","La necropolitica in Brasile e in Argentina, differenze e similitudini","post",1592097763,[],[],{"post_title":60},{"matched_tokens":61,"snippet":63,"value":63},[62],"necropolitica","La \u003Cmark>necropolitica\u003C/mark> in Brasile e in Argentina, differenze e similitudini",[65],{"field":66,"matched_tokens":67,"snippet":63,"value":63},"post_title",[62],578729985926234200,{"best_field_score":70,"best_field_weight":71,"fields_matched":16,"num_tokens_dropped":44,"score":72,"tokens_matched":16,"typo_prefix_score":73},"1108024229888",15,"578729985926234233",4,{"document":75,"highlight":96,"highlights":117,"text_match":68,"text_match_info":127},{"cat_link":76,"category":77,"comment_count":44,"id":78,"is_sticky":44,"permalink":79,"post_author":47,"post_content":80,"post_date":81,"post_excerpt":50,"post_id":78,"post_modified":82,"post_thumbnail":83,"post_thumbnail_html":84,"post_title":85,"post_type":55,"sort_by_date":86,"tag_links":87,"tags":95},[41],[43],"69195","http://radioblackout.org/2021/05/polizia-soggetti-da-favela-e-territorio-ruoli-e-gerarchie/","Jacarezinho - 7 maggio 2021, è un episodio che va contestualizzato non solo nella favela in questione ma in un sistema e in una Guerra alla droga che ha assunto da tempo i contorni di operazioni militari, già presenti in Messico e in parte in Colombia che rispondono all'adozione delle modalità della necropolitica, come già accennato da Laura Burocco su \"il manifesto\" (11 maggio 2021), dove è evidenziata la quantità di esecuzioni sommarie, confermata dal confronto con gli arresti (solo 6). Il bilancio è di 28 morti e una favela di 40000 abitanti devastata e terrorizzata.\r\n\r\nLa polizia brasiliana ha dichiarato che stava indagando sul reclutamento di adolescenti da parte del Comando Vermelho – banda storica, nata nel 1969 in carcere dall'alleanza tra criminalità comune e militanti di sinistra –, pesantemente coinvolti nel traffico di droga e armi e che hanno base logistica nella favela carioca\r\n\r\nPer capire questa strage bisogna riflettere sui tre protagonisti: il ruolo della polizia, quello dei soggetti e il territorio. I vertici della polizia continuano a rivendicare la strage come un successo e si trincerano dietro la lunga preparazione, trovando in questo semplice fatto l'autolegititmazione; un aspetto che si colloca nella tradizione carioca secondo la quale le forze dell'ordine di Rio sono le più feroci ed assassine, pur non agendo nelle zone più violente del paese – che si trovano nel Nordest del paese. Un modo deliberatamente omicida, perché considerata una prassi efficace per gli scopi educativi, senza tenere conto di procedure richieste dalle regole di ingaggio (visto che si tratta di una Guerra) per operazioni in territori densamente popolati da civili. Questo è possibile per la copertura offerta dai vertici politici, a cominciare dall'incendiario sindaco di Rio, eletto su un programma securitario estremamente violento anche nei toni.\r\nMaschi, giovani, neri e di favela sono i soggetti nel mirino della «bala que nâo erra o alvo», come recita un documento della Red de observatórios da segurança, a questa fascia di popolazione è riservata questa educazione letale, perché è costruita una leggenda attorno a questa tipologia che li rende \"potenzialmente assassinabili\" agli occhi della opinione pubblica. Privati dei diritti civili di cui possono avvalersi le altre persone, al punto che è prassi rimuovere i cadaveri da parte della polizia, laddove sarebbe proibito, perché così alterano le prove della mattanza in piena impunità. Un'impunità che solo la determinazione e la consapevolezza anche politica degli abitanti in favela cerca di intaccare: gli unici processi per gli abusi e gli omicidi della polizia sono venuti per impulso della favela.\r\nLa reazione del territorio è riconducibile a una reazione alla pressione democratica cominciata negli anni Novanta che ha condotto in ambito delle favelas alla messa in discussione di tutte le gerarchie – autoritarismo fascistoide che ha portato al potere Bolsonaro – e questo ha innescato la rabbiosa reazione poliziesca che vuole ripristinare tutte quelle gerarchie. Rimettere al loro posto le favelas.\r\nQuanta violenza è necessaria per mantenere una realtà con diseguaglianze così forti dal punto di vista economico, territoriale e razziale.\r\nNe abbiamo parlato con Silvia Stefani, ricercatrice all'Università di Torino:\r\n\r\nAscolta \"Polizia, soggetti da favela e territorio: ruoli e gerarchie\" su Spreaker.","14 Maggio 2021","2021-05-14 09:49:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-07_jacarezinho-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-07_jacarezinho-300x225.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-07_jacarezinho-300x225.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-07_jacarezinho-768x576.