","Grecia. Finito lo sciopero di Koufontinas, cresce e si allarga la protesta contro la polizia e il governo","post",1615902210,[53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/atene/","http://radioblackout.org/tag/brutalita-poliziesca/","http://radioblackout.org/tag/covid/","http://radioblackout.org/tag/dimitri-koufontinas/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/nea-smirni/","http://radioblackout.org/tag/salonicco/",[17,27,15,25,19,23,21],{"post_content":62,"tags":68},{"matched_tokens":63,"snippet":66,"value":67},[64,65],"Nea","Smirni","la brutalità poliziesca come a \u003Cmark>Nea\u003C/mark> \u003Cmark>Smirni\u003C/mark>, piazze di studenti che non","L’annuncio della fine dello sciopero della fame di Dimitri Koufontinas si connette direttamente con le piazze che per settimane hanno sfidato e messo a dura prova la tenuta del governo Mitsotakis. Piazze solidali con la lotta di Dimitri contro la riforma carceraria, piazze che si battono contro la brutalità poliziesca come a \u003Cmark>Nea\u003C/mark> \u003Cmark>Smirni\u003C/mark>, piazze di studenti che non accettano la militarizzazione delle università.\r\nLa decisione di Dimitri è motivata proprio dall’importanza e dall’imponenza delle lotte che hanno attraversato la Grecia per settimane. D’altra parte senza lo sciopero nel quale ha messo a rischio la sua vita e non ci sarebbe stata la risposta delle piazze.\r\nL’annuncio sulla cessazione dello sciopero è arrivato dopo il comunicato dei medici, che annunciavano come prossima la sua morte. Kuofontinas è ancora in ospedale a Lamia, dove dovrà affrontare una lunga riabilitazione: forte è il rischio di una compromissione cronica dei reni. I ricorsi della sua avvocata sono stati respinti e lui è ancora ancora affidato al carcere speciale di Domokos, tuttavia ora partiranno altri ricorsi. La battaglia giudiziaria continua.\r\nAd Atene e Salonicco le proteste si stanno intensificando.\r\nL’episodio più significativo è avvenuto nel quartiere di \u003Cmark>Nea\u003C/mark> \u003Cmark>Smirni\u003C/mark>, dove, domenica 7 marzo, la polizia aveva fermato e multato alcuni ragazzi in un parco: alle loro proteste era scattato un pestaggio. Il video delle manganellate è diventato presto virale. Due ore dopo un corteo spontaneo aveva attraversato il quartiere ed era stato caricato violentemente dalla polizia in antisommossa e dai famigerati reparti Delta in motocicletta.\r\nDue giorni dopo svariate migliaia di persone avevano risposto all’appello dell’assemblea popolare di \u003Cmark>Nea\u003C/mark> \u003Cmark>Smirni\u003C/mark> e, nonostante blocchi della metropolitana e posti di blocco erano riusciti a convergere nella piazzetta centrale, da dove partiva un corteo diretto alla commissariato di zona. Alle 19, circa un’ora dopo la partenza partono i primi scontri, che proseguiranno per ore. L’attenzione mediatica sarà poi interamente concentrata sul grave ferimento di un poliziotto della Delta.\r\nIn realtà i dati più significativi sono altri: da un lato il fatto che migliaia di persone non coinvolte negli scontri sono comunque rimaste in piazza, dando sostegno alle prime file, dall’altro la solidarietà degli abitanti che in più occasioni hanno aperto i portoni delle case, per dare rifugio agli insorti.\r\nLa giornata si è conclusa con trenta fermi, 13 arresti di persone poi rilasciate in attesa di processo e con tre condanne per direttissima a manifestanti accusati del ferimento dell’agente della Delta.\r\nLa terza ondata della pandemia, che si sta abbattendo sulla Grecia, viene affrontata dal governo sul piano meramente disciplinare, moltiplicando i controlli e le multe. La risposta di \u003Cmark>Nea\u003C/mark> \u003Cmark>Smirni\u003C/mark> non può che aumentare la crescente difficoltà del governo Mitsotakis ad affrontare la marea crescente della protesta di piazza.\r\nIl giovedì successivo, due giorni dopo la sollevazione di \u003Cmark>Nea\u003C/mark> \u003Cmark>Smirni\u003C/mark> e la canea mediatica intorno al ferimento del poliziotto, oltre 12.000 persone partecipavano ad un nuovo corteo nel centro di Atene.