","L'India specchiata nella vetrina dei negozi occidentali","post",1433424236,[60,61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/cotone-monsanto/","http://radioblackout.org/tag/dighe/","http://radioblackout.org/tag/gujarat/","http://radioblackout.org/tag/india/","http://radioblackout.org/tag/modi/","http://radioblackout.org/tag/nazionalismo-e-colonialismo/","http://radioblackout.org/tag/rana-plaza/",[25,68,19,69,70,33,21],"dighe","india","Modi",{"post_content":72,"tags":77},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[74],"e","questo periodo di molteplici eventi \u003Cmark>e\u003C/mark> anniversari, del tutto ignorati dalla","Intorno all'anniversario della presa di potere di Narendra Modi, il nazionalista di destra noto per le stragi interconfessionali in Gujarat del 2003, con Anna Nadotti abbiamo tentato un sintetico excursus dei molti argomenti relativi al subcontinente indiano in questo periodo di molteplici eventi \u003Cmark>e\u003C/mark> anniversari, del tutto ignorati dalla informazione mainstream occidentale che accende i riflettori su quella remota area geografica soltanto nel caso di calamità (come il terremoto in Nepal, ora dimenticato), oppure se palazzi fatiscenti fanno strage di lavoratori sottopagati, come nel caso del Rana Plaza in Bangladesh (proprio in questi giorni s'inizia il processo contro il proprietario Sohel Rana per omicidio aggravato di 1250 lavoratori, evento oscurato completamente da noi), ma senza approfondire quale sia il business che sfrutta \u003Cmark>e\u003C/mark> uccide quei lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> che deriva dalla futile domanda occidentale di capi d'abbigliamento di quel tipo, per cui ci si dovrebbe sempre chiedere quante volte vengono indossati \u003Cmark>e\u003C/mark> se la risposta \u003Cmark>è\u003C/mark> un numero superiore a 30, allora forse andrebbero pagati adeguatamente, ma se invece sono inferiori a 5 non \u003Cmark>è\u003C/mark> il caso di comprarli, come si dice nel film The True Cost (http://blandonware.com/movietri/play/id129488814/), per bloccare la supply chain della offerta globale.\r\n\r\nAbbiamo iniziato la chiacchierata con Anna traendo spunto da un altro documentario di Ursula Biemann, Global Snapshot, che analizzava le ripercussioni sulle zone climatiche del riscaldamento globale indotto dall'Occidente, perché anche nel caso delle morti per il caldo di questi giorni nella regione di Dehli il First Post commentava i ritardi nella distribuzione dell'acqua come \"tardiva risposta all'attenzione sollevata dai media stranieri\", senza considerare quanto sia preziosa l'acqua in quel paese. Appunto: sempre mantenendo un approccio che parte dal punto di vista occidentale.\r\n\r\nDa qui poi il flusso di analisi \u003Cmark>e\u003C/mark> informazioni ha toccato il sistema di dighe che mutano le condizioni agricole di intere regioni (la protesta ignorata dai media mainstream di interi villaggi in sciopero della fame immersi per giorni nelle acque dei bacini artificiali delle dighe il cui innalzamento mette a rischio la loro sopravvivenza); semi Monsanto imposti a contadini costretti a indebitarsi quando il raccolto va perduto (\u003Cmark>e\u003C/mark> si sono registrati 250 mila casi di suicidio da parte di queste persone che nella tradizione sopravvivevano con un duro lavoro \u003Cmark>e\u003C/mark> che ora sono in balia dei costi di approviggionamento dei semi presso la multinazionale degli Ogm)...\r\n\r\nPotete ascoltare questo \u003Cmark>e\u003C/mark> molto altro in questo podcast:\r\n\r\nanna_india",[78,80,82,84,86,88,93],{"matched_tokens":79,"snippet":25},[],{"matched_tokens":81,"snippet":68},[],{"matched_tokens":83,"snippet":19},[],{"matched_tokens":85,"snippet":69},[],{"matched_tokens":87,"snippet":70},[],{"matched_tokens":89,"snippet":92},[90,74,91],"nazionalismo","colonialismo","\u003Cmark>nazionalismo\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>colonialismo\u003C/mark>",{"matched_tokens":94,"snippet":21},[],[96,102],{"field":34,"indices":97,"matched_tokens":99,"snippets":101},[98],5,[100],[90,74,91],[92],{"field":103,"matched_tokens":104,"snippet":75,"value":76},"post_content",[74],1736172819517538300,{"best_field_score":107,"best_field_weight":108,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":46,"score":110,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":46},"3315704398080",13,2,"1736172819517538410",3,{"document":113,"highlight":131,"highlights":137,"text_match":140,"text_match_info":141},{"cat_link":114,"category":115,"comment_count":46,"id":116,"is_sticky":46,"permalink":117,"post_author":49,"post_content":118,"post_date":119,"post_excerpt":52,"post_id":116,"post_modified":120,"post_thumbnail":121,"post_thumbnail_html":122,"post_title":123,"post_type":57,"sort_by_date":124,"tag_links":125,"tags":130},[43],[45],"53736","http://radioblackout.org/2019/04/una-guglia-fallica-a-corona-di-una-dama-vergine/","Non per svolgere il solito (gradito) ruolo di iconoclasti blasfemi, non perché qualsiasi espressione condivisa emotivamente dall'unanimismo ci