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-05-07_jacarezinho.png 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Polizia, soggetti da favela e territorio: ruoli e gerarchie",1620985768,[88,89,90,91,92,93,94],"http://radioblackout.org/tag/comandovermelho/","http://radioblackout.org/tag/jacarezinho/","http://radioblackout.org/tag/mortos/","http://radioblackout.org/tag/necropolitica/","http://radioblackout.org/tag/riodejaneiro/","http://radioblackout.org/tag/traficantes/","http://radioblackout.org/tag/favelas/",[31,23,19,27,25,21,17],{"post_content":97,"tags":101},{"matched_tokens":98,"snippet":99,"value":100},[62],"rispondono all'adozione delle modalità della \u003Cmark>necropolitica\u003C/mark>, come già accennato da Laura","Jacarezinho - 7 maggio 2021, è un episodio che va contestualizzato non solo nella favela in questione ma in un sistema e in una Guerra alla droga che ha assunto da tempo i contorni di operazioni militari, già presenti in Messico e in parte in Colombia che rispondono all'adozione delle modalità della \u003Cmark>necropolitica\u003C/mark>, come già accennato da Laura Burocco su \"il manifesto\" (11 maggio 2021), dove è evidenziata la quantità di esecuzioni sommarie, confermata dal confronto con gli arresti (solo 6). Il bilancio è di 28 morti e una favela di 40000 abitanti devastata e terrorizzata.\r\n\r\nLa polizia brasiliana ha dichiarato che stava indagando sul reclutamento di adolescenti da parte del Comando Vermelho – banda storica, nata nel 1969 in carcere dall'alleanza tra criminalità comune e militanti di sinistra –, pesantemente coinvolti nel traffico di droga e armi e che hanno base logistica nella favela carioca\r\n\r\nPer capire questa strage bisogna riflettere sui tre protagonisti: il ruolo della polizia, quello dei soggetti e il territorio. I vertici della polizia continuano a rivendicare la strage come un successo e si trincerano dietro la lunga preparazione, trovando in questo semplice fatto l'autolegititmazione; un aspetto che si colloca nella tradizione carioca secondo la quale le forze dell'ordine di Rio sono le più feroci ed assassine, pur non agendo nelle zone più violente del paese – che si trovano nel Nordest del paese. Un modo deliberatamente omicida, perché considerata una prassi efficace per gli scopi educativi, senza tenere conto di procedure richieste dalle regole di ingaggio (visto che si tratta di una Guerra) per operazioni in territori densamente popolati da civili. Questo è possibile per la copertura offerta dai vertici politici, a cominciare dall'incendiario sindaco di Rio, eletto su un programma securitario estremamente violento anche nei toni.\r\nMaschi, giovani, neri e di favela sono i soggetti nel mirino della «bala que nâo erra o alvo», come recita un documento della Red de observatórios da segurança, a questa fascia di popolazione è riservata questa educazione letale, perché è costruita una leggenda attorno a questa tipologia che li rende \"potenzialmente assassinabili\" agli occhi della opinione pubblica. Privati dei diritti civili di cui possono avvalersi le altre persone, al punto che è prassi rimuovere i cadaveri da parte della polizia, laddove sarebbe proibito, perché così alterano le prove della mattanza in piena impunità. Un'impunità che solo la determinazione e la consapevolezza anche politica degli abitanti in favela cerca di intaccare: gli unici processi per gli abusi e gli omicidi della polizia sono venuti per impulso della favela.\r\nLa reazione del territorio è riconducibile a una reazione alla pressione democratica cominciata negli anni Novanta che ha condotto in ambito delle favelas alla messa in discussione di tutte le gerarchie – autoritarismo fascistoide che ha portato al potere Bolsonaro – e questo ha innescato la rabbiosa reazione poliziesca che vuole ripristinare tutte quelle gerarchie. Rimettere al loro posto le favelas.\r\nQuanta violenza è necessaria per mantenere una realtà con diseguaglianze così forti dal punto di vista economico, territoriale e razziale.\r\nNe abbiamo parlato con Silvia Stefani, ricercatrice all'Università di Torino:\r\n\r\nAscolta \"Polizia, soggetti da favela e territorio: ruoli e gerarchie\" su Spreaker.",[102,104,106,108,111,113,115],{"matched_tokens":103,"snippet":31},[],{"matched_tokens":105,"snippet":23},[],{"matched_tokens":107,"snippet":19},[],{"matched_tokens":109,"snippet":110},[62],"#\u003Cmark>necropolitica\u003C/mark>",{"matched_tokens":112,"snippet":25},[],{"matched_tokens":114,"snippet":21},[],{"matched_tokens":116,"snippet":17},[],[118,124],{"field":32,"indices":119,"matched_tokens":121,"snippets":123},[120],3,[122],[62],[110],{"field":125,"matched_tokens":126,"snippet":99,"value":100},"post_content",[62],{"best_field_score":70,"best_field_weight":128,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":44,"score":129,"tokens_matched":16,"typo_prefix_score":73},14,"578729985926234226",{"document":131,"highlight":154,"highlights":159,"text_match":68,"text_match_info":162},{"cat_link":132,"category":133,"comment_count":44,"id":134,"is_sticky":44,"permalink":135,"post_author":47,"post_content":136,"post_date":137,"post_excerpt":50,"post_id":134,"post_modified":138,"post_thumbnail":139,"post_thumbnail_html":140,"post_title":141,"post_type":55,"sort_by_date":142,"tag_links":143,"tags":150},[41],[43],"95413","http://radioblackout.org/2025/02/il-progetto-imperialista-usa-israele-su-gaza-e-gli-sviluppi-dal-cessate-il-fuoco/","L'amministrazione Trump ha gettato la maschera esplicitando il progetto coloniale e imperialista che lo accomuna al piano sionista di Israele, attraverso dichiarazioni shock senza precedenti il Presidente degli Stati Uniti parla di deportazione e pulizia etnica del popolo palestinese in