","Sabato a Cameri contro il primo F35 prodotto in Italia","post",1426160700,[65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/no-f35/","http://radioblackout.org/tag/presidio-cameri/",[15,21,69],"presidio cameri",{"post_content":71,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":72,"snippet":73,"value":74},[18],"stabilimento di Cameri il primo \u003Cmark>F35\u003C/mark> che inorgoglisce gli addetti novaresi","Oggi esce dallo stabilimento di Cameri il primo \u003Cmark>F35\u003C/mark> che inorgoglisce gli addetti novaresi alla costruzione di questo strumento di morte, costosissimo, malfunzionante e imposto dalla Lockheed per scenari di guerra che legittimano la spesa solo come sostituzione di altre macchine da guerra già in dotazione della lobby militare italiana.\r\n\r\nTutto questo nel silenzio della galassia pacifista: solo la voce del movimento anitmilitarista novarese, che fin dall'inizio si oppone a questo sperpero, si permette di dissentire radicalmente e si ritroverà sabato 14 marzo in piazza Dante a Cameri a partire dalle 15 per ribadire l'opposizione a questa lugubre produzione, rifiutando di essere complici di simili speculazioni di morte.\r\n\r\n \r\n\r\nUnknown",{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":77},[18],"Sabato a Cameri contro il primo \u003Cmark>F35\u003C/mark> prodotto in Italia",[79,81,85],{"matched_tokens":80,"snippet":15},[],{"matched_tokens":82,"snippet":84},[83,18],"no","\u003Cmark>no\u003C/mark> \u003Cmark>F35\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":69},[],[88,94,97],{"field":39,"indices":89,"matched_tokens":91,"snippets":93},[90],1,[92],[83,18],[84],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":77,"value":77},"post_title",[18],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":73,"value":74},"post_content",[18],1157451471441625000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":37,"num_tokens_dropped":51,"score":104,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":51},"2211897868544",13,"1157451471441625195",2,{"document":107,"highlight":149,"highlights":196,"text_match":100,"text_match_info":211},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":51,"id":110,"is_sticky":51,"permalink":111,"post_author":54,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":57,"post_id":110,"post_modified":114,"post_thumbnail":57,"post_thumbnail_html":57,"post_title":115,"post_type":62,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":134},[48],[50],"21433","http://radioblackout.org/2014/02/22-febbraio-le-piazze-no-tav/","In decine di località delle penisola è stato raccolto l'appello per una giornata di lotta nazionale contro il Tav e la repressione.\r\n14 maggio 2013. 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Ieri ad accendere la miccia era stata una dichiarazione del primo, in quota Pd, favorevole ad \"un'istruttoria\" per \"rimodulare la spesa\" sui cacciabombardieri.\r\nIl voto sulla mozione Sel-M5S - sostenuta anche da un gruppo di deputati del Pd - che chiede la sospensione del programma militare è slittato da ieri ad oggi.\r\nLa spesa prevista dall'Italia è di 12 miliardi di euro, da sostenere in 12 anni per l'acquisto totale di 90 cacciabombardieri. Ogni apparecchio costa 200 milioni e l'Italia, finora, ne ha materialmente ordinati tre.\r\nNella riunione del gruppo parlamentare del PD svoltasi questa mattina è stato trovato l'accordo su un testo che prevede che non vi sia «Nessuna fase di acquisizione» degli F35 «senza che il Parlamento si sia espresso nel merito». La mozione del Pd sugli F35 è stata approvata con 4 voti contrari e 6 astenuti. Chiesta anche un'indagine sulle reali necessità della difesa.\r\nCon ogni probabilità il PD punta all'acquisizione di una trentina di velivoli, da destinare alle portaerei italiane, che possono trasportare solo aerei a decollo verticale. Nessuna delle portaerei della Marina militare italiana è abbastanza lunga da ospitare velivoli con decollo breve e atterraggio frenato. In questo momento la versione \"navale\" dell'F35, prevista a decollo verticale, è l'unica in grado di soddisfare i requisiti per il rinnovo della flotta aeronavale del Belpaese.