia eccessiva nelle battaglie simboliche), che il MUOS vada bloccato, e comunque vada fatto smantellare, assieme alla base NRTF e a tutte le basi amerikane in Sicilia. Dalla preoccupazione per la salute e per l’ambiente è passata alla richiesta di un Mediterraneo mare di pace e ha intrapreso una dinamica di attivismo autonoma dai partiti. Così, mentre da una parte si è pronti a passare alla seconda fase della mobilitazione, quella dei presidi alla Sughereta, delle azioni dirette a scopo dimostrativo, delle azioni di disturbo verso i militari italiani e amerikani, in altre parti si prosegue con la costituzione delle realtà di base e della sensibilizzazione primaria. Ma non è più rinviabile il tentativo di fare assumere una centralità nazionale alla lotta contro il MUOS, impegno verso il quale noi anarchici dobbiamo dare il massimo per lasciare una forte impronta antimilitarista. Le premesse ci sono tutte perché quella contro il MUOS divenga presto una lotta popolare estesa e travolgente.\r\nPippo Gurrieri",[244],{"field":105,"matched_tokens":245,"snippet":241,"value":242},[17],{"best_field_score":185,"best_field_weight":186,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":187,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":19},{"document":248,"highlight":264,"highlights":269,"text_match":183,"text_match_info":272},{"cat_link":249,"category":250,"comment_count":47,"id":251,"is_sticky":47,"permalink":252,"post_author":50,"post_content":253,"post_date":254,"post_excerpt":255,"post_id":251,"post_modified":256,"post_thumbnail":257,"post_thumbnail_html":258,"post_title":259,"post_type":56,"sort_by_date":260,"tag_links":261,"tags":263},[44],[46],"6689","http://radioblackout.org/2012/02/enrica-lexie-una-tragedia-annunciata/","Uno dei risvolti meno noti del Decreto legge n. 107 del 12 luglio voluto dal governo – ma votato anche da larga parte della cosiddetta opposizione - sul rifinanziamento delle missioni militari all'estero riguardava l'imbarco di militari e contractor sulle navi italiane per fronteggiare il crescente rischio pirateria (nei primi tre mesi del 2011 è stato toccato il record di 142 attacchi in tutto il mondo).\r\nSecondo quanto previsto dall'articolo 5 - intitolato “Ulteriori misure di contrasto alla pirateria” - il Ministero della Difesa è autorizzato a ''stipulare con l'armatoria privata italiana convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera italiana''. Il distaccamento dei militari, o in alternativa di servizi di vigilanza privata, è ''a richiesta e con oneri a carico degli armatori''.\r\nIn questo modo, sulle navi commerciali italiane è divenuta possibile la presenza di Nuclei militari di protezione (Nmp) della Marina, comprendenti anche personale di altre forze armate. Quest’ultima misura a tutela della “sicurezza” in mare, risponde soprattutto alle interessate sollecitazioni del padronato navale (Confederazione Italiana Armatori) costretto a pagare quote sempre più alte alle compagnie assicurative o onerosi riscatti ai pirati e ai loro intermediari (anche europei); sollecitazioni mascherate da preoccupazioni per la difesa dell’interesse nazionale o della vita dei marittimi italiani (esclusi, beninteso, i lavoratori in servizio su navi straniere).\r\nA riguardo persino gli esperti militari hanno più volte esternato la loro contrarietà alla militarizzazione del naviglio civile, come ai tempi dei “bastimenti armati” durante la Seconda guerra mondiale, che al contrario metterebbe ancora più a repentaglio la sicurezza degli equipaggi (basti pensare alle conseguenze, su una petroliera, di una sparatoria tra pirati e il corpo armato di bordo).\r\nContrario all’impiego di guardie armate sui mercantili si era pronunciato pure l’ammiraglio Paolo La Rosa perché porterebbe ad una «escalation di violenza senza controllo» (Il Secolo XIX, 30.4.2009), oltre ad essere in contrasto con il diritto internazionale come affermato dall’ammiraglio Cristiano Bettini per il quale “l’unica vera terapia è quella di andare alla radice del problema, cioè alla povertà dei paesi costieri da cui partono gli attacchi” (La Nazione, 22.2.2010), tanto che lo stesso Ministro della Difesa La Russa aveva espresso la preferenza per l’arruolamento di guardie dipendenti dalle agenzie private.