mondovisione. Il ruolo della Cisgiordania in questo frangente è dirimente, non a caso l'operazione Jenin è scattata immediatamente a seguito del cessate il fuoco, oltrepassando la retorica del pretesto da parte di Israele. La politica di Israele si regge soltanto nel momento in cui devasta e uccide, per questo Christian Elia, giornalista che si occupa di Medio Oriente e di Palestina, la definisce necropolitica. A questo si aggiunge la logica predatoria e imperialista che Trump vuole adottare con Gaza, facendola diventare una \"riviera\" e che, in misura diversa e su scala e intensità significativamente minore, ripropone attraverso le dinamiche messe in campo con Panama, il Canada e la Groenlandia, per motivi di interesse economico e protezionistico in un quadro strategico volto a preparare una guerra con la Cina. In questa fase rimane aperta la questione della fase due del cessate il fuoco e l'obiettivo a cui la destra non ha rinunciato, ossia di sradicare Hamas dalla regione, un obiettivo impossibile da raggiungere per la dimensione, il radicamento e la complessità politica che il partito rappresenta.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Christian-elia-2025_02_06_2025.02.06-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","6 Febbraio 2025","2025-02-06 15:53:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422.jpeg 750w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il progetto imperialista USA-Israele su Gaza e gli sviluppi dal cessate il fuoco",1738857163,[144,145,146,147,148,149],"http://radioblackout.org/tag/cisgiordania/","http://radioblackout.org/tag/colonialismo/","http://radioblackout.org/tag/deportazione/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/imperialismo-usa/","http://radioblackout.org/tag/israele/",[14,151,152,153,29,12],"colonialismo","deportazione","guerra",{"post_content":155},{"matched_tokens":156,"snippet":157,"value":158},[62],"e di Palestina, la definisce \u003Cmark>necropolitica\u003C/mark>. A questo si aggiunge la","L'amministrazione Trump ha gettato la maschera esplicitando il progetto coloniale e imperialista che lo accomuna al piano sionista di Israele, attraverso dichiarazioni shock senza precedenti il Presidente degli Stati Uniti parla di deportazione e pulizia etnica del popolo palestinese in mondovisione. Il ruolo della Cisgiordania in questo frangente è dirimente, non a caso l'operazione Jenin è scattata immediatamente a seguito del cessate il fuoco, oltrepassando la retorica del pretesto da parte di Israele. La politica di Israele si regge soltanto nel momento in cui devasta e uccide, per questo Christian Elia, giornalista che si occupa di Medio Oriente e di Palestina, la definisce \u003Cmark>necropolitica\u003C/mark>. A questo si aggiunge la logica predatoria e imperialista che Trump vuole adottare con Gaza, facendola diventare una \"riviera\" e che, in misura diversa e su scala e intensità significativamente minore, ripropone attraverso le dinamiche messe in campo con Panama, il Canada e la Groenlandia, per motivi di interesse economico e protezionistico in un quadro strategico volto a preparare una guerra con la Cina. In questa fase rimane aperta la questione della fase due del cessate il fuoco e l'obiettivo a cui la destra non ha rinunciato, ossia di sradicare Hamas dalla regione, un obiettivo impossibile da raggiungere per la dimensione, il radicamento e la complessità politica che il partito rappresenta.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Christian-elia-2025_02_06_2025.02.06-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",[160],{"field":125,"matched_tokens":161,"snippet":157,"value":158},[62],{"best_field_score":70,"best_field_weight":128,"fields_matched":16,"num_tokens_dropped":44,"score":163,"tokens_matched":16,"typo_prefix_score":73},"578729985926234225",{"document":165,"highlight":183,"highlights":189,"text_match":68,"text_match_info":192},{"cat_link":166,"category":167,"comment_count":44,"id":168,"is_sticky":44,"permalink":169,"post_author":47,"post_content":170,"post_date":171,"post_excerpt":50,"post_id":168,"post_modified":172,"post_thumbnail":173,"post_thumbnail_html":174,"post_title":175,"post_type":55,"sort_by_date":176,"tag_links":177,"tags":180},[41],[43],"94537","http://radioblackout.org/2024/12/corrispondenza-dalla-jordan-valley-pt-2/","Continuiamo l'approfondimento iniziato qui con la compagna che si trova in una zona C nella Valle del Giordano, in Cisgiordania.\r\n\r\nDal 7 ottobre, il territorio è interessato in maniera più concreta dal processo di costruzione del \"Grande Israele\". Questo non è soltanto un progetto di annessione politico-giuridica, ma si istituisce su un piano necropolitico di violenza fisica costante, detenzione amministrativa ingiustificata, torture all'interno delle carceri, epidemie, esecuzioni sommarie.\r\n\r\nPer debellare la resistenza armata, i campi profughi interni alle città sono diventate delle \"piccole Gaza\" in termini di distruzione delle infrastrutture e del tessuto urbano minimo necessario alla vita.\r\n\r\nLa repressione dei gruppi resistenti da parte dell'ANP non è una novità, solo che l'esecuzione di poche settimane fa, messa in atto a Jenin, ha messo in atto una protesta diffusa anche a Tubas e Nablus. Questo ha portato ad ulteriori incursioni da parte dell'Autorità Palestinese nei campi, come braccio alleato di Israele, in un crescendo di violenza.