\r\nSul piatto ci sono però gli interessi nella commessa del maggiore colosso dell'industria armiera italiana, Finmeccanica. A Cameri, dove verranno assemblati il cassone e le ali del cacciabombardiere, prodotti dall'Alenia, una consociata di Finmeccanica.\r\nIn giornata è arrivato l'annuncio che la maggioranza avrebbe raggiunto un accordo per una mozione unitaria che disinnescherebbe la bomba F35. 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Gli antimilitaristi stanno preparando una notte bianca davanti all'aeroporto militare di Cameri, dove è ormai terminata la costruzione per l'assemblamento degli F35.\r\nTra il 13 e il 14 luglio manifestaranno contro l'inizio dei lavori previsto il 18 luglio.\r\n\r\nAscolta la diretta con Walter\r\n\r\nf35","26 Giugno 2013","2013-07-03 13:33:04","Governo ed F35. Decollo difficile",1372264114,[65,66,224,225],"http://radioblackout.org/tag/pd/","http://radioblackout.org/tag/spesa-di-guerra/",[15,21,227,228],"pd","spesa di guerra",{"post_content":230,"post_title":234,"tags":237},{"matched_tokens":231,"snippet":232,"value":233},[18],"maggioranza sul tema caldo degli \u003Cmark>F35\u003C/mark>, pomo della discordia tra i","Pare calare la tensione nel governo e nella maggioranza sul tema caldo degli \u003Cmark>F35\u003C/mark>, pomo della discordia tra i ministri degli Affari Regionali, Graziano Delrio e della Difesa, Mario Mauro. 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Dopo la riunione della maggioranza il capogruppo di Scelta civica Lorenzo Dellai, ha dichiarato che la mozione di maggioranza \"salva le decisioni assunte, che sono irreversibili, e non pone l'obiettivo di uscire dal progetto ma di aprire una fase di verifica e impegna il governo a 'non procedere a ulteriori fasi operative' se non dopo essere tornato in Parlamento a riferire\".\r\nResta, quindi, la verifica sugli strumenti di difesa da parte delle commissioni parlamentari competenti in vista del Consiglio europeo sulla Difesa convocato per dicembre.\r\nIn giornata probabilmente sapremo l'esito della votazione sugli \u003Cmark>F35\u003C/mark>.\r\nDi certo sappiamo che solo l'azione diretta antimilitarista è in grado di gettare sabbia in questo ingranaggio di morte.\r\nNe abbiamo parlato con Walter del Movimento contro gli \u003Cmark>F35\u003C/mark>. 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La Russia controlla il 25% delle esportazioni mondiali di armi; i suoi migliori clienti sono India, Cina, Vietnam. Seguono, a grande distanza, altri Stati grandi e piccoli. La Cina sta al terzo posto in questa graduatoria: la sua quota di mercato è del 5,9% e i suoi clienti più importanti sono Pakistan, Bangladesh, Myanmar. Segue la Francia con il 5,6% rivolto per lo più in direzione del Marocco, della Cina e dell'Egitto. Poi la Germania (pur in calo, come la Francia) con il 4.7%, in direzione soprattutto di USA, Israele e Grecia. Segue il Regno Unito con il 4,5% e una sceltissima clientela: l'Arabia Saudita (in quantità nettamente preponderante), l'India e l'Indonesia tra gli altri. Poi arriva la Spagna con il 3,5% e finalmente (in un'ottima ottava posizione) l'Italia, con il 2,7% del mercato. Il nostro Paese vende soprattutto a Emirati Arabi Uniti, India (nonostante le marachelle della magistratura indiana riguardo ai famosi marò), Turchia (grande paese democraticissimo e rispettosissimo delle minoranze entro i suoi confini). In nona posizione l'Ucraina con il 2,6% e in decima posizione i Paesi Bassi con il 2%.\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci di uno dei volantini che verranno distribuiti in piazza il 12 marzo.\r\n\r\nLe industrie belliche costruiscono le armi con le quali si controlla, si bombarda, si uccide in ogni dove. Le università che orientano la ricerca verso il settore bellico sono complici dei massacri.\r\nL’industria bellica italiana fa affari con chiunque, il made in Italy va alla grande.