","Strage di Viareggio: ancora «NO!» alla prescrizione","post",1452908002,[61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/assemblea-29-giugno/","http://radioblackout.org/tag/moretti/","http://radioblackout.org/tag/no-prescrizione/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-viareggio/",[66,67,30,68],"Assemblea 29 giugno","moretti","strage di viareggio",{"post_content":70,"post_title":74,"tags":78},{"matched_tokens":71,"snippet":72,"value":73},[15],"a Lucca, iniziativa contro la \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> promossa dall'Associazione dei familiari \"Il","Sabato 16 gennaio, dalle ore 10.00 alle ore 20.00, in Piazza S. Michele a Lucca, iniziativa contro la \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> promossa dall'Associazione dei familiari \"Il Mondo che vorrei\". Verrà esposta la mostra \"Incancellabile\" e diffuso materiale di informazione sulla strage ferroviaria del 29 giugno 2009.\r\nParenti e vittime della strage, dovuta a mancata manutenzione e incuria delle ferrovie dello stato, lottano da anni contro il tentativo di evitare una condanna per i boiari di stato come l'ex amministratore delle ferrovie Moretti, ora promosso al controllo di Finmeccanica: i difensori, principi del foro, ottengono continui ritardi e anche gli interventi di alte cariche simboliche della repubblica non ottengono risultati tangibili che possano far sperare che il processo di primo grado possa concludersi entro l'estate\r\nAssemblea 29 giugno sostiene e partecipa alla giornata di mobilitazione di sabato a Lucca e per questo abbiamo sentito Riccardo – ex ferroviere che può anche testimoniare dell'altro aspetto inquietante derivato dall'evento: la persecuzione dei ferrovieri che hanno voluto testimoniare quello che sapevano e che avevano visto: licenziati – affinché ci spiegasse a che punto siamo, visto che i media mainstream hanno “scelto” di disinteressarsi di quella infernale notte in Versilia.\r\n2016.01.15-viareggio",{"matched_tokens":75,"snippet":77,"value":77},[76,15],"NO!»","Strage di Viareggio: ancora «\u003Cmark>NO!»\u003C/mark> alla \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>",[79,81,83,87],{"matched_tokens":80,"snippet":66},[],{"matched_tokens":82,"snippet":67},[],{"matched_tokens":84,"snippet":86},[85,15],"no","\u003Cmark>no\u003C/mark> \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>",{"matched_tokens":88,"snippet":68},[],[90,95,98],{"field":35,"indices":91,"matched_tokens":92,"snippets":94},[14],[93],[85,15],[86],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":77,"value":77},"post_title",[76,15],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":72,"value":73},"post_content",[15],1157451471441625000,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":105,"num_tokens_dropped":47,"score":106,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,3,"1157451471441625195",{"document":108,"highlight":123,"highlights":136,"text_match":146,"text_match_info":147},{"cat_link":109,"category":110,"comment_count":47,"id":111,"is_sticky":47,"permalink":112,"post_author":50,"post_content":113,"post_date":114,"post_excerpt":53,"post_id":111,"post_modified":115,"post_thumbnail":116,"post_thumbnail_html":117,"post_title":118,"post_type":58,"sort_by_date":119,"tag_links":120,"tags":122},[44],[46],"28788","http://radioblackout.org/2015/03/prescrizione-i-tempi-e-le-misure-della-giustizia-di-classe/","Disco verde della Camera al ddl che riforma l'istituto della prescrizione dei reati aumentando i tempi per l'accertamento dei reati di corruzione. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. Il sale politico è tutto nell'astensione dei centristi. Non è la maggioranza che si spacca, perché si rimanda tutto al Senato ma certo crescono le tensioni tra PD e NCD. Sul piatto la poltrona di ministro delle infrastrutture lasciata vacante da Maurizio Lupi ed oggi occupata ad interim dal primo ministro Matteo Renzi.\r\nNei fatti, al di là della retorica sui reati di “corruzione” la nuova norma colpirebbe tutte le fattispecie di reato, consentendo, una pausa di due anni tra la sentenza di primo grado e l'appello e di un anno tra questo e la cassazione. \r\nNon solo.\r\nE' sotto gli occhi di tutti la diversa velocità che hanno i reati connessi alle lotte sociali e quelli dei politici, imprenditori, manager pubblici, faccendieri del sottobosco delle varie amministrazioni. \r\nQuesta nuova norma pare un contentino alla fame giustizialista di cui si nutrono tante campagne elettorali.\r\nNel frattempo, nel silenzio di tutti, il ministro Orlando si prepare ad un inasprimento delle pene per i furti e i furti in appartamento. I reati dei poveri.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, del foro di Milano, difensore, tra gli altri di Francesco, Lucio e Graziano, i tre No Tav rinchiusi da mesi in regime di alta sorveglianza, nonostante sia caduta l'accusa di terrorismo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\nUnknown","25 Marzo 2015","2015-03-30 12:04:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/legge-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/legge-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/legge-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/legge-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/legge.jpg 990w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Prescrizione. I tempi e le misure della giustizia di classe",1427299279,[121],"http://radioblackout.org/tag/prescrizione/",[15],{"post_content":124,"post_title":128,"tags":132},{"matched_tokens":125,"snippet":126,"value":127},[15],"ddl che riforma l'istituto della \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> dei reati aumentando i tempi","Disco verde della Camera al ddl che riforma l'istituto della \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> dei reati aumentando i tempi per l'accertamento dei reati di corruzione. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. Il sale politico è tutto nell'astensione dei centristi. Non è la maggioranza che si spacca, perché si rimanda tutto al Senato ma certo crescono le tensioni tra PD e NCD. Sul piatto la poltrona di ministro delle infrastrutture lasciata vacante da Maurizio Lupi ed oggi occupata ad interim dal primo ministro Matteo Renzi.\r\nNei fatti, al di là della retorica sui reati di “corruzione” la nuova norma colpirebbe tutte le fattispecie di reato, consentendo, una pausa di due anni tra la sentenza di primo grado e l'appello e di un anno tra questo e la cassazione. \r\nNon solo.\r\nE' sotto gli occhi di tutti la diversa velocità che hanno i reati connessi alle lotte sociali e quelli dei politici, imprenditori, manager pubblici, faccendieri del sottobosco delle varie amministrazioni. \r\nQuesta nuova norma pare un contentino alla fame giustizialista di cui si nutrono tante campagne elettorali.\r\nNel frattempo, nel silenzio di tutti, il ministro Orlando si prepare ad un inasprimento delle pene per i furti e i furti in appartamento. I reati dei poveri.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, del foro di Milano, difensore, tra gli altri di Francesco, Lucio e Graziano, i tre \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav rinchiusi da mesi in regime di alta sorveglianza, nonostante sia caduta l'accusa di terrorismo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\nUnknown",{"matched_tokens":129,"snippet":131,"value":131},[130],"Prescrizione","\u003Cmark>Prescrizione\u003C/mark>. I tempi e le misure della giustizia di classe",[133],{"matched_tokens":134,"snippet":135},[15],"\u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>",[137,139,144],{"field":99,"matched_tokens":138,"snippet":126,"value":127},[15],{"field":35,"indices":140,"matched_tokens":141,"snippets":143},[47],[142],[15],[135],{"field":96,"matched_tokens":145,"snippet":131,"value":131},[130],1155199671761633300,{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":105,"num_tokens_dropped":47,"score":150,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1112386306048",14,"1155199671761633395",{"document":152,"highlight":172,"highlights":190,"text_match":146,"text_match_info":198},{"cat_link":153,"category":154,"comment_count":47,"id":155,"is_sticky":47,"permalink":156,"post_author":50,"post_content":157,"post_date":158,"post_excerpt":53,"post_id":155,"post_modified":159,"post_thumbnail":160,"post_thumbnail_html":161,"post_title":162,"post_type":58,"sort_by_date":163,"tag_links":164,"tags":170},[44],[46],"42765","http://radioblackout.org/2017/07/diritto-penale-aumentano-le-pene-si-riducono-le-garanzie/","La riforma del codice penale, del codice di procedura penale e dell'ordinamento penitenziario è stata approvata in maniera definitiva il 23 giugno. Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 4 luglio, diventerà effettiva dopo trenta giorni, tranne le parti soggette a legge delega al governo.\r\nIl provvedimento introduce importanti modifiche dell'ordinamento penale, sia sul piano del diritto sostanziale sia su quello del diritto processuale.\r\n\r\n \r\n\r\nLa riforma inasprisce le pene per furto, rapina, scippo e cambio elettorale politico-mafioso.\r\n\r\n \r\n\r\nÉ significativo che vengano sanzionati ancora più duramente i reati contro la proprietà privata commessi dai poveri, che nel nostro paese già prevedevano pene molto pesanti.\r\n\r\n \r\n\r\nChiara la volontà di accontentare le pulsioni giustizialiste che attraversano parte del corpo sociale.\r\n\r\n \r\n\r\nVengono significativamente aumentati i termini di prescrizione, aumentando i casi di sospensiva già previsti dalla legge. Tra il processo di primo grado e quello di secondo grado è prevista una interruzione di un anno e mezzo. Sempre di un anno e mezzo è l'arresto del calcolo della prescrizione tra il processo d'appello e quello in Cassazione. Nei fatti la prescrizione è stata aumentata di tre anni. Alla faccia della asserita volontà di adeguamento alle richieste dell'Unione Europea, che sollecitava una maggiore celerità nell'azione penale, vengono nei fatti allungati i tempi a disposizione dell'apparato giudiziario per portare a termine i processi.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nUn vero paradosso, che si nutre di pregiudizi radicati diffusi ad arte dai media, che amplificano alcuni casi di reati gravi estinti dalla prescrizione, nascondendo le obiettive responsabilità, anche politiche, della magistratura.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIl caso più recente ed eclatante è quello della Procura di Torino, che ha accelerato al massimo i procedimenti a carico del movimento No Tav, anche quelli più banali. Condanne e sanzioni pecuniarie sono state la leva potente usata contro un movimento vivo e pericoloso per l'ordine costituito, ben al di là della consistenza penale dei tanti procedimenti attuati contro gli attivisti.\r\n\r\n \r\n\r\nLa possibilità di difesa sono drasticamente ridotte dall'introduzione del dibattimento a distanza, tramite videoconferenza. Sinora era un provvedimento eccezionale, ora diviene la norma per chi è accusato di alcuni reati come mafia, associazione sovversiva, attentato con finalità di terrorismo.\r\n\r\n \r\n\r\nUna legge che conferma sia la natura di classe dell'ordinamento giudiziario, sia il suo utilizzo contro i movimenti di opposizione sociale.\r\nPersino norme apparentemente più “liberali” come quella che introduce l'estinzione di alcuni reati per i quali è prevista la querela di parte e un massimo di pena di 4 anni, se le vittime vengono risarcite, hanno una chiara impronta di classe. Chi non ha soldi per i risarcimenti andrà in carcere.\r\n\r\nI penalisti si sono opposti alla riforma sino all'ultimo, facendo numerosissimi “scioperi”, l'ultimo nella settimana precedente all'approvazione definitiva della nuova legge.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese, in prima fila nella difesa degli attivisti dei movimenti di opposizione sociale e dei migranti.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 07 04 losco riforma dir penale","5 Luglio 2017","2017-07-14 13:53:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/giustizia-bilancia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"223\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/giustizia-bilancia-300x223.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/giustizia-bilancia-300x223.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/giustizia-bilancia-768x571.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/giustizia-bilancia-1024x761.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/giustizia-bilancia.jpg 2000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Diritto penale. Aumentano le pene si riducono le garanzie",1499254575,[165,166,167,121,168,169],"http://radioblackout.org/tag/eugenio-losco/","http://radioblackout.org/tag/furto/","http://radioblackout.org/tag/giustizialismo/","http://radioblackout.org/tag/processo-in-videoconferenza/","http://radioblackout.org/tag/riforma-diritto-penale/",[28,20,171,15,34,32],"giustizialismo",{"post_content":173,"tags":177},{"matched_tokens":174,"snippet":175,"value":176},[15],"significativamente aumentati i termini di \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>, aumentando i casi di sospensiva","La riforma del codice penale, del codice di procedura penale e dell'ordinamento penitenziario è stata approvata in maniera definitiva il 23 giugno. Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 4 luglio, diventerà effettiva dopo trenta giorni, tranne le parti soggette a legge delega al governo.\r\nIl provvedimento introduce importanti modifiche dell'ordinamento penale, sia sul piano del diritto sostanziale sia su quello del diritto processuale.\r\n\r\n \r\n\r\nLa riforma inasprisce le pene per furto, rapina, scippo e cambio elettorale politico-mafioso.\r\n\r\n \r\n\r\nÉ significativo che vengano sanzionati ancora più duramente i reati contro la proprietà privata commessi dai poveri, che nel nostro paese già prevedevano pene molto pesanti.\r\n\r\n \r\n\r\nChiara la volontà di accontentare le pulsioni giustizialiste che attraversano parte del corpo sociale.\r\n\r\n \r\n\r\nVengono significativamente aumentati i termini di \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>, aumentando i casi di sospensiva già previsti dalla legge. Tra il processo di primo grado e quello di secondo grado è prevista una interruzione di un anno e mezzo. Sempre di un anno e mezzo è l'arresto del calcolo della \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> tra il processo d'appello e quello in Cassazione. Nei fatti la \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> è stata aumentata di tre anni. Alla faccia della asserita volontà di adeguamento alle richieste dell'Unione Europea, che sollecitava una maggiore celerità nell'azione penale, vengono nei fatti allungati i tempi a disposizione dell'apparato giudiziario per portare a termine i processi.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nUn vero paradosso, che si nutre di pregiudizi radicati diffusi ad arte dai media, che amplificano alcuni casi di reati gravi estinti dalla \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>, nascondendo le obiettive responsabilità, anche politiche, della magistratura.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIl caso più recente ed eclatante è quello della Procura di Torino, che ha accelerato al massimo i procedimenti a carico del movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav, anche quelli più banali. Condanne e sanzioni pecuniarie sono state la leva potente usata contro un movimento vivo e pericoloso per l'ordine costituito, ben al di là della consistenza penale dei tanti procedimenti attuati contro gli attivisti.\r\n\r\n \r\n\r\nLa possibilità di difesa sono drasticamente ridotte dall'introduzione del dibattimento a distanza, tramite videoconferenza. Sinora era un provvedimento eccezionale, ora diviene la norma per chi è accusato di alcuni reati come mafia, associazione sovversiva, attentato con finalità di terrorismo.\r\n\r\n \r\n\r\nUna legge che conferma sia la natura di classe dell'ordinamento giudiziario, sia il suo utilizzo contro i movimenti di opposizione sociale.\r\nPersino norme apparentemente più “liberali” come quella che introduce l'estinzione di alcuni reati per i quali è prevista la querela di parte e un massimo di pena di 4 anni, se le vittime vengono risarcite, hanno una chiara impronta di classe. Chi non ha soldi per i risarcimenti andrà in carcere.\r\n\r\nI penalisti si sono opposti alla riforma sino all'ultimo, facendo numerosissimi “scioperi”, l'ultimo nella settimana precedente all'approvazione definitiva della nuova legge.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese, in prima fila nella difesa degli attivisti dei movimenti di opposizione sociale e dei migranti.