\r\nPeraltro la marina militare risulta già da anni impegnata in una serie di misure “antipirateria” (sovente equiparate a quelle “antiterrorismo”) a protezione della marina mercantile, attraverso la scorta delle rotte più esposte, ma soprattutto con strumenti di controllo e prevenzione quali il Virtual Regional Maritime Traffic Centre (V-RMTC) con sede nella vicinanze di Roma, ossia un sistema di sorveglianza satellitare dei mari collegato con una ventina di marine di altri Stati.\r\nGli armatori preferiscono ingaggiare delle guardie private sia italiane - come la Security Consulting Group - che soprattutto straniere in virtù del loro minor costo che per la maggiore dipendenza (inversamente proporzionale all’affidabilità professionale) alle direttive di chi paga. Ed è interessante notare che proprio nelle aree più battute dalla pirateria (a partire dalle acque della Somalia dove si registra il 92% dei sequestri a livello mondiale) stanno proliferando le società di sicurezza private con personale composto da ex militari.\r\n\r\nGli esiti infausti di provvedimenti del genere erano purtroppo prevedibili: infatti, il 15 febbraio è arrivato l’incidente: fucilieri del battaglione S. Marco imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie, in navigazione al largo delle coste indiane, hanno mitragliato un peschereccio (si parla di 50/60 colpi), scambiato per un’imbarcazione dei pirati, uccidendo due inermi pescatori indiani.\r\nAbbiamo raggiunto al telefono Marco Rossi, il primo ad occuparsi di questo caso dalle colonne del settimanale anarchico Umanità Nova.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/marco_rossi_india.mp3\"]\r\n\r\nscarica il file","22 Febbraio 2012","Uno dei risvolti meno noti del Decreto legge n. 107 del 12 luglio voluto dal governo – ma votato anche da larga parte della cosiddetta opposizione - sul rifinanziamento delle missioni militari all'estero riguardava l'imbarco di militari e contractor sulle navi italiane per fronteggiare il crescente rischio pirateria (nei primi tre mesi del 2011 è stato toccato il record di 142 attacchi in tutto il mondo).\r\nSecondo quanto previsto dall'articolo 5 - intitolato “Ulteriori misure di contrasto alla pirateria” - il Ministero della Difesa è autorizzato a ''stipulare con l'armatoria privata italiana convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera italiana''. Il distaccamento dei militari, o in alternativa di servizi di vigilanza privata, è ''a richiesta e con oneri a carico degli armatori''.\r\nIn questo modo, sulle navi commerciali italiane è divenuta possibile la presenza di Nuclei militari di protezione (Nmp) della Marina, comprendenti anche personale di altre forze armate. Quest’ultima misura a tutela della “sicurezza” in mare, risponde soprattutto alle interessate sollecitazioni del padronato navale (Confederazione Italiana Armatori) costretto a pagare quote sempre più alte alle compagnie assicurative o onerosi riscatti ai pirati e ai loro intermediari (anche europei); sollecitazioni mascherate da preoccupazioni per la difesa dell’interesse nazionale o della vita dei marittimi italiani (esclusi, beninteso, i lavoratori in servizio su navi straniere).\r\nA riguardo persino gli esperti militari hanno più volte esternato la loro contrarietà alla militarizzazione del naviglio civile, come ai tempi dei “bastimenti armati” durante la Seconda guerra mondiale, che al contrario metterebbe ancora più a repentaglio la sicurezza degli equipaggi (basti pensare alle conseguenze, su una petroliera, di una sparatoria tra pirati e il corpo armato di bordo).\r\nContrario all’impiego di guardie armate sui mercantili si era pronunciato pure l’ammiraglio Paolo La Rosa perché porterebbe ad una «escalation di violenza senza controllo» (Il Secolo XIX, 30.4.2009), oltre ad essere in contrasto con il diritto internazionale come affermato dall’ammiraglio Cristiano Bettini per il quale “l’unica vera terapia è quella di andare alla radice del problema, cioè alla povertà dei paesi costieri da cui partono gli attacchi” (La Nazione, 22.2.2010), tanto che lo stesso Ministro della Difesa La Russa aveva espresso la preferenza per l’arruolamento di guardie dipendenti dalle agenzie private.