risulti come minimo sospetta, ma questa volta al disgusto per l'operazione di distrazione di massa si assomma l'indignazione per lo stravolgimento di ciò che rappresenta una cattedrale e in particolare di cosa significa \"quella\" cattedrale in termini di nazionalismo, colonialismo, oppressione nei secoli del popolo sottomesso: è stato privilegiato l'approccio romantico legato alla vulgata di Hugo (peraltro – come dice il nostro interlocutore scelto per la sua schietta libertà intellettuale – probabilmente il romanzo del 1831 è letto nel formato bignami dalla stragrande maggioranza degli astanti raccolti in pianto e preghiera sui quai), dimenticando quanto il gotico sia l'espressione truce dei re capetingi, il loro marchio di fabbrica, lo stile della loro propaganda. Rimuginando queste reminiscenze ci è venuto da chiederci se sia il caso di attribuire a questo monumento, simbolo del potere papista in terra transalpina, il valore che nelle prime ore del falò si voleva leggere come premonizione della Finis Europae.\r\n\r\nCon Franco Fanelli, giornalista, insegnante, incisore, abbiamo voluto cercare innanzitutto a quali valori i canali unificati alludevano e la risposta immediata è stata: 13 milioni di visitatori che in qualche modo lasciano soldi al loro passaggio vacuo e scarsamente edotto su ciò che vedono. L'esatto contrario di quello che ci va raccontando Franco in questo percorso in cui ci accompagna facendoci notare dettagli e particolari che il colto pubblico e l'inclita guarnigione tralasciano distratti dai selfie degli scorci visti in tv: e allora cominciamo con la cappella del Guarini, assimilata alla cattedrale parigina per la sola comunanza data dalle fiamme, per valutare i casi in cui ci sono luoghi per ospitare le masse attratte da se stesse ritratte nella funzione di presunte erudite e altre invece inadatte all'orda.\r\n\r\nForse quando l'opera d'arte è nell'epoca della sua riproducibilità tecnica la vera attività di custodia e conservazione passa attraverso la vetrina negata alle truppe cammellate del business espositivo. Ma il discorso benjaminiano ci ha portato a un distinguo interessante tra allegoria e simbolo, laddove la prima figura retorica contiene una sorta di innocenza culturale, mentre l'altra entra nell'ambito della strumentalizzazione: Notre Dame de Paris vuole fortemente essere un simbolo da quasi un millennio, in questa epoca si è posta al servizio delle sponsorizzazioni... e vedrete dove ci ha portato questa analisi.\r\n\r\nMa dove si colloca la seduzione della cattedrale, cosa c'è di intrigante in lei? esiste una spiritualità carnale in quelle forme, in quella idea di arte? o non sarà piuttosto una guglia fallocrate quella immaginata da Macron frutto di un concorso internazionale tra archistar?\r\n\r\nQuali sono i bisogni masochisti che rendono attraente la propria (parziale) esposizione ad assorbire traumi, sciagure (meglio se subite da altri, ma rese collettive dalla narrazione): drammi. Di nuovo l'eredità romantica che riemerge dalle ceneri... essere testimoni della tragedia di Esmeralda e Quasimodo... non protagonisti, ma essere presenti magari a commentare banalmente il proprio pathos assistendo all'evento.\r\n\r\nInsomma con i commenti di Franco Fanelli ci siamo divertiti con un po' di aria fresca rispetto a quella stantia dei servizi retorici dei media mainstream, reclinati sulle ceneri di un falso secentesco.\r\n\r\n \r\n\r\nPer una cattedrale vivace raffinata e aristocratica. Cioè un'altra","20 Aprile 2019","2019-04-20 00:21:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/gargoyle-flambé-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/gargoyle-flambé-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/gargoyle-flambé-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/gargoyle-flambé-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/gargoyle-flambé-1024x682.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/gargoyle-flambé.jpg 1400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Una guglia fallica a corona di una Dama vergine",1555719523,[126,127,128,129],"http://radioblackout.org/tag/gotico/","http://radioblackout.org/tag/guglia/","http://radioblackout.org/tag/notre-dame-de-paris/","http://radioblackout.org/tag/viollet-le-duc/",[17,15,29,23],{"post_content":132},{"matched_tokens":133,"snippet":135,"value":136},[90,91,134],"è","quella\" cattedrale in termini di \u003Cmark>nazionalismo\u003C/mark>, \u003Cmark>colonialismo\u003C/mark>, oppressione nei secoli del popolo sottomesso: \u003Cmark>è\u003C/mark> stato privilegiato l'approccio romantico legato","Non per svolgere il solito (gradito) ruolo di iconoclasti blasfemi, non perché qualsiasi espressione condivisa emotivamente dall'unanimismo ci risulti come minimo sospetta, ma questa volta al disgusto per l'operazione di distrazione di massa si assomma l'indignazione per lo stravolgimento di ciò che rappresenta una cattedrale \u003Cmark>e\u003C/mark> in particolare di cosa significa \"quella\" cattedrale in termini di \u003Cmark>nazionalismo\u003C/mark>, \u003Cmark>colonialismo\u003C/mark>, oppressione nei secoli del popolo sottomesso: \u003Cmark>è\u003C/mark> stato privilegiato l'approccio romantico legato alla vulgata di Hugo (peraltro – come dice il nostro interlocutore scelto per la sua schietta libertà intellettuale – probabilmente il romanzo del 1831 \u003Cmark>è\u003C/mark> letto nel formato bignami dalla stragrande maggioranza degli astanti raccolti in pianto \u003Cmark>e\u003C/mark> preghiera sui quai), dimenticando quanto il gotico sia l'espressione truce dei re capetingi, il loro marchio di fabbrica, lo stile della loro propaganda. 