\r\nRenzi è appena stato in Nigeria, accompagnato da uno stuolo di imprenditori italiani, primo tra tutti Descalzi, l’AD di ENI, responsabile dell’inquinamento del Delta del Niger, delle malattie e dell’impoverimento delle popolazioni locali, le cui proteste sono represse nel sangue dal governo nigeriano.\r\nl governo italiano e l’UE appoggiano la Turchia, che ha mandato l’esercito per cancellare le esperienze di autogoverno nel Bakur, il Kurdistan turco. In queste settimane è in corso un massacro di cui i principali media italiani non parlano. Il silenzio – oltre ad un bel mucchio di soldi - è il prezzo imposto da Erdogan per blindare le frontiere e chiudere nei campi i profughi di guerra in fuga da Siria, Iraq, Afganistan.\r\nIl governo italiano protesta sommessamente per un giovane ricercatore friulano torturato a morte dalla polizia egiziana, ma fa buoni affari con la feroce dittatura militare che ogni giorno imprigiona, tortura e uccide.\r\n\r\nL’Italia è pronta ad un nuovo intervento militare in Libia a sostegno di chi garantisca meglio gli interessi delle ditte italiane e il controllo delle coste.\r\nL’Italia stessa è una portaerei gettata sul Mediterraneo, costellata di aeroporti militari, poligoni, centri di controllo satellitare, postazioni di lancio dei droni.\r\nLe prove generali dei conflitti dei prossimi anni vengono fatte nelle basi sparse per l’Italia. Le stesse basi da cui sono partite le missioni dirette in Libia, Iraq, Afganistan, Serbia, Somalia, Libano…\r\n(…)\r\nA Torino e Caselle c’è l’Alenia, la sua “missione” è fare aerei militari. Nello stabilimento di Caselle Torinese hanno costruito gli Eurofighter Thypoon, i cacciabombardieri made in Europe, e gli AMX. Le ali degli F35, della statunitense Loockeed Martin, sono costruite ed assemblati dall’Alenia.\r\nUn business milionario. Un business di morte.","8 Marzo 2016","2016-03-11 12:18:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/corteo-12-casellejpg-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/corteo-12-casellejpg-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/corteo-12-casellejpg-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/corteo-12-casellejpg-768x1086.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/corteo-12-casellejpg-724x1024.jpg 724w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Caselle. 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Ne è venuto fuori un embrione di coordinamento tra territori afflitti da stabilimenti dell'industria belica come Novarese e Varesotto.\r\n\r\nSonon stati messe in atto modalità di sensibilizzazione sia nelle scuole per contrastare il militarismo che fa proseliti ovunque in modo subdolo; inoltre anche i contatti con le maestranze coinvolte nella produzione di oggetti utili alla guerra sono terreno battuto e che potrà essere obiettivo di questo coordinamento in embrione.\r\n\r\nAscoltate l'intervento di Domenico, ben più approfondito di questo riassunto\r\n\r\n \r\n\r\n2013.12.12 domenico_F35","12 Dicembre 2013","2013-12-20 09:44:43","Convegno su informazione e guerra a Venegono",1386850761,[327,328,329,66,126],"http://radioblackout.org/tag/giornalismo-e-guerra/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/informazione-bellica/",[331,332,333,21,31],"giornalismo e guerra","guerra","informazione bellica",{"post_content":335,"tags":339},{"matched_tokens":336,"snippet":337,"value":338},[18],"impegnato nel movimento contro gli \u003Cmark>F35\u003C/mark>), ai non violenti come Nanni","A Venegono Superiore si è tenuto un convegno composito per partecipazione dei relatori, appartenenti a realtà anche distanti tra loro: dai libertari, come Domenico Argirò (il nostro interlocutore, impegnato nel movimento contro gli \u003Cmark>F35\u003C/mark>), ai non violenti come Nanni Salio (Centro Sereno Regis), a giornalisti come quelli di Nigrizia. affiancati per l'inopinata occasione da Giulietto Chiesa, fino agli ecoattivisti come Marinella Correggia, o Peacelink... e - last but nont least - Richetto, che ha affrontato l'argomento della militarizzazione in Valsusa e del modo in cui viene omertosamente riportata dall'informazione embedded o meno.