\r\n\r\nAlla domanda: \"cosa si può fare a supporto?\", si dice che è sempre utile documentare e fare presenza, mentre la partecipazione attiva ai soccorsi è ormai diventata sempre più difficile per l'attivismo internazionale.\r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Cisgiordania.mp3\"][/audio]","24 Dicembre 2024","2024-12-24 17:10:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/cisgiordania-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/cisgiordania-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/cisgiordania-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/cisgiordania.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Corrispondenza dalla Jordan Valley pt. 2",1735060231,[144,149,178,179],"http://radioblackout.org/tag/netanyahu/","http://radioblackout.org/tag/palestina/",[14,12,181,182],"netanyahu","palestina",{"post_content":184},{"matched_tokens":185,"snippet":187,"value":188},[186],"necropolitico","si istituisce su un piano \u003Cmark>necropolitico\u003C/mark> di violenza fisica costante, detenzione","Continuiamo l'approfondimento iniziato qui con la compagna che si trova in una zona C nella Valle del Giordano, in Cisgiordania.\r\n\r\nDal 7 ottobre, il territorio è interessato in maniera più concreta dal processo di costruzione del \"Grande Israele\". Questo non è soltanto un progetto di annessione politico-giuridica, ma si istituisce su un piano \u003Cmark>necropolitico\u003C/mark> di violenza fisica costante, detenzione amministrativa ingiustificata, torture all'interno delle carceri, epidemie, esecuzioni sommarie.\r\n\r\nPer debellare la resistenza armata, i campi profughi interni alle città sono diventate delle \"piccole Gaza\" in termini di distruzione delle infrastrutture e del tessuto urbano minimo necessario alla vita.\r\n\r\nLa repressione dei gruppi resistenti da parte dell'ANP non è una novità, solo che l'esecuzione di poche settimane fa, messa in atto a Jenin, ha messo in atto una protesta diffusa anche a Tubas e Nablus. Questo ha portato ad ulteriori incursioni da parte dell'Autorità Palestinese nei campi, come braccio alleato di Israele, in un crescendo di violenza.\r\n\r\nAlla domanda: \"cosa si può fare a supporto?\", si dice che è sempre utile documentare e fare presenza, mentre la partecipazione attiva ai soccorsi è ormai diventata sempre più difficile per l'attivismo internazionale.\r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Cisgiordania.mp3\"][/audio]",[190],{"field":125,"matched_tokens":191,"snippet":187,"value":188},[186],{"best_field_score":70,"best_field_weight":128,"fields_matched":16,"num_tokens_dropped":44,"score":163,"tokens_matched":16,"typo_prefix_score":73},{"document":194,"highlight":214,"highlights":219,"text_match":68,"text_match_info":222},{"cat_link":195,"category":196,"comment_count":44,"id":197,"is_sticky":44,"permalink":198,"post_author":47,"post_content":199,"post_date":200,"post_excerpt":50,"post_id":197,"post_modified":201,"post_thumbnail":202,"post_thumbnail_html":203,"post_title":204,"post_type":55,"sort_by_date":205,"tag_links":206,"tags":210},[41],[43],"84914","http://radioblackout.org/2023/11/corteo-contro-il-carcere/","CORTEO CONTRO IL CARCERE\r\nE LA SOCIETA CHE NE HA BISOGNO\r\nSabato 11 novembre\r\ndalle ore 15\r\nangolo tra via Val della torre e corso Cincinnato (Torino)\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQui l'intervista con una compagna, mentre di seguito il testo di lancio del corteo:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/CorteoCarcere.081123.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMentre non si riesce più a contare il numero di gente massacrata e la cui vita è in scacco per via di necessità e imperativi di guerra che bussano alle porte di questa Europa apparentemente prossima al collasso sia economico che ecologico; mentre i giornali imperversano in una retorica schiacciante in cui terrorista è nominato colui che lotta, si organizza e risponde - colpo su colpo - alla violenza degli Stati, alla violenza delle colonie e all’ingiustizia strutturale dei sistemi differenziati del capitalismo neo-liberale (ossia la produzione, da parte del capitalismo, di categorie di persone sfruttabili, ricattabili e reprimibili a seconda delle sue necessità); mentre tutto questo succede, il carcere - essenza materiale e simbolica, della dirompenza del sistema di controllo, punizione e messa a valore delle classi oppresse - diventa un nodo centrale contro cui lottare. Non solo per ribadire come il potere si materializzi sulle vite di sfruttati e sfruttabili, ma anche per sottolineare quali alleanze vogliamo ribadire, scoprire e valorizzare nel nostro bisogno di organizzarci contro un'esistenza invivibile e inaccettabile.