","LA FINANZA CHE SOSTIENE L'ECONOMIA COLONIALE ISRAELIANA","post",1705934317,[60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/banche/","http://radioblackout.org/tag/boicottaggio/","http://radioblackout.org/tag/territori-occupati/",[64,65,66],"banche","boicottaggio","Territori occupati",{"post_content":68},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70],"New","Mokhiber, l'ex direttore dell'ufficio di \u003Cmark>New\u003C/mark> York dell'Alto Commissariato delle Nazioni","Le istituzioni finanziarie europee, siano esse banche, compagnie assicurative e fondi pensione, svolgono un ruolo fondamentale per garantire il funzionamento, la sostenibilità e l’espansione delle colonie israeliane nei Territori palestinesi occupati. E lo fanno erogando prestiti e finanziamenti alle aziende coinvolte più o meno direttamente nell’occupazione (da Airbnb a Caterpillar, dall’impresa di costruzioni israeliana Ashtrom a quella di telecomunicazioni Altice) oppure acquisendo azioni e obbligazioni di queste società.\r\n\r\nSecondo le stime contenute nell’edizione 2023 del rapporto “Don’t buy into occupation” pubblicato lo scorso dicembre, tra gennaio 2020 e agosto 2023 sono state 776 le istituzioni finanziarie europee che hanno intrattenuto rapporti finanziari con 51 imprese attivamente coinvolte negli insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania. Durante il periodo analizzato, sono stati erogati 164,2 miliardi di dollari sotto forma di prestiti e di sottoscrizioni. Inoltre, ad agosto 2023, gli investitori europei detenevano anche 144,7 miliardi di dollari in azioni e obbligazioni di queste società .\r\n\r\nNe parliamo con Ilaria Sesana di Altraeconomia.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/ILARIA-SASINI-INFO-22012024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n*************************************************************************************************************************\r\n\r\n \r\n\r\nPubblichiamo inoltre un articolo tradotto dal magazine israeliano +972 che illustra come Israele, a Gaza, abbia trasformato l’acqua in un’arma di distruzione di massa. Negando ai palestinesi l’acqua potabile dall’inizio della guerra, Israele ha creato una crisi sanitaria senza precedenti e rischia di causare danni ecologici irreversibili.\r\n+972 Magazine è una rivista online indipendente e senza scopo di lucro gestita da un gruppo di giornalisti palestinesi e israeliani. Il nome del sito deriva dal prefisso telefonico del paese che può essere utilizzato per chiamare in tutto Israele-Palestina.\r\nQui l'articolo originale.\r\n\r\nDi Nancy Murray e Amahl Bishara, 16 gennaio 2024\r\n\r\nA novembre, a solo un mese dall’inizio dell’assalto israeliano a Gaza che ha ormai superato i 100 giorni, Pedro Arrojo-Agudo, un relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, ha avvertito che Israele “deve smettere di usare l’acqua come arma di guerra”. “Ogni ora che passa mentre Israele impedisce la fornitura di acqua potabile sicura nella Striscia di Gaza, in aperta violazione del diritto internazionale, mette gli abitanti di Gaza a rischio di morire di sete e di malattie legate alla mancanza di acqua potabile”, ha dichiarato. Il bilancio delle vittime derivante dalla mancanza d’acqua e il suo impatto sulla salute pubblica, potrebbe superare quello dello stesso bombardamento israeliano.\r\n\r\nNegare l’acqua a Gaza è stata una tattica chiave della guerra fin dall’inizio, con Israele che ha chiuso i tubi che rifornivano l’enclave il 7 ottobre. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato che Israele stava “imponendo un assedio completo a Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente carburante. Tutto è chiuso. Stiamo combattendo gli animali umani e ci comportiamo di conseguenza”. L’uso dell’acqua come arma è riconosciuto nell’accusa del Sud Africa – ascoltata la settimana scorsa dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) – secondo cui l’assalto di Israele a Gaza equivale al crimine di genocidio. Questa accusa è stata avanzata anche da altri studiosi ed esponenti dei diritti umani, tra cui Craig Mokhiber, l'ex direttore dell'ufficio di \u003Cmark>New\u003C/mark> York dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, nella sua lettera di dimissioni in ottobre. La privazione dell’acqua e la distruzione delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie fanno da tempo parte dello sforzo israeliano, sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania, “per rendere il processo quotidiano di vita, e di vita dignitosa, più difficile per la popolazione civile”, come ha affermato una missione conoscitiva delle Nazioni Unite nel 2009. Le passate operazioni militari israeliane in entrambi questi territori occupati hanno portato anche alla distruzione delle risorse idriche. E per decenni, Israele ha utilizzato l’accaparramento dell’acqua per espropriare i palestinesi della loro terra , impedendo l’agricoltura palestinese in Cisgiordania e per i palestinesi all’interno di Israele. Ma l’utilizzo dell’acqua da parte di Israele nel quadro della sua attuale offensiva sulla Striscia di Gaza è su una scala completamente diversa, con la capacità di causare una crisi sanitaria pubblica senza precedenti e un danno ecologico irreversibile. La dipendenza quasi totale di Gaza da Israele per l’acqua e l’energia la rende particolarmente vulnerabile all’uso militare delle risorse di base.