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 07 04 losco riforma dir penale",[178,180,182,184,186,188],{"matched_tokens":179,"snippet":28},[],{"matched_tokens":181,"snippet":20},[],{"matched_tokens":183,"snippet":171},[],{"matched_tokens":185,"snippet":135},[15],{"matched_tokens":187,"snippet":34},[],{"matched_tokens":189,"snippet":32},[],[191,193],{"field":99,"matched_tokens":192,"snippet":175,"value":176},[15],{"field":35,"indices":194,"matched_tokens":195,"snippets":197},[105],[196],[15],[135],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":199,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1155199671761633394",{"document":201,"highlight":215,"highlights":224,"text_match":146,"text_match_info":229},{"cat_link":202,"category":203,"comment_count":47,"id":204,"is_sticky":47,"permalink":205,"post_author":50,"post_content":206,"post_date":207,"post_excerpt":53,"post_id":204,"post_modified":208,"post_thumbnail":209,"post_thumbnail_html":210,"post_title":211,"post_type":58,"sort_by_date":212,"tag_links":213,"tags":214},[44],[46],"37642","http://radioblackout.org/2016/10/no-tav-domani-si-apre-il-maxiprocesso-di-appello/","Domani 4 ottobre appuntamento no tav alle 9 dentro (maxi aula 1) e fuori il tribunale di Torino per l'inizio del maxiprocesso di appello per la difesa della Repubblica della Maddalena del 27 giugno - 3 luglio 2011.\r\n\r\nIn primo grado ci sono state 47 condanne con una media di più di tre anni a testa, più 150.000 euro di risarcimenti; la prescrizione è lontana, e lo stesso presidente della corte d'Appello Francesco Saluzzo rappresenterà la pubblica accusa. Il calendario delle udienze finora previste è molto serrato.\r\n\r\nAscolta l'analisi di Tobia, uno degli imputati, alla vigilia dell'apertura del processo:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","3 Ottobre 2016","2016-10-11 12:13:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"165\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-300x165.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-300x165.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-768x423.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-1024x563.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-200x110.png 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav.png 1047w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No Tav, domani si apre il maxiprocesso di appello",1475496325,[],[],{"post_content":216,"post_title":220},{"matched_tokens":217,"snippet":218,"value":219},[85],"Domani 4 ottobre appuntamento \u003Cmark>no\u003C/mark> tav alle 9 dentro (maxi","Domani 4 ottobre appuntamento \u003Cmark>no\u003C/mark> tav alle 9 dentro (maxi aula 1) e fuori il tribunale di Torino per l'inizio del maxiprocesso di appello per la difesa della Repubblica della Maddalena del 27 giugno - 3 luglio 2011.\r\n\r\nIn primo grado ci sono state 47 condanne con una media di più di tre anni a testa, più 150.000 euro di risarcimenti; la \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> è lontana, e lo stesso presidente della corte d'Appello Francesco Saluzzo rappresenterà la pubblica accusa. Il calendario delle udienze finora previste è molto serrato.\r\n\r\nAscolta l'analisi di Tobia, uno degli imputati, alla vigilia dell'apertura del processo:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":221,"snippet":223,"value":223},[222],"No","\u003Cmark>No\u003C/mark> Tav, domani si apre il maxiprocesso di appello",[225,227],{"field":99,"matched_tokens":226,"snippet":218,"value":219},[85],{"field":96,"matched_tokens":228,"snippet":223,"value":223},[222],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":199,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":231,"highlight":253,"highlights":258,"text_match":146,"text_match_info":261},{"cat_link":232,"category":233,"comment_count":47,"id":234,"is_sticky":47,"permalink":235,"post_author":50,"post_content":236,"post_date":237,"post_excerpt":53,"post_id":234,"post_modified":238,"post_thumbnail":239,"post_thumbnail_html":240,"post_title":241,"post_type":58,"sort_by_date":242,"tag_links":243,"tags":249},[44],[46],"39904","http://radioblackout.org/2017/01/minniti-il-figlioccio-di-cossiga/","Quello guidato da Paolo Gentiloni è davvero il governo fotocopia di Matteo Renzi? La promozione di Domenico “Marco” Minniti da sottosegretario con delega ai Servizi segreti a ministro dell’Interno suggerisce di no. Il cambio al Viminale coincide con l’avvio di nuovi programmi di contrasto delle migrazioni “irregolari”, di gestione dell’ordine pubblico e repressione del dissenso. Peraltro alla vigilia di due importanti appuntamenti internazionali, che hanno contribuito alla scelta di rinviare la fine della legislatura: la celebrazione del 60esimo anniversario della firma del Trattato istitutivo della Cee (il 25 marzo a Roma) e, soprattutto, il vertice dei Capi di Stato del G7 a Taormina il 26 e 27 maggio.\r\nIn vista di tali scadenze, Marco Minniti appare come il politico più “adeguato” per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno e – in vista delle politiche – strappare a leghisti e centrodestra il monopolio della narrazione sul “pericolo” immigrato e sulla “sicurezza”. Di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America e alle centrali d’intelligence più o meno occulte del nostro Paese, il suo curriculum vitae e le trame tessute in questi anni ci spiegano come e perché.\r\n\r\nLa sua “creatura” è l’ICSA, di cui sino alla morte è stato presidente Francesco Cossiga. Un nome un programma.\r\n\r\nEterogeneo per ideologie e orientamenti politici anche se in buona parte i cuori battono per l’ordine sociale e la conservazione, il consiglio scientifico della Fondazione ICSA testimonia la portata e la forza della rete di relazioni istituzionali, nazionali e internazionali, realizzata nel tempo da Marco Minniti. Si tratta di una lunga lista di Capi di Stato Maggiore delle forze armate e dell’Arma dei carabinieri; comandanti dei reparti speciali della Nato e dei servizi segreti; segretari e consiglieri militari di presidenti del consiglio e ministri; diplomatici, magistrati, responsabili della security di importanti holding economiche; giornalisti, professori universitari e finanche consulenti e analisti della CIA e dei dipartimenti statunitensi per la lotta al terrorismo.\r\n\r\nCoordinatore del Consiglio scientifico della Fondazione ICSA il sociologo Italo Saverio Trento.\r\n\r\nMembri\r\n\r\nAmm. Gianfranco Battelli, dal 1979 al 1983 a capo del cosiddetto “ufficio I” incaricato della valutazione, produzione e aggiornamento di tutti i documenti d’intelligence della Marina Militare; successivamente capo di Gabinetto del ministero della Difesa e dal 1996 al 2001 direttore del Sismi (i vecchi servizi segreti militari) e infine consigliere della Corte dei Conti.\r\n\r\nAmm. Sergio Biraghi, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare dal 2004 al 2006 e poi consigliere militare del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.\r\n\r\nGen. Carlo Cabigiosu, già vicecomandante del Corpo d’Armata di reazione Rapida della Nato in Germania, poi Capo di Stato maggiore del Comando Regionale delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (il primo generale italiano ad assumere tale carica, da sempre ricoperta da militari Usa), comandante della Forza Nato in Kosovo (2000-01), rappresentante dell’Italia al Senior Official Group (SOG) della Nato per la revisione della struttura di Comando dell'Alleanza e infine consigliere militare della Missione italiana in Iraq (2003-04).\r\n\r\nGen. Vincenzo Camporini, dal 2008 al 2011 Capo di Stato maggiore della difesa e poi consulente dell’allora ministro degli esteri Franco Frattini; oggi è vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali e membro della Fondazione Italia-Usa.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovanni De Carli ed Edoardo Esposito, generali della Guardia di Finanza.\r\n\r\nGen. Giampaolo Ganzer, già comandante dei reparti dei Carabinieri impegnati contro la colonna veneto-friulana delle Brigate Rosse e delle teste di cuoio che liberarono il generale Usa James Lee Dozier sequestrato dalle Br a Verona nel 1981. Nel 2002 è stato nominato comandante del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) dell’Arma dei Carabinieri, incarico ricoperto sino al luglio 2012 nonostante la condanna in primo grado a 14 anni per “associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati”, commessi nel corso di alcune operazioni antidroga dei ROS. Dopo la riduzione della condanna in secondo grado a 4 anni e 11 mesi di reclusione, lo scorso anno è scatta la prescrizione per i reati dopo la revisione della Cassazione.\r\n\r\nGen. Fabio Mini, esperto di geostrategia, ex comandante della missione Nato in Kosovo dal 2002 al 2003, autore di articoli per Limes, l’Espresso, la Repubblica e Il Fatto Quotidiano.\r\n\r\nGen. Mario Nunzella, già Capo di Stato maggiore dell’Arma dei Carabinieri, ex consigliere per la sicurezza del Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, poi responsabile del coordinamento delle forze di polizia presso il Ministero dell’Interno. Nel giugno 2000 è stato nominato comandante del ROS dei Carabinieri.\r\n\r\nGen. Stefano Panato, ex sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica (si è interessato ai programmi di sviluppo dei cacciabombardieri Tornado, Amx ed Eurofighter 2000), poi presidente del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), l’organismo di più alto livello nel campo della formazione e degli studi di sicurezza e vicedirettore del Sismi e dell’AISE (l’agenzia che sovrintende alla gestione dei servizi segreti). Dal 1999 al 2002 è stato consigliere militare presso la Rappresentanza d’Italia al Consiglio Atlantico a Bruxelles; oggi ricopre il ruolo coordinatore del Centro Studi Militari Aeronautici (Cesma) “Giulio Dohuet” di Roma.\r\n\r\nGen. Luciano Piacentini, già comandante del battaglione d’assalto “Col Moschin” e successivamente capo di Stato Maggiore della brigata paracadutisti “Folgore” e consigliere per la sicurezza in diverse aree del continente asiatico.\r\n\r\nGen. Sergio Siracusa, prima addetto militare presso l’ambasciata d’Italia a Washington, poi sottocapo di Stato maggiore presso il Comando Forze terrestri alleate del Sud Europa di Verona, direttore del Sismi dal 1994 al 1996, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri dal 1997 al 2002 e infine Consigliere di Stato.\r\n\r\nGiancarlo Capaldo, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma ed ex collaboratore dei ministri della prima Repubblica Sebastiano Vassalli e Virginio Rognoni.\r\n\r\nStefano Dambruoso, ex magistrato a Milano dove ha condotto inchieste sulle cellule anarco-insurrezionaliste e sul terrorismo jidahista in Italia, dal 2008 Capo dell’Ufficio coordinamento attività internazionali del ministero della Giustizia, poi membro del Consiglio direttivo dell’Agenzia per la sicurezza nucleare e dal febbraio 2013 deputato alla Camera, eletto in Lombardia con Scelta Civica e transitato nel gruppo scissionista Civici e Innovatori. Membro anch’egli della Fondazione Italia-USA, nel gennaio 2016, unitamente al parlamentare Pd Andrea Manciulli (presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO) ha presentato la proposta di legge “Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista”.\r\n\r\nNicola Di Giannantonio, prefetto fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio nel 2000 e successivamente direttore della Sovrintendenza Centrale dei Servizi di Sicurezza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.\r\n\r\nDomenico Vulpiani, prefetto e direttore dell’Ufficio centrale ispettivo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, dal 1978 al 1988 responsabile dei servizi di protezione dei Presidenti della Repubblica Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro, di alcuni presidenti del Consiglio e ministri dell’Interno. Dal 1990 al 1996 presso la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione ha ricoperto diversi incarichi in materia di antiterrorismo; dal 1996 al 2001 è stato a capo della DIGOS di Roma, dal 2001 al 2009 direttore del Servizio Polizia Postale, ufficio specializzato nel contrasto ai crimini postali ed informatici e del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche del Paese.\r\n\r\nGiovanni Castellaneta, già ambasciatore d’Italia negli Usa dal 2005 al 2009 (anni in cui vengono sottoscritti accordi strategici con Washington in campo militare e industriale, come ad esempio la coproduzione dei cacciabombardieri F-35, l’installazione del terminale MUOS a Niscemi e dei droni d’intelligence a Sigonella); successivamente presidente del consiglio di amministrazione di SACE (il gruppo assicurativo-finanziario a favore delle imprese italiane che operano all’estero, interamente controllato dalla Cassa depositi e Prestiti) e membro del Cda di Finmeccanica (l’holding a capo del complesso militare-industriale italiano). È stato inoltre consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio Berlusconi e suo rappresentante personale per i Vertici del G8 del 2001 e del 2005.\r\n\r\nGuido Lenzi, ambasciatore, già rappresentante permanente presso l’OSCE a Vienna, direttore dell’Istituto Europeo di Studi di Sicurezza a Parigi e consigliere diplomatico presso il ministero degli affari esteri e della difesa.\r\n\r\nAndrea Monorchio, originario di Reggio Calabria, ex ragioniere generale dello Stato, docente di materie economiche presso l’Università di Siena e la Luiss di Roma, per alcuni anni presidente del Cda di Infrastrutture S.p.A. (società voluta dal ministero del Tesoro per finanziare le grandi opere pubbliche) e dei collegi sindacali di Eni, Fintecna e Telespazio (gruppo Finmeccanica). Nell’ottobre 2011 è stato nominato vicepresidente della Banca popolare di Vicenza.\r\n\r\nPaolo Savona, già direttore generale e poi amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro (1989-1990), presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (dal 1990 al 1999 e dal 2010 al 2014), dei Cda di holding e società come Impregilo, Gemina, Aeroporti di Roma, Consorzio Venezia Nuova, Banca di Roma, membro dei Cda di RCS, TIM Italia, Capitalia. Savona è stato pure presidente della Commissione d’indagine sul nucleare in Italia e membro delle Commissioni Ortona e Jucci per la riforma dei servizi di sicurezza.\r\n\r\nAsher Daniel Colombo e Marzio Barbagli, docenti di sociologia dell’Università di Bologna, consulenti di fiducia del ministero dell’Interno e autori di diverse pubblicazioni sulle migrazioni internazionali e le “relazioni” immigrati-sicurezza-criminalità in Italia.\r\n\r\nSalvatore Tucci, docente di Calcolatori elettronici presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università “Tor Vergata” di Roma, dal 1999 al 2008 responsabile del sistema informativo della Presidenza del consiglio dei ministri.\r\n\r\nI giornalisti Andrea Nativi direttore della Rivista Italiana Difesa e Carlo Panella ex dirigente di Lotta Continua, collaboratore de Il Foglio e responsabile delle tribune politiche Mediaset, nominato da Marco Minniti quale membro della Commissione di studio sulla Jihad in Italia.\r\n\r\nI direttori della security e protezione aziendale, Raffaele Di Lella di ENAC (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) e Franco Fiumara delle Ferrovie dello Stato (quest’ultimo ha pure diretto le compagnie della Guardia di finanza di Mondragone e Gela e il Nucleo centrale Polizia tributaria di Roma - Sezione Stupefacenti; nel dicembre 2014 è stato eletto presidente di Colpofer, l’Associazione internazionale dei Capi delle strutture di sicurezza aziendale ferroviaria di 24 paesi e della Polizia dei trasporti).\r\n\r\nLuisa Franchina, ingegnere elettronico ed esperta di strategie di sicurezza delle reti e dell’informazione, dal 2011 al 2013 direttrice generale del Nucleo operativo per gli attentati NBCR (nucleari, biologici, chimici e radiologici) presso la Presidenza del Consiglio e successivamente delegata italiana per la Protezione civile presso il comando Nato di Bruxelles.\r\n\r\nGli ispettori generali della Police nationale francese, Hélène Martini (già consigliere tecnico per la sicurezza interna del Presidente della Repubblica) ed Emile Pérez, direttore del Service de Coopération Technique Internationale de Police e presidente di Francopol.\r\n\r\nFrances Fragos Townsend, ex consigliere per la sicurezza nazionale e le politiche di lotta al terrorismo del presidente Usa George W. Bush, nonché inviata speciale per le ispezioni alla prigione-lager “Abu Ghraib” in Iraq, nota al mondo per i crimini commessi dai militari statunitensi a danno dei reclusi. Tra il 2006 e il 2007, l’allora vice-ministro all’interno Marco Minniti e il prefetto Carlo De Stefano (al tempo direttore centrale della Polizia di prevenzione e coordinatore del Comitato di analisi strategica antiterrorismo) ebbero modo d’incontrare più volte a Roma e Washington la consigliere Townsend per uno “scambio di informazioni Italia-Usa sulla “minaccia terroristica”.