","Frontiera del Monginevro, nasce un nuovo rifugio autogestito a Cesana Torinese!","post",1655919420,[63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/cesana/","http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/noborder/",[67,20,15],"cesana",{"post_content":69,"tags":73},{"matched_tokens":70,"snippet":71,"value":72},[15],"Cantoniera di Claviere, le compagnx \u003Cmark>noborder\u003C/mark> sono rimastx su quei territori,","Ieri, 21 Giugno 2022, giorno di ingresso in estate, è nato un nuovo rifugio autogestito lungo la frontiera del Monginevro tra Italia e Francia!\r\n\r\nDopo le numerose occupazioni che hanno attraversato l'alta Val Susa negli ultimi anni, e a quasi un anno dall’ultimo sgombero della Casa Cantoniera di Claviere, le compagnx \u003Cmark>noborder\u003C/mark> sono rimastx su quei territori, su quella frontiera assassina e razzista.\r\n\r\nUna casa abbandonata a Cesana, lungo la direttrice di passaggio delle persone in movimento, oggi torna ad essere vissuta come luogo di autorganizzazione e solidarietà nella lotta alle frontiere, riappropriandosi e costruendo spazi liberi ed inclusivi. Un luogo distante e slegato dalle dinamiche assistenzialiste e spesso razziste proprie delle istituzioni.\r\n\r\nDi questa nuova esperienza ne parliamo con delle compagne che ci raccontano l'inizio dell'occupazione e invitano tuttx ad andare a Cesana a conoscere il nuovo rifugio e ad alimentare la lotta \u003Cmark>noborder\u003C/mark>.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/cesana.mp3\"][/audio]",[74,76,78],{"matched_tokens":75,"snippet":67},[],{"matched_tokens":77,"snippet":20},[],{"matched_tokens":79,"snippet":80},[15],"\u003Cmark>noborder\u003C/mark>",[82,87],{"field":37,"indices":83,"matched_tokens":84,"snippets":86},[22],[85],[15],[80],{"field":88,"matched_tokens":89,"snippet":71,"value":72},"post_content",[15],578730123365712000,{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":49,"score":94,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":96,"highlight":113,"highlights":121,"text_match":90,"text_match_info":127},{"cat_link":97,"category":98,"comment_count":49,"id":99,"is_sticky":49,"permalink":100,"post_author":52,"post_content":101,"post_date":102,"post_excerpt":55,"post_id":99,"post_modified":103,"post_thumbnail":104,"post_thumbnail_html":105,"post_title":106,"post_type":60,"sort_by_date":107,"tag_links":108,"tags":111},[46],[48],"89421","http://radioblackout.org/2024/05/tunisia-stato-di-polizia/","A partire dal colpo di stato di Kais Saied nel 2021, alla crisi strutturale della Tunisia si è aggiunta una stretta autoritaria sempre più dura i cui primi passi sono il congelamento del parlamento, l'imposizione di una nuova costituzione di stampo presidenziale e lo scioglimento del consiglio superiore della magistratura. La securizzazione del paese è crescente dalla messa in fuga di Ben Ali nel 2011 e la repressione si fa sentire sempre più violenta. Nonostante un percorso di transizione democratica durato quasi dieci anni e il tentativo di riformare i settori della sicurezza e della giustizia in un paese che non è mai riuscito a garantire processi equi per tutti, oggi quello che si mormora nelle strade è che la Tunisia era e rimane «uno Stato di polizia». La vita quotidiana è controllata, ingiustizie e abusi della polizia non possono essere denunciati e nelle carceri tunisine ci sono decine di attivisti, esponenti politici e giornalisti accusati di complotto contro la sicurezza dello Stato, che rischiano diversi anni di condanna.\r\nIl governo di Giorgia Meloni e la Commissione europea portano avanti una collaborazione sempre più stretta con la Tunisia per instaurare, dicono, una logica non predatoria e anticoloniale nei confronti della sponda sud del Mediterraneo, ma non si può fare a meno di notare come l'appoggio di Roma e Bruxelles sia in verità fondamentale nel rafforzare le capacità di intervento di questo apparato securitario. Il settore della sicurezza e il settore della giustizia sono stati finanziati con 570 milioni di euro dall'Unione Europea, a fronte di un appoggio totale di 3,4 mld giustificati dalla tutela dei diritti umani, ma questi programmi sono tramontati, e quello che rimane oggi è l'appoggio securitario. \r\n\r\n\r\nDopo la firma del memorandum d'intesa del 16 luglio, che prevede diversi ambiti di collaborazione, Meloni ha visitato diverse volte il paese, ultima la visita lampo del 18 aprile dove con una conferenza stampa (non conferenza in realtà perché i giornalisti non hanno potuto accedervi), è stato presentato un accordo di 100 milioni all'interno del Piano Mattei a favore delle imprese e degli scambi universitari, ma il cui obiettivo principale è in ambito migratorio: è fondamentale che la Tunisia continui a fermare, incarcerare e mettere ai confini del deserto tutti i migranti che arrivano in Tunisia per raggiungere l'Europa. Le condizioni dei migranti subsahariani (e non solo) sono pessime, deportati nelle zone desertiche di Libia e Algeria,subiscono abusi e violenze col benestare dell'Europa.\r\n\r\nNe parliamo durante l'info di radio blackout con Matteo Garavoglia, giornalista freelance, fa parte del Centro di Giornalismo Permanente, si occupa di Tunisia e Nord Africa per testate italiane e internazionali. Introduce la diretta Dima Dima (l'Estaca) - Emel Mathlouthi & Yasser Jera.\r\nhttps://ilmanifesto.it/tunisia-stato-di-polizia-caro-alleuropa\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/2024_05_07_2024.05.07-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","9 Maggio 2024","2024-05-09 10:35:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/5445433324_c46980e668_k-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"195\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/5445433324_c46980e668_k-300x195.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/5445433324_c46980e668_k-300x195.