","Grecia: strategia della tensione contro migranti e ribelli","post",1575580255,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/anarchici/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/nea-demokratia/","http://radioblackout.org/tag/strategia-della-tensione/",[21,15,68,31,35],"migranti",{"post_content":70,"tags":75},{"matched_tokens":71,"snippet":73,"value":74},[72],"Nea","agosto il partito della destra conservatrice \u003Cmark>Nea\u003C/mark> Dimokratia (ND), che ha preso il","Lo Stato greco ha dato agli spazi occupati un ultimatum per abbandonare le occupazioni entro la mezzanotte di oggi, 5 dicembre, pena lo sgombero manu militari. Fin dal mese di agosto il partito della destra conservatrice \u003Cmark>Nea\u003C/mark> Dimokratia (ND), che ha preso il potere alle elezioni di luglio, ha continuato ed intensificato un'ondata di sgomberi e sfratti già intrapresa da Syriza contro immigrati auto-organizzati ed anarchici, in particolare nel quartiere di Exarchia, con la promessa di \"portare ordine\" per ottenere facile consenso elettorale e distogliere l'attenzione dalle riforme lacrime e sangue che si prospettano all'orizzonte, in particolare nell'ambito della salute e dell'istruzione pubblica.\r\n\r\nSe la settimana prima del 17 novembre, anniversario della rivolta del Politecnico di Atene avvenuta nel 1973, lo Stato aveva dato chiari segnali della volontà di costruire una strategia della tensione - con l'irruzione dei corpi speciali antisommossa nell'Università di Atene -, la scelta del 5 dicembre come data in cui far cadere l'ultimatum appare emblematica. Il 6 dicembre, infatti, cade l'anniversario dell'assassinio del giovane anarchico Alexis Grigoropoulos, ucciso dalla polizia nel quartiere di Exarchia nel 2008.\r\n\r\nAscolta la diretta con un compagno che in questi giorni si trova ad Atene:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/12_05_2019.12.05-10.00.00-escopost-online-audio-converter.com_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[76,78,80,82,87],{"matched_tokens":77,"snippet":21},[],{"matched_tokens":79,"snippet":15},[],{"matched_tokens":81,"snippet":68},[],{"matched_tokens":83,"snippet":86},[84,85],"nea","demokratia","\u003Cmark>nea\u003C/mark> \u003Cmark>demokratia\u003C/mark>",{"matched_tokens":88,"snippet":35},[],[90,96],{"field":36,"indices":91,"matched_tokens":93,"snippets":95},[92],3,[94],[84,85],[86],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":73,"value":74},"post_content",[72],1157451471441625000,{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":103,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":105,"highlight":119,"highlights":128,"text_match":134,"text_match_info":135},{"cat_link":106,"category":107,"comment_count":48,"id":108,"is_sticky":48,"permalink":109,"post_author":51,"post_content":110,"post_date":111,"post_excerpt":54,"post_id":108,"post_modified":112,"post_thumbnail":113,"post_thumbnail_html":114,"post_title":115,"post_type":59,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":118},[45],[47],"57514","http://radioblackout.org/2020/02/nea-demokratia-e-lisola-di-lesbo/","Le politiche in materia d’immigrazione da parte di Nea Demokratia, il partito di centrodestra che ha sostituito Syriza alla guida del governo greco la scorsa estate, non stanno fino a oggi fornendo i risultati sperati dalla maggioranza dei suoi elettori.\r\n\r\nSull’isola di Lesbo nel frattempo la situazione si è fatta insostenibile e i cortei e le proteste si susseguono alternandosi. Residenti e “ospiti” dei campi profughi scendono in strada ininterrottamente. Seppur spesso gli uni contro gli altri le rispettive richieste non sono dissimili e per entrambi la priorità permane la chiusura dei campi profughi. La situazione è infatti al collasso da anni, basti pensare che l’hotspot di Moira ospita oggi più di 20000 persone a fronte di una capienza di 3500. E che la popolazione residente dell’intera isola non supera gli 80000 abitanti. Cortei, cariche della polizia, lanci di pietre e di lacrimogeni, arresti e retate, check point militari, agguati di stampo fascista. Sono questi gli eventi che compongono la quotidianità dell’isola di Lesbo negli ultimi due mesi.