\r\nA Salonicco, la seconda città della Grecia la risposta allo sgombero del rettorato occupato, è stato un corteo enorme terminato con scontri con la polizia.\r\nIn questo ultimo weekend sia nelle città che nei quartieri periferici di Atene ci sono state una miriade di manifestazioni contro la brutalità della polizia, che questa volta ha pensato bene di non farsi vedere.\r\nAscolta la diretta da Atene con Gabrio, redattore di Blackout:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-16-grecia-gabrio.mp3\"][/audio]",[69,71,73,75,77,79,84],{"matched_tokens":70,"snippet":17},[],{"matched_tokens":72,"snippet":27},[],{"matched_tokens":74,"snippet":15},[],{"matched_tokens":76,"snippet":25},[],{"matched_tokens":78,"snippet":19},[],{"matched_tokens":80,"snippet":83},[81,82],"nea","smirni","\u003Cmark>nea\u003C/mark> \u003Cmark>smirni\u003C/mark>",{"matched_tokens":85,"snippet":21},[],[87,93],{"field":28,"indices":88,"matched_tokens":90,"snippets":92},[89],5,[91],[81,82],[83],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":66,"value":67},"post_content",[64,65],1157451471441625000,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":39,"score":101,"tokens_matched":100,"typo_prefix_score":39},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",6646,{"collection_name":50,"first_q":23,"per_page":104,"q":23},6,{"facet_counts":106,"found":89,"hits":137,"out_of":276,"page":14,"request_params":277,"search_cutoff":29,"search_time_ms":278},[107,113],{"counts":108,"field_name":111,"sampled":29,"stats":112},[109],{"count":100,"highlighted":110,"value":110},"anarres","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":114,"field_name":28,"sampled":29,"stats":135},[115,117,119,121,123,125,127,129,131,133],{"count":116,"highlighted":19,"value":19},4,{"count":100,"highlighted":118,"value":118},"Sciopero Generale",{"count":14,"highlighted":120,"value":120},"tene",{"count":14,"highlighted":122,"value":122},"golpe",{"count":14,"highlighted":124,"value":124},"tsipras",{"count":14,"highlighted":126,"value":126},"samaras",{"count":14,"highlighted":128,"value":128},"Calcidica",{"count":14,"highlighted":130,"value":130},"licenziamenti",{"count":14,"highlighted":132,"value":132},"lacrime e sangue",{"count":14,"highlighted":134,"value":134},"elezioni in grecia",{"total_values":136},16,[138,165,193,220,247],{"document":139,"highlight":152,"highlights":157,"text_match":160,"text_match_info":161},{"comment_count":39,"id":140,"is_sticky":39,"permalink":141,"podcastfilter":142,"post_author":110,"post_content":143,"post_date":144,"post_excerpt":45,"post_id":140,"post_modified":145,"post_thumbnail":146,"post_title":147,"post_type":148,"sort_by_date":149,"tag_links":150,"tags":151},"60653","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-15-maggio-ai-confini-delleuropa-le-fabbriche-liberate-in-argentina-negozi-aperti-piazze-chiuse-decolonizzare-lanarchismo/",[110],"Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-15-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nAi confini d’Europa. Lesvos, Chios, Samos, Leros e Kos sono diventate isole prigioni per i migranti che vi approdano dalla Turchia, in una battaglia di confine si è scatenata a febbraio, quando la Turchia ha trasformati i profughi di guerra siriani in immigrati clandestini, spingendoli verso i confini con la Grecia. Nel paese ellenico l’estrema destra nazionalista ha attaccato i migranti, bruciato le sedi dei solidali, braccato i no border. I fascisti, braccio armato del governo di Nea Democratia, hanno aperto la strada ad una durissima repressione, che, complice il lockdown, è passata in buona parte sotto silenzio.