\r\nPeraltro la marina militare risulta già da anni impegnata in una serie di misure “antipirateria” (sovente equiparate a quelle “antiterrorismo”) a protezione della marina mercantile, attraverso la scorta delle rotte più esposte, ma soprattutto con strumenti di controllo e prevenzione quali il Virtual Regional Maritime Traffic Centre (V-RMTC) con sede nella vicinanze di Roma, ossia un sistema di sorveglianza satellitare dei mari collegato con una ventina di marine di altri Stati.\r\nGli armatori preferiscono ingaggiare delle guardie private sia italiane - come la Security Consulting Group - che soprattutto straniere in virtù del loro minor costo che per la maggiore dipendenza (inversamente proporzionale all’affidabilità professionale) alle direttive di chi paga. Ed è interessante notare che proprio nelle aree più battute dalla pirateria (a partire dalle acque della Somalia dove si registra il 92% dei sequestri a livello mondiale) stanno proliferando le società di sicurezza private con personale composto da ex militari.\r\n\r\nGli esiti infausti di provvedimenti del genere erano purtroppo prevedibili: infatti, il 15 febbraio è arrivato l’incidente: fucilieri del battaglione S. Marco imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie, in navigazione al largo delle coste indiane, hanno mitragliato un peschereccio (si parla di 50/60 colpi), scambiato per un’imbarcazione dei pirati, uccidendo due inermi pescatori indiani.\r\nAbbiamo raggiunto al telefono Marco Rossi, il primo ad occuparsi di questo caso dalle colonne del settimanale anarchico Umanità Nova.","2025-09-24 22:01:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/italy_ship_prob3-e1329909567714-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/italy_ship_prob3-e1329909567714-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/italy_ship_prob3-e1329909567714-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/italy_ship_prob3-e1329909567714.jpg 559w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Enrica Lexie: una tragedia annunciata",1329913229,[262],"http://radioblackout.org/tag/lexie-maro-india/",[30],{"post_content":265},{"matched_tokens":266,"snippet":267,"value":268},[17],"loro contrarietà alla militarizzazione del \u003Cmark>navigli\u003C/mark>o civile, come ai tempi dei","Uno dei risvolti meno noti del Decreto legge n. 107 del 12 luglio voluto dal governo – ma votato anche da larga parte della cosiddetta opposizione - sul rifinanziamento delle missioni militari all'estero riguardava l'imbarco di militari e contractor sulle navi italiane per fronteggiare il crescente rischio pirateria (nei primi tre mesi del 2011 è stato toccato il record di 142 attacchi in tutto il mondo).\r\nSecondo quanto previsto dall'articolo 5 - intitolato “Ulteriori misure di contrasto alla pirateria” - il Ministero della Difesa è autorizzato a ''stipulare con l'armatoria privata italiana convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera italiana''. Il distaccamento dei militari, o in alternativa di servizi di vigilanza privata, è ''a richiesta e con oneri a carico degli armatori''.\r\nIn questo modo, sulle navi commerciali italiane è divenuta possibile la presenza di Nuclei militari di protezione (Nmp) della Marina, comprendenti anche personale di altre forze armate. Quest’ultima misura a tutela della “sicurezza” in mare, risponde soprattutto alle interessate sollecitazioni del padronato navale (Confederazione Italiana Armatori) costretto a pagare quote sempre più alte alle compagnie assicurative o onerosi riscatti ai pirati e ai loro intermediari (anche europei); sollecitazioni mascherate da preoccupazioni per la difesa dell’interesse nazionale o della vita dei marittimi italiani (esclusi, beninteso, i lavoratori in servizio su navi straniere).\r\nA riguardo persino gli esperti militari hanno più volte esternato la loro contrarietà alla militarizzazione del \u003Cmark>navigli\u003C/mark>o civile, come ai tempi dei “bastimenti armati” durante la Seconda guerra mondiale, che al contrario metterebbe ancora più a repentaglio la sicurezza degli equipaggi (basti pensare alle conseguenze, su una petroliera, di una sparatoria tra pirati e il corpo armato di bordo).