\r\n\r\n\r\n\r\nDal canto suo il presidente Mitsotakis sta provando a tranquillizzare gli animi dei suoi sostenitori promettendo una linea più dura sulle migrazioni, che comprende la costruzione di centri di detenzione pre-espulsione e rimpatri più veloci verso la Turchia, nonché lo stanziamento di 500000euro per la costruzione di un muro galleggiante lungo 3km al largo delle coste di Lesbo che funga da dissuasore per l’arrivo di ulteriori migranti dalla stessa Turchia.\r\n\r\n\r\nIl racconto di una compagna direttamente dall’isola di Lesbo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/LesboFebbraio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","13 Febbraio 2020","2020-02-13 17:19:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/mat_moria_ampe_22232534-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/mat_moria_ampe_22232534-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/mat_moria_ampe_22232534-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/mat_moria_ampe_22232534-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/mat_moria_ampe_22232534-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/mat_moria_ampe_22232534.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Nea Demokratia e l'isola di lesbo",1581614382,[],[],{"post_content":120,"post_title":125},{"matched_tokens":121,"snippet":123,"value":124},[72,122],"Demokratia","materia d’immigrazione da parte di \u003Cmark>Nea\u003C/mark> \u003Cmark>Demokratia\u003C/mark>, il partito di centrodestra che","Le politiche in materia d’immigrazione da parte di \u003Cmark>Nea\u003C/mark> \u003Cmark>Demokratia\u003C/mark>, il partito di centrodestra che ha sostituito Syriza alla guida del governo greco la scorsa estate, non stanno fino a oggi fornendo i risultati sperati dalla maggioranza dei suoi elettori.\r\n\r\nSull’isola di Lesbo nel frattempo la situazione si è fatta insostenibile e i cortei e le proteste si susseguono alternandosi. 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Il governo di Nea Demokratia, che si trova ormai in estrema difficoltà davanti agli eventi, risponde con una repressione poliziesca sempre più brutale nella gestione delle piazze.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Grecia0803.mp3\"][/audio]","8 Marzo 2021","2021-03-08 17:39:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/grecia-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/grecia-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/grecia-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/grecia-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/grecia.jpeg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Koufontinas continua a resistere: aggiornamenti dalla Grecia",1615225182,[155,63,156,157,158,159],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/koufontinas/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-della-fame/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-della-fame-detenuti/",[161,15,27,18,162,163],"carcere","sciopero della fame","sciopero della fame detenuti",{"post_content":165},{"matched_tokens":166,"snippet":167,"value":168},[72,122],"estremamente partecipate. 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Un ultimatum che intima a coloro che hanno occupato illegalmente edifici pubblici o privati di evacuarli e continua dichiarando che i richiedenti asilo e le persone con nazionalità diversa da quella greca e che non sono cittadini di paesi UE che risiedono in questi edifici saranno comunque trasferiti in centri temporanei. Gli occupanti di edifici privati devono mettersi in contatto con i proprietari e cercare un accordo. Nel documento viene dato un termine di 15 giorni dal 20 novembre per evacuare gli edifici occupati o accordarsi con i proprietari se la proprietà è privata.