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Nessuno dei due contendenti intende rinunciare all’obiettivo di sterminare il proprio avversario. Ma. La disparità di forze spinge a credere che il prezzo maggiore lo pagherà, è già lo sta pagando, la popolazione civile palestinese, chiusa in una trappola mortale, dalla quale neppure i padroni di Gaza accettano che esca. Il governo israeliano, espressione dell’estrema destra, preso alla sprovvista dall’azione militare che ha colpito duramente la popolazione civile, è deciso, nonostante le pressioni degli Stati Uniti e della Cina e le minacce dell’Iran, a continuare il massacro a Gaza.\r\nNel nostro paese assistiamo alla ormai triste consuetudine della polarizzazione tra filo Hamas e filo Netanyahu. Come se la complessità sociale e politica di quella regione potesse ridursi a al solito bianco e nero.\r\nLe voci di dissenso che pure ci sono sia in Israele che in Palestina restano un rumore di fondo cui pochi provano a dare sostegno.\r\nMe abbiamo parlato con Massimo Varengo che conosce bene la situazione in quell’area. Massimo ha ricostruito la fase cruciale del passaggio dal dominio Ottomano al colonialismo francese ed inglese in medio oriente, la nascita del nazionalismo ebraico e fine Ottocento sino ai giorni nostri.\r\nHa anche ricostruito gli eventi cruciali che negli ultimi tre anni hanno cancellato ogni prospettiva di una vita decorosa per i palestinesi sino a precipitare nell’attuale nerissima crisi.\r\nCi ha raccontato dell’opposizione politica e sociale in Cisgiordania, in Israele ed a Gaza.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-10-17-palestina-varengo.mp3\"][/audio]","17 Ottobre 2023","2023-10-17 14:10:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/nazionalismo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"143\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/nazionalismo-300x143.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/nazionalismo-300x143.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/nazionalismo-1024x488.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/nazionalismo-768x366.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/nazionalismo.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Palestina. 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Massimo ha ricostruito la fase cruciale del passaggio dal dominio Ottomano al \u003Cmark>colonialismo\u003C/mark> francese ed inglese in medio oriente, la nascita del \u003Cmark>nazionalismo\u003C/mark> ebraico \u003Cmark>e\u003C/mark> fine Ottocento sino ai giorni nostri.\r\nHa anche ricostruito gli eventi cruciali che negli ultimi tre anni hanno cancellato ogni prospettiva di una vita decorosa per i palestinesi sino a precipitare nell’attuale nerissima crisi.\r\nCi ha raccontato dell’opposizione politica \u003Cmark>e\u003C/mark> sociale in Cisgiordania, in Israele ed a Gaza.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-10-17-palestina-varengo.mp3\"][/audio]",[174],{"field":103,"matched_tokens":175,"snippet":171,"value":172},[90,74],1733921019703328800,{"best_field_score":178,"best_field_weight":143,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":179,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":46},"2216192770048","1733921019703328881",{"document":181,"highlight":208,"highlights":213,"text_match":176,"text_match_info":216},{"cat_link":182,"category":183,"comment_count":46,"id":184,"is_sticky":46,"permalink":185,"post_author":186,"post_content":187,"post_date":188,"post_excerpt":52,"post_id":184,"post_modified":189,"post_thumbnail":190,"post_thumbnail_html":191,"post_title":192,"post_type":57,"sort_by_date":193,"tag_links":194,"tags":202},[43],[45],"76211","http://radioblackout.org/2022/06/aviano-antimilitaristi-in-corteo/","anarres","Domenica 19 giugno ad Aviano un corteo antimilitarista promosso dal Coordinamento regionale libertario.\r\nLa manifestazione contro guerre, riarmo ed eserciti si è mossa da Pagliano-Gori (Aeroporto italiano) a Roveredo in Piano fino ai cancelli della Base USAF di Aviano (Aeroporto USA-NATO).\r\nDal blog di uno dei partecipanti: “Ci siano collegati con compagni dalla Sicilia (No Muos), dalla Sardegna (contro poligoni militari) e dalla Toscana (Coltano e Camp Darby).