\r\n\r\nSi è sviscerato il modo in cui si manipola l'informazione (per esempio, di stretta attualità c'è il tour delal Cavour, la portaerei che fa propaganda del made in Italy armiero presso le nazioni più bellicose) ma anche si è tentato di trovare un punto di contatto che consenta di costituire una sorta di comitato unito da un sentire comune tra antimilitaristi e pacifisti in modo da rendere efficace l'azione di contrasto e informazione capilalre che disveli bugie o occultamenti: cioè un movimento di massa antimilitrista che possa incidere maggiormente sulle scelte. 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La manifestazione, partita da Porta Palazzo, ha percorso le strade del centro sino a Porta Nuova.\r\nIl restyling d’immagine delle forze armate e del sistema militare/industriale italiano si infrangono di fronte alla crescita di un movimento di opposizione alla guerra ed al militarismo che si sta rinforzando anno dopo anno.\r\nLa prossima apertura a Torino dell’ottava edizione della mostra mercato dell’industria bellica aerospaziale è il motivo forte intorno al quale si è sviluppato un percorso di lotta ben più ampio, che si è concretato nella partecipazione attiva al corteo di compagnә provenienti da molte località italiane, dove sono nate assemblee e coordinamenti di lotta.\r\nA Porta Palazzo si è parlato di militarizzazione delle periferie, guerra allә poverә, lotta ai CPR, gentrification di un quartiere dove la presenza militare è costante.\r\nSi sono susseguiti interventi sull’Aerospace and Defence Meetings, sulla lotta contro le antenne assassine di Niscemi e la base di Sigonella, sull’occupazione militare a Chiomonte e San Didero in difesa di una linea ad alta velocità destinata a divenire anche corridoio militare.\r\nA Porta Susa si fronte alla lapide dei martiri della camera del lavoro si è ricordata la lunga e durissima lotta della classe operaia torinese contro la guerra ed il militarismo a partire dal 1917, in piena guerra mondiale, quando uno sciopero generale con barricate e scontri durissimi paralizzò la città contro la fame e la guerra.\r\nAl mercato di corso Valdocco un intervento ha posto l’accento sul costante aumento delle spese militari, ben 70 milioni di euro al giorno, di fronte alla riduzione di servizi importanti come trasporti di prossimità, ospedali, scuole, assistenza ad anziani e disabili.\r\nDi fronte alla scuola di applicazioni militari e agli alti comandi si è parlato delle missioni militari all’estero in difesa degli interessi dell’ENI e per l’esternalizzazione della guerra allә migranti.\r\nA Porta Nuova, dove i militari attuano un controllo etnicamente mirato per bloccare lә migrantә diretti al confine in Val Susa, si è parlato di lotta alle frontiere ed al controllo militare del territorio.\r\n\r\nBloccare le missioni all’estero, boicottare l’ENI, cacciare lә militarә dalle nostre città, bloccare la produzione e il trasporto di armi, contrastare la mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra sono concreti orizzonti di lotta.\r\n\r\nIl 30 novembre parte l’ottava edizione dell’Aerospace and Defence Meetings.\r\nVia i mercanti d’armi da Torino!\r\nAppuntamento all’Oval alle 12,30 di martedì 30 novembre \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2921-11-23-antimili-dario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","23 Novembre 2021","2021-11-23 15:42:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/photo_2021-11-22_11-08-15-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" 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Resta quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I fatti sono noti: dopo un “normale” salvataggio in mare la Proactiva si è rifiutata di consegnare alla guardia costiera libica i migranti recuperati in mare. Dall’inchiesta emerge tuttavia una novità importante: la regia dell’intera operazione era a Roma. Un salto di qualità che va al di là della vicenda che ha investito la nave dell’ONG spagnola. Con il suo ultimo colpo di coda il ministro Minniti uquaglia sul filo di lana Maroni. Si torna alla pratica dei respingimenti in mare. Formalmente sono proibiti: l’Italia è stata condannata per violazione dei diritti umani. Ma nessuno è più bravo dei governi a violare o aggirare le norme che sottoscrive. In fondo basta cambiare il nome. Se la parola respingimento in Libia viene sostituita con salvataggio da parte della guardia costiera libica, il gioco è fatto. I migranti tornano all’inferno, ma le regole sono state rispettate.