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/5445433324_c46980e668_k-1024x667.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/5445433324_c46980e668_k-768x500.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/5445433324_c46980e668_k-1536x1001.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/5445433324_c46980e668_k.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Tunisia stato di polizia?",1715250904,[65,109,110],"http://radioblackout.org/tag/pianomattei/","http://radioblackout.org/tag/tunisia/",[15,112,27],"pianomattei",{"tags":114},[115,117,119],{"matched_tokens":116,"snippet":80},[15],{"matched_tokens":118,"snippet":112},[],{"matched_tokens":120,"snippet":27},[],[122],{"field":37,"indices":123,"matched_tokens":124,"snippets":126},[49],[125],[15],[80],{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":128,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},"578730123365711977",{"document":130,"highlight":144,"highlights":152,"text_match":90,"text_match_info":158},{"cat_link":131,"category":132,"comment_count":49,"id":133,"is_sticky":49,"permalink":134,"post_author":52,"post_content":135,"post_date":136,"post_excerpt":55,"post_id":133,"post_modified":137,"post_thumbnail":138,"post_thumbnail_html":139,"post_title":140,"post_type":60,"sort_by_date":141,"tag_links":142,"tags":143},[46],[48],"89071","http://radioblackout.org/2024/04/linferno-dei-migranti-bloccati-in-tunisia/","La Tunisia è diventata nel corso degli anni uno dei principali punti di passaggio dei flussi migratori che si originano in Africa Occidentale (Camerun, Guinea Conakry, Costa d’Avorio, Sierra Leone, Gambia, Mali, Burkina Faso, Togo ed altri) ed è proprio nelle vicinanze della sua capitale Tunisi che da quasi un anno i migranti che provano a partire da Tunisi vivono una condizione di ulteriore privazione di libertà, non potendo lasciare il paese se non rischiando la vita. Nel distretto di LAC 1, un conglomerato di residenze turistiche e palazzi moderni schiacciato tra il lato est dell’aeroporto Tunis Carthage e il mare, c'è un inferno a cielo aperto. Qui ci sono due uffici, uno dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), il cui servizio sono i cosiddetti “rimpatri volontari”, l’altro dell’organizzazione delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Tutt'attorno, un accampamento di centinaia di persone divise in due parti: da un lato, quelle provenienti da paesi subsahariani; dall’altro, principalmente persone sudanesi. Le persone sono divise su base etnica e linguistica: le persone francofone (probabilmente subsahariane) vengono deportate verso l’Algeria, le altre - dallo scoppio della guerra in Sudan, in gran parte sudanesi - insieme a molte altre somale, eritree ed etiopi, vengono deportate invece verso la Libia. Dalle parole delle persone a Lac 1, questo è un posto in un cui si muore, com'è successo ad una ragazza a dicembre, di polmonite, perché le ambulanze non arrivano mai, nemmeno per emergenze che riguardano i bambini. Per molti altri, le violenze ricevute dalla guardia nazionale tunisina a seguito di intercettazioni in mare, sono causa di ferite che secondo le norme attuali emanate dal governo, non possono essere curate poiché nessuno, ad eccezione della Croce Rossa tunisina, può fornire assistenza medica. Molti di loro guardano con sgomento ai memorandum d’intesa che l’UE e l’Italia, dietro falsi obiettivi, continuano a ratificare con il governo di Kais Saied, perché ne discende lo stanziamento di denaro arriva direttamente nelle mani del sistema di polizia tunisino. Polizia che agisce senza alcun limite, dopo che nel 2021 il presidente ha proclamato lo stato di emergenza che lo ha portato ad attribuirsi pieni poteri politici. La solidarietà tra chi vive qui è assoluta, non avendo niente non possono fare altro che condividere tutto. Ad iniziare dalle informazioni, condivise su gruppi whatsapp o simili, ed è proprio grazie a questo tipo di gruppi che vengono raccolte molte notizie di quello che succede qui e lungo tutti i luoghi di stanziamento e trasferimento forzato.\r\n\r\nAbbiamo intervistato ai microfoni dell'informazione di radio blackout un compagno che si trova ora in Tunisia e che scrive dei reportage su questo argomento per http://Melting Pot\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Tunisia-LAC1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","23 Aprile 2024","2024-04-23 18:34:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-1024x679.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-768x509.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-1536x1018.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h.jpg 1545w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'inferno dei migranti bloccati in Tunisia",1713897287,[64,65,110],[20,15,27],{"tags":145},[146,148,150],{"matched_tokens":147,"snippet":20},[],{"matched_tokens":149,"snippet":80},[15],{"matched_tokens":151,"snippet":27},[],[153],{"field":37,"indices":154,"matched_tokens":155,"snippets":157},[35],[156],[15],[80],{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":128,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},{"document":160,"highlight":177,"highlights":185,"text_match":90,"text_match_info":191},{"cat_link":161,"category":162,"comment_count":49,"id":163,"is_sticky":49,"permalink":164,"post_author":52,"post_content":165,"post_date":166,"post_excerpt":55,"post_id":163,"post_modified":167,"post_thumbnail":168,"post_thumbnail_html":169,"post_title":170,"post_type":60,"sort_by_date":171,"tag_links":172,"tags":175},[46],[48],"85630","http://radioblackout.org/2023/12/la-guerra-ai-migranti-sul-confine-tra-polonia-e-bielorussia/","Lungo il confine polacco, dall'estate del 2021 a oggi, è in corso una crisi migratoria in parte orchestrata dal regime di Lukašėnka, dopo che la Bielorussia ha aperto la possibilità di avere