\r\nSiamo intervenuti sull'aggressione armata dell'imperialismo russo (Putin) contro l'Ucraina ma anche del nazionalismo ucraino (Zelensky) contro le minoranze russofone, denunciando la guerra a bassa intensità che gli oligarchi russi e ucraini si stanno facendo da un decennio per accaparrarsi egemonie e risorse in zone strategiche come Donbass e Crimea; contro il sempreverde espansionismo NATO e il portato delle sue guerre devastanti la cui stessa Base che abbiamo in Friuli è espressione di colonialismo militare e fucina di missioni di morte, anche in Italia (Cermis docet).\r\n\r\nCi siamo molto soffermati sul militarismo e la militarizzazione nostrana tornata in pole position sia in ambito NATO (si vedano i bombardamenti in Libia) sia per le mire coloniali in Niger e gli interessi di investimenti ed export d'armi: record storico +22% in soli 3 anni di sindemia!\r\n\r\nE ancora abbiamo fatto il punto sui tanti poligoni militari in regione dove da oltre 60 anni continuano le devastazioni ambientali con l'inquinamento da metalli pesanti e persino sostanze radioattive.”\r\nNe abbiamo parlato con Lino del Coordinamento libertario del Friuli e della Venezia Giulia\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2021-06-21-aviano-lino.mp3\"][/audio]","21 Giugno 2022","2022-06-21 17:21:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/289603680_10221587930792653_4150238860578940767_n-e1655824887981-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"136\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/289603680_10221587930792653_4150238860578940767_n-e1655824887981-300x136.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/289603680_10221587930792653_4150238860578940767_n-e1655824887981-300x136.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/289603680_10221587930792653_4150238860578940767_n-e1655824887981-1024x465.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/289603680_10221587930792653_4150238860578940767_n-e1655824887981-768x349.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/289603680_10221587930792653_4150238860578940767_n-e1655824887981-1536x698.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/289603680_10221587930792653_4150238860578940767_n-e1655824887981-100x44.jpg 100w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/289603680_10221587930792653_4150238860578940767_n-e1655824887981.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Aviano. 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Il Fronte tigrino si è sentito più volte preso di mira dalle riforme del nuovo premier, che intanto ha creato una propria formazione politica, il Partito della prosperità.\r\n\r\nNel Tigray le autorità locali hanno deciso di tenere elezioni indipendenti, quelle che sono state rinviate ad agosto con la causale (forse pretestuosa?) della epidemia di SarsCov2 e il Tpfl è stato riconfermato al governo regionale.Ora lo scontro è diventato militare, con il rischio che la rivalità politica si trasformi in conflitto interetnico. Soprattutto per l'avvicendamento di una tribù diversa (gli oromo) alla guida del paese, che sancisce il venir meno del processo di integrazione tra le molte etnie che compongono l'Etiopia; proprio quel sabotaggio del superamento delle divisioni etniche che nella testimonianza del giovane etiope si attribuiva al trentennio tigrino.\r\n\r\nMulu Nega è stato nominato da Ahmed nuovo governatore ad interim per la regione settentrionale del Tigray. Poco prima il parlamento aveva preso la risoluzione di stabilire un'amministrazione provvisoria. Ahmed sta producendo lo sforzo di superare l'etno-nazionalismo per arrivare a una forma di nazionalismo etiope, che la Diga della Rinascita rappresenta così unitaria (ma è divisiva – ovviamente – con gli altri paesi dell'area). Ma non può che essere a tempi lunghi, visto che persino la sua stessa etnia oromo si contrappone (molteplici sono stati gli scontri e i moti di piazza nei mesi scorsi). L'apertura liberista al capitale privato crea attriti nell’intera società, nel Tigray ancora di più; la penetrazione di militari nazionali nella regione settentrionale è quindi vista come intrusione, che ha fatto esplodere gli attacchi di Makallè. Si rischia l'esatto opposto del tentativo di unificare: la frammentazione perché ciascuno non si sente rappresentato a sufficienza. 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L'Italia sta cercando di tornare a essere protagonista nel Corno d'Africa... e quindi soffierà sul fuoco della guerra in un’area popolata dagli apparati militari di tutte le potenze mondiali, che si stanno accaparrando fette di un territorio che controlla traffici, merci, risorse. 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Poi la Bolivia di Arce e Morales in piena esaltazione retorica di ritorno al potere: diversamente dal Perù, dove continuano a dimettersi presidenti nela normalizzazione susseguente alla fine di Sendero luminoso; in Brasilesi sospende la sperimentaione del vaccino. Un po’ di nostalgia per il Farabundo Martì salvadoregno e scivolare alla fine verso il sogno distopico del Myanmar di Aung san Suu Kiy e le elezioni dell’8 novembre, cercando il pelo nel Rakhine e gli odi intrecciati che hanno aiutato l avittoria di The Lady coi risvolti economici di nuovo della Belt Road Initiative.