\r\nContrario all’impiego di guardie armate sui mercantili si era pronunciato pure l’ammiraglio Paolo La Rosa perché porterebbe ad una «escalation di violenza senza controllo» (Il Secolo XIX, 30.4.2009), oltre ad essere in contrasto con il diritto internazionale come affermato dall’ammiraglio Cristiano Bettini per il quale “l’unica vera terapia è quella di andare alla radice del problema, cioè alla povertà dei paesi costieri da cui partono gli attacchi” (La Nazione, 22.2.2010), tanto che lo stesso Ministro della Difesa La Russa aveva espresso la preferenza per l’arruolamento di guardie dipendenti dalle agenzie private.\r\nPeraltro la marina militare risulta già da anni impegnata in una serie di misure “antipirateria” (sovente equiparate a quelle “antiterrorismo”) a protezione della marina mercantile, attraverso la scorta delle rotte più esposte, ma soprattutto con strumenti di controllo e prevenzione quali il Virtual Regional Maritime Traffic Centre (V-RMTC) con sede nella vicinanze di Roma, ossia un sistema di sorveglianza satellitare dei mari collegato con una ventina di marine di altri Stati.\r\nGli armatori preferiscono ingaggiare delle guardie private sia italiane - come la Security Consulting Group - che soprattutto straniere in virtù del loro minor costo che per la maggiore dipendenza (inversamente proporzionale all’affidabilità professionale) alle direttive di chi paga. Ed è interessante notare che proprio nelle aree più battute dalla pirateria (a partire dalle acque della Somalia dove si registra il 92% dei sequestri a livello mondiale) stanno proliferando le società di sicurezza private con personale composto da ex militari.\r\n\r\nGli esiti infausti di provvedimenti del genere erano purtroppo prevedibili: infatti, il 15 febbraio è arrivato l’incidente: fucilieri del battaglione S. Marco imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie, in navigazione al largo delle coste indiane, hanno mitragliato un peschereccio (si parla di 50/60 colpi), scambiato per un’imbarcazione dei pirati, uccidendo due inermi pescatori indiani.\r\nAbbiamo raggiunto al telefono Marco Rossi, il primo ad occuparsi di questo caso dalle colonne del settimanale anarchico Umanità Nova.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/marco_rossi_india.mp3\"]\r\n\r\nscarica il file",[270],{"field":105,"matched_tokens":271,"snippet":267,"value":268},[17],{"best_field_score":185,"best_field_weight":186,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":187,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":19},6646,{"collection_name":56,"first_q":17,"per_page":39,"q":17},{"facet_counts":276,"found":19,"hits":293,"out_of":324,"page":19,"request_params":325,"search_cutoff":36,"search_time_ms":19},[277,283],{"counts":278,"field_name":281,"sampled":36,"stats":282},[279],{"count":19,"highlighted":280,"value":280},"pennichella","podcastfilter",{"total_values":19},{"counts":284,"field_name":35,"sampled":36,"stats":291},[285,287,289],{"count":19,"highlighted":286,"value":286},"Big Jimmy",{"count":19,"highlighted":288,"value":288},"Big Jimmix",{"count":19,"highlighted":290,"value":290},"Radio Blackout",{"total_values":292},3,[294],{"document":295,"highlight":312,"highlights":317,"text_match":320,"text_match_info":321},{"comment_count":47,"id":296,"is_sticky":47,"permalink":297,"podcastfilter":298,"post_author":299,"post_content":300,"post_date":301,"post_excerpt":53,"post_id":296,"post_modified":302,"post_thumbnail":303,"post_title":304,"post_type":305,"sort_by_date":306,"tag_links":307,"tags":311},"60418","http://radioblackout.org/podcast/la-penny%c2%b7kella-malaria/",[280],"pennykella","\"io sento il cuore a mille\r\nsento il cuore a mille\"\r\n\r\nun tempo ignoto avanza: emoticon, i like e pandemia. attività essenziali e corpi sacrificali; nella sostanza, comanda la finanza: esegue la politica, armata di religione. un eterno ritorno dell'uguale in atto, dalla torino di nietzsche ai navigli, al resto dello stivale. vengono frullati nel mixer spot anni 80, concerti anni 90, poesia contemporanea, programmi televisi e telegiornali, conferenze, video e dirette dai social. delineando riflessioni frammentarie