\r\nÈ la prima volta che il governo greco mette in atto un simile attacco, generale e frontale contro tutte le occupazioni del paese. L’ultimatum si inserisce in una strategia repressiva più ampia: con le elezioni del 7 luglio è tornato al governo il partito Nuova Democrazia della destra conservatrice, che ha conquistato la maggioranza dei seggi nel parlamento greco. Come annunciato durante la campagna elettorale, nel primo provvedimento fatto approvare dal governo in parlamento lo scorso 8 agosto c’era l’eliminazione dell’asilo universitario, ovvero il divieto alla polizia ed all’esercito di intervenire negli spazi delle università se non con l’autorizzazione formale dei rettori. Un provvedimento dal grande significato simbolico considerando che l’inviolabilità delle università era stata una delle principali conquiste della lotta contro la dittatura dei colonnelli, ancor più importante sul piano concreto in quanto determina la seria la messa in discussione di alcuni di quegli spazi di libertà nella società greca che avevano permesso ai movimenti di lotta di svilupparsi, crescere e radicarsi nell’ultimo decennio. A novembre sono invece tornate a pattugliare le strade di Atene la Squadra Delta che era stata abolita dal governo di SYRIZA, sotto la pressione dei movimenti di lotta. Si tratta di unità speciali che intervengono con moto montate da due poliziotti, che sono state utilizzate per tendere agguati e colpire violentemente nelle strade chi partecipava ad azioni e manifestazioni.\r\nSia in campagna elettorale sia una volta al governo, Mitsotakis ha dichiarato di voler “ripulire” Exarchia, un quartiere in cui “è stata allevata una nuova generazione di terroristi”.\r\n\r\nNell’arco del mese scorso il governo ha avviato un più diretto attacco contro gli spazi di libertà all’interno delle università e contro il movimento studentesco in vista delle manifestazioni del 17 novembre. Il 17 novembre in Grecia si celebrano le vittime della rivolta studentesca del Politecnico di Atene del 1973, repressa nel sangue con i carri armati, che segnò l’inizio della fine della dittatura dei colonnelli, caduta l’anno seguente. Da allora la giornata del 17 novembre non è solo occasione di commemorazione e celebrazione per il nuovo stato democratico greco del proprio mito fondativo ma è anche una giornata in cui scendono per le strade i movimenti di lotta, i movimenti radicali e rivoluzionari, dove spesso la polizia interviene e vi sono duri scontri.\r\nIl sei dicembre sarà l’anniversario dell’assassinio di Alexis Grigoropoulos da parte della polizia il 6 dicembre 2008, che scatenò una rivolta che si saldò con le proteste contro le politiche antipopolari ed autoritarie del governo.\r\nIl governo greco ha dato un’accelerazione alla sua strategia repressiva. Nelle prossime settimane è probabile che si intensifichino gli attacchi violenti al movimento e gli sgomberi di spazi occupati.\r\nCerto la strategia del nuovo governo non è stata pianificata dall’oggi al domani, è evidentemente una strategia a lungo preparata e resa possibile dalla politica adottata dal governo precedente guidato da SYRIZA. 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Questi provvedimenti se portati fino in fondo possono riaccendere un’ampia opposizione sociale in Grecia: sostenere il movimento anarchico e delle occupazioni in Grecia significa anche favorire lo sviluppo ti tale opposizione ed una sua radicalizzazione nei prossimi mesi.\r\n\r\nDella repressione statale e delle risposte del movimento greco e delle prospettive di solidarietà internazionale ne parliamo con Simone Ruini, un compagno che da anni segue le vicende elleniche.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/2019.12.03-09.00.grecia-simone-ruini.mp3\"][/audio]","3 Dicembre 2019","2019-12-03 12:53:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-768x480.