\r\nUna vasta solidarietà è stata attuata da gruppi di mutuo appoggio che hanno moltiplicato le mense autogestite, che raccolgono, cucinano e distribuiscono cibo. \r\nCe ne ha parlato Giulio anarchico e ricercatore precario da molti anni ad Atene\r\n\r\nL’autogestione come resistenza alla crisi. L’esperienza argentina\r\n\r\nAprono i negozi, i parrucchieri, i ristoranti. Resta quasi del tutto vietato manifestare, riunirsi, scioperare. Restano aperte le carceri ed i tribunali, ma udienze e processi sono da remoto. Così si gettano in carcere sette anarchici con accuse che comportano decenni di carcere, nonostante siano riferite ad azioni di banale sabotaggio o normale lotta sociale. Lo Stato di polizia avanza giorno dopo giorno.\r\n\r\nAnarchismo. Decolonizzare il nostro sguardo è un passaggio importante per rinforzare legami e prospettive libertarie che si sono sviluppate lontano dall’Europa e dai paesi che l’Europa ha occupato, per sfruttarne le risorse. Andrea Staid, anarchico e antropologo, ha preso spunto da un libro di cui ci siamo già occupati “Anarchici d’oltremare. Anarchismo, indigenismo, decolonizzazione” di Carlos Taibo, editato da Zero in Condotta – www.zeroincondotta.org\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDal 29 maggio al 2 giugno: giornate di informazione e lotta antimilitarista\r\n\r\nVenerdì 29 maggio\r\nLa guerra in casa. Fabbriche d’armi, soldati per le strade, spese militari, tagli alla sanità\r\nne parliamo con\r\nAntonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\nPippo Gurrieri, ferroviere, anarchico, nella redazione di Sicilia Libertaria\r\nore 21 sulla piattaforma zoom\r\nhttps://us02web.zoom.us/j/82746662102\r\nMeeting ID: 827 4666 2102\r\n\r\nLunedì 1 giugno ore 10 punto informativo al mercato di Caselle Torinese\r\n\r\nMartedì 2 giugno\r\nore 16\r\npresidio dei senzapatria in piazza Castello a Torino\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","21 Maggio 2020","2020-05-21 15:37:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/elefante-luce-200x110.jpg","Anarres del 15 maggio. Ai confini dell’Europa. Le fabbriche liberate in Argentina. 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Il primo ministro Antonis Samaras si sta giocando il tutto per tutto. In dicembre la decisione di anticipare l'elezione del nuovo presidente della Repubblica ha di fatto decretato la fine della legislatura e del patto di governo che ha messo in sella l'esponente del partito di destra Nea Democratia.\r\nIn Grecia, se non il parlamento non raggiunge la maggioranza necessaria all'elezione del presidente della Repubblica, scatta lo scioglimento automatico e si apre la via alle elezioni.\r\nLa mossa di Samaras è stata quindi calcolata con cura.\r\nInevitabile chiedersi le ragioni della sua mossa.\r\nSecondo Gheorgos, un compagno del gruppo dei comunisti libertari di Atene, la mossa di Samaras è una sorta di eutanasia di un governo che non avrebbe retto le pressioni della trojka in primavera.\r\n\r\nAscolta la diretta con Gheorgos:\r\n\r\n2015 01 16 gheorgo\r\n\r\nOltre a mollare al proprio predecessore la patata bollente, Samaras tenta una ardua risalita nei favori degli elettori, che, secondo i sondaggi, darebbero una netta vittoria a Syriza, la formazione di sinistra guidata da Alexis Tsipras.\r\nIl principale alleato di Samaras è la paura. La paura delle borse, che si sono affrettate a crollare dopo l'annuncio di nuove elezioni, la paura dell'abbandono della madre/matrigna Europa, nutrice dal latte avvelenato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Pietro Stara, autore di un articolo, uscito sul settimanale Umanità Nova.\r\nNe è scaturita una lunga riflessione sugli spazi e le prospettive di una proposta di sapore neo-socialdemocratico.\r\n\r\nAscolta la diretta con Pietro:\r\n\r\n2015 01 22 pietro tsipras\r\n\r\nDi seguito l'articolo uscito su UN.