dei visti da alcuni paesi in maniera facilitata. Di conseguenza, un grande numero di migranti si è diretto in questo paese con la speranza di riuscire ad arrivare in Unione Europea, ma si è trovato in una trappola poiché la polizia di frontiera polacca si è stanziata lungo il confine, respingendo i migranti indietro, che allo stesso tempo non potevano tornare in Bielorussia (per tornare eventualmente nel proprio paese d'origine). Sono rimasti bloccati nella foresta di Białowieża, luogo inospitale in ogni stagione. Si sono registrate numerose vittime dalla fine del settembre 2021. In Polonia ci sono due tipi di centri per stranieri: il primo è gestito dall'ufficio stranieri, è un centro \"aperto\", da cui i migranti possono uscire per lavorare e per altri motivi; il secondo, i SOC, è molto più simile ai nostri CPR. Nell'ultimo periodo, nei centri sorvegliati per stranieri (SOC), ci sono state diverse proteste portate avanti dai migranti che sono state notevoli dal punto di vista dell'adesione numerica. Questi centri sono luoghi in cui le persone sono costrette a vivere private della propria libertà personale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato ai microfoni di Radio black out con l'autrice, Stefania Spinelli, scrittrice dell'articolo La guerra ai migranti sul confine tra Polonia e Bielorussia comparso su Lo stato delle città nel mese di novembre 2023.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/polonia.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’autrice ha discusso di violenza frontaliera e detenzione amministrativa lungo i confini orientali dell’Europa mercoledì 6 dicembre alle 20:30 presso la libreria Comunardi di Torino. Insieme a lei hanno parlato Manuela Cencetti e persone che hanno attraversato i confini europei meridionali. ","7 Dicembre 2023","2023-12-07 11:40:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/4296841587_33c32d8aec_b-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"201\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/4296841587_33c32d8aec_b-300x201.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/4296841587_33c32d8aec_b-300x201.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/4296841587_33c32d8aec_b-768x514.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/4296841587_33c32d8aec_b.jpg 1023w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La guerra ai migranti sul confine tra Polonia e Bielorussia",1701949259,[173,65,174],"http://radioblackout.org/tag/bielorussia/","http://radioblackout.org/tag/polonia/",[176,15,29],"bielorussia",{"tags":178},[179,181,183],{"matched_tokens":180,"snippet":176},[],{"matched_tokens":182,"snippet":80},[15],{"matched_tokens":184,"snippet":29},[],[186],{"field":37,"indices":187,"matched_tokens":188,"snippets":190},[35],[189],[15],[80],{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":128,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},{"document":193,"highlight":207,"highlights":215,"text_match":90,"text_match_info":221},{"cat_link":194,"category":195,"comment_count":49,"id":196,"is_sticky":49,"permalink":197,"post_author":52,"post_content":198,"post_date":199,"post_excerpt":55,"post_id":196,"post_modified":200,"post_thumbnail":201,"post_thumbnail_html":202,"post_title":203,"post_type":60,"sort_by_date":204,"tag_links":205,"tags":206},[46],[48],"72950","http://radioblackout.org/2022/01/un-racconto-dalla-frontiera-polonia-bielorussia-e-aggiornamenti-dai-confini-orientali-europei/","Ai microfoni di Radio Blackout abbiamo chiaccherato con alcun* compas che sono stat* lungo il confine Polonia - Bielorussia nelle scorse settimane.\r\n\r\nNegli ultimi mesi i confini orientiali dell'Unione Europea sono stati al centro dei racconti dei media. Le immagini di centinaia di persone accalcate lungo la cortina di filospinato tra Bielorussia e Polonia in condizioni ambientali estreme hanno fatto il giro del web e dei giornali.\r\n\r\nPersone in movimento, usate come scusa per un gioco geopolitico tra il regime bielorusso di Lukashenka (e il suo alleato Russo), la Polonia ultraconservatrice e l'UE. Tutto sulla pelle dei migranti, costretti a subire violenze, respingimenti e pericoli mortali nel tentativo di raggiungere condizioni di vita e speranze migliori attraverso la fortezza Europa.\r\n\r\nIn questo contesto, la solidarietà in Polonia c'è ed è concreta. Le compas ci hanno raccontato come si danno le forme di sostegno e solidarietà in quei luoghi, delle interessanti condizioni di azione e prospettive di lotta, quali sono le forme in cui si struttura e materializza la frontiera e il livello di militarizzazione, quali saranno le prospettive nei prossimi mesi.\r\n\r\nLa discussione ha aperto inoltre riflessioni e confronti tra la situazione italiana e di altri paesi dell'UE, dove la gestione della migrazione è fortemente regolamentata ed è a tutti gli effetti un business, e quella polacca, in cui l'afflusso di persone da altri peasi è una questione relativamente nuova.\r\n\r\nInoltre, abbiamo parlato anche delle complicità tra la Germania e la Polonia, lungo il percorso dei migranti dopo i confini esterni europei, e delle altre frontiere in quell'area Nord-Orientale del vecchio continente, tra cui quella Bielorussia - Lituania.\r\n\r\nQuesto e tanto altro, potete ascoltarlo qui:\r\n\r\nParte 1\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/confini_polonia_pt1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nParte 2\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/confini_polonia_pt2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPer contatti e approfondimenti\r\n\r\nhttps://t.me/no_borders_team\r\n\r\nhttps://www.passamontagna.info/\r\n\r\nhttps://www.firefund.net/borderofshame2min","20 Gennaio 2022","2022-01-20 13:58:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/polonia-bielorussia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"162\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/polonia-bielorussia-300x162.