su ciò che ci gira attorno e le vite che facciamo: nazismo e razzismo, classismo e complotti, riscaldamento globale e dipendenza, narcisismo e consumismo, gentrificazione e schizofrenia. modelli di potere, e il potere dei modelli sociali. una sintesi farmaceutica fatta sommando medicine, fatta di spanne, di panacee e placebo. dirette di sala persone confinate nelle proprie stanze. non pervenute altre istanze. un mondo di persone né formidabili né no, ignare che i muri sono caduti, è arrivato il tempo di aprire tutto, iniziando dal\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/PENNY·KELLA-13_05_2020-@-RadioBLACKOUT-105.2FM-Turin-PODCAST_1_26_20_Big-Jimmy_PENNY·KELLA-29_04_2020-@-RadioBLACKOUT-105.2FM-Turin-PODCAST_podcast.radioblackout105.2FM.pennichella-_0_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[ GLF / LIL' $XTXN / BRESSANINI / DAMAGE INC. / LUCA ABORT / GABER / BG&MRGN / BARBERO / SHUNSUKE NAKAMURA / TERMINATOR2 / NIRVANA / MATTEO DI GENOVA / BORRELLI / MELONI / CONTE / IGORRR / POVIA / MR.WEBBLE / MAROCCOLO / BORIS / - s p o t - / KINGS KALEIDOSCOPE / PAOLOFOX / SCHELETRO / DELUCA / ALXJNS / THE HILLIBILLY SOUL SURFERS / JOKER / APPALOOSA / KENT BROCKMAN / MENTANA / SALVINI / PRAGER / VASA / DANIELE FABBRI / BODENSTADIG3000 / ASTRONOMIA / SALA / CALCUTTA / FGL ]","14 Maggio 2020","2020-05-14 14:20:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/photo_2020-05-13_14-22-12-200x110.jpg","LA PENNY·KELLA \"MAL'ARIA\"","podcast",1589465208,[308,309,310],"http://radioblackout.org/tag/big-jimmix/","http://radioblackout.org/tag/big-jimmy/","http://radioblackout.org/tag/radio-blackout/",[288,286,290],{"post_content":313},{"matched_tokens":314,"snippet":315,"value":316},[17],"dalla torino di nietzsche ai \u003Cmark>navigli\u003C/mark>, al resto dello stivale. vengono","\"io sento il cuore a mille\r\nsento il cuore a mille\"\r\n\r\nun tempo ignoto avanza: emoticon, i like e pandemia. attività essenziali e corpi sacrificali; nella sostanza, comanda la finanza: esegue la politica, armata di religione. un eterno ritorno dell'uguale in atto, dalla torino di nietzsche ai \u003Cmark>navigli\u003C/mark>, al resto dello stivale. vengono frullati nel mixer spot anni 80, concerti anni 90, poesia contemporanea, programmi televisi e telegiornali, conferenze, video e dirette dai social. delineando riflessioni frammentarie su ciò che ci gira attorno e le vite che facciamo: nazismo e razzismo, classismo e complotti, riscaldamento globale e dipendenza, narcisismo e consumismo, gentrificazione e schizofrenia. modelli di potere, e il potere dei modelli sociali. una sintesi farmaceutica fatta sommando medicine, fatta di spanne, di panacee e placebo. dirette di sala persone confinate nelle proprie stanze. non pervenute altre istanze. un mondo di persone né formidabili né no, ignare che i muri sono caduti, è arrivato il tempo di aprire tutto, iniziando dal\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/PENNY·KELLA-13_05_2020-@-RadioBLACKOUT-105.2FM-Turin-PODCAST_1_26_20_Big-Jimmy_PENNY·KELLA-29_04_2020-@-RadioBLACKOUT-105.2FM-Turin-PODCAST_podcast.radioblackout105.2FM.pennichella-_0_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[ GLF / LIL' $XTXN / BRESSANINI / DAMAGE INC. / LUCA ABORT / GABER / BG&MRGN / BARBERO / SHUNSUKE NAKAMURA / TERMINATOR2 / NIRVANA / MATTEO DI GENOVA / BORRELLI / MELONI / CONTE / IGORRR / POVIA / MR.WEBBLE / MAROCCOLO / BORIS / - s p o t - / KINGS KALEIDOSCOPE / PAOLOFOX / SCHELETRO / DELUCA / ALXJNS / THE HILLIBILLY SOUL SURFERS / JOKER / APPALOOSA / KENT BROCKMAN / MENTANA / SALVINI / PRAGER / VASA / DANIELE FABBRI / BODENSTADIG3000 / ASTRONOMIA / SALA / CALCUTTA / FGL ]",[318],{"field":105,"matched_tokens":319,"snippet":315,"value":316},[17],578730123365187700,{"best_field_score":322,"best_field_weight":186,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":323,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},"1108091338752","578730123365187697",6637,{"collection_name":305,"first_q":17,"per_page":39,"q":17},["Reactive",327],{},["Set"],["ShallowReactive",330],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fdZdLEfRXjgtaSiAS2_OzBwPQ-rAqv92GeHXmvFtxtWk":-1},true,"/search?query=navigli"]