\r\n\r\nNegli ultimi decenni ha preso corpo, sostanza, fisicità un luogo che forniva numeri al grande capitale: la Borsa. Si è antropoformizzata: corre, avanza, cade, arretra, si rialza, crolla. E come ogni buon essere umano ha paura, ma soprattutto, fa paura: reagisce non solo ad ogni attacco, ma anche ad ogni presunto attacco. Previene e intuisce ciò che potrà capitare e pertanto avverte, redarguisce, invita, sibila, intima di… E come ogni ricattatore e ricattatrice che si voglia rispettare, quando non ottiene ciò che vuole, schianta, inesorabilmente, portando con sé morte e distruzione, ma soltanto a coloro che stanno in basso. E più in basso stanno e più li trascina inesorabilmente verso il baratro. La Borsa è il nuovo Hermes, l’araldo e il messaggero degli dei del Capitalismo, che cerca, mediante i suoi “inganni”, di ristabilire, fra umano e divino, quel contatto che è andato perduto. Platone fa sostenere a Socrate: «Hermes è Dio interprete, messaggero, ladro, ingannatore nei discorsi e pratico degli affari, in quanto esperto nell’uso della parola; suo figlio è il logos.» La Borsa è, dunque, la nuova divinità dell’eloquenza:abile, sottile, persuasiva. L’altro giorno ha nuovamente parlato: “meno 12%” – ha detto – “mi sono fatta male: sono caduta rovinosamente, di nuovo!”. Ha parlato dalla Grecia, dalla grotta scavata nel monte Cillene, la più alta cima del Peloponneso, sul confine tra l’Arcadia e l’Acaia, dove nacque Hermes. La Borsa aveva sentito dire, da un araldo degli dei, che “se ci fossero le lezioni anticipate e se le dovesse vincere un tal semidio di nome Tsipras, figlio di molti padri e madri, Synaspismos, Akoa, Dea, Keda, Energoi Polites, oggi riuniti sotto la dea Syriza, allora sarebbe la rovina non solo per tutta la madrepatria Grecia, ma anche per ogni luogo abitato sino alle colonne d’Ercole.” Questo triste vaticinio è stato subito diffuso dai messaggeri del Capitale, che hanno, ancora una volta, intimato, redarguito, subdolamente avvertito. Tsipras, per chi lo conosce, non ha alcuna intenzione di scardinare Zeus: non aspira a prendergli il posto, a democratizzare la pletora di divinità e a ridistribuire il maltolto. Antico progetto oramai passato in soffitta. Molti emissari del dio Capitale sanno che Tsipras non vuole spaventare la Borsa, ma anzi, cerca di circuirla e di farsi benvolere: “Non dovete aver paura di noi”- tuona Tsipras – “Syriza non sarà la fine dell’Euro. Sarà piuttosto la sua salvezza: se vinceremo le elezioni greche, faremo davvero decollare il progetto di Unione fiscale dell’Europa.” Uno sconto, vuole solo uno sconto, un segno anche minimo: un piccolo soffio vitale, come dopo una guerra disastrosa. Un atto di pietà del vincitore.\r\n\r\n“Non è vero” – risponde per le rime Antonis Samaras, figlio della dea Primavera Politica e protetto dal dio Pasok: “Syriza terrorizza i listini!” Mai frase fu più nefasta: che si colpisca la madre, la Borsa, è già cosa grave. Ma punire i “listini”, i suoi nobili figli, è cosa inaudita! Il padre Capitale non potrà mai permettere cosa simile. Già Egli fu magnanimo: diede soldi in gran quantità. Li portò l’FMI. 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Ha parlato dalla Grecia, dalla grotta scavata nel monte Cillene, la più alta cima del Peloponneso, sul confine tra l’Arcadia e l’Acaia, dove nacque Hermes. La Borsa aveva sentito dire, da un araldo degli dei, che “se ci fossero le lezioni anticipate e se le dovesse vincere un tal semidio di nome Tsipras, figlio di molti padri e madri, Synaspismos, Akoa, Dea, Keda, Energoi Polites, oggi riuniti sotto la dea Syriza, allora sarebbe la rovina non solo per tutta la madrepatria Grecia, ma anche per ogni luogo abitato sino alle colonne d’Ercole.” Questo triste vaticinio è stato subito diffuso dai messaggeri del Capitale, che hanno, ancora una volta, intimato, redarguito, subdolamente avvertito. Tsipras, per chi lo conosce, non ha alcuna intenzione di scardinare Zeus: non aspira a prendergli il posto, a democratizzare la pletora di divinità e a ridistribuire il maltolto. Antico progetto oramai passato in soffitta. Molti emissari del dio Capitale sanno che Tsipras non vuole spaventare la Borsa, ma anzi, cerca di circuirla e di farsi benvolere: “Non dovete aver paura di noi”- tuona Tsipras – “Syriza non sarà la fine dell’Euro. Sarà piuttosto la sua salvezza: se vinceremo le elezioni greche, faremo davvero decollare il progetto di Unione fiscale dell’Europa.” Uno sconto, vuole solo uno sconto, un segno anche minimo: un piccolo soffio vitale, come dopo una guerra disastrosa. Un atto di pietà del vincitore.