\r\n\r\nIl momento storico in cui ci troviamo a vivere ci impone la necessità di ampliare lo sguardo sul fenomeno carcerario, legandolo non solo a un dispositivo fisico repressivo, ma capendo come la diluizione del sistema carcere al di fuoridelle patrie galere coinvolga inevitabilmente i diversi strati sociali e informi il tessuto sociale tutto. Il governo Meloni e le sue politiche, marcatamente classiste, razziste e securitarie, mostra una continuità a ritmo sostenuto, in rapporto con gli esecutivi precedenti nel creare supposti \"soggetti criminali\" enemici da cui difenderci. La tendenza è quella giustizialista che continua a materializzarsi nell'uso della decretazione d'urgenza, sia riguardo al fenomeno della cosiddetta \"devianza giovanile\" sia a quello della migrazione. Decreti che hanno il medesimo obiettivo politico: privazione della libertà personale e di movimento. Un vero e proprio strapotere penale, e carcerario, quello che si sta sviluppando oltre il perimetro dell'istituzione totale per eccellenza, dove a farne le spese sarà la parte più sfruttabile e ricattabile del tessuto sociale. Il mito collettivo, secondo cui la prigione protegge (da cosa esattamente?) e quindi sia un male necessario, non è altro che un mito utilizzato per giustificare, quando ancora ce ne sia bisogno, l’istituzione carcere in sé, luogo ove confinare la miseria e soffocare la protesta contro l'ordine stabilito e creare cittadini obbedienti. E questo mito è di sovente ancorato all'idea, quasi religiosa, del \"chi ha peccato deve pagare\". Ma invece è ovvio che le carceri, essendo per essenza strutture coercitive, non possono che avere come unico scopo la disciplina e la sicurezza. Questo controllo sociale totalizzante viene esercitato al di là delle mura del carcere, attraverso la paura che esso incute, ma anche per mezzo delle cosiddette pene alternative, ovvero ulteriori strumenti per aumentare la carcerazione diffusa. La prigione è il luogo di punizione per eccellenza, in cui la società capitalista neoliberale rinchiude coloro che dichiara dannosi, per contenere qualsiasi slancio di rivolta sociale e mantenere così al suo interno valori morali basati sulla disuguaglianza, sullo sfruttamento, sul rispetto dell'autorità e sulla sottomissione alla violenza dello Stato.\r\n\r\nLe rivolte, gli scioperi della fame, le lotte dei reclusi che caratterizzano la quotidianità delle carceri, sono l'evidenza di una rabbia irriformabile. Una rabbia relegata, dagli organi governamentali, a una totale silenziazione delle sue rivendicazioni, in cui si vuole privare di significato qualsiasi atto di protesta con la conseguente invisibillazione delle condizioni detentive.Le parole del ministro della Giustizia Nordio, in visita al carcere Lorusso e Cotugno, lo scorso mese in risposta alla morte di due detenute, non fanno altro che speculare sull'accaduto e portare avanti i calcoli politici di governo, di fronte all'evidenza strutturale che il carcere uccide. Lo scopo delle istituzioni penitenziarie è dunque chiaro: controllare, monitorare, punire, uccidere, poiché la necropolitica è parte integrante della logica carceraria.\r\n\r\nEssa si basa sul fare della violenza-tortura-morte uno strumento di controllo e deterrenza per gli internati, verso il mondo dei liberi e in particolare verso quegli strati del tessuto sociale che, in diverse forme, escono dagli schemi costruiti attorno ad essi. Grazie allo sciopero della fame di 181 giorni portato avanti da Alfredo Cospito e alla mobilitazione contro il 41bis e l'ergastolo ostativo al suo fianco, è oggi forse maggiormente noto come lo stato utilizzi la tortura, annientando psico-fisicamente le persone detenute nelle carceri per estorcere informazioni, richiedere il pentimento o la dissociazione. Questi sono i meccanismi brutali di cui si avvalgono le istituzioni per il re-inquadramento di massa della società tutta.\r\n\r\nQuando il sistema carcerario esplica la sua funzione violenta e mortifera, l'opinione pubblica tende a polarizzarsi in due correnti non dualistiche tra di loro: da una parte si consolida l'approccio giustizialista, dove si criminalizza e si condanna alla responsabilità individuale dell'espiazione della colpa, discorso accettato da un ampia fetta della società. Dall'altra, invece, il paradigma garantista, abbandonate le proprie velleità di assicurazione dello stato di diritto - come il principio di proporzionalità e funzione rieducativa della pena - si riduce alla mera richiesta di più controllo e sorveglianza negli istituti penitenziari, tramite l'assunzione massiccia di guardie, militari e personale sanitario. Nello specifico i sindacati di polizia avanzano rivendicazioni bastate sulla richiesta di più organico con l'obbiettivo di aumentare la loro capacità di coercizione e violenza nei confronti dex detenutx,soprattutto dex rivoltosx.\r\n\r\nEntrambi gli approcci danno voce quindi ad un unicum securitario. Un discorso che nel suo complesso va smascherato. La violenza statale si perpetua nell'ordine carcerario anche attraverso il sovraffollamento, la mancanza di cure sanitarie e i pestaggi della polizia. Pensare di riformare le carceri non è un'orizzonte politico desiderabile perché non può esserci una vera emancipazione senza la distruzione totale dei luoghi di reclusione e della società che li necessita.\r\nCONTRO IL CARCERE E LA SOCIETÀ CHE NE HA BISOGNO: rendiamo tangibile la solidarietà a chi resiste e lotta contro la violenza quotidiana della detenzione, attraversando le strade di Vallette per arrivare fino alle mura del carcere Lorusso Cotugno.\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","8 Novembre 2023","2023-11-09 01:01:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-722x1024.jpg 722w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-768x1089.