","Serbia: uno sguardo d'insight sulle mobilitazioni","post",1739567567,[51,52,53],"http://radioblackout.org/tag/balcani/","http://radioblackout.org/tag/proteste/","http://radioblackout.org/tag/serbia/",[18,20,16],{"post_content":56},{"matched_tokens":57,"snippet":59,"value":60},[58],"nepotismo","un ampia rete di corruzione \u003Cmark>nepotismo\u003C/mark> e favoritismi. Il fatto di","Il 28 Gennaio Miloš Vučević ha dato le dimissioni a seguito delle grandi proteste nel paese, ma allo stato attuale è ancora il primo ministro e l’assemblea serba non ha ancora approvato le dimissioni. Questo non ha indebolito minimamente le mobilitazioni che hanno continuato ad occupare le strade anche dopo la pubblicazione di 1003 documenti voluta dal govermo di Vučević nel tentativo di riguadagnare terreno e consenso. I documenti sono relativi al corollo della pensilina che l'1 Novembre ha ucciso 15 persone, diventando simbolo della corruzione del paese e delle rivolte contro di essa.\r\n\r\nAncora si registra un clima di grande euforia dalle piazze che stanno riuscendo a riportare la politica nella \"cosa comune\" in contrasto ad un progressivo distanziamento delle politiche di governo dai sui cittadini. La forza è stata tale da controbilanciare la fatica di studenti barricati da mesi nelle università, dove ancora rimangono e tanta da aver contagiato altri paesi dei Balcani: un esempio ne è la Croazia, dove da tre settimane ogni venerdì vi sono dei boicottaggi per contestare l’inflazione e che ora si stanno espandendo anche in Montenegro, Macedonia del Nord fino alla Bosnia.\r\n\r\nLe proteste contro il governo e Vučević stesso non sono un novità e infatti sono in corso da 10 anni ma con una differenza sostanziale: mentre le precedenti proteste avevano delle richieste molto vertenziali (con riferimenti specifici alla politica dei partiti), la mobilitazione in corso adesso è fondamentalmente apartitica, con rivendicazioni a largo cappello facenti riferimento allo stato di diritto. E' proprio la lotta alla corruzione che ha permesso il superamento delle ideologie politiche di riferimento verso un fronte allargato comune.\r\n\r\nLa Serbia è infatti uno stato il cui consenso è costruito su un ampia rete di corruzione \u003Cmark>nepotismo\u003C/mark> e favoritismi. Il fatto di essere parte di questa rete di potere è la moneta di scambio per il consenso, riuscendo a far arrivare le logiche di partito in tutte le frange della società. Proprio da questo deriva la larga diffusione della corruzione che viene contestata, così come la larga risposta che ha raggiunto persino aree provinciali dove la mobilitazione non c’era mai stata prima.\r\n\r\nIn ultimo la portata inedita inedita di queste moblitazioni è tale proprio perché evita di finire nelle grosse divisioni che caratterizzano la società serba. Divisione come l'indipendenza del Kosovo rimangono questioni scottanti che attraversano tutta la società e le opinioni contrastanti che appartengono alle varie fasce della popolazione ora in piazza rimangono una sfida che nell’evoluzione delle mobilitazioni resta un’incognita.\r\n\r\nNe parliamo con Tommaso e Rodolfo, autori della newsletter sui Balcani Balkan Brew, che hanno avuto modo di recarsi ad osservare le proteste in Serbia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/SerbiaBalcanInsight.mp3\"][/audio]",[62],{"field":63,"matched_tokens":64,"snippet":59,"value":60},"post_content",[58],578730123365187700,{"best_field_score":67,"best_field_weight":68,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":37,"score":69,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":37},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":71,"highlight":85,"highlights":90,"text_match":65,"text_match_info":93},{"cat_link":72,"category":73,"comment_count":37,"id":74,"is_sticky":37,"permalink":75,"post_author":40,"post_content":76,"post_date":77,"post_excerpt":43,"post_id":74,"post_modified":78,"post_thumbnail":79,"post_thumbnail_html":80,"post_title":81,"post_type":48,"sort_by_date":82,"tag_links":83,"tags":84},[33],[36],"40327","http://radioblackout.org/2017/02/lepidemia-di-suicidi/","Il 13 settembre del 2010 Norman Zarcone, 27 anni, dottorando in filosofia, si getta dalla finestra della facoltà di Lettere dell’Università di Palermo. I suoi cari subito riconoscono in quel gesto la disperazione e la rabbia che hanno accompagnato la sua vita professionale: il nepotismo che t’impedisce di avere un posto, i tagli alla ricerca che rendono impossibile avere una borsa di studio, le porte chiuse in faccia quando non si hanno santi in paradiso. Una storia che ricorda da vicino quella di Michele, un ragazzo friulano che si è tolto la vita qualche giorno fa lasciando la sua lettera di accusa a una società malata che mortifica le ambizioni e gli affetti.