\r\n\r\nStorie di frontiera da Torino a Claviere.\r\n\r\nLa spesa militare in Italia. Armi, basi, missioni all’estero. Oltre il 70% dei fondi destinati allo sviluppo delle imprese da parte del ministero della programmazione economica cade a pioggia sulle industrie armiere.\r\nNe parliamo con Domenico Argirò di Zabriskie Point di Novara in prima fila nel movimento No F35.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nSabato 7 aprile\r\ncena antipasquale veg veg\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIl nostro menù veg/vegan:\r\nAntipasti delle streghe / Chicchi ammazzapreti / Caponet satanico / Hummus dell'infedele / Fagiolata da ultima cena / Vino rossonero / E per finire...Dolcino e Margherita\r\nBenefit lotte contro lo stato\r\nQuanto costa? 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Dagli arditi del popolo alla resistenza e oltre.\r\nInterverrà Franco Schirone, storico, curatore de “La Resistenza sconosciuta” uscito nelle edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nMercoledì 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, info antifascista alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\n in corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nVenerdì 27 aprile\r\n ore 21 alla FAT\r\n in corso Palermo 46\r\n I nuovi manicomi\r\nA quarant’anni dalla chiusura dalla loro chiusura, le gabbie dei matti ci sono ancora. Ovunque.\r\nIntroduce la serata Nicola Valentino, autore, tra gli altri, di “Istituzioni post manicomiali”\r\nOrganizza il collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni”\r\n\r\nPrimo maggio anarchico\r\n\r\nDomenica 6 maggio\r\nore 17,30\r\nin corso Palermo 46\r\nAnarchia e canzone d’autore da Brassens a Ferrè\r\n Parole e musica di Alessio Lega\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, si fanno ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46 (non il prossimo: la riunione è spostata a lunedì 9 aprile)\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","30 Marzo 2018","2018-10-17 22:58:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/lavoro-minorile-200x110.jpg","Anarres del 30 marzo. Morire di lavoro. Elettroschock di polizia. Delta del Niger. La neolingua che respinge i migranti. Storie di frontiera da Torino a Claviere. 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Dalle 10,45 alle 12,45. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 06 22 anarres\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nIdentità erranti contro stato, polizia e frontiere. Nessun Norma. L’altro Pride di Torino \r\n\r\nOdio paura creano mostri. Riflessioni a margine del nuovo governo. Ne parliamo con Francesco Codello\r\n\r\nCento antimilitaristi si sono incontrati a Milano la scorsa settimana. Una lunga giornata di approfondimento su spese militari, nucleare, missioni all’estero, basi, poligoni, militari a scuola e nelle università, guerra interna, nuovo paradigma bellico, storia dell’antimilitarismo in Italia, cultura militarista nei media… e ovviamente notizie dalle lotte dal No Muos agli F35, dalle frontiere al Mediterraneo\r\nNe parliamo con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nGuerra e controllo sociale. La trasformazione del paradigma bellico dalla prima guerra del golfo alla jihad globale, passando per le nostre periferie. \r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nSabato 7 luglio ore 10,30 / 13 presidio contro le frontiere al Balon\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sui terranno ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","5 Luglio 2018","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/07/DSCN5639-1-200x110.jpg","Anarres del 22 giugno. Identità erranti. Odio e paura creano mostri. Un incontro antimilitarista a Milano. 