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/polonia-bielorussia-300x162.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/polonia-bielorussia-1024x551.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/polonia-bielorussia-768x414.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/polonia-bielorussia-1536x827.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/polonia-bielorussia.jpg 1868w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un racconto dalla Frontiera Polonia - Bielorussia e aggiornamenti dai confini orientali europei",1642687091,[64,65,174],[20,15,29],{"tags":208},[209,211,213],{"matched_tokens":210,"snippet":20},[],{"matched_tokens":212,"snippet":80},[15],{"matched_tokens":214,"snippet":29},[],[216],{"field":37,"indices":217,"matched_tokens":218,"snippets":220},[35],[219],[15],[80],{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":128,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},{"document":223,"highlight":241,"highlights":246,"text_match":249,"text_match_info":250},{"cat_link":224,"category":225,"comment_count":49,"id":226,"is_sticky":49,"permalink":227,"post_author":52,"post_content":228,"post_date":229,"post_excerpt":55,"post_id":226,"post_modified":230,"post_thumbnail":231,"post_thumbnail_html":232,"post_title":233,"post_type":60,"sort_by_date":234,"tag_links":235,"tags":239},[46],[48],"83863","http://radioblackout.org/2023/09/da-lampedusa-uno-sguardo-sulle-politiche-repressive-di-italia-ed-europa/","Riprendono a fare notizia gli arrivi di migranti a Lampedusa, alimentando il tema feticcio della destra italiana ed europea della cosiddetta invasione. La scorsa settimana a Lampedusa sono sbarcati più migranti di quanti siano i residenti, circa 8.500 persone, arrivate soprattutto dalla Tunisia. Numeri rilevanti, ma sempre da contestualizzare quando si urla all'invasione, molto lontani dalle cifre del 2015 per esempio. La realtà è che l'ultradestra italiana si gioca tutto su questo tema: la promessa della Meloni di fermare gli arrivi si scontra coi dati: dall'ottobre 2022 infatti il numero di migranti approdati sulle coste italiane è decuplicato.\r\n\r\nL'isola di Lampedusa è stata tirata a lucido per la visita il 17 Settembre della Meloni e della Von der Leyen, i migranti trasferiti in massa a Porto Empedocle. Nel centro di accoglienza ne sono rimasti un migliaio, anche se la settimana precedente il centro era letteralmente saturato di persone, e poche ore dalla partenza del convoglio ufficiale, gli sbarchi sono ricominciati. L’ennesima passerella di rappresentanti istituzionali in una lunga storia di promesse non mantenute che va avanti da trent’anni.\r\n\r\nLa Meloni, come risposta emergenziale, ha annunciato l’estensione a diciotto mesi dei termini per trattenere i migranti \"illegali\" all’interno dei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Una misura che non avrà alcun effetto se non prolungare la sofferenza subita di chi è recluso in questi lager moderni istituzionalizzati. Spesso chi finisce nei Cpr è già in Italia da anni e non è rimpatriabile perché mancano gli accordi con i paesi d'origine, mantentendo il numero dei rimpatri in linea con quegli degli anni passati. A questo, si aggiunge un piano governativo per la costruzione di nuovi CPR in tutt'Italia, che già crea malumori tra Governo centrale e Regioni.\r\n\r\nTutto ciò, assieme agli accordi presunti e falliti con il governo tunisino di Saied per esempio, avviene sui corpi e sulle vite di chi migra: a Lampedusa il sovraffollamento ormai costante dell'hotspot crea delle situazioni disumane, in cui le persone sono lasciate in mezzo al nulla, con un solo recinto attorno.\r\n\r\nProviamo a fare tutti questi ragionamenti assieme ad un compagno ed attivitsta noborder che sta a Lampedusa, facendoci raccontare le sue impressioni dall'isola. Qui la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/lampedusa.mp3\"][/audio]","21 Settembre 2023","2023-09-21 16:39:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/084457632-bea9d64a-d260-42d5-86a1-41ae2e6aae61-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"133\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/084457632-bea9d64a-d260-42d5-86a1-41ae2e6aae61-300x133.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/084457632-bea9d64a-d260-42d5-86a1-41ae2e6aae61-300x133.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/084457632-bea9d64a-d260-42d5-86a1-41ae2e6aae61-100x44.jpg 100w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/084457632-bea9d64a-d260-42d5-86a1-41ae2e6aae61.jpg 540w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Da Lampedusa, uno sguardo sulle politiche repressive di Italia ed Europa",1695314399,[236,237,238],"http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/migranti/",[23,240,18],"Lampedusa",{"post_content":242},{"matched_tokens":243,"snippet":244,"value":245},[15],"ad un compagno ed attivitsta \u003Cmark>noborder\u003C/mark> che sta a Lampedusa, facendoci","Riprendono a fare notizia gli arrivi di migranti a Lampedusa, alimentando il tema feticcio della destra italiana ed europea della cosiddetta invasione. La scorsa settimana a Lampedusa sono sbarcati più migranti di quanti siano i residenti, circa 8.500 persone, arrivate soprattutto dalla Tunisia. Numeri rilevanti, ma sempre da contestualizzare quando si urla all'invasione, molto lontani dalle cifre del 2015 per esempio. La realtà è che l'ultradestra italiana si gioca tutto su questo tema: la promessa della Meloni di fermare gli arrivi si scontra coi dati: dall'ottobre 2022 infatti il numero di migranti approdati sulle coste italiane è decuplicato.