\r\n\r\nKurt Volker, ex ambasciatore Usa alla Nato (su nomina del presidente George W. Bush) ed ex analista internazionale della CIA, managing director del Centro per le Relazioni Transatlantiche alla Johns Hopkins University. Già consulente del senatore ultraconservatore John MacCain e vicedirettore dell’allora Segretario generale della NATO George Robertson (1998-2001), Volker ha ricoperto l’incarico di consulente del Dipartimento di Stato in preparazione dei summit Nato di Praga (2002) e Istanbul (2004).\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, autore di un profilo di Minniti, uscito su Left.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 01 17 minniti mazzeo","17 Gennaio 2017","2017-01-20 16:11:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Minniti. Il figlioccio di Cossiga",1484680092,[244,245,246,247,248],"http://radioblackout.org/tag/cossiga/","http://radioblackout.org/tag/g7/","http://radioblackout.org/tag/minniti/","http://radioblackout.org/tag/servizi-segreti/","http://radioblackout.org/tag/taormina/",[22,250,251,252,24],"g7","minniti","servizi segreti",{"post_content":254},{"matched_tokens":255,"snippet":256,"value":257},[85],"a ministro dell’Interno suggerisce di \u003Cmark>no\u003C/mark>. Il cambio al Viminale coincide","Quello guidato da Paolo Gentiloni è davvero il governo fotocopia di Matteo Renzi? La promozione di Domenico “Marco” Minniti da sottosegretario con delega ai Servizi segreti a ministro dell’Interno suggerisce di \u003Cmark>no\u003C/mark>. Il cambio al Viminale coincide con l’avvio di nuovi programmi di contrasto delle migrazioni “irregolari”, di gestione dell’ordine pubblico e repressione del dissenso. Peraltro alla vigilia di due importanti appuntamenti internazionali, che hanno contribuito alla scelta di rinviare la fine della legislatura: la celebrazione del 60esimo anniversario della firma del Trattato istitutivo della Cee (il 25 marzo a Roma) e, soprattutto, il vertice dei Capi di Stato del G7 a Taormina il 26 e 27 maggio.\r\nIn vista di tali scadenze, Marco Minniti appare come il politico più “adeguato” per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno e – in vista delle politiche – strappare a leghisti e centrodestra il monopolio della narrazione sul “pericolo” immigrato e sulla “sicurezza”. Di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America e alle centrali d’intelligence più o meno occulte del nostro Paese, il suo curriculum vitae e le trame tessute in questi anni ci spiegano come e perché.\r\n\r\nLa sua “creatura” è l’ICSA, di cui sino alla morte è stato presidente Francesco Cossiga. Un nome un programma.\r\n\r\nEterogeneo per ideologie e orientamenti politici anche se in buona parte i cuori battono per l’ordine sociale e la conservazione, il consiglio scientifico della Fondazione ICSA testimonia la portata e la forza della rete di relazioni istituzionali, nazionali e internazionali, realizzata nel tempo da Marco Minniti. Si tratta di una lunga lista di Capi di Stato Maggiore delle forze armate e dell’Arma dei carabinieri; comandanti dei reparti speciali della Nato e dei servizi segreti; segretari e consiglieri militari di presidenti del consiglio e ministri; diplomatici, magistrati, responsabili della security di importanti holding economiche; giornalisti, professori universitari e finanche consulenti e analisti della CIA e dei dipartimenti statunitensi per la lotta al terrorismo.\r\n\r\nCoordinatore del Consiglio scientifico della Fondazione ICSA il sociologo Italo Saverio Trento.\r\n\r\nMembri\r\n\r\nAmm. Gianfranco Battelli, dal 1979 al 1983 a capo del cosiddetto “ufficio I” incaricato della valutazione, produzione e aggiornamento di tutti i documenti d’intelligence della Marina Militare; successivamente capo di Gabinetto del ministero della Difesa e dal 1996 al 2001 direttore del Sismi (i vecchi servizi segreti militari) e infine consigliere della Corte dei Conti.\r\n\r\nAmm. Sergio Biraghi, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare dal 2004 al 2006 e poi consigliere militare del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.\r\n\r\nGen. Carlo Cabigiosu, già vicecomandante del Corpo d’Armata di reazione Rapida della Nato in Germania, poi Capo di Stato maggiore del Comando Regionale delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (il primo generale italiano ad assumere tale carica, da sempre ricoperta da militari Usa), comandante della Forza Nato in Kosovo (2000-01), rappresentante dell’Italia al Senior Official Group (SOG) della Nato per la revisione della struttura di Comando dell'Alleanza e infine consigliere militare della Missione italiana in Iraq (2003-04).\r\n\r\nGen. Vincenzo Camporini, dal 2008 al 2011 Capo di Stato maggiore della difesa e poi consulente dell’allora ministro degli esteri Franco Frattini; oggi è vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali e membro della Fondazione Italia-Usa.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovanni De Carli ed Edoardo Esposito, generali della Guardia di Finanza.\r\n\r\nGen. Giampaolo Ganzer, già comandante dei reparti dei Carabinieri impegnati contro la colonna veneto-friulana delle Brigate Rosse e delle teste di cuoio che liberarono il generale Usa James Lee Dozier sequestrato dalle Br a Verona nel 1981. Nel 2002 è stato nominato comandante del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) dell’Arma dei Carabinieri, incarico ricoperto sino al luglio 2012 nonostante la condanna in primo grado a 14 anni per “associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati”, commessi nel corso di alcune operazioni antidroga dei ROS. Dopo la riduzione della condanna in secondo grado a 4 anni e 11 mesi di reclusione, lo scorso anno è scatta la \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> per i reati dopo la revisione della Cassazione.\r\n\r\nGen. Fabio Mini, esperto di geostrategia, ex comandante della missione Nato in Kosovo dal 2002 al 2003, autore di articoli per Limes, l’Espresso, la Repubblica e Il Fatto Quotidiano.\r\n\r\nGen. Mario Nunzella, già Capo di Stato maggiore dell’Arma dei Carabinieri, ex consigliere per la sicurezza del Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, poi responsabile del coordinamento delle forze di polizia presso il Ministero dell’Interno. Nel giugno 2000 è stato nominato comandante del ROS dei Carabinieri.\r\n\r\nGen. Stefano Panato, ex sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica (si è interessato ai programmi di sviluppo dei cacciabombardieri Tornado, Amx ed Eurofighter 2000), poi presidente del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), l’organismo di più alto livello nel campo della formazione e degli studi di sicurezza e vicedirettore del Sismi e dell’AISE (l’agenzia che sovrintende alla gestione dei servizi segreti). Dal 1999 al 2002 è stato consigliere militare presso la Rappresentanza d’Italia al Consiglio Atlantico a Bruxelles; oggi ricopre il ruolo coordinatore del Centro Studi Militari Aeronautici (Cesma) “Giulio Dohuet” di Roma.\r\n\r\nGen. Luciano Piacentini, già comandante del battaglione d’assalto “Col Moschin” e successivamente capo di Stato Maggiore della brigata paracadutisti “Folgore” e consigliere per la sicurezza in diverse aree del continente asiatico.\r\n\r\nGen. Sergio Siracusa, prima addetto militare presso l’ambasciata d’Italia a Washington, poi sottocapo di Stato maggiore presso il Comando Forze terrestri alleate del Sud Europa di Verona, direttore del Sismi dal 1994 al 1996, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri dal 1997 al 2002 e infine Consigliere di Stato.\r\n\r\nGiancarlo Capaldo, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma ed ex collaboratore dei ministri della prima Repubblica Sebastiano Vassalli e Virginio Rognoni.\r\n\r\nStefano Dambruoso, ex magistrato a Milano dove ha condotto inchieste sulle cellule anarco-insurrezionaliste e sul terrorismo jidahista in Italia, dal 2008 Capo dell’Ufficio coordinamento attività internazionali del ministero della Giustizia, poi membro del Consiglio direttivo dell’Agenzia per la sicurezza nucleare e dal febbraio 2013 deputato alla Camera, eletto in Lombardia con Scelta Civica e transitato nel gruppo scissionista Civici e Innovatori. Membro anch’egli della Fondazione Italia-USA, nel gennaio 2016, unitamente al parlamentare Pd Andrea Manciulli (presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO) ha presentato la proposta di legge “Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista”.\r\n\r\nNicola Di Giannantonio, prefetto fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio nel 2000 e successivamente direttore della Sovrintendenza Centrale dei Servizi di Sicurezza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.\r\n\r\nDomenico Vulpiani, prefetto e direttore dell’Ufficio centrale ispettivo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, dal 1978 al 1988 responsabile dei servizi di protezione dei Presidenti della Repubblica Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro, di alcuni presidenti del Consiglio e ministri dell’Interno. Dal 1990 al 1996 presso la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione ha ricoperto diversi incarichi in materia di antiterrorismo; dal 1996 al 2001 è stato a capo della DIGOS di Roma, dal 2001 al 2009 direttore del Servizio Polizia Postale, ufficio specializzato nel contrasto ai crimini postali ed informatici e del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche del Paese.\r\n\r\nGiovanni Castellaneta, già ambasciatore d’Italia negli Usa dal 2005 al 2009 (anni in cui vengono sottoscritti accordi strategici con Washington in campo militare e industriale, come ad esempio la coproduzione dei cacciabombardieri F-35, l’installazione del terminale MUOS a Niscemi e dei droni d’intelligence a Sigonella); successivamente presidente del consiglio di amministrazione di SACE (il gruppo assicurativo-finanziario a favore delle imprese italiane che operano all’estero, interamente controllato dalla Cassa depositi e Prestiti) e membro del Cda di Finmeccanica (l’holding a capo del complesso militare-industriale italiano). È stato inoltre consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio Berlusconi e suo rappresentante personale per i Vertici del G8 del 2001 e del 2005.\r\n\r\nGuido Lenzi, ambasciatore, già rappresentante permanente presso l’OSCE a Vienna, direttore dell’Istituto Europeo di Studi di Sicurezza a Parigi e consigliere diplomatico presso il ministero degli affari esteri e della difesa.\r\n\r\nAndrea Monorchio, originario di Reggio Calabria, ex ragioniere generale dello Stato, docente di materie economiche presso l’Università di Siena e la Luiss di Roma, per alcuni anni presidente del Cda di Infrastrutture S.p.A. (società voluta dal ministero del Tesoro per finanziare le grandi opere pubbliche) e dei collegi sindacali di Eni, Fintecna e Telespazio (gruppo Finmeccanica). Nell’ottobre 2011 è stato nominato vicepresidente della Banca popolare di Vicenza.\r\n\r\nPaolo Savona, già direttore generale e poi amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro (1989-1990), presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (dal 1990 al 1999 e dal 2010 al 2014), dei Cda di holding e società come Impregilo, Gemina, Aeroporti di Roma, Consorzio Venezia Nuova, Banca di Roma, membro dei Cda di RCS, TIM Italia, Capitalia. Savona è stato pure presidente della Commissione d’indagine sul nucleare in Italia e membro delle Commissioni Ortona e Jucci per la riforma dei servizi di sicurezza.\r\n\r\nAsher Daniel Colombo e Marzio Barbagli, docenti di sociologia dell’Università di Bologna, consulenti di fiducia del ministero dell’Interno e autori di diverse pubblicazioni sulle migrazioni internazionali e le “relazioni” immigrati-sicurezza-criminalità in Italia.\r\n\r\nSalvatore Tucci, docente di Calcolatori elettronici presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università “Tor Vergata” di Roma, dal 1999 al 2008 responsabile del sistema informativo della Presidenza del consiglio dei ministri.\r\n\r\nI giornalisti Andrea Nativi direttore della Rivista Italiana Difesa e Carlo Panella ex dirigente di Lotta Continua, collaboratore de Il Foglio e responsabile delle tribune politiche Mediaset, nominato da Marco Minniti quale membro della Commissione di studio sulla Jihad in Italia.\r\n\r\nI direttori della security e protezione aziendale, Raffaele Di Lella di ENAC (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) e Franco Fiumara delle Ferrovie dello Stato (quest’ultimo ha pure diretto le compagnie della Guardia di finanza di Mondragone e Gela e il Nucleo centrale Polizia tributaria di Roma - Sezione Stupefacenti; nel dicembre 2014 è stato eletto presidente di Colpofer, l’Associazione internazionale dei Capi delle strutture di sicurezza aziendale ferroviaria di 24 paesi e della Polizia dei trasporti).\r\n\r\nLuisa Franchina, ingegnere elettronico ed esperta di strategie di sicurezza delle reti e dell’informazione, dal 2011 al 2013 direttrice generale del Nucleo operativo per gli attentati NBCR (nucleari, biologici, chimici e radiologici) presso la Presidenza del Consiglio e successivamente delegata italiana per la Protezione civile presso il comando Nato di Bruxelles.\r\n\r\nGli ispettori generali della Police nationale francese, Hélène Martini (già consigliere tecnico per la sicurezza interna del Presidente della Repubblica) ed Emile Pérez, direttore del Service de Coopération Technique Internationale de Police e presidente di Francopol.\r\n\r\nFrances Fragos Townsend, ex consigliere per la sicurezza nazionale e le politiche di lotta al terrorismo del presidente Usa George W. Bush, nonché inviata speciale per le ispezioni alla prigione-lager “Abu Ghraib” in Iraq, nota al mondo per i crimini commessi dai militari statunitensi a danno dei reclusi. Tra il 2006 e il 2007, l’allora vice-ministro all’interno Marco Minniti e il prefetto Carlo De Stefano (al tempo direttore centrale della Polizia di prevenzione e coordinatore del Comitato di analisi strategica antiterrorismo) ebbero modo d’incontrare più volte a Roma e Washington la consigliere Townsend per uno “scambio di informazioni Italia-Usa sulla “minaccia terroristica”.\r\n\r\nKurt Volker, ex ambasciatore Usa alla Nato (su nomina del presidente George W. Bush) ed ex analista internazionale della CIA, managing director del Centro per le Relazioni Transatlantiche alla Johns Hopkins University. Già consulente del senatore ultraconservatore John MacCain e vicedirettore dell’allora Segretario generale della NATO George Robertson (1998-2001), Volker ha ricoperto l’incarico di consulente del Dipartimento di Stato in preparazione dei summit Nato di Praga (2002) e Istanbul (2004).\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, autore di un profilo di Minniti, uscito su Left.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 01 17 minniti mazzeo",[259],{"field":99,"matched_tokens":260,"snippet":256,"value":257},[85],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":262,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1155199671761633393",{"document":264,"highlight":294,"highlights":299,"text_match":146,"text_match_info":302},{"cat_link":265,"category":267,"comment_count":47,"id":269,"is_sticky":47,"permalink":270,"post_author":50,"post_content":271,"post_date":272,"post_excerpt":53,"post_id":269,"post_modified":273,"post_thumbnail":274,"post_thumbnail_html":275,"post_title":276,"post_type":58,"sort_by_date":277,"tag_links":278,"tags":287},[44,266],"http://radioblackout.org/category/informazione/no-tav/",[46,268],"NO TAV","28155","http://radioblackout.org/2015/02/tav-ultimo-tango-a-parigi/","Un pugno di mosche. Ecco quanto si è trovato in mano il CIPE venerdì scorso, dopo decenni di studi e centinaia di milioni spesi. Il progetto dei francesi? Non pervenuto, semplicemente non l’hanno fatto. Quello della parte italiana? Non va bene, è da cambiare. Niente progetto complessivo dell’opera, niente costo certo: un capolavoro di geometrica inefficienza.\r\n\r\nI costi per il tunnel di base - secondo i calcoli di LTF ed RFI - sono lievitati spaventosamente: sino a ieri 8 miliardi di euro, oggi sarebbero quasi 12. Il condizionale è d'obbligo, perché in assenza di un progetto vero è difficile qualsiasi previsione di spesa.\r\n\r\nSino ad una settimana fa mancava sia la delibera del CIPE sul progetto, sia la firma del protocollo d'intesa con il governo francese. Il tempo stringeva perché il 26 febbraio era l'ultima data utile per presentare la richiesta di finanziamento all'UE: senza quella la Torino Lyon era affondata prima della partenza.\r\n\r\nI prestigiatori ministeriali hanno inventato l’approvazione con respinta, degna di una commedia all'italiana. Il CIPE approva, si, ma contestualmente rimanda indietro il progetto perché vuole sia cambiato. Cioè non approva. Se a questo si aggiunge che sul piatto c'é solo il 20% dell'opera in territorio italiano il quadro è chiaro. Una delle novità contenute nel progetto, sotto forma di prescrizione, è invece la richiesta al soggetto promotore di elaborare un approfondimento per avviare lo scavo del tunnel di base a partire da Chiomonte. Ma questo richiede una ulteriore valutazione di impatto ambientale, un diverso calcolo dei costi, approfondimenti tecnici. Non importa: il CIPE approva in bianco. Prima si ottengono i soldi poi si fa il progetto: l'importante è fare cassa.