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La risposta del movimento greco agli attacchi statali",1575377586,[63,188,157,189],"http://radioblackout.org/tag/politecnico-di-atene/","http://radioblackout.org/tag/squat-atene/",[15,33,18,25],{"post_content":192},{"matched_tokens":193,"snippet":194,"value":195},[72,122],"da Kyriakos Mitsotakis, esponente di \u003Cmark>Nea\u003C/mark> \u003Cmark>Demokratia\u003C/mark>, ha impresso una forte accelerazione","Nelle ultime settimane il governo greco guidato da Kyriakos Mitsotakis, esponente di \u003Cmark>Nea\u003C/mark> \u003Cmark>Demokratia\u003C/mark>, ha impresso una forte accelerazione alla strategia repressiva contro il movimento anarchico e delle occupazioni, di fronte al quale è urgente rilanciare l’attività di solidarietà.\r\nLo scorso 20 novembre infatti è stato pubblicato dalla stampa greca un vero e proprio ultimatum alle occupazioni emesso dal “Ministero della protezione dei cittadini”, cui è delegata la gestione dell’ordine pubblico e da cui dipende, assieme ai vigili del fuoco e la protezione civile, anche la polizia. 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Il quarto, Yannis Lagos, rimane invece in carcere. Tutti sono stati rinviati a giudizio.\r\nOggi comparirà davanti al giudice il leader del partito Nikos Mihaloliakos.\r\nSempre oggi è stato arrestato con l'accusa di essere un collaboratore di Xrisi Argi, l'ex capo del commissariato di polizia di Agios Panteleimonas, quartiere centrale di Atene abitato da numerosi immigrati. Gli immigrati che andavano al commissariato per denunciare aggressioni dei neo-nazisti venivano minacciati e cacciati con la violenza.\r\nIn questi anni le aggressioni nei confronti di immigrati, gli attacchi ai negozi gestiti da stranieri, pur quasi quotidiani, hanno goduto della copertura e dell'omertà della polizia. 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Decolonizzare il nostro sguardo è un passaggio importante per rinforzare legami e prospettive libertarie che si sono sviluppate lontano dall’Europa e dai paesi che l’Europa ha occupato, per sfruttarne le risorse. Andrea Staid, anarchico e antropologo, ha preso spunto da un libro di cui ci siamo già occupati “Anarchici d’oltremare. Anarchismo, indigenismo, decolonizzazione” di Carlos Taibo, editato da Zero in Condotta – www.zeroincondotta.org\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDal 29 maggio al 2 giugno: giornate di informazione e lotta antimilitarista\r\n\r\nVenerdì 29 maggio\r\nLa guerra in casa. Fabbriche d’armi, soldati per le strade, spese militari, tagli alla sanità\r\nne parliamo con\r\nAntonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\nPippo Gurrieri, ferroviere, anarchico, nella redazione di Sicilia Libertaria\r\nore 21 sulla piattaforma zoom\r\nhttps://us02web.zoom.us/j/82746662102\r\nMeeting ID: 827 4666 2102\r\n\r\nLunedì 1 giugno ore 10 punto informativo al mercato di Caselle Torinese\r\n\r\nMartedì 2 giugno\r\nore 16\r\npresidio dei senzapatria in piazza Castello a Torino\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","21 Maggio 2020","2020-05-21 15:37:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/elefante-luce-200x110.jpg","Anarres del 15 maggio. Ai confini dell’Europa. Le fabbriche liberate in Argentina. 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Il primo ministro Antonis Samaras si sta giocando il tutto per tutto. In dicembre la decisione di anticipare l'elezione del nuovo presidente della Repubblica ha di fatto decretato la fine della legislatura e del patto di governo che ha messo in sella l'esponente del partito di destra Nea Democratia.\r\nIn Grecia, se non il parlamento non raggiunge la maggioranza necessaria all'elezione del presidente della Repubblica, scatta lo scioglimento automatico e si apre la via alle elezioni.\r\nLa mossa di Samaras è stata quindi calcolata con cura.\r\nInevitabile chiedersi le ragioni della sua mossa.\r\nSecondo Gheorgos, un compagno del gruppo dei comunisti libertari di Atene, la mossa di Samaras è una sorta di eutanasia di un governo che non avrebbe retto le pressioni della trojka in primavera.