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Ma no!\r\nIl voto è uno dei rituali cardine della democrazia rappresentativa, uno strumento di ricambio delle élite, con il quale non si misura tanto il consenso a questo o quel partito, quanto alla delega in bianco su cui si regge l’intero sistema.\r\nAl di là di programmi, slogan e dichiarazioni di intenti, chi viene eletto non ha alcun mandato imperativo, ma un semplice impegno verbale, che può essere costantemente disatteso, senza portare alla decadenza del delegato.\r\nLa democrazia serve ad alimentare l’illusione che esista una sovranità popolare, cui ciascuno partecipa recandosi alle urne.\r\nNei fatti le regole che la sottendono, difese da un nutrito corpo di armati, impediscono e non consentono la partecipazione alle decisioni sulla vita di noi tutti. É un gioco a carte truccate.\r\nNe abbiamo parlato con Tiziano Antonelli\r\n\r\nGradisca. Sommossa al CPR\r\nA fine maggio nel Centro di detenzione amministrativa di Gradisca di Isonzo, è scoppiata una sommossa, sedata con la forza da polizia, carabinieri e militari. Un’intera area del CPR è stata distrutta.\r\nDa quando il governo ha deciso il prolungamento a 18 mesi del periodo massimo di reclusione per i migranti senza documenti, i Centri italiani sono in crescente ebollizione. Chi finisce in un centro viene condannato ad una pena detentiva di un anno e mezzo di reclusione. Alcuni vengono deportati prima, ma per quelli che provengono da paesi con i quali non ci sono accordi di rimpatrio è prigione.\r\nCe ne ha parlato Raffaele di Trieste\r\n\r\nAttesa presso l’Ufficio Immigrazione. Racconto di una mattina a Torino\r\nOgni città ha un Ufficio Immigrazione della questura. Qui le persone giungono per richiedere documenti, rinnovarli. Spesso riconosciamo questi luoghi per le code di uomini e donne fuori dall’ingresso; a volte la normalità è interrotta da proteste. A Torino l’Ufficio Immigrazione è situato in corso Verona, a pochi passi dalla Dora. Vicino si trovano il blocco oscuro del centro direzionale Lavazza e il cantiere che trasformerà il vecchio mercato all’ingrosso dei fiori in un’area sportiva con palestra e piscina. L’edificio della questura è ampio e spazioso, ma le persone devono attendere ore in coda, ogni mattina, sull’asfalto del piazzale antistante. La polizia amministra l’ordine pubblico, dispone barriere e redarguisce; accanto un furgoncino vende brioche, bibite e caffè, fototessere e servizi di fotocopia. Un’amica, che desidera rispondere al nome di Selma Arnaldo, trascorre mattine qui perché è in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno. Selma ha scritto il racconto di una giornata d’attesa. (da Monitor Italia)\r\n\r\nTorino. In strada per smilitarizzare la città\r\nCome sempre il 2 giugno la Repubblica ha celebrato sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni. Una “festa” nazionalista e militarista.\r\nUna “festa” che anche quest’anno è stata contestata attivamente in due giornate di informazione e lotta.\r\n\r\nLeonardo. Squadriglie di bombardieri tra IA e massacri del futuro\r\nIL 14 dicembre dello scorso anno i governi italiano, giapponese e britannico hanno sottoscritto l’accordo sul Global Combat Air Programme, che prevede la progettazione e realizzazione, da parte di Leonardo, Mitsubishi e BAE Systems, di un nuovo cacciabombardiere, destinato a sostituire Eurofighter ed F35.\r\nIn questo modo viene garantito un futuro anche allo stabilimento Alenia di Caselle Torinese, che terminate le commesse per gli Eurofighter, si rinnoverà per i nuovi, ancor più mortali velivoli da guerra. \r\nGrazie ad un’intervista uscita sull’edizione torinese del Corsera oggi ne sappiamo di più.\r\nl PC2lab di Leonardo a Torino è un vero e proprio centro di sviluppo e prototipazione di modelli e scenari virtuali al servizio della concezione dei velivoli del futuro, droni e caccia di quinta generazione.