\r\n\r\nIn fondo, se si va oltre la narrazione da cartone Disney, è tutto molto semplice. L’opposizione No Tav non molla, scavare da Susa è impossibile perchè c'é il rischio concreto di rendere nuovamente ingovernabile il territorio. Il Governo vuole partire da Chiomonte, da un fortino militarizzato ed inaccessibile. Quale miglior soluzione che scavare il tunnel dl cuore della montagna? Milioni di metri cubi di roccia tra la nuova talpa e i No Tav.\r\nC'è il \"piccolo\" intoppo che il progetto è da rifare e non può essere definitivo, e c'é anche la trafila della VIA. E' il gioco dell'oca: si torna alla partenza, sperando che l'avversario faccia due giri fermo in prigione.\r\nQuindi se ne riparla tra un paio di anni.\r\n\r\nMa che importa?\r\nCon \"approvazione con respinta\" Renzi è volato a Parigi, dove ha ballato con Hollande l'ultimo tango nella ultraventennale storia della Torino Lyon.\r\nHanno sottoscritto l'ennesimo protocollo d'intesa, hanno fatto dichiarazioni altisonanti. Hollande, per non smentire la grandeur transalpina, ha dichiarato che \"non c'é più nessun freno al Tav\", il treno \"è ormai lanciato\".\r\nSono stati presi solenni impegni di evitare le infiltrazioni mafiose nei cantieri, fingendo di ignorare che una ditta senza certificato antimafia, che mai avrebbe potuto ottenere, ha lavorato a Chiomonte sin dal dicembre 2011.\r\n\r\nMa i fatti sono duri da smentire: la data di avvio dei lavori resta indeterminata, perché manca la VIA completa, non c'é il costo dell'opera, non sono state rispettate le condizioni fissate nell'accordo italo-francese del gennaio del 2001, non c'é un vero calcolo dei costi. Non c'é neppure la galleria geognostica di Chiomonte, perchè in 44 mesi LTF ha scavato solo un terzo del tunnel.\r\nL'unica cosa certa è la nascita della nuova società che gestirà gli appalti, presidente il francese Du Mesnil, amministratore delegato l'architetto Mario Virano, che cumula la carica di responsabile di un'azienda privata con quella di Commissario straordinario per la Torino Lyon e di presidente dell'Osservatorio. Tra cappelli per un'unica testa.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Luca Giunti, ambientalista e membro della commissione tecnica dei comuni No Tav.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 02 25 giunti tav","25 Febbraio 2015","2015-02-27 13:21:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/renzi_hollande-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"185\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/renzi_hollande-300x185.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/renzi_hollande-300x185.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/renzi_hollande-768x475.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/renzi_hollande.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Tav. Ultimo tango a Parigi",1424887671,[279,280,281,282,283,284,285,286],"http://radioblackout.org/tag/cipe/","http://radioblackout.org/tag/hollande/","http://radioblackout.org/tag/parigi/","http://radioblackout.org/tag/renzi/","http://radioblackout.org/tag/tav/","http://radioblackout.org/tag/torino-lyon/","http://radioblackout.org/tag/via/","http://radioblackout.org/tag/virano/",[288,26,289,290,291,292,18,293],"cipe","parigi","renzi","tav","torino Lyon","virano",{"post_content":295},{"matched_tokens":296,"snippet":297,"value":298},[15],"nel progetto, sotto forma di \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>, è invece la richiesta al","Un pugno di mosche. Ecco quanto si è trovato in mano il CIPE venerdì scorso, dopo decenni di studi e centinaia di milioni spesi. Il progetto dei francesi? Non pervenuto, semplicemente non l’hanno fatto. Quello della parte italiana? Non va bene, è da cambiare. Niente progetto complessivo dell’opera, niente costo certo: un capolavoro di geometrica inefficienza.\r\n\r\nI costi per il tunnel di base - secondo i calcoli di LTF ed RFI - sono lievitati spaventosamente: sino a ieri 8 miliardi di euro, oggi sarebbero quasi 12. Il condizionale è d'obbligo, perché in assenza di un progetto vero è difficile qualsiasi previsione di spesa.\r\n\r\nSino ad una settimana fa mancava sia la delibera del CIPE sul progetto, sia la firma del protocollo d'intesa con il governo francese. Il tempo stringeva perché il 26 febbraio era l'ultima data utile per presentare la richiesta di finanziamento all'UE: senza quella la Torino Lyon era affondata prima della partenza.\r\n\r\nI prestigiatori ministeriali hanno inventato l’approvazione con respinta, degna di una commedia all'italiana. Il CIPE approva, si, ma contestualmente rimanda indietro il progetto perché vuole sia cambiato. Cioè non approva. Se a questo si aggiunge che sul piatto c'é solo il 20% dell'opera in territorio italiano il quadro è chiaro. Una delle novità contenute nel progetto, sotto forma di \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>, è invece la richiesta al soggetto promotore di elaborare un approfondimento per avviare lo scavo del tunnel di base a partire da Chiomonte. Ma questo richiede una ulteriore valutazione di impatto ambientale, un diverso calcolo dei costi, approfondimenti tecnici. Non importa: il CIPE approva in bianco. Prima si ottengono i soldi poi si fa il progetto: l'importante è fare cassa.\r\n\r\nIn fondo, se si va oltre la narrazione da cartone Disney, è tutto molto semplice. L’opposizione \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav non molla, scavare da Susa è impossibile perchè c'é il rischio concreto di rendere nuovamente ingovernabile il territorio. Il Governo vuole partire da Chiomonte, da un fortino militarizzato ed inaccessibile. Quale miglior soluzione che scavare il tunnel dl cuore della montagna? Milioni di metri cubi di roccia tra la nuova talpa e i \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav.\r\nC'è il \"piccolo\" intoppo che il progetto è da rifare e non può essere definitivo, e c'é anche la trafila della VIA. E' il gioco dell'oca: si torna alla partenza, sperando che l'avversario faccia due giri fermo in prigione.\r\nQuindi se ne riparla tra un paio di anni.\r\n\r\nMa che importa?\r\nCon \"approvazione con respinta\" Renzi è volato a Parigi, dove ha ballato con Hollande l'ultimo tango nella ultraventennale storia della Torino Lyon.\r\nHanno sottoscritto l'ennesimo protocollo d'intesa, hanno fatto dichiarazioni altisonanti. Hollande, per non smentire la grandeur transalpina, ha dichiarato che \"non c'é più nessun freno al Tav\", il treno \"è ormai lanciato\".\r\nSono stati presi solenni impegni di evitare le infiltrazioni mafiose nei cantieri, fingendo di ignorare che una ditta senza certificato antimafia, che mai avrebbe potuto ottenere, ha lavorato a Chiomonte sin dal dicembre 2011.\r\n\r\nMa i fatti sono duri da smentire: la data di avvio dei lavori resta indeterminata, perché manca la VIA completa, non c'é il costo dell'opera, non sono state rispettate le condizioni fissate nell'accordo italo-francese del gennaio del 2001, non c'é un vero calcolo dei costi. Non c'é neppure la galleria geognostica di Chiomonte, perchè in 44 mesi LTF ha scavato solo un terzo del tunnel.\r\nL'unica cosa certa è la nascita della nuova società che gestirà gli appalti, presidente il francese Du Mesnil, amministratore delegato l'architetto Mario Virano, che cumula la carica di responsabile di un'azienda privata con quella di Commissario straordinario per la Torino Lyon e di presidente dell'Osservatorio. Tra cappelli per un'unica testa.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Luca Giunti, ambientalista e membro della commissione tecnica dei comuni \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 02 25 giunti tav",[300],{"field":99,"matched_tokens":301,"snippet":297,"value":298},[15],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":262,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":30,"per_page":39,"q":30},8,{"facet_counts":307,"found":39,"hits":342,"out_of":540,"page":17,"request_params":541,"search_cutoff":36,"search_time_ms":39},[308,319],{"counts":309,"field_name":317,"sampled":36,"stats":318},[310,313,315],{"count":311,"highlighted":312,"value":312},4,"anarres",{"count":17,"highlighted":314,"value":314},"frittura mista",{"count":17,"highlighted":316,"value":316},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":105},{"counts":320,"field_name":35,"sampled":36,"stats":341},[321,323,325,327,329,331,333,335,337,339],{"count":14,"highlighted":322,"value":322},"no tav",{"count":17,"highlighted":324,"value":324},"corteo",{"count":17,"highlighted":326,"value":326},"tortona",{"count":17,"highlighted":328,"value":328},"notizie",{"count":17,"highlighted":330,"value":330},"famiglia",{"count":17,"highlighted":332,"value":332},"10 maggio",{"count":17,"highlighted":334,"value":334},"alessandria",{"count":17,"highlighted":336,"value":336},"terzo valico",{"count":17,"highlighted":338,"value":338},"trasporti gratis",{"count":17,"highlighted":340,"value":340},"avvisi di garanzia",{"total_values":104},[343,392,419,466,489,512],{"document":344,"highlight":362,"highlights":380,"text_match":146,"text_match_info":391},{"comment_count":47,"id":345,"is_sticky":47,"permalink":346,"podcastfilter":347,"post_author":312,"post_content":348,"post_date":349,"post_excerpt":53,"post_id":345,"post_modified":350,"post_thumbnail":351,"post_title":352,"post_type":353,"sort_by_date":354,"tag_links":355,"tags":360},"22990","http://radioblackout.org/podcast/10-maggio-no-tav-le-ragioni-della-liberta-contro-la-ragion-di-stato/",[312],"Negli ultimi due giorni la canea mediatica si è scatenata contro la manifestazione del 10 maggio in solidarietà con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Provano a seminare la paura, perché sanno bene che domani a Torino ci sarà una grande manifestazione No Tav, che si stringerà solidale ai quattro attivisti, che, esattamente cinque mesi fa, sono stati sottratti alle loro vite, ai loro affetti, alla lotta comune.\r\nDomani ci sarà una marcia popolare, aperta a tutti, giovani e meno giovani, bambini, disabili. Tutti e tutte No Tav, tutti e tutte decisi a testimoniare con la loro presenza che quella notte del 14 maggio di un anno fa, in Clarea c'eravamo tutti. Tutti sabotatori, tutti, dice la Procura \"terroristi\".\r\nTutti \"colpevoli di resistere\", ma soprattutto colpevoli di volere un mondo di libertà e giustizia sociale, colpevoli di lottare per farne una realtà.\r\nL'accanimento della Procura torinese contro i No Tav è testimoniato dalla decisione del Procuratore generale Maddalena di evacuare i locali del Palagiustizia a mezzogiorno di sabato, dalla scelta di far piazzare jersey di cemento armato e metallo intorno al Palagiustizia.\r\nCome in Clarea, nel cantiere/fortino divenuto simbolo dell'arroganza di Stato.\r\nCome in Clarea i difensori delle lobby che si contendono le nostre, vite, il nostro futuro, la nostra libertà, domani saranno asserragliati dietro a quelle reti. Come belve feroci.\r\n\r\nNoi saremo fuori, per le strade di Torino, per ricordare ai signori dei palazzi che il patto di mutuo soccorso che abbiamo stilato tra di noi, attraversa le generazioni e i territori. Questo patto non è scritto nella carta, ma nei sentieri di lotta dove ci incontriamo e riconosciamo, parte di un grande cammino di libertà.\r\n\r\nOre 14 piazza Adriano.\r\nLo spezzone rosso e nero sarà aperto dallo striscione \"Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime\"\r\n\r\nAscolta cronache ed analisi proposte oggi ad Anarres:\r\n\r\n2014 05 09 no tav anarres\r\n\r\nDi seguito alcune riflessioni sulla vicenda di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò uscite sull'ultimo numero del settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nLa grande favola della democrazia si scioglie come neve al sole, ogni volta che qualcuno prende sul serio il nucleo assiologico su cui pretende di costruirsi, ogni volta che libertà, solidarietà, uguaglianza vengono intese e praticate nella loro costitutiva, radicale alterità con un assetto sociale basato sul dominio, la diseguaglianza, lo sfruttamento, la competizione più feroce.\r\nLa democrazia reale ammette il dissenso, purché resti opinione ineffettuale, mero esercizio di eloquenza, semplice gioco di parola. Se il dissenso diviene attivo, se si fa azione diretta, se rischia di far saltare le regole di un gioco feroce, la democrazia si dispiega come discorso del potere che ri-assume nella sua interezza l’assolutismo della regalità. Assoluta, perché sciolta da ogni vincolo, perché nega legittimità ad ogni parola altra. Ad ogni ordine che spezzi quello attuale.\r\nLo fa con la leggerezza di chi sa che l’illusione democratica è tanto forte da coprire come una coltre di nubi scure un dispositivo, che chiude preventivamente i conti con ogni forma di opposizione, che non si adatti al ruolo di mera testimonianza.\r\nIn questo dispositivo c’è anche la delega politica all’apparato giudiziario delle questioni che l’esecutivo non è in grado di affrontare.\r\nDalla legge elettorale a quella sulle droghe, sino al movimento No Tav.\r\n\r\nQuello che il potere politico non riesce a fare, quello che fanno i media senza potervi dar corpo, lo fa la magistratura.\r\nIn questi anni abbiamo assistito al progressivo incrudirsi della repressione, senza neppure la necessità di fare leggi speciali: è stato sufficiente usare in modo speciale quelle che ci sono.\r\nChi disapprova le scelte del governo, delle istituzioni locali, delle organizzazioni padronali e dei sindacati di Stato rischia sempre più di incappare nelle maglie della magistratura, perché le tutele formali e materiali che davano qualche spazio al dire e al fare, sono state poco a poco annullate.\r\nReati da tempi di guerra come \"devastazione e saccheggio\", l'utilizzo di fattispecie come \"associazione sovversiva\", \"violenza privata\", “associazione a delinquere”, \"resistenza a pubblico ufficiale\", \"vilipendio\" della sacralità delle istituzioni sono le leve potenti utilizzate per colpire chi agisce per costruire relazioni all'insegna della partecipazione, dell'eguaglianza, della libertà.\r\nNon si contano più le operazioni della magistratura nei confronti dell’opposizione politica e sociale. Hanno tentato più volte, ma con scarso successo i reati associativi, per loro natura intrinsecamente politici, le varie forme della famigerata famiglia 170, sono costruite per colpire chi si raggruppa per sovvertire l’ordine vigente, ma sfuggono ad una definizione chiara, e difficilmente sono applicabili e chi non si costituisce formalmente in associazione sovversiva o armata.\r\nHanno anche tentato la carta dell’associazione a delinquere applicata alle proteste sociali, ma anche qui non hanno portato a casa il risultato.\r\nNonostante ciò a Torino – da sempre laboratorio di repressione – hanno messo in campo processi contro decine di attivisti antirazzisti, nonostante la caduta del reato associativo.\r\nMaggior successo hanno avuto le operazioni costruite intorno a reati come devastazione e saccheggio, fallite a Torino ma riuscite a Genova e Milano, dove semplici danneggiamenti si sono trasformati in un reato da tempi di guerra con condanne sino a 15 anni di reclusione.\r\n\r\nOggi ci riprovano, proprio a Torino, mettendo in piedi un processo con l’accusa di terrorismo.\r\nVale la pena ripercorrere la genealogia di un meccanismo disciplinare, che va ben oltre il singolo procedimento penale.\r\nSi scopre che la mera professione di opinioni negative sugli accordi per la realizzazione della nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon crea il “contesto” sul quale viene eretta l’impalcatura accusatoria che trasforma il danneggiamento di un compressore in un attentato. Un attentato con finalità terroriste.\r\nIl teorema dei due PM, Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, affonda le radici in un insieme di norme che danno loro amplissimo spazio di discrezionalità.\r\n\r\n14 maggio 2013. Un gruppo di No Tav compie un’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte.\r\nQuella notte venne danneggiato un compressore. Un’azione di lotta non violenta che il movimento No Tav assume come propria.\r\nNonostante non sia stato ferito nessuno, gli attivisti sono stati accusati di aver tentato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia. Una follia. una lucida follia.\r\n22 maggio 2014. Quattro attivisti verranno processati per quell’azione. L’accusa è “attentato con finalità di terrorismo”.\r\nAi quattro attivisti arrestati il 9 dicembre, viene applicato il carcere duro, in condizioni di isolamento totale o parziale, sono trasferiti in carceri lontane per rendere più difficili le visite ai parenti, i soli autorizzati a farlo.\r\nMattia e Nicolò ad Alessandria, Claudio a Ferrara, Chiara a Roma. Le condizioni di detenzione loro inflitte sono molto pesanti, più di quello che il regime duro cui sono sottoposti prevede.