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-1083x1536.jpg 1083w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a.jpg 1128w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Corteo contro il carcere",1699487249,[207,208,209],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[211,212,213],"carcere","corteo","torino",{"post_content":215},{"matched_tokens":216,"snippet":217,"value":218},[62],"monitorare, punire, uccidere, poiché la \u003Cmark>necropolitica\u003C/mark> è parte integrante della logica","CORTEO CONTRO IL CARCERE\r\nE LA SOCIETA CHE NE HA BISOGNO\r\nSabato 11 novembre\r\ndalle ore 15\r\nangolo tra via Val della torre e corso Cincinnato (Torino)\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQui l'intervista con una compagna, mentre di seguito il testo di lancio del corteo:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/CorteoCarcere.081123.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMentre non si riesce più a contare il numero di gente massacrata e la cui vita è in scacco per via di necessità e imperativi di guerra che bussano alle porte di questa Europa apparentemente prossima al collasso sia economico che ecologico; mentre i giornali imperversano in una retorica schiacciante in cui terrorista è nominato colui che lotta, si organizza e risponde - colpo su colpo - alla violenza degli Stati, alla violenza delle colonie e all’ingiustizia strutturale dei sistemi differenziati del capitalismo neo-liberale (ossia la produzione, da parte del capitalismo, di categorie di persone sfruttabili, ricattabili e reprimibili a seconda delle sue necessità); mentre tutto questo succede, il carcere - essenza materiale e simbolica, della dirompenza del sistema di controllo, punizione e messa a valore delle classi oppresse - diventa un nodo centrale contro cui lottare. Non solo per ribadire come il potere si materializzi sulle vite di sfruttati e sfruttabili, ma anche per sottolineare quali alleanze vogliamo ribadire, scoprire e valorizzare nel nostro bisogno di organizzarci contro un'esistenza invivibile e inaccettabile.\r\n\r\nIl momento storico in cui ci troviamo a vivere ci impone la necessità di ampliare lo sguardo sul fenomeno carcerario, legandolo non solo a un dispositivo fisico repressivo, ma capendo come la diluizione del sistema carcere al di fuoridelle patrie galere coinvolga inevitabilmente i diversi strati sociali e informi il tessuto sociale tutto. Il governo Meloni e le sue politiche, marcatamente classiste, razziste e securitarie, mostra una continuità a ritmo sostenuto, in rapporto con gli esecutivi precedenti nel creare supposti \"soggetti criminali\" enemici da cui difenderci. La tendenza è quella giustizialista che continua a materializzarsi nell'uso della decretazione d'urgenza, sia riguardo al fenomeno della cosiddetta \"devianza giovanile\" sia a quello della migrazione. Decreti che hanno il medesimo obiettivo politico: privazione della libertà personale e di movimento. Un vero e proprio strapotere penale, e carcerario, quello che si sta sviluppando oltre il perimetro dell'istituzione totale per eccellenza, dove a farne le spese sarà la parte più sfruttabile e ricattabile del tessuto sociale. Il mito collettivo, secondo cui la prigione protegge (da cosa esattamente?) e quindi sia un male necessario, non è altro che un mito utilizzato per giustificare, quando ancora ce ne sia bisogno, l’istituzione carcere in sé, luogo ove confinare la miseria e soffocare la protesta contro l'ordine stabilito e creare cittadini obbedienti. E questo mito è di sovente ancorato all'idea, quasi religiosa, del \"chi ha peccato deve pagare\". Ma invece è ovvio che le carceri, essendo per essenza strutture coercitive, non possono che avere come unico scopo la disciplina e la sicurezza. Questo controllo sociale totalizzante viene esercitato al di là delle mura del carcere, attraverso la paura che esso incute, ma anche per mezzo delle cosiddette pene alternative, ovvero ulteriori strumenti per aumentare la carcerazione diffusa. La prigione è il luogo di punizione per eccellenza, in cui la società capitalista neoliberale rinchiude coloro che dichiara dannosi, per contenere qualsiasi slancio di rivolta sociale e mantenere così al suo interno valori morali basati sulla disuguaglianza, sullo sfruttamento, sul rispetto dell'autorità e sulla sottomissione alla violenza dello Stato.\r\n\r\nLe rivolte, gli scioperi della fame, le lotte dei reclusi che caratterizzano la quotidianità delle carceri, sono l'evidenza di una rabbia irriformabile. Una rabbia relegata, dagli organi governamentali, a una totale silenziazione delle sue rivendicazioni, in cui si vuole privare di significato qualsiasi atto di protesta con la conseguente invisibillazione delle condizioni detentive.Le parole del ministro della Giustizia Nordio, in visita al carcere Lorusso e Cotugno, lo scorso mese in risposta alla morte di due detenute, non fanno altro che speculare sull'accaduto e portare avanti i calcoli politici di governo, di fronte all'evidenza strutturale che il carcere uccide. Lo scopo delle istituzioni penitenziarie è dunque chiaro: controllare, monitorare, punire, uccidere, poiché la \u003Cmark>necropolitica\u003C/mark> è parte integrante della logica carceraria.