\r\nÉ in questo Laboratorio che è in gestazione il Global Combat Air Programme. Non si tratta (solo) di un nuovo cacciabombardiere, ma di un intero sistema di attacco aereo. Il pilota è previsto solo per l’areo a capo della squadriglia: gli altri arei saranno senza pilota governati di un’IA che si coordina con l’umano sull’aereo di testa.\r\nI combattimenti aerei con protagonisti piloti umani sono ormai archeologia. Le guerre nei cieli verranno combattute con asettica precisione da un sistema addestrato ad ogni possibile scenario, privo di emozioni e paure.\r\nA morire, oggi come in passato saranno sempre uomini, donne e bambini.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","13 Giugno 2024","2024-06-13 16:12:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/05-200x110.jpeg","Anarres del 7 giugno. Votare? Ma no! Sommossa al CPR di Gradisca. Il tempo sospeso e la violenza istituzionale per i senza carte. Smilitarizzare la città. I nuovi bombardieri di Leonardo&C...",1718295159,[328],[332],{"post_content":684,"post_title":688},{"matched_tokens":685,"snippet":686,"value":687},[83],"idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nVotare? Ma \u003Cmark>no\u003C/mark>!\r\nIl voto è uno dei","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-06-07-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nVotare? Ma \u003Cmark>no\u003C/mark>!\r\nIl voto è uno dei rituali cardine della democrazia rappresentativa, uno strumento di ricambio delle élite, con il quale non si misura tanto il consenso a questo o quel partito, quanto alla delega in bianco su cui si regge l’intero sistema.\r\nAl di là di programmi, slogan e dichiarazioni di intenti, chi viene eletto non ha alcun mandato imperativo, ma un semplice impegno verbale, che può essere costantemente disatteso, senza portare alla decadenza del delegato.\r\nLa democrazia serve ad alimentare l’illusione che esista una sovranità popolare, cui ciascuno partecipa recandosi alle urne.\r\nNei fatti le regole che la sottendono, difese da un nutrito corpo di armati, impediscono e non consentono la partecipazione alle decisioni sulla vita di noi tutti. É un gioco a carte truccate.\r\nNe abbiamo parlato con Tiziano Antonelli\r\n\r\nGradisca. Sommossa al CPR\r\nA fine maggio nel Centro di detenzione amministrativa di Gradisca di Isonzo, è scoppiata una sommossa, sedata con la forza da polizia, carabinieri e militari. Un’intera area del CPR è stata distrutta.\r\nDa quando il governo ha deciso il prolungamento a 18 mesi del periodo massimo di reclusione per i migranti senza documenti, i Centri italiani sono in crescente ebollizione. Chi finisce in un centro viene condannato ad una pena detentiva di un anno e mezzo di reclusione. Alcuni vengono deportati prima, ma per quelli che provengono da paesi con i quali non ci sono accordi di rimpatrio è prigione.\r\nCe ne ha parlato Raffaele di Trieste\r\n\r\nAttesa presso l’Ufficio Immigrazione. Racconto di una mattina a Torino\r\nOgni città ha un Ufficio Immigrazione della questura. Qui le persone giungono per richiedere documenti, rinnovarli. Spesso riconosciamo questi luoghi per le code di uomini e donne fuori dall’ingresso; a volte la normalità è interrotta da proteste. A Torino l’Ufficio Immigrazione è situato in corso Verona, a pochi passi dalla Dora. Vicino si trovano il blocco oscuro del centro direzionale Lavazza e il cantiere che trasformerà il vecchio mercato all’ingrosso dei fiori in un’area sportiva con palestra e piscina. L’edificio della questura è ampio e spazioso, ma le persone devono attendere ore in coda, ogni mattina, sull’asfalto del piazzale antistante. La polizia amministra l’ordine pubblico, dispone barriere e redarguisce; accanto un furgoncino vende brioche, bibite e caffè, fototessere e servizi di fotocopia. Un’amica, che desidera rispondere al nome di Selma Arnaldo, trascorre mattine qui perché è in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno. Selma ha scritto il racconto di una giornata d’attesa. (da Monitor Italia)\r\n\r\nTorino. In strada per smilitarizzare la città\r\nCome sempre il 2 giugno la Repubblica ha celebrato sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni. Una “festa” nazionalista e militarista.