\r\nI riti di un potere sciolto da qualunque vincolo divengono un monito per tutti coloro che li appoggiano e potrebbero seguirne l’esempio.\r\n\r\nUsando l’articolo 270 sexies, la Procura introduce un elemento cruciale, perché chiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell'Unione Europea rischia di incappare nell'accusa di terrorismo.\r\nQueste ragioni oggi valgono per quattro No Tav, domani potrebbero valere per chiunque lotti contro le scelte non condivise, ma con il suggello della regalità imposto dallo Stato Italiano.\r\nFermare il Tav, costringere il governo a tornare su una decisione mai condivisa dalla popolazione locale è la ragion d’essere del movimento No Tav.\r\nOgni gesto, ogni manifestazione, ogni passeggiata con bimbi e cagnolini, non diversamente dalle azioni di assedio del cantiere, di boicottaggio delle ditte, di sabotaggio dei mezzi mira a questo scopo.\r\nCon questa logica gran parte della popolazione valsusina è costituita da terroristi. E con loro i tanti che, in ogni dove, ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nNon serve molta immaginazione per capire cosa accadrebbe se il teorema dei PM torinesi dovesse essere accolto.\r\n\r\nI protagonisti dell’inchiesta sono la premiata coppia Rinaudo&Padalino. Il primo, quando aveva in mano l’inchiesta sulle n’drine piemontesi la tenne nel cassetto dieci anni, sin sull’orlo della prescrizione. Le intercettazioni effettuate dai carabinieri di Roma all’epoca dell’affaire Moggi, che mise nei guai il direttore generale della Juventus per la compra vendita degli arbitri, dimostrano che Rinaudo cenava oltre che con Moggi, con Antonio Esposito, referente dell’n’drangheta in Val Susa e con l’avvocato difensore di Martinat, il senatore missino finito nei guai per gli appalti a Venaus.\r\nDi Padalino si conoscono bene le simpatie leghiste, che ne hanno fatto un protagonista nella persecuzione degli antirazzisti torinesi.\r\nRinaudo&Padalino vogliono provare che la vittoria dei No Tav, la cancellazione della nuova linea tra Torino e Lyon, la rinuncia al progetto possano “arrecare grave danno ad un Paese”.\r\nNel farlo scendono con ineffabile sicumera su un terreno molto scivoloso.\r\nLa nozione di “grave danno” per un intero “Paese” suppone che vi sia un “bene pubblico”, un “interesse generale” che verrebbe irrimediabilmente leso se l’opera non si facesse.\r\nQuesto significa che il Tav deve necessariamente rientrare nell’interesse generale. Ma cosa definisce l’interesse generale, cosa costituisce il bene pubblico? Per i due PM la risposta è ovvia, quasi una tautologia: quello che un governo decide, gli accordi che stringe, gli impegni che si assume in nome di tutti. Nelle carte con cui sostengono l’accusa di terrorismo fanno un lungo elenco di prese di posizione, trattati che dimostrerebbero la loro tesi.\r\nIn altre parole la ragion di Stato e il bene pubblico coincidono, chi non è d’accordo e prova a mettersi di mezzo è un terrorista, nonostante attui una pratica non violenta, contro l’imposizione violentissima di un’opera non condivisa dalla gran parte della popolazione valsusina.\r\nVent’anni di studi, informazione, conoscenza capillare del territorio e delle sue peculiarità, le analisi sull’incidenza dei tumori, sulla presenza di amianto, sull’inutilità dell’opera non hanno nessuna importanza.\r\nUn potere assoluto, sciolto da ogni vincolo di rappresentanza, foss’anche nella forma debole della democrazia delegata, prova a chiudere la partita nelle aule di tribunale.\r\nNe va della libertà di tutti. Persino della libertà di pensare ed agire secondo i propri convincimenti.\r\n\r\nLa ragion di Stato diviene il cardine che spiega e giustifica, il perno su cui si regge il discorso pubblico. La narrazione della Procura si specchia in quella offerta dai vari governi, negando spazio al dissenso.\r\nNon potrebbe essere altrimenti. Le idee che attraversano il movimento No Tav sono diventate sovversive quando i vari governi hanno compreso che non c'era margine di mediazione, che una popolazione insuscettibile di ravvedimento, avrebbe continuato a mettersi di mezzo.\r\nLa rivolta ultraventennale della Val Susa è per lo Stato un banco di prova della propria capacità di mantenere il controllo su quel territorio, fermando l’infezione che ha investito tanta parte della penisola.\r\nAllo Stato non basta vincere. Deve chiudere la partita per sempre, spargere il sale sulle rovine, condannando i vinti in modo esemplare.\r\nL’osmosi tra guerra e politica è totale. La guerra interna non è la mera prosecuzione della politica con altri mezzi, una rottura momentanea delle usuali regole di mediazione, la guerra è l'orizzonte normale. In guerra o si vince o si perde: ai prigionieri si applica la legge marziale, la legge dei tempi di guerra.\r\n\r\nIn ballo non c'è solo un treno, non più una mera questione di affari. In ballo c'é un'idea di relazioni politiche e sociali che va cancellata, negata, criminalizzata.\r\nQuando il tribunale di Torino tira in ballo la nozione di “contesto” per giustificare un'accusa di terrorismo, lo fa a ragion veduta, in Val Susa spira un vento pericoloso, un vento di sovversione e di rivolta.\r\nIntendiamoci. Lo Stato non ha paura di chi, di notte, con coraggio, entra nel cantiere e brucia un compressore. Lo Stato sa tuttavia che intorno ai pochi che sabotano c'é un'intera valle.\r\nMaria Matteo","9 Maggio 2014","2018-10-17 22:59:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/torino-10-maggiocorteo-200x110.jpg","10 maggio No Tav. Le ragioni della libertà contro la ragion di Stato","podcast",1399657322,[356,357,358,359],"http://radioblackout.org/tag/10-maggio/","http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[332,324,322,361],"torino",{"post_content":363,"post_title":367,"tags":370},{"matched_tokens":364,"snippet":365,"value":366},[222],"ci sarà una grande manifestazione \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav, che si stringerà solidale","Negli ultimi due giorni la canea mediatica si è scatenata contro la manifestazione del 10 maggio in solidarietà con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Provano a seminare la paura, perché sanno bene che domani a Torino ci sarà una grande manifestazione \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav, che si stringerà solidale ai quattro attivisti, che, esattamente cinque mesi fa, sono stati sottratti alle loro vite, ai loro affetti, alla lotta comune.\r\nDomani ci sarà una marcia popolare, aperta a tutti, giovani e meno giovani, bambini, disabili. Tutti e tutte \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav, tutti e tutte decisi a testimoniare con la loro presenza che quella notte del 14 maggio di un anno fa, in Clarea c'eravamo tutti. Tutti sabotatori, tutti, dice la Procura \"terroristi\".\r\nTutti \"colpevoli di resistere\", ma soprattutto colpevoli di volere un mondo di libertà e giustizia sociale, colpevoli di lottare per farne una realtà.\r\nL'accanimento della Procura torinese contro i \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav è testimoniato dalla decisione del Procuratore generale Maddalena di evacuare i locali del Palagiustizia a mezzogiorno di sabato, dalla scelta di far piazzare jersey di cemento armato e metallo intorno al Palagiustizia.\r\nCome in Clarea, nel cantiere/fortino divenuto simbolo dell'arroganza di Stato.\r\nCome in Clarea i difensori delle lobby che si contendono le nostre, vite, il nostro futuro, la nostra libertà, domani saranno asserragliati dietro a quelle reti. Come belve feroci.\r\n\r\nNoi saremo fuori, per le strade di Torino, per ricordare ai signori dei palazzi che il patto di mutuo soccorso che abbiamo stilato tra di noi, attraversa le generazioni e i territori. Questo patto non è scritto nella carta, ma nei sentieri di lotta dove ci incontriamo e riconosciamo, parte di un grande cammino di libertà.\r\n\r\nOre 14 piazza Adriano.\r\nLo spezzone rosso e nero sarà aperto dallo striscione \"Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime\"\r\n\r\nAscolta cronache ed analisi proposte oggi ad Anarres:\r\n\r\n2014 05 09 \u003Cmark>no\u003C/mark> tav anarres\r\n\r\nDi seguito alcune riflessioni sulla vicenda di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò uscite sull'ultimo numero del settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nLa grande favola della democrazia si scioglie come neve al sole, ogni volta che qualcuno prende sul serio il nucleo assiologico su cui pretende di costruirsi, ogni volta che libertà, solidarietà, uguaglianza vengono intese e praticate nella loro costitutiva, radicale alterità con un assetto sociale basato sul dominio, la diseguaglianza, lo sfruttamento, la competizione più feroce.\r\nLa democrazia reale ammette il dissenso, purché resti opinione ineffettuale, mero esercizio di eloquenza, semplice gioco di parola. Se il dissenso diviene attivo, se si fa azione diretta, se rischia di far saltare le regole di un gioco feroce, la democrazia si dispiega come discorso del potere che ri-assume nella sua interezza l’assolutismo della regalità. Assoluta, perché sciolta da ogni vincolo, perché nega legittimità ad ogni parola altra. Ad ogni ordine che spezzi quello attuale.\r\nLo fa con la leggerezza di chi sa che l’illusione democratica è tanto forte da coprire come una coltre di nubi scure un dispositivo, che chiude preventivamente i conti con ogni forma di opposizione, che non si adatti al ruolo di mera testimonianza.\r\nIn questo dispositivo c’è anche la delega politica all’apparato giudiziario delle questioni che l’esecutivo non è in grado di affrontare.\r\nDalla legge elettorale a quella sulle droghe, sino al movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav.\r\n\r\nQuello che il potere politico non riesce a fare, quello che fanno i media senza potervi dar corpo, lo fa la magistratura.\r\nIn questi anni abbiamo assistito al progressivo incrudirsi della repressione, senza neppure la necessità di fare leggi speciali: è stato sufficiente usare in modo speciale quelle che ci sono.\r\nChi disapprova le scelte del governo, delle istituzioni locali, delle organizzazioni padronali e dei sindacati di Stato rischia sempre più di incappare nelle maglie della magistratura, perché le tutele formali e materiali che davano qualche spazio al dire e al fare, sono state poco a poco annullate.\r\nReati da tempi di guerra come \"devastazione e saccheggio\", l'utilizzo di fattispecie come \"associazione sovversiva\", \"violenza privata\", “associazione a delinquere”, \"resistenza a pubblico ufficiale\", \"vilipendio\" della sacralità delle istituzioni sono le leve potenti utilizzate per colpire chi agisce per costruire relazioni all'insegna della partecipazione, dell'eguaglianza, della libertà.\r\nNon si contano più le operazioni della magistratura nei confronti dell’opposizione politica e sociale. Hanno tentato più volte, ma con scarso successo i reati associativi, per loro natura intrinsecamente politici, le varie forme della famigerata famiglia 170, sono costruite per colpire chi si raggruppa per sovvertire l’ordine vigente, ma sfuggono ad una definizione chiara, e difficilmente sono applicabili e chi non si costituisce formalmente in associazione sovversiva o armata.\r\nHanno anche tentato la carta dell’associazione a delinquere applicata alle proteste sociali, ma anche qui non hanno portato a casa il risultato.\r\nNonostante ciò a Torino – da sempre laboratorio di repressione – hanno messo in campo processi contro decine di attivisti antirazzisti, nonostante la caduta del reato associativo.\r\nMaggior successo hanno avuto le operazioni costruite intorno a reati come devastazione e saccheggio, fallite a Torino ma riuscite a Genova e Milano, dove semplici danneggiamenti si sono trasformati in un reato da tempi di guerra con condanne sino a 15 anni di reclusione.\r\n\r\nOggi ci riprovano, proprio a Torino, mettendo in piedi un processo con l’accusa di terrorismo.\r\nVale la pena ripercorrere la genealogia di un meccanismo disciplinare, che va ben oltre il singolo procedimento penale.\r\nSi scopre che la mera professione di opinioni negative sugli accordi per la realizzazione della nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon crea il “contesto” sul quale viene eretta l’impalcatura accusatoria che trasforma il danneggiamento di un compressore in un attentato. Un attentato con finalità terroriste.\r\nIl teorema dei due PM, Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, affonda le radici in un insieme di norme che danno loro amplissimo spazio di discrezionalità.\r\n\r\n14 maggio 2013. Un gruppo di \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav compie un’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte.\r\nQuella notte venne danneggiato un compressore. Un’azione di lotta non violenta che il movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav assume come propria.\r\nNonostante non sia stato ferito nessuno, gli attivisti sono stati accusati di aver tentato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia. Una follia. una lucida follia.\r\n22 maggio 2014. Quattro attivisti verranno processati per quell’azione. L’accusa è “attentato con finalità di terrorismo”.\r\nAi quattro attivisti arrestati il 9 dicembre, viene applicato il carcere duro, in condizioni di isolamento totale o parziale, sono trasferiti in carceri lontane per rendere più difficili le visite ai parenti, i soli autorizzati a farlo.\r\nMattia e Nicolò ad Alessandria, Claudio a Ferrara, Chiara a Roma. Le condizioni di detenzione loro inflitte sono molto pesanti, più di quello che il regime duro cui sono sottoposti prevede.\r\nI riti di un potere sciolto da qualunque vincolo divengono un monito per tutti coloro che li appoggiano e potrebbero seguirne l’esempio.\r\n\r\nUsando l’articolo 270 sexies, la Procura introduce un elemento cruciale, perché chiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell'Unione Europea rischia di incappare nell'accusa di terrorismo.\r\nQueste ragioni oggi valgono per quattro \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav, domani potrebbero valere per chiunque lotti contro le scelte non condivise, ma con il suggello della regalità imposto dallo Stato Italiano.\r\nFermare il Tav, costringere il governo a tornare su una decisione mai condivisa dalla popolazione locale è la ragion d’essere del movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav.\r\nOgni gesto, ogni manifestazione, ogni passeggiata con bimbi e cagnolini, non diversamente dalle azioni di assedio del cantiere, di boicottaggio delle ditte, di sabotaggio dei mezzi mira a questo scopo.\r\nCon questa logica gran parte della popolazione valsusina è costituita da terroristi. E con loro i tanti che, in ogni dove, ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nNon serve molta immaginazione per capire cosa accadrebbe se il teorema dei PM torinesi dovesse essere accolto.\r\n\r\nI protagonisti dell’inchiesta sono la premiata coppia Rinaudo&Padalino. Il primo, quando aveva in mano l’inchiesta sulle n’drine piemontesi la tenne nel cassetto dieci anni, sin sull’orlo della \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>. Le intercettazioni effettuate dai carabinieri di Roma all’epoca dell’affaire Moggi, che mise nei guai il direttore generale della Juventus per la compra vendita degli arbitri, dimostrano che Rinaudo cenava oltre che con Moggi, con Antonio Esposito, referente dell’n’drangheta in Val Susa e con l’avvocato difensore di Martinat, il senatore missino finito nei guai per gli appalti a Venaus.\r\nDi Padalino si conoscono bene le simpatie leghiste, che ne hanno fatto un protagonista nella persecuzione degli antirazzisti torinesi.\r\nRinaudo&Padalino vogliono provare che la vittoria dei \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav, la cancellazione della nuova linea tra Torino e Lyon, la rinuncia al progetto possano “arrecare grave danno ad un Paese”.\r\nNel farlo scendono con ineffabile sicumera su un terreno molto scivoloso.\r\nLa nozione di “grave danno” per un intero “Paese” suppone che vi sia un “bene pubblico”, un “interesse generale” che verrebbe irrimediabilmente leso se l’opera non si facesse.\r\nQuesto significa che il Tav deve necessariamente rientrare nell’interesse generale. Ma cosa definisce l’interesse generale, cosa costituisce il bene pubblico? Per i due PM la risposta è ovvia, quasi una tautologia: quello che un governo decide, gli accordi che stringe, gli impegni che si assume in nome di tutti. Nelle carte con cui sostengono l’accusa di terrorismo fanno un lungo elenco di prese di posizione, trattati che dimostrerebbero la loro tesi.\r\nIn altre parole la ragion di Stato e il bene pubblico coincidono, chi non è d’accordo e prova a mettersi di mezzo è un terrorista, nonostante attui una pratica non violenta, contro l’imposizione violentissima di un’opera non condivisa dalla gran parte della popolazione valsusina.\r\nVent’anni di studi, informazione, conoscenza capillare del territorio e delle sue peculiarità, le analisi sull’incidenza dei tumori, sulla presenza di amianto, sull’inutilità dell’opera non hanno nessuna importanza.