\r\n\r\nAscolta la diretta con Gheorgos:\r\n\r\n2015 01 16 gheorgo\r\n\r\nOltre a mollare al proprio predecessore la patata bollente, Samaras tenta una ardua risalita nei favori degli elettori, che, secondo i sondaggi, darebbero una netta vittoria a Syriza, la formazione di sinistra guidata da Alexis Tsipras.\r\nIl principale alleato di Samaras è la paura. 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Previene e intuisce ciò che potrà capitare e pertanto avverte, redarguisce, invita, sibila, intima di… E come ogni ricattatore e ricattatrice che si voglia rispettare, quando non ottiene ciò che vuole, schianta, inesorabilmente, portando con sé morte e distruzione, ma soltanto a coloro che stanno in basso. E più in basso stanno e più li trascina inesorabilmente verso il baratro. La Borsa è il nuovo Hermes, l’araldo e il messaggero degli dei del Capitalismo, che cerca, mediante i suoi “inganni”, di ristabilire, fra umano e divino, quel contatto che è andato perduto. Platone fa sostenere a Socrate: «Hermes è Dio interprete, messaggero, ladro, ingannatore nei discorsi e pratico degli affari, in quanto esperto nell’uso della parola; suo figlio è il logos.» La Borsa è, dunque, la nuova divinità dell’eloquenza:abile, sottile, persuasiva. L’altro giorno ha nuovamente parlato: “meno 12%” – ha detto – “mi sono fatta male: sono caduta rovinosamente, di nuovo!”. Ha parlato dalla Grecia, dalla grotta scavata nel monte Cillene, la più alta cima del Peloponneso, sul confine tra l’Arcadia e l’Acaia, dove nacque Hermes. La Borsa aveva sentito dire, da un araldo degli dei, che “se ci fossero le lezioni anticipate e se le dovesse vincere un tal semidio di nome Tsipras, figlio di molti padri e madri, Synaspismos, Akoa, Dea, Keda, Energoi Polites, oggi riuniti sotto la dea Syriza, allora sarebbe la rovina non solo per tutta la madrepatria Grecia, ma anche per ogni luogo abitato sino alle colonne d’Ercole.” Questo triste vaticinio è stato subito diffuso dai messaggeri del Capitale, che hanno, ancora una volta, intimato, redarguito, subdolamente avvertito. Tsipras, per chi lo conosce, non ha alcuna intenzione di scardinare Zeus: non aspira a prendergli il posto, a democratizzare la pletora di divinità e a ridistribuire il maltolto. Antico progetto oramai passato in soffitta. Molti emissari del dio Capitale sanno che Tsipras non vuole spaventare la Borsa, ma anzi, cerca di circuirla e di farsi benvolere: “Non dovete aver paura di noi”- tuona Tsipras – “Syriza non sarà la fine dell’Euro. Sarà piuttosto la sua salvezza: se vinceremo le elezioni greche, faremo davvero decollare il progetto di Unione fiscale dell’Europa.” Uno sconto, vuole solo uno sconto, un segno anche minimo: un piccolo soffio vitale, come dopo una guerra disastrosa. Un atto di pietà del vincitore.\r\n\r\n“Non è vero” – risponde per le rime Antonis Samaras, figlio della dea Primavera Politica e protetto dal dio Pasok: “Syriza terrorizza i listini!” Mai frase fu più nefasta: che si colpisca la madre, la Borsa, è già cosa grave. Ma punire i “listini”, i suoi nobili figli, è cosa inaudita! Il padre Capitale non potrà mai permettere cosa simile. Già Egli fu magnanimo: diede soldi in gran quantità. Li portò l’FMI. 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La paura delle borse, che si sono affrettate a crollare dopo l'annuncio di nuove elezioni, la paura dell'abbandono della madre/matrigna Europa, nutrice dal latte avvelenato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Pietro Stara, autore di un articolo, uscito sul settimanale Umanità Nova.\r\nNe è scaturita una lunga riflessione sugli spazi e le prospettive di una proposta di sapore neo-socialdemocratico.\r\n\r\nAscolta la diretta con Pietro:\r\n\r\n2015 01 22 pietro tsipras\r\n\r\nDi seguito l'articolo uscito su UN.\r\n\r\nNegli ultimi decenni ha preso corpo, sostanza, fisicità un luogo che forniva numeri al grande capitale: la Borsa. Si è antropoformizzata: corre, avanza, cade, arretra, si rialza, crolla. E come ogni buon essere umano ha paura, ma soprattutto, fa paura: reagisce non solo ad ogni attacco, ma anche ad ogni presunto attacco. 