\r\n\r\nL'isola di Lampedusa è stata tirata a lucido per la visita il 17 Settembre della Meloni e della Von der Leyen, i migranti trasferiti in massa a Porto Empedocle. Nel centro di accoglienza ne sono rimasti un migliaio, anche se la settimana precedente il centro era letteralmente saturato di persone, e poche ore dalla partenza del convoglio ufficiale, gli sbarchi sono ricominciati. L’ennesima passerella di rappresentanti istituzionali in una lunga storia di promesse non mantenute che va avanti da trent’anni.\r\n\r\nLa Meloni, come risposta emergenziale, ha annunciato l’estensione a diciotto mesi dei termini per trattenere i migranti \"illegali\" all’interno dei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Una misura che non avrà alcun effetto se non prolungare la sofferenza subita di chi è recluso in questi lager moderni istituzionalizzati. Spesso chi finisce nei Cpr è già in Italia da anni e non è rimpatriabile perché mancano gli accordi con i paesi d'origine, mantentendo il numero dei rimpatri in linea con quegli degli anni passati. A questo, si aggiunge un piano governativo per la costruzione di nuovi CPR in tutt'Italia, che già crea malumori tra Governo centrale e Regioni.\r\n\r\nTutto ciò, assieme agli accordi presunti e falliti con il governo tunisino di Saied per esempio, avviene sui corpi e sulle vite di chi migra: a Lampedusa il sovraffollamento ormai costante dell'hotspot crea delle situazioni disumane, in cui le persone sono lasciate in mezzo al nulla, con un solo recinto attorno.\r\n\r\nProviamo a fare tutti questi ragionamenti assieme ad un compagno ed attivitsta \u003Cmark>noborder\u003C/mark> che sta a Lampedusa, facendoci raccontare le sue impressioni dall'isola. 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In mezzo al caos mediatico le voci di cui più abbiamo sentito l'assenza sono quelle di persone, collettivi ed esperienze che si stanno organizzando concretamente per rispondere alla guerra. \r\n\r\nQui, in questo approfondimento speciale di Radio Blackout, cercheremo di dare spazio a riflessioni ed esperienze di resistenza, lotta, autorganizzazione e mutualismo dall'Ucraina alla Russia, passando per i confini Polacchi\r\n\r\n\r\nPerchè questa puntata (e forse altre a venire)?\r\n\r\n\r\nAbbiamo sentito la necessità di proporre una informazione diversa sia da quella faziosa e superficiale dei media mainstream sia di improvvisati esperti militari e geopolitici dell'ultima ora.\r\n\r\nQuesta necessità si concretizza nel voler dare voce ad alcune delle diverse esperienze presenti nei territori colpiti, direttamente e non, dal conflitto in corso tra Ucraina e Russia.\r\nVoci che vengono da realtà molto diverse dalle nostre, sia per contesti storici e politici, sia per la complessità del contesto Ucraino, che è oggettivamente schiacciato tra due poli imperialisti: da un lato quello russo-Putiniano, aggressore militare in questo momento, dall'altro quello occidentale in senso lato, che trova consistenza nelle strategie di influenza della NATO in Ucraina e nell'Europa orientale attuate negli ultimi decenni.\r\n\r\nVoci che ci pongono di fronte a contraddizioni reali e di non facile soluzione per noi: c'è un conflitto in corso, è reale ed urgente. A questo conflitto alcune realtà ucraine rispondono con la scelta di armarsi, consapevoli che questo vuol dire ora schierarsi con uno schieramento piuttosto che l'altro. Altre, si muovono nelle varie urgenze determinate dalla guerra.\r\n\r\nLe voci che sentiamo sono provenienti da realtà solidali, di mutuo aiuto, autorganizzazione dal basso e resistenza dentro l'Ucraina in guerra, dentro il contesto repressivo Russo, e attorno ai confini della fortezza Europa.\r\n\r\nIl tentativo è dunque quello di rimettere in campo un internazionalismo solidale, almeno a livello di controinformazione, consapevole delle contrattidizioni che ne derivano, senza togliere però importanza, e anzi aggiungere strumenti di riflessione, per portare avanti le lotte qui sui nostri territori.\r\n\r\nQui l'inzio e l'introduzione alla puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/intro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nQui la prima diretta da Leopoli, con Alyona, che ci racconta le forme di mutuo aiuto e solidarietà messe in atto in città allo scoppiare della guerra:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/leopoli-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nQui la seconda diretta con Salem da Kiev, di Operation-Solidarity, che ci racconta le forme di resistenza armata e le motivazioni che la sottendono:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/kiev.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nQui una testimonianza da parte delle compagne del No Border Team che da tempo lottano contro i dispositivi di frontiera in Polonia e mettono in luce il razzismo strutturale e l'ipocrisia dell'accoglienza a due facce: da un lato, i respingimenti e profughi nel gelo delle foreste tra Polonia e Bielorussia, dall'altro le braccia aperte verso i/le profughe ucraine:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/confini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nInfine una preziosa testimonianza con un compagno dalla Russia di Avtonom.org, che ci racconta la lotta contro la guerra e la durissima repressione che rischiano ogni giorno tutte le persone che scendono in piazza contro Putin e contro l'aggressione militare:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/russia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nUn ringraziamento a tutt* le persone intervistate, a chi si è spes* per rendere queste dirette possibili, a chi ci ha fornito i contatti e a chi ci ha ascoltato. \r\nStay tuned su RadioBlackout 105.250 per i prossimi approfondimenti.\r\n\r\n\r\nQui in seguito mettiamo alcuni link di riferimento per le realtà che abbiamo sentito oggi e alcuni apprfondimenti secondo noi di interesse.