\r\nUn potere assoluto, sciolto da ogni vincolo di rappresentanza, foss’anche nella forma debole della democrazia delegata, prova a chiudere la partita nelle aule di tribunale.\r\nNe va della libertà di tutti. Persino della libertà di pensare ed agire secondo i propri convincimenti.\r\n\r\nLa ragion di Stato diviene il cardine che spiega e giustifica, il perno su cui si regge il discorso pubblico. La narrazione della Procura si specchia in quella offerta dai vari governi, negando spazio al dissenso.\r\nNon potrebbe essere altrimenti. Le idee che attraversano il movimento \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav sono diventate sovversive quando i vari governi hanno compreso che non c'era margine di mediazione, che una popolazione insuscettibile di ravvedimento, avrebbe continuato a mettersi di mezzo.\r\nLa rivolta ultraventennale della Val Susa è per lo Stato un banco di prova della propria capacità di mantenere il controllo su quel territorio, fermando l’infezione che ha investito tanta parte della penisola.\r\nAllo Stato non basta vincere. Deve chiudere la partita per sempre, spargere il sale sulle rovine, condannando i vinti in modo esemplare.\r\nL’osmosi tra guerra e politica è totale. La guerra interna non è la mera prosecuzione della politica con altri mezzi, una rottura momentanea delle usuali regole di mediazione, la guerra è l'orizzonte normale. In guerra o si vince o si perde: ai prigionieri si applica la legge marziale, la legge dei tempi di guerra.\r\n\r\nIn ballo non c'è solo un treno, non più una mera questione di affari. In ballo c'é un'idea di relazioni politiche e sociali che va cancellata, negata, criminalizzata.\r\nQuando il tribunale di Torino tira in ballo la nozione di “contesto” per giustificare un'accusa di terrorismo, lo fa a ragion veduta, in Val Susa spira un vento pericoloso, un vento di sovversione e di rivolta.\r\nIntendiamoci. Lo Stato non ha paura di chi, di notte, con coraggio, entra nel cantiere e brucia un compressore. Lo Stato sa tuttavia che intorno ai pochi che sabotano c'é un'intera valle.\r\nMaria Matteo",{"matched_tokens":368,"snippet":369,"value":369},[222],"10 maggio \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav. Le ragioni della libertà contro la ragion di Stato",[371,373,375,378],{"matched_tokens":372,"snippet":332,"value":332},[],{"matched_tokens":374,"snippet":324,"value":324},[],{"matched_tokens":376,"snippet":377,"value":377},[85],"\u003Cmark>no\u003C/mark> tav",{"matched_tokens":379,"snippet":361,"value":361},[],[381,383,385],{"field":99,"matched_tokens":382,"snippet":365,"value":366},[222],{"field":96,"matched_tokens":384,"snippet":369,"value":369},[222],{"field":35,"indices":386,"matched_tokens":387,"snippets":389,"values":390},[14],[388],[85],[377],[377],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":105,"num_tokens_dropped":47,"score":150,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":393,"highlight":405,"highlights":413,"text_match":146,"text_match_info":418},{"comment_count":47,"id":394,"is_sticky":47,"permalink":395,"podcastfilter":396,"post_author":312,"post_content":397,"post_date":398,"post_excerpt":53,"post_id":394,"post_modified":399,"post_thumbnail":400,"post_title":401,"post_type":353,"sort_by_date":402,"tag_links":403,"tags":404},"50583","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-9-novembre-educazione-libertaria-gorizia-antimilitarista-il-governo-dichiara-guerra-ai-movimenti-8-dicembre-no-tav-senza-famiglia/",[312],"Siamo sbarcati sul pianeta delle utopie concrete come ogni venerdì dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-09-anarres-0.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nL'utopia concreta della scuola libertaria. Idee, pratiche, sperimentazioni\r\nIn Italia e nel mondo esistono scuole che pongono al centro l'autonomia dei bambini e delle bambine.\r\nAbbiamo continuato la chiacchierata cominciata la settimana scorsa con Maurizio Giannangeli della Rete per l’educazione libertaria, che in serata sarà a Torino per un incontro sulle scuole autogestite.\r\n\r\nLa scorsa settimana un corteo antimilitarista ha attraversato il centro di Gorizia, eludendo i divieti della questura e costruendo una importante occasione di comunicazione e lotta. Ne parliamo con Federico del coordinamento libertario del Friuli e Venezia Giulia.\r\n\r\nDecreto sicurezza, allargamento del daspo urbano, riforma della prescrizione, galera per chi occupa una casa, una fabbrica o fa un blocco stradale, abolizione della protezione umanitaria e del diritto all’alfabetizzazione per i migranti, attacco al divorzio e all’aborto... \r\nQuesti alcuni dei tasselli che compongono un mosaico di guerra ai poveri e ad ogni forma di opposizione sociale.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo di ZIC\r\n\r\nSenza famiglia. Il ddl Pillon, che mira a modificare la legge sul divorzio rappresenta un pesante attacco alla libertà delle donne e dei bambini e mira a rendere sempre più difficile mettere la parola fine ad una relazione. In questi giorni sta crescendo la marea indignata contro quest’ennesimo tentativo di affondo del patriarcato e della chiesa cattolica. Può essere un’occasione per proporre un approccio diverso a queste questioni. Il matrimonio non è un obbligo ma una scelta. I sentimenti e le relazioni non possono essere ingabbiati da leggi e prescrizioni. La famiglia è una gabbia dalla quale è possibile e necessario liberarsi. \r\n\r\nNo Tav. I Si Tav scendono in piazza domani, sostenuti da una poderosa campagna mediatica: la sindaca “No Tav” non esita a fare dichiarazioni di apertura alle associazioni imprenditoriali e alle aree politiche che hanno promosso la manifestazione.\r\nIl momento è delicato, più delicato che tante altre occasioni in cui il movimento ha dovuto affrontare nemici decisi a spezzarne la resistenza. Oggi il pericolo è più insidioso, perché le sirene a Cinque Stelle cantano una canzone che potrebbe condurlo sugli scogli.\r\nLa manifestazione dell’8 dicembre sarà un importante banco di prova dell’autonomia del movimento. Nell’anniversario della rivolta di Venaus la scommessa è sempre quella di rendere ingovernabile il territorio per obbligare il governo alla resa. Altrimenti si rischia di ottenere solo una lunga tregua.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 9 novembre\r\nEducare per la libertà\r\nS-cateniamo i bambini e le bambine! \r\nIncontro su pedagogia libertaria e scuole autogestite\r\ncon Maurizio Giannangeli della Rete per l’Educazione Libertaria\r\nore 21 – alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 17 novembre – Giochi senza frontiere. Mattinata antirazzista ai giardini di via Montanaro con tornei di ping pong No Border, tirassegno, pignata, birilli e tante altre sorprese. Dalle 10 alle 12,30 \r\n\r\nSabato 8 dicembre. Spezzone rosso nero al corteo No Tav a Torino\r\n\r\nVenerdì 18 gennaio\r\nIncontro con Francesco Codello, autore de “La condizione umana nel pensiero libertario”\r\nore 21 alla Fat, in corso Palermo 46\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","9 Novembre 2018","2018-11-09 17:23:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/no-frontoere-200x110.jpg","Anarres del 9 novembre. Educazione libertaria. Gorizia antimilitarista. Il governo dichiara guerra ai movimenti. 8 dicembre No Tav. Senza famiglia...",1541784134,[],[],{"post_content":406,"post_title":410},{"matched_tokens":407,"snippet":408,"value":409},[15],"del daspo urbano, riforma della \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>, galera per chi occupa una","Siamo sbarcati sul pianeta delle utopie concrete come ogni venerdì dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-09-anarres-0.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nL'utopia concreta della scuola libertaria. Idee, pratiche, sperimentazioni\r\nIn Italia e nel mondo esistono scuole che pongono al centro l'autonomia dei bambini e delle bambine.\r\nAbbiamo continuato la chiacchierata cominciata la settimana scorsa con Maurizio Giannangeli della Rete per l’educazione libertaria, che in serata sarà a Torino per un incontro sulle scuole autogestite.\r\n\r\nLa scorsa settimana un corteo antimilitarista ha attraversato il centro di Gorizia, eludendo i divieti della questura e costruendo una importante occasione di comunicazione e lotta. Ne parliamo con Federico del coordinamento libertario del Friuli e Venezia Giulia.\r\n\r\nDecreto sicurezza, allargamento del daspo urbano, riforma della \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>, galera per chi occupa una casa, una fabbrica o fa un blocco stradale, abolizione della protezione umanitaria e del diritto all’alfabetizzazione per i migranti, attacco al divorzio e all’aborto... \r\nQuesti alcuni dei tasselli che compongono un mosaico di guerra ai poveri e ad ogni forma di opposizione sociale.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo di ZIC\r\n\r\nSenza famiglia. Il ddl Pillon, che mira a modificare la legge sul divorzio rappresenta un pesante attacco alla libertà delle donne e dei bambini e mira a rendere sempre più difficile mettere la parola fine ad una relazione. In questi giorni sta crescendo la marea indignata contro quest’ennesimo tentativo di affondo del patriarcato e della chiesa cattolica. Può essere un’occasione per proporre un approccio diverso a queste questioni. Il matrimonio non è un obbligo ma una scelta. I sentimenti e le relazioni non possono essere ingabbiati da leggi e prescrizioni. La famiglia è una gabbia dalla quale è possibile e necessario liberarsi. \r\n\r\n\u003Cmark>No\u003C/mark> Tav. I Si Tav scendono in piazza domani, sostenuti da una poderosa campagna mediatica: la sindaca “\u003Cmark>No\u003C/mark> Tav” non esita a fare dichiarazioni di apertura alle associazioni imprenditoriali e alle aree politiche che hanno promosso la manifestazione.\r\nIl momento è delicato, più delicato che tante altre occasioni in cui il movimento ha dovuto affrontare nemici decisi a spezzarne la resistenza. Oggi il pericolo è più insidioso, perché le sirene a Cinque Stelle cantano una canzone che potrebbe condurlo sugli scogli.\r\nLa manifestazione dell’8 dicembre sarà un importante banco di prova dell’autonomia del movimento. Nell’anniversario della rivolta di Venaus la scommessa è sempre quella di rendere ingovernabile il territorio per obbligare il governo alla resa. Altrimenti si rischia di ottenere solo una lunga tregua.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 9 novembre\r\nEducare per la libertà\r\nS-cateniamo i bambini e le bambine! \r\nIncontro su pedagogia libertaria e scuole autogestite\r\ncon Maurizio Giannangeli della Rete per l’Educazione Libertaria\r\nore 21 – alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 17 novembre – Giochi senza frontiere. Mattinata antirazzista ai giardini di via Montanaro con tornei di ping pong \u003Cmark>No\u003C/mark> Border, tirassegno, pignata, birilli e tante altre sorprese. Dalle 10 alle 12,30 \r\n\r\nSabato 8 dicembre. Spezzone rosso nero al corteo \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav a Torino\r\n\r\nVenerdì 18 gennaio\r\nIncontro con Francesco Codello, autore de “La condizione umana nel pensiero libertario”\r\nore 21 alla Fat, in corso Palermo 46\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":411,"snippet":412,"value":412},[222],"Anarres del 9 novembre. Educazione libertaria. Gorizia antimilitarista. Il governo dichiara guerra ai movimenti. 8 dicembre \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav. Senza famiglia...",[414,416],{"field":99,"matched_tokens":415,"snippet":408,"value":409},[15],{"field":96,"matched_tokens":417,"snippet":412,"value":412},[222],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":199,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":420,"highlight":438,"highlights":456,"text_match":146,"text_match_info":465},{"comment_count":47,"id":421,"is_sticky":47,"permalink":422,"podcastfilter":423,"post_author":50,"post_content":424,"post_date":425,"post_excerpt":426,"post_id":421,"post_modified":427,"post_thumbnail":428,"post_title":429,"post_type":353,"sort_by_date":430,"tag_links":431,"tags":437},"5846","http://radioblackout.org/podcast/tav-genovatortona-miliardi-e-denunce/",[312],"Un’altra grande opera è ai blocchi di partenza. L’ennesima opera inutile per chi vive e lavora nel nostro paese, ma lucrosissima per gli amici degli amici della destra e della sinistra. Un sistema legale di drenaggio di denaro pubblico a fini privatissimi che ha già devastato mezza Italia.\r\nLa nuova linea rischia di compromettere irrimediabilmente il parco naturale delle “Capanne di Marcarolo”, nonché di sconvolgere un delicato equilibrio idrogeologico.\r\nIl CIPE ha stanziato in due tranche, l’ultima ai primi di dicembre, un miliardo e 800 milioni di euro per la realizzazione della linea ad alta velocità tra Genova e Tortona.53 chilometridi ferrovia – ancora non è chiaro se sarà destinata ai passeggeri o alle merci, che costerà – a lavori finiti - 6,2 miliardi di euro. 115 milioni di euro al chilometro. Una follia che devasterà la Valle Scrivia e, ben lungi dal realizzare il trasferimento modale dalla gomma al ferro, metterà in comunicazione il porto di Genova con i piazzali per Tir della famiglia Gavio, un nome i cui interessi sono strettamente intrecciati con quelli delle società autostradali.\r\nNon certo per caso, l’accordo sottoscritto a fine settembre tra Rfi, regione Liguria, comune di Genova e provincia di Alessandria, consegna il lucroso appalto nelle mani di Cociv-Impregilo, che rimanda ancora ai nomi di Gavio e Benetton.\r\nTra chi ha le mani in pasta nell’affare vale la pena ricordare il plurinquisito Ettore Incalza, manager al servizio del Ministero delle Infrastrutture e il viceministro Ciaccia, manager del gruppo Intesa-SanPaolo.\r\nQuando venne ideato il terzo valico si immaginava che nel 2006 ci sarebbero passati cinque milioni di “TEU”. Il Teu è l’unità di misura usata per i container. Oggi, sei anni dopo il 2006, nonostante l’indubbia rilevanza sul piano della logistica di Tortona, i container movimentati sono meno di un milione e ottocento. Se ci fosse una qualche ragione per la realizzazione dell’opera basterebbe quest’unico dato a metterla in discussione. Ma la partita, come già per la Torino Lyon, è un’altra e ben altri sono gli interessi in gioco.\r\nContro il terzo valico è nato da anni un movimento che, specie nel 2005, ha dato vita a numerose manifestazioni. Una molla forte sono stati gli scempi compiuti in zona con il pretesto di realizzare tre tunnel geognostici, che di fatto sono vere gallerie ferroviarie. Su questi tre “buchi” è intervenuta anche la magistratura che inquisì sia Gavio che Incalza, ma tutto è finito in prescrizione: il potere non fa male a se stesso. Così oggi l’opera è nuovamente in procinto di essere realizzata.\r\nIn zona sono ripresi gli incontri e le iniziative di informazione, tra cui un’assemblea tra i No Tav piemontesi e liguri, che si preparano alla resistenza.\r\nPochi giorni dopo la delibera del CIPE sul terzo valico a 13 No Tav della provincia di Alessandria sono stati recapitati gli avvisi di garanzia per “manifestazione non autorizzata”. Il 28 giugno, all’indomani dello sgombero violento della Libera Repubblica della Maddalena i No Tav della provincia di Alessandria scesero spontaneamente in piazza in solidarietà alla lotta No Tav.\r\nLe denunce di questi giorni sono un chiaro avvertimento al movimento contro la nuova linea tra Genova e Tortona.\r\nUn avvertimento che i No Tav rispediscono al mittente.\r\n\r\nSul terzo valico ascolta Lorenzo Bianco [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2012-01-08-anarres-Lorenzo-Bianco-terzo-valico.mp3|titles=2012 01 08 anarres Lorenzo Bianco terzo valico]\r\n\r\nSenti anche l’intervista ad uno dei 13 inquisiti per manifestazione non autorizzata, Salvatore Corvaio [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2012-01-08-anarres-Corvaio-denunce-Tav-Al.mp3|titles=2012 01 08 anarres Corvaio denunce Tav Al]","8 Gennaio 2012","Un’altra grande opera è ai blocchi di partenza. L’ennesima opera inutile per chi vive e lavora nel nostro paese, ma lucrosissima per gli amici degli amici della destra e della sinistra. Un sistema legale di drenaggio di denaro pubblico a fini privatissimi che ha già devastato mezza Italia.\r\nLa nuova linea rischia di compromettere irrimediabilmente il parco naturale delle “Capanne di Marcarolo”, nonché di sconvolgere un delicato equilibrio idrogeologico.\r\nIl CIPE ha stanziato in due tranche, l’ultima ai primi di dicembre, un miliardo e 800 milioni di euro per la realizzazione della linea ad alta velocità tra Genova e Tortona.53 chilometridi ferrovia – ancora non è chiaro se sarà destinata ai passeggeri o alle merci, che costerà – a lavori finiti - 6,2 miliardi di euro. 115 milioni di euro al chilometro. Una follia che devasterà la Valle Scrivia e, ben lungi dal realizzare il trasferimento modale dalla gomma al ferro, metterà in comunicazione il porto di Genova con i piazzali per Tir della famiglia Gavio, un nome i cui interessi sono strettamente intrecciati con quelli delle società autostradali.