\r\n\r\nEssa si basa sul fare della violenza-tortura-morte uno strumento di controllo e deterrenza per gli internati, verso il mondo dei liberi e in particolare verso quegli strati del tessuto sociale che, in diverse forme, escono dagli schemi costruiti attorno ad essi. Grazie allo sciopero della fame di 181 giorni portato avanti da Alfredo Cospito e alla mobilitazione contro il 41bis e l'ergastolo ostativo al suo fianco, è oggi forse maggiormente noto come lo stato utilizzi la tortura, annientando psico-fisicamente le persone detenute nelle carceri per estorcere informazioni, richiedere il pentimento o la dissociazione. Questi sono i meccanismi brutali di cui si avvalgono le istituzioni per il re-inquadramento di massa della società tutta.\r\n\r\nQuando il sistema carcerario esplica la sua funzione violenta e mortifera, l'opinione pubblica tende a polarizzarsi in due correnti non dualistiche tra di loro: da una parte si consolida l'approccio giustizialista, dove si criminalizza e si condanna alla responsabilità individuale dell'espiazione della colpa, discorso accettato da un ampia fetta della società. Dall'altra, invece, il paradigma garantista, abbandonate le proprie velleità di assicurazione dello stato di diritto - come il principio di proporzionalità e funzione rieducativa della pena - si riduce alla mera richiesta di più controllo e sorveglianza negli istituti penitenziari, tramite l'assunzione massiccia di guardie, militari e personale sanitario. Nello specifico i sindacati di polizia avanzano rivendicazioni bastate sulla richiesta di più organico con l'obbiettivo di aumentare la loro capacità di coercizione e violenza nei confronti dex detenutx,soprattutto dex rivoltosx.\r\n\r\nEntrambi gli approcci danno voce quindi ad un unicum securitario. Un discorso che nel suo complesso va smascherato. La violenza statale si perpetua nell'ordine carcerario anche attraverso il sovraffollamento, la mancanza di cure sanitarie e i pestaggi della polizia. Pensare di riformare le carceri non è un'orizzonte politico desiderabile perché non può esserci una vera emancipazione senza la distruzione totale dei luoghi di reclusione e della società che li necessita.\r\nCONTRO IL CARCERE E LA SOCIETÀ CHE NE HA BISOGNO: rendiamo tangibile la solidarietà a chi resiste e lotta contro la violenza quotidiana della detenzione, attraversando le strade di Vallette per arrivare fino alle mura del carcere Lorusso Cotugno.\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[220],{"field":125,"matched_tokens":221,"snippet":217,"value":218},[62],{"best_field_score":70,"best_field_weight":128,"fields_matched":16,"num_tokens_dropped":44,"score":163,"tokens_matched":16,"typo_prefix_score":73},6690,{"collection_name":55,"first_q":225,"per_page":226,"q":225},"necropolitiche",6,12,{"facet_counts":229,"found":11,"hits":255,"out_of":337,"page":16,"request_params":338,"search_cutoff":33,"search_time_ms":11},[230,238],{"counts":231,"field_name":236,"sampled":33,"stats":237},[232,234],{"count":16,"highlighted":233,"value":233},"congiunzioni",{"count":16,"highlighted":235,"value":235},"Voci dall'antropocene","podcastfilter",{"total_values":11},{"counts":239,"field_name":32,"sampled":33,"stats":253},[240,242,244,246,248,249,251],{"count":16,"highlighted":241,"value":241},"dakar",{"count":16,"highlighted":243,"value":243},"Senegal",{"count":16,"highlighted":245,"value":245},"rimpatrio",{"count":16,"highlighted":247,"value":247},"migrazione",{"count":16,"highlighted":225,"value":225},{"count":16,"highlighted":250,"value":250},"voci antropocene",{"count":16,"highlighted":252,"value":252},"politiche migratorie",{"total_values":254},7,[256,310],{"document":257,"highlight":277,"highlights":296,"text_match":305,"text_match_info":306},{"comment_count":44,"id":258,"is_sticky":44,"permalink":259,"podcastfilter":260,"post_author":261,"post_content":262,"post_date":263,"post_excerpt":50,"post_id":258,"post_modified":264,"post_thumbnail":265,"post_title":266,"post_type":267,"sort_by_date":268,"tag_links":269,"tags":276},"77497","http://radioblackout.org/podcast/barca-ou-barzakh-del-11-10-2022/",[233],"ricongiunzioni","I dispositivi di controllo e deterrenza che fortificano l'europa razzista non fanno male solo all'interno dei suoi confini o a chi nel viaggio deve sopportare soprusi e rischiare la vita, ma anche a chi non è mai riuscit@ a lasciare l'Africa oppure è stat@ rimpatriat@ forzatamente. Le necropolitiche europee producono morte, vari tipi di morte, perfino a migliaia di chilometri di distanza. Marco Sassoon ci racconta l'incontro a Dakar con singoli e comunità informali di rimpatriati forzati e dello stigma che perseguita le esperienze di migrazione fallita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/cong.110tt22.mp3\"][/audio]\r\n\r\ndownload: cong.110tt22","12 Ottobre 2022","2022-10-12 00:15:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/WhatsApp-Image-2022-10-07-at-15.45.53-200x110.jpeg","BARçA OU BARZAKH del 11/10/2022","podcast",1665533744,[270,271,272,273,274,275],"http://radioblackout.org/tag/dakar/","http://radioblackout.org/tag/migrazione/","http://radioblackout.org/tag/necropolitiche/","http://radioblackout.org/tag/politiche-migratorie/","http://radioblackout.org/tag/rimpatrio/","http://radioblackout.org/tag/senegal/",[241,247,225,252,245,243],{"post_content":278,"tags":282},{"matched_tokens":279,"snippet":280,"value":281},[225],"è