\r\nUCRAINA\r\n\r\nSu forme di autorganizzazione a Leopoli:\r\n\r\nhttps://commons.com.ua/en/zapiski-zi-lvova/\r\n\r\n( e la traduzione in italiano\r\n\r\nhttps://www.che-fare.com/lviv-guerra-ucraina-liasheva/)\r\n\r\nSito di riferimento di Operation-Solidarity\r\n\r\nhttps://operation-solidarity.org/\r\n\r\nRUSSIA\r\n\r\nPortale Avtonom\r\n\r\nhttps://avtonom.org/en\r\n\r\nPortale Ovd.info\r\n\r\nhttps://ovdinfo.org/\r\n\r\ne https://donate.ovdinfo.org/en#page=en\r\n\r\nPortale DOX\r\n\r\nhttps://news.doxajournal.ru/\r\n\r\nPOLONIA E LOTTA NOBORDER\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/nobordersteam/\r\n\r\nhttps://t.me/no_borders_team\r\n\r\n \r\n\r\nCASSA PER LA DISERZIONE\r\n\r\nhttps://www.cafe-libertad.de/fahnenflucht-support-desertion\r\n\r\n \r\n\r\nAlcuni spunti esterni dalla BIELORUSSIA\r\n\r\nCroce Nera Anarchica Bielorussia\r\n\r\nhttps://abc-belarus.org/?lang=en\r\n\r\nUna testimonianza dalla Bielorussia (pubblicato da DinamoPress)\r\n\r\nhttps://www.dinamopress.it/news/gli-anarchici-odiano-putin-una-testimonianza-dalla-bielorussia/\r\n\r\nAppello femminista dalla Russia (da Jacobin)\r\n\r\nhttps://jacobinitalia.it/contro-laggressione-militare-di-putin/\r\n\r\n \r\n\r\nENGLISH VERSION\r\nSince the beginning of the conflict, we have been overloaded with information and geopolitical analyses of all kinds. Amidst the media chaos, the voices we missed the most are those of the peoples, collectives, and experiences who are locally organizing in response to the war. On Friday we will give space to reflections and experiences of resistance, self-organization and mutualism from Ukraine to Russia, crossing the borders of Poland. \r\nWhy this program (and perhaps others to come)?\r\nWe felt the need to propose a different kind of information from the biased and superficial information provided by the mainstream media and by improvised military and geopolitical experts of the last hour.\r\nThis need is expressed by the desire to give voice involving different experiences in the territories directly and indirectly affected by the ongoing conflict between Ukraine and Russia.\r\nVoices that come from realities that are very different from ours, both in terms of historical and political contexts, and the complexity of the Ukrainian context, which is objectively squeezed between two imperialist poles: on the one hand the Russian-Putinian one, the military aggressor at the moment, and on the other the Western one in the broad sense, which finds consistency in NATO's strategies of influence in Ukraine and Eastern Europe implemented in recent decades.\r\nVoices that confront us with real contradictions that are not easy to resolve: there is a conflict going on, it is real and urgent. Some Ukrainian realities respond to this conflict with the choice of arming themselves, aware that this now means siding with one side rather than the other. Others are moving in the various urgencies determined by the war.\r\nVoices that come from realities that are very different from ours, both in terms of historical and political contexts, and the complexity of the Ukrainian context, which is objectively squeezed between two imperialist poles: on the one hand the Russian-Putinian one, the military aggressor at the moment, and on the other the Western one in the broad sense, which finds consistency in NATO's strategies of influence in Ukraine and Eastern Europe implemented in recent decades.\r\nVoices that confront us with real contradictions that are not easy to resolve: there is a conflict going on, it is real and urgent. Some Ukrainian realities respond to this conflict by choosing to arm themselves, aware that this means siding with one side rather than the other. Others are moving in the various urgencies determined by the war.\r\nThe voices we hear come from realities of solidarity, mutual aid, self-organisation and resistance at war, repressive Russian context, and around the borders of Fortress Europe.\r\nThe attempt is therefore to put solidarity-based internationalism back into the field, at least at the level of counter-information, aware of the resulting contractions, without however taking away importance, and indeed adding tools for reflection, to carry on the struggles here on our territories.\r\nHere is the beginning and the introduction to the episode:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/intro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nHere is the first live recording from Lviv, with Alyona, who tells us about the forms of mutual aid and solidarity implemented in the city when war broke out:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/leopoli-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nHere is the second live interview with Salem from Kyiv, from Operation-Solidarity, who tells us about forms of armed resistance and the motivations behind them:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/kiev.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nHere is a testimony from the comrades of the No Border Team, who have been fighting against the border devices in Poland for a long time and highlight the structural racism and hypocrisy of the two-sided reception: on the one hand, rejections and refugees in the freezing forests between Poland and Belarus, on the other hand, open arms towards Ukrainian refugees:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/confini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nFinally, a precious testimony with a comrade from Russia of Avtonom.org, who tells us about the fight against war and the very harsh repression that every day risks a lot of people who decide to show their disagreement on the streets against Putin and military aggression:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/russia-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nThanks to all the people who have been interviewed, to those who worked hard to make these live broadcasts possible, to those who provided us with contacts, and to those who listened to us.