\r\nNon certo per caso, l’accordo sottoscritto a fine settembre tra Rfi, regione Liguria, comune di Genova e provincia di Alessandria, consegna il lucroso appalto nelle mani di Cociv-Impregilo, che rimanda ancora ai nomi di Gavio e Benetton.\r\nTra chi ha le mani in pasta nell’affare vale la pena ricordare il plurinquisito Ettore Incalza, manager al servizio del Ministero delle Infrastrutture e il viceministro Ciaccia, manager del gruppo Intesa-SanPaolo.\r\nQuando venne ideato il terzo valico si immaginava che nel 2006 ci sarebbero passati cinque milioni di “TEU”. Il Teu è l’unità di misura usata per i container. Oggi, sei anni dopo il 2006, nonostante l’indubbia rilevanza sul piano della logistica di Tortona, i container movimentati sono meno di un milione e ottocento. Se ci fosse una qualche ragione per la realizzazione dell’opera basterebbe quest’unico dato a metterla in discussione. Ma la partita, come già per la Torino Lyon, è un’altra e ben altri sono gli interessi in gioco.\r\nContro il terzo valico è nato da anni un movimento che, specie nel2005, hadato vita a numerose manifestazioni. Una molla forte sono stati gli scempi compiuti in zona con il pretesto di realizzare tre tunnel geognostici, che di fatto sono vere gallerie ferroviarie. Su questi tre “buchi” è intervenuta anche la magistratura che inquisì sia Gavio che Incalza, ma tutto è finito in prescrizione: il potere non fa male a se stesso. Così oggi l’opera è nuovamente in procinto di essere realizzata.\r\nIn zona sono ripresi gli incontri e le iniziative di informazione, tra cui un’assemblea tra i No Tav piemontesi e liguri, che si preparano alla resistenza.\r\nPochi giorni dopo la delibera del CIPE sul terzo valico a 13 No Tav della provincia di Alessandria sono stati recapitati gli avvisi di garanzia per “manifestazione non autorizzata”. Il 28 giugno, all’indomani dello sgombero violento della Libera Repubblica della Maddalena i No Tav della provincia di Alessandria scesero spontaneamente in piazza in solidarietà alla lotta No Tav.\r\nLe denunce di questi giorni sono un chiaro avvertimento al movimento contro la nuova linea tra Genova e Tortona.\r\nUn avvertimento che i No Tav rispediscono al mittente.","2018-10-17 23:00:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/Moretti-200x110.jpg","Tav Genova/Tortona: miliardi e denunce",1326065492,[432,433,358,434,435,436],"http://radioblackout.org/tag/alessandria/","http://radioblackout.org/tag/avvisi-di-garanzia/","http://radioblackout.org/tag/notizie-2/","http://radioblackout.org/tag/terzo-valico/","http://radioblackout.org/tag/tortona/",[334,340,322,328,336,326],{"post_content":439,"tags":443},{"matched_tokens":440,"snippet":441,"value":442},[15],"ma tutto è finito in \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>: il potere non fa male","Un’altra grande opera è ai blocchi di partenza. L’ennesima opera inutile per chi vive e lavora nel nostro paese, ma lucrosissima per gli amici degli amici della destra e della sinistra. Un sistema legale di drenaggio di denaro pubblico a fini privatissimi che ha già devastato mezza Italia.\r\nLa nuova linea rischia di compromettere irrimediabilmente il parco naturale delle “Capanne di Marcarolo”, nonché di sconvolgere un delicato equilibrio idrogeologico.\r\nIl CIPE ha stanziato in due tranche, l’ultima ai primi di dicembre, un miliardo e 800 milioni di euro per la realizzazione della linea ad alta velocità tra Genova e Tortona.53 chilometridi ferrovia – ancora non è chiaro se sarà destinata ai passeggeri o alle merci, che costerà – a lavori finiti - 6,2 miliardi di euro. 115 milioni di euro al chilometro. Una follia che devasterà la Valle Scrivia e, ben lungi dal realizzare il trasferimento modale dalla gomma al ferro, metterà in comunicazione il porto di Genova con i piazzali per Tir della famiglia Gavio, un nome i cui interessi sono strettamente intrecciati con quelli delle società autostradali.\r\nNon certo per caso, l’accordo sottoscritto a fine settembre tra Rfi, regione Liguria, comune di Genova e provincia di Alessandria, consegna il lucroso appalto nelle mani di Cociv-Impregilo, che rimanda ancora ai nomi di Gavio e Benetton.\r\nTra chi ha le mani in pasta nell’affare vale la pena ricordare il plurinquisito Ettore Incalza, manager al servizio del Ministero delle Infrastrutture e il viceministro Ciaccia, manager del gruppo Intesa-SanPaolo.\r\nQuando venne ideato il terzo valico si immaginava che nel 2006 ci sarebbero passati cinque milioni di “TEU”. Il Teu è l’unità di misura usata per i container. Oggi, sei anni dopo il 2006, nonostante l’indubbia rilevanza sul piano della logistica di Tortona, i container movimentati sono meno di un milione e ottocento. Se ci fosse una qualche ragione per la realizzazione dell’opera basterebbe quest’unico dato a metterla in discussione. Ma la partita, come già per la Torino Lyon, è un’altra e ben altri sono gli interessi in gioco.\r\nContro il terzo valico è nato da anni un movimento che, specie nel 2005, ha dato vita a numerose manifestazioni. Una molla forte sono stati gli scempi compiuti in zona con il pretesto di realizzare tre tunnel geognostici, che di fatto sono vere gallerie ferroviarie. Su questi tre “buchi” è intervenuta anche la magistratura che inquisì sia Gavio che Incalza, ma tutto è finito in \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>: il potere non fa male a se stesso. Così oggi l’opera è nuovamente in procinto di essere realizzata.\r\nIn zona sono ripresi gli incontri e le iniziative di informazione, tra cui un’assemblea tra i \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav piemontesi e liguri, che si preparano alla resistenza.\r\nPochi giorni dopo la delibera del CIPE sul terzo valico a 13 \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav della provincia di Alessandria sono stati recapitati gli avvisi di garanzia per “manifestazione non autorizzata”. Il 28 giugno, all’indomani dello sgombero violento della Libera Repubblica della Maddalena i \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav della provincia di Alessandria scesero spontaneamente in piazza in solidarietà alla lotta \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav.\r\nLe denunce di questi giorni sono un chiaro avvertimento al movimento contro la nuova linea tra Genova e Tortona.\r\nUn avvertimento che i \u003Cmark>No\u003C/mark> Tav rispediscono al mittente.\r\n\r\nSul terzo valico ascolta Lorenzo Bianco [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2012-01-08-anarres-Lorenzo-Bianco-terzo-valico.mp3|titles=2012 01 08 anarres Lorenzo Bianco terzo valico]\r\n\r\nSenti anche l’intervista ad uno dei 13 inquisiti per manifestazione non autorizzata, Salvatore Corvaio [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2012-01-08-anarres-Corvaio-denunce-Tav-Al.mp3|titles=2012 01 08 anarres Corvaio denunce Tav Al]",[444,446,448,450,452,454],{"matched_tokens":445,"snippet":334,"value":334},[],{"matched_tokens":447,"snippet":340,"value":340},[],{"matched_tokens":449,"snippet":377,"value":377},[85],{"matched_tokens":451,"snippet":328,"value":328},[],{"matched_tokens":453,"snippet":336,"value":336},[],{"matched_tokens":455,"snippet":326,"value":326},[],[457,459],{"field":99,"matched_tokens":458,"snippet":441,"value":442},[15],{"field":35,"indices":460,"matched_tokens":461,"snippets":463,"values":464},[14],[462],[85],[377],[377],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":199,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":467,"highlight":480,"highlights":485,"text_match":146,"text_match_info":488},{"comment_count":47,"id":468,"is_sticky":47,"permalink":469,"podcastfilter":470,"post_author":471,"post_content":472,"post_date":473,"post_excerpt":53,"post_id":468,"post_modified":474,"post_thumbnail":475,"post_title":476,"post_type":353,"sort_by_date":477,"tag_links":478,"tags":479},"76750","http://radioblackout.org/podcast/proteste-in-carcere-a-torino-e-in-italia-la-lotta-di-g-michailidis/",[316],"bellocome","Estratti dalla puntata del 1 agosto 2022 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nPROTESTE NELLE CARCERI\r\n\r\nDa Noto a Torino, in diverse parti dell’apparato detentivo italiano si stanno accendendo proteste attorno a problemi che il caldo estremo non fa che esacerbare: migliaia di persone sono costrette a vivere in condizioni terrificanti tra caldo estremo, carenza d’acqua, sovraffollamento e condizioni igieniche intollerabili. Dal Blocco B del carcere di Torino emerge una piattaforma di rivendicazioni, che ci aiuta a comprendere un recente episodio che le veline dei secondini descrivono come “un rifiuto dei detenuti di rientrare nelle celle per protesta”.\r\n\r\nSegue il testo pubblicato da infoaut.org:\r\n\r\nI detenuti del blocco B del carcere Lorusso e Cotugno rilevato che:\r\n\r\n- il referendum e la riforma Cartabia sono l’ennesima delusione per tutta la popolazione detenuta\r\n\r\n- il reintegro in servizio dell’ex comandante Giovanni Alberotanza, imputato in un processo per tortura ai detenuti, non può che destare preoccupazione\r\n\r\nPreso atto di ciò intendono porre all’attenzione dell’opinione pubblica e\r\n\r\ndelle istituzioni, problemi gravi che affiancano il cronico sovraffollamento\r\n\r\ndella struttura e l’inadeguatezza degli spazi:\r\n\r\n- QUESTIONE SANITARIA: l’uso discriminatorio da parte della direzione sanitaria nella prescrizione dei medicinali tra chi ha la disponibilità economica e chi no. L’estrema burocratizzazione del servizio. La presenza nelle strutture detentive di detenuti con problemi di natura psichiatrica che non hanno titolo giuridico per restarvi\r\n\r\n- QUESTIONE AMBIENTALE: primo, la totale assenza al blocco B dimqualsiasi forma di raccolta differenziata. Ad esempio: in questi mesi estivi vengono acquistate ogni settimana tra le 400 e le 500 bottiglie di plastica per 12 sezioni, quindi tra le 4800/6000 bottiglie finiscono nei sacchi neri dell’indifferenziata. Inoltre in nessuna sezione e rotonda del piano sono presenti raccoglitori per le pile, nonostante l’elevato uso per via dell’utilizzo di radio e rasoi (40/50 pile al mese vengono acquistate in ogni sezione). Carta, cartone e organico finiscono anche nei sacchi neri.\r\n\r\n- QUESTIONE IGIENICA: in tutte le sezioni e rotonde del carcere è costante la presenza di scarafaggi, afidi e blatte. Non viene effettuata nessuna opera di prevenzione dalle infestazioni. La fornitura di prodotti per l’igiene e la pulizia scarseggiano e non vengono distribuiti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/BCUPCB_carceri-vallette-com.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAGGRESSIONE ALLE VALLETTE [dalla puntata del 18 luglio 2022]\r\n\r\nQualche riflessione attorno alla notizia dell’aggressione nei confronti di un secondino maschio da parte di una donna detenuta nel carcere di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/BCUPCB_vallette-gola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSOLIDARIETA’ CON IL PRIGIONIERO GIANNIS MICHAILIDIS\r\n\r\nDopo 68 giorni di sciopero della fame, il prigioniero anarchico Giannis Michailidis ha scelto di sospendere temporaneamente questa sua lotta. Con il contributo scritto di alcuni compagni greci cerchiamo di approfondire la sua storia e la solidarietà che si è sviluppata per sostenere la sua scarcerazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/BCUPCB_mixailidis.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSegue la lettura di un comunicato dalla Val di Susa in solidarietà con il prigioniero anarchico Juan Sorroche, che tocca diversi aspetti dell'attuale fase repressiva: dalle condanne contro prigioniere/i anarchici, alla criminalizzazione di Askatasuna, agli attacchi verso i sindacati conflittuali.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/BCUPCB_juan-susa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPAROLE CHIAVE: Vallette, Torino, carcere, proteste, Giannis Michailidis, Juan Sorroche, anarchici","1 Agosto 2022","2022-08-01 17:32:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/bcupcb_yiannis-200x110.jpg","PROTESTE IN CARCERE A TORINO E IN ITALIA - LA LOTTA DI G. MICHAILIDIS",1659375136,[],[],{"post_content":481},{"matched_tokens":482,"snippet":483,"value":484},[15],"parte della direzione sanitaria nella \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> dei medicinali tra chi ha","Estratti dalla puntata del 1 agosto 2022 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nPROTESTE NELLE CARCERI\r\n\r\nDa Noto a Torino, in diverse parti dell’apparato detentivo italiano si stanno accendendo proteste attorno a problemi che il caldo estremo non fa che esacerbare: migliaia di persone sono costrette a vivere in condizioni terrificanti tra caldo estremo, carenza d’acqua, sovraffollamento e condizioni igieniche intollerabili. Dal Blocco B del carcere di Torino emerge una piattaforma di rivendicazioni, che ci aiuta a comprendere un recente episodio che le veline dei secondini descrivono come “un rifiuto dei detenuti di rientrare nelle celle per protesta”.\r\n\r\nSegue il testo pubblicato da infoaut.org:\r\n\r\nI detenuti del blocco B del carcere Lorusso e Cotugno rilevato che:\r\n\r\n- il referendum e la riforma Cartabia sono l’ennesima delusione per tutta la popolazione detenuta\r\n\r\n- il reintegro in servizio dell’ex comandante Giovanni Alberotanza, imputato in un processo per tortura ai detenuti, non può che destare preoccupazione\r\n\r\nPreso atto di ciò intendono porre all’attenzione dell’opinione pubblica e\r\n\r\ndelle istituzioni, problemi gravi che affiancano il cronico sovraffollamento\r\n\r\ndella struttura e l’inadeguatezza degli spazi:\r\n\r\n- QUESTIONE SANITARIA: l’uso discriminatorio da parte della direzione sanitaria nella \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> dei medicinali tra chi ha la disponibilità economica e chi \u003Cmark>no\u003C/mark>. L’estrema burocratizzazione del servizio. La presenza nelle strutture detentive di detenuti con problemi di natura psichiatrica che non hanno titolo giuridico per restarvi\r\n\r\n- QUESTIONE AMBIENTALE: primo, la totale assenza al blocco B dimqualsiasi forma di raccolta differenziata. Ad esempio: in questi mesi estivi vengono acquistate ogni settimana tra le 400 e le 500 bottiglie di plastica per 12 sezioni, quindi tra le 4800/6000 bottiglie finiscono nei sacchi neri dell’indifferenziata. Inoltre in nessuna sezione e rotonda del piano sono presenti raccoglitori per le pile, nonostante l’elevato uso per via dell’utilizzo di radio e rasoi (40/50 pile al mese vengono acquistate in ogni sezione). Carta, cartone e organico finiscono anche nei sacchi neri.\r\n\r\n- QUESTIONE IGIENICA: in tutte le sezioni e rotonde del carcere è costante la presenza di scarafaggi, afidi e blatte. Non viene effettuata nessuna opera di prevenzione dalle infestazioni. La fornitura di prodotti per l’igiene e la pulizia scarseggiano e non vengono distribuiti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/BCUPCB_carceri-vallette-com.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAGGRESSIONE ALLE VALLETTE [dalla puntata del 18 luglio 2022]\r\n\r\nQualche riflessione attorno alla notizia dell’aggressione nei confronti di un secondino maschio da parte di una donna detenuta nel carcere di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/BCUPCB_vallette-gola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSOLIDARIETA’ CON IL PRIGIONIERO GIANNIS MICHAILIDIS\r\n\r\nDopo 68 giorni di sciopero della fame, il prigioniero anarchico Giannis Michailidis ha scelto di sospendere temporaneamente questa sua lotta. Con il contributo scritto di alcuni compagni greci cerchiamo di approfondire la sua storia e la solidarietà che si è sviluppata per sostenere la sua scarcerazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/BCUPCB_mixailidis.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSegue la lettura di un comunicato dalla Val di Susa in solidarietà con il prigioniero anarchico Juan Sorroche, che tocca diversi aspetti dell'attuale fase repressiva: dalle condanne contro prigioniere/i anarchici, alla criminalizzazione di Askatasuna, agli attacchi verso i sindacati conflittuali.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/BCUPCB_juan-susa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPAROLE CHIAVE: Vallette, Torino, carcere, proteste, Giannis Michailidis, Juan Sorroche, anarchici",[486],{"field":99,"matched_tokens":487,"snippet":483,"value":484},[15],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":262,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":490,"highlight":503,"highlights":508,"text_match":146,"text_match_info":511},{"comment_count":47,"id":491,"is_sticky":47,"permalink":492,"podcastfilter":493,"post_author":494,"post_content":495,"post_date":496,"post_excerpt":53,"post_id":491,"post_modified":497,"post_thumbnail":498,"post_title":499,"post_type":353,"sort_by_date":500,"tag_links":501,"tags":502},"74055","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-08-03-2022/",[314],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto partendo da questa domanda che hanno sollevato le lavoratrici No green pass in questa giornata internazionale di lotta transfemminista:\r\n\r\n\"Salute è autodeterminazione?