\r\n\r\nCirca il 30% dell’approvvigionamento idrico di Gaza viene generalmente acquistato da Israele, mentre il resto dipende dall’elettricità e dal carburante – di cui anche Israele controlla l’ingresso – per la depurazione. Dall’inizio della guerra, il rafforzamento dell’assedio e dei bombardamenti da parte di Israele hanno causato una massiccia carenza di approvvigionamento idrico. Il 14 ottobre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che l’interruzione dell’elettricità significava che non c’era energia sufficiente per far funzionare i pozzi d’acqua, gli impianti di desalinizzazione e depurazione e i servizi igienico-sanitari. Ha inoltre riferito che gli attacchi israeliani avevano danneggiato sei pozzi d’acqua, tre stazioni di pompaggio dell’acqua, un serbatoio d’acqua e un impianto di desalinizzazione che serve oltre 1,1 milioni di persone. L’UNICEF, che aveva aperto l’impianto di desalinizzazione nel 2017, ha dichiarato che le persone erano costrette a bere acqua salata proveniente dal mare, che era ulteriormente contaminata da grandi quantità di acque reflue non trattate scaricate in mare ogni giorno. Entro due settimane dall’inizio della guerra, l’OCHA(coordinamento per gli affari umanitari Onu) stimava il consumo di acqua pro capite a Gaza – per bere, cucinare e per l’igiene – a soli 3 litri al giorno, mentre coloro che si stipavano nei rifugi delle Nazioni Unite avevano accesso a solo 1 litro al giorno; Gli standard internazionali raccomandano almeno 15 litri a persona ogni giorno. E con l’acqua in bottiglia non disponibile e i grandi impianti di desalinizzazione non funzionanti, l’OCHA ha scritto: “Le persone sono ricorse al consumo di acqua estratta dai pozzi agricoli, aumentando l’esposizione a pesticidi e altri prodotti chimici, esponendo la popolazione al rischio di morte o di epidemia di malattie infettive”. Anche durante la “pausa umanitaria” di sette giorni nelle ostilità alla fine di novembre, quando 200 camion di aiuti al giorno – meno della metà del numero che entravano ogni giorno prima della guerra – venivano ammessi a Gaza, le bottiglie di acqua pulita erano ancora scarseggiavano. “Nonostante la pausa, non vi è stato quasi alcun miglioramento nell’accesso dei residenti nel nord all’acqua per uso potabile e domestico, poiché la maggior parte dei principali impianti di produzione dell’acqua sono rimasti chiusi, a causa della mancanza di carburante e alcuni anche per danni. \", ha osservato l'OCHA. Alla fine di ottobre, un rapporto interno del Dipartimento di Stato americano esprimeva preoccupazione per il fatto che 52.000 donne incinte e oltre 30.000 bambini di età inferiore ai sei mesi fossero costretti a bere una miscela potenzialmente letale di acqua inquinata da liquami e sale marino.\r\n\r\nAlla fine di dicembre, come riportato dall’OMS, oltre 1 milione di sfollati palestinesi rifugiati nella città meridionale di Rafah avevano accesso, in media, a un bagno ogni 486 persone, mentre in tutta Gaza una doccia serviva in media 4.500 persone. Le acque reflue scorrono per le strade e contaminano le tende frettolosamente montate in cui vivono centinaia di migliaia di persone in tutta la parte meridionale e centrale di Gaza. Le donne che hanno le mestruazioni affrontano gravi difficoltà, con prodotti mestruali, servizi igienici e acqua che scarseggiano.\r\n\r\nUn’altra tattica inquietante adottata da Israele nelle ultime settimane è quella di pompare acqua di mare nei tunnel di Gaza. L’obiettivo apparente è quello di distruggere i tunnel e stanare i combattenti di Hamas, ma il Wall Street Journal ha riferito che l’azione potrebbe “anche minacciare l’approvvigionamento idrico di Gaza”. Anche se la portata dell’operazione di pompaggio rimane poco chiara, la dichiarazione del Sud Africa alla Corte Internazionale di Giustizia esprime “estrema preoccupazione” per questo particolare uso dell’acqua come arma offensiva, affermando: “Gli esperti ambientali hanno avvertito che la strategia “rischia di causare una catastrofe ecologica” che lascerebbe Gaza senza acqua potabile, devasterebbe quella poca agricoltura possibile e “rovinerebbe le condizioni di vita di tutti a Gaza”. La dichiarazione sudafricana rileva inoltre che il Relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’acqua avrebbe paragonato questo