\r\n\r\n“Non è vero” – risponde per le rime Antonis Samaras, figlio della dea Primavera Politica e protetto dal dio Pasok: “Syriza terrorizza i listini!” Mai frase fu più nefasta: che si colpisca la madre, la Borsa, è già cosa grave. Ma punire i “listini”, i suoi nobili figli, è cosa inaudita! Il padre Capitale non potrà mai permettere cosa simile. Già Egli fu magnanimo: diede soldi in gran quantità. Li portò l’FMI. 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L'alleanza tra ampi settori delle forze dell'ordine e la destra nazista di Xrisi Argi, l'inaspettato e repentino cambio dei vertici della polizia ellenica, deciso in in una notte dal ministro degli interni Dendias, il mutato atteggiamento del governo conservatore di Antonis Samaras verso Xrisi Argi dopo l'assassinio del rapper Pavlos Fyssas, alcuni annunci incendiari apparsi sui blog e le pagine facebook di autorevoli esponenti del partito sono gli elementi che hanno indotto alcuni commentatori ad ipotizzare che un colpo di stato potesse essere imminente.\r\nI compagni greci sono tuttavia scettici sull'ipotesi, che pur restando nel novero delle possibilità, parrebbe in questo momento improbabile.\r\nSecondo Georgo, un compagno del gruppo dei Comunisti libertari di Atene, il goverbo Samaras, che pure ha protetto e coperto Xrisi Argi, oggi Nea Democratia teme una affermazione elettorale della formazione guidata da Nicolaos Michaloliákos. L'assassinio di Fyssas ha fornito il pretesto per operazioni di smarcamento dagli ingombranti nazisti.\r\nIn questi giorni la Grecia è stata attraversata da una raffica di scioperi fenerali nel pubblico impiego dove Samaras ha annunciato oltre ventitremila licenziamenti.\r\nNella penisola Calcidica, dove la popolazione è da anni in lotta contro le cave d'oro, che inquinano e devastano il territorio, la scorsa settimana è scoppiata un rivolta innescata dal ribaltamento in mezzo ad un paese di un camion che trasportava arsenico destinato ad una cava aurifera. La polizia ha caricato con violenza i manifestanti: pochi giorni dopo sono scattati alcuni arresti. Gli attivisti sono accusati di alcuni atti di sabotaggio verso le cave.\r\nLa lotta antifascista non si è mai fermata dopo l'assassinio di Fyssas. Mercoledì ad Atene un corteo di circa diecimila persone si è scontrato per ore con la polizia schierata a difesa della sede di Xrisi Argi.\r\nAscolta la diretta con Georgo:\r\n\r\n2013 09 27 georgo grecia\r\n\r\nAscolta anche la diretta della scorsa settimana sull'assassinio di Pavolos Fyssas\r\n\r\n2013 09 20 georgos assassinio pavlos","27 Settembre 2013","2018-10-17 22:10:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/scontri-grecia-2-200x110.jpg","Grecia. 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La disoccupazione giovanile arriva al 60%, i salari e le pensioni non coprono le spese essenziali, negli ospedali c’é carenza di medicine.Diversamente dallo sciopero del 26 settembre non ci sono stati arresti preventivi tra le assemblee di quartiere: la forte reazione a questa forma di repressione anticipata ha evidentemente dissuaso la polizia dal proseguire su questa strada.\r\nTanta parte delle reti di solidarietà che in qualche modo arginavano il dilagare della povertà stanno saltando, mentre la disaffezione alla partecipazione diretta è in aumento. Gli scioperi delle ultime tre settimane non sono stati totali come in passato, i disoccupati non hanno partecipato alla manifestazione del 18 ottobre, che al termine dei consueti scontri finali ha un bilancio di un morto per infarto, tre feriti gravi per le botte.\r\nIn questo contesto si allarga il consenso sociale della destra neonazista che, secondo alcuni sondaggi, in caso di voto vedrebbe raddoppiato il pur considerevole bottino racimolato all’ultima consultazione, collocandosi al terzo posto dopo Syriza e Nea Democratia.La politica dei nazisti è molto semplice e molto efficace: coniugare la violenza contro stranieri ed immigrati con la costruzione di reti di solidarietà finanziate dalla chiesa ortodossa e da alcuni imprenditori amici.