stat@ rimpatriat@ forzatamente. Le \u003Cmark>necropolitiche\u003C/mark> europee producono morte, vari tipi","I dispositivi di controllo e deterrenza che fortificano l'europa razzista non fanno male solo all'interno dei suoi confini o a chi nel viaggio deve sopportare soprusi e rischiare la vita, ma anche a chi non è mai riuscit@ a lasciare l'Africa oppure è stat@ rimpatriat@ forzatamente. Le \u003Cmark>necropolitiche\u003C/mark> europee producono morte, vari tipi di morte, perfino a migliaia di chilometri di distanza. Marco Sassoon ci racconta l'incontro a Dakar con singoli e comunità informali di rimpatriati forzati e dello stigma che perseguita le esperienze di migrazione fallita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/cong.110tt22.mp3\"][/audio]\r\n\r\ndownload: cong.110tt22",[283,285,287,290,292,294],{"matched_tokens":284,"snippet":241,"value":241},[],{"matched_tokens":286,"snippet":247,"value":247},[],{"matched_tokens":288,"snippet":289,"value":289},[225],"\u003Cmark>necropolitiche\u003C/mark>",{"matched_tokens":291,"snippet":252,"value":252},[],{"matched_tokens":293,"snippet":245,"value":245},[],{"matched_tokens":295,"snippet":243,"value":243},[],[297,303],{"field":32,"indices":298,"matched_tokens":299,"snippets":301,"values":302},[11],[300],[225],[289],[289],{"field":125,"matched_tokens":304,"snippet":280,"value":281},[225],578730123365712000,{"best_field_score":307,"best_field_weight":308,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":44,"score":309,"tokens_matched":16,"typo_prefix_score":44},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":311,"highlight":325,"highlights":330,"text_match":333,"text_match_info":334},{"comment_count":44,"id":312,"is_sticky":44,"permalink":313,"podcastfilter":314,"post_author":315,"post_content":316,"post_date":317,"post_excerpt":50,"post_id":312,"post_modified":318,"post_thumbnail":319,"post_title":320,"post_type":267,"sort_by_date":321,"tag_links":322,"tags":324},"61362","http://radioblackout.org/podcast/necropolitiche-dopo-covid-19-e-minneapolis-voci-dallantropocene-27-08-06-20/",[235],"antropocenici","La pandemia come evento/esperienza globale di massa ha mostrato ai più le infinite possibilità di ri-formulazione delle attuali coordinate di esistenza, evidenziando come l'economia potrebbe non essere più il grande ordinatore del mondo per come l'abbiamo conosciuti fino ad oggi.\r\n\r\nSe durante il lockdown abbiamo imparato che Natura e Società non sono separabili - che questa non è anzi possibile senza una costante ridefinizione di quella, ed il virus altro non è che un rivelatore (in negativo) di questo intreccio - la\"riapertura\" ha invece riproposto l'eterno ritornello delle \"necessità del mercato\" (per quanto questo sia ormai in stato comatoso, sacrificato in primis dalle stesse logiche di un capitalismo che sta aumentando centralizzazione, monopolio, automazione e produzione di immensa superfluità umana).\r\n\r\nIl ritorno al \"business as usual\" comporterà in termini ambientali una nuova grande accumulazione attraverso la distruzione di una Natura che ancora si pretende \"a buon mercato\" ma che tale più non è... e che non mancherà di presentare nuovi conti, anche (ma non solo) in termini direttamente economici. Sul breve periodo: man bassa di nuovi processi estrattivi e totale de-regolamentazione per \"far ripartire la macchina economica da cui tutti dipendiamo\".\r\n\r\nSu questi nodi abbiamo ripreso alcuni estratti di due interviste uscite nei giorni scorsi, quella di Gennaro Avallone a Raj Patel sul Manifesto (Il volto americano della necropolitica) e quella de Il Lato Cattivo a Raffaele Sciortino (Dialogo sopra un libro, un virus ed altri “smottamenti”).\r\n\r\nIn aperture di puntata, alcuni interventi di giovanissimi/e dalla manifestazione torinese di sabato 6 giugno per Black Lives Matter.\r\n\r\nChiude la trasmissione la VI puntata della Storia del Servizio Sanitario Nazionale di Maurizio Pincetti.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/voci_27a.mp3\"][/audio]","9 Giugno 2020","2020-06-09 18:59:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/sf--200x110.jpg","NECROPOLITICHE (DOPO COVID-19 E MINNEAPOLIS) – VOCI DALL’ANTROPOCENE #27 – 08/06/20",1591729092,[323],"http://radioblackout.org/tag/voci-antropocene/",[250],{"post_title":326},{"matched_tokens":327,"snippet":329,"value":329},[328],"NECROPOLITICHE","\u003Cmark>NECROPOLITICHE\u003C/mark> (DOPO COVID-19 E MINNEAPOLIS) – VOCI DALL’ANTROPOCENE #27 – 08/06/20",[331],{"field":66,"matched_tokens":332,"snippet":329,"value":329},[328],578730123365187700,{"best_field_score":335,"best_field_weight":71,"fields_matched":16,"num_tokens_dropped":44,"score":336,"tokens_matched":16,"typo_prefix_score":44},"1108091338752","578730123365187705",6691,{"collection_name":267,"first_q":225,"per_page":226,"q":225},{"title":340,"slug":341},"Bobina","bobina-intelligente",["Reactive",343],{},["Set"],["ShallowReactive",346],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$fC_ZY9g-aJyLCe-eNEZHg1yjc1msp63cBOM38OMR1lig":-1},true,"/search?query=necropolitiche"]