\r\nStay tuned on RadioBlackout 105.250 for the next in-depth reports.\r\nHere are some links to the realities that we heard today and some insights that we think are interesting.\r\n\r\nUKRAINE\r\n\r\nOn forms of self-organization in Lviv:\r\n\r\nhttps://commons.com.ua/en/zapiski-zi-lvova/\r\n\r\n(italian translation)\r\n\r\nhttps://www.che-fare.com/lviv-guerra-ucraina-liasheva/)\r\n\r\nWebsite of Operation-Solidarity\r\n\r\nhttps://operation-solidarity.org/\r\n\r\nRUSSIA\r\n\r\nAvtonom portal\r\n\r\nhttps://avtonom.org/en\r\n\r\nOvd.info portal\r\n\r\nhttps://ovdinfo.org/\r\n\r\nand https://donate.ovdinfo.org/en#page=en\r\n\r\nDOXA portal\r\n\r\nhttps://news.doxajournal.ru/\r\n\r\nPOLAND AND NOBORDER STRUGGLE\r\n\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/nobordersteam/\r\n\r\nhttps://t.me/no_borders_team\r\n\r\nDESERTION CASE\r\n\r\nhttps://www.cafe-libertad.de/fahnenflucht-support-desertion\r\n \r\n\r\nSome external insights from BELARUS\r\n\r\nAnarchist Black Cross Belarus\r\n\r\nhttps://abc-belarus.org/?lang=en\r\n\r\nA testimony from Belarus (published by DinamoPress)\r\n\r\nFeminist petition from Russia (from Jacobin)","18 Marzo 2022","2022-05-03 17:07:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/276109103_10160173444589180_1467374688562918256_n-e1647630368231-200x110.jpg","Voci dall'Ucraina, Voci dalla Russia, Voci dai Confini. 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Altre, si muovono nelle varie urgenze determinate dalla guerra.\r\n\r\nLe voci che sentiamo sono provenienti da realtà solidali, di mutuo aiuto, autorganizzazione dal basso e resistenza dentro l'Ucraina in guerra, dentro il contesto repressivo Russo, e attorno ai confini della fortezza Europa.\r\n\r\nIl tentativo è dunque quello di rimettere in campo un internazionalismo solidale, almeno a livello di controinformazione, consapevole delle contrattidizioni che ne derivano, senza togliere però importanza, e anzi aggiungere strumenti di riflessione, per portare avanti le lotte qui sui nostri territori.\r\n\r\nQui l'inzio e l'introduzione alla puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/intro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nQui la prima diretta da Leopoli, con Alyona, che ci racconta le forme di mutuo aiuto e solidarietà messe in atto in città allo scoppiare della guerra:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/leopoli-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nQui la seconda diretta con Salem da Kiev, di Operation-Solidarity, che ci racconta le forme di resistenza armata e le motivazioni che la sottendono:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/kiev.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nQui una testimonianza da parte delle compagne del No Border Team che da tempo lottano contro i dispositivi di frontiera in Polonia e mettono in luce il razzismo strutturale e l'ipocrisia dell'accoglienza a due facce: da un lato, i respingimenti e profughi nel gelo delle foreste tra Polonia e Bielorussia, dall'altro le braccia aperte verso i/le profughe ucraine:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/confini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nInfine una preziosa testimonianza con un compagno dalla Russia di Avtonom.org, che ci racconta la lotta contro la guerra e la durissima repressione che rischiano ogni giorno tutte le persone che scendono in piazza contro Putin e contro l'aggressione militare:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/russia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nUn ringraziamento a tutt* le persone intervistate, a chi si è spes* per rendere queste dirette possibili, a chi ci ha fornito i contatti e a chi ci ha ascoltato. \r\nStay tuned su RadioBlackout 105.250 per i prossimi approfondimenti.\r\n\r\n\r\nQui in seguito mettiamo alcuni link di riferimento per le realtà che abbiamo sentito oggi e alcuni apprfondimenti secondo noi di interesse.\r\nUCRAINA\r\n\r\nSu forme di autorganizzazione a Leopoli:\r\n\r\nhttps://commons.com.ua/en/zapiski-zi-lvova/\r\n\r\n( e la traduzione in italiano\r\n\r\nhttps://www.che-fare.com/lviv-guerra-ucraina-liasheva/)\r\n\r\nSito di riferimento di Operation-Solidarity\r\n\r\nhttps://operation-solidarity.org/\r\n\r\nRUSSIA\r\n\r\nPortale Avtonom\r\n\r\nhttps://avtonom.org/en\r\n\r\nPortale Ovd.info\r\n\r\nhttps://ovdinfo.org/\r\n\r\ne https://donate.ovdinfo.org/en#page=en\r\n\r\nPortale DOX\r\n\r\nhttps://news.doxajournal.ru/\r\n\r\nPOLONIA E LOTTA \u003Cmark>NOBORDER\u003C/mark>\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/nobordersteam/\r\n\r\nhttps://t.me/no_borders_team\r\n\r\n \r\n\r\nCASSA PER LA DISERZIONE\r\n\r\nhttps://www.cafe-libertad.de/fahnenflucht-support-desertion\r\n\r\n \r\n\r\nAlcuni spunti esterni dalla BIELORUSSIA\r\n\r\nCroce Nera Anarchica Bielorussia\r\n\r\nhttps://abc-belarus.org/?lang=en\r\n\r\nUna testimonianza dalla Bielorussia (pubblicato da DinamoPress)\r\n\r\nhttps://www.dinamopress.it/news/gli-anarchici-odiano-putin-una-testimonianza-dalla-bielorussia/\r\n\r\nAppello femminista dalla Russia (da Jacobin)\r\n\r\nhttps://jacobinitalia.it/contro-laggressione-militare-di-putin/\r\n\r\n \r\n\r\nENGLISH VERSION\r\nSince the beginning of the conflict, we have been overloaded with information and geopolitical analyses of all kinds. Amidst the media chaos, the voices we missed the most are those of the peoples, collectives, and experiences who are locally organizing in response to the war. On Friday we will give space to reflections and experiences of resistance, self-organization and mutualism from Ukraine to Russia, crossing the borders of Poland. \r\nWhy this program (and perhaps others to come)?