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/ultimo-quarto-dora.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","15 Novembre 2020","2023-04-19 15:08:16","I Bastioni di Macallè: dietro la resa dei conti tra tribù etiopi un cambio di sistema","podcast",1605484755,[257],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[241],{"post_content":260},{"matched_tokens":261,"snippet":262,"value":263},[134,91,74],"la loro svendita \u003Cmark>è\u003C/mark> sicuramente \u003Cmark>colonialismo\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> spartizione, ma anche esportazione di","I Bastioni si sono riscaldati prima di adentrarsi nel Corno d’Africa facendo qualche valutazione su elezioni varie, in particolare quelle negli Usa, ma anche in Tanzania, Costa d’Avorio, Guinea:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_primi-venti-minuti.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa rivolta tigrina, mentre trasmettevamo la terza puntata dei Bastioni di Orione, cominciava a inasprirsi \u003Cmark>e\u003C/mark> Ahmed iniziava la risposta violenta alla reazione all’”invasione” governativa del territorio tigrino, ricco, nell’ultimo quarto di secolo al potere \u003Cmark>e\u003C/mark> convinto ad opporsi allo smantellamento dell’etno-nazinalismo, avviato dal neoliberismo di Ahmed, che con il nobel della pace in una mano \u003Cmark>e\u003C/mark> la Diga della Rinascita soffia sul \u003Cmark>nazionalismo\u003C/mark> con i fondi cinesi a sostenerlo, perché l’area rappresenta il corridoio della Belt Road Initiative, quel Mar Rosso appetibile da tutte le potenze, ch einfatti sono stanziali a Gibuti.\r\n\r\nAbbiamo affrontato l’argomento dapprima con un vocale registrato da un giovane etiope – non tigrino \u003Cmark>e\u003C/mark> dunque molto critico con gli insorti. 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Il Fronte tigrino si \u003Cmark>è\u003C/mark> sentito più volte preso di mira dalle riforme del nuovo premier, che intanto ha creato una propria formazione politica, il Partito della prosperità.\r\n\r\nNel Tigray le autorità locali hanno deciso di tenere elezioni indipendenti, quelle che sono state rinviate ad agosto con la causale (forse pretestuosa?) della epidemia di SarsCov2 \u003Cmark>e\u003C/mark> il Tpfl \u003Cmark>è\u003C/mark> stato riconfermato al governo regionale.Ora lo scontro \u003Cmark>è\u003C/mark> diventato militare, con il rischio che la rivalità politica si trasformi in conflitto interetnico. Soprattutto per l'avvicendamento di una tribù diversa (gli oromo) alla guida del paese, che sancisce il venir meno del processo di integrazione tra le molte etnie che compongono l'Etiopia; proprio quel sabotaggio del superamento delle divisioni etniche che nella testimonianza del giovane etiope si attribuiva al trentennio tigrino.\r\n\r\nMulu Nega \u003Cmark>è\u003C/mark> stato nominato da Ahmed nuovo governatore ad interim per la regione settentrionale del Tigray. Poco prima il parlamento aveva preso la risoluzione di stabilire un'amministrazione provvisoria. Ahmed sta producendo lo sforzo di superare l'etno-nazionalismo per arrivare a una forma di \u003Cmark>nazionalismo\u003C/mark> etiope, che la Diga della Rinascita rappresenta così unitaria (ma \u003Cmark>è\u003C/mark> divisiva – ovviamente – con gli altri paesi dell'area). Ma non può che essere a tempi lunghi, visto che persino la sua stessa etnia oromo si contrappone (molteplici sono stati gli scontri \u003Cmark>e\u003C/mark> i moti di piazza nei mesi scorsi). L'apertura liberista al capitale privato crea attriti nell’intera società, nel Tigray ancora di più; la penetrazione di militari nazionali nella regione settentrionale \u003Cmark>è\u003C/mark> quindi vista come intrusione, che ha fatto esplodere gli attacchi di Makallè. Si rischia l'esatto opposto del tentativo di unificare: la frammentazione perché ciascuno non si sente rappresentato a sufficienza. Intanto sono già 15.000 gli sfollati \u003Cmark>e\u003C/mark> innumerevoli i morti (si parla di 500 solo nel massacro del 10 novembre a Mai-Kadra, in Tigray).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_Nazionalismo-e-svolta-liberista-di-Ahmed_03.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNel 2019 il Conte1 aveva stipulato con la ministra Trenta accordi militari con il presidente-nobel_per_la_pace_Ahmed: «difesa \u003Cmark>e\u003C/mark> sicurezza, formazione \u003Cmark>e\u003C/mark> addestramento, assistenza tecnica, operazioni di supporto alla pace... trasferimento di struttura d'arma \u003Cmark>e\u003C/mark> apparecchiatura bellica... \u003Cmark>è\u003C/mark> auspicata la promozione di iniziative finalizzate a razionalizzare il controllo sui prodotti a uso militare»; come i precedenti governi, soprattutto di centrosinistra, avevano appoggiato la parte eritrea, ora già coinvolta con esplosioni all'Asmara, perché gli ahmara si sono schierati subito con Addis Abeba. L'Italia sta cercando di tornare a essere protagonista nel Corno d'Africa... \u003Cmark>e\u003C/mark> quindi soffierà sul fuoco della guerra in un’area popolata dagli apparati militari di tutte le potenze mondiali, che si stanno accaparrando fette di un territorio che controlla traffici, merci, risorse. Una vera operazione neocoloniale nascosta sotto la cooperazione allo sviluppo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Etiopia-meta-del-complesso-militar-industriale-italiano_04.