piano israeliano alla mitica “salatura” romana dei campi di Cartagine, che mirava a impedire la crescita dei raccolti e a rendere il territorio inabitabile. L’accesso all’acqua pulita è fondamentale per scongiurare carestie e malattie, e con la massiccia distruzione delle infrastrutture idriche a Gaza – comprese le linee di approvvigionamento potabile, le stazioni di pompaggio e i pozzi – una catastrofe umanitaria in piena regola è in corso . Questa situazione è descritta nelle parole della petizione sudafricana all’ICJ (\u003Cmark>INTERNATIONAL\u003C/mark> COURT OF JUSTICE ): “Queste condizioni – deliberatamente imposte da Israele – sono calcolate per provocare la distruzione del gruppo palestinese a Gaza”. In effetti, gli esperti di sanità pubblica avvertono che mezzo milione di persone – un quarto della popolazione di Gaza – potrebbe morire di malattie entro un anno. \r\n\r\n \r\n\r\n ",[74],{"field":75,"matched_tokens":76,"snippet":71,"value":72},"post_content",[70],1155199671761633300,{"best_field_score":79,"best_field_weight":80,"fields_matched":81,"num_tokens_dropped":32,"score":82,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":46},"1112386306048",14,1,"1155199671761633393",{"document":84,"highlight":121,"highlights":126,"text_match":77,"text_match_info":129},{"cat_link":85,"category":86,"comment_count":46,"id":87,"is_sticky":46,"permalink":88,"post_author":49,"post_content":89,"post_date":90,"post_excerpt":91,"post_id":87,"post_modified":92,"post_thumbnail":93,"post_thumbnail_html":94,"post_title":95,"post_type":57,"sort_by_date":96,"tag_links":97,"tags":110},[43],[45],"61009","http://radioblackout.org/2020/05/minneapolis-brucia-no-justice-no-peace/","In seguito all'omicidio di George Floyd ad opera di un gruppo di poliziotti di Minneapolis, la città è ora per il terzo giorno consecutivo in mano ai manifestanti. Sono stati dati alle fiamme diversi edifici, distrutte volanti, da qualche ore anche il distretto di polizia a cui appartenevano gli omicidi di George brucia e la polizia locale è scappata. Ci sono fuochi e capannelli, si condivide il cibo espropriato. La rabbia è tanta, la solidarietà è grande e si è espansa anche ad altre città americane, come Los Angeles e New York. Da ieri è stata mobilitata la Guardia Nazionale (un'unità dell'esercito), ed è alta la tensione per la sua possibile reazione, in particolare dopo che il presidente Trump ha dichiarato \"quando cominciano i saccheggi, noi spariamo\". Abbiamo dato notizia della comparsa della GN nelle strade proprio in diretta durante la trasmissione. Il paese è spaccato, il caso di George Floyd ha riportato sotto gli occhi di tutti i tanti, tantissimi casi di afroamericani ammazzati dalle violenze poliziesche, o storie in cui risalta il ruolo intimidatorio delle violenze passate per il mantenimento del privilegio dell'america bianca. E' proprio la situazione sistemica, la linea politica di restrutturazione della supremazia bianca, a favorire, coprire e incitare questi avvenimenti, che nella storia statunitense non sono mai stati solo episodi isolati. Gli assassini di George Floyd, peraltro, sono stati licenziati ma non si capisce ancora se saranno processati, cosa che le piazze chiedono a gran voce.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Luca Celada, giornalista presente negli Stati Uniti, ascolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/usa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPer restare aggiornati vi consigliamo: itsgoingdown.org - www.unicornriot.ninja (e relativi social) - il profilo twitter Vitalist International - mappingpoliceviolence.org","29 Maggio 2020","","2020-05-29 11:57:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/MW-IH313_floyd__20200528025636_ZQ-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/MW-IH313_floyd__20200528025636_ZQ-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/MW-IH313_floyd__20200528025636_ZQ-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/MW-IH313_floyd__20200528025636_ZQ.jpg 660w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Minneapolis brucia: no justice, no peace",1590753469,[98,99,100,101,102,103,104,105,106,107,108,109],"http://radioblackout.org/tag/black-lives-matter/","http://radioblackout.org/tag/blackout/","http://radioblackout.org/tag/george-floyd/","http://radioblackout.org/tag/i-cant-breathe/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/minneapolis/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/omicidio/","http://radioblackout.org/tag/piazza/","http://radioblackout.org/tag/proteste/","http://radioblackout.org/tag/riot/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[111,112,113,114,49,115,116,117,118,119,120,14],"black lives matter","blackout","george floyd","i can't breathe","minneapolis","news","omicidio","piazza","proteste","riot",{"post_content":122},{"matched_tokens":123,"snippet":124,"value":125},[70],"americane, come Los Angeles e \u003Cmark>New\u003C/mark> York. 