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Ha parlato dalla Grecia, dalla grotta scavata nel monte Cillene, la più alta cima del Peloponneso, sul confine tra l’Arcadia e l’Acaia, dove nacque Hermes. La Borsa aveva sentito dire, da un araldo degli dei, che “se ci fossero le lezioni anticipate e se le dovesse vincere un tal semidio di nome Tsipras, figlio di molti padri e madri, Synaspismos, Akoa, Dea, Keda, Energoi Polites, oggi riuniti sotto la dea Syriza, allora sarebbe la rovina non solo per tutta la madrepatria Grecia, ma anche per ogni luogo abitato sino alle colonne d’Ercole.” Questo triste vaticinio è stato subito diffuso dai messaggeri del Capitale, che hanno, ancora una volta, intimato, redarguito, subdolamente avvertito. Tsipras, per chi lo conosce, non ha alcuna intenzione di scardinare Zeus: non aspira a prendergli il posto, a democratizzare la pletora di divinità e a ridistribuire il maltolto. Antico progetto oramai passato in soffitta. Molti emissari del dio Capitale sanno che Tsipras non vuole spaventare la Borsa, ma anzi, cerca di circuirla e di farsi benvolere: “Non dovete aver paura di noi”- tuona Tsipras – “Syriza non sarà la fine dell’Euro. Sarà piuttosto la sua salvezza: se vinceremo le elezioni greche, faremo davvero decollare il progetto di Unione fiscale dell’Europa.” Uno sconto, vuole solo uno sconto, un segno anche minimo: un piccolo soffio vitale, come dopo una guerra disastrosa. Un atto di pietà del vincitore.\r\n\r\n“Non è vero” – risponde per le rime Antonis Samaras, figlio della dea Primavera Politica e protetto dal dio Pasok: “Syriza terrorizza i listini!” Mai frase fu più nefasta: che si colpisca la madre, la Borsa, è già cosa grave. Ma punire i “listini”, i suoi nobili figli, è cosa inaudita! Il padre Capitale non potrà mai permettere cosa simile. Già Egli fu magnanimo: diede soldi in gran quantità. Li portò l’FMI. 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L'alleanza tra ampi settori delle forze dell'ordine e la destra nazista di Xrisi Argi, l'inaspettato e repentino cambio dei vertici della polizia ellenica, deciso in in una notte dal ministro degli interni Dendias, il mutato atteggiamento del governo conservatore di Antonis Samaras verso Xrisi Argi dopo l'assassinio del rapper Pavlos Fyssas, alcuni annunci incendiari apparsi sui blog e le pagine facebook di autorevoli esponenti del partito sono gli elementi che hanno indotto alcuni commentatori ad ipotizzare che un colpo di stato potesse essere imminente.\r\nI compagni greci sono tuttavia scettici sull'ipotesi, che pur restando nel novero delle possibilità, parrebbe in questo momento improbabile.\r\nSecondo Georgo, un compagno del gruppo dei Comunisti libertari di Atene, il goverbo Samaras, che pure ha protetto e coperto Xrisi Argi, oggi Nea Democratia teme una affermazione elettorale della formazione guidata da Nicolaos Michaloliákos. 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In un clima di nervosa attesa, mentre ad Atene stavano per cominciare le manifestazioni intorno al Parlamento che questa notte potrebbe approvare un nuovo durissimo piano di tagli alla sanità, ai salari, alle pensioni, abbiamo discusso con Massimo Varengo, compagno di Milano che conosce bene la situazione greca e il movimento anarchico di quel paese, delle prospettive di un movimento di opposizione popolare ben deciso a non ingoiare il rospo imposto dalla trojka (FMI, BCE, UE).\r\nMentre scriviamo Atene brucia: gli scontri intorno al Parlamento sono durissimi, la polizia spazza la piazza con cariche e lacrimogeni, i dimostranti rispondono con pietre, bombe carta e molotov.\r\nLa ricetta proposta dal premier Papademos, il tecnocrate chiamato ad eseguire i diktat europei, è particolarmente dura. Papademos, sostenuto in maniera bipartisan dai due principali partiti greci, la conservatrice Nea Democratia e i socialisti del Pasok, vuole servire ai greci altri durissimi sacrifici. Il paese è ormai allo stremo: in alcuni ospedali la gente deve portare da casa aghi e carta igienica, i pronto soccorso straripano di gente che non può pagare il medico di base, la disoccupazione è alle stelle.