\r\n\r\nIn una lunga crisi economica, sociale ma soprattutto di senso, la mancanza di prospettiva individuale e collettiva sembra sempre più manifestarsi in episodi tragici come questi, senza contare quelli che restano taciuti, schiacciati sotto la cappa del problema personale, della depressione e dell’incomprensione, rinchiusi nel guscio del lutto familiare. Abbiamo raggiunto ai nostro microfoni il padre di Norman, che si è sempre battuto perché la morte del figlio fosse riconosciuta per quello che è stata: un omicidio di Stato. Nel caso di Norman come in quello di Michele infatti, attempati opinione maker si sono affrettati a rimettere i suicidi nella casella della questione singolare, legata a una traiettoria avulsa da ogni contesto. Per il caso di Michele, ci sono stati giornalisti che dopo il cordoglio di rito si sono scagliati contro chi ha fatto una scelta così radicale, accusandolo di non aver saputo cogliere le ricche opportunità offerte “da internet e dai voli low cost”. Proprio così chiosa uno degli articoli più orrendi pubblicati nella cacofonia mediatica a seguito della morte del ragazzo friulano, pubblicato da Federica Bianchi per l’Espresso. Siamo partiti dalle sue sprezzanti parole della giornalista per commentare questi fatti tragici e rimetterli nel loro contesto\r\n\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta con Claudio Zarcone, papà di Norman\r\nclaudiozarcone\r\n\r\n ","10 Febbraio 2017","2017-02-13 11:38:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/Senza-titolo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/Senza-titolo-300x214.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/Senza-titolo-300x214.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/Senza-titolo.jpg 477w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'epidemia di suicidi",1486723566,[],[],{"post_content":86},{"matched_tokens":87,"snippet":88,"value":89},[58],"la sua vita professionale: il \u003Cmark>nepotismo\u003C/mark> che t’impedisce di avere un","Il 13 settembre del 2010 Norman Zarcone, 27 anni, dottorando in filosofia, si getta dalla finestra della facoltà di Lettere dell’Università di Palermo. 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Se abbiamo sinora evitato il commissariamento però, lo dobbiamo più alla tutela del San Paolo Imi e dei suoi uomini prestati al governo, Corrado Passera in testa, che non per i conti in regola. Mentre le commissioni di vigilanza denunciano una situazione di appalti irregolari, affidati senza alcuna gara ai soliti amici, di nepotismo diffuso e consulenze elargite semplicemente per consolidare o tenere buone le clientele, l'assessore regionale alla Sanità conclama il fallimento tecnico della Regione Piemonte, tenuta in piedi grazie a rendiconto truccati, ottenuti mettendo a bilancio crediti inesistenti o comunque non esigibili dalla Regione. Un quadro fosco, che racconta di una città in cui il potere è da decenni nelle stesse mani. Le Olimpiadi sono state contemporaneamente il risultato, in qualche misura il massimo attestato, e l'acceleratore potente di un processo che oramai mostra la cancrena. La Regione dal canto suo ha visto, a differenza del governo cittadino, un avvicendarsi al potere dei due schieramenti politici principali, eppure non è riuscita ad aggirare, se non in minima parte, queste stratificazioni di potere. Questa tendenza generale è, in Torino e dintorni, esplicitata pienamente. Il compattissimo blocco di potere costituito da affari, cultura e informazione non teme alcun terremoto elettorale o cambio ai vertici. Un monito per chi ancora crede nei riti consunti delle democrazie. Ne abbiamo parlato con Maurizio Pagliassotti, giornalista e autore del libro \"Chi comanda a Torino\":\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/Pagliassotti6.mp3\"]\r\n\r\nScarica File\r\n\r\n ","19 Ottobre 2012","2025-09-24 22:01:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/7e31ea7a-0dde-41c0-84d3-cf68eccc7e5b1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/7e31ea7a-0dde-41c0-84d3-cf68eccc7e5b1-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/7e31ea7a-0dde-41c0-84d3-cf68eccc7e5b1-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/7e31ea7a-0dde-41c0-84d3-cf68eccc7e5b1.jpg 560w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino: tra crisi globale, corruzione e finanziarizzazione dei servizi.",1350660413,[108,109,110],"http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/politica/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[12,22,14],{"post_content":113},{"matched_tokens":114,"snippet":115,"value":116},[58],"gara ai soliti amici, di \u003Cmark>nepotismo\u003C/mark> diffuso e consulenze elargite semplicemente","Torino per ora resta in piedi. 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Da Brunetta a Cancellieri, Fornero, Monti. Le esternazioni moraliste di chi ha il futuro, quello proprio e quello dei propri figli, ormai assicurato.\r\nLa domanda sorge spontanea: questi ministri predicatori di virtù hanno figli? Magari lontani e precari?\r\nOvviamente no. Tutti hanno fatto brillanti e fulminee carriere, bruciando le tappe. All’ombra di mamma e papà.\r\nIl nepotismo non è certo un vizio peculiare di questo governo. L’unica differenza è che un tempo venivano inviate “lettere di raccomandazione” firmate dal potente di turno, oggi basta una e-mail.\r\nQuello che invece ci interessa è il meccanismo tritavite che questi buontemponi di ministri stanno perfezionando con il pretesto che c’è la crisi e siamo tutti sulla stessa barca.\r\nI nostri figli incatenati al remo, quelli dei Monti, Fornero, Cancellieri, sul ponte di prima a ballare.\r\nIn tempi non remoti era banale guerra di classe: quelli al remo pronti alla rivolta, alla fuga, all’ammutinamento, chi sta nei ponti alti, oggi come ieri li vorrebbe gli schiavi e contenti di remare.\r\n\r\nAbbiamo parlato di precarietà e lotta di classe con Simone Bisacca, che vede tutto questo con gli occhi dell’avvocato del lavoro.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Simone[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-02-12-posto-fisso-Simone-Bisacca2.mp3|titles=2012 02 12 posto fisso Simone Bisacca2]\r\nscarica il file","12 Febbraio 2012","Dai bamboccioni alla noia del posto fisso. 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