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLe nazioni sono al soldo di potenze straniere per ridisegnare la geopolitica internazionale come avvenne nel periodo coloniale classico: tutte le potenze sono intente a controllare il passaggio del Mar Rosso da Aden a Suez (infatti a Gibuti, snodo essenziale del Belt Road Initiative, sono presenti tutti i contingenti militari) \u003Cmark>e\u003C/mark> ogni mossa \u003Cmark>è\u003C/mark> un riposizionamento strategico.\r\n\r\n \r\n\r\nCon Angelo si \u003Cmark>è\u003C/mark> anche parlato di Costa d’Avorio \u003Cmark>e\u003C/mark> altre nazioni africane, come l'emblematico Congo (una volta Zaire) per la sua particolare interpretazione del concetto occidentale di democrazia, \u003Cmark>e\u003C/mark> alcune hanno affrontato elezioni che sono normalmente truffe, perché l’accaparramento delel risorse \u003Cmark>e\u003C/mark> la loro svendita \u003Cmark>è\u003C/mark> sicuramente \u003Cmark>colonialismo\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> spartizione, ma anche esportazione di uno schema che già non funziona in Occidente \u003Cmark>e\u003C/mark> con l’Africa non c’entra nulla \u003Cmark>e\u003C/mark> impone sistemi economici di sfruttamento \u003Cmark>e\u003C/mark> ora anche di contesa con la penetrazione cinese, senza passare attraverso l’humus attraverso il quale si sono formate le comunità africane.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_concetto-di-democrazia-importato-in-Africa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>E\u003C/mark> poi una chiosa africana sulla pirateria \u003Cmark>e\u003C/mark> il pattugliamento italiano del Golfo di Guinea (per ordine di Descalzi? mah!)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/pirateria-e-pattugliamento-italiano.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNell’ultimo quarto d’ora si \u003Cmark>è\u003C/mark> parlato di tagliagole processati all’Aja da presidenti (Ngbagbo, come Thaci dell’Uck kosovaro); poi a tamburo battente breakin’ news del 10 novembre... ma probabilmente sono notizie in evoluzione con dossier che finiremo con il riprendere in mano.\r\n\r\nScioperi in emergenza Covid madrilena – lo sciopero pandemico, poi lo sgombero di Guernica, Argenitna; uragano Eta nei Caraibi, infatti non c’entra con l’Euskadi. Poi la Bolivia di Arce \u003Cmark>e\u003C/mark> Morales in piena esaltazione retorica di ritorno al potere: diversamente dal Perù, dove continuano a dimettersi presidenti nela normalizzazione susseguente alla fine di Sendero luminoso; in Brasilesi sospende la sperimentaione del vaccino. Un po’ di nostalgia per il Farabundo Martì salvadoregno \u003Cmark>e\u003C/mark> scivolare alla fine verso il sogno distopico del Myanmar di Aung san Suu Kiy \u003Cmark>e\u003C/mark> le elezioni dell’8 novembre, cercando il pelo nel Rakhine \u003Cmark>e\u003C/mark> gli odi intrecciati che hanno aiutato l avittoria di The Lady coi risvolti economici di nuovo della Belt Road Initiative.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/ultimo-quarto-dora.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[265],{"field":103,"matched_tokens":266,"snippet":262,"value":263},[134,91,74],1733921019837546500,{"best_field_score":269,"best_field_weight":143,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":270,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":46},"2216192835584","1733921019837546609",{"document":272,"highlight":284,"highlights":292,"text_match":176,"text_match_info":298},{"comment_count":46,"id":273,"is_sticky":46,"permalink":274,"podcastfilter":275,"post_author":186,"post_content":276,"post_date":277,"post_excerpt":52,"post_id":273,"post_modified":278,"post_thumbnail":279,"post_title":280,"post_type":254,"sort_by_date":281,"tag_links":282,"tags":283},"93171","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-25-ottobre-clandestini-per-legge-hamas-e-la-turchia-el-alamein-guerra-e-neocolonialismo/",[186],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-10-25-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nClandestini per legge\r\nNel nostro paese si è clandestini per legge. Entrare “legalmente” è impossibile: per avere il permesso di soggiorno serve un contratto di lavoro firmato nel paese d’origine. Quanti padroni conoscete che assumono a scatola chiusa un lavoratore mai visto, in un paese a migliaia di chilometri dall’Italia?\r\nNessuno di quelli che arrivano ha le carte in regola. Chi incappa in un controllo prende il foglio di via, se viene ripescato finisce al CPR.\r\nI CPR sono un importante ingranaggio della macchina delle espulsioni, necessaria a mantenere intatta la fama di intransigenza verso i “clandestini” di cui si fregia ogni governo.