\r\nAnarres ne ha parlato con Simone Ruini, della commissione relazioni internazionali della FAI, che mantiene un contatto costante con i compagni greci del gruppo dei Comunisti Libertari di Atene, che stanno sviluppando una interessante riflessione sulla necessità di coniugare un forte conflitto sociale e una pratica di contrasto diretto delle presenza neonazista con la nascita di reti solidali tra città e campagna.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Simone: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/2012-10-19-ruini-grecia.mp3|titles=2012 10 19 ruini grecia]\r\n\r\nScarica l’audio","21 Ottobre 2012","Tre scioperi generali in meno di un mese sono il sintomo di un disagio sociale profondo, che gli ulteriori tagli di 11,5 miliardi pretesi dalla Trojka (FMI, BCE, UE) in cambio di un ulteriore prestito di 32 miliardi, non potranno che approfondire.\r\nQuesti scioperi, ultimo è stato il 18 ottobre, nonostante la paralisi pressoché assoluta di buona parte delle attività produttive e dei servizi, non sono riusciti a fermare il governo guidato dal conservatore Antonis Samaras, che continua in una linea di rigore che ha messo in ginocchio buona parte della popolazione greca. 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In un clima di nervosa attesa, mentre ad Atene stavano per cominciare le manifestazioni intorno al Parlamento che questa notte potrebbe approvare un nuovo durissimo piano di tagli alla sanità, ai salari, alle pensioni, abbiamo discusso con Massimo Varengo, compagno di Milano che conosce bene la situazione greca e il movimento anarchico di quel paese, delle prospettive di un movimento di opposizione popolare ben deciso a non ingoiare il rospo imposto dalla trojka (FMI, BCE, UE).\r\nMentre scriviamo Atene brucia: gli scontri intorno al Parlamento sono durissimi, la polizia spazza la piazza con cariche e lacrimogeni, i dimostranti rispondono con pietre, bombe carta e molotov.\r\nLa ricetta proposta dal premier Papademos, il tecnocrate chiamato ad eseguire i diktat europei, è particolarmente dura. Papademos, sostenuto in maniera bipartisan dai due principali partiti greci, la conservatrice Nea Democratia e i socialisti del Pasok, vuole servire ai greci altri durissimi sacrifici. Il paese è ormai allo stremo: in alcuni ospedali la gente deve portare da casa aghi e carta igienica, i pronto soccorso straripano di gente che non può pagare il medico di base, la disoccupazione è alle stelle.\r\nIl piano che con ogni probabilità verrà approvato questa notte prevede una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation, una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio delle pensioni. In vendita le quote pubbliche in petrolio, gas e acqua.\r\nÈ significativo che in questi stessi giorni anche in Spagna dopo la riforma laboral imposta dal governo di Mariano Rajoy, a Madrid ci siano state manifestazioni sfociate in scontri con la polizia.\r\nIn Italia Monti si sta accingendo a varare misure analoghe, tentando approcci – poi smentiti con la segretaria CGIL Camusso – per un passaggio morbido delle misure.\r\nPapademos sta sostenendo che la scelta è tra il male e il peggio. Ormai da tempo i lavoratori greci rifiutano la scelta e optano per la libertà.\r\nAssediando il parlamento ma non solo. In alcune località come la cittadina di Kirkis, a 80 chilometri da Salonicco, i lavoratori dell’ospedale locale hanno deciso di autogestire la struttura con criteri di condivisione e solidarietà.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Massimo Varengo[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-02-12-grecia-massimo-varengo.mp3|titles=2012 02 12 grecia massimo varengo]\r\nScarica il file","12 Febbraio 2012","Domenica 12 febbraio. 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