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Valanga di voti dai giovani e, a sorpresa, tra le donne. Bernie Sanders ha messo segno una vittoria decisiva contro Hillary Clinton, battendo la “favorita” per la nomination democratica per 60%. Un esito prefigurato quasi subito dagli exit poll secondo cui l’argomento più caro agli elettori democratici del New Hampshire è stata proprio l’ineguaglianza economica su cui da mesi batte Sanders.\r\n\r\nIn campo repubblicano invece Donald Trump è riuscito ad imporsi nettamente sui sei rivali registrando il 35% dei consensi. Ai suoi tifosi Trump ha promesso con caratteristica dialettica che “ci occuperemo di tutto e sarà meraviglioso” riassumendo il suo progetto di eccezionalismo populista a base di “farla pagare alla Cina, al Giappone e al Messico che ci tolgono tutti i soldi”.\r\n\r\nSu questi risultati, abbiamo provato ad analizzare il contesto politico, sociale e storico che determina delle variazioni sostanziali dal punto di vista alettorale negli Stati Uniti, dove il prossimo 1 marzo altri 13 Stati si troveranno nella condizione di votare.\r\n\r\nAscolta la diretta con Luca Celada, giornalista e collaboratore de Il Manifesto\r\n\r\nUnknown","11 Febbraio 2016","2016-02-12 11:45:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/sanderstrump-650x336-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"155\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/sanderstrump-650x336-300x155.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/sanderstrump-650x336-300x155.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/sanderstrump-650x336.jpg 650w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Primarie in New Hampshire: notte storica per il socialista Sanders",1455193408,[144,145,146,147,148,149],"http://radioblackout.org/tag/hilary-clinton/","http://radioblackout.org/tag/new-hampshire/","http://radioblackout.org/tag/primarie/","http://radioblackout.org/tag/primarie-usa/","http://radioblackout.org/tag/sanders/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[151,152,153,154,155,12],"Hilary Clinton","New Hampshire","Primarie","Primarie usa","Sanders",{"post_content":157,"post_title":161,"tags":164},{"matched_tokens":158,"snippet":159,"value":160},[70],"caro agli elettori democratici del \u003Cmark>New\u003C/mark> Hampshire è stata proprio l’ineguaglianza","Sanders vince le primarie democratiche con il 60%. 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Il colosso dell'e-commerce aveva scatenato una \"gara\" tra le città americane per ottenere la sue sede estesa, che aveva portato la città ad impegnare 3 miliardi di dollari di incentiva, la più grande sovvenzione pubblica della storia americana. 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uffici, hotel, golf club, villaggi turistici, zone industriali e aree residenziali dovrebbero sorgere in un'area di ben 2.000 ettari, in cui fino al 2011 vivevano 11.000 persone che si autosostentavano con metodi di agricoltura tradizionali. Tra questi residenti, moltissimi hanno deciso di non arrendersi, di non vendere le terre e di iniziare un movimento di protesta che tuttora può contare su diversi metodi di lotta. \r\n\r\nLa repressione verso di loro è stata, e continua ad essere, molto violenta, da parte degli apparati di polizia e dello stato, ma altrettanto determinata è la resistenza di queste persone, che si oppongono al saccheggio dei loro terreni, al proprio ricollocamento e rivendicano invece la propria autonomia.\r\n\r\nOltre alla difesa della loro comunità e indipendenza, le ragioni per contrastare il progetto sono tante: una cementificazione di tale portata comporterebbe dei danni ambientali ingenti, perché distruggere le dune di sabbia presenti attualmente lungo la costa significa mettere a rischio la zona in caso di tsunami e di alluvioni, e perché le rotte migratorie delle numerosissime specie di uccelli presenti nella zona verrebbero ostacolate dagli aerei dell'aeroporto. A repentaglio viene messa anche la presenza di alcuni siti storici e culturali buddisti presenti nella zona.\r\n\r\nIl progetto dell'aerotropoli si inserisce in realtà in un quadro più ampio, ovvero quello dell'espansione del turismo e dell'aviazione in Indonesia: il governo sta preparando la costruzione di 57 aeroporti entro il 2020, per aumentare sempre di più il numero di turisti nel paese, senza tenere conto del portato distruttivo di un simile piano: la realizzazione di un solo aeroporto comporta una quantità immensa di strade, autostrade, camion, centrali energetiche, oleodotti, impianti, industrie, ecc, che cambierebbero completamente il volto di un territorio finora ancora caratterizzato da luoghi selvatici e non industrializzati. 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