\r\nLe vite intrappolate nei CPR, sospese negli hotspot, in bilico tra carte da bollo e quotidiani abusi di polizia partono da lontano, in terre dove il neocolonialismo, lo sfruttamento delle risorse, le guerre fanno il deserto.\r\nLa storia dei CPR – un tempo CIE e prima ancora CPT – è storia di rivolte, fughe, pestaggi, scioperi della fame, gente che si taglia, altri che si cuciono la bocca. I CPR italiani sono stati distrutti e ricostruiti più e più volte.\r\nI CPR sono, con le carceri, discariche sociali nelle quali vengono rinchiusi quelli che non si sono adattati, quelli inghiottiti dalla strada, i ribelli, gli scarti da eliminare alla fine di un processo che comincia nei paesi d’origine.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nHamas a fianco della Turchia contro il confederalismo democratico\r\nIl 23 ottobre la Tusas, fabbrica d’armi del settore aerospaziale di proprietà pubblica, metà dell’esercito, metà del ministero della Difesa, è stata attaccata con esplosivi e mitra da due persone, che sono state uccise durante l’attacco in cui sono morte cinque persone.\r\nNelle ore successive un massiccio bombardamento turco ha colpito le città del nord della Siria e le basi del PKK in Iraq.\r\nHamas si è ovviamente posta a fianco di Erdogan con un comunicato di solidarietà per l’attacco alla Tusas.\r\nNoi non ci stupiamo. Fascisti islamici si schierano con altri fascisti islamici. \r\nQuello che non smette di indignarci è il silenzio dei movimenti che ancora una volta sono ambigui o conniventi con Hamas. \r\n\r\nEl Alamein: il ministero della guerra esalta la guerra e il colonialismo\r\nAnche quest’anno i parà della Folgore hanno festeggiato la “gloriosa sconfitta” nella battaglia di El Alamein nella seconda guerra mondiale. Alla cerimonia ha partecipato la vice ministro Rauti.\r\nIn un post su X il ministero della Difesa ha scritto: “El Alamein 23 ottobre 1942, un luogo e una data che raccontano di valore e sacrificio, un capitolo tanto eroico quanto tragico della nostra storia. Rendiamo onore ai coraggiosi militari italiani che combatterono tra le sabbie del Nord Africa. Con loro ricordiamo con deferenza tutti i Caduti che hanno sacrificato la loro vita per la nostra libertà.”\r\nNe abbiamo parlato con Dario\r\n\r\nIndustria bellica, esercitazioni militari: le ultime novità \r\n\r\nDal 14 al 29 ottobre si è tenuta Steadfast Noon, l’esercitazione annuale della NATO in cui viene simulato il dispiegamento e l'impiego di armi nucleari “tattiche” in territorio europeo (le nuove B61-12 già installate anche in territorio italiano nelle basi di Ghedi, Brescia, e Aviano, Pordenone).\r\n\r\nNell’ambito di un’ampia serie di accordi bilaterali tra Italia e Qatar definiti nel bilaterale tenutosi a Villa Pamphili a Roma tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l’Emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, spicca un memorandum di intesa tra Fincantieri e il gruppo qatarino del settore difesa Barzan Holdings in vista della firma di un contratto per 40 radar Omega 360.\r\n\r\nIl programma aeronautico Gcap, il futuro cacciabombardiere che la Gran Bretagna sta studiando insieme a Italia e Giappone, va avanti. Si sono rivelate infondate le voci di un ridimensionamento del progetto, che si erano diffuse in luglio per l’intenzione del nuovo governo britannico di fare una spending review della difesa. Le delegazioni dei tre paesi partecipanti, firmatari di un trattato internazionale nel dicembre del 2023, hanno avuto incontri intensi anche nelle ultime settimane, per mettere a punto l’accordo industriale che dovrebbe portare alla costituzione di una joint venture paritetica.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nVenerdì 1 novembre\r\ncorteo contro la riapertura del CPR di Torino\r\nore 16 piazza Robilant\r\n\r\nGiornate dei disertori\r\nSabato 2 e lunedì 4 novembre\r\n\r\nContro la guerra, il militarismo, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon disertori e obiettori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 2 novembre dalle 15\r\nNo alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi \r\nManifestazione antimilitarista\r\nIn via Roma 100 di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP – Distretto Aerospaziale Piemontese\r\n\r\n\r\nLunedì 4 novembre\r\nIniziative antimilitariste in giro per Torino\r\nSmilitarizziamo la città! \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Novembre 2024","2024-11-01 09:33:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/11-200x110.jpeg","Anarres del 25 ottobre. 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Questi grandi sommovimenti, a latitudini e in contesti molto differenti, ci offrono l’occasione per una riflessione a tutto campo sulle possibilità che questi movimenti offrono e, nel contempo, sulla difficoltà di articolare una narrazione che, sia pure per frammenti, sappia rappresentare sia le istanze di partecipazione non delegata all’agire politico, imprimendo anche una forte radicalità di prospettive alla questione sociale. Nascosta, quasi clandestina in un agone politico che la raffigura come una sorta di obsolescenza, la divaricazione di classe è il convitato di pietra delle rivolte che hanno scosso Turchia, Egitto, Brasile.