\r\nIl piano che con ogni probabilità verrà approvato questa notte prevede una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation, una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio delle pensioni. In vendita le quote pubbliche in petrolio, gas e acqua.\r\nÈ significativo che in questi stessi giorni anche in Spagna dopo la riforma laboral imposta dal governo di Mariano Rajoy, a Madrid ci siano state manifestazioni sfociate in scontri con la polizia.\r\nIn Italia Monti si sta accingendo a varare misure analoghe, tentando approcci – poi smentiti con la segretaria CGIL Camusso – per un passaggio morbido delle misure.\r\nPapademos sta sostenendo che la scelta è tra il male e il peggio. Ormai da tempo i lavoratori greci rifiutano la scelta e optano per la libertà.\r\nAssediando il parlamento ma non solo. In alcune località come la cittadina di Kirkis, a 80 chilometri da Salonicco, i lavoratori dell’ospedale locale hanno deciso di autogestire la struttura con criteri di condivisione e solidarietà.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Massimo Varengo[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-02-12-grecia-massimo-varengo.mp3|titles=2012 02 12 grecia massimo varengo]\r\nScarica il file","12 Febbraio 2012","Domenica 12 febbraio. 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La disoccupazione giovanile arriva al 60%, i salari e le pensioni non coprono le spese essenziali, negli ospedali c’é carenza di medicine.Diversamente dallo sciopero del 26 settembre non ci sono stati arresti preventivi tra le assemblee di quartiere: la forte reazione a questa forma di repressione anticipata ha evidentemente dissuaso la polizia dal proseguire su questa strada.\r\nTanta parte delle reti di solidarietà che in qualche modo arginavano il dilagare della povertà stanno saltando, mentre la disaffezione alla partecipazione diretta è in aumento. Gli scioperi delle ultime tre settimane non sono stati totali come in passato, i disoccupati non hanno partecipato alla manifestazione del 18 ottobre, che al termine dei consueti scontri finali ha un bilancio di un morto per infarto, tre feriti gravi per le botte.\r\nIn questo contesto si allarga il consenso sociale della destra neonazista che, secondo alcuni sondaggi, in caso di voto vedrebbe raddoppiato il pur considerevole bottino racimolato all’ultima consultazione, collocandosi al terzo posto dopo Syriza e Nea Democratia.La politica dei nazisti è molto semplice e molto efficace: coniugare la violenza contro stranieri ed immigrati con la costruzione di reti di solidarietà finanziate dalla chiesa ortodossa e da alcuni imprenditori amici.\r\nAnarres ne ha parlato con Simone Ruini, della commissione relazioni internazionali della FAI, che mantiene un contatto costante con i compagni greci del gruppo dei Comunisti Libertari di Atene, che stanno sviluppando una interessante riflessione sulla necessità di coniugare un forte conflitto sociale e una pratica di contrasto diretto delle presenza neonazista con la nascita di reti solidali tra città e campagna.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Simone: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/2012-10-19-ruini-grecia.mp3|titles=2012 10 19 ruini grecia]\r\n\r\nScarica l’audio","21 Ottobre 2012","Tre scioperi generali in meno di un mese sono il sintomo di un disagio sociale profondo, che gli ulteriori tagli di 11,5 miliardi pretesi dalla Trojka (FMI, BCE, UE) in cambio di un ulteriore prestito di 32 miliardi, non potranno che approfondire.\r\nQuesti scioperi, ultimo è stato il 18 ottobre, nonostante la paralisi pressoché assoluta di buona parte delle attività produttive e dei servizi, non sono riusciti a fermare il governo guidato dal conservatore Antonis Samaras, che continua in una linea di rigore che ha messo in ginocchio buona parte della popolazione greca. 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