\r\nUna “festa” che anche quest’anno è stata contestata attivamente in due giornate di informazione e lotta.\r\n\r\nLeonardo. Squadriglie di bombardieri tra IA e massacri del futuro\r\nIL 14 dicembre dello scorso anno i governi italiano, giapponese e britannico hanno sottoscritto l’accordo sul Global Combat Air Programme, che prevede la progettazione e realizzazione, da parte di Leonardo, Mitsubishi e BAE Systems, di un nuovo cacciabombardiere, destinato a sostituire Eurofighter ed \u003Cmark>F35\u003C/mark>.\r\nIn questo modo viene garantito un futuro anche allo stabilimento Alenia di Caselle Torinese, che terminate le commesse per gli Eurofighter, si rinnoverà per i nuovi, ancor più mortali velivoli da guerra. \r\nGrazie ad un’intervista uscita sull’edizione torinese del Corsera oggi ne sappiamo di più.\r\nl PC2lab di Leonardo a Torino è un vero e proprio centro di sviluppo e prototipazione di modelli e scenari virtuali al servizio della concezione dei velivoli del futuro, droni e caccia di quinta generazione.\r\nÉ in questo Laboratorio che è in gestazione il Global Combat Air Programme. Non si tratta (solo) di un nuovo cacciabombardiere, ma di un intero sistema di attacco aereo. Il pilota è previsto solo per l’areo a capo della squadriglia: gli altri arei saranno senza pilota governati di un’IA che si coordina con l’umano sull’aereo di testa.\r\nI combattimenti aerei con protagonisti piloti umani sono ormai archeologia. 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Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste","29 Settembre 2025","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma […]","2025-09-29 14:27:35","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA CONTRO NOBOA E IL TRUMPISMO IN SALSA LATINA; SUDOVEST ASIATICO IN SUBBUGLIO, RIPERCUSSIONI DELLE GUERRE SIONISTE; CINA DOPO SHANGAI COOPERATION ORGANIZATION E XI ALL’ONU CON LA CASACCA AMBIENTALISTA",1759108934,[715,716,717,718,719,720,721,722,723,724,725,726,727,728,729,730,731,732,733,734],"https://radioblackout.org/tag/armenia/","https://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","https://radioblackout.org/tag/chp/","https://radioblackout.org/tag/conaie/","https://radioblackout.org/tag/cuenca/","https://radioblackout.org/tag/curdi/","https://radioblackout.org/tag/erdogan/","https://radioblackout.org/tag/israele/","https://radioblackout.org/tag/nato/","https://radioblackout.org/tag/netanyahu/","https://radioblackout.org/tag/noboa/","https://radioblackout.org/tag/ocalan/","https://radioblackout.org/tag/pkk/","https://radioblackout.org/tag/proteste/","https://radioblackout.org/tag/qatar/","https://radioblackout.org/tag/quito/","https://radioblackout.org/tag/sco/","https://radioblackout.org/tag/siria/","https://radioblackout.org/tag/trump/","https://radioblackout.org/tag/turchia/",[736,737,738,457,455,453,739,740,741,459,451,742,743,744,745,449,447,746,747,748],"armenia","azerbaijan","chp","Erdogan","Israele","nato","Ocalan","pkk","proteste","qatar","Siria","Trump","Turchia",{"post_content":750},{"matched_tokens":751,"snippet":752,"value":753},[83],"si sta organizzando per dire \u003Cmark>no\u003C/mark> a questo processo che costituirebbe","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. 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Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli \u003Cmark>F-35\u003C/mark>, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",[755],{"field":98,"matched_tokens":756,"snippet":752,"value":753},[83],{"best_field_score":699,"best_field_weight":590,"fields_matched":90,"num_tokens_dropped":51,"score":758,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":51},"1155199671761633393",6637,{"collection_name":473,"first_q":21,"per_page":20,"q":21},["Reactive",762],{},["Set"],["ShallowReactive",765],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f_cWwmJ1C5vvpnsrpjAI7lz-FHhM2O9lZvoDpAnrh8vk":-1},true,"/search?query=no+F35"]