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, la cui analisi, pur rilevando la grande distanza tra i movimenti turchi, egiziani, brasiliani, individua nei meccanismi della governance globale gli elementi che accomunano i vari movimenti. 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Ne sanno qualcosa i curdi, gli armeni, i greci di Turchia.\r\nD’altra parte la dissoluzione dell’altra grande entità transnazionale dell’epoca, quella austroungarica, ha dato fiato ad istanze e contrapposizioni nazionaliste, che hanno celebrato i loro ultimi fasti tra Croazia, Serbia e Bosnia negli anni Novanta del secolo scorso.\r\nOggi quelle bandiere diventano anche il simbolo di entità popolari che non sanno più coniugare l’internazionalismo dei movimenti di classe e dei movimenti libertari antistatali. 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In realtà ormai da anni gli anarchici risignificano lo spazio di città e paesi per cancellare, almeno dalle strade, la vergogna del nazionalismo, del militarismo, del colonialismo.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nArrivano le bombe! Nuovi ordigni nucleari nella base di Ghedi in provincia di Brescia\r\n\r\nKropotkin. Cent’anni fa moriva Piotr Kropotkin, uno dei principali esponenti dell’anarchismo a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.\r\nCosa ci resta del suo pensiero? Per certi aspetti inattuale, per altri capace invece di dare ad una visione mutualista e solidale delle relazioni umane e del rapporto con l’ambiente.\r\nCe ne ha parlato Francesco Codello, pedagogista e studioso dell’opera di Kropotkin.\r\n\r\nIn Grecia e in Turchia il governo attacca gli spazi di autonomia all’interno delle Università.\r\nMovimenti studenteschi importanti stanno provando a contrastare le scelte governative.\r\nAbbiamo fatto il punto della situazione con Dario Antonelli\r\n\r\nValle della gomma. 12 ore di lavoro nocivo per 150 euro al mese. La condizione di centinaia di lavoratrici tra Bergamo e Brescia.\r\n«Per la sbavatura, per staccare la guarnizione dallo stampo, bisogna essere veloci. Andavo a farmi dare le scatole dal nostro vicino, ma poi mio marito non ha più voluto. C’era il rischio che i bambini ingoiassero i pezzetti. E i mucchi degli scarti in casa, in mezzo al salotto, facevano un odore terribile. Ho dovuto smettere. Ho anche avuto problemi di salute, mi si infiammava la gola...”\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nGrecia. Solidarietà senza confini\r\nLo stato greco ha vietato ogni forma di manifestazione politica e sociale. Anarchici e anarchiche sono sotto attacco: sgomberi, arresti, multe...\r\nSabato 27 febbraio\r\nAperibenefit per le compagne e i compagni colpiti dalla repressione\r\ndalle ore 17 al giardini reali – corso san Maurizio angolo via Rossini area ex Fenix\r\nVino, pastis, cuba libre, birra, the, caffè e stuzzichini veg\r\nInterventi e DJ set con la favolosa Malormone Crew\r\n\r\nVenerdì 5 marzo\r\nFemministe, anarchiche, rivoluzionarie\r\nIncontro online con Eulalia Vega, storica e autrice di Pioniere e rivoluzionarie – Donne anarchiche in Spagna dalla rivoluzione sociale alla resistenza al franchismo, edizioni Zero in condotta\r\nMeeting alle 21 in Zoom al link: https://us02web.zoom.us/j/89085856759\r\n\r\nSabato 6 marzo\r\nRuoli in gioco. Rappresentazione De-Genere\r\nin piazza Carlo Alberto dalle 15,30\r\nmanifestazione antisessista\r\nInterventi, azioni performanti, musica\r\n\r\nLunedì 8 marzo\r\nNé dio, né stato, né patriarcato\r\ngiornata di lotta in giro per la città\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nriunioni ad orario variabile in queste settimane\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30. \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/ \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","25 Febbraio 2021","2021-02-25 12:09:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/kropotkin-200x110.jpg","Anarres del 12 febbraio. Colonialismo all’italiana. I 100 di Kropotkin. 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Il mito che nasconde, dietro ad una supposta bonomia nazionale, l’orrore del \u003Cmark>colonialismo\u003C/mark> italiano in Africa, in (ex)Jugoslavia, in Grecia, dove massacri, deportazioni, torture \u003Cmark>e\u003C/mark> stupri furono del tutto normali. L’Italia Repubblicana non ha mai fatto i conti con le avventure coloniali del Regno d’Italia. D’altra parte queste avventure sono continuate \u003Cmark>e\u003C/mark> continuano nell’era postcoloniale. \r\nIl segno tangibile di una memoria che non c’è o \u003Cmark>è\u003C/mark> affogata nel mito sono le tante statue, targhe, sacrari dedicati alle imprese coloniali italiane.\r\nDi recente Wu Ming, selezionando alcune targhe \u003Cmark>e\u003C/mark> statue, ma non tutte ha lanciato una campagna per il 19 febbraio. 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