\r\nWe felt the need to propose a different kind of information from the biased and superficial information provided by the mainstream media and by improvised military and geopolitical experts of the last hour.\r\nThis need is expressed by the desire to give voice involving different experiences in the territories directly and indirectly affected by the ongoing conflict between Ukraine and Russia.\r\nVoices that come from realities that are very different from ours, both in terms of historical and political contexts, and the complexity of the Ukrainian context, which is objectively squeezed between two imperialist poles: on the one hand the Russian-Putinian one, the military aggressor at the moment, and on the other the Western one in the broad sense, which finds consistency in NATO's strategies of influence in Ukraine and Eastern Europe implemented in recent decades.\r\nVoices that confront us with real contradictions that are not easy to resolve: there is a conflict going on, it is real and urgent. Some Ukrainian realities respond to this conflict with the choice of arming themselves, aware that this now means siding with one side rather than the other. Others are moving in the various urgencies determined by the war.\r\nVoices that come from realities that are very different from ours, both in terms of historical and political contexts, and the complexity of the Ukrainian context, which is objectively squeezed between two imperialist poles: on the one hand the Russian-Putinian one, the military aggressor at the moment, and on the other the Western one in the broad sense, which finds consistency in NATO's strategies of influence in Ukraine and Eastern Europe implemented in recent decades.\r\nVoices that confront us with real contradictions that are not easy to resolve: there is a conflict going on, it is real and urgent. Some Ukrainian realities respond to this conflict by choosing to arm themselves, aware that this means siding with one side rather than the other. Others are moving in the various urgencies determined by the war.\r\nThe voices we hear come from realities of solidarity, mutual aid, self-organisation and resistance at war, repressive Russian context, and around the borders of Fortress Europe.\r\nThe attempt is therefore to put solidarity-based internationalism back into the field, at least at the level of counter-information, aware of the resulting contractions, without however taking away importance, and indeed adding tools for reflection, to carry on the struggles here on our territories.\r\nHere is the beginning and the introduction to the episode:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/intro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nHere is the first live recording from Lviv, with Alyona, who tells us about the forms of mutual aid and solidarity implemented in the city when war broke out:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/leopoli-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nHere is the second live interview with Salem from Kyiv, from Operation-Solidarity, who tells us about forms of armed resistance and the motivations behind them:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/kiev.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nHere is a testimony from the comrades of the No Border Team, who have been fighting against the border devices in Poland for a long time and highlight the structural racism and hypocrisy of the two-sided reception: on the one hand, rejections and refugees in the freezing forests between Poland and Belarus, on the other hand, open arms towards Ukrainian refugees:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/confini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nFinally, a precious testimony with a comrade from Russia of Avtonom.org, who tells us about the fight against war and the very harsh repression that every day risks a lot of people who decide to show their disagreement on the streets against Putin and military aggression:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/russia-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nThanks to all the people who have been interviewed, to those who worked hard to make these live broadcasts possible, to those who provided us with contacts, and to those who listened to us.\r\nStay tuned on RadioBlackout 105.250 for the next in-depth reports.\r\nHere are some links to the realities that we heard today and some insights that we think are interesting.\r\n\r\nUKRAINE\r\n\r\nOn forms of self-organization in Lviv:\r\n\r\nhttps://commons.com.ua/en/zapiski-zi-lvova/\r\n\r\n(italian translation)\r\n\r\nhttps://www.che-fare.com/lviv-guerra-ucraina-liasheva/)\r\n\r\nWebsite of Operation-Solidarity\r\n\r\nhttps://operation-solidarity.org/\r\n\r\nRUSSIA\r\n\r\nAvtonom portal\r\n\r\nhttps://avtonom.org/en\r\n\r\nOvd.info portal\r\n\r\nhttps://ovdinfo.org/\r\n\r\nand https://donate.ovdinfo.org/en#page=en\r\n\r\nDOXA portal\r\n\r\nhttps://news.doxajournal.ru/\r\n\r\nPOLAND AND \u003Cmark>NOBORDER\u003C/mark> STRUGGLE\r\n\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/nobordersteam/\r\n\r\nhttps://t.me/no_borders_team\r\n\r\nDESERTION CASE\r\n\r\nhttps://www.cafe-libertad.de/fahnenflucht-support-desertion\r\n \r\n\r\nSome external insights from BELARUS\r\n\r\nAnarchist Black Cross Belarus\r\n\r\nhttps://abc-belarus.org/?lang=en\r\n\r\nA testimony from Belarus (published by DinamoPress)\r\n\r\nFeminist petition from Russia (from Jacobin)",[298],{"field":88,"matched_tokens":299,"snippet":295,"value":296},[294],{"best_field_score":251,"best_field_weight":252,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":253,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":284,"first_q":15,"per_page":256,"q":15},["Reactive",304],{},["Set"],["ShallowReactive",307],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fl3QrVk0KodWp9y8FNt6WswFa8LxyG-dRm3cgr-s3cqs":-1},true,"/search?query=noborder"]