\"\r\n\r\nA loro giudizio in Italia allo stato attuale no.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandra e Clara che oltre a raccontarci le iniziative che hanno messo in campo l'8 Marzo, ci hanno posto delle stimolanti riflessioni sulle implicazioni che possono derivare da un provvedimento come quello della sospensione. Infatti è particolarmente significativo il ricatto legato al lavoro, certe politiche continuano a portare su un piano di subordinarietà sempre più spinta, il rapporto tra lavoratore e il suo datore (o piattaforma che sia), soprattutto per quelle più povere e ricattabili, delle quali molte sono donne.\r\n\r\nLe ragazze che abbiamo intervistato ci hanno riportato la realtà di chi quei provvedimenti li subisce e nonostante ciò, decide di continuare ad attivarsi per cercare con i propri mezzi di divulgare il loro punto di vista e per fermare una deriva sempre più autoritaria di questa società.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/F_m_08_03_Lavoratrici-NoGreenPass-su-iniziative-8Marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Riccardo Antonini ex RLS in ferrovie dello stato che ha denunciato le responsabilità sulla mancata sicurezza dei vertici aziendali e per questo è stato licenziato: \"Strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009. Sottolineo SEMPRE che è avvenuta in ambito ferroviario e che, quindi, si è trattato di un incidente sul lavoro; evidenzio SEMPRE la data per mostrare quanto tempo è passato e quanto ne passerà per poter scrivere la parola FINE, indipendentemente da quale sia, da quale sarà, l'esito.\r\nIl cavaliere del lavoro, Mauro Moretti, oggi 7 marzo, al processo d'appello-bis, alla domanda 'se rinunciava alla prescrizione' ha risposto con due semplici, ma inequivocabili, parole: \"NON rinuncio\". La dimostrazione provata che: - teme e vuole evitare il carcere - pretende, se così sarà, una pena più lieve; - ripone in soffitta la sua tracotante spavalderia.\r\nAl processo di 1° grado MAI si era presentato in aula non riconoscendo il Tribunale di Lucca; in appello aveva dichiarato che avrebbe rinunciato alla prescrizione considerandosi innocente ( con due reati già prescritti ); oggi ha definitivamente chiarito che, in un certo modo, riconosce le sue pesanti responsabilità per le 32 Vittime ammettendo lesue gravi colpe.\r\nGrazie! ingegner Moretti e buon viaggio: Viareggio, ultima fermata!\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/F_m_08_03_Aggiornamenti-vicende-strage-ferroviaria-Viareggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Marzo 2022","2022-03-10 23:59:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/Volantino-8-MarzoWEBBBòlkjhjkC-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 08/03/2022",1646956750,[],[],{"post_content":504},{"matched_tokens":505,"snippet":506,"value":507},[222],"che hanno sollevato le lavoratrici \u003Cmark>No\u003C/mark> green pass in questa giornata"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto partendo da questa domanda che hanno sollevato le lavoratrici \u003Cmark>No\u003C/mark> green pass in questa giornata internazionale di lotta transfemminista:\r\n\r\n\"Salute è autodeterminazione?\"\r\n\r\nA loro giudizio in Italia allo stato attuale \u003Cmark>no\u003C/mark>.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandra e Clara che oltre a raccontarci le iniziative che hanno messo in campo l'8 Marzo, ci hanno posto delle stimolanti riflessioni sulle implicazioni che possono derivare da un provvedimento come quello della sospensione. Infatti è particolarmente significativo il ricatto legato al lavoro, certe politiche continuano a portare su un piano di subordinarietà sempre più spinta, il rapporto tra lavoratore e il suo datore (o piattaforma che sia), soprattutto per quelle più povere e ricattabili, delle quali molte sono donne.\r\n\r\nLe ragazze che abbiamo intervistato ci hanno riportato la realtà di chi quei provvedimenti li subisce e nonostante ciò, decide di continuare ad attivarsi per cercare con i propri mezzi di divulgare il loro punto di vista e per fermare una deriva sempre più autoritaria di questa società.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/F_m_08_03_Lavoratrici-NoGreenPass-su-iniziative-8Marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Riccardo Antonini ex RLS in ferrovie dello stato che ha denunciato le responsabilità sulla mancata sicurezza dei vertici aziendali e per questo è stato licenziato: \"Strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009. Sottolineo SEMPRE che è avvenuta in ambito ferroviario e che, quindi, si è trattato di un incidente sul lavoro; evidenzio SEMPRE la data per mostrare quanto tempo è passato e quanto ne passerà per poter scrivere la parola FINE, indipendentemente da quale sia, da quale sarà, l'esito.\r\nIl cavaliere del lavoro, Mauro Moretti, oggi 7 marzo, al processo d'appello-bis, alla domanda 'se rinunciava alla \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark>' ha risposto con due semplici, ma inequivocabili, parole: \"NON rinuncio\". La dimostrazione provata che: - teme e vuole evitare il carcere - pretende, se così sarà, una pena più lieve; - ripone in soffitta la sua tracotante spavalderia.\r\nAl processo di 1° grado MAI si era presentato in aula non riconoscendo il Tribunale di Lucca; in appello aveva dichiarato che avrebbe rinunciato alla \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> considerandosi innocente ( con due reati già prescritti ); oggi ha definitivamente chiarito che, in un certo modo, riconosce le sue pesanti responsabilità per le 32 Vittime ammettendo lesue gravi colpe.\r\nGrazie! ingegner Moretti e buon viaggio: Viareggio, ultima fermata!\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/F_m_08_03_Aggiornamenti-vicende-strage-ferroviaria-Viareggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[509],{"field":99,"matched_tokens":510,"snippet":506,"value":507},[222],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":262,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":513,"highlight":531,"highlights":536,"text_match":146,"text_match_info":539},{"comment_count":47,"id":514,"is_sticky":47,"permalink":515,"podcastfilter":516,"post_author":312,"post_content":517,"post_date":518,"post_excerpt":53,"post_id":514,"post_modified":519,"post_thumbnail":520,"post_title":521,"post_type":353,"sort_by_date":522,"tag_links":523,"tags":528},"54747","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-14-giugno-la-repressione-di-chi-manifesta-il-cibo-4-0-di-deliveroo-leugenetica-secondo-matteo-una-poveriera-dietro-le-sbarre-sajid-hussain-ucciso-dalle-frontiere/",[312],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-21-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nIl pacchetto sicurezza bis, approvato l’11 giugno, stabilisce che chi presta soccorso ai naufraghi rischia multe da 10 a 50.000 euro se rifiuta riportare uomini, donne e bambini nell’inferno dei lager libici. Chi lo fa e continua a farlo subirà il sequestro della nave. La gente di mare dovrà scegliere se diventare complice degli assassini di Stato o perdere la barca e il lavoro.\r\nPer infiltrare spie sulle barche delle ONG o delle navi dei pescatori o adibite al trasporto commerciale nel Mediterraneo sono stati stanziati 3 milioni di euro da spendere entro il 2021.\r\nLa competenza per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina passa dalla procura locale a quella distrettuale, la prescrizione viene allungato, le intercettazioni diventano più facili.\r\nIl pacchetto sicurezza bis è un altro tassello di un puzzle repressivo che mette in seria discussione la possibilità di manifestare. La responsabilità individuale, che richiede ai PM l’onere della prova, cede il passo alla responsabilità collettiva, al punto che la mera partecipazione ad una manifestazione costituisce un’aggravante per una lunga serie di reati. \r\nLe nuove norme trasformano in comportamento criminale accendere un fumogeno o fare fuochi d’artificio, sanzionato con pene da uno a quattro anni di carcere. L’adozione di strumenti di protezione dalla violenza della polizia può costare sino quattro anni.\r\nLe pene per chi si copre il volto durante una manifestazione sono state quasi raddoppiate: reclusione da 2 a 3 anni a multa di 3000 euro. \r\nReati come resistenza, violenza a pubblico ufficiale o a corpo politico se commessi durante una manifestazione costituiscono un’aggravante. La pena per violenza privata raddoppia se si partecipa ad una lotta in piazza. Se il reato di danneggiamento avviene in un corteo costa sino a 5 anni di reclusione: due in più della pena prevista per la stessa condotta effettuata in qualsiasi altra circostanza.\r\nIl reato di “devastazione e saccheggio” che è sanzionato con pene dagli 8 ai 15 anni, prevede un aumento della pena sino a 20 anni nel caso in cui il reato sia commesso nel corso di una manifestazione pubblica. La modifica è inserita tra le aggravanti speciali del secondo comma, sullo stesso piano del saccheggio di viveri, che costituisce un pericolo per il sostentamento della popolazione.\r\nViene costituito un corpo speciale di 800 poliziotti e carabinieri incaricati di dare la caccia a chi ha una condanna in definitiva ma non si è presentato volontariamente in carcere.\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese che segue le lotte dei migranti e i movimenti sociali\r\n\r\nRobot al posto dei cuochi. Il cibo 4.0 di Deliveroo. Un’inchiesta di Terre Libere\r\n\r\nL’eugenetica secondo Matteo, difensore della sacra famiglia\r\n\r\nLa famiglia, microfficina del potere\r\n\r\nLe carceri sono una polveriera. Da Poggioreale ad Agrigento si stanno susseguendo proteste e rivolte.\r\nNe parliamo con Robertino Barbieri\r\n\r\nSajid Hussain aveva 30 anni ed era originario del Parachinar, in Pakistan. Il 14 giugno è uscito dal CARA di Gradisca e si è annegato nell’Isonzo. Un’altra vittima delle frontiere.\r\nNe parliamo con Federico dell’Assemblea No frontiere, no Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 5 luglio \r\nore 16\r\nin via Po 16\r\nPunto info sul pacchetto sicurezza bis del governo\r\n\r\nDalla fine di giugno al 13 luglio sarà Free(k) Pride!\r\nAlcuni appuntamenti:\r\n\r\n25 giugno ore 18: “Contro la famiglia, microfficina del potere”, assemblea pubblica davanti alla chiesa di via S. Giulia.\r\n\r\n29 giugno ore 17: “Against the Borders” iniziativa di solidarietà e comunicazione al Cpr di Torino\r\n\r\n2 luglio ore 18: “Contro confini di sesso e genere: distruggere l’oppressione istituzionale di soggettività trans e intersex”, assemblea pubblica in Piazza Castello, sotto la Regione.\r\n\r\n6 luglio ore 16: spezzona indecorosa al Pride di Asti. In piazza del Palio\r\n\r\n13 luglio: Free(K) Pride! Ore16 appuntamento in Piazza Carlina.\r\n\r\nLunedì 17 luglio\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nIncontro sul Brasile con Jhonny do Centro de Cultura Social da Favela Vila Dalva e del Coletivo Anarcopunk Aurora Negra / I.F.A. Brasil\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","27 Giugno 2019","2019-06-27 16:55:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/finocchia-rosè-200x110.jpg","Anarres del 21 giugno. Prove tecniche di democratura. Il cibo 4.0 di Deliveroo. L’eugenetica secondo Matteo. Una polveriera dietro le sbarre. Sajid Hussain, ucciso dalle frontiere...",1561654135,[524,525,526,527],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/famiglia/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/trasporti-gratis/",[529,330,530,338],"carcere","repressione",{"post_content":532},{"matched_tokens":533,"snippet":534,"value":535},[15],"locale a quella distrettuale, la \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> viene allungato, le intercettazioni diventano","Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-21-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nIl pacchetto sicurezza bis, approvato l’11 giugno, stabilisce che chi presta soccorso ai naufraghi rischia multe da 10 a 50.000 euro se rifiuta riportare uomini, donne e bambini nell’inferno dei lager libici. Chi lo fa e continua a farlo subirà il sequestro della nave. La gente di mare dovrà scegliere se diventare complice degli assassini di Stato o perdere la barca e il lavoro.\r\nPer infiltrare spie sulle barche delle ONG o delle navi dei pescatori o adibite al trasporto commerciale nel Mediterraneo sono stati stanziati 3 milioni di euro da spendere entro il 2021.\r\nLa competenza per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina passa dalla procura locale a quella distrettuale, la \u003Cmark>prescrizione\u003C/mark> viene allungato, le intercettazioni diventano più facili.\r\nIl pacchetto sicurezza bis è un altro tassello di un puzzle repressivo che mette in seria discussione la possibilità di manifestare. La responsabilità individuale, che richiede ai PM l’onere della prova, cede il passo alla responsabilità collettiva, al punto che la mera partecipazione ad una manifestazione costituisce un’aggravante per una lunga serie di reati. \r\nLe nuove norme trasformano in comportamento criminale accendere un fumogeno o fare fuochi d’artificio, sanzionato con pene da uno a quattro anni di carcere. L’adozione di strumenti di protezione dalla violenza della polizia può costare sino quattro anni.\r\nLe pene per chi si copre il volto durante una manifestazione sono state quasi raddoppiate: reclusione da 2 a 3 anni a multa di 3000 euro. \r\nReati come resistenza, violenza a pubblico ufficiale o a corpo politico se commessi durante una manifestazione costituiscono un’aggravante. La pena per violenza privata raddoppia se si partecipa ad una lotta in piazza. Se il reato di danneggiamento avviene in un corteo costa sino a 5 anni di reclusione: due in più della pena prevista per la stessa condotta effettuata in qualsiasi altra circostanza.\r\nIl reato di “devastazione e saccheggio” che è sanzionato con pene dagli 8 ai 15 anni, prevede un aumento della pena sino a 20 anni nel caso in cui il reato sia commesso nel corso di una manifestazione pubblica. La modifica è inserita tra le aggravanti speciali del secondo comma, sullo stesso piano del saccheggio di viveri, che costituisce un pericolo per il sostentamento della popolazione.\r\nViene costituito un corpo speciale di 800 poliziotti e carabinieri incaricati di dare la caccia a chi ha una condanna in definitiva ma non si è presentato volontariamente in carcere.\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese che segue le lotte dei migranti e i movimenti sociali\r\n\r\nRobot al posto dei cuochi. Il cibo 4.0 di Deliveroo. Un’inchiesta di Terre Libere\r\n\r\nL’eugenetica secondo Matteo, difensore della sacra famiglia\r\n\r\nLa famiglia, microfficina del potere\r\n\r\nLe carceri sono una polveriera. Da Poggioreale ad Agrigento si stanno susseguendo proteste e rivolte.\r\nNe parliamo con Robertino Barbieri\r\n\r\nSajid Hussain aveva 30 anni ed era originario del Parachinar, in Pakistan. Il 14 giugno è uscito dal CARA di Gradisca e si è annegato nell’Isonzo. Un’altra vittima delle frontiere.\r\nNe parliamo con Federico dell’Assemblea \u003Cmark>No\u003C/mark> frontiere, \u003Cmark>no\u003C/mark> Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 5 luglio \r\nore 16\r\nin via Po 16\r\nPunto info sul pacchetto sicurezza bis del governo\r\n\r\nDalla fine di giugno al 13 luglio sarà Free(k) Pride!\r\nAlcuni appuntamenti:\r\n\r\n25 giugno ore 18: “Contro la famiglia, microfficina del potere”, assemblea pubblica davanti alla chiesa di via S. Giulia.\r\n\r\n29 giugno ore 17: “Against the Borders” iniziativa di solidarietà e comunicazione al Cpr di Torino\r\n\r\n2 luglio ore 18: “Contro confini di sesso e genere: distruggere l’oppressione istituzionale di soggettività trans e intersex”, assemblea pubblica in Piazza Castello, sotto la Regione.\r\n\r\n6 luglio ore 16: spezzona indecorosa al Pride di Asti. In piazza del Palio\r\n\r\n13 luglio: Free(K) Pride! Ore16 appuntamento in Piazza Carlina.\r\n\r\nLunedì 17 luglio\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nIncontro sul Brasile con Jhonny do Centro de Cultura Social da Favela Vila Dalva e del Coletivo Anarcopunk Aurora Negra / I.F.A. Brasil\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici. \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[537],{"field":99,"matched_tokens":538,"snippet":534,"value":535},[15],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":262,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":353,"first_q":30,"per_page":39,"q":30},["Reactive",543],{},["Set"],["ShallowReactive",546],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fG05OPwXIt5GGHVxagXGp1keMlcIu7OAhdk-rpHD-kps":-1},true,"/search?query=no+prescrizione"]